Time zone: Europe/Rome [ ora legale ]




Apri un nuovo argomento Rispondi all’argomento  [ 3085 messaggi ]  Vai alla pagina Precedente  1 ... 105, 106, 107, 108, 109, 110, 111 ... 206  Prossimo
Autore Messaggio

Essere Interdimensionale
Essere Interdimensionale

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 9440
Iscritto il: 03/12/2008, 18:42
Località: romagnano sesia
 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 08/03/2015, 16:17 
caro Ufologo,
Cita:
'nsomma, 'ndò te giri te giri, sempre gli USA ce stanno

secondo alcune fonti , e come abbiamo già detto sarebbero dei "cattivacci alieni" (o ammaestrati dagli alieni o controllati dal demonio [;)] )
che si sono stanziati soprattutto negli USA (NON, LA MAGGIOR PARTE DEL POPOLO [;)] )

ciao
mauro



_________________
sono lo scuro della città di Jaffa
Top
 Profilo  
 

Galattico
Galattico

Avatar utente

Nonno sapienteNonno sapiente

Non connesso


Messaggi: 49592
Iscritto il: 27/12/2007, 11:23
 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 08/03/2015, 17:33 
Bèh, io continuo ad avere accanto a me la bandiera a stelle e strisce; sarà per i ricordi, sarà perché ho creduto fin da ragazzo in loro ...



_________________
Immagine Operatore Radar Difesa Aerea (1962 - 1996)
U.F.O. "Astronavi da altri Mondi?" - (Opinioni personali e avvenimenti accaduti nel passato): viewtopic.php?p=363955#p363955
Nient'altro che una CONSTATAZIONE di fatti e Cose che sembrano avvenire nei nostri cieli; IRRIPRODUCIBILI, per ora, dalla nostra attuale civiltà.
Top
 Profilo  
 

Essere Interdimensionale
Essere Interdimensionale

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 9440
Iscritto il: 03/12/2008, 18:42
Località: romagnano sesia
 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 08/03/2015, 18:45 
caro Ufologo,
anch'io ho sempre considerato gli USA una grande nazione più dell' URSS [;)]
ma ora , e lo dicono loro, almeno alcuni,hanno come presidente un "musulmano" e..."comunista"! [xx(]

ciao
mauro



_________________
sono lo scuro della città di Jaffa
Top
 Profilo  
 

Galattico
Galattico

Avatar utente

Nonno sapienteNonno sapiente

Non connesso


Messaggi: 49592
Iscritto il: 27/12/2007, 11:23
 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 08/03/2015, 19:01 
... SU QUESTO SIAMO D'ACCORDISSIMO! [^] [:301]



_________________
Immagine Operatore Radar Difesa Aerea (1962 - 1996)
U.F.O. "Astronavi da altri Mondi?" - (Opinioni personali e avvenimenti accaduti nel passato): viewtopic.php?p=363955#p363955
Nient'altro che una CONSTATAZIONE di fatti e Cose che sembrano avvenire nei nostri cieli; IRRIPRODUCIBILI, per ora, dalla nostra attuale civiltà.
Top
 Profilo  
 

Galattico
Galattico

Avatar utente

Nonno sapienteNonno sapiente

Non connesso


Messaggi: 49592
Iscritto il: 27/12/2007, 11:23
 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 08/03/2015, 20:28 
Ufologo 555 ha scritto:
Bèh, io continuo ad avere accanto a me la bandiera a stelle e strisce; sarà per i ricordi, sarà perché ho creduto fin da ragazzo in loro ...



Immagine

Immagine

[:)]



_________________
Immagine Operatore Radar Difesa Aerea (1962 - 1996)
U.F.O. "Astronavi da altri Mondi?" - (Opinioni personali e avvenimenti accaduti nel passato): viewtopic.php?p=363955#p363955
Nient'altro che una CONSTATAZIONE di fatti e Cose che sembrano avvenire nei nostri cieli; IRRIPRODUCIBILI, per ora, dalla nostra attuale civiltà.
Top
 Profilo  
 

Stellare
Stellare

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 12044
Iscritto il: 05/02/2012, 12:22
Località: Milano
 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 08/03/2015, 20:49 
Ufologo! Ma anche io credo negli ideali e nei valori che, purtroppo solo a livello teorico, quella bandiera avrebbe dovuto rappresentare, ovvero in primo acchito:

- Libertà
- Democrazia

Non dimentichiamo che gli Stati Uniti d'America si ispirano ai medesimi ideali provenienti dall'Illuminismo francese (e di questo mi stupisco considerato il tuo astio nei confronti di tale movimento filosofico che hai manifestato in altri thread), ovvero quegli ideali di:

- Libertà
- Fratellanza
- Legalità

con l'aggiunta di un principio fondamentale sancito nella stessa Dichiarazione di Indipendenza, ovvero che a tutti gli uomini è riconosciuto il diritto alla vita, alla libertà, e al perseguimento della felicità» anche se sappiamo essere questa il risultato di una massonica fiducia nelle magnifiche sorti e progressive delle istituzioni.

Peccato che dall'istante subito dopo averla firmata tutto questo ha iniziato ad essere tradito dalle stesse istituzioni dei neonati Stati Uniti d'America.

Tutti hanno diritto alla libertà... eccetto i nativi americani che confiniamo nelle riserve
Tutti hanno diritto alla felicità... eccetto i neri che ci servono come schiavi nei campi di cotone
Tutti hanno diritto alla vita... tranne i cittadini di quei paesi che non ci vanno a genio che subiranno sanzioni e/o bombardamenti


Il che circoscrive il valore universale di quel "tutti" a uno specifico perimetro circoscritto a "alcuni" uomini. Perimetro che via via si è rimpicciolito a quelle lobby e a quei potentati economici attorno ai quali gira tutta la politica degli USA.

E allora IO personalmente continuerò a credere in quei valori universali sopraccitati che abbiamo creduto poter essere rappresentati dagli USA... semplicemente NON CREDO PIU' che il governo USA li voglia realizzare, anzi...



_________________
Nessuno è così schiavo come chi crede falsamente di essere libero. (Goethe)
Top
 Profilo  
 

Grigio
Grigio

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 2731
Iscritto il: 17/01/2012, 17:31
Località:
 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 08/03/2015, 22:50 
sto isis iside servirà per serivrci il finto messia e una nuova religione globale o quasi (se russia, cina si inginocchieranno)


Top
 Profilo  
 

Bannato
Bannato

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 493
Iscritto il: 12/01/2015, 08:44
Località: Milano
 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 09/03/2015, 08:37 
Americani o no,l'Isis sta togliendo all'umanità dei pezzi di storia e cultura che non ci verranno mai più ridati indietro..
http://www.corriere.it/reportage/esteri ... amo-perso/
E' veramente triste l'ignoranza e l'inciviltà di certi gruppi....in questi momenti vorrei davvero che ci fosse qualcuno dall'alto che stermini a più non posso.... [V]


Top
 Profilo  
 

Stellare
Stellare

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 14885
Iscritto il: 26/12/2009, 12:30
Località: ravenna
 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 09/03/2015, 10:31 
Betelgeuse ha scritto:
Americani o no,l'Isis sta togliendo all'umanità dei pezzi di storia e cultura che non ci verranno mai più ridati indietro..
http://www.corriere.it/reportage/esteri ... amo-perso/
E' veramente triste l'ignoranza e l'inciviltà di certi gruppi....in questi momenti vorrei davvero che ci fosse qualcuno dall'alto che stermini a più non posso.... [V]


magari anzike' dall'alto,sarebbe opportuno che si muovessero dal basso,senza tanti fronzoli o rinvii,solo che dal basso,in tanti si sono accorti che x avere l'ombrello onu,come si vorrebbe,e' necessario avere l'avvallo russo,e con la situazione attuale di sanzioni,sarebbe come martellarsi gli zebedei.....e rimangiarsi tutto quello fatto fino ad ora......... [:289] [:289]


Top
 Profilo  
 

Stellare
Stellare

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 12044
Iscritto il: 05/02/2012, 12:22
Località: Milano
 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 09/03/2015, 11:05 
La strana alleanza tra Israele, Arabia Saudita e Al Qaeda

Robert Parry (*) – Esclusivo: L’Arabia saudita è nella tempesta dopo che un detenuto di Al Qaeda ha accusato alcuni alti responsabili sauditi di essere complici del gruppo terrorista. E nuvole si addensano anche sul futuro politico del Primo Ministro israeliano Netanyahu a causa della sua strana alleanza con Riyadh, spiega Robert Parry in questo articolo

La rivelazione che il condannato Zacarias Moussaoui, membro attivo di Al Qaeda, ha indicato alcuni alti esponenti del governo saudita come finanziatori della rete terrorista (1) trasforma potenzialmente la chiave di lettura che gli Statunitensi dovranno usare per interpretare gli avvenimenti medio orientali e comporta dei rischi per il governo Likud di Israele, che ha costruito una improbabile alleanza con alcuni di questi stessi Sauditi.

Stando ad un articolo apparso sul New York Times di mercoledì 4 febbraio 2015, Moussaoui ha dichiarato, nel corso di una deposizione resa in prigione, che egli era stato scelto, nel 1998 o 1999, dai capi di Al Qaeda in Afghanistan per creare un database informatico dei finanziatori del gruppo, e che la lista includeva anche il principe Turki al-Faisal, allora capo dei servizi segreti sauditi, il principe Bandar bin Sultan, a lungo ambasciatore dell’Arabia Saudita negli Stati Uniti, il principe Waleed bin Talal, un celebre miliardario e investitore, oltre a molti altri dignitari religiosi.

“Lo sceicco Osama voleva conservare una traccia di tutti coloro che ci facevano donazioni – ha spiegato Moussaoui in un inglese approssimativo – di coloro che dovevano essere consultati o che hanno contribuito alla guerra santa”. Benché la credibilità di Moussaoui sia stata immediatamente posta in dubbio da parte del regno saudita, le sue affermazioni coincidono con le valutazioni di alcuni membri del Congresso statunitense, che hanno avuto accesso a parti del rapporto segreto sugli attentati dell’11 settembre, e che trattano dei presunti aiuti sauditi ad Al Qaeda.

Quello che complica ancor di più la situazione per l’Arabia saudita è che, più di recente, l’Arabia Saudita e altri Emirati petrolieri del Golfo Persico sono stati individuati come supporter dei militanti sunniti che combattono in Siria per rovesciare il regime maggioritariamente laico del presidente Bachar el-Assad. La più grossa formazione ribelle che ha beneficiato di questi aiuti è il fronte Al-Nusra, affiliata di Al Qaeda in Siria.

In altre parole, i Sauditi sembrano avere mantenuto una relazione segreta con jihadisti affiliati ad Al Qaeda fino ai giorni nostri.

L’esposizione di Israele

Così come hanno fatto i Sauditi, anche gli israeliani si sono schierati dalla parte dei militanti sunniti in Siria, condividendo anch’essi l’idea saudita che sia l’Iran, e quel che chiamano “la mezzaluna sciita” – che si estende da Teheran a Beirut, passando per Bagdad e Damasco – la più grande minaccia per i loro interessi in Medio Oriente.
Questa comune preoccupazione ha spinto Israele e l’Arabia Saudita a stringere una alleanza de facto, per quanto la collaborazione tra Tel Aviv e Riyadh non sia mai stata nota all’opinione pubblica. E però la sua esistenza è stata intuibile tutte le volte che i due governi hanno giocato in modo complementare le rispettive forze – i Sauditi hanno il petrolio e il denaro e Israele il peso politico e mediatico – in campi dove hanno interessi comuni.

L’Arco (o la mezzaluna) sciita

Nel corso degli ultimi anni, questi nemici storici hanno cooperato contro i Fratelli Mussulmani in Egitto (che sono stati estromessi dal governo nel 2013), nel tentativo di rovesciare il governo di Assad in Siria, e nelle pressioni esercitate in comune per spingere gli Stati Uniti ad adottare una posizione più ostile nei confronti dell’Iran.

Israele e l’Arabia Saudita hanno così fatto fronte comune per creare difficoltà al presidente russo Vladimir Putin, considerato un supporter di massima importanza sia dell’Iran che della Siria. I Sauditi hanno sfruttato la loro posizione, mantenendo inalterata la loro produzione petrolifera per fare abbassare i prezzi e colpire l’economia russa, mentre i neo conservatori statunitensi – che condividono la visione geopolitica del mondo di Israele – erano in prima linea nel colpo di stato che ha rovesciato Victor Yanucovich, il presidente ucraino filo-russo, nel 2014.

L’alleanza israel-saudita dietro le quinte ha collocato – qualche volta in posizione scomoda – i due governi dalla parte dei jihadisti sunniti che combattono l’influenza sciita in Siria, in Libano e in Iraq. Il 18 gennaio 2015, per esempio, Israele ha attaccato alcuni consiglieri libanesi e iraniani che assistono il governo di Assad in Siria, uccidendo diversi elementi di Hezbollah e un generale iraniano (2). Questi consiglieri militari erano impegnati in operazioni contro il fronte Al-Nusra di Al Qaeda.

Contemporaneamente Israele si è ben guardata dall’attaccare alcuni militanti di Al-Nusra che avevano sferrato un attacco contro una zona del territorio siriano vicina alle alture del Golan, occupate da Israele. Una fonte vicina ai servizi di intelligence statunitensi mi ha confidato che Israele ha stretto un “patto di non aggressione” con le forze di Al-Nusra.

Un’ibrida alleanza

Le bizzarre alleanze di Israele con gli interessi sunniti si sono sviluppate negli ultimi anni, nel corso dei quali Israele e l’Arabia Saudita sono apparsi come un ibrido connubio nella guerra geopolitica contro l’Iran, governato da sciiti, e i suoi alleati in Iraq, in Siria e in Sud-Libano. In Siria, per esempio, alcuni responsabili israeliani hanno chiaramente affermato che essi preferirebbero che la guerra civile fosse vinta dagli estremisti sunniti, piuttosto che da Assad, che è un alauita, un ramo dell’islam sciita.

Michael Oren

Nel settembre 2013, l’ambasciatore israeliano negli Stati Uniti, Michael Oren, e dopo di lui un fedele consigliere del Primo Ministro Benjamin Netanyahu, hanno dichiarato al Jerusalem Post che Israele preferisce gli estremisti sunniti ad Assad.
“Il pericolo maggiore per Israele viene dall’arco strategico che si estende, da Teheran, fino a Damasco e Beirut. E noi consideriamo il governo di Assad come la chiave di volta di questo arco – ha dichiarato Oren durante una intervista rilasciata al Jerusalem Post – Noi continuiamo a volere che Assad se ne vada, continuiamo a preferire i cattivi non sostenuti da Teheran, ai cattivi che lo sono”. E ha aggiunto la cosa valeva anche se i cattivi erano affiliati ad Al Qaeda.

E, nel giugno 2014, parlando in qualità di ex ambasciatore durante una conferenza organizzata dall’Istituto Aspen, Oren ha sviluppato la sua posizione, affermando che Israele preferirebbe perfino una vittoria dei bruti dello Stato Islamico, al mantenimento al potere di un Assad sostenuto dall’Iran. “Per Israele, se è un male che deve vincere, lasciate che sia il male sunnita”, ha detto Oren.

Scetticismo e dubbi

Nell’agosto 2013, quando pubblicai il mio primo articolo sulle crescenti relazioni tra Israele e l’Arabia Saudita, con il titolo The Saudi-Israel Superpower (La superpotenza israelo-saudita), tutta la storia venne accolta con molto scetticismo.

Ma, poco a poco, questa alleanza segreta è diventata pubblica.

Il 1° ottobre 2013, il Primo Ministro israeliano vi ha fatto una allusione nel corso della sua allocuzione all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che era ampiamente dedicata alla denuncia del programma nucleare iraniano e alla minaccia di un attacco israeliano unilaterale.

Persistendo nei suoi atteggiamenti bellicosi, Netanyahu si è molto ingannato circa l’evoluzione dei rapporti di forza in Medio Oriente, fino a dire: “I pericoli di un Iran nuclearizzato e l’emergere di altre minacce nella nostra regione hanno spinto molti nostri vicini arabi a riconoscere, a riconoscere alla fine dei conti, che Israele non è il loro nemico. E questo ci offre l’occasione di superare una ostilità storica e di costruire nuove relazioni, nuove amicizie, nuove speranze”.

Il giorno dopo, il secondo canale della televisione israeliana, Channel 2, riferiva che importanti responsabili della sicurezza israeliana si erano incontrati con i loro omologhi degli Stati del Golfo a Gerusalemme, si pensa che si trattasse del principe Bandar, l’ex ambasciatore saudita negli Stati Uniti, che era allora capo dei servizi segreti sauditi.

L’esistenza di questa improbabile alleanza viene oramai menzionata anche dai media statunitensi dominanti. Per esempio, Joe Klein, il corrispondete di Time magazine, ha descritto questi inediti compagnucci in un articolo dell’edizione del 19 gennaio 2015. Ha scritto: “Il 26 maggio 2014 ha avuto luogo un pubblico dibattito senza precedenti a Bruxelles. Due ex spie di alto rango, di Israele e dell’Arabia Saudita – Amos Yadlin e il principe Turki al-Faisal – hanno discusso per più di un’ora della politica regionale in una confronto animato dal giornalista del Washington Post David Ignatius. Erano in disaccordo su alcuni punti, come gli esatti termini di un accordo di pace tra Israele e la Palestina, e sono finiti d’accordo su altri: la gravità della minaccia nucleare iraniana, la necessità di appoggiare il nuovo governo militare in Egitto, la richiesta di un intervento internazionale concertato in Siria. La dichiarazione più sorprendente è venuta dal principe Turki, quando ha dichiarato che gli Arabi avevano passato il Rubicone e non volevano più combattere Israele”.

Anche se Klein ha rivelato l’aspetto dicibile di questa distensione, vi è però un lato oscuro, come ha riferito Moussaoui nella sua deposizione, che indica nel principe Turki uno dei finanziatori di Al Qaeda. Ancora più sconvolgente, forse, il fatto che abbia menzionato anche il principe Bandar, che si è sempre presentato come un amico degli Stati Uniti, talmente vicino alla famiglia Bush, da essere soprannominato Bandar Bush.

Il Principe Bandar a colloquio col presidente George W. Bush

Moussaoui ha affermato di avere discusso di un piano per abbattere l’Air Force One (l’aereo presidenziale USA) con un missile Stinger, insieme ad un membro dell’ambasciata saudita a Washington, quando ambasciatore era proprio Bandar.

Secondo l’articolo di Scott Shane sul New York Times, Moussaoui ha detto di essere stato incaricato di “trovare un luogo adatto da cui lanciare un attacco di Stinger, e poi scappare”, ma è stato arrestato il 16 agosto 2001, prima di aver potuto compiere la missione di ricognizione.

Pensare che qualcuno, nell’ambasciata saudita allora diretta da Bandar Bush, complottava con Al Qaeda per abbattere l’Air Force One di George W. Bush è scioccante, se l’informazione è vera. E’ qualcosa che sarebbe stata inconcepibile perfino dopo gli attacchi dell’11 settembre, nei quali pure erano coinvolti quindici sauditi sui complessivi 19 pirati dell’aria.

All’indomani di questo attacco terrorista che ha ucciso quasi 3000 statunitensi, Bandar si è recato alla Casa Bianca e ha persuaso Bush ad organizzare un rapido allontanamento dagli Stati Uniti dei membri della famiglia Bin Laden e di altri Sauditi. Bush si è trovato d’accordo sul fatto di aiutare questi Sauditi a partire coi primi voli che sarebbero stati autorizzati.

L’intervento di Bandar ha eliminato ogni possibilità che il FBI potesse saperne di più sui legami tra Osama Bin Laden e gli autori degli attentati dell’11 settembre, essendo stato concesso agli agenti del FBI solo il tempo di fare dei rapidi interrogatori ai Sauditi sui motivi della partenza.

Bandar stesso era legato alla famiglia Bin Laden e ha ammesso di avere incontrato Osama quando Bin Laden lo ha ringraziato per l’aiuto finanziario concesso al progetto di jihad in Afghanistan negli anni 1980: “Per essere onesto, non ne sono rimasto molto impressionato – ha dichiarato Bandar a Larry King della CNN – Mi è parso un tipo molto semplice e tranquillo”.

Il governo saudita ha affermato di avere interrotto ogni rapporto con Bin Laden agli inizi degli anni 1990, quando quest’ultimo ha cominciato a prendere di mira gli Stati Uniti, perché il presidente George H.W.Bush aveva dislocato truppe USA in Arabia Saudita. Ma – se Moussaoui dice la verità – Al Qaeda avrebbe continuato a considerare Bandar come suo amico ancora alla fine degli anni 1990.

Bandar e Putin

I possibili rapporti di Bandar col terrorismo sunnita sono anche venuti alla ribalta nel 2013, durante uno scontro tra Bandar e Putin a proposito di quello che Putin aveva considerato come una vera e propria minaccia di scatenare i terroristi ceceni contro i Giochi Olimpici invernali di Sochi, se Putin non avesse attenuato il suo appoggio al governo siriano.

Il presidente russo Vladimir Putin

Secondo una fuga di notizie diplomatica sull’incontro del 31 luglio 2013 a Mosca, Bandar nell’occasione informò Mosca che l’Arabia Saudita aveva una grande influenza sugli estremisti ceceni, che avevano lanciato numerosi attacchi contro obiettivi russi e che si erano poi recati in Siria a combattere contro Assad.

Giacché Bandar chiedeva un allineamento della posizione russa sulla Siria a quella saudita, avrebbe offerto delle garanzie di protezione contro gli attacchi terroristi ceceni contro i Giochi Olimpici. “Posso fornirvi la garanzia di proteggere i Giochi Olimpici invernali nella città di Sochi, sul Mar Nero, dell’anno prossimo- avrebbe detto Bandar – Noi controlliamo i gruppi ceceni che potrebbero minacciare la sicurezza dei Giochi”.

Putin ha risposto: “Noi sappiamo che lei sostiene i gruppi terroristi ceceni da un decennio. E questo appoggio, di cui ha parlato con franchezza poco fa, è assolutamente incompatibile con gli obiettivi comuni di lotta al terrorismo mondiale”. La minaccia di stile mafioso di Bandar contro i Giochi Olimpici di Sochi – del genere: “Con quei bei Giochi che avete organizzato, sarebbe un peccato se succedesse qualcosa di brutto” – non è riuscita a intimidire Putin, che non ha smesso di sostenere Assad,

Meno di un mese dopo, un incidente in Siria ha quasi forzato la mano al presidente Barack Obama perché ordinasse degli attacchi aerei contro l’esercito di Assad, che avrebbero potuto aprire la strada al fronte al-Nusra o allo Stato Islamico per prendere Damasco e il controllo della Siria. Il 21 agosto 2013, un misterioso attacco con gas sarin, alla periferia di Damasco, ha ucciso migliaia di persone e, da parte dei media statunitensi, la responsabilità dell’incidente è stata subito attribuita al governo di Assad.

I neocon statunitensi, e i loro alleati liberal interventisti, hanno chiesto che Obama desse l’ordine di attacchi aerei di rappresaglia, anche se qualche analista dei servizi di intelligence USA dubitava della responsabilità di Assad, sospettando che l’attacco fosse partito dalle forze ribelli estremiste, proprio per costringere l’esercito statunitense a intervenire nella guerra civile al loro fianco.

Tuttavia, spinto dai falchi neocon e liberal, Obama era quasi sul punto di dare il via ad una campagna di bombardamenti destinata a distruggere l’esercito siriano, ritirandosi però all’ultimo momento e accettando l’aiuto di Putin nella ricerca di una soluzione diplomatica, in relazione alla quale Assad si è impegnato a distruggere tutto il suo arsenale di armi chimiche, pur continuando a negare qualsiasi responsabilità per l’attacco col gas sarin.

Poi il ritornello “è stato Assad” ha perso credito di fronte alla nuova evidenza che gli estremisti sunniti, sostenuti dall’Arabia Saudita e poi dalla Turchia, erano i più probabili autori dell’attacco. Uno scenario diventato sempre più credibile quando gli Statunitensi hanno imparato qualcosa di più sulla crudeltà e la brutalità di molti jihadisti combattenti in Siria.

Putin nel mirino

La collaborazione di Putin e Obama per evitare un attacco militare statunitense in Siria ha reso il presidente russo più che un bersaglio per i neocon USA, che già pensavano di avere infine raggiunto il loro obiettivo di lunga data di un cambiamento di governo in Siria, bloccato solo da Putin. Alla fine di settembre 2013, uno dei più importanti neocon, il presidente del National Endowment for Democracy (NED), Carl Gershman, ha annunciato l’obiettivo di sfidare Putin individuando il suo punto debole in Ucraina.

Nella pagina “libre opinion” del Washington Post del 26 settembre 2013, Gershman ha definito l’Ucraina come il più grande trofeo e come una tappa importante per ottenere la destituzione di Putin, Gershman ha scritto che “la scelta dell’Ucraina di entrare in Europa accelererà il crollo ideologico dell’imperialismo rappresentato da Putin (…) Anche i Russi sono posti davanti ad una scelta, e lo stesso Putin rischia di essere sconfitto, non solo nel paese vicino, ma anche in Russia”.

Però, agli inizi del 2014, Putin era ossessionato dalla minaccia velata di un attacco terrorista, fatta da Bandar contro i Giochi Olimpici di Sochi. E questo lo ha distratto dalla minaccia di mutamento di regime – patrocinato dalla NED e dalla segretaria aggiunta neocon al Dipartimento di Stato per gli affari europei, Victoria Nuland – nel paese vicino, l’Ucraina.

Il 22 febbraio 2014, putschisti guidati da una milizia neonazista ben organizzata hanno rovesciato il governo legittimo di Victor Yanucovich. Putin è stato colto di sorpresa e, nel caos politico che ne è seguito, ha accolto la richiesta dei rappresentanti della Crimea di riunirsi alla Russia, mettendo in crisi i suoi rapporti di collaborazione con Obama.

Con Putin diventato un nuovo paria per i responsabili di Washington, l’influenza neocon si è rafforzata anche in Medio oriente, dove era diventato possibile esercitare nuove pressioni sulla “crescita di autorità sciita” in Siria e in Iran. Nell’estate 2014, però, lo Stato Islamico, che aveva rotto con Al Qaeda e il Fronte al-Nusra, si è scatenato, invadendo l’Iraq e decapitando dei soldati prigionieri. Lo Stato islamico si è poi dato a spaventosi sgozzamenti di ostaggi occidentali in Siria, filmati in video.

La brutalità dello Stato islamico e la minaccia rivolta ai paesi sostenuti dagli Stati Uniti, il governo iracheno dominato dagli sciiti, ha cambiato le carte del gioco politico. Obama si è sentito in dovere di lanciare degli attacchi aerei contro lo Stato Islamico, sia in Iraq che in Siria. I neocon USA hanno cercato di convincere Obama a estendere gli attacchi in Siria anche contro le forze di Assad, ma Obama si è reso conto che un simile piano avrebbe arrecato beneficio solo allo Stato Islamico e al Fronte al-Nusra.

Una delle atrocità cui ci hanno abituato i “ribelli” siriani

In effetti, i neocon si agitavano, più di quanto non avesse già fatto l’ambasciatore Oren, a favore degli estremisti sunniti alleati con Al Qaeda contro il regime laico di Assad, perché quest’ultimo è alleato dell’Iran. Ora, con la deposizione di Moussaoui che indica i dirigenti sauditi come i patron di Al Qaeda, sembra che un altro velo sia caduto.

Per complicare ancora di più le cose, Moussauoi ha affermato di avere trasmesso alcune lettere di Osama Bin Laden al principe ereditario Salman, da poco diventato re dopo la morte di suo fratello, il re Abdallah. Ma la rivelazione di Moussauoi che forse crea più imbarazzo è quella su Bandar, confidente della famiglia Bush, e che – se Moussaoui ha ragione – è stato forse protagonista di un sinistro doppio gioco.

Anche il Primo Ministro israeliano Netanyahu dovrà affrontare questioni imbarazzanti, specialmente se terrà il discorso previsto dinanzi una sessione comune del Congresso, il mese prossimo, e attacca Obama per essere troppo fiacco con l’Iran.

E i neocon USA potranno dover spiegare perché hanno portato acqua al mulino, non solo per gli Israeliani, ma per una Israele alleata de facto con l’Arabia Saudita.

(*) Il giornalista investigativo Robert Parry ha pubblicato molti articoli per Associated Press e Newsweek negli anni 1980. Il suo ultimo lavoro: America’s Stolen Narrative

http://www.informarexresistere.fr/2015/ ... -al-qaeda/


Direi che il quadro di insieme inizia ad essere sufficientemente chiaro...

[:305]



_________________
Nessuno è così schiavo come chi crede falsamente di essere libero. (Goethe)
Top
 Profilo  
 

Stellare
Stellare

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 13959
Iscritto il: 03/12/2008, 20:45
 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 09/03/2015, 13:44 
In Siria le forze occidentali hanno bombardato una raffineria,per come pensavamo a loro non interessa sconfiggere i soldati dell'I.S.I.S ma sconfiggere l'economia Siriana!. [:291] [:290]


Top
 Profilo  
 

Stellare
Stellare

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 13959
Iscritto il: 03/12/2008, 20:45
 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 09/03/2015, 13:53 
xfabiox ha scritto:
sto isis iside servirà per serivrci il finto messia e una nuova religione globale o quasi (se russia, cina si inginocchieranno)

Solo quelli del N.W.O vogliono essere i nuovi Dei,cancellando le memorie di un illustre passato che ha visto una Umanità ricca di valori e di scienze. [:305]
Svegliatevi Umani!!!. [:289]


Top
 Profilo  
 

Stellare
Stellare

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 11074
Iscritto il: 04/12/2008, 15:57
 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 09/03/2015, 15:12 
Il Dio denaro e i suoi ministri...


@Atlanticus: condivido ogni parola del tuo penultimo post. [:264]


Quanto al resto, penso che Assad debba restare saldamente dove è.

La Siria è l' ultimo Paese secolare del Medio Oriente, si è appena riformato in una democrazia, e ha ancora la sua sovranità economica.

Soprattutto questo ultimo punto spiega perchè da tanto fastidio a certi...


USA e Israele sono solo strumenti nelle mani di chi dirige il gioco da dietro le quinte...

...vengono minacciati agitando lo spettro sciita, ma il vero motivo resta sempre l' omologazione di quella parte di mondo al regime finanziario ormai vigente in Occidente.

Non si fermeranno finchè non controlleranno anche la Banca Centrale siriana.



_________________
Per quanto possa essere buia la notte sulla Terra, il sole sorgerà quando è l' ora, e c' è sempre la luce delle stelle per illuminarci nel cammino.

Non spaventiamoci per quando le tenebre caleranno, perchè il momento più buio è sempre prima dell' alba.

Noi siamo al tramonto, la notte è ancora tutta davanti, ma alla fine il sole sorgerà anche stavolta. Quello che cambia, è quello che i suoi raggi illumineranno. Facciamo che domani sotto il Sole ci sia un mondo migliore.
Top
 Profilo  
 

Galattico
Galattico

Avatar utente

Nonno sapienteNonno sapiente

Non connesso


Messaggi: 49592
Iscritto il: 27/12/2007, 11:23
 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 09/03/2015, 16:31 
[8)]



Il caso Qatar. Come finanziare tutti i terroristi islamici del mondo senza finire nella lista degli stati canaglia


Mentre Al Thani fa shopping in tutta Europa, alcuni tra i più importanti dirigenti del suo emirato finanziano a suon di milioni i jihadisti. Sanzioni? Macché. Obama lo riceve con tutti gli onori perché ha con lui «più interessi in comune che divergenze»

Immagine

GCC leaders summit in Doha

Se un altro paese avesse fatto la metà di quello che ha fatto e fa il Qatar, si ritroverebbe da anni nella lista degli stati sponsor del terrorismo e sommerso da sanzioni non inferiori a quelle che hanno colpito Siria, Russia, Iran e Sudan nell’ultimo decennio. Invece l’emirato può continuare indisturbato a fare shopping in Europa, il suo nuovo leader Tamim bin Hamad al Thani viene ricevuto a Washington con tutti gli onori da Barack Obama e la Fifa (Federazione internazionale del calcio) sconvolge i calendari agonistici di tutto il mondo a vantaggio dell’edizione della Coppa del Mondo che si giocherà fra sette anni nel piccolo Stato del Golfo Persico.

Immagine

obama-al-thani-qatar-tempi-copertina

Ufficialmente, in Siria e in Libia l’emirato ha appoggiato i gruppi ribelli sponsorizzati anche da americani ed europei, ma nella realtà attraverso individui e organizzazioni autonome con base in Doha ha finanziato e armato gruppi jihadisti e terroristici, e ogni volta che americani, europei e Onu hanno fatto presente il problema alle autorità, queste non hanno preso provvedimenti e hanno lasciato a piede libero gli accusati. Il ministero degli Affari religiosi continua a invitare imam estremisti nel paese, le persone accusate di aver raccolto e trasferito fondi ad al Qaeda, Jabhat al Nusra (la filiale siriana di al Qaeda) e all’Isis al massimo vengono arrestate per qualche settimana e poi rilasciate, e gli aiuti ufficiali dell’emirato in Libia e in Siria non vanno più agli alleati locali degli occidentali, ma ai Fratelli Musulmani e ai salafiti.

Sostanziare le accuse di cui sopra con fatti specifici è facilissimo, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Si può cominciare dal caso più esemplare, quello di Abdulrahman al Nuaymi, un impiegato del ministero dell’Educazione del Qatar protagonista di una significativa carriera. Nel dicembre 2013 il ministero delle Finanze americano ha inserito al Nuaymi nell’elenco degli Specially designated terrorists e gli ha applicato sanzioni finanziarie. L’uomo è accusato di avere trasferito milioni di dollari ad affiliati di al Qaeda in Iraq, Siria, Somalia, Libano e Yemen nel corso di un decennio. Per alcuni anni ha trasferito 2 milioni di dollari al mese ad al Qaeda in Iraq, il precursore dell’Isis, e in tempi recenti 600 mila dollari ad Abu Khaled al Suri, emissario di Ayman al Zawahiri in Siria. A leader degli al Shabaab somali avrebbe fornito 250 mila dollari. In seguito il nome di al Nuaymi è entrato nella lista nera Onu dei finanziatori di al Qaeda, poi in quelle di Turchia, Unione Europea e Regno Unito. Nonostante tutto questo, a Doha al Nuaymi è a tutt’oggi un uomo libero e le autorità locali si limitano a dire che stanno indagando su di lui come su altri casi segnalati.



La carriera dopo la prigione

La sua biografia spiega molte cose. L’ex impiegato del ministero dell’Educazione in prigione c’è stato, ma nel lontano 1998 per aver promosso una petizione che criticava la famiglia dell’emiro. Perdonato e scarcerato tre anni dopo, divenne amministratore della prestigiosa Università del Qatar, presidente del Centro arabo per la ricerca e gli studi politici, ente finanziato dallo Stato, creò la ong Gaac, impegnata a organizzare conferenze a sostegno della “resistenza” in Iraq, Somalia e Gaza, fu membro fondatore del consiglio di amministrazione dell’ente caritativo Eid bin Mohammed al Thani (legato alla dinastia degli al Thani), che un think tank americano definisce «probabilmente la più grande e influente organizzazione assistenziale salafita militante nel mondo», e presidente della Federazione calcistica del Qatar. Nel 2010 il Comitato olimpico del Qatar lo ha premiato per i suoi meriti in ambito sportivo. Nel 2009 aveva firmato il manifesto promosso da due imam radicali che accusava l’Egitto di apostasia per collaborazionismo con Israele, autorizzava il jihad «su tutto il territorio della Palestina» e invitava i musulmani a uccidere tutti gli ebrei e a impadronirsi dei loro beni. È conosciuto anche come leader di un’organizzazione per la difesa dei diritti umani che si chiama Alkarama.

Immagine

FIFA World Cup Trophy Tour arrives in QatarAl Nuaymi è solo un caso fra molti.

Secondo un anonimo diplomatico occidentale intervistato dal Daily Telegraph, «ci sono fra otto e dodici soggetti in Qatar che raccolgono milioni di sterline per i jihadisti, e non lo fanno nemmeno di nascosto». La maggior parte del denaro va a Jabhat al Nusra, ma le armi acquistate dal gruppo con tali risorse sono finite in buona parte nelle mani dell’Isis dopo che è scoppiato il conflitto fra le due organizzazioni e in molti casi la seconda ha avuto la meglio. Almeno in un caso, secondo gli americani, i soldi sono partiti dal Qatar e sono finiti direttamente nelle mani di un emiro dell’Isis, il tunisino Tariq al Harzi, che da un misterioso finanziatore residente nell’emirato ha ricevuto circa 2 milioni di dollari alla condizione che fossero utilizzati per operazioni militari.

Al gruppetto evocato dal Daily Telegraph appartiene probabilmente Hamid Abdulah al Ali, un salafita kuwaitiano che dal 2006 gli americani accusano di essere un «facilitatore di terroristi che ha procurato sostegno finanziario a gruppi affiliati ad al Qaeda e reclutatore di jihadisti» per il suo ruolo negli attacchi ai militari americani in Iraq, e che è stato detenuto in Kuwait per aver accusato i governanti di essere “kaffir”. Nonostante questo nel marzo 2012 il ministero degli Affari religiosi del Qatar lo ha invitato a pronunciare nella grande moschea di Doha il sermone del venerdì, nel corso del quale ha lodato il grande jihad condotto in Siria da Jabhat al Nusra.

Un altro salafita kuwaitiano invitato più volte in Qatar dal ministero degli Affari religiosi e autorizzato a tenere sermoni nelle moschee qatariote è Hajjaj al Ajmi. In una conferenza sponsorizzata dallo stesso ministero ha affermato che l’aiuto umanitario ai civili siriani «è importante, ma la priorità va data al sostegno ai mujaheddin e alla fornitura di armi (…). Date il vostro denaro a coloro che lo spenderanno per il jihad, non per gli aiuti umanitari». Il rappresentante di al Ajmi in Qatar responsabile delle raccolte fondi è un dipendente del ministero degli Affari religiosi autorizzato a tenere sermoni nelle moschee e spesso invitato a intervenire in tv.

Altro caso istruttivo riguarda Khalifa Subaiy, un dirigente della Banca centrale del Qatar che nel 2007 venne identificato da Bahrein, Qatar e Stati Uniti come finanziatore del terrorismo, emissario di al Qaeda in Medio Oriente e facilitatore del trasferimento di terroristi in Pakistan. Gli Stati Uniti lo accusavano di trasferire denaro alla leadership di al Qaeda in Pakistan. Condannato in contumacia nel Bahrein, fu arrestato e imprigionato in Qatar nel marzo 2008. Ma solo per sei mesi, dopodiché fu rilasciato. Washington protestò e si attivò presso il consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite perché il suo nome fosse inserito nella lista nera dei finanziatori di al Qaeda e i suoi conti bancari congelati, cosa che avvenne. Ma la giustizia qatariota si rifiutò di applicare integralmente il provvedimento: fu lasciato nella sua disponibilità un conto corrente che la Banca centrale avrebbe “sorvegliato”. Nel settembre scorso il ministero delle Finanze americano ha rivelato che Subaiy continua a operare attività finanziarie a vantaggio di al Qaeda attraverso due cittadini giordani con passaporto del Qatar, che nel 2012 hanno trasferito su sua direttiva centinaia di migliaia di dollari a dirigenti di al Qaeda in Pakistan. Le autorità del Qatar non hanno battuto ciglio. Subaiy continua a restare un uomo libero.



La complicità del banchiere

La vicenda del banchiere qatariota aiuta a ricordare che l’armadio del Qatar è pieno di scheletri della complicità dell’emirato col terrorismo di matrice islamica. Fra i leader di al Qaeda che hanno ricevuto denaro da Subaiy, infatti, c’è Khalid Sheik Mohammed, la mente dell’11 settembre e di innumerevoli altri attentati, catturato dagli americani e dai servizi segreti pakistani nel 2003 a Rawalpindi. Prima di trasferirsi in Pakistan, suo paese di origine, Khalid aveva vissuto in Qatar dal 1993 al 1996. Era stato invitato lì dall’allora ministro degli Affari religiosi, un membro della famiglia al Thani, che lo ospitava in una sua tenuta fuori Doha insieme ad altre decine di mujaheddin reduci dall’Afghanistan. Si scoprirà poi che molti di loro erano affiliati ad al Qaeda. A Khalid fu assegnato un posto di lavoro al ministero dell’Acqua e dell’elettricità, ma quello che faceva veramente sarebbe venuto a galla anni dopo.

Robert Baer, l’ex agente della Cia alla cui vita si ispira il film Syriana, scrive che negli anni Novanta «il Qatar ospitava dieci terroristi di al Qaeda che poi sarebbero apparsi sulla lista dei più ricercati». Gli americani, che avevano individuato trasferimenti di denaro dal Qatar a suo nipote Ramzi Yousef, autore del primo attentato al World Trade Center nel 1993, chiesero più volte alle autorità qatariote di arrestare Khalid, ma esse tergiversarono. Quando diedero il permesso agli americani di catturarlo, Khalid era già fuggito in Pakistan con un passaporto qatariota fornito dal ministro degli Affari religiosi. Il quale fu messo agli arresti domiciliari per qualche settimana. Alla fine dell’anno fu liberato e nominato vice ministro degli Affari interni.

L’ipocrisia di Doha

A causa delle pressioni internazionali il Qatar nel 2004 ha creato un’unità di intelligence per individuare operazioni finanziarie sospette e nel 2010 una commissione anti terrorismo che ha l’autorità per congelare depositi e asset finanziari di fiancheggiatori del terrorismo. Fino a oggi una sola transazione sospetta è stata segnalata e nessun individuo è stato sanzionato dalla commissione. Un’incredibile disinvoltura, quando si consideri che alcune campagne pubbliche di raccolta fondi per i ribelli siriani sono state approvate via twitter da Jabhat al Nusra, e che Doha ospita da quasi quattro anni lo stato maggiore di Hamas, classificata come organizzazione terroristica in molti paesi.

Il governo dell’emirato giustifica i rapporti con gli estremisti palestinesi, siriani e afghani (i talebani dispongono da tre anni di un’ambasciata) con la necessità di trattare il rilascio di ostaggi e ospitare negoziati di pace. Ma la politica del Qatar in Siria e in Libia fa pensare a tutto tranne che alla pace. Mentre individui legati in vari modi alla famiglia regnante promuovono raccolte di fondi per Jabhat al Nusra, il governo è andato spostando il suo sostegno dal Libero esercito siriano al Fronte islamico, in particolare alla formazione Ahrar al Sham. Quest’ultima vuole istituire in Siria uno Stato islamico, cosa che si spiega anche col fatto che alcuni suoi leader provengono da al Qaeda, e che la formazione ha cercato di creare un’alleanza con Jabhat al Nusra e con l’Isis.

Immagine

27th anniversary of Hamas militant group in Gaza City

In Libia il Qatar ha continuato a fornire armi alle milizie islamiste anche dopo la caduta di Gheddafi, mentre si organizzavano le elezioni per decidere il futuro del paese. Quando è scoppiata la crisi fra il “governo di Tobruk” e il “governo di Tripoli”, Doha non ha avuto esitazioni e ha appoggiato e armato le milizie della cosiddetta Alba Libica, coalizione di forze islamiste dell’area dei Fratelli Musulmani, ma che contano nelle loro file anche personaggi come Abdelhakim Belhadj, che ha combattuto coi talebani in Afghanistan e gestito a Jalalabad campi per volontari arabi che volevano battersi al fianco del mullah Omar.


Immagine

«Allah, distruggi ebrei e cristiani»

Nonostante questo e altro, Casa Bianca, dipartimento di Stato e della Difesa americani continuano a chiudere un occhio e a considerare il Qatar un alleato, come dimostra l’incontro a Washington fra l’emiro Tamim bin Hamad al Thani e il presidente Obama il 24 febbraio scorso. I motivi di tanta indulgenza starebbero nel fatto che negli ultimi anni il Qatar è diventato la principale base militare americana in Medio Oriente e che la diplomazia qatariota è il tramite attraverso cui gli Stati Uniti tengono rapporti con Fratelli Musulmani e talebani. Per rispondere alle critiche, un portavoce della Casa Bianca all’indomani dell’incontro fra i due capi di Stato ha spiegato: «L’America non concorda col Qatar su ogni questione, ma i nostri interessi convergono più spesso di quanto divergono».

Tre settimane prima dell’incontro fra Obama e al Thani, alla grande moschea di Doha il sermone del venerdì era stato affidato al wahabita saudita Sa’ad Ateeq al Ateeq, che così ha parlato: «Allah, rafforza l’islam e i musulmani. E distruggi i tuoi nemici, i nemici della religione. Allah, distruggi gli ebrei e chi li ha fatti diventare ebrei, distruggi i cristiani e gli alawiti e chiunque li abbia fatti diventare cristiani, e gli sciiti e chiunque li abbia fatti diventare sciiti. Allah, salva la moschea di al Aqsa dalle grinfie degli ebrei». Chissà se qui gli interessi convergono.

http://www.tempi.it/caso-qatar-come-fin ... P26yo6GVmM

[8)]



_________________
Immagine Operatore Radar Difesa Aerea (1962 - 1996)
U.F.O. "Astronavi da altri Mondi?" - (Opinioni personali e avvenimenti accaduti nel passato): viewtopic.php?p=363955#p363955
Nient'altro che una CONSTATAZIONE di fatti e Cose che sembrano avvenire nei nostri cieli; IRRIPRODUCIBILI, per ora, dalla nostra attuale civiltà.
Top
 Profilo  
 

Grigio
Grigio

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 2731
Iscritto il: 17/01/2012, 17:31
Località:
 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 09/03/2015, 17:14 
la taglierei io la testa a quel figlio di troia sopra la macchina


Top
 Profilo  
 
Visualizza ultimi messaggi:  Ordina per  
Apri un nuovo argomento Rispondi all’argomento  [ 3085 messaggi ]  Vai alla pagina Precedente  1 ... 105, 106, 107, 108, 109, 110, 111 ... 206  Prossimo

Time zone: Europe/Rome [ ora legale ]


Non puoi aprire nuovi argomenti
Non puoi rispondere negli argomenti
Non puoi modificare i tuoi messaggi
Non puoi cancellare i tuoi messaggi
Non puoi inviare allegati

Cerca per:
Vai a:  
cron
Oggi è 11/09/2025, 06:15
© 2015 UfoPlanet di Ufoforum.it, © RMcGirr83.org