29/06/2010, 07:50
03/07/2012, 15:37
[color=blue]Una squadra di scienziati per trovare Amelia
E’ al via una nuova spedizione per trovare Amela Earhart, la prima donna a sorvolare l’Oceano Atlantico, scomparsa il 2 giugno 1937 mentre tentava un nuovo record: attraversare in volo il mondo. Una squadra di ricerca del Tighar (Group for Historic Aircraft Recovery) crede che sia precipitata nei pressi dell’isola di Nikumaororo. Nell’arco di 23 anni, l’associazione ha tentato ben dieci volte di trovare tracce di Amelia sull’isola, ma questa ricerca ha un fine specifico: rilevare l’eventuale presenza di rottami dell’aereo, scandagliano il fondale con un sofisticato sonar.
Amelia, all’epoca trentanovenne, era quasi riuscita nella sua impresa di fare un giro attorno al mondo con il suo aereovolando sulla linea dell’equatore. A un certo punto, è scomparsa dai radar: non si hanno più notizie né di lei, né del suo navigatore Fred Noonan. Nel suo ultimo messaggio, Amelia comunica di non riuscire a trovare il radiofaro dell’Isola di Howland. Aggiunge che il carburante è quasi finito. Si presume che la sua vita abbia avuto fine in mezzo al Pacifico.
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15/07/2012, 13:52
[color=blue]Amelia Earhart, nuovi indizi nel giallo
L'aviatrice americana scomparsa nel 1937 forse riuscì ad approdare nell'atollo di Nikumaroro, isolato e privo di acqua
Frammenti di vetro, rossetto e un kit per la bellezza femminile degli anni '30.
Il ritrovamento dell'équipe Tighrar (associazione no-profit dedita allo studio dell'aviazione) nell'atollo di Nikumaroro getta una nuova luce sul giallo di Amelia Earhart.
Stando a quanto riportato dal Daily Mail e da Discovery News, la celebre aviatrice scomparsa nel 1937 mentre sorvolava il Pacifico, potrebbe essere atterrata in una delle isole di Nikumaroro, tutte disabitate.
Già nel 2010, il Tighrar aveva rinvenuto dei frammenti ossei attribuibili ad Amelia e dei gusci di tartaruga aperti con un oggetto affilato, cui si aggiungono ora alcuni oggetti per la cura della bellezza femminile tipici di quell'epoca: rossetti e lozioni per il corpo.
Inoltre, i cosmetici sarebbero stati ritrovati nella zona più remota dell'atollo, in direzione Sud-Est, dove nel 1940 fu rinvenuto uno scheletro umano poi scomparso.
Secondo gli archeologi che hanno partecipato alla ricerca, i frammenti di una bottiglia rinvenuta nella zona racconterebbero un disperato tentativo di sopravvivenza. Il parziale scioglimento del vetro, scurito da verde a marrone come se fosse stato esposto al fuoco, sarebbe dovuto al suo utilizzo per la bollitura dell'acqua di mare, allo scopo di renderla potabile.
«Non c'è acqua sulla superficie delle isole di Nikumaroro - spiega l'archeologo del Tighar Thomas King, - eccetto quella che cade con le piogge».
Ulteriori analisi sui contenitori restanti hanno rilevano la presenza di "Campana Italian Balm", una lozione molto utilizzata nell'America degli anni '30, del rossetto e un cosmetico "Mennen".
Inoltre, sono stati trovati i resti di un portacipria: alcune schegge di metallo con tracce chimiche di acidi utilizzati nei prodotti cosmetici e uno specchio spezzato.[/color]
18/08/2012, 18:09
ISOLA DI NIKUMARORO| GLI ESPERTI TIGHAR HANNO FATTO UNA SPEDIZIONE A SUDOVEST DI HONOLULU
[color=blue]Trovati i resti dell'aereo di Amelia Earhart
Un team di ricercatori avrebbe individuato, 75 anni dopo la misteriosa scompasa, alcuni «detriti» sul fondale
Che fine ha fatto Amelia? La scomparsa della mitica aviatrice americana Earhart è un vero rompicapo che dura da 75 anni. Un team di ricercatori, però, potrebbe essere vicino alla soluzione del mistero. Un video subacqueo preso nell'isola di Nikumaroro, nello stato di Kiribati, mostra una distesa di frammenti che potrebbero essere i resti del suo aereo scomparso nel Pacifico nel 1937. Il video è stato girato lo scorso luglio dal Gruppo internazionale per il recupero di velivoli storici (Tighar), durante una spedizione sull'isola, 2.900 km a sudovest di Honolulu.
LA LEGGENDA - L'intrepida Amelia Earhart è stata la prima donna ad attraversare l'Atlantico in solitaria: «Lady Lindy» come venne soprannominata impiegò quattordici ore e cinquantasei minuti per volare da Terranova a Londonderry nell'Irlanda del Nord. Il 24 agosto 1932 è la prima donna a volare attraverso gli Stati Uniti senza scalo partendo da Los Angeles (California) e arrivando a Newark (New Jersey). Ma il suo progetto più ambizioso è sempre stato quello di circumnavigare il mondo lungo la rotta equatoriale (47mla chilometri): un'impresa davvero epica, che condensava in sè l'esprit du tempe. Il 2 luglio del 1937, insieme al suo navigatore, Fred Noonan, decollò dalla Papua Nuova Guinea. L'aereo è poi scomparso e, dopo lunghe ricerche in mare, nessuno riuscì a individuare il relitto del velivolo.
IL RELITTO - I ricercatori hanno dovuto lavorare con condizioni di mare molto impegnative oltre la barriera corallina di Nikumaroro. «Sapevamo di non poter trovare il relitto tutto intero - dice il direttore di Tighar, Ric Gillespie - perchè l'Oceano seppellisce tutto quanto si posa sul fondale». Così i ricercatori hanno girato ore e ore di riprese subacquee nel mare davanti la remota isola «dove l'aereo si è inabissato, sempre se i nostri calcoli sono esatti». Ma è solo in un secondo momento, tornato in patria, che il team ha potuto esaminare le immagini. E guardando bene, gli esperti avrebbero identificato «un insieme di detriti sintetici» che potrebbe appartenere all'aereo della Earhart.
LA FOTO - A un occhio inesperto, nella foto fornita dal team non c'è alcun segno di macerie. Ma Gillespie ha detto che l'esperto forense di immagini, Jeff Glickman, ha individuato nelle immagini un campo di detriti. Gillespie ha anche spiegato, però, che non si possono stabilire le reali dimensioni degli oggetti perchè nelle immagini non c'è una scala con cui confrontarli.
PRUDENZA - L'annuncio del ritrovamento arriva due giorni prima della messa in onda di uno speciale sulla squadra Tighar da parte del canale Discovery Channel. E questo ha suscitato qualche perplessità su un possibile «annuncio pubblicitario». Gli stessi esperti del team, però, mantengono la prudenza. «Per ora il nostro gruppo ha analizzato solo il 30 percento delle immagini - ha aggiunto Gillespie - Non vogliamo dare per certo il ritrovamento. Dobbiamo cercare più prove. Ma queste immagini sono incoraggianti. Ora dobbiamo tornare indietro a guardare meglio quei fondali».
Carlotta De Leo
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18/08/2012, 18:13