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Re: Progetto Europa

15/10/2015, 13:59

Solito lavoro fatto a metà; perchè il giornalista non l'ha incalzata chiedendole chi cosa invece stesse rappresentando?

Re: Progetto Europa

19/10/2015, 11:53

Forze sovraniste in grande spolvero anche in Svizzera. Alle elezioni per il rinnovo delle due camere svoltesi ieri, il partito populista dell’Udc-Svp è arrivato addirittura al 29%, occupando così undici seggi in più rispetto alle elezioni del 2011, per un totale di 65 seggi su 200.

notizia primato nazionale

..ora gran parte,perbeniste,delle fonti informative,affermeranno,che sono xenofobi.......magari chiedersi come mai succede questo,forse la risposta sarebbe quanto mai + semplice------- [:305] [:305] [:306] [:306]

Re: Progetto Europa

22/10/2015, 17:09

ridursi il salario o delocalizzare,questa e' la scelta che devono assumersi i circa 1200 lavoranti di smartville,dove sono costruite le smart,la daimler casa madreha fatto la proposta di crescere le ore lavorative di 2 ore settimanali,ma con uno stipendio lievitato del 6% contro un incremento del12% di carico lavorativo,rinanciando cosi' ad una percentuale di salario,in quanto a novo mesto(slovenia)il costo del lavoro e' inferiore,e quindi il costo x ogni autovettura,e' inferiore di circa 600 euro,se non verra' accettato tale prospettiva,il trasloco a novo mesto e' assicurato,-..................................e' questa sarebbe l'europa dei popoli................... [:289] [:289]

Re: Progetto Europa

22/10/2015, 19:56

ARRIVANO POLIZIOTTI STRANIERI IN ITALIA, ECCO L′EUROGENDFOR......

http://www.stampalibera.com/?a=30601

Re: Progetto Europa

26/10/2015, 12:31

LA POLONIA HA CAPITO TUTTO! [;)]


Polonia, plebiscito per i populisti. In Europa è ondata anti-Ue?

Immagine

Beata Szydlo, premier in pectore della Polonia

Varsavia, 26 ott – Diritto e Giustizia, la formazione di destra euroscettica, ha nettamente vinto – con quasi il 40% dei voti – le elezioni legislative in Polonia. Record storico per il partito, che guadagna dieci punti rispetto alle ultime consulazioni. Il risultato è clamoroso, inatteso alla vigilia e permetterà a PiS – Prawo i Sprawiedliwość (Diritto e Giustizia, per l’appunto) – di governare in solitaria, non dovendo trovare alcun alleato per formare una maggioranza. PiS ha già portato a casa, due mesi fa, la nomina del nuovo presidente della Polonia Andrjez Duda. Non solo il governo, ma a questo punto anche la governabilità sembra essere nel cassetto.

Staccatissimo il partito dell’attuale premier Ewa Kopacz e del presidente del consiglio europeo Donald Tusk, la formazione di centro liberale Piattaforma Civica, ferma a poco più del 23%.
Polonia euroscettica

Diritto e Giustizia è un partito nazionalista, fortemente euroscettico e che negli ultimi mesi ha cavalcato temi sensibili a partire da quello dell’immigrazione. Netto il rifiuto ad accogliere profughi per assecondare le volontà di Bruxelles, contro cui si annuncia battaglia serrata anche su temi economici. La Polonia – che non adotta l’euro – viene da 8 anni durante i quali è cresciuta del 50%, ma le disuguaglianze sociali si fanno sentire. Il venturo governo, il cui premier in pectore è la 52enne antropologa Beata Szydlo, ha già promesso forme di intervento pubblico nell’economia, difesa delle produzioni nazionali, forme di sostegno al reddito dei pensionati e un contributo mensile di oltre 100 euro per ogni nuovo nato fino ai 18 anni di età. Da valutare anche il tema dell’adesione all’euro, inizialmente prevista per il 2019 mentre adesso è sub judice: “Non in questa vita“, aveva perentoriamente affermato non più tardi dello scorso anno il presidente del partito, Jaroslaw Kaczyński.

Più sfumata la posizione del partito invece in politica estera. Diritto e Giustizia non fa mistero del suo filo-atlantismo spinto. Allo stesso tempo, però, sono forti i legami con l’Ungheria, altra nazione europea fortemente avversa alle politiche Ue e che però è fortemente legata a Mosca. Una situazione tutta in divenire, con l’Europa che teme fortemente un’eventuale svola “alla Orban”, leader cui la Szydlo ha peraltro detto di ispirarsi.
Vento anti-Ue su tutta l’Europa?

L’affermazione di Diritto e Giustizia è solo l’ultima di una serie di tornate elettorali nelle quali i partiti dichiaratamente (nelle intenzioni) contrari alle politiche dell’Unione Europea stanno progressivamente crescendo.

In primis fu la Francia, dove alle elezioni europee del maggio 2014 il Front National si piazzò al primo posto. Una vittoria tutta da confermare, anche nelle sue linee programmatiche. Venne poi Tsipras, ma il suo non era che un bluff smascherato da egli stesso quando decise di boicottare il referendum, che pur aveva lanciato, per adeguarsi pienamente alle richieste della troika. Analogo discorso per gli spagnoli di Podemos, che su molti temi – compresi quelli cari alla Ue – hanno più volte cambiato posizione, non potendosi dunque distinguere una linea più o meno di confine. Segue poi l’Austria, dove la destra di Strache (del Fpoe, il partito che fu del compianto Haider) ha, alle comunali di Vienna e alle regionali, ottenuto risultati importanti. In questi giorni è, in ultimo, notizia che in Portogallo si registra una situazione difficile: dopo anni di politiche di austerità l’ambiguo Partito Socialista ha ottenuto una successo non sufficiente per governare, dovendo addivenire a trattative con gli oltranzisti anti-Ue di sinistra per cercare di formare una maggioranza. Nonostante i numeri sulla carta, il presidente si rifiuta ancora di conferire un incarico.

http://www.ilprimatonazionale.it/esteri ... sti-32944/

Re: Progetto Europa

26/10/2015, 12:36

Ufologo 555 ha scritto:LA POLONIA HA CAPITO TUTTO! [;)]


Polonia, plebiscito per i populisti. In Europa è ondata anti-Ue?

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Beata Szydlo, premier in pectore della Polonia

Varsavia, 26 ott – Diritto e Giustizia, la formazione di destra euroscettica, ha nettamente vinto – con quasi il 40% dei voti – le elezioni legislative in Polonia. Record storico per il partito, che guadagna dieci punti rispetto alle ultime consulazioni. Il risultato è clamoroso, inatteso alla vigilia e permetterà a PiS – Prawo i Sprawiedliwość (Diritto e Giustizia, per l’appunto) – di governare in solitaria, non dovendo trovare alcun alleato per formare una maggioranza. PiS ha già portato a casa, due mesi fa, la nomina del nuovo presidente della Polonia Andrjez Duda. Non solo il governo, ma a questo punto anche la governabilità sembra essere nel cassetto.

Staccatissimo il partito dell’attuale premier Ewa Kopacz e del presidente del consiglio europeo Donald Tusk, la formazione di centro liberale Piattaforma Civica, ferma a poco più del 23%.
Polonia euroscettica

Diritto e Giustizia è un partito nazionalista, fortemente euroscettico e che negli ultimi mesi ha cavalcato temi sensibili a partire da quello dell’immigrazione. Netto il rifiuto ad accogliere profughi per assecondare le volontà di Bruxelles, contro cui si annuncia battaglia serrata anche su temi economici. La Polonia – che non adotta l’euro – viene da 8 anni durante i quali è cresciuta del 50%, ma le disuguaglianze sociali si fanno sentire. Il venturo governo, il cui premier in pectore è la 52enne antropologa Beata Szydlo, ha già promesso forme di intervento pubblico nell’economia, difesa delle produzioni nazionali, forme di sostegno al reddito dei pensionati e un contributo mensile di oltre 100 euro per ogni nuovo nato fino ai 18 anni di età. Da valutare anche il tema dell’adesione all’euro, inizialmente prevista per il 2019 mentre adesso è sub judice: “Non in questa vita“, aveva perentoriamente affermato non più tardi dello scorso anno il presidente del partito, Jaroslaw Kaczyński.

Più sfumata la posizione del partito invece in politica estera. Diritto e Giustizia non fa mistero del suo filo-atlantismo spinto. Allo stesso tempo, però, sono forti i legami con l’Ungheria, altra nazione europea fortemente avversa alle politiche Ue e che però è fortemente legata a Mosca. Una situazione tutta in divenire, con l’Europa che teme fortemente un’eventuale svola “alla Orban”, leader cui la Szydlo ha peraltro detto di ispirarsi.
Vento anti-Ue su tutta l’Europa?

L’affermazione di Diritto e Giustizia è solo l’ultima di una serie di tornate elettorali nelle quali i partiti dichiaratamente (nelle intenzioni) contrari alle politiche dell’Unione Europea stanno progressivamente crescendo.

In primis fu la Francia, dove alle elezioni europee del maggio 2014 il Front National si piazzò al primo posto. Una vittoria tutta da confermare, anche nelle sue linee programmatiche. Venne poi Tsipras, ma il suo non era che un bluff smascherato da egli stesso quando decise di boicottare il referendum, che pur aveva lanciato, per adeguarsi pienamente alle richieste della troika. Analogo discorso per gli spagnoli di Podemos, che su molti temi – compresi quelli cari alla Ue – hanno più volte cambiato posizione, non potendosi dunque distinguere una linea più o meno di confine. Segue poi l’Austria, dove la destra di Strache (del Fpoe, il partito che fu del compianto Haider) ha, alle comunali di Vienna e alle regionali, ottenuto risultati importanti. In questi giorni è, in ultimo, notizia che in Portogallo si registra una situazione difficile: dopo anni di politiche di austerità l’ambiguo Partito Socialista ha ottenuto una successo non sufficiente per governare, dovendo addivenire a trattative con gli oltranzisti anti-Ue di sinistra per cercare di formare una maggioranza. Nonostante i numeri sulla carta, il presidente si rifiuta ancora di conferire un incarico.

http://www.ilprimatonazionale.it/esteri ... sti-32944/



anche io sono contento.
orban, codesta,
avanti così..

lei ha tutta l'aria dell'anti-merkel,
vero?

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Re: Progetto Europa

26/10/2015, 12:44

.. altroché Tzipras ... [:293]

Ora manca solo Marie Le Pen ...
(Perché qui da noi .. te saluto .....!) [:287]

Re: Progetto Europa

26/10/2015, 17:02

mik.300 ha scritto:
Ufologo 555 ha scritto:LA POLONIA HA CAPITO TUTTO! [;)]


Polonia, plebiscito per i populisti. In Europa è ondata anti-Ue?

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Beata Szydlo, premier in pectore della Polonia

Varsavia, 26 ott – Diritto e Giustizia, la formazione di destra euroscettica, ha nettamente vinto – con quasi il 40% dei voti – le elezioni legislative in Polonia. Record storico per il partito, che guadagna dieci punti rispetto alle ultime consulazioni. Il risultato è clamoroso, inatteso alla vigilia e permetterà a PiS – Prawo i Sprawiedliwość (Diritto e Giustizia, per l’appunto) – di governare in solitaria, non dovendo trovare alcun alleato per formare una maggioranza. PiS ha già portato a casa, due mesi fa, la nomina del nuovo presidente della Polonia Andrjez Duda. Non solo il governo, ma a questo punto anche la governabilità sembra essere nel cassetto.

Staccatissimo il partito dell’attuale premier Ewa Kopacz e del presidente del consiglio europeo Donald Tusk, la formazione di centro liberale Piattaforma Civica, ferma a poco più del 23%.
Polonia euroscettica

Diritto e Giustizia è un partito nazionalista, fortemente euroscettico e che negli ultimi mesi ha cavalcato temi sensibili a partire da quello dell’immigrazione. Netto il rifiuto ad accogliere profughi per assecondare le volontà di Bruxelles, contro cui si annuncia battaglia serrata anche su temi economici. La Polonia – che non adotta l’euro – viene da 8 anni durante i quali è cresciuta del 50%, ma le disuguaglianze sociali si fanno sentire. Il venturo governo, il cui premier in pectore è la 52enne antropologa Beata Szydlo, ha già promesso forme di intervento pubblico nell’economia, difesa delle produzioni nazionali, forme di sostegno al reddito dei pensionati e un contributo mensile di oltre 100 euro per ogni nuovo nato fino ai 18 anni di età. Da valutare anche il tema dell’adesione all’euro, inizialmente prevista per il 2019 mentre adesso è sub judice: “Non in questa vita“, aveva perentoriamente affermato non più tardi dello scorso anno il presidente del partito, Jaroslaw Kaczyński.

Più sfumata la posizione del partito invece in politica estera. Diritto e Giustizia non fa mistero del suo filo-atlantismo spinto. Allo stesso tempo, però, sono forti i legami con l’Ungheria, altra nazione europea fortemente avversa alle politiche Ue e che però è fortemente legata a Mosca. Una situazione tutta in divenire, con l’Europa che teme fortemente un’eventuale svola “alla Orban”, leader cui la Szydlo ha peraltro detto di ispirarsi.
Vento anti-Ue su tutta l’Europa?

L’affermazione di Diritto e Giustizia è solo l’ultima di una serie di tornate elettorali nelle quali i partiti dichiaratamente (nelle intenzioni) contrari alle politiche dell’Unione Europea stanno progressivamente crescendo.

In primis fu la Francia, dove alle elezioni europee del maggio 2014 il Front National si piazzò al primo posto. Una vittoria tutta da confermare, anche nelle sue linee programmatiche. Venne poi Tsipras, ma il suo non era che un bluff smascherato da egli stesso quando decise di boicottare il referendum, che pur aveva lanciato, per adeguarsi pienamente alle richieste della troika. Analogo discorso per gli spagnoli di Podemos, che su molti temi – compresi quelli cari alla Ue – hanno più volte cambiato posizione, non potendosi dunque distinguere una linea più o meno di confine. Segue poi l’Austria, dove la destra di Strache (del Fpoe, il partito che fu del compianto Haider) ha, alle comunali di Vienna e alle regionali, ottenuto risultati importanti. In questi giorni è, in ultimo, notizia che in Portogallo si registra una situazione difficile: dopo anni di politiche di austerità l’ambiguo Partito Socialista ha ottenuto una successo non sufficiente per governare, dovendo addivenire a trattative con gli oltranzisti anti-Ue di sinistra per cercare di formare una maggioranza. Nonostante i numeri sulla carta, il presidente si rifiuta ancora di conferire un incarico.

http://www.ilprimatonazionale.it/esteri ... sti-32944/



anche io sono contento.
orban, codesta,
avanti così..

lei ha tutta l'aria dell'anti-merkel,
vero?

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Ottima cosa questa. Però...
Lei, secondo me, ha la stessa aria della Merkel...così a pelle eh!
Dopo i fatti della Grecia con 'ste sparute sortite antieuropeiste ci andrei cauta...
Spero vivamente di sbagliare [8]

Re: Progetto Europa

26/10/2015, 17:27

.. anch'io; però c'è un fatto essenziale: questa non è una sinistrosa ... [;)]

Re: Progetto Europa

26/10/2015, 18:06

ottimo,smacco x i pro euro, la vittoria in polonia degli antieuro,ma come si vede questa notizia ha trovato poco spazio sulla grande informazione,.......chissa' xke'........ [:246] [:246] [:246] [:246]

Re: Progetto Europa

26/10/2015, 18:16

"logico": perché proviene dall'altra .... "parte" ... [:306]

Re: Progetto Europa

26/10/2015, 18:22

Credo nella speranza.

Come ho sperato in Tsipras e sono rimasto deluso adesso spero in lei, nel partito austriaco e nella coalizione portoghese.

E stavolta ci sono le premesse per cui non ci sia un' altra delusione...


Staremo a vedere.


Intanto i media si schierano faziosamente, ormai non è rimasta nessuna parvenza di giornalismo, di informazione. E' propaganda aperta.

Vorrà dire che lo shock sarà maggiore.

Re: Progetto Europa

26/10/2015, 18:27

shighella ha scritto:
mik.300 ha scritto:
Ufologo 555 ha scritto:LA POLONIA HA CAPITO TUTTO! [;)]


Polonia, plebiscito per i populisti. In Europa è ondata anti-Ue?

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Beata Szydlo, premier in pectore della Polonia

Varsavia, 26 ott – Diritto e Giustizia, la formazione di destra euroscettica, ha nettamente vinto – con quasi il 40% dei voti – le elezioni legislative in Polonia. Record storico per il partito, che guadagna dieci punti rispetto alle ultime consulazioni. Il risultato è clamoroso, inatteso alla vigilia e permetterà a PiS – Prawo i Sprawiedliwość (Diritto e Giustizia, per l’appunto) – di governare in solitaria, non dovendo trovare alcun alleato per formare una maggioranza. PiS ha già portato a casa, due mesi fa, la nomina del nuovo presidente della Polonia Andrjez Duda. Non solo il governo, ma a questo punto anche la governabilità sembra essere nel cassetto.

Staccatissimo il partito dell’attuale premier Ewa Kopacz e del presidente del consiglio europeo Donald Tusk, la formazione di centro liberale Piattaforma Civica, ferma a poco più del 23%.
Polonia euroscettica

Diritto e Giustizia è un partito nazionalista, fortemente euroscettico e che negli ultimi mesi ha cavalcato temi sensibili a partire da quello dell’immigrazione. Netto il rifiuto ad accogliere profughi per assecondare le volontà di Bruxelles, contro cui si annuncia battaglia serrata anche su temi economici. La Polonia – che non adotta l’euro – viene da 8 anni durante i quali è cresciuta del 50%, ma le disuguaglianze sociali si fanno sentire. Il venturo governo, il cui premier in pectore è la 52enne antropologa Beata Szydlo, ha già promesso forme di intervento pubblico nell’economia, difesa delle produzioni nazionali, forme di sostegno al reddito dei pensionati e un contributo mensile di oltre 100 euro per ogni nuovo nato fino ai 18 anni di età. Da valutare anche il tema dell’adesione all’euro, inizialmente prevista per il 2019 mentre adesso è sub judice: “Non in questa vita“, aveva perentoriamente affermato non più tardi dello scorso anno il presidente del partito, Jaroslaw Kaczyński.

Più sfumata la posizione del partito invece in politica estera. Diritto e Giustizia non fa mistero del suo filo-atlantismo spinto. Allo stesso tempo, però, sono forti i legami con l’Ungheria, altra nazione europea fortemente avversa alle politiche Ue e che però è fortemente legata a Mosca. Una situazione tutta in divenire, con l’Europa che teme fortemente un’eventuale svola “alla Orban”, leader cui la Szydlo ha peraltro detto di ispirarsi.
Vento anti-Ue su tutta l’Europa?

L’affermazione di Diritto e Giustizia è solo l’ultima di una serie di tornate elettorali nelle quali i partiti dichiaratamente (nelle intenzioni) contrari alle politiche dell’Unione Europea stanno progressivamente crescendo.

In primis fu la Francia, dove alle elezioni europee del maggio 2014 il Front National si piazzò al primo posto. Una vittoria tutta da confermare, anche nelle sue linee programmatiche. Venne poi Tsipras, ma il suo non era che un bluff smascherato da egli stesso quando decise di boicottare il referendum, che pur aveva lanciato, per adeguarsi pienamente alle richieste della troika. Analogo discorso per gli spagnoli di Podemos, che su molti temi – compresi quelli cari alla Ue – hanno più volte cambiato posizione, non potendosi dunque distinguere una linea più o meno di confine. Segue poi l’Austria, dove la destra di Strache (del Fpoe, il partito che fu del compianto Haider) ha, alle comunali di Vienna e alle regionali, ottenuto risultati importanti. In questi giorni è, in ultimo, notizia che in Portogallo si registra una situazione difficile: dopo anni di politiche di austerità l’ambiguo Partito Socialista ha ottenuto una successo non sufficiente per governare, dovendo addivenire a trattative con gli oltranzisti anti-Ue di sinistra per cercare di formare una maggioranza. Nonostante i numeri sulla carta, il presidente si rifiuta ancora di conferire un incarico.

http://www.ilprimatonazionale.it/esteri ... sti-32944/



anche io sono contento.
orban, codesta,
avanti così..

lei ha tutta l'aria dell'anti-merkel,
vero?

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Ottima cosa questa. Però...
Lei, secondo me, ha la stessa aria della Merkel...così a pelle eh!
Dopo i fatti della Grecia con 'ste sparute sortite antieuropeiste ci andrei cauta...
Spero vivamente di sbagliare [8]



no no questa è tosta si vede..!
e poi, soprattutto, la polonia
non sta nell'euro..
quindi ha MANI LIBERE..

Re: Progetto Europa

26/10/2015, 19:23

in effetti gli alti papaveri europei,temono un possibile asse varsavia/budapest come una minaccia x l'europa,e non vorrebbero che questo contagiasse i paesi limitrofi,e oltetutto sarebbe un freno allo strapotere della merkel........speriamo vivamente che cio'possa essere effettivo.............. [:290] [:290] [:289] [:289]

Re: Progetto Europa

26/10/2015, 19:34

Per Bettino Craxi in esilio l’Europa della moneta unica non era un paradiso terrestre né un’opportunità irrinunciabile, bensì “un limbo nel migliore dei casi, e nel peggiore un inferno”

di Paolo Becchi e Cesare Sacchetti

Non siamo arrivati a questo punto per caso. Se l’Italia sta sprofondando in una recessione dalla quale ancora non si intravede una via d’uscita percorribile, lo si deve all’ accettazione di quel “vincolo esterno”, che da Maastricht in poi ci ha segnato. Nel 1992 viene apposta la firma sul Trattato di Maastricht in un clima giudiziario di caccia alle streghe. La rinuncia alla sovranità monetaria fu presentata come la via per la purificazione dai mali endemici delle corruttele che affliggevano l’Italia, fino a scomodare la genetica comportamentale per giustificare quel carattere che secondo i retori dell’europeismo, apparteneva al dna della popolazione italiana.

Questa narrativa è falsa e pericolosa, tanto nelle sue premesse quanto nelle sue dirette conseguenze, non solo perché gli scandali attuali della Volkswagen e della Siemens la smentiscono, ma perché fu il cavallo di Troia dei poteri esteri, della finanza speculativa internazionale per penetrare nelle istituzioni italiane e piegarle agli interessi sovranazionali. I governi che si sono succeduti da allora, non hanno mai avuto la capacità di decidere in proprio perché limitati da accordi sovranazionali, che sono assurti al rango di tavole della legge e dettano un’agenda già scritta e redatta nelle sue parti principali. Resta pochissimo margine, e quegli esecutivi che hanno provato a respingere questa pressione sono saltati, perché l’apparato che sta sopra gli Stati aveva deciso così.

Qualcuno aveva previsto tutto questo, e cosa sarebbe diventata l’Europa della moneta unica molti anni fa, ben prima che l’Italia facesse il suo ingresso in essa. Non un paradiso terrestre né un’opportunità irrinunciabile, bensì “un limbo nel migliore dei casi, e nel peggiore un inferno”. Sono parole di Craxi. Era questo forse probabilmente il pensiero che più tormentava le sue giornate nella sua permanenza forzata ad Hammamet, dopo quel 1992 che aveva segnato indelebilmente la fine della sua carriera politica e l’inizio della fuga dalle aule di giustizia. Un sistema politico indebolito difficilmente poteva farsi interprete dei cambiamenti degli anni successivi, dalla globalizzazione alla deregolamentazione dei mercati finanziari, che nel giro di pochi anni ridisegnano completamente l’organizzazione sociale. La frattura istituzionale con i partiti della prima Repubblicasi consuma nel 1992, e lo tsunami che distrugge completamente un’intera classe dirigente avviene per mezzo delle inchieste giudiziarie che furono decisive per azzerare i vertici politici dell’epoca. Era il principio della stagione della magistratura che diventala protagonista indiscussa di ogni cambiamento intercorso in quel periodo e negli anni successivi.

La politica perde il suo primato, la sua capacità di interpretare i cambiamenti della societàe viene sostituita dalla magistratura: “Mani Pulite” contro la corruzione dei partiti. La corruzione che era parte integrante del meccanismo di finanziamento dei partiti ed era un carattere peculiare del sistema che tutti conoscevano, diventala radice di ogni male, ma solo per alcuni rappresentati della vecchia classe politica.

Ad altri inspiegabilmente non viene riservata nessuna gogna giudiziaria o mediatica, ed è questo il cruccio che non dava pace a Craxi, che nella sua ultima opera Io parlo, e continuerò a parlare curata da Andrea Spiri, denuncia la “falsa rivoluzione” di Mani Pulite e dei suoi eroi che non avevano portato nessun reale cambiamento nel sistema politico, peggiorato nei suoi vizi di un tempo e spogliato dei suoi antichi pregi. Beninteso, nonsi vuole quicompiere una difesa delle ruberie che certamente esistevano e gravavano sui costi della politica , ma è singolare che tutto ciò che prima era tollerato e ben accetto dalle istituzioni e che sembra arduo immaginare fosse sconosciuto agli organi giudiziari, divenga d’un tratto il pretesto per far crollare quegli stessi partiti, che seppur macchiatisi di gravi colpe, avevano permesso all’Italia di diventare una delle prime potenze industriali al mondo.

La logica del capro espiatorio è sempre la maniera più semplice per addossare le colpe e le falle di un sistema su di una sola causa, che in questo caso ha assunto le fattezze dell’ex segretario del PSI, il cui nome ancora oggi per molti ipocriti risulta impronunciabile. Dopo molti anni, la storia fa il suo corso, gli eventi si manifestano sotto altre forme da quelle prospettate decenni addietro e lo scorrere del tempo porta a riflessioni più pacate sul nostro recente passato.

Ripercorrere la travagliata storia del vincolo esterno oggi è probabilmente il modo migliore per rendere giustizia a chi ne ha denunciato le storture originarie e le false rappresentazioni di un Paese affetto da mali incurabili, che aveva bisogno della mano sovranazionale per guadagnarsi l’accesso all’eden di Maastricht. La globalizzazione affrettata che ha rimosso le prerogative essenziali degli Stati nazione, è stato un processo che in Italia si è innescato grazie al 1992, rimuovendo quell’insieme di partiti che non ne avrebbero accettato le sue derive antidemocratiche.

Cosa ha permesso all’euro di vedere la luce? L’opportunità di entrare nella moneta unica non fu mai discussa né valutata dalla nuova classe politica che prese il posto di quella precedente, ma fu semplicemente accettata come qualcosa di buono e di inevitabile. Senza Mani Pulite e la fine di quasi tutti i partiti della Prima Repubblica, non sarebbe stato possibile probabilmente premere il pedale dell’acceleratore sulla globalizzazione e sull’integrazione europea. Fu la stessa Ilda Boccassini, uno dei simboli del nuovo corso della procura di Milano a riconoscere che “l’Italia ha reagito con orgoglio” grazie a Mani Pulite e alla fine “ con sacrificio il Paese si è rimesso in piedi, è riuscito ad entrare nell’Europa della moneta unica”. Chi ha deciso che questa fosse la migliore soluzione politica da seguire, e perché mai un magistrato deve rivendicare con orgoglio il raggiungimento di un obbiettivo politico che esula dalle sue funzioni? La magistratura, o meglio la sua corrente più politica, in questo modo si è fattainterprete di un cambiamento politico ed economico che non è mai stato democraticamente legittimato, ha rimosso dalla scena politica tutti i partiti e salvaguardato il vecchio Pci, divenuto Pds, che negli anni successivi ha imposto l’entrata nell’euro senza condizioni.

La porta della sovranità nazionale era ormai spalancata a quei poteri finanziari che misero in atto quelle speculazioni finanziarie sulla lira, mai finite sotto la lente della magistratura. Nessuno tantomeno pensò di mettere sotto inchiesta la svendita delle partecipazioni statali, l’assassinio dell’IRI che era uno dei primi gruppi industriali al mondo. Tutti erano impegnati nella celebrazione del rogo dei colpevoli, mentre i vincitori indossavano la veste dei salvatori della patria, quando in realtà la stavano tradendo.

http://www.lantidiplomatico.it/dettnews ... 2&pg=13105
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