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 Oggetto del messaggio: Re: Femminicidio, l'uomo con la clava colpisce ancora
MessaggioInviato: 27/10/2015, 09:40 
Tranquillo mik, qui nessuno vuole generalizzare.

Ora speriamo che si possa ricominciare serenamente con il topic ripulito.

Già che lo staff è al lavoro per rimuovere gli interventi off topic potrebbe girarli nel nuovo topic di mik...



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Non spaventiamoci per quando le tenebre caleranno, perchè il momento più buio è sempre prima dell' alba.

Noi siamo al tramonto, la notte è ancora tutta davanti, ma alla fine il sole sorgerà anche stavolta. Quello che cambia, è quello che i suoi raggi illumineranno. Facciamo che domani sotto il Sole ci sia un mondo migliore.
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 Oggetto del messaggio: Re: Femminicidio, l'uomo con la clava colpisce ancora
MessaggioInviato: 27/10/2015, 10:15 
Aztlan ha scritto:
Tranquillo mik, qui nessuno vuole generalizzare.

Ora speriamo che si possa ricominciare serenamente con il topic ripulito.

Già che lo staff è al lavoro per rimuovere gli interventi off topic potrebbe girarli nel nuovo topic di mik...



perchè ripulito?

in tutti i miei interventi
c metto del mio..
investo risorse psicofisiche,

mi dispiacerebbe un pò
che tutti questi contributi
(che io ritengo molto sensati)
andassero perduti..



_________________
https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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 Oggetto del messaggio: Re: Femminicidio, l'uomo con la clava colpisce ancora
MessaggioInviato: 27/10/2015, 12:44 
mik.300 ha scritto:
Aztlan ha scritto:
Tranquillo mik, qui nessuno vuole generalizzare.

Ora speriamo che si possa ricominciare serenamente con il topic ripulito.

Già che lo staff è al lavoro per rimuovere gli interventi off topic potrebbe girarli nel nuovo topic di mik...



perchè ripulito?

in tutti i miei interventi
c metto del mio..
investo risorse psicofisiche,

mi dispiacerebbe un pò
che tutti questi contributi
(che io ritengo molto sensati)
andassero perduti..


La decisione l' ha presa TTE basandosi sulle richieste degli utenti

e io l' appoggio perchè chi arriverà a consultare questo topic dovrà poterlo fare senza dover sopportare questa diatriba fino a pagina 58.


Proprio perchè ritengo i tuoi interventi comunque validi ma nel posto sbagliato

ho chiesto che lo staff già che è al lavoro invece di cliccare il tasto cancella a ripetizione faccia una copia dei messaggi e li sposti in un topic apposito.



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 Oggetto del messaggio: Re: Femminicidio, l'uomo con la clava colpisce ancora
MessaggioInviato: 27/10/2015, 14:33 
mi accodo, sono d'accordo con Aztlan se si possono salvare gli interventi invece di eliminarli del tutto e dirottarli verso il nuovo topic di Mik sarebbe come catturare due piccioni con una fava :)



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 Oggetto del messaggio: Re: Femminicidio, l'uomo con la clava colpisce ancora
MessaggioInviato: 29/10/2015, 17:59 
Dato che l'utente mik.300 dopo aver infarcito questa discussione di post tesi a dimostrare l'esistenza del fenomeno del "maschicidio" ha finalmente optato per aprire una discussione ad hoc sul tema, credo si possa riprendere da dove avevamo lasciato.

In particolare vorrei soffermarmi sul significato attribuito al termine "femminicidio" e sul perché si sia reso necessario coniare un nuovo termine della lingua italiana. È un articolo molto lungo, ma a mio parere sviscera ogni piega del termine e ben illustra i motivi per cui non ha senso parlare di maschicidio.

Femminicidio: i perché di una parola

Cita:
Quesito:
C’è necessità di una parola nuova per indicare qualcosa che accade da sempre? Che senso ha sottolineare il sesso di una vittima? Non è offensivo per le donne parlare di loro usando la parola femmina, che pare “più propria dell’animale”? Perché non usare donnicidio, muliericidio, ginocidio o ciò che già abbiamo, uxoricidio? Legittimando femminicidio non provocheremo una proliferazione arbitraria di parole in -cidio?


Recentemente si parla molto di femminicidio (o anche femicidio e femmicidio e del valore delle varianti vedremo dopo) intendendo non solo l’“uccisione di una donna o di una ragazza”, ma anche “qualsiasi forma di violenza esercitata sistematicamente sulle donne in nome di una sovrastruttura ideologica di matrice patriarcale, allo scopo di perpetuarne la subordinazione e di annientarne l’identità attraverso l’assoggettamento fisico o psicologico, fino alla schiavitù o alla morte”. Abbiamo riportato la definizione di femminicidio in Devoto-Oli 2009, ma il termine è attestato anche in ZINGARELLI a partire dal 2010 e nel Vocabolario Treccani online, mentre GRADIT 2007 ha femicidio registrato anche nei Neologismi Treccani 2012 come “femmicidio o femicidio”.
Ci sono state e ancora ci sono resistenze all’introduzione del termine, quasi fosse immotivato o semplicemente costituisse un voler forzatamente distinguere tra delitto e delitto semplicemente in base al sesso della vittima; quasi fosse neologismo frutto di una delle tante mode linguistiche più che del bisogno di nominare un nuovo concetto.
In effetti ciò che viene oggi indicato da questa parola è anche storia antica, anche per il nostro paese, come nota Silvia Leonzi in A casa con il nemico pubblicato nel numero di Marzo 2013 della rivista “Il Carabiniere”:

di omicidi femminili commessi da uomini la nostra storia è tristemente piena [...] e allora, perché solo adesso si sente l'esigenza di trovare un nome specifico per questa realtà? Che cos'hanno di diverso queste morti? Cos'è cambiato nella nostra percezione di un fenomeno tanto oscuro quanto atavico?

Una risposta possibile a questa domanda è in quanto Michela Murgia scriveva nel suo blog il 2 settembre 2012 a proposito di una notizia pubblicata quel giorno su Repubblica.it in questa forma:

Fano, uccide la moglie in un raptus di gelosia “L'uomo [...] ha accoltellato la donna, che ha tentato di difendersi inutilmente, dopo un violento litigio davanti ai quattro figli…”.

«Nel giornale che vorrei – scrive la Murgia – la notizia sarebbe stata data così: Fano, giovane donna uccisa a coltellate davanti ai suoi figli e poi “Arrestato l'autore del violento femminicidio: era il marito”».
Non si tratta solo di una parola in più, allora, per quanto densa di significato, ma anche e soprattutto di un rovesciamento di prospettiva, di una sostanziale evoluzione culturale prima e giuridica poi.
Quanta strada, almeno nel nostro paese, sia stata percorsa dalle istituzioni è efficacemente sintetizzato nel testo citato di Silvia Leonzi di cui si ricorda solo un passo a beneficio dei più giovani:

Ed è proprio per la salvaguardia dell'onore che fino al 1981, nel nostro ordinamento, […] per un uomo [che uccide] la moglie, se colto da un impeto d'ira determinato dall'offesa recata [sono previste] pene minori rispetto a un analogo delitto di diverso movente, dal momento che l'oltraggio arrecato all'onore è ben più grave rispetto al delitto riparatore. Infatti, l'articolo 587 del Codice penale, abrogato con la Legge n. 442 del 5 agosto 1981, contempla una pena ridotta per chi uccida la moglie, la figlia o la sorella al fine di difendere "l'onor suo o della famiglia".

Credo che questo basti a dare conto delle proporzioni e delle conseguenze del rovesciamento del punto di vista auspicato dalla Murgia: non si tratta solo di parole di moda evidentemente.

Alcuni vedono nell’introduzione di femminicidio esclusivamente la sottolineatura (forzata) dell’appartenenza della vittima al sesso femminile, come per esempio si argomenta in un messaggio “postato” sulla pagina Facebook di La lingua batte, rubrica settimanale di Radio3 che si è recentemente occupata di femminicidio:

La parola omicidio deve essere eliminata dal vocabolario giuridico, ma non sostituita dalla parola femminicidio, o da qualsiasi altra parola che indichi una violenza mortale di genere. Siamo tutti esseri umani; perché, quindi, non usiamo umanicidio?

A questa domanda possiamo rispondere che se ci riferiamo a una situazione “neutra”, una donna uccisa nel corso di una rapina in banca, si può parlare di omicidio (o magari chissà in futuro di umanicidio) ma di fronte a una notizia come questa:

India, violentata e uccisa a sei anni: Nuovo, agghiacciate caso di stupro nell'Uttar Pradesh: la piccola è stata strangolata e gettata in una discarica (La Repubblica.it 19.04.2013)

quale parola si dovrebbe usare? È un omicidio? È un infanticidio? O è qualcosa di più e di diverso, qualcosa che si colloca all’interno di una visione culturale che vede il femminile (non si può certo parlare di donne in questo caso) disprezzato e disprezzabile? L’uccisione è solo (!) un “passaggio” di una sequenza che prevede prima il sequestro, la violenza, lo stupro e dopo l’abbandono del cadavere tra l’immondizia, il tutto da parte di un uomo su una bambina. Si potrebbe forse rispondere che si tratta della somma di una serie di crimini, tutti previsti e denominati; ma alla base di questa orribile combinazione c’è la concezione condivisa della “femmina” come un nulla sociale. Insomma non si tratta dell’omicidio di una persona di sesso femminile, a cui possono essere riconosciute aggravanti individuali, ma di un delitto che trova i suoi profondi motivi in una cultura dura a rinnovarsi e in istituzioni che ancora la rispecchiano almeno in parte.

Ma a questa istituzione ci si rivolge per le parole quindi occupiamoci di quelle.

In primo luogo un’osservazione banale: la nostra lingua prevede già alcune parole che specificano quale sia la natura del rapporto tra l’uccisore e la vittima di un omicidio (fratricidio, sororicidio, matricidio, parricidio, uxoricidio) o caratteristiche particolari della vittima (il già citato infanticidio, feticidio termine del diritto penale). Le parole “da aggiungere alla lista”, come dicevamo, sono due: femicidio/femmicidio e femminicidio; la prima è un adattamento dell’inglese femicide, mentre per la seconda siamo probabilmente debitori allo spagnolo del Centro America feminicidio, almeno per l’attuale rilancio.

Si tratta in effetti di un intrecciarsi di storie di parole nate in paesi diversi che hanno seguito propri percorsi fino a sovrapporsi oggi grazie a movimenti culturali che hanno investito quantomeno tutto il mondo occidentale.
È ormai noto (per studi e pubblicazioni di ambiti anche diversi a cui si rimanda nella nota per approfondimenti) che l’evoluzione “ideologica” della voce femicide è iniziata a partire dagli anni Settanta del ’900 in seno ai movimenti femministi statunitensi, ma il termine era già in uso in inglese fino dall’800, a significare “the killing of a woman”, l’uccisione di una donna, e come tale è registrato nel Law Lexicon di J.JS. Wharthon (1848).

La progressiva evoluzione del significato è avvenuta in fasi successive, per cui, dagli anni ’90, si specifica che “l’uccisore è un uomo e il motivo per cui la donna viene uccisa è il fatto di essere donna”, fino a precisare, all’inizio degli anni Duemila, che l’uccisa e l’uccisore possono essere anche minori, ovvero ragazze o bambine uccise da adolescenti; così, nella formulazione appena citata, si sostituiscono a uomo e donna i termini femmina e maschio. Sempre all’inizio del nostro secolo si estende l’impiego di femicide a tutte le situazioni in cui le donne vivono in uno stato di oppressione e sotto la continua minaccia di essere uccise.
Nello spagnolo americano sono gli anni Settanta del Novecento (stando al corpus di Google libri) a vedere la proposta del termine: è del 1975 Feminicidio: la autodestrucción de la mujer di Enrique Víctor Salerno pubblicato a Buenos Aires. Successivamente feminicidio appare usato in pubblicazioni riconducibili ad ambienti progressisti latino-americani e sembra percorrere passi analoghi a quelli di femicide nella parte settentrionale del continente; non necessariamente però al loro seguito, se nel 1989, nelle Propuestas para una nueva sociedad di Alberto Koschützke e Manuel Agustín Aguirre, edite a Caracas, si sosteneva che “Afirmar que la violación constituye un feminicidio, no es una exageración”. Come negli USA gli anni Novanta sono stati decisivi nella precisazione e diffusione di femicide, soprattutto grazie alla voce della criminologa Diane Russel, così è stato anche per l’affermarsi di feminicidio nel mondo latino-americano in cui emerge l’impegno di un’altra donna, l’antropologa e sociologa messicana Marcela Lagarde.

Allo stesso modo dell’inglese femicide, anche l’italiano femminicidio risale all’Ottocento, ma ha natura di creazione letteraria e non di termine di rilevanza giuridica, come invece aveva il corrispettivo d’Oltre-Manica. Consultando il corpus di Google libri lo troviamo in un commento di Augusto Franchetti alla Giacinta, Commedia in cinque atti di Luigi Capuana (“Nuova Antologia di scienze, lettere ed arti”, III serie, vol. XVIII 1888, pp. 544-551: 547):

Così finisce la commedia, che dovrebbe dirsi dramma, se oramai non fosse più facile bandir la morte dal codice penale che dal teatro comico. Il lieto fine, come criterio di tal maniera d’arte, è cosa da porsi tra le ciarpe vecchie. Augier, Dumas, Ferrari, Meilhac e Halevy..., chi non ha un qualche omicidio (che è per lo più un femminicidio) sulla coscienza, getti lui la prima pietra.

Franchetti parla di un omicidio “letterario” il cui autore è Capuana, ma la protagonista, “Trascurata dalla madre, che menava una vita svagata e mondana, e abbandonata in balìa della servitù, [...], ancora adolescente, ebbe a soffrire, senza sua colpa, una violenza brutale”(p. 545), si presta particolarmente all’interpretazione attuale del termine, come ha notato Giuseppe Antonelli nella citata rubrica La lingua batte. Ma a darci un’idea di quale fosse il pensiero dell’epoca basta quel “senza sua colpa” che nel testo di Capuana pare implicare che si possa “soffrire un violenza brutale” avendone anche, almeno in parte, la responsabilità.

Che in ambito letterario europeo esistesse la possibilità di uso a fini umoristici di termini simili sembrerebbe suggerito da quella che appare come la più antica testimonianza della serie, la forma francese femmicide; la troviamo in una battuta di Mezzetin, personaggio simile ad Arlecchino (“Helas, Monsieur, elle est morte, et on m’avoit accusé de l’avoir tuée; et sans l’argent et les amis j’aurois été pendu pour un femmicide”) di uno dei numerosi testi di vari autori pubblicati a Parigi nel 1694 sotto il titolo Le Théâtre Italien ou Le recueil général de toutes les scènes françoises qui ont eté joüées sur le Théâtre-Italien de l'Hostel de Bourgogne a cura di Evaristo Gherardi, attore della Commedia dell’Arte nato a Prato nel 1663, ma operante in Francia.

Tornando in Italia, ritroviamo il termine in una pubblicazione del 1923 in cui la voce assume maggiore pertinenza visto che si tratta della cronaca di un delitto: “Il più truce delitto è l'ottimamente chiamato femminicidio commesso da un certo Pietro di Vicchio Fiorentino (“Vita e pensiero”- Vol. 9, 1923, p. 472). Si tratta però di affioramenti di una possibilità della lingua che solo negli anni Settanta, come già visto per inglese e spagnolo, con l’affermarsi dei movimenti femministi, verrà recuperata forse senza conoscere gli antecedenti italiani, ma avendo presenti quelli del nuovo continente: l’archivio storico della “Stampa” ce ne fornisce un esempio in un articolo di Maria Adele Teodori, di cui riportiamo un passo piuttosto ampio perché a nostro parere contiene molte se non tutte le “nuove” implicazioni del termine:

Ha ragione il movimento femminista a collegare ruolo della donna e sua oppressione allo stupro. [...] Né menti malate né raptus, come ne parlano gli egregi difensori degli stupratori nelle loro fiorite arringhe; il potere virile si è sempre affermato, seppure per varie intensità di gradi, con la forza fisica. E la ribellione va punita. La lezione deve servire a mantenere la donna assoggettata. Oggi la guerra è più evidente perché la donna sfugge alla privatezza, vive maggiormente fuori dalle pareti domestiche: la violenza privata diviene così un fatto pubblico. La tortura quotidiana dello schiaffo, della percossa, dell'aggressività parolaia sfocia nel massacro sessuale sui prati, sui sedili delle auto, in squallidi scannatoi di periferia. Ma il femminicidio quotidiano non avrebbe da solo raggiunto queste drammatiche proporzioni se non fosse sorretto e agevolato dalla violenza delle istituzioni nei suoi anche meno palesi messaggi. (CRESCE LA RABBIA DOPO TANTI STUPRI, ANCHE PSICOLOGICI La tentazione del femminismo armato, 4. 4.1977, “StampaSera” n. 68)

Nel decennio successivo comincia a penetrare nel linguaggio dei criminologi l’alternativa mutuata dall’inglese femicidio: la troviamo in un testo del 1983, G.Russo, Femicidio. Studio su 82 vittime, in “Rassegna penitenziaria e criminologica”, n. 1 citato in Karadole (p. 24 e nota 45). Tra la fine del secolo scorso e l’inizio dell’attuale si è avuto il rilancio giornalistico del termine riferito a culture altre, ma ben presto anche alla nostra: nell’archivio di “Repubblica” l’esempio meno recente di femminicidio risale al 7.10.2001:

Le donne [in Afghanistan] non possono lavorare, andare a scuola, frequentare i bagni pubblici, lavare vestiti al fiume, camminare da sole, viaggiare se non accompagnate da un maschio adulto della loro famiglia, calzare sandali che emettano suoni, essere assistite da un medico durante il parto. Questi divieti si sono tradotti in un femminicidio prolungato, per fame o per infezioni, ma non sempre indiretto. Presunte adultere sono state lapidate, presunte prostitute fucilate negli stadi (probabilmente vedove che non sapevano come sfamare i figli). (Guido Rampoldi, Le prigioniere del burqa)

Nel 2006 nello stesso archivio il termine, giunto alla quarta occorrenza, era ancora virgolettato; fino al 2010 non erano state raggiunte 10 occorrenze, ma da quell’anno è un crescendo continuo (22 nel 2010, 31 nel 2011) che esplode nelle 276 del 2012; quest’anno superava le 400 il 22 giugno. Nello stesso archivio femicidio appare dal 2005, ma fino all’aprile di quest’anno non arrivava a 20 occorrenze.

Il calco inglese rimane in un primo tempo per lo più circoscritto all’ambito degli studi di settore (cfr Lorenza Pleuteri, Isabella Merzagora Betsos, Il femicidio. Vittime di omicidio di genere femminile a Milano e provincia negli anni 1990/2002, in “Rassegna italiana di criminologia”, 2004 Vol. 15). Nel 2008 Barbara Spinelli pubblica Femminicidio. Dalla denuncia sociale al riconoscimento giuridico internazionale e anche Femicide e Feminicidio: nuove prospettive per una lettura gender oriented dei crimini contro donne e lesbiche sulla rivista specializzata “Studi sulla Questione Criminale”.
La compresenza di più termini ha fatto sì che, almeno negli scritti specialistici, essi vengano usati con significati diversi:

In questa sede chiamiamo dunque femicidio la forma più estrema di violenza contro le donne per distinguerla ed al contempo metterla in relazione col femminicidio, ossia la violenza contro le donne in tutte le sue forme miranti ad annientarne la soggettività sul piano psicologico, simbolico, economico e sociale, che solitamente precede e può condurre al femicidio.
Il concetto di femicidio accolto comprende tutte le morti di donne avvenute per ragioni misogine, anche per fatto delle istituzioni (per esempio per aborti forzati, interventi chirurgici non necessari come l’isterectomia, sperimentazioni sui loro corpi) o di pratiche sociali patriarcali (mutilazioni genitali) o culturali che portano a lasciar morire le figlie femmine di malattia, incuria, fame, per privilegiare la cura del figlio maschio, come accade ad esempio in alcune regioni di Cina e India. (Karadole p. 18 sg)


Veniamo adesso alle possibili alternative. A coloro che propongono uxoricidio abbiamo forse già dato una risposta: non solo le mogli e nemmeno solo le conviventi hanno il triste privilegio di essere vittima di questi delitti e non solo i mariti (o i conviventi) ne sono gli autori.
Muliericidio o anche donnicidio escluderebbero le vittime bambine e adolescenti e metterebbero in ombra, con un recuperato senso del pudore latitante in altre occasioni forse più opportune, il tratto dell’appartenenza delle vittima al genere femminile, esplicito in femminicidio o femicidio, che è anche il motivo della loro morte (a questo proposito si veda anche quanto scrive Rosario Coluccia in un articolo che pubblichiamo qui di seguito).
Diversa accezione hanno invece le altre due proposte che ci giungono ancora dal mondo anglosassone: ginocidio e gendercidio, entrambe non registrate nei vocabolari. Le due forme sono state introdotte dalla scrittrice e filosofa americana Mary Anne Warren in Gendercide. The implication of Sex Selection (1985) nel quale, mettendole in relazione con genocidio, indicava con questi termini le pratiche sistematiche prodotte da una cultura sostenuta anche dalle istituzioni, tese all’eliminazione delle donne come genere, come le mutilazioni genitali, gli stupri di massa o l’aborto selettivo dei feti di sesso femminile. In questo senso quindi il ginocidio (cfr Daniela Danna, Ginocidio. La violenza contro le donne nel mondo globale, Milano, Eleuthera 2007) o gendercidio (cfr Francesca Paxi, L’Onu: metà del mondo non è per le donne. Il “gendercidio”: una strage silenziosa, “La Stampa” 16.06.2011) si oppongono al femminicidio e al femicidio in cui la violenza è esercitata contro la singola donna.

Infine rispondiamo a chi vede nella proliferazione di termini il rischio di una produzione “ipertrofica” del suffissoide -cidio, come qualcuno paventava ancora sulla pagina Fb della rubrica La lingua batte:

E ci potrebbe essere il rischio che si creino altri “-cidi”: basta pensare all’odio contro le persone omosessuali, i cristiani, gli islamici, gli ebrei, gli immigrati ecc.

Rispondiamo che ciò che dovrebbe essere condannato sono gli atti e non le parole che servono a denunciarli e che il “rischio” è ormai una realtà: nel linguaggio giornalistico e non solo in quello è già penetrato il termine omocidio a indicare l’uccisione di una persona omosessuale in quanto tale da parte di una persona omofoba. Per capire i perché di questa parola può forse essere utile la lettura di OMOCIDI, gli omosessuali uccisi in Italia di Andrea Pini (2002) che racconta le vittime della violenza omofoba in Italia.

Per approfondimenti:

- Karadole C., Femicidio: la forma più estrema di violenza contro le donne, “Rivista di Criminologia, Vittimologia e Sicurezza”, Organo ufficiale della Società Italiana di Vittimologia (S.I.V.) Vol. VI - n. 1, Gennaio-Aprile 2012, pp. 16-38.
- Leonzi S., A casa con il nemico, “Il Carabiniere”, marzo 2013
- Spinelli B., Femminicidio. Dalla denuncia sociale al riconoscimento giuridico internazionale, Franco Angeli, Milano, 2008.
- Spinelli B., Femicide e Feminicidio: nuove prospettive per una lettura gender oriented dei crimini contro donne e lesbiche, “Studi sulla Questione Criminale”, anno III, n.2, 2008, Carocci Editore.
- Spinelli B., Violenza sulle donne: parliamo di femminicidio. Spunti di riflessione per affrontare a livello globale il problema della violenza sulle donne con una prospettiva di genere, in http://www.giuristidemocratici.it.


A cura di Matilde Paoli
Redazione Consulenza Linguistica
Accademia della Crusca


Sull'argomento un articolo di Rosario Coluccia pubblicato sul "Nuovo Quotidiano di Puglia" l’11 maggio 2013

http://www.accademiadellacrusca.it/it/lingua-italiana/consulenza-linguistica/domande-risposte/femminicidio-perch-parola


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 Oggetto del messaggio: Re: Femminicidio, l'uomo con la clava colpisce ancora
MessaggioInviato: 30/10/2015, 16:41 
Ottimo contributo che spiega bene il perchè della necessità del termine femminicidio.

Non vedo però come dimostri l' inutilità di denominare il fenomeno inverso che comunque esiste.
Ma di questo ne parlerò nel topic apposito. Lascio la parola per i prossimi contributi.



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 Oggetto del messaggio: Re: Femminicidio, l'uomo con la clava colpisce ancora
MessaggioInviato: 30/10/2015, 16:54 
Aztlan ha scritto:
Non vedo però come dimostri l' inutilità di denominare il fenomeno inverso che comunque esiste.


Visto che a parere dei linguisti, il termine maschicidio non esiste per via dell'inesistenza dei relativi presupposti, che sostiene il contrario dovrebbe per lo meno tentare una definizione.


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 Oggetto del messaggio: Re: Femminicidio, l'uomo con la clava colpisce ancora
MessaggioInviato: 30/10/2015, 17:48 
alcar ha scritto:
Aztlan ha scritto:
Non vedo però come dimostri l' inutilità di denominare il fenomeno inverso che comunque esiste.


Visto che a parere dei linguisti, il termine maschicidio non esiste per via dell'inesistenza dei relativi presupposti, che sostiene il contrario dovrebbe per lo meno tentare una definizione.


Come dimostra l' articolo che hai postato,
per arrivare ad una definizione complessa come quella attuale del termine femminicidio
ci sono voluti secoli e il lavoro di diversi intellettuali di diversi Paesi,

non vedo perchè per il momento per il maschicidio non basti una definizione come quella proposta per il femminicidio in tempi meno recenti:

"l' uccisione di un essere umano di sesso maschile in quanto tale".


Col tempo potremo sviscerare tutte le cause.



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 Oggetto del messaggio: Re: Femminicidio, l'uomo con la clava colpisce ancora
MessaggioInviato: 30/10/2015, 18:41 
Aztlan ha scritto:
non vedo perchè per il momento per il maschicidio non basti una definizione come quella proposta per il femminicidio in tempi meno recenti:

"l' uccisione di un essere umano di sesso maschile in quanto tale".

Col tempo potremo sviscerare tutte le cause.


Mi sta bene, ma le casistiche dove sono?

Non certo nei numerosi post fatti da mik.

Tra quelli non ne ho visto nemmeno uno che possa adattarsi alla definizione che hai appena formulato.


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 Oggetto del messaggio: Re: Femminicidio, l'uomo con la clava colpisce ancora
MessaggioInviato: 30/10/2015, 18:56 
alcar ha scritto:
Aztlan ha scritto:
non vedo perchè per il momento per il maschicidio non basti una definizione come quella proposta per il femminicidio in tempi meno recenti:

"l' uccisione di un essere umano di sesso maschile in quanto tale".

Col tempo potremo sviscerare tutte le cause.


Mi sta bene, ma le casistiche dove sono?

Non certo nei numerosi post fatti da mik.

Tra quelli non ne ho visto nemmeno uno che possa adattarsi alla definizione che hai appena formulato.


Cominciamo a riportare casi nel topic e vediamo se salta fuori qualcosa.

Torniamo all' argomento del topic?



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Per quanto possa essere buia la notte sulla Terra, il sole sorgerà quando è l' ora, e c' è sempre la luce delle stelle per illuminarci nel cammino.

Non spaventiamoci per quando le tenebre caleranno, perchè il momento più buio è sempre prima dell' alba.

Noi siamo al tramonto, la notte è ancora tutta davanti, ma alla fine il sole sorgerà anche stavolta. Quello che cambia, è quello che i suoi raggi illumineranno. Facciamo che domani sotto il Sole ci sia un mondo migliore.
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 Oggetto del messaggio: Re: Femminicidio, l'uomo con la clava colpisce ancora
MessaggioInviato: 05/12/2015, 17:20 
Quanto sotto spero possa spiegare perché tenevo in modo particolare al significato più profondo che era contenuto in questo thread.

Perché il femminicidio è sì un delitto terribile nei confronti delle donne... ma vi è un FEMMINICIDIO a livello MACRO che rappresenta l'abominio che osserviamo nel mondo attuale

Il Femminino Sacro, il risveglio della Donna :

Nei Misteri Antichi, la Donna e la Natura erano un’Unica Cosa …

« Ciò che si fa alla natura, si fa alle donne
e ciò che si fa alla donne, si fa alla Natura. »


Da sempre, le donne sono state considerate le fedeli rappresentanti della Terra, nostra Madre
Natura e origine feconda. Intuitivamente percepiamo questa analogia come vera, come
qualcosa che incarna una realtà evidente e ci parla direttamente dell‟Essenza del Femminile…

Alle origini…

Nell‟epoca definita “preistoria” dalla nostra civiltà occidentale contemporanea,
nacquero molti culti della Madre Terra, della divinità femminile , della fertilità. Noi
conserviamo nella memoria con emozione e nel profondo del nostro subconscio, le
forme abbondanti e rassicuranti di statuette rituali preistoriche di donne gravide, che
ci parlano molto di noi tutti e del più grande mistero che per l‟Uomo è la Vita.

L’Egitto

Più avanti, l‟Egitto aprirà ampiamente le porte della coscienza, dell‟anima e
dell‟equilibrio, attraverso la Coppia, il sacro, e l‟armonia che si sprigionava da
questa Alleanza e suprema complementarietà dell‟Uno e dell‟altra. Sembra che in
quest‟epoca che si può considerare “benedetta dagli Dei “, l‟uomo e la donna siano
giunti ad un‟osmosi, nel rispetto reciproco, incarnando sulla Terra “l‟equilibrio dei
mondi “, cioè dei due principi “maschile - femminile “ ed anche dell‟asse “terracielo”
(mondo manifestato e mondo superiore invisibile) ; in tal modo le quattro
direzioni erano attivate ed onorate.

Questo derivava molto probabilmente dalla loro conoscenza intima delle leggi
cosmiche che regolano l‟universo e, allo stesso modo, le relazioni umane. Ci furono
in Egitto Faraoni donne, che si elevarono fino allo stato di divinità, ma su questo oggi
si insiste molto poco non rendendosi conto che il Faraone rivestiva un ruolo di
grande importanza in seno a questa civiltà in quanto rappresentava realmente
il Dio Padre–Madre sulla terra.

Nella Bibbia

Il Vecchio e Nuovo Testamento sono costellati di storie ed aneddoti in cui le donne
occupano molto spesso un posto, ma dove, anche se possono essere iniziate a certe
conoscenze e misteri (questo può leggersi in filigrana), non sono considerate come
vere “Maestre”. Quindi i fondamenti della nostra civiltà attuale da allora si
allontanano dal suo significato di origine e dal legame molto forte e profondo con la
Madre Terra feconda, la Natura.

Tuttavia due donne , figure importanti del Nuovo Testamento, sono giunte fino a
noi : la Vergine Maria e Maria Maddalena.

La Vergine Maria *, la madre di Gesù (Yeshoua) era una grande Iniziata di cui solo la
conoscenza e l‟iniziazione, acquisite lungo il corso di numerose vite, le hanno
permesso di purificare e preparare la sua anima ed il suo corpo fino ad essere pronta
a diventare un Santo Graal, la coppa pura che avrebbe portato il Figlio di Dio, colui
che avrebbe incarnato il Cristo, Figlio unico del Padre.

Maria Maddalena, la donna mistero, la donna apostolo, la “preferita “ da Gesù, che
« baciava molto spesso sulla bocca » (cf. Vangelo apocrifo di Filippo), sposa fedele, fu
iniziata e divenne una grande Maestra, essendo stata direttamente formata e istruita
da Lui. Ritorneremo in un ulteriore articolo sulla nozione di coppia sacra ed in
particolar modo su quella di Maria Maddalena e Gesù.

Ciò che è meno conosciuto e rimane nascosto è che era anche un‟Iniziata (una figlia
di Iside), alla quale Egli ha trasmesso la luce del suo Insegnamento – come fece con
il suo secondo e ben amato discepolo, San Giovanni…

Il grande segreto è che Maria Maddalena visse e giunse anche lei alla Resurrezione,
grazie all‟insegnamento del Cristo che scacciò dal suo Essere i « 7 demoni » (o « 7
Peccati », cioè i « 7 veli dell‟iniziazione ») che imprigionavano la sua anima (come
quella di ogni Uomo non iniziato), che avrebbe potuto evolversi solo nel mondo
manifestato, nel mondo della materia (in opposizione al mondo divino al quale
accede ogni Maestro Iniziato).

Le Grandi Iniziate mantenute nascoste dall’Egitto

Oltre alle due donne alleate del Cristo, poche figure femminili delle Grandi Iniziate²
hanno potuto attraversare le tappe della Storia e giungere fino a noi, per lasciarci i
loro segreti ed insegnarci. Ricordiamo Beltane la celtica, la greca Demeter, Tara la dea
tibetana buddista, Kwan Yin, Esclarmonde la catara, e in un più lontano passato,
delle dee: Iside (la Madre di tutti gli Iniziati e creatrice di tutte le Scuole dei Misteri),
Hathor e Maat (la sposa del Dio Thot-Hermès).

Così, l‟Egitto, vero crogiolo e “terra vivente delle Dee e degli Dei” accolse a suo
tempo un numero di Iniziati uomini e donne. La dea Iside fu in effetti realmente una
donna incarnata e la sola ad incarnare totalmente tutte le qualità della Madre Divina,
del principio femminile divino.

Fondò in seguito una Scuola dei Misteri che diede
origine alla corrente (o stirpe) dei fedeli “Figli e Figlie della Luce”, e che si diffuse e
apparve in diversi luoghi ed epoche della storia (in India, in Cina, in Grecia, in
Africa…).

Ciò che Iside ha insegnato a fondo alle donne iniziate, è che esse sono essenzialmente
Figlie della Madre Terra, nel senso che devono portare come una Madre, nella loro
anima e coscienza, l‟Umanità intera, manifestando scientemente tutte le qualità
relative alla Madre : la generosità, l‟altruismo, la dolcezza, il « prendersi cura », la
tolleranza…

Questo è un ruolo di primo piano, che potremmo definire come la loro
„missione divina‟, l‟obiettivo che non dovranno mai perdere di vista, né dimenticare,
se vogliono veramente che queste qualità si manifestino (sia tramite le donne che gli
uomini) e siano veramente sulla terra, tra i Popoli, e di conseguenza si concretizzino
nella nostra realtà con decisioni ed azioni che vanno nel senso della Luce e la
Giustizia universale

Il Risveglio delle Donne oggi

Perciò le donne del nostro tempo devono partire alla conquista della propria identità
di Iniziate, andare alla ricerca di vere e fedeli immagini, di archetipi femminili che
possono di nuovo mostrare ed aprire loro „La Strada‟, ed ancorarle autenticamente
alla loro Natura ed Essenza. Devono ritrovare il gusto per la ricerca interiore, il loro
posto in qualità di alter ego, nell‟ambito della spiritualità.

La Donna, le donne del nostro tempo devono realmente svegliarsi, svegliare la loro
coscienza al loro potere intrinseco ed a ciò che sono realmente. Esse costituiscono più
della metà dell‟Umanità, e contribuiscono grazie alla loro carne, anima e sangue, a
sognare, a formare ed a mettere al mondo ogni Essere umano…

In effetti, la Grande Madre ha assegnato alla Donna un ruolo molto particolare ed
innegabilmente sacro : quello di essere la Guardiana e la Trasmettitrice della Vita.

Così le donne ne sono depositarie privilegiate e rappresentano il futuro della nostra
evoluzione. Sono il santo Graal e le pure rappresentanti del principio della Madre
Divina…

La Donna è la „Portatrice di Acqua‟ della vita (come la Vergine Maria, l‟alleata
dell‟Arcangelo Gabriele), il ricettacolo della Saggezza, della luce, di cui è portatrice
all‟interno di se stessa. E‟ lei la Creatrice di vita. Ogni donna è in realtà “La Madre
del Mondo” per ogni essere di ciascun regno della Madre Terra : regno dei Minerali,
Vegetali, Animali e degli Uomini.

Nel messaggio dei grandi Iniziati esseni contemporanei, tutte le donne sono pronte
oggi ad accogliere ciò che, un tempo, era riservato soltanto alle future 'figlie di Iside'
(formate nelle Scuole dei Misteri).

Il “Messaggio alle Donne“ di Peter Deunov, un grande Iniziato contemporaneo
Questo grande Maestro spirituale contemporaneo, Peter Deunov (Bulgaria, 1864-
1944), ha dato alle donne della nostra epoca un insegnamento in una lettera
intitolata “La nuova Eva o la missione della Donna Madre” (tratto da un documento
intitolato „la Donna della Nuova Cultura‟).

Vi citiamo un brano scelto da noi, per portare a vostra conoscenza la nuova
Coscienza Femminile, che deve rifiorire nel seno dell‟umanità.

“ Oggi si considera la donna un essere che ha bisogno dell‟uomo che si prende cura di lei.
Allora dico: „non è una donna, è un essere svantaggiato.‟ Secondo me, la vera donna è colei
che salva il mondo, che possiede le chiavi della vita e attraverso la quale si manifesta la nobile
e potente forza dell‟amore, colei che porta la vita.

Quindi, la salvezza del mondo dipenderà dalla donna e non dall‟uomo. L‟uomo deve osservare
nella sua vita due leggi principali. La prima legge – l‟amore verso Dio – rappresenta l‟uomo;
la seconda legge – l‟amore per il suo prossimo – rappresenta la donna. L‟uomo lavora con la
prima legge; la donna con la seconda. Tuttavia, l‟uomo deve utilizzare le due leggi. La seconda
legge – l‟amore per il suo prossimo – con la quale la donna lavora, crea le istituzioni e la
società.

Di conseguenza, la società contemporanea, come tutto ciò che essa comporta, è dipeso in
particolar modo da questa donna umiliata. Allora, quale dovrebbe essere il fine a cui devono
mirare la società contemporanea e gli Stati contemporanei? E‟ quello di elevare la donna.

Elevate la donna al rango che occupava prima! Mettetela al livello in cui era all‟origine e
vedrete che in 25 anni il mondo migliorerà.

La salvezza del mondo è nell‟elevazione della donna. Se non elevate la donna, o se lei non
eleva se stessa, non si avrà la salvezza.

Quando parlo di elevazione della donna, penso che questa idea debba impregnare la vita
stessa, diffondersi non soltanto tra gli uomini, ma anche tra gli animali, le piante ed i minerali
e conquistare completamente il cuore umano…”

Il suo erede diretto, il Maestro Omraam Mikhael Aïvanhov (Bulgaria 1900 – Francia
1986) affermeva la stessa posizione in questi termini:

“ La natura ha datto alle donne dei poteri che non sfrutta o che sfrutta in un modo sbagliato.

Bisogna che prendino coscienza di questi poteri e che sappiano che da loro dipende tutto
l‟avvenire dell‟umanità.”

Il “Messaggio alla Donne” di Olivier Manitara, grande iniziato vivente ed attivo

Nella stessa stirpe di Peter Deunov – che abbiamo citato precedentemente – Olivier
Manitara (nato nel 1964 in Francia), questo grande Maestro Esseno, vivente ed attivo,
ha anche lui rivolto alle donne un messaggio forte ed autentico, attraverso il suo libro
“ Dio la Madre ” ¹, e le sue numerose conferenze piene del vivente che lo caratterizza
il suo sguardo lucido ed audace sulla nostra epoca ed i misteri della vita che egli non
cessa di approfondire.

Ve ne citiamo anche qualche brano scelto allo scopo di farvene scoprire e sentire la
pertinenza, il rigore e la bellezza della saggezza femminile che deve fiore di nuovo
per il bene di tutti gli esseri.

“ Una madre vuole il meglio per il suo figlio. Lei non può accettare la guerra, la malattia,
l‟inquinamento, la maleducazione. Ugualmente, una donna non può accettare di essere
violentata, di essere fecondata da un seme qualsiasi. Il seme che entra nel ventre della donna è
quello della vita, dell‟amore, della saggezza. E‟ il seme di Dio.

La donna e la terra sono un tutt‟uno. Se la terra non è rispettata, allora è la coscienza
femminile che è violata. Cosa pensare delle tonnellate di bombe, dei prodotti chimici versati
sulla terra? Di chi è il seme? Che pensiero, che intenzione, quale anima si tengono in dietro?
E‟ amore o un oltraggio, una violazione? ”

“ La Madre del mondo chiede a tutte le donne di ridiventare la custode della famiglia, della
vita della fertilità del suolo, della pace. La forza sta nell‟unione della donna con la TerraMadre.

Là si trova la stabilità, l‟anima, la convinzione profonda, l‟identità. Quando una
donna si unisce alla terra, diventa vera, profonda, magnetica, autentica, radicata. Non è la
donna che è custode della famiglia, della felecità, è la terra per mezzo di lei, la terra in lei.

Allora, la donna deve elevare la sua energia verso la bellezza in modo che conosca i segreti
della bellezza. La bellezza deve diventare l‟ideale motore della vita. Allora gli uomini si
inclineranno davanti alla stabilità della donna e davanti al suo ideale di bellezza.

Riconosceranno la voce piena di dolcezza di Dio la Madre che si esprime attraverso le sue
figlie.

Solo il cuore della donna può inglobare e unire tutti i figli del mondo senza alcuna distinzione
di sesso, di razza, d‟ideologia politica o religiosa. ”

“ Il proverbio dice: „Ciò che la donna vuole, Dio lo vuole‟, ma che vogliono le donne?

Oggigiorno tutto è fatto per distruggere le donne. Loro sono elevate ed educate per essere
uomini. Ciò le fa perdere la loro intelligenza profonda, il loro centro...”

“ Nessuno tocca a un bambino o a una donna, in nome del genio femminile. Questo genio è
calpestato da migliaia di anni ed è tempo che si svegli e si esprima perché solo lui può arginare
la barbarie crescente. ”

Proteggere e rinforzare il legame tra la donna e la NATURA : una pratica ecologica
globale ed autentica

La bellezza di una pratica ecologica vera risiede nel legame fondamentale che esiste
tra la Donna e l‟intera Natura. E‟ facile fare un‟analogia tra l‟attitudine naturale di
una madre ed il rapporto, anche se spesso inconscio, che si instaura con la vita e con
la natura, tramite i nostri bisogni primari. Questi ultimi non devono rappresentare
un aspetto negativo o contraddittorio con l‟idea di progresso o con il concetto di
civiltà. Essi ci ricordano i nostri „doveri e obblighi‟, nei riguardi dell‟insieme dei
benefici e benedizioni che riceviamo ogni giorno della nostra vita dalla Natura,
nostra « Grande Madre ».

La società decreta una „giornata della Donna‟ e ne parla come di un divertimento,
come pure dei Diritti dell‟Uomo, del Bambino e degli Animali, per essere in pace con
la coscienza… Non c‟è degrado dell‟Essere umano davanti a tanta incoerenza?

Chi forma il bambino durante i nove mesi di gestazione? La madre lo porta in seno,
ma pochi si rendono conto di ciò che rappresenta veramente questo grande mistero
vivente. E‟ bellissimo inchinarsi davanti a questa relazione tra la Donna e la Natura,
in quanto il nostro corpo è veramente un regalo che ci viene offerto (ma tuttavia, solo
prestato) e che è ad immagine di quello della Terra. Le similitudini sono evidenti !

La seconda grande analogia che parla a favore di questo legame è la sensazione che
proviamo all‟interno di noi stessi, nel cuore del nostro Essere, quando ci troviamo in
una foresta, davanti ad un paesaggio eccezionale, o per esempio davanti ad un fiore.

Nella vita di un uomo, la donna rappresenta, raccoglie e porta in sé tutto

Questo... Ella è il „Giardino dell‟Eden‟ vivente, che porta l‟ispirazione come un soffio
sottile ed una elevazione dei pensieri, creando ed alimentando ideali nobili ed
elevati, che possono ripercuotersi su tutta la società.

Nelle civiltà antiche della Grecia ed Egitto, la Donna preservava e proteggeva
l‟atmosfera dei templi e delle città. Era la Guardiana del Fuoco Sacro del focolare o
del tempio, protettrice di questo culto, o l‟Iniziatrice ai Grandi Misteri della Madre
Divina (la Natura), e tutta la sua sessualità e psicologia avevano origine da questo
rapporto intimo con la Vita, dalla sua manifestazione e fioritura. Così, poteva esistere
e rivelarsi, attraverso artisti, filosofi ed ancor più attraverso Saggi e Iniziati, il
«Maschile Sacro », il viso incarnato di „Dio il Padre‟.

Perciò ogni donna può diventare, in assoluto, con la sua coscienza, la sua volontà e la
sua iniziazione ai Grandi Segreti della Madre Terra, veramente un‟autentica „Madre
di Dio‟ e fecondare l‟Avvenire…

http://www.olivier-manitara-tradizione- ... -sacro.pdf



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 Oggetto del messaggio: Re: Femminicidio, l'uomo con la clava colpisce ancora
MessaggioInviato: 08/12/2015, 11:48 
Se tutte avessero la forza fisica per fare questo...

Prova a violentare una ragazza: lei reagisce e lo riduce in queste condizioni

In un parco di Sheffield Johnathon Holmes ha aggredito una giovane di 21 anni e l'ha portata tra i cespugli per violentarla...

Continua qui:
http://www.today.it/rassegna/reagisce-s ... pugni.html



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 Oggetto del messaggio: Re: Femminicidio, l'uomo con la clava colpisce ancora
MessaggioInviato: 16/12/2015, 16:10 
Scusate... forse finiamo off-topic, ma anche questo per me è patriarcato e forma di femminicidio

Un 51enne operatore di una comunità per minori "regista" e protagonista di una serie di atti sessuali con gli ospiti minorenni conditi da alcol e droga

Orge, sesso con ragazzine disabili mentali, alcool e droga, visioni di film porno girati "in casa": per questi abusi è stato fermato dalla Procura di Agrigento Carmelo Angelo Grillo, 51 anni, responsabile di una comunità alloggio per minori con disturbo del comportamento nell'agrigentino. L'arresto è stato convalidato dal gip, che ha disposto la custodia cautelare in carcere con varie accuse di violenza sessuale aggravata su minori.

L'ordinanza di fermo dipinge un uomo assatanato di sesso facile, che non si ferma davanti a nulla che passa dalle avances ai fatti perfino infilandosi di notte nel letto delle ragazzine ospiti della casa famiglia. "Ancor più preoccupazione - scrivono i pm nell'ordinanza - desta la qualifica professionale di Grillo, della quale lo stesso ha evidentemente abusato ed approfittato, carpendo subdolamente la fiducia dei giovani ospiti della comunità, tutti accomunati da problematiche di varia natura che li costringono tuttora a vivere lontani dalle loro famiglie: tale circostanza, evidentemente, li ha resi ancor più deboli e propensi ad affidarsi alle cure di un adulto, che ai loro occhi appariva come un riferimento, nei confronti del quale, come già osservato, per molto tempo non hanno manifestato alcuna insofferenza". E ancora: "Persistendo nella sua azione l'indagato ha dimostrato di non percepire il significato antigiuridico delle proprie condotte, rendendo in tal modo indispensabile l'adozione di una misura cautelare idonea che ne argini l'azione e lo dissuada dal porre in essere qualsiasi altra forma di abuso nei confronti di chiunque ed in particolare di minori e soggetti deboli".

L'inchiesta è cominciata lo scorso giugno quando la responsabile delle coop che gestiscono le comunità alloggio è andata in commissariato a Palma di Montechiaro, per denunciare ciò che le aveva confidato un ragazzo che con la sua fidanzatina era ospitato in casa di Grillo. "Mi invitava a fare sesso a casa sua con la mia ragazza, mi dava bevande alcoliche, un fallo di plastica, anche un paio di manette e riprendeva tutto". L'indagine ha scoperchiato uno spaccato squallido di abusi su ragazzine, pornografia, violenze sessuali. Grillo offriva hashish ai minorenni, mostrava loro filmini prono in cui lui era uno degli attori, dava loro bevande alcooliche. Nell'inchiesta sono coinvolti diversi ragazzini e ragazzine. Almeno un sedicenne è indagato dalla procura per i minori per aver partecipato a sesso di gruppo con un' altra minorenne.

Il procuratore di Agrigento, Renato Di Natale, ha detto: "Parliamo di violenza sessuale nei confronti di una ragazza affetta da handicap, violenza sessuale di gruppo assieme ad altri minori. Reati che ci lasciano sgomenti compiuti fino al giugno del 2015''. Il procuratore ha anche sottolineato "la mancanza di seri controlli. Chi ha il dovere di controllare si attivi subito ed eventualmente vengano revocati gli accrediti alle strutture coinvolte".

http://mobile.tgcom24.it/checkexistpage ... 502a.shtml


Schifoso porco... Mentalità tribale e patriarcale... ignoranza pura... non mi esprimo su cosa gli farei

io capisco la posizione di TTE quando parla di esseri alla prima reincarnazione, ma, diamine, a maggior ragione agevoliamo il trapasso rapido di questa gente così eventualmente "torna" con una maggiore considerazione della vita altrui!



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 Oggetto del messaggio: Re: Femminicidio, l'uomo con la clava colpisce ancora
MessaggioInviato: 16/12/2015, 18:36 
Atlanticus81 ha scritto:
Scusate... forse finiamo off-topic, ma anche questo per me è patriarcato e forma di femminicidio

Un 51enne operatore di una comunità per minori "regista" e protagonista di una serie di atti sessuali con gli ospiti minorenni conditi da alcol e droga

Orge, sesso con ragazzine disabili mentali, alcool e droga, visioni di film porno girati "in casa": per questi abusi è stato fermato dalla Procura di Agrigento Carmelo Angelo Grillo, 51 anni, responsabile di una comunità alloggio per minori con disturbo del comportamento nell'agrigentino. L'arresto è stato convalidato dal gip, che ha disposto la custodia cautelare in carcere con varie accuse di violenza sessuale aggravata su minori.

L'ordinanza di fermo dipinge un uomo assatanato di sesso facile, che non si ferma davanti a nulla che passa dalle avances ai fatti perfino infilandosi di notte nel letto delle ragazzine ospiti della casa famiglia. "Ancor più preoccupazione - scrivono i pm nell'ordinanza - desta la qualifica professionale di Grillo, della quale lo stesso ha evidentemente abusato ed approfittato, carpendo subdolamente la fiducia dei giovani ospiti della comunità, tutti accomunati da problematiche di varia natura che li costringono tuttora a vivere lontani dalle loro famiglie: tale circostanza, evidentemente, li ha resi ancor più deboli e propensi ad affidarsi alle cure di un adulto, che ai loro occhi appariva come un riferimento, nei confronti del quale, come già osservato, per molto tempo non hanno manifestato alcuna insofferenza". E ancora: "Persistendo nella sua azione l'indagato ha dimostrato di non percepire il significato antigiuridico delle proprie condotte, rendendo in tal modo indispensabile l'adozione di una misura cautelare idonea che ne argini l'azione e lo dissuada dal porre in essere qualsiasi altra forma di abuso nei confronti di chiunque ed in particolare di minori e soggetti deboli".

L'inchiesta è cominciata lo scorso giugno quando la responsabile delle coop che gestiscono le comunità alloggio è andata in commissariato a Palma di Montechiaro, per denunciare ciò che le aveva confidato un ragazzo che con la sua fidanzatina era ospitato in casa di Grillo. "Mi invitava a fare sesso a casa sua con la mia ragazza, mi dava bevande alcoliche, un fallo di plastica, anche un paio di manette e riprendeva tutto". L'indagine ha scoperchiato uno spaccato squallido di abusi su ragazzine, pornografia, violenze sessuali. Grillo offriva hashish ai minorenni, mostrava loro filmini prono in cui lui era uno degli attori, dava loro bevande alcooliche. Nell'inchiesta sono coinvolti diversi ragazzini e ragazzine. Almeno un sedicenne è indagato dalla procura per i minori per aver partecipato a sesso di gruppo con un' altra minorenne.

Il procuratore di Agrigento, Renato Di Natale, ha detto: "Parliamo di violenza sessuale nei confronti di una ragazza affetta da handicap, violenza sessuale di gruppo assieme ad altri minori. Reati che ci lasciano sgomenti compiuti fino al giugno del 2015''. Il procuratore ha anche sottolineato "la mancanza di seri controlli. Chi ha il dovere di controllare si attivi subito ed eventualmente vengano revocati gli accrediti alle strutture coinvolte".

http://mobile.tgcom24.it/checkexistpage ... 502a.shtml


Schifoso porco... Mentalità tribale e patriarcale... ignoranza pura... non mi esprimo su cosa gli farei

io capisco la posizione di TTE quando parla di esseri alla prima reincarnazione, ma, diamine, a maggior ragione agevoliamo il trapasso rapido di questa gente così eventualmente "torna" con una maggiore considerazione della vita altrui!


Dicono che non si deve dare un giudizio perché probabilmente in una delle vite precedenti siamo stati stupratori, assassini o sfruttatori del prossimo in varie forme. [8]



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 Oggetto del messaggio: Re: Femminicidio, l'uomo con la clava colpisce ancora
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Eccone un altro che va fatto accomodare in ginocchio, messo a proprio agio, tranquillizzato e quando è calmo e sereno salvarlo sparandogli un colpo in testa e liberando la nostra specie da geni corrotti. Nessuna pietà.

Io non sono nè spirituale, nè una anima antica, nè in contatto con le entità astrali, non ho alcuna pietà per questa gente, nè misericordia, sono un troglodita terrestre e terreno intriso di materialismo spicciolo e poco IN ma sono io qui ed ora e nel mio mondo gente come questa va gettata in un fosso previa penetrazione cerebrale mediante vettore ad alta energia di piombo o un materiale pesante simile.

Megli un mondo poco evoluto dove questi subumani finiscono morti in un fosse che un mondo PIENO DI MAESTRI che si fanno i caXXi loro mentre questa gente si scopa i bambini o mena le donne/uomini mentre nel tempo libero distrugge il mondo.

La civiltà sta nel liberarsene senza farlo/i soffrire nè torturarlo/i A VITA come invece meriterebbe/ro.



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