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Stellare
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 Oggetto del messaggio: Re: Povera Italia.. (seconda parte)
MessaggioInviato: 05/02/2015, 13:08 
Ho avuto occasione di incontrare il candidato di Renzi al Quirinale, Sergio Mattarella, quando questi era ministro della Difesa del governo Amato. Chiedo scusa per la lunghezza del post, ma lo devo a tanti ragazzi che non potranno mai leggerlo. Lavoravo da qualche mese sulla vicenda dell’Uranio Impoverito e sull’impressionante numero di leucemie linfoblastiche acute e linfomi tra i nostri militari che erano o erano stati in missione nei Balcani, soprattutto in Bosnia, ma non solo.
Sergio Mattarella negò a più riprese il possibile nesso tra l’insorgere delle patologie e il servizio. Negò che la Nato avesse mai utilizzato proiettili all’uranio impoverito (DU, Depleted Uranium), tantomeno che questo fosse contenuto nei Tomahawk (missili) sparati in zona di guerra dalle navi Usa in Adriatico. Insomma, Mattarella, candidato di Renzi al Quirinale, negò su tutta la linea.
Negò pure ciò che era possibile reperire nei primi giorni di internet sugli stessi siti della Difesa Usa, che magnificava l’efficacia degli armamenti al DU e dettava, contestualmente, le precauzioni sanitarie da adottare in caso di bonifica: protocolli di sicurezza molto rigidi, che prevedevano l’utilizzo di tute, guanti e maschere protettive, per svolgere il lavoro che invece a mani nude e senza protezioni facevano i nostri soldiati. I quali, nel frattempo, continuavano ad ammalarsi e morire. Ero a Nuxis, in Sardegna, al funerale di caporal maggiore della Brigata Sassari Salvatore Vacca, riconosciuto poi come il primo morto di Uranio Impoverito, che aveva prestato servizio alla caserma Tito Barak di Sarajevo.
Ero il solo giornalista presente, il 9 settembre 1999. Tutta questa triste storia incominciò da quel funerale. Pensai che l’argomento DU dovesse interessare a un ministro della Difesa, dal momento che quei ragazzi in divisa oltre che “nostri” erano soprattutto suoi, ma evidentemente ero troppo ingenuo. Per i principali quotidiani e le televisioni il problema dell’Uranio Impoverito non esisteva e non ne avevano ancora parlato. Alle mie ripetute richieste di intervista Mattarella ha sempre risposto negativamente. Ricevetti anche strane minacce mentre stavo indagando per conto del mio giornale in Sardegna. I militari italiani, nel frattempo, continuavano ad ammalarsi.
Ricordo anche che il comando della Brigata Sassari, dopo la morte di Salvatore Vacca, convocò una conferenza stampa per smentire ciò che io non avevo ancora scritto: fu il cappellano della Brigata, al quale mi ero rivolto per sapere, in un incontro riservato, qualcosa di più su Salvatore e sul possibile nesso tra la malattia e la missione in Bosnia, che spiattellò tutto al comandante e cioè che un giornalista stava indagando sulla morte di un loro soldato, dovuta, forse, a quei proiettili. Smetita preventiva. Non mi è mai più capitato. Iniziai così a scrivere.
Dapprima da solo o quasi, poi qualcun altro incominciò a farlo, ricordo il Manifesto, Liberazione, la Nuova Sardegna, ma ancora poca roba. Per i big della stampa il problema non esisteva e lo scandalo DU non era ancora diventato un caso planetario. Il candidato di Renzi al Quirtinale, Sergio Mattarella, nel nome della trasparenza e della libera informazione, continuava a respingenere le mie richieste di intervista. Provai anche con uno dei suoi sottosegretari, Gianni Rivera, il popolare ex Golden Boy, non ancora eroe di “Ballando con le stelle”, che raggiunsi telefonicamente mentre questi stava dispuntando una partita al circolo del tennis. Non malignate: l’orario di lavoro di un giornalista non sempre coincide con quello di una persona normale. Mettiamola così. Rivera non sapeva neppure cosa fosse l’Uranio Impoverito.
Si arriva così al 27 gennaio 2001, giorno in cui decido di tendere un’imboscata al ministro Mattarella, che si trova ad Ascoli col presidente della commissione Difesa della Camera Valdo Spini per il giuramento del primo contingente di donne militari di truppa dell’Esercito italiano, lo stesso in cui qualche anno dopo si distinse l’istruttore Salvatore Parolisi (ma questa è un’altra storia). Avvicinai Mattarella nella ressa dei giornalisti e riuscii a porgli un paio di domande, alle quali, assai piccato, si rifiutò ancora una volta di rispondere.
O meglio, anche in quell’occasione negò qualsiasi nesso tra DU e i linfomi o le leucemie. Fantasie della stampa. Provai a insistere, ma lui mi respinse con toni e modi definitivi «Questa non è un’intervista» mi disse. «Io le interviste le concordo prima, poi voglio per iscritto le domande e infine leggere il testo del giornalista prima che questi lo dia alle stampe».
Tutte le volte che ho letto qualche sua intervista sui maggiori quotidiani, negli anni a venire, è ovvio che poi ho pensato male. Mattarella girò i tacchi se ne andò, così mi beccai anche il rimprovero dei colleghi perché avevo fatto scappare il ministro con domande “fuori tema”.

Raccontai questa scena nel mio pezzo che conclusi lasciando al lettore ampia facolta di scelta sul caso dell’Uranio Impoverito, che non era diventato un “caso” solo perché Striscia la Notizia non se ne era ancora occupata (l’Italia è questa). Insomma, scrissi, come volete la verità: liscia, gassata o Mattarella? E’ una domanda che ora pongo anche a chi ha avuto la pazienza di leggere tutto il post, del quale mi scuso ancora una volta per la lunghezza. Come deve essere la verità in questo Paese allo sbando: liscia, gassata o Mattarella?
Secondo l’Osservatorio Militare sono 307 i militari italiani morti e oltre 3.700 i malati: è la macabra contabilità della cosiddetta “Sindrome dei Balcani”. Il contingente italiano era di stanza nell’area più inquinata dai colpi sparati in Bosnia e Kossovo: 50 siti, per un totale di 17.237 proiettili, secondo fonti ufficiali Nato/Kfor. Non solo: la missione Nato in cui si parlava di armamenti al DU e dei 13 Tomahawk con testata al DU sparati dall’Adriatico, è stata presentata dall’ammiraglio Leighton Smith alla Base di Ponticelli, Napoli. Solo Mattarella non sapeva o diceva di non sapere.
Tratto da: www.pressnewsweb.it

http://www.informarexresistere.fr/2015/ ... -risposto/


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 Oggetto del messaggio: Re: Povera Italia.. (seconda parte)
MessaggioInviato: 05/02/2015, 13:59 
Cita:
«Io le interviste le concordo prima, poi voglio per iscritto le domande e infine leggere il testo del giornalista prima che questi lo dia alle stampe».


Questo è il giornalismo italiano mah. [:287]



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la prima religione nasce quando la prima scimmia, guardando il sole, dice all'altra scimmia: "LUI mi ha detto che TU devi dare A ME la tua banana. (cit.)
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 Oggetto del messaggio: Re: Povera Italia.. (seconda parte)
MessaggioInviato: 05/02/2015, 14:01 
La cosa più incredibile è che anche ora che lo scandalo uranio impoverito è ben noto, tutti si sono dimenticati del ruolo dell' attuale Presidente della Repubblica all' epoca dei fatti.

E' celebrato come un eroe dell' antimafia e descritto come un santo. Ancora una volta l' elogio della "sobrietà".

Uno che è stato ministro coi peggiori governi della Repubblica, Andreotti, Amato, D'Alema.


Questo Paese è senza speranza.



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Per quanto possa essere buia la notte sulla Terra, il sole sorgerà quando è l' ora, e c' è sempre la luce delle stelle per illuminarci nel cammino.

Non spaventiamoci per quando le tenebre caleranno, perchè il momento più buio è sempre prima dell' alba.

Noi siamo al tramonto, la notte è ancora tutta davanti, ma alla fine il sole sorgerà anche stavolta. Quello che cambia, è quello che i suoi raggi illumineranno. Facciamo che domani sotto il Sole ci sia un mondo migliore.
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 Oggetto del messaggio: Re: Povera Italia.. (seconda parte)
MessaggioInviato: 06/02/2015, 10:00 
Renzi: tutto per comandare ... meglio. [:301]



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 Oggetto del messaggio: Re: Povera Italia.. (seconda parte)
MessaggioInviato: 09/02/2015, 21:36 
FUORIONDA - TOTI E MONTI PARLANO DEL PATTO DEL NAZARENO
Guarda su dailymotion.com


Il fuorionda - I due scherzano proprio sulle ultime tensioni tra Renzi e Cav. Monti afferma: “Certo che quello che è successo non segna proprio il miglior momento per il Nazareno”. Pronta arriva la risposta di Toti: “Presidente, lei sa bene che il Nazareno risorge dopo pochi giorni, questo le lo sa no?”. Chiosa Monti: “Se non sbaglio avviene sempre di sabato…”. La rottura tra Renzi e Cav è forse meno profonda di quanto si creda?


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 Oggetto del messaggio: Re: Povera Italia.. (seconda parte)
MessaggioInviato: 10/02/2015, 11:58 
Immagine

La memoria delle foibe e delle vittime dell'esodo giuliano-dalmata è ancora, purtroppo, un argomento che divide.
Eppure rimangono vittime che meritano, esigono di essere ricordate. Tra gli "infoibati" figurano militari, civili, fascisti e anti-fascisti italiani, anti-comunisti sloveni e croati, dipendenti pubblici, impiegati, insegnanti... alcuni colpevoli soltanto di essere italiani.

Noi non vogliamo dimenticare.

La verità, diceva infatti Antonio Gramsci, è sempre rivoluzionaria; tenerla nascosta non è solo un inganno e una truffa, ma un inquinamento che avvelena e tarpa la vita di tutti, anche di chi la reprime e prima o dopo ne paga il fio.

https://www.facebook.com/focus.it?fref=nf



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 Oggetto del messaggio: Re: Povera Italia.. (seconda parte)
MessaggioInviato: 10/02/2015, 12:05 
...prima di avere una data x ricordare questo infausto avvenimeto sono dovuti passare decenni,ma pure ora viene celebrato quasi in sordina,come fosse un qualkosa di fastidioso,come fosse un avvenimeto che va contro la comune storia(parziale) che fino ad ora era insegnata.................. [:294] [:294] [:289] [:289]


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 Oggetto del messaggio: Re: Povera Italia.. (seconda parte)
MessaggioInviato: 10/02/2015, 13:01 
E' quello che dico da sempre (TTE, fattene una ragione: l'italia è ancora divisa! Capito Bleffort ..?) [:303]


"Io, minacciato per il mio spettacolo sulle Foibe"

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SIMONE CRISTICCHI. Intervista Cult. I massacri di italiani nella Venezia Giulia e in Dalmazia, cancellati dai libri di storia. Morti scomodi e innominabili per la sinistra. Ma c'è chi, nonostante tutto ricorda...

Uno spettacolo in scena da due anni, successi in tutt’Italia per Simone Cristicchi con Magazzino 18 (qui il link alla pagine facebook della piece). Segno che in giro c’è voglia di uno spettacolo che è anche ricostruzione storiografica fuori dalla vulgata. Fatta di coraggio, documentazione e pochi peli sulla lingua.
In occasione del Giorno del Ricordo riproponiamo un’intervista cult a Cristicchi. In cui si parla dello spettacolo, e dei non pochi ostacoli, e ostracismi, che ha trovato.
LEGGI ANCHE L’ARTICOLO SU ROSSO ISTRIA, IL FILM SUI CRIMINI DEI PARTIGIANI TITINI DI ANTONELLO BELLUCO

In questi ultimi anni stai raccogliendo il testimone di Giorgio Gaber, porti in tournée in tutta Italia i tuoi spettacoli di teatro-canzone. In questi giorni sei in scena con “Magazzino 18″, uno spettacolo sulla tragedia delle Foibe che è al centro di polemiche secondo me vergognose. Che cos’è il Magazzino 18 e che cosa ti ha spinto a raccontare questa pagina tragica della storia d’Italia?

Magazzino 18 è un luogo realmente esistente che si trova nel Porto Vecchio di Trieste, un hangar dove venivano messe le merci delle navi in transito; in questo magazzino n. 18 si trovano invece le masserizie degli esuli istriani, fiumani e dalmati, che all’indomani della Seconda Guerra Mondiale furono costretti ad abbandonare le loro terre. Sono oggetti di vita quotidiana – letti, armadi, cassapanche, foto, ritratti – che ci raccontano una tragedia cancellata per tanti anni dalla storia e dalla memoria, io la chiamo “una pagina strappata dai libri di storia”. Ogni oggetto racconta la storia di una famiglia, di un vissuto, di un tessuto sociale strappato e mai più ricomposto. Con questo spettacolo ho cercato di ricomporre la loro storia dimenticata e di raccontarla a chi, come me fino a pochi anni fa, non ne era assolutamente a conoscenza.

È una pagina nascosta per 50 anni dai libri di storia, una cosa vergognosa. Come ti spieghi questo dividere ancora i morti in ‘morti di serie A’ e ‘morti di serie B? È vero che hai ricevuto delle minacce perché metti in scena uno spettacolo sulle Foibe?

Lo spettacolo in realtà non è soltanto sulle Foibe, che sono un piccolo capitolo di una storia più complicata. Le persone che mi hanno criticato sono di estrema destra e di estrema sinistra, nessuno si è sottratto alla lapidazione di chi cerca di fare giustizia, di dare voce a chi non l’ha avuta per tanti anni; tutte queste critiche sono arrivate da persone che non hanno nemmeno avuto il buon gusto di vedere lo spettacolo, quindi mi scivolano addosso.

Non capisco perché ti attacchino sia da destra che da sinistra…

Da sinistra perché è uno spettacolo “da fascisti”, da destra perché probabilmente avrei dovuto essere più incisivo in alcuni particolari di questa storia, quando invece il mio spettacolo vuole tendere a una pacificazione tra le parti e forse invece alcuni esponenti dell’estrema destra non cercano il dialogo. Ancora oggi, a distanza di tanti anni, non accettano alcune cose e cercano sempre lo scontro. Non ho scritto questo spettacolo con Ian Bernas per creare ulteriori scontri e offese a questa gente.

La tua è sempre stata una musica di denuncia, ho sempre i brividi quando ascolto “Ti regalerò una rosa”. Tornando a un tema che hai affrontato anche in un tuo spettacolo, chi sono oggi i veri pazzi della nostra società?

Probabilmente i veri pazzi sono i sognatori, quelli che credono che oggi si possa rifare una nuova Italia e cambiare un po’ il mondo, con una partecipazione attiva alla vita politica e sociale. I veri pazzi sono quelli che continuano a sognare e che non si lasciano soffocare da tutto quello che sta accadendo in questo momento.

Che cosa pensi della protesta dei Forconi, che proprio in queste ore stanno paralizzando molte piazze per protestare contro la linea del Governo?

Non ho seguito bene la questione perché in questo momento sono in tournée in Croazia, posso dire che a volte sono delle valvole di sfogo difficili da gestire, ma che ci si deve aspettare… quando le persone sono soffocate a un certo punto esplodono in qualche modo. La mia paura è che questo tipo di manifestazioni possano portare a delle violenze, e quando c’è la violenza si passa sempre dalla parte del torto.

Tu sei sempre rimasto OFF, anche dopo il successo hai sempre imposto una tua linea artistica e autorale precisa fregandotene del mercato ufficiale, sei perfettamente in linea con il nostro magazine. Che consiglio ti senti di dare ai giovani artisti che cominciano questa carriera e che ci leggono su ilgiornaleOFF?

Il consiglio che posso dare è quello di coltivare una curiosità per il mondo senza avere delle ideologie preconcette, di affidarsi all’istinto perché molto spesso ci guida verso mete a cui non avremmo mai pensato, come è successo a me: sono passato dal fumetto alla canzone, poi dalla canzone al teatro e alla scrittura, il 4 febbraio uscirà anche il libro di “Magazzino 18″, con tutti i racconti che ho raccolto in questi anni. Bisogna mantenere le antenne puntate e presentarsi al grande pubblico con una maturità quasi già acquisita, non arrivare da debuttanti e sentirsi però debuttanti sempre, per tutto il proprio percorso.

http://www.ilgiornaleoff.it/2014/11/08/17684/



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 Oggetto del messaggio: Re: Povera Italia.. (seconda parte)
MessaggioInviato: 10/02/2015, 18:07 
Cita:

Uccide il rapinatore, è indagato
Stacchio, la famiglia del rom ucciso chiede i danni. Parte la raccolta fondi



La famiglia di Albano Cassol, il nomade di 41 anni ucciso mentre tentava di rapinare la gioielleria Zancan a Ponte di Nanto sta consultando un legale per costituirsi parte civile ed ottenere così un risarcimento dal benzinaio Graziano Stacchio che è intervenuto per difendere la commessa del negozio. La notizia è apparsa questa mattina sul Giornale di Vicenza che spiega come i magistrati abbiano aperto due fascicoli sulla rapina finita nel sangue: uno a carico di ignoti, gli altri componenti del commando che voleva rapinare la gioielleria Zancan, l'altro a carico di Graziano Stacchio, accusato di "eccesso di legittima difesa".

Giustizia - "Chi ha sbagliato, sia sparando, sia con parole esagerate, deve pagare", hanno detto la compagna Cristina, incinta, e suo padre Diego che non escludono di costituirsi parte civile nell'eventuale processo contro il benzinaio. I due, riporta il Giornale di Vicenza, non alzano la voce ma le parole sono decise. Conversando con i giornalisti spiegano di "non sapere nulla del progetto di Albano e della rapina", di essere "amareggiati per la tragedia" e per le modalità con cui è avvenuta (Albano aveva avuto un passato difficile, spiegano, ma ora stava lavorando regolarmente), di non "mangiare e dormire più", ma di "volere giustizia". Chiedono inoltre che i politici la smettano di "attaccarli", perché sono nati a Montebelluna, o a Treviso, o a Vicenza: "siamo anche noi razza Piave", sintetizzano. Da parte sua il benzinaio ha detto: "Non sono un eroe nè un giustiziere ho agito d’istinto pensando alla povera commessa sola", ha detto il benzinaio. "Prima ho urlato poi sono salito in casa a prendere il fucile, ho sparato in aria e quando uno di loro è venuto verso di me con il mitra in mano ho mirato alle gambe per difendermi. Non volevo certo uccidere".

In pericolo di morte - Intanto il questore di Vicenza ha stabilito che una macchina delle forze dell'ordine stazioni giorno e notte nel piazzale del distributore di benzina di Stacchio. La pattuglia può così osservare anche la casa di Stacchio, che si trova a fianco del distributore. Il timore è che qualcuno possa prendere di mira il benzinaio per vendicare la morte di Cassol, che risiedeva in un campo nomadi a Fontanelle.

La solidarietà - Immediatamente si è mobilitata la Figisc-Confcommercio di Vicenza che ha deciso di istituire una raccolta fondi, tramite apposito conto corrente, per dare un sostegno alle spese legali di Graziano Stacchio. "Con questa iniziativa, condivisa da tutta la categoria, vogliamo esprimere la nostra vicinanza al collega Stacchio - ha spiegato il presidente Eugenio Giuseppe Volpato. "Sarà la Procura ad accertare con esattezza come sono andati i fatti, ciò non toglie che quella del collega Stacchio è stata una reazione umanamente comprensibile di fronte ad una situazione di estremo pericolo non solo per la sua incolumità, ma anche per quella dei lavoratori della gioielleria rapinata". Volpato sottolinea, poi, l’esasperazione che da tempo vive una categoria, quella dei benzinai, troppo spesso nel mirino della criminalità, con ripetuti assalti, rapine e furti che spesso si concentrano su questo tipo di attività. "Viviamo nel terrore - afferma - perché siamo esposti ogni giorno alla roulette russa di bande criminali che con troppa facilità prendono di mira le nostre attività e quelle dei nostri colleghi commercianti. Sappiamo che le Forze dell’Ordine ce la stanno mettendo tutta per prevenire e reprimere furti e rapine, ma se non si è in grado di fermare questa escalation criminale, come dimostra quanto sta accadendo, vuol dire che qualcosa non funziona". "E infatti - conclude Volpato - è evidente che alle Forze dell’Ordine mancano uomini e mezzi sufficienti per un più efficace presidio del territorio. Così come è evidente che se delinquenti con alle spalle gravi fatti di criminalità sono liberi di partecipare ad una rapina a mano armata, c’è molto da cambiare anche nelle nostre leggi e nel funzionamento dell’apparato giudiziario".



http://www.liberoquotidiano.it/news/ita ... l-rom.html


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 Oggetto del messaggio: Re: Povera Italia.. (seconda parte)
MessaggioInviato: 10/02/2015, 19:23 
ubatuba ha scritto:
...prima di avere una data x ricordare questo infausto avvenimeto sono dovuti passare decenni,ma pure ora viene celebrato quasi in sordina,come fosse un qualkosa di fastidioso,come fosse un avvenimeto che va contro la comune storia(parziale) che fino ad ora era insegnata.................. [:294] [:294] [:289] [:289]


Eh si... purtroppo ci sono le vittime di serie A, e quelle di serie B (anzi, di serie C) [^]


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 Oggetto del messaggio: Re: Povera Italia.. (seconda parte)
MessaggioInviato: 10/02/2015, 19:37 
Penso che i casini avvenuti nella nostra Patria non li ha avuti nessun altro ... [8)] Siamo fermi ancora all'otto settembre ... :shock:



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 Oggetto del messaggio: Re: Povera Italia.. (seconda parte)
MessaggioInviato: 10/02/2015, 21:23 
La rivincita dell’Albania: sempre più albanesi lasciano l’Italia per tornare a casa. Dove c’è lavoro.

Anche gli albanesi scappano dall’Italia. Gli stessi che provarono a cercare fortuna in Italia all’inizio degli anni ’90 ora tornano nel loro Paese. Dove, lo rivela Fainotizia.it , “il paese è in crescita e offre opportunità di lavoro ai giovani in cerca di un futuro”. Ecco i dettagli.

Il mare è agitato, e si infrange violento contro lo scafo della nave. Lì in alto nel cielo luccicano le stelle e un vento gelido spira da est, ma il cuore batte forte e riscalda il corpo: a poche miglia c’è il porto di Brindisi, la terra promessa, la libertà. Era il 1991, l’Italia scopriva per la prima volta l’immigrazione di massa.

Migliaia di albanesi fuggivano dalla miseria e dagli ultimi strascichi della dittatura comunista – quella di Enver Hoxha, durata quasi mezzo secolo, fu una delle più feroci e isolazioniste della storia – attraversando il mare con mercantili e imbarcazioni di ogni tipo in direzione delle coste pugliesi.

Oggi l’Albania è un paese giovane e in via di sviluppo, con un’economia emergente e ambizioni europee – sono in corso i negoziati per l’annessione all’UE – retto dal premier socialista ed ex sindaco di Tirana, Edi Rama. Una seconda generazione di albanesi ha seguito le orme dei genitori, raggiungendo l’Italia a bordo di aerei e traghetti, per iscriversi alle nostre università: a Bologna, Roma, Firenze e Milano.

Finiti gli studi, molti di loro ritornano a casa, sia perché la crisi economica in Italia preclude opportunità occupazionali, sia perché in Albania è più facile investire: per avviare una startup, infatti, basta un giorno solo e la burocrazia è ridotta all’osso.

“In Italia vivono più di mezzo milione di albanesi, quest’anno sono ritornati in Albania circa in 46mila” afferma soddisfatto Erion Veliaj, ministro del Benessere sociale e gioventù albanese. Il giovane politico del governo socialista, in un ottimo italiano, tiene a precisare che: “È il primo anno che succede una cosa del genere. Prima noi albanesi eravamo costretti a partire, ora il trend si sta invertendo. L’economia qui è in crescita e abbiamo bisogno di abilità speciali: solo quest’anno abbiamo creato più di 81mila posti di lavoro, il mio partito ha abbassato la disoccupazione dal 20 al 17%”.



“Io all’Italia devo tantissimo, mi ha fatto crescere sia umanamente che professionalmente”. A pronunciare queste parole è Muharrem Çobo, uno dei tanti albanesi tornati in patria e oggi imprenditore e vinicoltore di successo, in società con il fratello. Se in Albania nominate Çobo dite vino, lo conoscono tutti e il suo prodotto è considerato il “Ferrari italiano”.

Muharrem, nipote di un piccolo vinicoltore, arriva in Italia nel ’91 su di un mercantile, armato di una valigia piena di speranza e tanta buona volontà. Sbarca a Brindisi e, in seguito agli smistamenti del governo italiano, viene spedito a Trento, dove si iscrive all’università. Per pagarsi gli studi, di notte lavora come cameriere e riesce a laurearsi in giurisprudenza.

Poi, come spesso accade, un incontro gli cambia la vita: ”Ho conosciuto Danilo Chini, un enologo che diventerà per me come un fratello – racconta Muharrem, mentre ci versa una bottiglia della sua riserva speciale – Danilo ci ha dato una grossa mano ad avviare la produzione, abbiamo scelto di coltivare uve autoctone, così abbiamo comprato i terreni a Berat e abbiamo ripreso le tradizioni dei miei nonni produttori di vino”.

Oggi la cantina Çobo produce 80mila bottiglie ogni anno, è un’eccellenza dell’enogastronomia albanese, proiettata verso i mercati esteri e sarà presente nel padiglione albanese di Expo 2015 a Milano.

Fonte: www.infiltrato.it


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MessaggioInviato: 10/02/2015, 22:26 
...e considera pure che tanti italiani vanno in albania a lavorare................... [:287] [:288]


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MessaggioInviato: 11/02/2015, 11:11 
Ormai lo "stivale" .... puzza! [^]



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Nient'altro che una CONSTATAZIONE di fatti e Cose che sembrano avvenire nei nostri cieli; IRRIPRODUCIBILI, per ora, dalla nostra attuale civiltà.
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 Oggetto del messaggio: Re: Povera Italia.. (seconda parte)
MessaggioInviato: 12/02/2015, 19:37 
Giusto perché vengo ripreso che i compagni non ci sono più .... [;)]


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