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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 06/08/2015, 19:30 
Usa, Russia, Cina, Ue e la scacchiera del mondo ...

Lord George Curzon divenne Vicerè dell’India a soli 39 anni nel 1899. Imperterrito conservatore, era divorato da un’ossessione: l’espansionismo russo in Asia centrale; era convinto che se l’Inghilterra avesse permesso allo zar Nicola II di allargarsi in Iran e Afghanistan, sarebbero stati minacciati gli interessi vitali britannici in India.

Lord Curzon aveva una tale fobia della Russia che nel 1903 convinse il governo di Londra ad inviare un contingente militare in Tibet, certo di trovarvi le prove di una presenza militare di Mosca; ma di basi e arsenali non c’era traccia (un po’ come le armi chimiche di Saddam), in compenso quella spedizione costò la vita a quasi cinquemila tibetani (in buona parte monaci).

Nonostante tutto, però una cosa Lord Curzon aveva capito già allora: che quell’ampia regione compresa tra il Mar Caspio ad ovest, la Russia a nord, la Cina ad est e l’Oceano Indiano a sud, era una delle spine dorsali del mondo; e che ogni tassello spostato in quell’area aveva ricadute sugli equilibri globali. Nel suo libro di viaggio scrisse: “Turkestan, Afghanistan, Persia: troppi di questi nomi suscitano un senso di assoluta distanza, o il ricordo di storie lontane; per me, lo confesso, sono caselle di una scacchiera su cui si gioca il destino del mondo”.

I recenti accordi sul nucleare iraniano confermano il ruolo di “centro della scacchiera” di questa regione, sugli equilibri mondiali e sui rapporti tra Usa, Russia, Europa e Cina. Vediamo come.

USA E EUROPA
Per l’Occidente l’accordo con l’Iran c’entra poco con il pericolo nucleare (con buona pace della sicurezza di Israele). Al pari di Lord Curzon, per gli ossesionati falchi di Washington (e i fedeli esecutori di Bruxelles) l’obiettivo è sempre lo stesso: colpire la Russia.
1) L’eliminazione delle sanzioni consentirà all’Europa di importare gas e petrolio iraniani generando un danno all’economia russa e riducendo la propria dipendenza energetica da Mosca.
Attualmente l’Europa importa dalla Russia oltre il 40% del proprio fabbisogno petrolifero e il 31% di gas. Per la Russia, i ricavi da esportazioni di petrolio e gas in Europa rappresentano oltre il 52% del proprio bilancio federale. Colpire le esportazioni russe in Europa significa indebolire un’economia già in recessione e favorire tensioni interne.
Non solo, ma riaprendo i rubinetti energetici iraniani l’obiettivo a medio-termine è quello di abbassare stabilmente il prezzo del petrolio sotto i 60 dollari al barile.
2) Inoltre l’Iran è la seconda riserva di gas al mondo (dopo la Russia): aziende americane sono già pronte per allungare il gasdotto turco-iraniano (Tabriz-Ankara), fino all’Europa.

RUSSIA
Ma se è così perché la Russia ha appoggiato l’accordo iraniano?
1) Innanzitutto il venir meno del rischio nucleare elimina la scusa di una corsa agli armamenti dell’Europa a scopo difensivo scongiurando un ulteriore aumento della pressione militare Nato sui confini orientali dell’Europa.

2) Russia e Iran hanno consolidati rapporti commerciali e politici che la fine dell’isolamento di Teheran può ora incrementare; saranno aziende russe a garantire lo sviluppo del nucleare civile iraniano e investimenti in settori strategici di ricostruzione civile.
3) Russia e Iran hanno inoltre interessi convergenti in Medio Oriente ed ora Teheran può tornare a giocare un ruolo in quello spazio geopolitico garantendo aiuti allo storico alleato siriano assediato dall’avanzata sunnita dell’Isis e dei ribelli armati dagli Usa. Per Mosca la tenuta di Assad è fondaentale per conservare l’unico sbocco navale nel Mediterraneo della flotta russa a Tartus.
4) Inoltre per molti analisti russi non esiste un rischio energetico per l’ingresso nel mercato da parte dell’Iran; occorreranno almeno 10 anni perché gli impianti produttivi di gas e petrolio possano competere con la produzione russa. Come dicono al Cremlino “L’effetto Iran sul mercato del petrolio e del gas è più psicologico che reale”.

CINA
1) La Cina già oggi è il principale importatore mondiale di petrolio iraniano e saranno soprattutto aziende cinesi a sviluppare infrastrutture e investimenti tecnologici per modernizzare i giacimenti petroliferi iraniani, ormai obsoleti.
2) Nonostante le sanzioni, il valore degli accordi commerciali sino-iraniani sono passati dai 3 miliardi di dollari del 2011 ai 50 miliardi del 2014.
3) La Cina, a differenza della Russia naviga in condizioni econiche migliori e non è sottopsota alla pressione militare occidentale potrebbe essere quindi il partner preferito dall’Iran.
4) La fine dell’isolamento consentirà all’Iran di partecipare attivamente al progetto di Pechino “One Belt One Road” (una cintura, una via), per costruire un’area economico integrato eurasiatico che coinvolge i paesi attraversti dall’antica Via della Seta (Uzbekistan, Iran, Pakistan, India) eludendo il sistema di alleanze americano nella regione.

Insomma l’accordo sul nucleare iraniano modifica gli equilibri mondiali. Aveva ragione Lord Curzon; questa zona del mondo è il centro della scacchiera.

http://blog.ilgiornale.it/rossi/2015/08 ... del-mondo/



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U.F.O. "Astronavi da altri Mondi?" - (Opinioni personali e avvenimenti accaduti nel passato): viewtopic.php?p=363955#p363955
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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 06/08/2015, 19:55 
Cita:
La Cina ha creato un drone in grado di vedere gli aerei Stealth Usa

Secondo il britannico Independent, Pechino potrebbe presto togliere a Washington un suo grosso vantaggio in campo militare. E ci sarebbe già stato un test coronato da successo


Immagine

WASHINGTON - Pechino potrebbe presto togliere a Washington quello che forse è il suo più grande vantaggio in campo militare. Secondo il britannico Independent, la Cina ha sviluppato un grande drone (aereo senza pilota controllato a distanza) a doppia fusoliera battezzato "Divine Eagle" ("Shen Diao") con un'antenna speciale in grado di individuare a grandissima distanza i jet finora invisibili ai radar: parliamo degli aerei da guerra più moderni, come i caccia F-22 Raptor e F-35 Jsf (di cui l'Italia acquisterà 90 esemplari) ed il bombardiere B-2 Spirit. Prima dell'Independent anche la 'Bibbia' del settore Difesa, il Janes's Information Group, aveva accennato a questo possibile problema. Secondo il giornale britannico, in un test l'Aquila Divina è stata in grado di rilevare un F-22 a largo delle coste sudcoreane a 500 km, una distanza tale da rendere - in teoria - possibile la preparazione di tutte le contromisure per abbatterlo. Il tutto senza che l'F-22 possa accorgersene: il radar montato sul Raptor, l'AN/APG-77 ha infatti una portata massima stimata tra i 200 ed i 400 chilometri.


http://www.repubblica.it/esteri/2015/08 ... 120494449/


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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 07/08/2015, 12:13 
Gli ‪‎USA‬ e il "Sistema" vogliono una nuova guerra mondiale... ne hanno bisogno.

E se non ci svegliamo in tempo l'avranno...

Si delinea la nuova guerra mondiale Usa
Maurizio Blondet

Gli eventi sembrano precipitare. L’aggressione si svolge sui vari fronti aperti dall’Impero del Caos. Vediamoli

Fronte della Siria

Come si sa, Barak Obama ha autorizzato una forte escalation dei bombardamenti in Siria. La scusa è difendere le formazioni di ribelli addestrate dal Pentagono contro DAESH, e di fatto debellate dai terroristi cattivi. Il numero dei ribelli “buoni” (una sessantina) da difendere con bombardamenti aerei rende trasparente come la scusa sia risibile. Il punto è che gli Usa vogliono abbattere il regime di Assad, come erano pronti a fare nel 2013 e sono stati impediti di fare.

Nei giorni seguenti, qualche fonte ventilava un piano occidentale che sembrava poco credibile: mettere “scarponi sul terreno”, per creare zone “liberate” interne alla Siria, dove i terroristi moderati possano instaurare il loro regime al riparo sia da DAESH, sia dall’aviazione siriana. Soprattutto da questa. Poiché le forze armate Usa ed occidentali hanno sempre evitato di impegnare truppe di terra loro proprie in simili teatri (o piuttosto pantani), la cosa pareva fantasiosa.

SAS mascherati da jihadisti operano in Siria

Questa notizia assume tutta la sua gravità se collegata ad un’altra, apparsa il 2 agosto sul britannico Sunday Express: “La SAS si traveste da combattenti dello Stato Islamico nella guerra segreta contro i jihadisti”.

Il giornale ci racconta che “più di 120 membri del reggimento di elite si trovano attualmente nel paese sconvolto dalla guerra, segretamente travestiti in nero e sventolando le bandiere dello Stato Islamico”.

http://www.express.co.uk/news/uk/595439 ... er-Jihadis

Non ci vuol molto a capire che questi commando non servono a “combattere il califfato”, ma sono i puntatori, quelli che sul terreno hanno il compito di “illuminare” i bersagli da colpire, che poi gli aerei (in parte, droni in partenza dalla base turco-americana di Incirlik) colpiscono con bombe a guida laser. Sono stati mandati ad aiutare i jihadisti a rovesciare Assad. Il Sunday Express precisa che questi SAS mascherati da DAESH sono “sostenuti da oltre 250 specialisti che forniscono il sostegno delle comunicazioni”. Ciò che chiarisce in modo definitivo le funzioni dei finti-veri britannici islamisti. Per di più, il giornale inglese cita “l’ex capo dell’esercito britannico lord Richard” il quale dice: “i carri armati entreranno in azione” in Siria, perchè “lo Stato Islamico non sarà vinto senza uno sforzo concertato sul terreno”.

Quindi è vero: hanno deciso di rischiare truppe di terra per farla finita con la Siria.

Il Wall Street Journal (neocon) parla già di “Libia 2.0”. Complimenti, bel progetto.

Parà russi pronti per Assad

E’ in questo contesto che, il 4 agosto, l’agenzia Itar-Tass rende noto che “paracadutisti sono pronti ad aiutare la Siria a combattere il terrorismo”: Il generale Vladimir Shamanov, comandante delle Truppe Aerotrasportate Russe, dichiara che “naturalmente eseguiremo gli ordini dati dalla leadership del paese”. Anche la Russia è pronta ad inviare in Siria – dove ha una base navale, la sola del Mediterraneo, a Tartus – truppe di terra.

Solo il giorno prima, il 3 agosto. Il ministro degli esteri Lavrov aveva incontrato a Doha il collega John Kerry e il pari grado saudita Adel al-Jubeir presentando un piano russo “mirante a creare un vasto fronte antiterrorista” per contenere la diffusione del terrorismo “in Siria, in Irak e in altri paesi della regione; Mosca ritiene che di questa coalizione debbano far parte anche le forze armate irachene e siriane – che effettivamente già combattono contro il Califfato – nonché i curdi. E ciò, “nel quadro del diritto internazionale”. Putin intende chiedere il mandato ONU, durante la sessione plenaria che deve tenersi a settembre.

Sembra che l’iniziativa di Obama miri a prevenire e vanificare questo piano russo, che metterebbe sotto il controllo internazionale la lotta al terrorismo, rendendo più difficile colpire il regime siriano fingendo di colpire i fanatici del Califfato. Ai russi – a giudicare dai commenti raccolti dai loro media – è chiaro che Obama mira a distruggere quel poco che resta dell’aviazione di Assad, quasi unico elemento di superiorità contro i jihadisti.

https://www.rt.com/op-edge/311670-us-re ... gon-syria/

Gli americani cercano la provocazione che consenta loro di eliminare il regime sostenuto da Mosca, e la base navale russa nel Mediterraneo.

Il portavoce della Casa Bianca John Earnest dice: “Per il momento, il regime di Assad ha rispettato l’avvertimento che gli abbiamo dato, di non immischiarsi nelle nostre attività all’interno della Siria”. Ovviamente l’armata siriana non spara sugli aviogetti occidentali che solcano i suoi cieli: una forza del tutto sproporzionata rispetto alla sua, che ha condotto migliaia di incursioni, le quali hanno prodotto almeno 450 vittime civili (secondo il sito Airwars, il numero può essere di oltre 1200)

http://airwars.org/

Il voltafaccia di Ankara

Immagine

La Turchia s’è evidentemente accordata con la strategia americana: finge di partecipare alla guerra contro il terrorismo di DAESH (che invece favorisce apertamente) e bombarda i curdi (specie ma non solo del PKK) che sono la sola forza di terra che impegna in conflitto i guerriglieri di DAESH. Per fare ciò, ha di sicuro avuto il permesso di Washington: i curdi, con le loro speranze di costituire uno stato nazionale ritagliato dai territori abitati da loro in Siria, Ira k e Turchia, sembrano essere stati venduti, in cambio dell’impegno di Erdogan di creare (secondo un accordo stilato fra turchi e americani a fine luglio) la creazione di una “zona di sicurezza” lungo la frontiera turco-siriana: un “santuario” per i jihadisti protetti d a Washington e per quelli sostenuti da Ankara.

Selahattin Demirtas, il capo del partito curdo d’opposizione HDP in Parlamento ad Ankara conferma: “La Turchia non intende colpire lo Stato Islamico con questa zona protetta. La zona cuscinetto è mirata a fermare i curdi, non lo IS”.

Ankara crea un battaglione islamico per aiutare Kiev..

Il primo agosto, all’hotel Bilkent di Ankara, il ministro degli esteri di Kiev, Pavlo Klimkin, e il vice-primo ministro turco Numan Kurtulmus presiedono al “Congresso mondiale dei Tatari” (più di 200 associazioni). Lì il capo storico (e agente della Cia fin dai tempi di Reagan) dei tatari anti-russi, Mustafa Abdulcemil Cemiloglu ha annunciato la creazione di una “brigata musulmana internazionale”: per combattere in Crimea, dove abita una forte minoranza tatara e musulmana. La brigata islamista avrà base a Herson, e presso la frontiera della Crimea. Alla fine del Congresso, Cemiloglu è stato ricevuto da Erdogan che lo ha assicurato del suo appoggio, in funzione antirussa.

Ciascuno è in grado di valutare l’avventurismo turco, che non esita a scatenare il jihadismo nel cuore d’Europa.

A ulteriore conferma dell’alleanza Usa-Ankara, la notizia: il Turk Stream è stato bloccato sine die. Ossia il progetto di potenziamento del gasdotto (in parte ricalca il SouthStream) che doveva portare gas russo in Europa del Sud (Italia, Grecia, Bulgaria) attraverso la Turchia. Il progetto era stato proposto da Putin ad Erdogan nel 2014. Ora è Erdogan che silura il piano. L’alleanza anti-Assad con gli americani vale il prezzo.

Fronte del Donbass - Una bomba sporca per accusare i ribelli

Il giornalista ucraino Anatoly Shary, rifugiato in Russia, rivelava in un suo video del 2 agosto che gli occidentali si preparavano ad accusare i ribelli del Donbass di lanciare una bomba sporca – un classico false flag e pretesto per un intervento armato risolutivo delle truppe di Kiev, attualmente inquadrate, addestrate ed armate (e molto rimpolpate) da personale USA.

http://reseauinternational.net/ce-que-l ... a-donetsk/

Notizia fantastica? Pura invenzione di parte?

Ma no: bastava leggere il Times di Londra del 1 agosto. L’ex autorevole giornale britannico comincia la campagna di preparazione al false flag. Titolo: “I ribelli ucraini ‘fabbricano la bomba sporca’ con l’aiuto di scienziati russi”.

http://www.thetimes.co.uk/tto/news/worl ... 514313.ece

L’articolo è a suo modo un capolavoro. Gli insorti del Donbass stanno fabbricando la bomba sporca con rifiuti radiologici e la collaborazione di “scienziati atomici russi”. Volontari, cani sciolti, evidentemente. Perché il Times aggiunge che Mosca ha negato la sua collaborazione alla costruzione della bomba sporca – il che dimostra solo che “il Cremlino non controlla più i ribelli”. Ma la sua colpa non diminuisce per questo. Il Times invita il presidente Putin a “dimostrarsi un dirigente responsabile” , autorizzando l’OSCE (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa) a ispezionare i “nascosti depositi radioattivi” nel territorio del Donbass.

L’OCSE ha osservatori sul posto, che non notano le violazioni degli accordi di Minsk sul cessate il fuoco da parte delle forze armate di Kiev (a questo punto, americane) contro il Donbass. Che importa? Gli accordi di Minsk sono “morti e sepolti”, secondo il Times: “Lo spiegamento e la consegna di carri armati, lo spiegamento di artiglierie pesanti rendono assurde le promesse fatte da Vladimir Putin”, accusa il Times. Senza degnarsi di fornire le prove delle sue accuse.

Non servono, le prove. Il Times dice di aver letto “un rapporto dei servizi ucraini SBU” (della cui credibilità siamo tutti consci) il quale assicura che gli insorti hanno portato via “rifiuti radioattivi immagazzinati nella Fabbrica chimica di Donetsk”. La fabbrica “giace sulla linea del fronte di guerra tra i ribelli e l’armata ucraina”. Dunque anche l’armata di Kiev potrebbe aver preso il materiale? No, cosa dite. Sono i ribelli.

Quindi vogliono preparare la bomba sporca. Anzi la stanno già preparando.

E ciò, secondo il giornale britannico, “mostra o che Mosca si appresta ad aggravare il conflitto, oppure che ha perduto il controllo dei ribelli”. E “questa imprevedibilità costituisce una minaccia alla sicurezza d’Europa”. Motivo più che sufficiente per l’intervento NATO.

Se la Russia strumentalizza gli accordi di Minsk per mascherare la preparazione a un più grave conflitto, è necessario rivedere completamente i rapporti tra l’Occidente e l’Est, “indurendo le sanzioni contro Mosca”

“Putin crede che creando incertezza a proposito dell’influenza russa (sui ribelli), ottiene il diritto di dettare le sue condizioni. Si sbaglia. Invece, trasforma rapidamente la Russia in stato-canaglia”.

Detto dal giornale semi-ufficiale della Gran Bretagna, che ha sul terreno in Siria i suoi commandos “mascherati da jihadisti dell’IS” per abbattere il governo legittimo, è una singolare impudenza. Ma soprattutto una seria minaccia: gli “stati-canaglia” sono quelli che, per definizione, l’Occidente si prepara ad aggredire per renderli democratici

Sui fronti aperti, Siria e Ucraina, è evidente lo sforzo di provocare la Russia per aver il pretesto di schiacciarla, umiliarla se si rifiuta al confronto militare, strapparle le zone di influenza.

E l’Europa?

“L’ondata di immigrazione causata dagli interventi Usa”

Ha avuto il coraggio di dirlo – unico – il presidente ceco Milos Zeman, in una intervista a Sputnik. “L’attuale ondata di immigrazione in Europa” non ci sarebbe, senza “l’idea folle di restaurare l’ordine in Libia e in Siria…In seguito a queste operazioni militari sono sorti sul territorio di questi paesi dei regimi terroristi, ed è questo che scatena il flusso incontrollato di clandestini in Europa”. La colpa, ha il coraggio di dire Zeman, non è solo degli Stati Uniti ma “dei loro alleati nell’Unione Europea”.

Si tratta della semplice verità, che Londra e Bruxelles, Roma e Berlino e Parigi non hanno mai pronunciato. Da noi, i giornalisti embedded tacciono sulle responsabilità Usa e NATIO nella destabilizzazione in corso, che porta ai flussi di migranti.

Zeman ha detto di voler portare la questione all’assemblea generale dell’ONU di settembre; lui proporrà, ha annunciato, la creazione di unità militari per distruggere i campi d’addestramento jihadisti. “Ecco quel che bisogna fare al momento, e non penetrare da qualche parte con cingolati, artiglieria e fanteria”, ha detto Zeman: con chiara allusione alle prove di invasione limitata attuate da Usa ed Ankara. Evidentemente, appoggia il piano russo che gli americani e gli inglesi stanno mandando a monte. Piccolo particolare, i campi d’addestramento dei jihadisti da distruggere: sono in Turchia e Giordania, altri in Arabia Saudita.

http://www.altrainformazione.it/wp/2015 ... sjIfw.dpuf



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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 07/08/2015, 12:27 
Atlanticus81 ha scritto:
Gli ‪‎USA‬ e il "Sistema" vogliono una nuova guerra mondiale... ne hanno bisogno.

E se non ci svegliamo in tempo l'avranno...

Si delinea la nuova guerra mondiale Usa
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Gli eventi sembrano precipitare. L’aggressione si svolge sui vari fronti aperti dall’Impero del Caos. Vediamoli

Fronte della Siria

Come si sa, Barak Obama ha autorizzato una forte escalation dei bombardamenti in Siria. La scusa è difendere le formazioni di ribelli addestrate dal Pentagono contro DAESH, e di fatto debellate dai terroristi cattivi. Il numero dei ribelli “buoni” (una sessantina) da difendere con bombardamenti aerei rende trasparente come la scusa sia risibile. Il punto è che gli Usa vogliono abbattere il regime di Assad, come erano pronti a fare nel 2013 e sono stati impediti di fare.

Nei giorni seguenti, qualche fonte ventilava un piano occidentale che sembrava poco credibile: mettere “scarponi sul terreno”, per creare zone “liberate” interne alla Siria, dove i terroristi moderati possano instaurare il loro regime al riparo sia da DAESH, sia dall’aviazione siriana. Soprattutto da questa. Poiché le forze armate Usa ed occidentali hanno sempre evitato di impegnare truppe di terra loro proprie in simili teatri (o piuttosto pantani), la cosa pareva fantasiosa.

SAS mascherati da jihadisti operano in Siria

Questa notizia assume tutta la sua gravità se collegata ad un’altra, apparsa il 2 agosto sul britannico Sunday Express: “La SAS si traveste da combattenti dello Stato Islamico nella guerra segreta contro i jihadisti”.

Il giornale ci racconta che “più di 120 membri del reggimento di elite si trovano attualmente nel paese sconvolto dalla guerra, segretamente travestiti in nero e sventolando le bandiere dello Stato Islamico”.

http://www.express.co.uk/news/uk/595439 ... er-Jihadis

Non ci vuol molto a capire che questi commando non servono a “combattere il califfato”, ma sono i puntatori, quelli che sul terreno hanno il compito di “illuminare” i bersagli da colpire, che poi gli aerei (in parte, droni in partenza dalla base turco-americana di Incirlik) colpiscono con bombe a guida laser. Sono stati mandati ad aiutare i jihadisti a rovesciare Assad. Il Sunday Express precisa che questi SAS mascherati da DAESH sono “sostenuti da oltre 250 specialisti che forniscono il sostegno delle comunicazioni”. Ciò che chiarisce in modo definitivo le funzioni dei finti-veri britannici islamisti. Per di più, il giornale inglese cita “l’ex capo dell’esercito britannico lord Richard” il quale dice: “i carri armati entreranno in azione” in Siria, perchè “lo Stato Islamico non sarà vinto senza uno sforzo concertato sul terreno”.

Quindi è vero: hanno deciso di rischiare truppe di terra per farla finita con la Siria.

Il Wall Street Journal (neocon) parla già di “Libia 2.0”. Complimenti, bel progetto.

Parà russi pronti per Assad

E’ in questo contesto che, il 4 agosto, l’agenzia Itar-Tass rende noto che “paracadutisti sono pronti ad aiutare la Siria a combattere il terrorismo”: Il generale Vladimir Shamanov, comandante delle Truppe Aerotrasportate Russe, dichiara che “naturalmente eseguiremo gli ordini dati dalla leadership del paese”. Anche la Russia è pronta ad inviare in Siria – dove ha una base navale, la sola del Mediterraneo, a Tartus – truppe di terra.

Solo il giorno prima, il 3 agosto. Il ministro degli esteri Lavrov aveva incontrato a Doha il collega John Kerry e il pari grado saudita Adel al-Jubeir presentando un piano russo “mirante a creare un vasto fronte antiterrorista” per contenere la diffusione del terrorismo “in Siria, in Irak e in altri paesi della regione; Mosca ritiene che di questa coalizione debbano far parte anche le forze armate irachene e siriane – che effettivamente già combattono contro il Califfato – nonché i curdi. E ciò, “nel quadro del diritto internazionale”. Putin intende chiedere il mandato ONU, durante la sessione plenaria che deve tenersi a settembre.

Sembra che l’iniziativa di Obama miri a prevenire e vanificare questo piano russo, che metterebbe sotto il controllo internazionale la lotta al terrorismo, rendendo più difficile colpire il regime siriano fingendo di colpire i fanatici del Califfato. Ai russi – a giudicare dai commenti raccolti dai loro media – è chiaro che Obama mira a distruggere quel poco che resta dell’aviazione di Assad, quasi unico elemento di superiorità contro i jihadisti.

https://www.rt.com/op-edge/311670-us-re ... gon-syria/

Gli americani cercano la provocazione che consenta loro di eliminare il regime sostenuto da Mosca, e la base navale russa nel Mediterraneo.

Il portavoce della Casa Bianca John Earnest dice: “Per il momento, il regime di Assad ha rispettato l’avvertimento che gli abbiamo dato, di non immischiarsi nelle nostre attività all’interno della Siria”. Ovviamente l’armata siriana non spara sugli aviogetti occidentali che solcano i suoi cieli: una forza del tutto sproporzionata rispetto alla sua, che ha condotto migliaia di incursioni, le quali hanno prodotto almeno 450 vittime civili (secondo il sito Airwars, il numero può essere di oltre 1200)

http://airwars.org/

Il voltafaccia di Ankara

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La Turchia s’è evidentemente accordata con la strategia americana: finge di partecipare alla guerra contro il terrorismo di DAESH (che invece favorisce apertamente) e bombarda i curdi (specie ma non solo del PKK) che sono la sola forza di terra che impegna in conflitto i guerriglieri di DAESH. Per fare ciò, ha di sicuro avuto il permesso di Washington: i curdi, con le loro speranze di costituire uno stato nazionale ritagliato dai territori abitati da loro in Siria, Ira k e Turchia, sembrano essere stati venduti, in cambio dell’impegno di Erdogan di creare (secondo un accordo stilato fra turchi e americani a fine luglio) la creazione di una “zona di sicurezza” lungo la frontiera turco-siriana: un “santuario” per i jihadisti protetti d a Washington e per quelli sostenuti da Ankara.

Selahattin Demirtas, il capo del partito curdo d’opposizione HDP in Parlamento ad Ankara conferma: “La Turchia non intende colpire lo Stato Islamico con questa zona protetta. La zona cuscinetto è mirata a fermare i curdi, non lo IS”.

Ankara crea un battaglione islamico per aiutare Kiev..

Il primo agosto, all’hotel Bilkent di Ankara, il ministro degli esteri di Kiev, Pavlo Klimkin, e il vice-primo ministro turco Numan Kurtulmus presiedono al “Congresso mondiale dei Tatari” (più di 200 associazioni). Lì il capo storico (e agente della Cia fin dai tempi di Reagan) dei tatari anti-russi, Mustafa Abdulcemil Cemiloglu ha annunciato la creazione di una “brigata musulmana internazionale”: per combattere in Crimea, dove abita una forte minoranza tatara e musulmana. La brigata islamista avrà base a Herson, e presso la frontiera della Crimea. Alla fine del Congresso, Cemiloglu è stato ricevuto da Erdogan che lo ha assicurato del suo appoggio, in funzione antirussa.

Ciascuno è in grado di valutare l’avventurismo turco, che non esita a scatenare il jihadismo nel cuore d’Europa.

A ulteriore conferma dell’alleanza Usa-Ankara, la notizia: il Turk Stream è stato bloccato sine die. Ossia il progetto di potenziamento del gasdotto (in parte ricalca il SouthStream) che doveva portare gas russo in Europa del Sud (Italia, Grecia, Bulgaria) attraverso la Turchia. Il progetto era stato proposto da Putin ad Erdogan nel 2014. Ora è Erdogan che silura il piano. L’alleanza anti-Assad con gli americani vale il prezzo.

Fronte del Donbass - Una bomba sporca per accusare i ribelli

Il giornalista ucraino Anatoly Shary, rifugiato in Russia, rivelava in un suo video del 2 agosto che gli occidentali si preparavano ad accusare i ribelli del Donbass di lanciare una bomba sporca – un classico false flag e pretesto per un intervento armato risolutivo delle truppe di Kiev, attualmente inquadrate, addestrate ed armate (e molto rimpolpate) da personale USA.

http://reseauinternational.net/ce-que-l ... a-donetsk/

Notizia fantastica? Pura invenzione di parte?

Ma no: bastava leggere il Times di Londra del 1 agosto. L’ex autorevole giornale britannico comincia la campagna di preparazione al false flag. Titolo: “I ribelli ucraini ‘fabbricano la bomba sporca’ con l’aiuto di scienziati russi”.

http://www.thetimes.co.uk/tto/news/worl ... 514313.ece

L’articolo è a suo modo un capolavoro. Gli insorti del Donbass stanno fabbricando la bomba sporca con rifiuti radiologici e la collaborazione di “scienziati atomici russi”. Volontari, cani sciolti, evidentemente. Perché il Times aggiunge che Mosca ha negato la sua collaborazione alla costruzione della bomba sporca – il che dimostra solo che “il Cremlino non controlla più i ribelli”. Ma la sua colpa non diminuisce per questo. Il Times invita il presidente Putin a “dimostrarsi un dirigente responsabile” , autorizzando l’OSCE (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa) a ispezionare i “nascosti depositi radioattivi” nel territorio del Donbass.

L’OCSE ha osservatori sul posto, che non notano le violazioni degli accordi di Minsk sul cessate il fuoco da parte delle forze armate di Kiev (a questo punto, americane) contro il Donbass. Che importa? Gli accordi di Minsk sono “morti e sepolti”, secondo il Times: “Lo spiegamento e la consegna di carri armati, lo spiegamento di artiglierie pesanti rendono assurde le promesse fatte da Vladimir Putin”, accusa il Times. Senza degnarsi di fornire le prove delle sue accuse.

Non servono, le prove. Il Times dice di aver letto “un rapporto dei servizi ucraini SBU” (della cui credibilità siamo tutti consci) il quale assicura che gli insorti hanno portato via “rifiuti radioattivi immagazzinati nella Fabbrica chimica di Donetsk”. La fabbrica “giace sulla linea del fronte di guerra tra i ribelli e l’armata ucraina”. Dunque anche l’armata di Kiev potrebbe aver preso il materiale? No, cosa dite. Sono i ribelli.

Quindi vogliono preparare la bomba sporca. Anzi la stanno già preparando.

E ciò, secondo il giornale britannico, “mostra o che Mosca si appresta ad aggravare il conflitto, oppure che ha perduto il controllo dei ribelli”. E “questa imprevedibilità costituisce una minaccia alla sicurezza d’Europa”. Motivo più che sufficiente per l’intervento NATO.

Se la Russia strumentalizza gli accordi di Minsk per mascherare la preparazione a un più grave conflitto, è necessario rivedere completamente i rapporti tra l’Occidente e l’Est, “indurendo le sanzioni contro Mosca”

“Putin crede che creando incertezza a proposito dell’influenza russa (sui ribelli), ottiene il diritto di dettare le sue condizioni. Si sbaglia. Invece, trasforma rapidamente la Russia in stato-canaglia”.

Detto dal giornale semi-ufficiale della Gran Bretagna, che ha sul terreno in Siria i suoi commandos “mascherati da jihadisti dell’IS” per abbattere il governo legittimo, è una singolare impudenza. Ma soprattutto una seria minaccia: gli “stati-canaglia” sono quelli che, per definizione, l’Occidente si prepara ad aggredire per renderli democratici

Sui fronti aperti, Siria e Ucraina, è evidente lo sforzo di provocare la Russia per aver il pretesto di schiacciarla, umiliarla se si rifiuta al confronto militare, strapparle le zone di influenza.

E l’Europa?

“L’ondata di immigrazione causata dagli interventi Usa”

Ha avuto il coraggio di dirlo – unico – il presidente ceco Milos Zeman, in una intervista a Sputnik. “L’attuale ondata di immigrazione in Europa” non ci sarebbe, senza “l’idea folle di restaurare l’ordine in Libia e in Siria…In seguito a queste operazioni militari sono sorti sul territorio di questi paesi dei regimi terroristi, ed è questo che scatena il flusso incontrollato di clandestini in Europa”. La colpa, ha il coraggio di dire Zeman, non è solo degli Stati Uniti ma “dei loro alleati nell’Unione Europea”.

Si tratta della semplice verità, che Londra e Bruxelles, Roma e Berlino e Parigi non hanno mai pronunciato. Da noi, i giornalisti embedded tacciono sulle responsabilità Usa e NATIO nella destabilizzazione in corso, che porta ai flussi di migranti.

Zeman ha detto di voler portare la questione all’assemblea generale dell’ONU di settembre; lui proporrà, ha annunciato, la creazione di unità militari per distruggere i campi d’addestramento jihadisti. “Ecco quel che bisogna fare al momento, e non penetrare da qualche parte con cingolati, artiglieria e fanteria”, ha detto Zeman: con chiara allusione alle prove di invasione limitata attuate da Usa ed Ankara. Evidentemente, appoggia il piano russo che gli americani e gli inglesi stanno mandando a monte. Piccolo particolare, i campi d’addestramento dei jihadisti da distruggere: sono in Turchia e Giordania, altri in Arabia Saudita.

http://www.altrainformazione.it/wp/2015 ... sjIfw.dpuf



D'altronde se non fosse stato per la seconda guerra mondiale ,non sarebbero mai usciti dalla grande depressione .Loro l'hanno vissuta come un opportunità.La grande macchina da guerra che fu mossa a quel tempo ,creò enormi quantità di posti di lavoro ,
e d'investimenti ,che finita la guerra non cessò affatto .



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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 07/08/2015, 13:38 
Un momento ... c'è anche da dire che chi vuole una guerra si prepara in tempo! Quando entrarono gli americani in guerra avevano tutta la Flotta obsoleta, gli aerei (di qualsiasi tipo) a dir poco ridicoli ... Mah! [:296]
Hitler preparò tutto con cura e molti anni prima ... [;)]



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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 07/08/2015, 14:05 
Ufologo 555 ha scritto:
Un momento ... c'è anche da dire che chi vuole una guerra si prepara in tempo!


Mi pare che di tempo ne abbiano avuto a sufficienza no?!

[;)]



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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 07/08/2015, 14:15 
Bèh, da dopo la guerra mondiale in effetti, sì! Per il motivo di non essere colti di sorpresa ancora una volta (perché io sono convinto che sia andata così) [^] Da lì nacque la "Second Strike Capability" [;)]



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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 11/08/2015, 17:27 
Georgian Foreign Ministry Issues Protest Note to Russia

The Ministry of Foreign Affairs of Georgia claims to have submitted a note of protest to the Russian Federation through the Embassy of the Swiss Confederation on 10 August 2015.

[img]http://georgiatoday.ge/thumb.php?w=300&h=300&render=resize&img=news%2F2015%2F08%2F11%2Fa350e945621e1c93ab9c305d73a8c88f.jpg
[/img]

“The Swiss side was handed a note of protest for submitting it to the Russian Federation in connection with the illegal re-installation by the Russian occupation forces of the banner marking the so-called “state border” on the territory adjacent to the village of Tsitelubani of Gori municipality on 6 August,” stated the Ministry.

According to the Ministry, the Swiss Embassy was also handed a set of protest notes in July about various violations carried out in Georgia’s occupied territories.

http://georgiatoday.ge/news/908/Georgia ... -to-Russia


La ragione sarebbe che qualche notte fa qualcuno avrebbe spostato dei cartelli di confine tra Georgia ed Ossetia del sud in territorio georgiano di alcune centinaia di metri, pare includendo un tratto dell'oleodotto da Baku.

Un "false flag " in atto per affermare che la Russia stia invadendo la Georgia?!

[:291]

Queste sono le notizie che vengono divulgate da una testata giornalistica vicina ad ambienti NATO ed atlantisti...

The Wolves in the Sheep’s Skin: Germans at Kremlin’s Service
http://www.georgianjournal.ge/georgian- ... rvice.html

Viewpoint: What's behind Russia's actions in Georgia? - BBC
http://www.georgianjournal.ge/politics/ ... a-bbc.html

Why Putin’s Phony Wars Work Better Than ‘Real Ones’ - The Daily Beast
http://www.georgianjournal.ge/politics/ ... beast.html

Georgia e Caucaso temo diventeranno una zona molto calda nei prossimi mesi...

[V]



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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 11/08/2015, 19:13 
... mai stato così ..."irrequieto" il mondo ... [8)]



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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 12/08/2015, 22:40 
Immagine

La NATO e la Russia si stanno preparando per un probabile conflitto militare

Posted by voxpopuli.xyz

By Redazione

La NATO e la Russia si stanno preparando per un probabile conflitto militare, secondo quanto rivela una analisi tattica di un gruppo di esperti in materia di difesa europea.
“La Russia si sta predisponendo ad un prossimo confronto con la NATO e la NATO a sua volta si prepara ad una possibile conflitto con la Russia”, recita l’informativa pubblicata questo Mercoledì dalla” European Leadership Network” (ELN).

La NATO ha svolto in Giugno le manovre del “Allied Shield” (scudo alleato) in cui ha impiegato circa 15.000 militari dei 19 stati membri, in alcune nazioni d’Europa dell’Est, come in Romania o in Polonia dove ha portato a compimento il suo primo spiegamento della nuova Forza di Reazione Rapida della NATO che è stata creata in risposta alla crisi dell’Ucraina e in cui la Germania svolge un ruolo significativo.

D’altra parte la Russia ha dispiegato in Marzo 80.000 militari e migliaia di unità di equipaggiamento che hanno partecipato alle ispezioni di preparazione per un “combattimento istantaneo” in tutto il paese.
In questo contesto , l’Istituto europeo si basa su queste due grandi esercitazioni militari ed indica che, mentre i portavoce delle due parti affermano che queste operazioni sarebbero indirizzate contro oppositori ipotetici, la natura intensificata e la scala su cui sono state fatte, indicano il contrario. Pertanto si argomenta che “entrambe le esercitazioni dimostrano che ciascuna delle parti sta addestrando al meglio le capacità dell’altra parte ed i piani di guerra più probabili che sono in programma.

Le truppe della NATO stanno partecipando all’operazione BALTOPS a Utska (Polonia), dal 17 Giugno del 2015. Il gruppo di esperti ha indicato che il cambiamento nel profilo delle esercitazioni è un fatto che a sua volta alimenta le tensioni geopolitiche in corso ed ha pubblicato quattro raccomandazioni , come aumentare la comunicazione tra le due parti sulla programmazione delle manovre, per minimizzare le tensioni riferite all’aumento della frequenza e della importanza di queste.

“Queste tensioni aggravano molto e fanno aumentare una sensazione di imprevedibilità quendo le esercitazioni non sono preannunciate in anticipo pubblicamente”, segnala il gruppo di esperti.
Le relazioni tra la Russia, l’Unione Europea e gli Stati Uniti ed altri paesi occidentali si sono deteriorate in modo drastico, secondo alcuni a livelli mai visti dalla Guerra Fredda, per causa della crisi ucraina, che fino al momento attuale ha prodotto oltre 6.400 vittime, molte delle quali civili.

Mosca ha affermato in varie occasioni che l’aumento delle attività della NATO vicino alle sue frontiere indebolisce la stabilità regionale.
Il cancelliere russo, Serguei Lavrov, ha voluto esigere da Washington che gli USA mantengano il loro impegno di smantellare lo scudo antimissile della NATO in Europa dopo la conclusione dei negoziati tra l’Iran ed il Gruppo dei 5+1 (USA; Gran Bretagna, Francia, Russia e Cina più Germania).
Allo stesso modo in Luglio, il leader del partito austriaco EU-Austritts partei, Robert Marschall, ha sottolineato che la NATO si sta espandendo in Europa per attaccare la Russia.

Intanto in Ucraina, nella zona di Donetsk, viene lanciato l’allarme, visto che viene registrata una intensificata attività militare e risulta che le forze di sicurezza ucraine stanno preparando un’offensiva massiccia contro l’autoproclamata Repubblica Popolare di Donetsk (DNR), come ha dichiarato ieri il vice comandante delle milizie autonomiste Eduard Basurin.

Secondo Basurin, le unità di ricognizione della DNR continuano a registrare il dispiegamento delle truppe e delle unità militari delle forze armate ucraine lungo la linea di contatto.

Inoltre, secondo il comandante filorusso, in diversi centri della regione è stata schierata una brigata di 2 mila uomini delle forze speciali ucraine. In aggiunta al ministero della Difesa DNR hanno notato l’intensificazione delle attività di ricognizione aerea delle forze di Kiev tramite l’impiego di droni stranieri.

“Chiediamo agli ispettori della missione OSCE di fungere da garanti per un racconto indipendente ed obiettivo degli eventi in corso nel Donbass”, — ha aggiunto Eduard Basurin.
L’aria che tira, dopo le varie violazioni del cessate il fuoco già verificatesi, è quella di una prossima ripresa del conflitto in grande stile.

Fonti: Hispan Tv Sputnik news

Traduzione e sintesi: Luciano Lago

Nelle foto sopra: esercitazioni dei reparti NATO nell’Est Europa

Source:: La NATO e la Russia di stanno preparando per un probabile conflitto militare



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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 13/08/2015, 09:32 
http://www.rainews.it/dl/rainews/artico ... 548c5.html

Esplosione in una fabbrica nella città di Kunshan, nell'est della Cina: 65 persone sono morte e oltre 100 sono rimaste ferite. Lo stabilimento, che produce parti di automobili, impiega 450 lavorotari e fornisce, tra gli altri, la General Motors e altre compagnie occidentali. - See more at: http://www.rainews.it/dl/rainews/artico ... 548c5.html

scusate,
ma è normale che in una fabbrica
di accessori auto scoppia tutto questo casino?
e che producevano?
tnt?
a ma pare strano..
un AVVERTIMENTO ALLA CINA?



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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 13/08/2015, 09:46 
http://video.corriere.it/cina-enorme-es ... f2ee303642

Una enorme esplosione si è verificata a Tianjin, la quarta città più grande della Cina, nel quartiere industriale Binhai New Development Zone. Lo scoppio è avvenuto verso le 23:30 ora locale presso l’azienda Tianjin Dongjiang Port Rui Hai International Logistics Co. Ltd, specializzata nel trasporto di materiali pericolosi. Molte immagini sono state diffuse sul Weibo, il social media cinese, e i residenti hanno raccontato di avere visto delle fiamme seguite da una grossa esplosione che ha abbattuto porte e finestre nelle abitazioni anche a qualche chilometro di distanza. Decine i morti mentre almeno 300-400 persone sono rimaste ferite e la corrente elettrica è saltata in diversi palazzi.

qui si parla di materiali pericolosi, boh..

http://www.corriere.it/economia/15_agos ... 4aa4.shtml

cina, terza svalutazione dello yuan
Borse asiatiche ed europee in rialzo
Dalla banca centrale cinese arrivano rassicurazioni: la valuta cinese non andrà incontro a nuovi forti deprezzamenti



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Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 13/08/2015, 13:26 
mik.300 ha scritto:
cina, terza svalutazione dello yuan
Borse asiatiche ed europee in rialzo
Dalla banca centrale cinese arrivano rassicurazioni: la valuta cinese non andrà incontro a nuovi forti deprezzamenti


Un tempo eravamo maestri nello sfruttamento di questa leva economica con la quale mandavamo sistematicamente la Germania gambe all'aria... Ma ci hanno bloccato. Bene fa la cina a manipolar a proprio piacimento la propria moneta per fare i propri interessi nazionali. Potessimo farlo anche noi non ci sarebbe bisogno di svalutare e SVILIRE il lavoro. Certo è che tutto questo non può che aumentare le FRIZIONI.

Cita:
DI PEPE ESCOBAR

sputniknews.com

Se gli USA sono in una situazione di quantitative easing perenne, va bene. Quando l’UE fa anch’essa QE, va bene. Ma se la Bank of China decide che è nei migliori interessi della nazione far scendere un po’ lo yuan invece di continuare ad aumentarne il valore, allora è l’Apocalisse.

Ci sono voluti due giorni consecutivi di svalutazione dello yuan da parte della Bank of China – muovendosi all’interno della fascia del 2% che le è consentito – per far perdere il senno a tutte le scimmie urlatrici della finanza mondiale.



Dimentichiamoci l’isteria. Il cuore della situazione è che Pechino ha deciso di premere sull’acceleratore in un gioco piuttosto complesso ed a lungo termine: per liberalizzare il tasso di scambio dello yuan, renderlo libero di fluttuare contro il dollaro USA e portarlo a far parte delle riserve di valuta internazionale.

Per cui questa è essenzialmente una strategia di liberalizzazione del tasso di cambio – non una “guerra” di valuta, come i frenetici esperti sostengono da Washington/Wall Street a Tokio, passando per Londra e Bruxelles.

Guardiamo alcune reazioni degli esperti

L’ex non-executive chairman di Morgan Stanley in Asia, Stepen Roach, diffonde la prevedibile ortodossia della Dea del Mercato, mettendo in guardia circa la “concreta possibilità di una nuova e sempre più destabilizzante schermaglia nella sempre in espansione guerra mondiale delle valute. La corsa al ribasso è appena diventata un buon affare molto infido”.

Una nota rilasciata da un gruppo di analisti di HSBC è più realistica “La pressione da deprezzamento contro le valute asiatiche, causata dalle azioni della Cina dovrebbe sfumare, dato che la nazione non sta puntando ad arrivare ad uno yuan ancora più debole. Fare ciò contravverrebbe all’obiettivo di diffondere l’uso dello yuan a livello mondiale”.

Ma è Chantavarn Sucharitakul, assistente governatore della Banca di Thailandia, che centra il bersaglio a livello pan-asiatico “L’impatto a lungo termine dipenderà dal fatto che una maggiore flessibilità dello yuan possa beneficiare alle riforme economiche cinesi, mentre il deprezzamento potrebbe essere positivo per la crescita economica della Cina, con un conseguente beneficio anche nei commerci regionali”.

La Bank of China stessa, in un comunicato, sostiene che permetterà ai mercati di avere più influenza sul tasso di cambio dello yuan.

E ancor più fondamentale, afferma che non c’è una strategia economica dietro la svalutazione, facendo notare l’enorme surplus della Cina e le pazzesche riserve di valuta straniera.

Per come la interpreta Pechino, mantenere un legame forte con il dollaro USA ha interferito con la competitività della Cina nei confronti dei suoi maggiori partner – Giappone e Europa.

Per cui è il momento di scuotere la (barcollante) zattera. Dunque l’isteria da “guerra della valuta” – dato che il risultato pratico, a medio termine, sarà un ulteriore spinta alle esportazioni cinesi.

Se gli USA sono in una situazione di quantitative easing perenne, va bene. Quando l’UE fa anch’essa QE, va bene. Ma se la Bank of China decide che è nei migliori interessi della nazione far scendere un po’ lo yuan invece di continuare ad aumentarne il valore, allora è l’Apocalisse.

Basta fare i conti

Lo yuan strettamente legato al dollaro ha fatto molto comodo alla Cina - fino ad ora. I QE in Europa e Giappone hanno indebolito Euro e yen – mentre lo yuan è rimasto stabilmente legato al dollaro.

Traduzione: da un anno fa, nel giugno 2014, il vero cambio dello yuan è stato il più forte al mondo, guadagnando il 13.5%. più che il dollaro USA (12.8%).

Non è stato difficile per Pechino fare due conti, il forte legame con il dollaro stava erodendo la competitività cinese con i propri migliori partner commerciali.

Una semplice svalutazione del 2%potrebbe non bastare a spingere le esportazioni. Dopotutto lo yuan si è apprezzato di più del 10% nell’ultimo anno, nei confronti dei migliori partner commerciali cinesi.

Quindi il mantra a Pechino è circa “voci di rilievo all’interno del governo” che spingono affinchè la Bank of China faccia una svalutazione complessiva dello yuan del 10%. Ecco … quella spingerebbe di sicuro le esportazioni.

Per cui la svalutazione di questa settimana – che ha generato molta isteria – sembra puntare ad altre già pronte nella tabella di marcia.

Questa è la Cina, dove la pianificazione è questione di anni, non una follia che si trascina giorno dopo giorno di fronte alla Dea del Mercato, l’obiettivo del gioco è rendere lo yuan una valuta di riserva internazionale.

Un team di esperti del FMI è stato di recente a Shanghai, per parlare con ufficiali della Banca Centrale Cinese e del China Foreign Exchange Trading System, che supervisione il movimento di valuta estera in Cina, per stabilire se lo yuan possa far parte del paniere dei Diritti Speciali di Prelievo (SDR).

Non c’è da stupirsi che il FMI stesso ha apprezzato la recente svalutazione: “La Cina può, e deve, puntare a raggiungere un sistema di cambio fluttuante entro due o tre anni”.

Il FMI ammette inoltre che “Un cambio maggiormente influenzato dal mercato faciliterebbe le operazioni SDR in caso il Renmimbi [altro modo per definire lo yuan, NdT] fosse incluso nel paniere di valute in futuro”.

Per cui è tutto qui: aggiustamenti cinesi con un occhio vigile su uno yuan che si possa candidare allo status di valuta di riserva. La decisione finale del FMI dovrebbe essere tra la fine del 2015 o in autunno 2016.

Uno yuan internazionalizzato, reso valuta di riserva, implica una politica di scambio “determinata dal mercato”. Ecco a cosa punta in ultima istanza la Bank of China. Il resto è una tempesta in una tazzina da the (fatta di dollari).



Pepe Escobar è autore di Globalistan: How the Globalized World is Dissolving into Liquid War (Nimble Books, 2007), Red Zone Blues: a snapshot of Baghdad during the surge (Nimble Books, 2007), e Obama does Globalistan (Nimble Books, 2009). Può essere contattato a pepeasia@yahoo.com.

Fonte:http://sputniknews.com/

Link: http://sputniknews.com/columnists/20150812/1025667927/yuan-devaluation-reserve-currency.html

12.08.2015


fonte: http://www.comedonchisciotte.org/site//modules.php?name=News&file=article&sid=15433


"Questa è la Cina, dove la pianificazione è questione di anni, non una follia che si trascina giorno dopo giorno di fronte alla Dea del Mercato, l’obiettivo del gioco è rendere lo yuan una valuta di riserva internazionale."


La capacità di un governo di programmare a lungo termine è un lusso di questi tempi ed unas grandissima virtù a cui si dovrebbe ambire.



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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 13/08/2015, 14:08 
MaxpoweR ha scritto:


"Questa è la Cina, dove la pianificazione è questione di anni, non una follia che si trascina giorno dopo giorno di fronte alla Dea del Mercato, l’obiettivo del gioco è rendere lo yuan una valuta di riserva internazionale."


La capacità di un governo di programmare a lungo termine è un lusso di questi tempi ed una grandissima virtù a cui si dovrebbe ambire.


Quoto tutto, e in particolare per altri motivi che esulano dalla lettura economica del fenomeno, la dicitura di "dea del mercato"...

[;)]



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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 13/08/2015, 15:06 
Già :) definizioni antiche per poteri moderni che albergano su altrettanto moderni monti olimpo :) l'esistenza è una ruota che gira, il Ka [:301]



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