Caro "chimelofafare", avrei una serie di osservazioni riguardanti il suo pensiero. Ne approfitto or ora per salutare gli altri utenti di questo bello spazio di comunicazione, con cui purtroppo non ho potuto interagire ultimamente.
Purtroppo ancora una volta per motivi di lavoro mi trovavo all'estero, in medio oriente per la precisione, ed ero impossibilitato a partecipare alle vostre interessanti conversazioni. Ne approfitto comunque per salutare il dr. Tranfo ed il caro Zio Ot.
Ed ora, veniamo al pensiero dell'utente "chimofafà"
Cita:
Mentre leggevo un documento mi sono imbattuto in un riporto di Eusebio in Hist. Ecll. II, 17 in cui Eusebio pensa che gli asceti dell'Egitto descritti siano cristiani (17, 72) e ritiene possibile pure che abbiano i vangeli e gli Atti degli Apostoli (12), poi cita che nel libro di Filone ha trovato pure le tracce di riti che anche loro facevano, anzi ritiene questi asceti (cristiani per lui) i primi che diffusero gli insegnamenti del Vangelo.
Si parla anche di mangiare che non è consentito prendere prima del calar del sole, ora o Eusebio ha preso una cantonata (praticamente i cristiani che sarebbero raccontati da Filone sarebbero cristiani prima di Gesù) o si tratta di sette ascete descritte similmente nell'Epistola di Plinio il giovane (X, 96)
Sono d'accordo con lei circa le eventualità prospettate. Non sono d'accordo con lei invece quando salta direttamente alle conclusioni, quando conclude nel suo range ipotetico con l'apparentemente irrazionale associazione:
Plinio descrive una setta dotata di date caratteristiche - Eusebio descrive una setta simile, ma non necessariamente coincidente con la stessa - si deve trattare per forza di cose della medesima setta.
L'irrazionalità sta proprio nel concludere che due movimenti, per quanto apparentemente simili, debbano necessariamente essere coincidenti. Questo passaggio non è assolutamente giustificato, e porta in linea di principio a considerare in maniera fuorviante il fenomeno da lei osservato.
Traggo un esempio dalla vita comune di tutti i giorni, magari più comprensibile dagli appassionati di cinema. Se io descrivessi un attore americano bello biondo e muscoloso, ed un mio amico, o conoscente, o altro ancora parlasse di Brad Pitt, ciò non direbbe nulla sull'attore da me descritto.
Potrebbe certo dire che ci sono analogie, ma col solo metro dell'analogia non può giungere direttamente ad alcuna conclusione certa.
Si tratterebbe invero di un'identificazione del tutto ipotetica, che non le darebbe ragione nel salto sino alla sua conclusione.
Cita:
E poi lo spirito di Gesù (At 16, 6-7) non aveva impedito di andare in Bitinia?
Ancora una volta, ho l'impressione che la sua argomentazione sia debole.
L'opinione secondo cui fosse proibito andare in Bitinia è relativo all'estensore di Atti, anche in questo caso non possiamo trarre la conclusione che tutti i cristiani fossero concordi con le posizioni di tale estensore.
Dunque è impossibile generalizzare come lei fa, concludendo pertanto che l'estensore di Atti rappresentasse tutti gli orientamenti di tutte le comunità cristiane esistenti.
Seguendo questo suo ragionamento invero, i cristiani non sarebbero mai dovuti giungere in Bitinia, essendo stato proibito dallo stesso risorto, contrariamente alle varie evidenze storiche, ivi compresi famosi concili.
In realtà dallo stesso testo da lei citato non si evince assolutamente che tutti i cristiani fossero costretti a non andare in Bitinia: si riferisce soltanto alla missione di Paolo, senza comunque specificare altro.
Concludere quindi da un'affermazione riferita ad un singolo missionario collocata in un singolo versetto una proibizione tassativa nei confronti di tutti i cristiani sembra davvero chiedere troppo al testo.
Cita:
Insomma mi sembra che la testimonianza di Plinio il giovane sia da depennare quale prova per l'esistenza storica di Gesù, mentre che si parli di cristiani comunemente intesi mi sembra dubbia la questione
Credo che ognuno secondo coscienza e secondo i propri ragionamenti possa giungere lecitamente a qualunque conclusione. Altrettanto lecito è dubitare delle conclusioni da parte di terzi.
Se questa è la soluzione che per lei spiega in maniera più razionale le descrizioni da lei riportate, allora ha trovato la sua strada, come è giusto che sia.
Personalmente la invito a soppesare meglio le conclusioni, specie quando partono da premesse tanto labili
A rileggerci cari amici, spero di tornare al più presto dalla prossima trasferta estera