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 Oggetto del messaggio: Sulla Propaganda
MessaggioInviato: 30/11/2009, 08:35 
L’ULTIMA FRONTIERA DELLA PROPAGANDA DI STATO

Sulla stato dell’economia italiana si hanno continuamente, da parte di vari enti preposti, previsioni pessimistiche e contraddittorie che poi rimbalzano su Radio Apostolica Italiana, cioè la Rai, e gli altri mezzi d'informazione; le fonti che forniscono questi dati sono Ocse, Fondo Monetario Internazionale, Banca Mondiale, Confindustria, Banca d’Italia, Banca Centrale Europea e Istat.
I dati dell’Istat, che è un istituzione fortemente politicizzata, dove anche i sindacati hanno un peso ma non contribuiscono a fare chiarezza, servono per convincere gli italiani a lavorare di più, a reclamare di meno ed a rassegnarsi a pagare più tasse; anche la Banca Centrale Europea dà lezioni ai governi, per spingerli a certe scelte, inventandosi previsioni pluriennali su inflazione, occupazione e incremento dei redditi nazionali.
In generale, i giudizi delle istituzioni europee sono influenzati anche dal loro ruolo e dalla loro sede, perciò sono più fiscali verso l’Italia, che è sempre sotto tiro, che verso altri governi; i dati statistici di Confindustria aspirerebbero a ridurre anche la pressione fiscale a carico delle piccole imprese, ma purtroppo non ci riescono perché in Italia conta più l’Associazione bancaria; ormai si sa che i padroni delle banche sono anche padroni degli stati.
Ciò che è importante per i persuasori occulti, è dare al cittadino ed al lettore dei dati non veritieri che però hanno lo scopo di ottenere un comportamento dai sudditi; perciò, le statistiche false o fallaci sono l’ultima frontiera della propaganda di stato e delle sue istituzioni, queste statistiche si fanno con i numeri e, come la numerologia, pare che abbiano qualche cosa di magico e di profetico; purtroppo però, a consuntivo, risultano sempre sbagliate e, a preventivo, sono sempre contraddittorie.
Mentre lo stato tenta di addomesticare i sudditi con le statistiche false, le grande istituzioni non esercitano una vera attività di controllo, come vorrebbe la legge, infatti, la Banca d’Italia non ha mai operato per prevenire i dissesti bancari e la Consob rimase alla finestra anche nel disastro Parmalat; comunque, all’estero le cose non vanno diversamente, l’agenzia di rating Standard and Poor’s, che dà la pagella a stati e imprese, è finita sotto accusa da parte di Bruxelles perché sono troppe le sue valutazioni sbagliate, come quelle su Parmalat e Lehman Brothers.
Questa agenzia di rating aveva concesso valutazioni positive alla ditta Enron, prima che fallisse, aveva concesso valutazioni ottime anche alle istituzioni finanziarie che concedevano mutui, Fannie Mae e Freddie Mac; queste istituzioni avevano una tripla A, cioè il massimo valutativo. A causa del fallimento della Lehman Brothers, sono stati chiesti risarcimenti alla Standard end Poor’s, per aver fornito notizie errate sulla sua solvibilità; la Parmalat ha bruciato miliardi di risparmio di famiglie, senza segnali d’allarme da parte di questa società di rating.
Del resto, le società di revisione dei bilanci sono pagate bene dalla società che controllano e perciò, raramente hanno mandato segnali negativi sui loro controllati, altrimenti questi avrebbero cambiato società di revisione. Cosicché i numeri di bilancio sono taroccati e certificati come attendibili dalle società di revisione, da notare che, con i loro indici a consuntivo, anche i bilanci rappresentano valori statistici; per tutte queste ragioni, il governatore della banca d’Italia, Fazio, affermava che anche il bilancio dello stato é un bilancio virtuale, incontrollabile anche da parte dei parlamentari che devono votarlo. Pare che in Italia lo stato voglia combattere il falso bilancio solo delle piccole aziende, che tengono sulle loro spalle tutta la baracca statale.
La numerologia è un’altra fede coltivata nei sudditi, afferma che i numeri hanno un significato, studia in numeri perché crede che influenzino il nostro destino, condizionano presente e futuro e forniscono delle previsioni; oggi lo stato è diventato il supremo custode di questa pseudo-scienza, con il fine recondito di ingannare i sudditi contribuenti e ottenerne certi comportamenti. Le istituzione che ci danno questi numeri al lotto dipendono sempre dallo stato o hanno avuto il beneplacito dello stato.
Ha del miracoloso che tanti si affannino a prevedere quale sarà l’inflazione, il tasso di disoccupazione e l’incremento del reddito italiano nei prossimi anni; infatti, sono troppe le variabili da prevedere, tra cui alcune imponderabili, come guerre e terremoti, queste previsioni sono inattendibili, cioè non hanno un riscontro a consuntivo, sono fallaci ma hanno una certificazione statale. I numeri manipolati possono essere magici, spingono a credere, obbedire, combattere, lavorare, pagare le tasse e, in definitiva, a rassegnarci.
Le statistiche che sostengono che la vita si allunga hanno fatto passare l’età normale della morte per durata media della vita, questa manipolazione serve ad allungare l’età della pensione ed a rendere l’Inps un’impresa economicamente più attiva; anche adesso ha un bilancio in attivo, dell’attivo, cioè dei contributi del lavoratori, si appropria lo stato.
Le statistiche sulla disoccupazione, che in Italia si sostiene sia più bassa che in Europa, sono inattendibili, perché in Italia lavora solo il 40% della popolazione, mentre in Alta Europa circa il 50%; in Italia tanti non s'iscrivono negli uffici collocamento perché non ricevono indennità di disoccupazione come nel nord Europa, perciò la disoccupazione risulta più bassa.
E’ difficile comparare i dati statistici di un paese con quelli di un altro paese, per le statistiche italiane, le prostitute non sono occupate, per quella americana sono occupate; è difficile paragonare la pressione fiscale di un paese con quella un altro paese, perché, per fare solo degli esempi, in certi paesi si paga il pedaggio autostradale e in altri no, in alcuni paesi si pagano tasse per la sanità e in altri no e quelli che pagano tasse per questo servizio non le pagano nella stessa misura.
A volte alcuni servizi pubblici sono pagati con imposte, alcune volte con tasse ed altre volte con tariffe; quindi quando si fanno raffronti con dati grezzi tra stati, magari per chiedere rassegnazione o altri sacrifici ai sudditi contribuenti, si fanno solo delle truffe; anche se, se se esistesse l’onestà e il solo spirito di servizio a muovere lo stato, questi dati potrebbero essere depurati e resi omogenei, ma gli stati non hanno questo interesse, perché devono ingannare, nell’interesse della governabilità, lo stato è un’impresa economica che deve rendere.
Un accenno va fatto ad esperti, accademici o tecnici che sui giornali e in televisione si affannano a propinarci questi numeri manipolati, lo fanno perché sono stati premiati dal sistema e guadagnano bene, come i medici che fanno propaganda alle medicine; la maggior parte di loro è consapevole dell’inganno ma sta al gioco, altri non si rendono conto e sciorinano numeri magici di cui si sentono schiavi.


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