Vivendo in una società senza padri,percorsa da una invidia fraterna preoccupante e malgestita,vale la pena di considerare una..madre.
Visto che le madri sembrano ancora tenere,specialmente nelle società latine,anche se in un modo ancora un po' da chiocce,parlare di pacatezza come madre di ogni discussione mi pare sensato e beneaugurante.
Di solito,le discussioni,anche su forum e in chat,alla tv e altrove,non sembrano...muah...molto pacate e rispettose.
Al più,sembrano sfoghi adolescenziali o postadolescenziali,dove giovani e meno giovani adulti,si pelano a vicenda tagliando il capello in 4 ,con dinamiche aggressive e giochi del genere "Il mio è meglio del tuo" e cosìi via.
Questo genere di dinamiche comunicative distorcono i contenuti e l'uso dei contenuti fino a renderli del tutto insignificanti o tangenziali rispetto alle dinamiche stesse.
Cosi,si arriva perfino a fare di una discussione uno strumento di guerra dinamica piuttosto che un confronto di contenuti,svuotando del tutto la comunicazione da ogni senso e sostanza reale.
La pacatezza che io auspico,è,insieme,un atteggiamento e un modo di comunicare:
a)un atteggiamento,in quanto attitudine all'ascolto aperto e attivo dell'altro,pazienza e capacità di critica costruttiva e autocritica.
b)un modo di comunicare,in quanto a saper mettere e mantenere l'accento e il dialogo,il confronto sui contenuti e NON SUL MODO CON IL QUALE VENGONO COMUNICATI,specialmente se le dinamiche di comunicazione invitano a giocare a giochi improduttivi o distruttivi.
Naturalmente,la pacatezza comunicativa,in questo senso,sa evitare ganci e non proporre anelli a ganci altrui,bypassare polemiche, litigi,personalizzazioni anche,proponendo e riproponendo continuamente il ritorno ai contenuti,al di fuori di queste dinamiche.
Ad esempio,i contenuti non dovrebbero essere usati per provare la propria superiorità umana,etica,sociale,intellettuale,ecc...con un atteggiamento paranoico e aggressivo del genere Io valgo,tu non vali niente...le mie idee sono migliori delle tue...ecc...
Ma neppure usati o distorti depressivamente,ponendosi al di sotto dell'altro come se lui fosse meglio di noi...come se le sue idee fossero davvero Quelle Migliori .
Peggio ancora,discutere come se quello di cui si parla,alla fin fine,non fosse importante nè valido,e tutta la comunicazione una specie di suicidio verbale di ogni partecipante.
In altre parole,meglio far parte del...club degli ottimisti o dei positivi,dove discutere è piacevole e reciprocamente stimolante,interessante e serve a qualcosa,anche solo come passatempo.
Viceversa,i club dei pessimisti e dei negativi,fino a quello in cui c'è appeso il cartello:Perchè non ti spari oggi...visto che domani potresti non essere più vivo...",vanno evitati con cura.
Spero di avervi in parte divertito e in parte interessato,ciau
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