17/04/2012, 21:14
La realtà di cui parlo, non è quella politica o umana, ma nondimeno è assai "reale" e per nulla metaforica, è infatti quella quantistica.
Da tempo ragioni su questi argomenti e devo dire che avevo già più volte toccato e visualizzato la Forma che si staglia alle nostre spalle, illuminata da una luce troppo accecante, di cui possiamo distinguere quindi solo le ombre.
Ma l'altra notte, mentre attendevo Morfeo, ho avuto un'improvvisa illuminazione, un'irruzione fugace nel mondo delle Idee, o "del" mondo delle Idee nella mia mente, se si preferisce.
Non voglio dilungarmi, tutti noi, ritengo, sappiamo grosso modo cosa sia il multiverso quantistico, la teoria a molti mondi di Everett III, che rappresenta l'unico modo logicamente corretto per far coesistere la meccanica quantistica e la relatività generale, senza bisogno di ingegnarsi in complicatissime teorie delle stringhe, o delle brane, a 9,10,11 o 12 dimensioni, che hanno poi come risultato finale quello, immancabile, di produrre altri universi, anche se per vie diverse.
Il processo a me pare inevitabile, il nostro non è l'unico universo, gli universi sono tutti strettamente correlati, eppur separati fisicamente, nel senso che nessuna informazione può passare dall'uno all'altro una volta suddivisi, questo discorso suona male per il rasoio di Occam e il principio di semplicità matematica, ma va detto che non c'è uno "spreco" di risorse come ha sostenuto qualcuno, perché la somma complessiva di energia positiva e negativa è sempre zero. Inoltre l'equazione deve tener conto di tutto il "continuum" (che io mi sforzerò di dimostrare essere un "discretuum") spaziotemporale, quindi la somma è sempre zero dall'inizio alla fine, tutto ciò che noi chiamiamo "ordine", organizzazione in galassie, stelle, pianeti, vita, è dato da un disequilibrio, che viene via via colmato. Il tempo non esiste, di fatto, ma gli essere senzienti percepiscono la dimensione tempo in quanto la loro "vita", ossia la loro organizzazione quantistica, poi atomico, poi cellulare, si è sviluppata usando come base la "freccia" del tempo, ossia il processo (atemporale) che conduce dall'ordine al disordine, dal disequilibrio, dove ci sono alcune parti ordinate ed altre disordinate e ciò consente il trasferimento di energia e la formazione di lavoro, all'equilibrio, dove nessun processo fisico è praticabile, e quindi, di fatto, il tempo non esiste, o meglio esiste come mera dimensione spaziale, ma non è percepibile nel senso comumente inteso.
Mi rendo conto di star già facendola troppo lunga, bene vengo al dunque. Quella notte pensavo alla luce. La luce, sappiamo bene, non può che muoversi a circa 300 mila km/s, non c'è alcuna alternativa.
Quindi, con un esperimento mentale, che cosa succede quando io, supponiamo sia in navigazione con l'Enterprise, ed accendo un fasatore (ma possiamo pensarlo come laser o qualsiasi fonte luminosa che produca fotoni, è irrilevante) e poi lo spengo?
I fotoni partono dalla fonte di emissione, ma, e qui sta il bello, come possono andare "già" a 300 mila km/s se il tempo è "continuo"?
Se il tempo fosse veramente continuo, e ciò significa che per quanto lo andiamo a suddividere ci sarà sempre una porzione più piccola, allora ci sarebbe ad un certo punto una fase di accelerazione, perché, come ogni corpo, quando il fotone viene prodotto e va in una particolare direzione, esso deve pur raggiungere la sua velocità. Ciò però non accade, ergo, il tempo DEVE essere discreto, per intenderci, si arriverà ad un certo punto il cui c'è un "fotogramma" del tempo in cui il faser è spento, e non produce nulla, nel fotogramma succesivo è acceso, e da esso escono i fotoni, i quali, hanno GIA' la loro velocità.
Questo fotogramma è esattamente il tempo di planck, ossia il tempo che impiega un fotone a percorrere la lunghezz di planck, 5,391 × 10#8722;44 secondi, oltre il quale si considera il tempo non misurabile (poiché il fotone andando alla velocità della luce è il nostro massimo misuratore possibile, non ci sono particelle più veloci), non hanno ALCUN significato tempi inferiori, ed io sostengo quindi che semplicemente "non esistano", nel senso che il tempo oltre questa soglia è discreto, come una serie di fotogrammi che formano una pellicola.
Detto ciò, perché, quindi, ricordiamo il passato, e non il futuro? La risposta più semplice è questa: il futuro è deve ancora "arrivare", il passato è appunto "passato". Sembra una banalità, ma non lo è affatto.
Cambiamo le parole, e usiamo "luce" invece di futuro e passato. Gli eventi infatti, sono dati dalla nostra percezione di essi, alla velocità della luce, è questo che connota il "trascorrere del tempo", ma dobbiamo fare una puntualizzazione, ciò è vero LIMITATAMENTE ad un "misuratore", e poco importa il misuratore sia un raggio elettromagnetico o un essere senziente, il punto è che gli eventi alla velocità della luce non "colpiscono" l'universo, il quale, quindi, è senza tempo, esso è semplicemente un "oggetto" quadridimensionale (eventuali microdimensioni escluse in questo ragionamento), frammentato in una serie di fotogrammi, ma tutt'uno.
Per l'individuo però, come sappiamo, è ben diverso. La luce "arriva", alla sua propria velocità, viene "misurata", e da quel momento essa è stabilizzata nella nostra mente, la realtà è "crollata", non ci sono più cambiamenti possibili.
Ma è la NOSTRA, singola ed individuale percezione. Il futuro è incerto per un motivo molto semplice: la luce che ci sta raggiungendo (alla velocità della luce!) porta in sé tutte quelle variazione quantomeccaniche e probabilistiche di cui sappiamo, essa non è stata quindi "registrata", non è "crollata", tutte quelle configurazioni sono quindi POSSIBILI, ecco perché il futuro è sconosciuto, e ci appare incerto, mentre il futuro è conosciuto e certo, e immodificabile.
In realtà, anche il futuro è immodificabile, ma, c'è un ma, esso, meglio, la luce, venendoci "addosso" è ancora pregna di una moltitudine di probabilità diverse, e finché non andiamo a "misurarle", con una scelta, o anche inconsapevolmente, o involontariamente, esse sono variabili, esse divengono UNA e CERTA e DEFINITIVA per noi, solo nel momento in cui "crollano" tutte queste realtà latenti, che divengono il nostro particolare passato, e quindi il nostro INDIVIDUALE vissuto.
Ma per l'universo non è affatto così, esso contiene in se TUTTE queste storie, le nostre, dei grigi, dei verdi, delle piante, degli animali, degli innumerevoli corpi celesti ognuno con il proprio destino, e l'universo è quindi multiverso in questo senso, ognuna di quelle storie è REALE. Forse, più che di universi, potremmo parlare di "stati" quantistici del nostro universo, ma cambia relativamente, se poi associamo a quegli stati delle realtà fisiche ben precise, anche se PER NOI con il NOSTRO universo sono fisicamente insignificanti.
Il viaggio nel tempo, se sarà realizzato, sarà la prova empirica di questa costruzione intellettuale, se essa corrisponde o meno alla realtà. Se il viaggio è possibile, e ci porta in un altro universo in cui manterremo il libero arbitrio, allora la teoria sarà verificata, perché un altro universo (meglio, un altro stato quantico dell'universo) si creerà nel momento in cui viaggiamo, ma per l'universo non cambierà nulla, e nemmeno per noi, il nostro destino sarà semplicemente quello di aver viaggiato in particolari condizioni (estreme) con una navetta, ma esso era già previsto, in nuce, dal multiverso, che, comprendendo tutte le possibilità fisicamente possibili, comprendeva già una moltitudine di viaggiatori temporali che portavano a compimento la consapevolezza della natura del luogo dove vivono e che indaga su se stesso tramite gli esseri senzienti che ha generato.
19/04/2012, 14:01
uhm, gli ammortizzatori sociali o la previdenza sono argomenti importanti, per la nostra vita, ma l'umanità esiste da centinaia di migliaia di anni, in questa forma, e potrebbe vivere anche senza di essi, ancora, ma soprattutto, una volta che il dipendente o il pensionato è passato a "miglior" (?!) vita, avrebbero ancora senso? Evidentemente no, dobbiamo cercare di capire, per quanto la nostra intelligenza può riuscire, che cosa c'è al di là del tempo e della nostra minuscola esistenza, anche perché questo sforzo intellettuale è il miglior viatico verso l'estensione, ci si augura ab infinitum, un giorno, almeno, della nostra esistenza stessa, che è l'unica, io temo, possibile, perlomeno con la nostra coscienza autonoma, i nostri pensieri, ricordi, carattere....
20/04/2012, 04:33
allora, mettiamo le cose in chiaro, strumenti a parte (che ci sono e hanno sempre dato gli stessi confortanti risultati), dire che la luce accelera significa sostenere che essa possa avere velocità diverse dalla canonica che è una costante e fondamento di tutta la nostra comprensione della fisica. Se la luce può variare di velocità allora non solo succedono un bel numero di paradossi risolti da oltre un secolo peraltro, ma vuol dire anche che lo spaziotempo è "immobile" ed esiste un tempo universale. Niente più viaggi nel tempo. Ma soprattutto significherebbe che il tempo è un continuum, proprio per il fatto di essere ovunque sempre uguale (sarebbe la luce che varia), e invece logica impone il contrario. Libero di postulare non sia così, altri ci hanno provato, nessuno ci è riuscito. Io nella mia ipotesi cerco modestamente di basarmi o su quanto è ragionevolmente certo altrimenti significherebbe proprio vagare con la fantasia e costruirsi un mondo che non è quello che conosciamo.
Poi può essere tutto, anche che gli asini volino, ma bisogna dimostrarlo.
20/04/2012, 04:40
poi scusa, ma la tua frase mi ha fatto sorridere... sostieni che la luce abbia un'accelerazione perché tu quando accendi la luce vedi il neon che non si illumina subito del tutto, e poi dici che gli strumenti scientifici ad altissima tecnologia invece non ci riescono. Quindi il tuo occhio, sarebbe più preciso di orologi atomici al cesio che misurano un laser che tocca una superficie specchiata, complimenti...
Come altre volte ho letto nel forum, non è con un semplice "ci credo perché sono sicuro sia così" o "non ci credo perché sono tutti complotti", che si convincono le persone, o meglio ancora, che si formano teorie razionali, non dirò scientifiche perché qui parliamo per il gusto di parlare e non abbiamo, questi mancano sì, ma a noi, strumenti matematici per esprimerci coerentemente, ma almeno ipotesi logicamente non errate, almeno per noi profani che non siamo né matematici, né fisici.