19/03/2015, 23:50
19/03/2015, 23:55
09/04/2015, 10:24
16/05/2015, 15:17
16/05/2015, 15:54
19/06/2015, 00:48
19/06/2015, 08:19
19/06/2015, 10:11
19/06/2015, 11:13
Ufologo 555 ha scritto:(Una divagazione: a proposito di doppia morale ... Ma la legge Severino come mai non si applica all'impresentabile De Luca? E' stato proclamato presidente della regione; quindi è vero che il berlusca aveva leggi "ad personam", certo, ma ... contro di lui!)
19/06/2015, 13:29
19/06/2015, 14:47
nemesis-gt ha scritto:Non solo il cellulare, anche la batteria vi spia!!!
Guardate cosa si trova all'interno delle vostre batterie montate sugli smartphone.Un localizzatore integrato con microchip.
Questo dispositivo e' una versione avanzata del famoso microchip RFID e si chiama NFC(Near Field Communication) TAG.Se togliete l'adesivo della batteria e rimuovete questa specie di scheda integrata il vostro telefonino continuera' a funzionare tranquillamente...Guardate il Video...Guarda su youtube.com
http://terrarealtime.blogspot.it
19/06/2015, 19:03
21/06/2015, 11:00
Thethirdeye ha scritto:Cgil contro il Jobs Act: i controlli a distanza sono da «grande fratello»
Il governo: «Non viola la privacy»
http://www.corriere.it/economia/15_giug ... 309c.shtml
No viola la privacy? La privacy non esiste più, caro il mio menestrello di corte.
A parte questo, direi che i processi messi in atto, vanno avanti a piccoli (ma COSTANTI ed INESORABILI) passi......
Storia della ranocchia che non sapeva di essere cotta
http://www.naturalmentescienza.it/dai_l ... occhia.pdf
08/07/2015, 00:51
Spagna, ecco la ‘Ley Mordaza': vietato manifestare se la polizia non vuole
In vigore la nuova normativa che prevede sanzioni pecuniarie altissime, divieto di pubblicazione delle immagini che ritraggono forze dell'ordine in servizio. Le opposizioni gridano alla repressione. Il governo si difende: "Cortei più liberi e privi di violenza"
Non sono bastate chiassose e reiterate manifestazioni per mesi. A nulla è valsa la protesta costruttiva e ragionata di tutte le opposizioni. Non sono serviti cartelli, slogan e discese in piazza. Nullo (al momento) il ricorso al Tribunale Costituzionale, inconcludenti le critiche di molte associazioni europee. Rajoy e il suo governo, nonostante manchino solo alcuni mesi alla fine della legislatura, hanno tirato dritto e da poche ore la Ley Mordaza, ovvero la nuova normativa sulla libertà di stampa, è diventata effettiva. Le opposizioni gridano per la creazione di un nuovo “Stato di Polizia”, il PP difende la misura evidenziando che ci saranno “manifestazioni più libere e prive di violenza”. Ma, in concreto, cosa cambia da oggi in Spagna? La Ley Orgánica de seguridad ciudadana include 44 normative, classificate in molto gravi, gravi e lievi, con multe che vanno dai 100 fino a 600mila euro. Nel complesso i giudici perdono la potestà su quasi 3mila infrazioni nonché dovranno archiviare decine e decine di procedimenti in corso.
La nuova legge considera un’infrazione qualsiasi perturbazione grave alla sicurezza dei cittadini come, per esempio, le manifestazioni davanti al Congresso, al Senato e ai Parlamenti delle Autonomie, anche in assenza delle sedute (multe dai 601 euro a persona, per il solo “reato” di essere presenti, fino ai 30mila euro). La polizia e non un giudice – ecco il primo cambio polemico dalla vecchia alla nuova riforma – stabilirà se le riunioni in piazza saranno possibili e consentite. “Casuale” la tempistica: proprio ora che il movimento Rodea al Congreso (una sorta di Girotondi di morettiana memoria) sta avendo successo, ecco la norma ad hoc che blocca la protesta. Inoltre sarà vietato mobilitare le masse via Twitter, Facebook o Instagram per una manifestazione prima che essa sia stata autorizzata dalle autorità competenti. Organizzare una protesta in una centrale nucleare (considerata una struttura critica) potrà essere punito con una multa di oltre mezzo milione di euro.
Non solo. Telecamere, telefonini e iPad permettono oggi ad ogni cittadino di registrare, fotografe e twittare senza limiti. In molti casi le registrazioni sono state utilizzate per diffondere immagini di abusi della Polizia o come prove per incriminare gli agenti dal manganello facile. La Ley Mordaza sanziona l’uso non autorizzato delle immagini degli agenti con multe che potranno arrivare anche a 30mila euro, oltre al sequestro dei materiali. Amnesty International ha condannato questa direttiva: “Negli ultimi anni centinaia di cittadini hanno aiutato a denunciare gli abusi perpetrati dalle forze dell’ordine in tutto il mondo. Questa legge è un’autentica vergogna”. Qualcosa di buono c’è: pene più severe per i delitti di odio, di genere (difesa delle donne) e contro il terrorismo. Norme durissime per i bonifici illegali a favore delle casse dei partiti. Sarà considerata illegale una donazione a partire dai 60mila euro, diventerà delitto (fino a cinque anni di carcere) una donazione di cittadini spagnoli a partire dai 500mila euro, dai 100mila euro se parliamo di stranieri. Pene più dure anche per la corruzione, con interdizione dai pubblici uffici dai 9 ai 15 anni. Ultimo inciso, ma non più lieve. Il Código Penal introduce per la prima volta in Spagna la prisión permanente revisable. I ministri di Rajoy e il premier stesso hanno dato sfogo a tutta la loro dialettica-politichese per negare che è entrato in vigore l’ergastolo. Invece è così, hanno solo cambiato un po’ il nome.
17/07/2015, 01:40
Cameron contro i sindacati: scioperi (quasi) impossibili
Stop ai cortei con maggioranze risicate e più rispetto per cittadini e aziende. La replica: «Diritti a rischio»
Il governo inglese dichiara guerra ai sindacati e riscrive le regole del diritto di sciopero. Niente più manifestazioni di protesta indette da maggioranze risicate, maggior rispetto richiesto agli scioperanti nei confronti «della gente e delle aziende che lavorano».
Ieri, l'esecutivo conservatore ha presentato per la prima volta alla Camera dei Comuni la Trade Union Bill, ovvero la più innovativa - e per questo particolarmente contrastata - proposta di riforma della legge sul diritto allo sciopero degli ultimi trent'anni. Avrebbe voluto portarla avanti già durante il suo primo mandato David Cameron, ma non gli fu possibile poiché i Liberaldemocratici allora presenti nella coalizione di governo, si opposero. Adesso che ha le mani libere il premier ha quindi deciso che è giunto il momento di mantenere una delle promesse fatte nella sua campagna elettorale, anche perché l'iter legislativo è comunque lungo e la legge non potrà venir approvata prima del prossimo anno se tutto va bene. Tra i punti chiave della riforma figurano alcune forti limitazioni che hanno già mandato su tutte le furie l'intera opposizione laburista e tutti i sindacati. In base alla riforma lo sciopero non potrà venir indetto se i votanti non saranno almeno il 50% del totale degli iscritti e per quanto riguarda lo stato di agitazione nel settore pubblico sarà necessario il voto favorevole del 40% degli aventi diritto. I sindacati dovranno inoltre comunicare le loro intenzioni ai datori di lavoro 14 giorni prima della data fissata, consentendo alle aziende di coprire con lavoratori temporanei quelli assenti. Anche i cosiddetti contributi sindacali dovrebbero venir rivisti e non certo a vantaggio dei sindacalisti.
La riforma parla inoltre di azioni per combattere eventuali atti intimidatori nei confronti dei lavoratori che non scelgono di scioperare, ma al momento la messa al bando di alcune forme di picchettaggio sembra essere stata archiviata. Ce n'è comunque abbastanza per sollevare un gran polverone, cosa che è puntualmente accaduta ieri, durante il Question Time di Cameron. Il primo ministro si è scontrato duramente con la laburista Harriet Harman che ha accusato il governo di «voler attaccare il diritto dei lavoratori di esprimere la propria opinione sui salari e sulle condizioni di lavoro». «L'opposizione laburista ha mostrato di esser appiattita sulle posizioni dei sindacati» ha replicato Cameron aggiungendo che la pubblica opinione appoggia invece lo sforzo dei Conservatori per garantire che gli scioperi vengano indetti soltanto «per risolvere i problemi dei lavoratori» e «come ultima risorsa possibile».
Furiosa la reazione del sindacato, contrario a tutti i cambiamenti proposti. Se la legge dovesse venir approvata in questi termini, secondo Frances O' Grady, segretario generale delle Tuc, l'organismo che rappresenta le 143 organizzazioni sindacali britanniche, «sarebbe praticamente impossibile per i lavoratori esercitare quello che è un loro diritto democratico e libertà civile». «Verrebbe inoltre compromesso ancor di più il diritto di sciopero di chi opera nei settori pubblici fondamentali come per esempio le infermiere - ha spiegato O'Grady ai giornalisti della Bbc - e questo avvelenerebbe tutte le relazioni industriali nel nostro Paese».