Time zone: Europe/Rome [ ora legale ]




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 Oggetto del messaggio: Re: Il declino dell'Unione Europea
MessaggioInviato: 25/08/2015, 19:08 
Secondo me ci sono tutta una serie di fattori esplosivi che potenzialmente possono scatenare quello che i testi antichi paventavano come l'armageddon.

I derivati sono uno di questi, ovviamente sul piano economico-finanziario, che, a cascata, può dissolvere l'intero sistema socio-economico e socio-politico così come lo conosciamo.

[V]



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 Oggetto del messaggio: Re: Il declino dell'Unione Europea
MessaggioInviato: 23/09/2015, 11:24 
Il sogno catalano che spaventa Bruxelles

Questa volta non è un populista a far tremare l’Europa: Artur Mas, a capo del centrista CIU, promette l’#indipendenza della #Catalogna in caso di vittoria elettorale. Ecco lo scenario che potrebbe essere sancito dopo le consultazioni di domenica...

Immagine

Mai forse delle singole elezioni regionali hanno avuto un’importanza così vasta, anche a livello mediatico, come quelle prossime in Catalogna.

Dopo i tentativi velleitari e più che altro provocatori di fine 2014, sulla scia del referendum scozzese, adesso pare che i catalani vogliano fare sul serio ed il governatore uscente, nonché favorito numero uno alle prossime consultazioni di giorno 27, abbia già stilato un dettagliato crono programma: indipendenza entro 18 mesi.

Ma in quale contesto politico si trova al momento la Catalogna? Quantunque la possibile secessione a furor di popolo di uno Stato, nel cuore dell’asettica UE, susciti istintivamente non pochi romanticismi, a guidare la regione spagnola verso il coronamento di un sogno nazionale che perdura da decenni è quell’Artur Mas che tutto ha tranne che i lineamenti di ‘capo – popolo’.

Per capire bene l’aria che si respira a Barcellona, bisogna partire da qui; Mas è un economista, a guida di un partito tutt’altro che ‘antagonista’ od euroscettico: il CIU (Convergenci I Union, il partito di Mas per l’appunto) sta alla Catalogna come la DC è stata all’Italia.

Tale formazione politica, eccezione fatta per un breve quadriennio a metà anni 2000, è di fatto da sempre al potere da quando la Spagna è tornata alla democrazia multipartitica; gran capo indiscusso del CIU, è stato Jordi Pujol: l’omonimo dell’ex capitano del Barça, è stato presidente della Catalogna dal 1980 al 2003.

Pujol ha guidato il partito ad un posizionamento ‘centrista’, un mix tra la tradizione liberale e quella democratico – cristiana, tanto che quest’ultima anima del CIU siede a Strasburgo tra le fila del PPE; ma sta qui la contraddizione tutta catalana, che negli anni ha animato il sentimento indipendentista in tutta la regione: il CIU da un lato si pone come partito centrista, ma dall’altro rivendica autonomia per sé e per l’intera ‘Generalitat’.

Un partito liberale e pseudo democristiano, che riesce al tempo stesso ad essere guida dei catalani ed a dare, nei fatti, ampia autonomia decisionale da Madrid; la contraddizione incarnata da Pujol, sposa il sentimento predominante a Barcellona: da un lato la voglia di sentirsi europei, dall’altro quello di non sentirsi spagnoli.

E’ il CIU dunque, pur non essendo partito ‘di popolo’, a garantire ai catalani la difesa dell’autonomia ed a pretendere prima un nuovo statuto regionale con ancora più potere ed adesso la definitiva indipendenza.

Per far capire a pieno la situazione, è utile fare un raffronto con casa nostra; la Sicilia e la Sardegna, per esempio, hanno uno statuto speciale che dà alle isole molta autonomia, ma negli anni tali strumenti normativi sono nei fatti entrati in disuso in quanto i partiti che governano a Palermo ed a Cagliari, sono gli stessi di Roma. Non si può cioè avere autonomia, se i colori politici che si contendono le poltrone sono gli stessi che si spartiscono il potere a livello centrale; in Catalogna tutto questo non è mai successo: il CIU è un partito con un suo orientamento politico, ma catalano ed a carattere catalano e questo ha contribuito a dare a Barcellona una vita politica tutta sua, autonoma da quella di Madrid, con partiti e colori diversi rispetti a quelli del parlamento centrale.

Da qui dunque, il lungo percorso dei catalani verso una maggiore divaricazione dal resto della Spagna; basta percorrere l’autostrada che dall’aeroporto barcellonese di El Prat porta dritto al porto da un lato ed alla Avigunda Diagonal dall’altro per capire quanto è sentito il tema dai catalani: non c’è cavalcavia o tabellone pubblicitario che non sia imbrattato dalla scritta ‘Catalunya Is Not Spain’, per non parlare di quanto sta dietro al motto blaugrana del ‘Mes Que un Club’ (Più di un Club) che campeggia al Camp Nou, il quale testimonia l’importanza che la squadra di calcio ha nel tenere unito il sentimento catalano.

http://sapereeundovere.com/il-sogno-cat ... bruxelles/



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 Oggetto del messaggio: Re: Il declino dell'Unione Europea
MessaggioInviato: 23/09/2015, 12:46 
Iniziano a sventolare lo spauracchio calcistico dicendo che in caso di secessione il Barça non potrebbe partecipare alla Liga e s creerebbero ripercussioni enormi dal punto di vista economico per quanto riguarda i diritti tv e la competitività che comporterebbe un drastico ridimensionamento della Liga stessa e dello status bel Barcellona andrebbe a disputare un campionato a parte, senza pensare alle ripercussioni sulla nazionale ed al fatto che la catalunia sarebbe uno stato extraUE :}



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 Oggetto del messaggio: Re: Il declino dell'Unione Europea
MessaggioInviato: 23/09/2015, 13:43 
la contraddizione incarnata da Pujol, sposa il sentimento predominante a Barcellona: da un lato la voglia di sentirsi europei, dall’altro quello di non sentirsi spagnoli.


Questi stanno messi peggio dei greci come facoltà mentali...

Vogliono staccarsi dallo Stato spagnolo per diventare una provincia speciale dell' Unione Europea...


Ma teniamoceli i cosiddetti populisti... sono mille volte meglio di questa spazzatura democristiana euroconvinta.



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 Oggetto del messaggio: Re: Il declino dell'Unione Europea
MessaggioInviato: 23/09/2015, 14:12 
Sono ignoranti.

Staccandosi dalla spagna diventano un paese EXTRA UE e quindi devono avviare le pratiche per l'adesione e per l'adozione dell'euro dovendo quindi rispettarne i parametri. Nel frattempo avrebbero bisogno di una loro moneta di una banca centrale ecc. ecc.

Valgono gli stessi discorsi che si fecero a suo tempo per la Scozia, nè più nè meno. Strano però che nessuno abbia attaccato o fatto rivoluzioni colorate come nel caso Ucraino, anche in quel caso si trattò di una scelta unilaterale di una parte dell'Ucraina; evidentemente non si teme uno spostamento verso la Russia.

Mondo di ipocriti.

Ma in ogni caso non capisco che senso abbia volere l'indipendenza dalla spagna ma essere comunque schiavi dell'Europa... O meglio lo capisco, sono affetti da una malformazione genetica nota come "gene bovino". O forse è malato chi non ce l'ha chissà...



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 Oggetto del messaggio: Re: Il declino dell'Unione Europea
MessaggioInviato: 23/09/2015, 14:16 
MaxpoweR ha scritto:
O forse è malato chi non ce l'ha chissà...


Nel qual caso non fatemi guarire...



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 Oggetto del messaggio: Re: Il declino dell'Unione Europea
MessaggioInviato: 23/09/2015, 14:40 
Atlanticus81 ha scritto:
MaxpoweR ha scritto:
O forse è malato chi non ce l'ha chissà...


Nel qual caso non fatemi guarire...


Tra un pò le pillole "normalizzanti" arriveranno per tutti...



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 Oggetto del messaggio: Re: Il declino dell'Unione Europea
MessaggioInviato: 30/09/2015, 18:33 
salario ridotto x fare lavorare gli immigrati
Al fine di “integrare” i rifugiati, alcuni esponenti della Cdu – il partito di Angela Merkel – hanno proposto di prevedere eccezioni alla legge sul salario minimo al fine di agevolare l’integrazione delle decine di migliaia di immigrati giunti sul suolo tedesco.

notizia il primato nazionale


ecco l'ipocrisia che pervade i buonisti,solo x mero interesse degli industriali tedeschi la merkel ha accolto i profughi,siriani,nel medesimo tempo iniziani a rispedire a casa quelli balcanici.................... [:293] [:293]


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 Oggetto del messaggio: Re: Il declino dell'Unione Europea
MessaggioInviato: 01/10/2015, 09:02 
ubatuba ha scritto:
salario ridotto x fare lavorare gli immigrati
Al fine di “integrare” i rifugiati, alcuni esponenti della Cdu – il partito di Angela Merkel – hanno proposto di prevedere eccezioni alla legge sul salario minimo al fine di agevolare l’integrazione delle decine di migliaia di immigrati giunti sul suolo tedesco.

notizia il primato nazionale


ecco l'ipocrisia che pervade i buonisti,solo x mero interesse degli industriali tedeschi la merkel ha accolto i profughi,siriani,nel medesimo tempo iniziani a rispedire a casa quelli balcanici.................... [:293] [:293]


Niente che non fosse prevedibile da chi abbia un minimo di lungimiranza in economia considerata la necessità di svalutare il lavoro appiattendo al ribasso diritti e salari e altrettanto prevedibile da chi abbia letto quanto previsto nel piano Kalergi.

Il declino della Unione Europea, riprendendo il titolo del thread, è quello che serve agli amici oltreoceano (o oltre manica?) per portare avanti la "grande opera" del solve et coagula...

Dobbiamo essere abili e capaci noi a prevedere le loro mosse, poiché la partita a scacchi sta raggiungendo una fase tattica molto significativa nel quadro di insieme geopolitico ed economico mondiale.



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 Oggetto del messaggio: Re: Il declino dell'Unione Europea
MessaggioInviato: 23/11/2015, 15:30 
Vaclav Klaus e l'euro come problema democratico

Il presidente della repubblica Ceca spiega le ragioni del suo scetticismo nel libro "Integrazione europea senza illusioni"

Ci sono gli euroscettici per ragioni economiche: ritengono che l’eurozona non sia un’area monetaria ottimale, che imponga politiche che alcuni trovano troppo severe e altri troppo permissive, che non possa esistere una moneta senza stato. E ci sono gli euroscettici per ragioni istituzionali, preoccupati dei rapporti tra stati nazionali e superstato europeo. Vaclav Klaus è di questi, e per più di una ragione: perché istituzionale è la carica che ricopre, presidente della repubblica Ceca per il secondo mandato; e perché il suo paese fa parte dell’Unione Europea, ma non ha adottato l’euro.

Al centro del ragionamento di Klaus sta la questione democratica: è nell’esperienza di ciascuno di noi il percepire la propria “comune esistenza nazionale come qualcosa di diverso dall’esistenza nazionale” dei popoli di altri paesi, mentre un’identità europea è “un sogno lontano”; “abbiamo un vitale bisogno della nostra àncora, dello stato nazionale”, ma una società “divisa da differenti identità, valori, narrative” non può essere “unificata da diritti e doveri astratti, formulati nei trattati della UE”. I cosiddetti valori europei comuni, quali il cristianesimo, l’umanesimo, le radici giudaiche, l’illuminismo, sono indubbiamente presenti con varia intensità e misura nelle società dei singoli stati, ma molto raramente i loro concittadini li avvertono come valori comuni per tutti.

La repubblica Ceca è geograficamente e storicamente collocata al centro della storia dell’Europa: incomincia con la defenestrazione di Praga la riforma e la guerra dei trent’anni; con l’occupazione dei Sudeti la tragedia del secolo scorso. Alla base della costruzione europea c’è il grido “mai più guerre sul nostro suolo”, l’idea dell’integrazione europea come cornice a un’intesa franco tedesca che, senza bisogno di garanzie USA o URSS, valga a scongiurare le guerre.

Sacrosanto proposito, ma “quantomeno discutibili” le idee con cui fin dall’inizio si accompagnò: istituire un nesso tra il nazionalismo aggressivo di Hitler e l’esistenza degli stati nazione come tali; considerare piccoli gli stati europei, e solo un’Europa unificata capace di diventare un partner di Usa. Ma soprattutto il costruttivismo, l’illusione fatale, che ne è dichiaratamente alla base: “il popolo europeo – sono le parole di Jean Monnet all’ONU nel 1952 - deve essere condotto verso un superstato senza che si renda conto di quello che gli succede”. Il problema democratico non è un inconveniente manifestatosi in corso d’opera: il “nation building” è il dato di progetto della costruzione europea.

Negli anni 50, era al Reno che pensavano Schuman e Adenauer. Quarant’anni dopo sarà decisiva un’altra frontiera, quella dell’Oder Neisse tra Occidente libero e Oriente comunista: l’abbandono del marco e la creazione dell’euro saranno il prezzo pagato dalla Germania per riunificarsi e conquistare completa autonomia. Nel 1992 “noi [cechi] eravamo toppo impegnati con la nostra radicale e difficile transizione dal comunismo a una società libera”, ma la maggior parte dei popoli europei non si accorse che la trasformazione da Comunità europea a Unione Europea, trasferendo a Bruxelles competenze degli stati, ne provocava il progressivo indebolimento, dando luogo a una cosa ben nota “a noi che abbiamo vissuto dentro il comunismo”, il centralismo democratico.

Anche sotto il comunismo si giustificavano i reali problemi di funzionamento con la considerazione che “almeno così si vive in pace”: ed erano “falsità e menzogna impossibili da sopportare”. Dell’euro si sono vantati i vantaggi economici, per l’Italia la riduzione dei tassi d’interesse sul debito a livello tedesco: ma l’euro è stato voluto dalle élites politiche proprio perché il processo di integrazione imboccasse la strada della irreversibilità. Quando appare minacciata, l’irreversibilità fornisce la giustificazione per gli interventi eterodossi della BCE. E quando il progetto mostra tante criticità di funzionamento, si propongono maggiori dosi dello stesso progetto.

“La cittadinanza non è un’idea astratta sui diritti e sui doveri, non possiamo scegliere la cittadinanza, ma vi nasciamo; cresce dalla storia condivisa, dall’esperienza condivisa e spesso anche dalle sofferenze condivise.” E’ per senso della storia, quella che ha formato l’identità del Paese di cui è a capo, quella che è sopravvissuta a mezzo secolo di integrazione forzata, che Vaclav Klaus pone il problema democratico della costruzione europea. Ed è quello che distingue il suo appassionato libretto nella ormai vasta letteratura sull’euro, quella su come salvarci con l’euro e quella su come salvarsi dall’euro.

http://www.brunoleoni.it/nextpage.aspx?codice=12071



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 Oggetto del messaggio: Re: Il declino dell'Unione Europea
MessaggioInviato: 25/11/2015, 05:25 
Da alcuni mesi si parla del declino della UE, prima la Grecia poi Austria, recentemente il Portogallo ... diversi cittadini di paesi europei stanno manifestando il loro voto anti-euro e anti-UE
Si potrebbe pensare che la UE ha i giorni contati
Invece da alcune settimane è rinato lo spirito europeo, tutti uniti contro il nemico che attacca (ISIS)
Questo gattaccio nero pensa che sta situazione non durerà poco, durerà quanto basta


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 Oggetto del messaggio: Re: Il declino dell'Unione Europea
MessaggioInviato: 25/11/2015, 13:21 
gippo ha scritto:
Da alcuni mesi si parla del declino della UE, prima la Grecia poi Austria, recentemente il Portogallo ... diversi cittadini di paesi europei stanno manifestando il loro voto anti-euro e anti-UE
Si potrebbe pensare che la UE ha i giorni contati
Invece da alcune settimane è rinato lo spirito europeo, tutti uniti contro il nemico che attacca (ISIS)
Questo gattaccio nero pensa che sta situazione non durerà poco, durerà quanto basta


Lo penso anche io :) Certi principi vanno fatti accettare con la forza come gli stessi promotori dicono da anni perfino in TV :)



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 Oggetto del messaggio: Re: Il declino dell'Unione Europea
MessaggioInviato: 27/11/2015, 09:15 
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http://www.informarexresistere.fr/2015/ ... -nelleuro/



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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 Oggetto del messaggio: Re: Il declino dell'Unione Europea
MessaggioInviato: 27/11/2015, 12:58 
Ora le barzellette sui polacchi (equivalenti alle nostre sui CC) dovranno essere "girate" su di noi .... [^]



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 Oggetto del messaggio: Re: Il declino dell'Unione Europea
MessaggioInviato: 27/11/2015, 14:06 
Thethirdeye ha scritto:


Prossima tappa del carrozzone jihadista sarà la polonia? ^_^



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