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MessaggioInviato: 27/07/2009, 22:04 
Data: 1947, 21 Giugno
Luogo: Tacoma

Premessa: Il 23 Giugno 1947 un aereo C-46 della marina precipitava sui monti Rainier, nello stato di Washington.
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Il 21 Giugno 1947, furono coinvolti in un avvistamento UFO quattro guardacoste dell’isola di Maury (Tacoma, al confine con la frontiera canadese): Harold Dahl, suo figlio e due uomini d’equipaggio. Dahl, che stava perlustrando il Puget Sound in barca, aveva visto scendere da “una grossa nube” cinque corpi circolari, larghi trenta metri, in formazione. Sembravano impegnati in una manovra di soccorso: circondavano un sesto ordigno, bloccandosi a 500 metri d’altezza sulla verticale della costa. Quest’ultimo sparò una mitragliata di frammenti in acqua, parte dei quali cadderò sulla motonave di Dahl, danneggiandola. Un frammento ferì al braccio il figlio di Harold, mentre un altro frammento, metallico, uccise il cane. Poi, come alleggerito, il disco riprese quota e, allineandosi in formazione, si allontanò verso il mare aperto con tutto il gruppo.
Il giorno seguente Dahl aveva incontrato un collega ed amico, Fred Crisman, e gli aveva raccontato tutto. Crisman, inizialmente scettico, aveva deciso di battere la costa nella speranza di recuperare qualcuno dei misteriosi frammenti, ed il giorno dopo vi era riuscito; e, chinatosi per raccogliere un frammento metallico, alzandosi si era ritrovato sopra la testa un disco volante simile a quelli descritti da Dahl. L’UFO era uscito da una grande nuvola ed aveva effettuato un largo cerchio sopra la baia, prima di allontanarsi. Mentre Crisman, allibito, restava a fissare le evoluzioni di quello strano ordigno, Dahl riceveva la telefonata di uno sconosciuto che lo invitava a pranzo. L’uomo accettò, pensando ad un possibile cliente. Il guardacoste, difatti, nel tempo libero vendeva materiali di recupero e spesso gli capitava di dover trattare con degli sconosciuti.
A mezzogiorno Dahl incontrò il misterioso interlocutore. Era un uomo elegante, vestito completamente di nero. Non appena i due si sedettero a tavola, l’uomo nero iniziò a descrivere dettagliatamente tutto quello che era capitato a Dahl il giorno prima, al largo dell’isola di Maury; poi, con fare tutt’altro che rassicurante , aveva sbottato: “ questo prova che so parecchio sulla vostra esperienza. Permettetemi di darvi un consiglio, signor Dahl. Per la vostra sicurezza e per quella della vostra famiglia, dimenticate quanto avete visto. Non parlatene con nessuno…”. Nonostante la minaccia del man in black, (con questo termine in futuro, vennerò etichettati tutti i misteriosi individui, forse agenti governativi, che minacciavano ufologi e testimoni), Dahl si confessò con Kenneth Arnold. Il Pilota avvertì l’aeronautica. Immediatamente l’U.S. Air Force inviava il capitano Davidson ed il tenente Brown, della base di Hamilton in California, ad interrogare Dahl e Crisman. L’incontro, svoltosi alla presenza di Arnold fu tutt’altro che soddisfacente. Crisman e Dahl si mostravano nervosi, spaventai e reticenti. Si confondevano nel raccontare le loro vicende, dichiaravano di aver perso le foto scattate agli UFO. Ciò convinse i due militari che i guardacoste avevano mentito per mitomania. Comunque, in ogni caso, Davidson e Brown si fecero consegnare i frammenti raccolti da Crisman, per farli analizzare dai servizi segreti dell’Aeronautica. Poche ore dopo i due militari, con i preziosi frammenti, salivano sul loro B-25, diretti ad Hamilton, ove però non sarebberò mai arrivati. Il loro aereo esplose in volo, all’altezza di Kelso.
Il giorno seguente, i giornalisti, fiutando una congiura, cercarono Dahl e Crisman, ma questi si erano resi irriperibili (nel 1994 Crisman è uscito alla ribalta, rilasciando un intervista alla rivista californiana UFO, confermando la propria storia).
Giorni dopo questi eventi, Palmer si stava preparando a pubblicare con titolono la storia di Dahl su Fate, quando ricevette la visità di un uomo vestito di nero; questi, molto seccamente, gli offrì una strana proposta: tutte le coordinate dell’aereo precipitato il 23 giugno in cambio del silenzio sul caso Dahl. L’uomo conosceva lla perfezione il punto preciso ove si trovava l’aereo perduto, alle pendici del South Tacoma Glacier, molto piu a sud, da dove tutti i piloti lo avevano cercato. In questo modo Palmer avrebbe potuto intascare la taglia per il ritrovamento; in cambio però avrebbe dovuto censurare l’intervistadi Arnold a Crisman e Dahl. Palmer rifiutò di vendersi; e per inciso, le informazioni del man in black si rivelarono esatte: l’aereo fu ritrovato proprio nel punto indicato.


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MessaggioInviato: 27/07/2009, 22:05 
Data: 1948, 23 Luglio
Luogo: U.S.A.

Il 23 Luglio 1948 per la prima volta due testimoni competenti ed imparziali riuscivano ad osservare molto da vicino un UFO. Protagonisti, il comandante C.S. Chiles ed il suo secondo, J.B. Whitted. I due stavano pilotando un DC-3 da trasporto della Eastern Airlines in volo da Houston a Boston. Alle 2.45 del mattino stavano volando a quota 1600 .etri, sopra Montgomery in Alabama quando Chiles vedeva, improvvisamente, un “oggetto rosso cupo” che si avvicinava rapidamente da destra. Chiles disse a Whitted che poteva tratttarsi di un nuovo jet militare. Entrambi i piloti vedevano l’oggetto dirigersi verso di loro, ma non se ne preoccupavano. Tutte le luci di posizioni erano accese ed essi dovevano essere molto vistosi; la notte era limpida e la luna splendente, si dissero i due, che non temevano certo uno scontro nel cielo. Pure, incurante delle norme della più elementare prudenza, l’oggetto continuava a puntare verso i due, che ad ogni momento, lo vedevano diventare sempre più grande. Chile e Whitted cominciavano a sudare freddo. Il fuso era ormai loro addosso. Con la forza della disperazione cercarono di far inclinare sulla sinistra il DC-3. In quel momento l’oggetto cambiò rotta, sfrecciando a soli 30 metri dall’ala destra, saettando a più di 100 km/h. Mentre i due piloti, pallidi in volto e madidi di sudore, osservavano con gli occhi sgranati quell’ordigno che si allontavano, l’UFO sprigionò una fiammata arancione nella fusoliera e scomparve tra le nubi. In seguito, i due piloti dissero di aver notato una fila di oblò lungo la fusoliera, che brillava come lampi al magnesio.


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MessaggioInviato: 27/07/2009, 22:08 
Leonid Kadeniuk

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Leonid Kadeniuk, il primo cosmonauta di origine Ucraina ad aver partecipato ad una missione spaziale della Nasa nel 1997, recentemente ha affermato che i famosi UFO non solo sono reali, ma sono di origine extraterrestre. Questa affermazione e' stata resa pubblica un giornale edito in Ucraina a seguito di un'intervista.
Pur non avendo mai effettuato un avvistamento, il cosmonauta ha affermato che qualche anno fa quando era pilota da caccia nell'ex Unione Sovietica, alcuni suoi colleghi gli raccontarono di aver avuto incontri ravvicinati in volo.
Anche alcuni suoi superiori e istruttori riferirono di misteriosi incontri durante alcune missioni. L'ordine era osservare e cercare di non avere nessun contatto con i bersagli. Studiando le capacita' di volo degli UFO Leonid e' giunto alla conclusione che questi esseri sarebbero in grado di sfruttare le forze elettromagnetiche e l'antigravita'.
Sfruttando la forza elettromagnetica e piegando lo spazio-temporale si potrebbero raggiungere distanze inimmagibili per l'attuale essere umano.

Fonte: - C.R.U.L.
- Gazzetta ucraina


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Data: 1948, 1 Ottobre
Luogo: Nord Dakota

Il tenente George G. Gorman della guardia aerea nazionale del Nord Dakota si stava avvicinando alla propria base, dopo un volo di ricognizione. Quando aveva chiesto istruzioni via radio, la torre di controllo gli aveva confermato che l’unico aereo in volo era un piccolo monomotore Piper Cub.
Mentre Gorman stava preparandosi ad atterrare, vide il proprio aereo illuminato da sotto. Improvvisamente una luce lo superò da destra. Stupito, il nostro pensò che si trattasse della luce di coda di un altro velivolo e si mise immediatamente in contatto radio con la torre di controllo per protestare, ma da terra gli fu risposto che, sul radar, c’era solo il Pier Cub. Incuriosito, il pilota decise allora di inseguire quella luce, per vedere meglio da vicino cosa fosse. Mentre invertiva la rotta per intercettare il velivolo misterioso, vide chiaramente la sagoma dell’altro aereo che si stagliava sul fondo della città illuminata. La luce notata da Gorman non sembrava essere collegata ad un corpo solido. Il pilota lanciò allora l’aereo alla massima velocità e si avvicinò fino a quasi 1000 metri di distanza dall’ UFO. La luce aveva un diametro di circa 15 cm e lampeggiava. Quando Gorman si avvicinò, la luce smise di lampeggiare e l’aereo sbandò bruscamente a sinistra. Dopo una serie di manovre repentine, Gorman si ritrovò in rotta di collisione con l’ordigno. La luce stava puntando dritta verso l’aereo. Gorman si gettò in picchiata; l’UFO mancò la calotta dell’aereo per pochi centimetri, poi prese quota e scomparve. A Gorman non restò che rientrare a Fargo per fare rapporto dell’incredibile episodio di cui era stato protagonista. Nel resoconto consegnato all’ ATIC, Gorman dichiarò: “ Ho avuto la netta impressione che il comportamento dell’ UFO fosse determinato da un agente dotato di facoltà intellettive”.


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MessaggioInviato: 27/07/2009, 22:11 
Data: 1952, 14 Luglio
Luogo: Virgina

Il 14 luglio 1952 un pilota della Pan American Airlines, il comandante William B. Nash, ed il suo secondo pilota, il comandante Fortenberry, stavano volando a quota 2400 metri nei pressi di Newport News, in Virgina. Erano circa le 20.15 quando, all’improvviso, in cielo comparverò sei grandi dischi che volavano in formazioni, al di sotto del loro DC-4, ad una velocità di circa 1800 km/h. I dischi apparivano di metallo incandescente, arancio brillante e sembravano puntare dritti verso l’aereo. Quando la formazione si avvicinò, il disco alla testa prese a rallentare, poi si girò orizzontalmente, di taglio. Come per un ordine, immediatamente, gli altri 5 dischi si misero di taglio. A quel punto la macchina alla testa virò all’indietro in orrizzontale, puntando verso ovest. Seguendolo, anche gli altri mutarono direzione. Un secondo dopo altri due dischi apparverò da sotto il DC-4. Quando accelerarono per raggiungere la formazione, Nash e Fortenberry notarono che il loro colore tendeva a schiarirsi. Questo indicava apparentemente un effetto della propulsione di quelle macchine, pallide quando giravano in tondo, splendenti quando acceleravano. Il Douglas DC-4 era un aereo da trasporto da 10 tonnellate, costruito dal ’41 al ’47 in un migliaio di esemplari. Poteva volare ad una velocità massima di 450 km/h. Meravigliati e anche infastiditi, i due piloti si misero in contatto radio con Norfolk e riferirono quanto avevano visto. E nel tempo in cui gli ufficiali dell’Intelligence dell’aereonautica li interrogavano a Miami, la storia finì sui giornali. Il caso Nash-Fortenberry era infatti interessantissimo perché, per la prima volta gli UFO avevano dimostrato un comportamento intelligente, il che presuppone che fossero velivoli manovrati da piloti e non sonde teleguidate.


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MessaggioInviato: 27/07/2009, 22:15 
Gli UFO di Lubbock

Verso le 21.20 del 25 agosto 1951, il dottor A. G. Oberg, chimico, il dottor W. Robinson, geologo, il fisico George e l’ingegner W.L. Ducker, tutti del Texas Technological College, si stavano tranquillamente sorbendo un thè in casa del Dottor Robinson, alla periferia di Lubbock. Argomento della conversazione, le micro meteoriti, che avrebbero potuto ostacolare i viaggi interplanetari. Quasi a risposta dei dubbi degli astanti, in quel momento comparvero in cielo una trentina di globi azzurrognoli disposti a V, che puntavano rapidissimi verso sud. Il gruppo, sbalordito, rimase qualche istante a guardare quegli oggetti, che in pochissimi secondi avevano attraversato il cielo limpido e stellato “a 40 gradi sopra l’orizzonte”. “Probabilmente torneranno” esordì uno del gruppo. E cosi fu. All’incirca un’ ora dopo, le strani luci ricomparvero. Sembravano essere diminuite e viaggiavano in gruppo serrato, non più in formazione. E ricomparvero anche nelle notti successive (quindi non erano meteoriti) al punto che, sparsasi la voce, ben presto si contarono non meno di 350 testimonianze. Robinson, fra agosto e novembre, fu spettatore del passaggio di ben 12 formazioni composte ogni volta mediamente da 20 oggetti. Il 31 agosto uno studente del Texastech, Carl Hart junior, in paziente attesa degli oggetti con una kodak 35, riuscì a scattare cinque immagini a tre diverse formazioni a V, foto che fecero il giro del mondo, e che misero in allarme l’Aereonautica.

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MessaggioInviato: 27/07/2009, 22:16 
UFO fa scomparire aereo e pilota

La sera del 23 novembre 1953, gli addetti radar della Difesa Aerea del Michigan notavano sugli schermi il blip di un oggetto volante sconosciuto. Veniva immediatamente allertata la base di Kimross, che spediva un reattore F-89 a controllare. Ai comandi, il veterano Felix Moncla e, al radar, l’operatore tenente Wilson. Il blip stava cambiando rotta, dirigendosi verso il Lago Superiore. L’aereo militare, guidato dai radar, continuava l’inseguimento in quella direzione. Gli operatori a terra stavano seguendo eccitati le fasi della caccia: sul radar si vedeva l’aereo militare che, velocissimo, riduceva sempre di più la distanza dall’UFO. Ad un certo punto, accadde l’inspiegabile. L’aereo di Moncla scomparve. Sullo schermo radar era rimasto solo il blip dell’UFO. L’UFO rimase immobile per qualche secondo e poi scomparve a sua volta dallo schermo. In quel momento a terra scoppiò un pandemonio. Uno degli addetti radar urlò “era come se il blip dell’oggetto avesse ingoiato l’aereo!”. Il giornalista Peter Nobile ha commentato: “ Di concreto ci fu la scomparsa, senza alcuna traccia, dell’ F-89, un caso degno del triangolo delle bermuda. Mezzi aerei e navali perlustrarono il Lago Superiore senza trovare alcuna traccia dell’aereo scomparso”.


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MessaggioInviato: 27/07/2009, 22:19 
Caso Cecconi

Data: 1979, 18 Giugno
Luogo: Italia


Il 18 giugno 1979, l’allora maresciallo pilota Giancarlo Cecconi (nato nel 1933, a Firenze) stava rientrando da una ricognizione fotografica effettuata sull’Appennino Ligure. Stava sorvolando la zona tra Rovigo e i Colli di Abano Terme, quando ricevette via radio dalla torre di controllo dell’aereoporto militare di S. Angelo di Treviso, dov’era di stanza, l’invito a collegarsi con l’aerobase d’Istrana (TV), il cui radar aveva segnalato un oggetto volante non identificato, approssimativamente sulla verticale di Quinto di Treviso e quindi nelle immediate vicinanze del sopracitato aeroporto.
Il signor Cecconi, che apparteneva al 14’ Gruppo del 2’ Stormo Caccia Bombardieri Ricognitori dell’Aeronautica Militare, era a bordo di un G 91/R, munito di quattro macchine fotografiche VINTEN, situate in tal modo: due sui lati della parte anteriore della carlinga, una in posizione frontale e la quarta in posizione ventrale. Con queste infatti, aveva eseguito i rilevamenti fotografici di cui era stato incaricato. Quindi si accordò con il personale dell’Organo di Controllo a terra per andare a identificare l’oggetto rilevato dal radar.
Nel momento dell’avvistamento, gli balenò alla mente che potesse trattarsi di un UFO solar; poi si rese conto che si trattava di qualcosa di diverso. La giornata era bellissima e ben presto capì che quella “macchia nera” aveva caratteristiche ben diverse.
Gli apparve a forma di “cisterna di carburante” di colore nero opaco e, sulla sua parte superiore leggermente schiacciata, notò una carenatura con due “baffi”; questa sottostava a qualcosa di chiaro e bianco che, a suo avviso, era una specie di “cupoletta” di colore bianco lattiginoso. Le caratteristiche della superficie non permettevano la rifrazione della luce. L’oggetto sembrò avere una lunghezza di circa 6-8 m e una larghezza di circa 3 m.
Al momento dell’incontro ravvicinato con l’insolito “velivolo”, questo si trovava sulla verticale dell’aeroporto militare di Treviso a un altezza di circa 1300 m.
Preso contatto con l’UFO, scattò una prima serie di fotografie con la macchina frontale e dopo aver fatto, in un arco di tempo ridottissimo, il “cappio”(manovra che consiste nell’invertire la rotta), notò che l’oggetto era ancora nella medesima posizione, così che potè scattare un’altra serie di fotografie usando questa volta le macchine laterali.
Capì trattarsi di qualcosa avente una certa rigidità e lo dedusse dal fatto che, quando l’aereo gli si avvicinava a una velocità di circa 300 nodi (450-500 km/h), l’oggetto “…non accusava nessuna turbolenza…”. Il pilota aveva avuto modo di vedere, in altre occasioni degli UFO Solar. Essi però, sentivano la turbolenza provocata dal vicino passaggio dell’aereo e il loro movimento poteva durare anche un quarto d’ora; questo oggetto invece, risultava mantenersi statico e non vibrava nonostante il signor Cecconi gli fosse passato ad una distanza di un centinaio di metri.
Durante l’avvistamento , che durò circa cinque minuti, il signor Cecconi ebbe modo di scattare più di ottanta fotografie che riprendevano l’oggetto sempre nella stessa posizione frontale, o leggermente angolata; infatti, questo non era mai visibile completamente di lato, era come se la “cosa” volesse “puntare” l’aereo.
Secondo l’opinione del testimone sembrava avesse assunto un atteggiamento di difesa. Non esponeva mai del tutto la fiancata e lui non era mai riuscito a fotografarlo interamente di lato; per questo ne rimase impressionato.
Mentre il pilota stava completando una virata, il centro radar d’Istrana, gli comunico: “l’abbiamo perduto! Non c’è più sullo schermo!”. Era improvvisamente svanito tra una battuta e l’altra del radar.
Anche dalla torre di controllo dell’aeroporto di S. Angelo gli riferirono che l’oggetto era inspiegabilmente sparito alla vista nel giro di pochi attimi. Lui guardò nel punto in cui si sarebbe dovuto trovare l’UFO, ma non lo vide più.
Dopo che l’aereo fu rientrato alla base di Treviso, gli specialisti, come di consueto, rimossero e presero in consegna i contenitori delle pellicole e le portarono al laboratorio del Reparto per lo sviluppo e la stampa.
Non appena le foto furono sviluppate, le prese in visione e chiese a un amico (addetto al laboratorio fotografico) di averne una copia.
Passati degli anni e dopo che il signor Cecconi andò in pensione, degli ufologi chiesero al ministero della difesa di rilasciare la documentazione riguardante questo caso, e gli fu risposto che: “l’oggetto in questione, immediatamente individuato, fu fotografato con le macchine di bordo e inequivocabilmente identificato dal personale foto interprete in un pallone di forma cilindrica, realizzato con sacchi di plastica nera.”.
La risposta lasciò gli ufologi sconcertati, soprattutto in considerazione dell’esperienza e della preparazione del signor Cecconi che vantava un curriculum come pochi ed era una delle figure di pilota più note e stimate per serietà e competenza.

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Cita:
Ufologo 555 ha scritto:

(Da notare che questo caso, REALE, l'ho seguito molto in quel tempo. E vidi questa stessa foto sul tavolo dell'ufficio del Comandante di Stormo della ex 3° Aerobrigata a Villafranca (VR). Perché lì facevano fotointerpretazione... E sentii dire da alcuni Ufficiali "ricominciamo co' 'sta Roba; per fortuna che succede ogni tanto..." (Si riferivano ai vari "Flaps" ricorrenti...)
Se si fosse trattato di una buffonata, non sarebbero state su quel tavolo quelle foto...) [8D]


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L'unica foto disponibile reale è questa. Le altre sono state prese dal ministero della difesa e dopo parecchi anni ne hanno rilasciate alcune, ma a detta di Cecconi e di vari ufologi le foto rilasciate non sono le stesse che fece Cecconi, ma bensi foto modificate per farle sembrare dei semplici UFO solar.

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Cita:
Ufologo 555 ha scritto:

Le foto scattate con la fotocinemitragliatrice furono ben 84! Il Maresciallo Cecconi fece molti giri attorno all'Oggetto" che se fosse stato un pallone tipo "ufosolar, se lo sarebbe risucchiato; invece rimaneva sempre immobile prima di scomparire...
Ecco alcune riscostruzioni (per capire meglio cosa vide il pilota); comunque l'Oggetto misurava almeno 8 metri di lunghezza; il maresciallo lo chimava "cisterna volante",tanto per spiegarsi un po.

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A parte le caratteristiche descritte dal pilota, si può notare la differenza con un pallone "ufosolar" (a parte la precarietà di volo dello stesso!

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Ultima modifica di * Cesco * il 27/07/2009, 22:22, modificato 1 volta in totale.

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Altro aereo che finisce in avaria contro UFO

Data: 1954, 10 Luglio
Luogo: U.S.A.

A mezzogiorno del 10 luglio 1954, il radar della base aerea di Griffiss, nella regione a nord dello Stato di New York, captava un eco di ritorno riflessa da un apparecchio che si avvicinava alla base o ai suoi dintorni. Eco riflesso che non ci sarebbe dovuto essere: il controllo subito eseguito confermò che non c’era ombra di aerei in volo sulla zona. Mentre il controllo da terra faceva decollare un aereo intercettore per lanciarlo contro l’oggetto volante, il radarista dell’apparecchi, un F-94 Starfire, teneva d’occhio l’eco di ritorno visibile sul proprio schermo dal suo posto dietro il pilota. A due minuti dal decollo, il pilota era già stato in grado di scorgere l’oggetto volante con i propri occhi: si trattava di uno sfavillante oggetto dalla forma di un disco che volava alla quota di un migliaio di metri. Cabrata a tutto gas, ed il pilota si avventò come una saetta verso l’oggetto sconosciuto. Non accadde altro, fino a che il radarista non accese la radio per chiamare lo sconosciuto e intimargli di farsi riconoscere. La distanza scemava rapidamente. L’oggetto si distingueva perfettamente. Era immobile. All’improvviso, senza la minima apparente ragione, il motore a reazione del caccia si spense. E nello stesso istante la cabina di pilotaggio diventò un forno surriscaldato. Il pilota accertò subito che non c’era un principio di incendio a bordo: avrebbe poi raccontato ai colleghi che sarebbe stato come sentirsi alitare in faccia la fiamma di un saldatore autogeno. Pensò di allertare la base, ma si accorse di non averne più il tempo; ne aveva appena per urlare al radarista di buttarsi col paracadute. Un istante dopo, l’aereo in difficoltà sobbalzava, alleggerito dal peso del radarista che si era lanciato. Ormai quasi accecato e soffocato, il pilota si lanciò a sua volta e precipitando nel vuoto vide l’UFO ancora per una brevissima frazione di secondo: era enorme, circolare … Poi, il volo fino a terra. I due aviatori toccarono terra senza un graffio nei pressi di Walesville, nello Stato di New York. L’aereo che avevano dovuto abbandonare precipitò a vite: schiacciò un automobile e danneggiò due appartamenti. Il bilancio di quell’incidente fu gravissimo, quattro morti: due adulti, un bambino ed una giovane. Prima che i militari li potessero costringere al silenzio, i due aviatori si confidarono con quelli che erano corsi in loro aiuto.
Solo nel 1980 gli ufologi Lawrence Fawcet e Barry Greenwood riuscirono, grazie alla legge sulla libertà d’informazione, ad ottenere il documento declassificato dell’Air Force.

P.s.: la scatola nera è sparita, le registrazione dei dialoghi con la torre di controllo pure.


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Clark C. McClelland

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Sull'onda delle rivelazioni Aliene da parte degli astronauti e' bene ricordare l'ormai nota dichiarazione dell'ex Astronauta Clark C. McClelland, che in questi ultimi giorni sia in rete che nella stampa americana e' tornato di attualita'.
Clark C. McClelland fu impiegato alla NASA come ingegnere aerospaziale dal 1958 al 1992 (anno del suo improvviso licenziamento). Fu Assistente Tecnico Responsabile della missione Apollo e lavoro' su 622 lanci tra cui la navetta e la stazione orbitale.
Alla fine degli anni 90 parlo' di come Wernher von Braun conoscesse molto bene il problema alieno e di come gli Stati Uniti coinvolsero lo scienziato e ingegnere tedesco nel Crash di Roswell.
Secondo quanto raccontato da von Braun ad McClelland la nave precipitata a Roswell non era costituita da metallo come lo concepiamo qui sulla terra, ma di un misterioso materiale piu' organico tipo pelle.
I corpi alieni recuperati inizialmente furono messi in via provvisoria in una tenda. Gli esseri si presentavano piuttosto piccoli, molto fragili e dalla testa dalle dimensioni abbastanza grande e grandi occhi. La pella era simile a quella di un rettile, ma di colore grigio.
Von Braun confido' che l'analisi dei rottami lascio' molto sconcerto negli esperti dell'epoca, infatti il materiale poteva essere equiparato ad alluminio colorato molto fine e leggero, ma incredibilmente resistente. L'interno del disco si presentava molto scarno senza nessuna apparente apparecchiatura, pare che gli esseri alieni diventassero un tutt'uno con il velivolo.
Nel 1993 Clark McClelland fu cacciato dalla NASA. Queste le sue parole: "Mi ha convocato Il Bureau degli Astronauti a Cape Kennedy, e mi hanno ritirato la mia autorizzazione di livello "TOP SECRET2, hanno confiscato i miei beni e i miei strumenti. Mi hanno accompagnato alla porta senza poter salutare i miei colleghi con i quali ho condiviso tanti anni di lavoro."
McClelland aggiunge: "La NASA non e' un'agenzia Spaziale civile! E' nelle mani del Pentagono! Ho partecipato ad alcune missioni Top Secret al DoD ( Dipartimento of Defence). In alcune di queste missioni alcune persone mandate in orbita incontro' vita aliena".

Fonte: C.R.U.L.


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Data: 2009
Luogo: Italia


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Fonte: C.R.U.L.


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Blue Book

Il Blue Book Project (letteralmente Progetto Libro azzurro) fu un progetto dell'USAF (United States Air Force, l'aeronautica militare degli Stati Uniti) per studiare il fenomeno degli avvistamenti di oggetti volanti non identificati (UFO) in territorio statunitense e in buona parte delle Americhe e dell'Europa. Il progetto fu avviato nel 1951 e concluso il 17 dicembre 1969.
L'USAF aveva seguito il fenomeno degli avvistamenti UFO a partire dal 1947, attraverso i successivi Project Sign, Project Grudge, Project Twinkle e Project Blue Book. I dati classificati dal Blue Book sarebbero stati deposti in un rapporto denominato Grudge/Blue Book.[senza fonte]
Uno dei consulenti scientifici più noti del progetto fu l'astrofisico ed ufologo statunitense Josef Allen Hynek, ritenuto in seguito uno dei maggiori esponenti dell'approccio scientifico ai fenomeni UFO, ed autore, tra l'altro, della celebre classificazione tipologica degli incontri ravvicinati (classificazione Hynek).
Le attività del Blue Book furono chiuse formalmente il 30 gennaio 1970.
In sintesi, questo progetto ha analizzato 12.618 avvistamenti anomali nei cieli del mondo, di cui a 701 non è stata fornita una spiegazione.
I risultati finali del Progetto Blue Book sono stati:
Nessuno degli UFO riportati, analizzati e valutati da parte dell'aeronautica militare è stato mai un'indicazione della minaccia alla nostra sicurezza nazionale.
Non è stata presentata all'aeronautica militare o scoperta dalla Air Force alcuna prova che avvistamenti classificati come "non identificati" rappresentassero sviluppi tecnologici o principi al di là della gamma delle moderne conoscenze scientifiche.
Non è stato dimostrato che avvistamenti classificati come "non identificati" fossero veicoli extraterrestri.
Recentemente una parte degli archivi del Blue Book è stata resa pubblica e consultabile liberamente su internet.

Ecco da dove potete scaricarvi i rapporti del famoso Blue Book: http://www.bluebookarchive.org/download.aspx


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MessaggioInviato: 28/07/2009, 08:38 
X-Files in provincia di Alessandria. Piccolo reportage delle indagini

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Il 12 Ottobre 2008 presso il nostro Centro e' pervenuta un'email che ci ha parecchio incuriositi.
Nella E-mail la signora Laura ci informava che dal 20 di Gennaio 2008 ha contatti visivi con Oggetti Volanti Non Identificati.
Naturalmente ci siamo attivati subito ed abbiamo contatto la testimone, che ci ha inviato alcuni scatti significativi dei suoi avvistamenti. Da una analisi sommaria abbiamo reputato interessante il materiale e nei giorni successivi telefonicamente abbiamo fissato un appuntamento per incontrare i testimoni e per recuperare materiale che la stessa ci avrebbe messa a disposizione.
La zona si trova in provincia di Alessandria e nel comune di Bosio sono stati registrati il maggior numero di avvistamenti. Bosio è un comune della provincia di Alessandria situato sull'Appennino Ligure settentrionale, sulla sinistra del torrente Ardana, affluente del Lemme.
La localita' e' situata a 358 m s.l.m. e conta circa 1200 anime in tutto. Il comune è sede del Parco Regionale delle Capanne di Marcarolo e fa parte della Comunità Montana dell'Alta Val Lemme e Alto Ovadese.
Giunti quindi a casa della Signora Laura la quale ci ha accolto con grande entusiasmo ha iniziato a raccontarci con molta convinzione le sue "incredibili esperienze", tutto cio' supportato dalle migliaia di foto che ha scattato in questi mesi e parecchie ore di filmati.
Abbiamo visionato il materiale tramite il suo computer portatile, ma abbiamo constatato che la risoluzione degli scatti e' davvero molto bassa, in quanto vengono eseguiti con una videocamera Canon MV 930, che esegue dei discreti filmati su cassette DV, ma le foto sono un po' scarse tenuto presente gli attuali standard.

Premettiamo che la signora e' diplomata al liceo scientifico e' una donna semplice, molto cordiale ed ospitale , ma ha un'energia vitale incredibile e da quanto emerso dalla lunga chiaccherata prima del 20 Gennaio mai si era occupata di UFO. Crede sicuramente che esseri di altri mondi ci visitano di sovente.
Tutto inizia quando il marito Saverio qualche sera prima del 20 nota alcune luci volanti, cangianti nei colori che stanno sorvolando poco sopra i monti e le colline adiacenti. Inizialmente i due pensarono trattarsi di alcuni elicotteri che stavano sorvolando quella zona. Notano nell'occasione che questi velivoli compivano manovre non associabili a velivoli conosciuti, ma questo evento non colpi' particolarmente i due testimoni.
Qualche giorno dopo il 20 di gennaio, in una serata molto fredda la donna ad alcune centinaia di metri da casa sua nota una luce molto forte che sta sorvolando i campi poco sotto casa sua. Secondo il racconto la sfera era grande come il sole e la sua luminosita' si rifletteva sui campi innevati. Questo fatto sciocco' in parte Laura la quale non riusci' dormire le notti seguenti.

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Avvistamento del 6 Aprile 2008

Da quel momento in poi la signora Laura sostiene di vedere quasi tutti i giorni strani fenomeni che si presentano puntualmente nella sua zona ed inizia a filmare e a fotografare tutto quello che si muove misteriosamente nel cielo. Altre persone sentendo la storia si fanno coraggio ed anch'essi riferiscono di essere al corrente degli strani movimenti che a quanto pare si notano da almeno 8 anni, ma che mai fino a ora nessuno, per paura di essere deriso, aveva raccontato.
Anche la stampa locale si occupa della vicenda, appaiono alcuni articoletti che riportano l'accaduto. In uno di essi anche il Sindaco Giuliano Guido del paese pare essere incuriosito sull'accaduto.

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Avvistamento del 23 Agosto 2008

Dall'intervista che abbiamo eseguito, e' emerso che oltre a questi avvistamenti anche strane creature si aggirerebbero nella zona.

Il 5 febbraio la donna ricorda questa vicenda molto strana:
"Ero sul Monte Brisco con mio marito in una delle mie consuete escursioni con il mio cane, quando ad un certo punto abbiamo udito un sibilo acuto molto strano che non avevamo mai sentito prima, e che anche il cane percepi'. Poco dopo ho notato a qualche centinaio di metri sotto, muoversi qualcosa nei cespugli e nella vegetazione. Dapprima pensai ad un capriolo ed con la mia video camera digitale ho provato a seguire il movimento nella vegetazione, ed sono riuscita a scattare due foto. Percorrendo la strada di ritorno in discesa nel luogo dell'avvistamento abbiamo notato con nostro stupore che che c'erano delle tracce nella neve che partivano a circa 6 o 7 metri dalla strada di asfalto non innevata e che proseguivano per un bel po' di metri a valle in un sentiero tutto coperto dalla neve. Ho provato a ripercorre il sentiero assieme al mio cane che a pochi metri si e' letteralmente rifiutato di proseguire. Era come se fosse pietrificato, non si voleva muovere, cosi' per riportalo su' dovetti prenderlo in braccio. Mio marito mi sgrido' per la mia avventatezza e mi consiglio' di non proseguire oltre."
Ovviamente ci siamo fatti accompagnare nella stessa zona e Domenica 19 Ottobre abbiamo effettuato un breve SKYWATCH sul Monte Brisco con l'ausilio di 2 video camere, di cui una montata su di un cavalletto la quale e' in grado di girare filmati in Alta Definizione, e una macchina fotografica REFLEX molto potente con teleobbiettivo.A parte alcuni riflessi che provenivano dai paesi adiacenti non abbiamo notato nulla di anomalo. Solo sulla via del ritorno, percorsa a piedi, in quanto la stradina molto dissestata e' percorribile solo da auto fuori strada, quando oramai avevamo riposto l'attrezzatura, su di costone di collina, assolutamente inaccessibile con automobili e difficilmente raggiungibile a piedi abbiamo notato per ben tre volte una luce che proveniva da quella direzione. Escludiamo che si possa trattare di un riflesso con un qualche oggetto metallico, in quanto erano ormai quasi le diciassette e a coprire il sole c'erano alcune nubi. Questo e' l'unico piccolo avvistamento anomalo che nei 2 giorni di indagine e' stato notato.

In un altra escursione il cane della donna piu' meno nello stesso periodo, un bel lupo femmina giovane , in un altro campo, secondo il racconto della testimone, avrebbe rincorso una misteriosa figura grigia bassa che a gran velocita' sarebbe passata poco distante da Laura e che fece scattare immediatamente la corsa della lupa. La corsa termino' alla fine di un piccolo dirupo, quando il cane dovette fermarsi per non cadere di sotto, ma a quanto pare questo ostacolo non impedi' al misterioso essere di fuggire. Anche in quell'occasione vi era presenza di neve nel campo che vista la stagione di stava sciogliendo.

Sempre nello stesso luogo qualche mese piu' tardi, in una delle solite passeggiate, accadde un avvenimento davvero misterioso. Laura e il suo cane si trovarono al centro di una una sorta di bolla misteriosa o campo magnetico - cosi' la testimone l'ha definita - che letteralmente distorse la percezione sensoriale visiva:
"Tutto pareva essere come ovattato, i soliti rumori della campagna non si udivano piu', vedevo le immagini come se fossi all'interno di una sfera di vetro, tutto era ricurvo, le piccole colline che mi si ponevano davanti, gli alberi, l'erba, il paesaggio e quant'altro presente in zona. Anche il cane subi' questo effetto, tanto da paralizzarlo seduto, come se fosse ipnotizzato. Lo presi con fatica di peso e con difficolta' mi diressi verso la strada. Poco prima di uscire sulla strada attraversai quello che poteva essere il confine della bolla, come se avessi attraversato un muro invisibile. Feci scendere il cane, che pareva essersi ripreso e immediatamente si diresse in direzione in cui provenivamo scappando impaurito. Questo episodio mi ha lasciato scossa per molto tempo, ed ancora oggi non riesco a spiegarmelo." (Vedere questo articolo riportato da Philp Mantle: http://www.baab.it/digdug/index.php?mod ... 1214752180)

Il 16 Febbraio 2008 e' stato un giorno molto particolare in quanto, dinnanzi ad alcuni testimoni amici di Laura una serie di 16 luci sono apparse nel cielo. Erano disposte ad arco pulsando ed all'estremita destra ve ne era una che era molto piu' brillante delle altre e che a quanto pare era quella che guidava le danze.
Miriadi di figure si sono presentate sotto gli occhi di Laura, che dall'inizio dell'anno in ogni momento libero con la sua videocamera si appresta a filmare il fenomeno. Tutto cio' nell'arco dei mesi ha fatto si' che la sua collezione fotografica sia salita a circa 10.000 scatti e parecchie ore di filmati. Le misteriose luci sono filmate sia dal terrazzo di casa sua che in aperta campagna, senza distinzione di luogo e data, ma pare che una certa ciclicita' nei movimenti e manovre caratterizzano questi velivoli.

Il 3 Marzo un altro straordinario evento e' stato visto e fotografato.
Pare che una spirale di color rosso/arancio con tonalita' sul viola sia misteriosamente apparsa perpendicolarmente al terrazzo dell'abitazione di Laura ad una altitudine notevole. Da questa spirale sarebbero usciti alcuni velivoli misteriosi che avrebbero compiuto strane evoluzioni nel cielo.
"Che cosa ci fanno li? Come possiamo comunicare con loro?" Queste le domande principali che Laura si e' posta in tutti questi mesi. Addirittura una volta queste sfere avrebbero interagito con la stessa, infatti sotto suggerimento di un amico avrebbe puntato una luce di una torcia verso queste sfere luminose che addirittura avrebbero ripetuto la stessa sequenza luminosa proposta dalla donna, come una sorta di "Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo."

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Vegetazione bruciata di recente

Nei due giorni di indagine ci siamo recati, accompagnati da Laura, nelle zone descritte sopra. Abbiamo raccolto alcuni campioni, abbiamo eseguito rilevazioni, scattato foto e girato alcuni filmati.
Qualcosa di strano abbiamo notato. Su di una delle colline dove dalle foto si notano queste luci evoluire di solito, abbiamo notato che su di alcune piante si notano strane bruciature. La cosa davvero anomala e' che queste bruciature pare abbiano soltanto intaccato la parte esterna di pochi rami - quelli piu' lunghi - senza bruciare la vegetazione circostante. Su alcune piante solo un ramo ed alcune foglie presentano queste anomalie. Su di alcuni pali di vecchie vigne ormai abbandonate alla base abbiamo notato tracce di carbone. Le bruciature sono localizzate generalmente alla base dei legni, ma in attorno nell'erba pare sia tutto normale. Da notare che l'erba si presenta alta e non schiacciata e a quanto pare nessuno si e' recato di recente in quella zona abbandonata. Abbiamo dovuto farci strada con fatica tra la vegetazione e abbiamo notato alcune buche larghe circa 1 metro e mezzo e profonde piu' o meno altrettanto. Al bordo dei buchi la vegetazione e' rigogliosa, ma all'interno nonostante ci batta il sole come in altri posti non vi e' crescita vegetale, tranne che per un solo fusto di una pianta alta circa tre metri che presenta una bruciatura nelle foglie nella parte esterna.
Chiedendo a Laura, nella zona non si registrano negli ultimi otto anni incendi avvenuti. La zona e' facilmente individuabile da casa della testimone.
A questo punto ci siamo posti anche noi alcune domande. Che cosa sta accadendo in quel piccolo borgo medioevale? Facendo una ricerca abbiamo scoperto che la zona anticamente fu sfruttata dagli antichi Romani i quali estraevano oro in miniere ormai abbandonate e chiuse. Saranno questi velivoli attirati dal prezioso metallo? Tante domande e risposte mancano all'appello, intanto proseguiamo le indagini e le analisi al monumentale archivio messo a disposizione dai testimoni.
Ringraziamo la signora Laura e il marito di cuore per averci accolto in casa loro con estrema cordialita' e per averci gentilmente concesso il materiale.
______________________________________________________________________

Dalla prima analisi del materiale recuperato a Bosio (Alessandria) abbiamo subito notato questa straordinaria sequenza fotografica scattata di notte dalla testimone oculare. Le immagini sono state catturate a 6 secondi circa l'una dall'altra.
Nella animazione che abbiamo eseguito si possono notare 2 oggetti volanti non identificati che sono all'orizzonte. Quello piu' spostato a destra e' in avvicinamento all'altro scendendo momentaneamente ed all'improvviso compie una brusca manovra verso l'alto ed a una incredibile velocita' e sparisce come se compisse un salto.

Ulteriori indagini sono in corso ed altro materiale sara' pubblicato in seguito.

L'animazione la potete trovare qui: http://www.baab.it/digdug/index.php?mod ... 1224771631
(non so come fare per postarla [8)])

Fonte: C.R.U.L. (ottimo lavoro digdug!)


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Lista di avvistamenti UFO sopra installazioni militari

Data: 1947, 9 Luglio – Base di Muroc – Due dischi argentei.
Data: 1947, 20 Agosto – USAF Rapid city – 12 oggetti in file per 3.
Data: 1948, 7 Gennaio – USAF Godman (caso Mantell) – Un disco gigantesco.
Data: 1949, 14 Aprile – White Sands – Un disco di 35 metri.
Data: 1949, 24 Aprile – White Sands – Un’elisse giallo blu.
Data: 1949, 21 Maggio – Centro atomico Hanford – Disco argenteo.
Data: 1949, 23 Ottobre – Norwood – Astronave madre con triangoli volanti.
Data: 1950, 21 Febbraio – Base navale Key West – 2 dischi a 90.000 metri.
Data: 1959, 9 Marzo – Base Dayton – Oggetto sfuggente.
Data: 1950, Giugno – White Sands – Due dischi.
Data: 1950, 22 Giugno – USAF Hamilton – Oggetto con scia.
Data: 1950, Luglio – USAF Holloman – Sigaro con oblò.
Data: 1950, Novembre – USAF Andrews – Ovale luminoso.
Data: 1950, 7 Novembre – Base navale Lake Hurst – Un disco.
Data: 1951, 14 Luglio – White Sands – Un UFO sul radar.
Data: 1951, 10 Settembre – New Jersey – Disco argentato.
Data: 1951, 14 settembre – Base atomica Los Alamos – Un disco.
Data: 1951, 23 Settembre – Disco scorto da due reattori March in California.
Data: 1952, 1 Maggio – Davis Monthan – Due oggetti rotondi.
Data: 1952, 1 Maggio – Base George – Cinque dischi bianchi.
Data: 1952, 19 Giugno – USAF Goose Bay – Oggetto rosso, captato dal radar.
Data: 1952, 26 Luglio – Base Oscela – Conferma radar.
Data: 1952, 29 Luglio – Los Alamos – Disco Giallo.
Data: 1952, 30 Luglio – Los Alamos – Un disco.
Data: 1952, 30 Luglio – Una stazione CGI – Un disco.
Data: 1952, 1 Giugno – Una stazione CGI – Conferma radar.
Data: 1952, 3 Agosto – USAF Hamilton – Due giganteschi dischi.
Data: 1952 , 4 Agosto – Base di Congarel – Formazione di UFO.
Data:1952, 24 Agosto – USAF Turner – Due dischi argentei.
Data: 1952, 26 Novembre – USAF Goose Bay – Due dischi.
Data: 1953, 13 Febbraio – Campo Carlstrom – Tre UFO in formazione.
Data: 1953, 3 Marzo – USAF Luke - Disco con scia.
Data:1953, 5 Agosto – Black Hawk – Conferma radar.
Data:1953, 11 Agosto – Moses Kole – Un disco gigantesco.

34 segnalazioni in 8 anni, alcune delle quali ripetutamente su punti caldi come Los Alamos o su basi aerei come Goose Bay. E tenete presente che questi sono i dati “ufficiali”, usciti cioè sui giornali. Eventuali altre segnalazioni non sono disponibili attualmente in virtù delle procedure di riserbo JANAP, che proibiscono ai militari di rivelare informazioni classificate circa le installazioni della Difesa.


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UFO causa incidente aereo

Data: 1950, 23 Giugno
Luogo: Michigan

Poco prima della mezzanotte del 23 giugno, un DC 4 con 58 persone a bordo stava sorvolando il centro di Benton Harbor, nel Michigan, quando un ordigno tondeggiante, che emanava una luce rossastra, sbucò dalle nuvole. L’aereo dovette trovarselo davanti all’improvviso. Fatto sta, un attimo dopo, con uno scoppio fragoroso, il DC 4 esplodeva in aria. Per due giorni i palombari della Marina avrebbero setacciato il fondo del limaccioso lago Michigan alla ricerca di frammenti da analizzare. Caso strano, come nell’episodio di Mantell, anche in quell’occasione i frammenti dell’aereo risultarono stranamente alterati. Buona parte di questi venne spontaneamente a galla, quasi che fossero diventati leggerissimi. Analizzati, apparivano sagomati in maniera strana, come certo non risulta da una comune esplosione, come se fossero stati piegati a martellate.


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