01/04/2015, 13:28
01/04/2015, 16:11
01/04/2015, 22:18
02/04/2015, 13:32
06/04/2015, 17:51
Siria, jihadisti Is vittime di leishmaniosi: 100mila casi accertati
I jihadisti dello Stato Islamico (Is) in Siria sono stati colpiti dalla leishmaniosi, malattia letale se non curata. Lo riporta il quotidiano britannico The Mirror, sottolineando che l'infezione si sta propagando rapidamente per via delle scarse condizioni di igiene e finora ha colpito 100mila persone. Il numero maggiore di casi è stato registrato a Raqqa.
Batteri resistenti agli antibiotici, scatta l’allarme in Gran Bretagna: “Si rischiano 80 mila morti”
Il report: «Anche operazioni di routine potrebbero diventare procedure ad alto rischio»
È emergenza nel Regno Unito, ma non solo, per la diffusione di infezioni causate dai cosiddetti «batteri resistenti agli antibiotici» (Amr o Antimicrobial Resistance Infection) che potrebbero causare, in caso di una “epidemia”, fino a 200.000 casi di pazienti contagiati e 80.000 vittime.
È quanto prevede il governo britannico in un rapporto pubblicato lo scorso mese e i cui contenuti sono apparsi ieri sul Guardian, che lancia nuovamente l’allarme sulla necessità di sviluppare nuovi antibiotici perché, in caso contrario, anche operazioni di routine potrebbero diventare procedure ad altissimo rischio. Non solo. Il rischio di nuove infezioni da batteri antibiotico-resistenti è «destinato ad aumentare significativamente nel corso dei prossimi 20 anni».
Queste avvertenze sono contenute nel “National Risk Register of Civil Emergencies”. Esso fornisce indicazioni su potenziali minacce come terrorismo, malattie e catastrofi naturali. «Gran parte della medicina moderna (per esempio, trapianto di organi, chirurgia intestinale e alcuni trattamenti tumorali) può diventare molto pericolosa a causa del rischio di infezione le stesse influenze diventerebbero più gravi senza trattamenti efficaci».
Gli esperti, i politici e gli scienziati hanno già sottolineato la necessità di trovare una cura per le infezioni che sono diventati resistenti con lo stesso David Cameron che aveva parlato di «minaccia reale e preoccupante» che potrebbe riportare la medicina «indietro nel Medioevo». Una nuova ondata di “superbatteri” costituisce «una minaccia terribile», dice un portavoce del dipartimento della Salute: «Il mondo non può permettersi di non prendere provvedimenti per affrontare l’allarmante aumento della resistenza agli antibiotici e altri farmaci antimicrobici cui stiamo assistendo in questo momento».
17/04/2015, 08:46
Signs That The Elite Are Feverishly Preparing For Something BIG
What in the world are the elite up to?
http://www.infowars.com/signs-that-the- ... thing-big/
17/04/2015, 11:19
16/06/2015, 16:23
20/08/2015, 19:18
Secondo caso di peste in California, di nuovo allo Yosemite Park
Nuovo caso di peste in California. Per la seconda volta questa estate le autorità sanitarie americane stanno investigando su un caso di peste contratto da un campeggiatore, molto probabilmente nel corso di una visita al Parco nazionale di Yosemite. I Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) americani stanno sottoponendo a test un turista della Georgia che aveva campeggiato nel parco, nella Sierra National Forest e nei dintorni di quest'area ai primi di agosto. Due campeggi sono stati chiusi dopo il primo caso di peste, annunciato due settimane fa.
Da allora, ricorda il 'New York Times', le autorità avevano avvertito i turisti dei possibili rischi di peste. "All'interno di Yosemite - racconta all'Adnkronos Salute L.Z., una giovane turista italiana da pochi giorni rientrata dopo una visita al parco - avvisano i visitatori di segnalare immediatamente l'eventuale presenza di escrementi di topo nei bungalow o nelle tende, di non pulirli da soli, ma di attendere l'intervento degli operatori. E di fare attenzione a non lasciare aperte porte e ingressi per evitare di far entrare inavvertitamente piccoli roditori, possibile fonte del contagio". Le persone possono essere contagiate attraverso il contatto con scoiattoli, chipmunk, topini e altri roditori infetti, ma anche dalla puntura di pulci presenti su uno di questi animaletti, che popolano il polmone verde della California.
"Fra le raccomandazioni che ci hanno fatto - aggiunge un'altra giovane turista, B.Z. - c'era quella di non toccare gli scoiattoli e i topolini, presenti soprattutto nelle aree di ristoro, che si lasciano avvicinare facilmente dall'uomo". Proprio gli avvisi diramati nelle scorse settimane "hanno spinto l'ultimo paziente a rivolgersi subito al medico e a ricevere le cure necessarie", spiega in una nota la dottoressa Karen Smith, State's Health Officier. Le autorità sanitarie californiane hanno comunque sottolineato che il rischio per l'uomo è basso.
Il primo caso si era verificato in un bambino di Los Angeles ricoverato dopo aver visitato il parco a metà luglio. Il piccolo è in fase di ripresa. Dal 1970 sono stati 42 i casi di peste nell'uomo in California, 9 dei quali fatali. La malattia si può curare con gli antibiotici, ma può essere fatale se non diagnosticata e trattata.
20/08/2015, 21:32
09/09/2015, 20:02
Studio choc, Alzheimer 'contagioso': possibile trasmissione con procedure mediche
Studio choc sulla malattia che ruba i ricordi. L'Alzheimer potrebbe essere trasmesso da paziente a paziente, attraverso alcune procedure mediche. E' quanto emerge da uno studio su otto soggetti relativamente giovani, pubblicato su 'Nature'. La placca beta-amiloide nella materia grigia e nelle pareti dei vasi sanguigni, caratteristica dell'Alzheimer, e l'angiopatia amiloide cerebrale sono state infatti osservate nel cervello di questi pazienti deceduti, che avevano contratto la malattia di Creutzfeldt-Jakob (Cjd) dopo un trattamento con ormone della crescita contaminato da prioni.
"Anche se non ci sono prove che la malattia prionica umana sia contagiosa (cioè si diffonda da persona a persona attraverso il contatto diretto), lo studio di questi otto pazienti - riferiscono gli autori - suggerisce che il peptide beta-amiloide (principale componente delle placche amiloidi presenti nel cervello dei pazienti con Alzheimer) possa essere potenzialmente trasmissibile attraverso alcune procedure mediche". Il lavoro, destinato a far discutere, è stato firmato dal team di John Collinge dell'University College London (Gb).
E' già nota la trasmissione umana della malattia da prioni come risultato di varie procedure mediche (trasmissione iatrogena), con periodi di incubazione che possono superare i cinque decenni. Questo problema si è verificato nel Regno Unito, dove 1.848 persone di bassa statura sono state trattate con l'ormone della crescita umano estratto dalla ghiandola pituitaria di cadaveri, alcuni dei quali erano contaminati da prioni . I trattamenti iniziati nel 1958 si interruppero nel 1985, proprio a seguito delle segnalazioni di casi di Cjd tra i pazienti. Entro il 2000 ben 38 persone avevano sviluppato la malattia.
Ma non si tratta di un caso unico. A partire dal 2012, 450 casi di Cjd iatrogena sono stati identificati in diversi Paesi dopo un trattamento con ormone della crescita da cadavere e, in misura minore, dopo altre procedure mediche, tra cui trapianti e neurochirurgia. John Collinge, Sebastian Brandner e altri colleghi del team hanno condotto così studi autoptici analizzando anche una vasta campionatura di tessuto cerebrale, su otto pazienti britannici dai 36 ai 51 anni, tutti con Cjd iatrogena.
Gli autori dimostrano che, oltre alla malattia da prione in tutti i cervelli campionati, in sei di questi c'era un certo grado di patologia beta-amiloide (in quattro era diffusa) e in quattro di questi un certo grado di malattia di Alzheimer. Quest'ultima è una patologia "rara in questa fascia di età", notano gli autori. Inoltre nessuno dei pazienti presentava le mutazioni associate con l'insorgenza precoce dell'Alzheimer. Non c'erano ancora segni di patologia della proteina tau, caratteristica della malattia della memoria, ma il quadro completo si sarebbe potuto sviluppare se i pazienti fossero vissuti più a lungo, notano gli autori.
Gli scienziati hanno poi esaminato una coorte di 116 pazienti con altre malattie da prioni, senza trovare tracce di patologia beta-amiloide nel cervello dei soggetti di età simile o dieci anni più vecchi rispetto ai primi otto, ma che a differenza di questi ultimi non avevano ricevuto un trattamento con ormone della crescita umano.
Lo studio "suggerisce dunque - afferma Collinge - che persone sane esposte a un trattamento con ormone della crescita da cadavere possono essere a rischio di malattia di Alzheimer iatrogena e di angiopatia amiloide cerebrale, così come di Cjd iatrogena, man mano che invecchiano".
Sono necessarie "ulteriori ricerche per comprendere meglio i meccanismi coinvolti", evidenziano gli autori. Ma sembra probabile che, proprio come i prioni, le ghiandole pituitarie utilizzate per ricavare l'ormone della crescita contenessero i 'semi' di beta-amiloide che hanno causato la patologia. I risultati dovrebbero dunque, secondo gli scienziati, aprire la strada a "rapide indagini" su altre possibili vie di trasmissione iatrogena dei prioni, compreso l'uso di strumenti chirurgici e le trasfusioni di sangue: alcune cure potrebbero essere rilevanti per la trasmissione del morbo di Alzheimer e di altre malattie neurodegenerative.
Per Alberto Albanese, professore di Neurologia all'Irccs Istituto clinico Humanitas di Rozzano (Milano), si tratta di "una scoperta che non è del tutto inattesa, e soprattutto non deve suscitare allarme: costituisce invece un passo in avanti nella conoscenza e nella lotta a questa malattia degenerativa".
"Sia l'Alzheimer che il Parkinson - ricorda - sono malattie da accumulo di proteine mal ripiegate, che il tessuto cerebrale non può smaltire. Si è già visto in uno studio precedente che i pazienti con il Parkinson che avevano ricevuto un trapianto di cellule fetali sane, e chiaramente giovanissime, hanno trasmesso a queste ultime la proteina mal ripiegata. Insomma, le proteine alterate in queste malattie possiedono meccanismi simili a quelli dei prioni: gli accumuli proteici possono diffondersi da un organismo all'altro". In particolare "i prioni", che sono proteine, "quando assumono la forma errata funzionano un po' come una fotocopiatrice, inducendo altri a fare la stessa cosa. Le ultime ricerche fanno pensare che anche in Alzheimer e Parkinson entrino in gioco meccanismi simili, ancorché più lenti nel tempo".
Invita alla prudenza Giancarlo Comi, direttore del Dipartimento neurologico e dell'Istituto di neurologia sperimentale (Inspe) dell'Irccs San Raffaele di Milano: lo studio indica una pista "interessante che apre un punto di vista diverso e non del tutto sorprendente, ma da prendere con estrema cautela", avverte. "Siamo in una situazione assolutamente preliminare", aggiunge. "Credo siano necessarie altre conferme, qualche indicazione in più. E bisogna capire la forza dell'associazione suggerita dagli scienziati. Sarebbe interessante valutare se, oltre alla presenza di beta-amiloide", nei pazienti "erano associati anche altri aspetti patologicamente caratteristici della malattia, come gli aggregati neurofibrillari".
Ma c'è un altro elemento che "lascia un po' perplessi", fa notare il neurologo: "Allo stato attuale sappiamo che esistono aggregati di malattia su base genetica, ma non epidemica. Quando c'è un fattore ambientale trasmissivo, potremmo immaginare di avere una certa tendenza in certe zone. Questo non è mai emerso finora. E visto che la malattia di Alzheimer è più frequente della Creutzfeldt-Jakob, sorprende che non ci sia stata finora nessuna evidenza in questo senso" sul fronte epidemiologico. L'affermazione degli scienziati britannici, in definitiva, "apre un sacco di domande più che chiuderle".
10/09/2015, 02:35
"Anche se non ci sono prove che la malattia prionica umana sia contagiosa (cioè si diffonda da persona a persona attraverso il contatto diretto), lo studio di questi otto pazienti - riferiscono gli autori - suggerisce che il peptide beta-amiloide (principale componente delle placche amiloidi presenti nel cervello dei pazienti con Alzheimer) possa essere potenzialmente trasmissibile attraverso alcune procedure mediche".
10/09/2015, 14:00
14/09/2015, 01:21
Stati Uniti sotto attacco o esercitazioni segrete?
Non sappiamo cosa succede, ma succede qualcosa.
Esplosioni ripetute, guasti massicci che mobilitano l’FBI… naturalmente, non sapremo altro se non spiegazioni raffazzonate come al solito.
I blackout sembrano enormi, l’immagine qui sotto da
Le prime notizie su facebook dicono:
– Che l’FBI indaga su possibili attacchi ai cavi internet,
– Che una linea in fibra ottica potrebbe aver causato i problemi.
Un’altra possibile causa:
Radar mostrano potentissimi impulsi a microonde.
Ecco due video di oggi che coincidono con tali eccezionali blackout a livello nazionale negli Stati Uniti.
Impulsi massicci sull’Atlantico/Secondo allerta dell’aviazione.Guarda su youtube.com
Guarda su youtube.com
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Miami, 2 settembre 2015, viene spiegato come il lancio di un vettore spaziale Atlas V per posizionare in orbita il satellite per comunicazioni militari MUOS-4 della famigerata rete MUOS dell’US Navy.
14/09/2015, 03:10