Per me sia il vecchio film con Charlton Heston e Roddy Mc Dowall sia la più recente versione di Tim Burton non hanno saputo rendere lo spirito del romanzo, che più che di fantascienza appare un romanzo surreale. E' surreale appunto l'idea di un pianeta gemello della Terra, Soror, che orbita attorno a Betelgeuse a 300 anni-luce dalla Terra, popolato da una civiltà di scimmie antropomorfe (scimpanzé, gorilla ed orang-utan) vecchia di diecimila anni, in tutto e per tutto simile, quasi identica potremmo dire, alla civiltà terrestre del XX secolo, che sarebbe sorta là semplicemente per imitazione da parte delle scimmie, che a furia di scimmiottare l'uomo hanno finito per imitarlo così bene da espropriarlo e relegarlo nelle foreste, dove è tornato a uno stadio animale simile appunto a quello delle scimmie antropomorfe terrestri, con inversione totale dei ruoli. Ciò crea nel romanzo una serie di situazioni grottesche, dato che tali scimmie hanno anche la mentalità degli uomini del XX secolo, dato che ne imitano anche i pensieri, compresi i pregiudizi religiosi, che volgono in versione scimmiesca, per cui appunto le tre specie di scimmie sarebbero "a immagine e somiglianza di Dio" mentre l'uomo non può essere in alcun modo animato da uno spirito divino e intelligente, e tantomeno può essere l'antenato della scimmia. Surreale è l'idea che le scimmie possano superare dieci milioni di anni di separazione evolutiva dall'uomo in poche generazioni, acquistandone lo stesso intelletto, ma mantenendo l'aspetto che avevano prima della civilizzazione. Surreale è anche la perdita di ogni traccia di intelligenza da parte degli umani in altrettanto breve tempo. Il romanzo non è che un'amara riflessione sulle illusioni di antropocentrismo da parte dell'uomo e in particolar modo l'illusione che Dio, se esiste, possa avere creato l'uomo come vertice dell'evoluzione. Nel romanzo, sembra che una forza cosmica abbia deciso di togliere all'uomo la sua superiorità intellettuale per darla ad un altro, facendolo ritornare al suo primitivo stato animale. Tant'è vero che il protagonista del romanzo, tornato sulla Terra dopo settecento anni a causa della contrazione temporale a velocità prossime a quella della luce, scoprirà che anch'essa ha subito il medesimo destino e che è rimasto l'unico uomo senziente dell'universo conosciuto, per cui sarà costretto a fuggire con sua moglie Nova (un'abitante di Soror a cui a reinsegnato a comportarsi da donna senziente) e il loro figlioletto, alla ricerca di un altro pianeta abitabile dove ricominciare la storia umana (piccola speranza che lo scrittore a voluto lasciare al lettore). Trecento anni dopo, la storia del protagonista verrà raccolta, racchiusa in una bottiglia vagante nello spazio, da due astronauti scimmia, che vivono in un futuro dove le scimmie di Soror hanno conquistato lo spazio e colonizzato molti pianeti, arrivando anche sulla Terra, e per questo sono in grado di tradurre lo scritto, ma non riusciranno a credere che narri eventi reali, essendo incapaci di credere che possano essere esistiti un tempo degli uomini pensanti. Tutto questo è stato parte del disegno di Dio? O della Natura? Il romanzo non dà risposte, ma non è quello che conta. L'importante è capire che siamo solo un anello dell'evoluzione, e non il suo traguardo. Nei due film direi che tutto si perde, per diventare un'avventura come un altra, che stravolge non solo la trama, ma anche il sendo di tutto il romanzo, il quale però appare abbastanza datato per i nostri tempi, e quindi non più convertibile per un pubblico commerciale. Stesso destino l'ha subito "La Macchina del Tempo" di Wells, con una versione cinematografica che ha completamente stravolto anche lì la trama e il significato del romanzo, ancora più amaro de "Il Pianeta delle Scimmie" di Boulle.... Decisamente, fra letteratura fantascientifica e cinema c'è sempre stato un pessimo rapporto....
Ultima modifica di Enkidu il 22/08/2010, 12:23, modificato 1 volta in totale.
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