31/01/2016, 22:22
31/01/2016, 23:47
Le risposte sono tutte racchiuse nelle folli dichiarazioni di questi criminali senza scrupoli....Wolframio ha scritto:Zika virus, la scimmia “Rhesus 766” e Rockefeller. Ecco la storia.
01/02/2016, 01:13
Ucraina, virus letale Usa fa almeno 20 morti e 200 feriti
NEW YORK (WSI) – Un virus letale propagatosi da un laboratorio americani ha fatto più di venti morti in Ucraina, mentre altre 200 soldati sono stati ricoverati in ospedale.
Mentre l’est del paese è ancora impegnato in una sanguinosa guerra civile tra ribelli filo russi e autorità pro europee, l’esercito nazionale deve fare i conti con un’epidemia all’apparenza incurabile. Si tratterebbe infatti di un virus immune a tutte le medicine (chiamato “California Flu”), ch ha iniziato a diffondersi nello stesso luogo dove sono state condotte delle ricerche per combatterlo.
Il laboratorio incriminato è situata nei pressi della città di Kharkov dove si trovano membri dell’esercito statunitense. È stat il vice comandante dell’esercito di Donetsk, Eduard Basurin, a dare l’annuncio dell’epidemia mortale.
Secondo quanto riferito dal personale medico dei soldati ucraini all’agenzia di stampa Donbass International si tratta di un’epidemia di massa, con la malattia che “si è diffusa rapidamente tra le file dell’esercito ucraino”.
I medici hanno trovato la presenza di un virus che fino a quel momento era sconosciuto quando centinaia di soldati hanno incominciato ad avere i sintomi tipici della febbre alta, con la differenza che nessuna cura è riuscita ad abbassare la temperatura corporea delle persone infette.
Il virus ha continuato a propagarsi e i medici stanno cercando di trovare una cura. Il 22 gennaio Basurin ha dato un resoconto della drammatica situazione.
“Stiamo continuando a registrare i nuovi casi dell’epidemia, il personale dell’esercito ucraino ha subito infezioni alle vie respiratorie acute di massa”.
Dall’inizio della scorsa settimana 200 soldati sono stati ricoverati negli ospedali militari e civili di Kharkov e Dnepropetrovsk. “È importante ribadire che l’intelligence aveva reso noto che le ricerche sul virus sono state condotte in un laboratorio nella località di Shelkostantsiya, a 30 chilometri di distanza dalla città di Kharkov dove si trovano esperti dell’esercito Usa“.
“A quanto ci risulta, è lì che si è iniziato a propagare il virus letale ‘californiano”.Guarda su youtube.com
03/02/2016, 01:06
Zika, negli Stati Uniti primo caso
di contagio con rapporto sessuale
In Texas un paziente ha contratto il virus dopo aver avuto un rapporto con una persona rientrata dal Venezuela: è il primo caso di trasmissione di Zika per via sessuale
Si estende l'allerta per il virus Zika che l'organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato «emergenza internazionale». Negli Stati Uniti primo caso di contagio avvenuto attraverso un rapporto sessuale.
Il contagio
La notizia arriva dalle autorità sanitarie del Texas, il Dallas County Health and Human Services Department ha fatto sapere di aver accertato il primo caso di un paziente contagiato dal virus Zika non attraverso la puntura di zanzara ma con per trasmissione sessuale. In particolare gli esperti spiegano che una persona sarebbe rimasta contagiata dopo un rapporto con una persona infettata dal virus e rientrata dal Venezuela, uno dei paesi più colpiti dal virus.
Il virus diffuso in 28 Paesi
L'Unicef ha lanciato martedì un appello per raccogliere 9 milioni di dollari per programmi destinati a limitare la diffusione del virus. Intanto si registrano anche i primi due casi in Irlanda, e Capivari, comune del Brasile nello stato di San Paolo, ha deciso di cancellare i festeggiamenti per il Carnevale: i soldi risparmiati verranno utilizzati per la disinfestazione dalle zanzare che trasmettono in virus. Sono 28 i Paesi in cui il virus è diffuso, cher vanno dal Messico a Capo Verde al Brasile.
03/02/2016, 01:42
03/02/2016, 13:47
09/02/2016, 12:31
Zika come Ebola, gli Usa alzano l'allerta al livello 1
Il rischio che il virus Zika possa diffondersi negli Usa ha spinto il Centro operazioni d'emergenza dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) americani ad alzare l'allerta al livello 1, il più alto. In altre tre occasioni era stato attivato lo stesso livello: per l'Ebola lo scorso anno, per l'influenza H1N1 nel 2009 e dopo l'uragano Katrina.
Gli esperti - riporta la rete televisiva 'Abc' - hanno motivato la decisione con "la necessità di accelerare il lavoro degli specialisti e concentrarsi in modo efficiente nella prevenzione della trasmissione del virus Zika".
I Cdc lavoreranno su più fronti per fermare il virus, compreso lo sviluppo di diversi test per diagnosticare la malattia e l'avvio di studi per capire se la presenza di Zika nell'organismo delle donne incinte è collegata allo sviluppo della microcefalia dei bambini, nonché per far luce sul possibile link con la sindrome di Guillain-Barré.
Inoltre, gli specialisti continueranno la sorveglianza del virus negli Stati Uniti per identificare un eventuale focolaio nella fase iniziale e infine forniranno aiuto a Paesi già colpiti come Porto Rico, Brasile e Colombia.
Intanto, l'Agenzia europea dei medicinali (Ema) ha istituito una task force di esperti con conoscenze specialistiche su vaccini, malattie infettive e altre competenze rilevanti per contribuire alla risposta globale alla minaccia Zika. Il gruppo sarà disponibile per fornire supporto su ogni aspetto scientifico e regolatorio per la ricerca e lo sviluppo di farmaci o vaccini contro il virus. Un'interazione precoce e regolare con l'Agenzia, sostiene infatti l'Ema, può accelerare in maniera significativa lo sviluppo di farmaci.
25/02/2016, 00:01
Contagiato da virus Hiv nato in laboratorio, primo caso al mondo
Va in ospedale per donare il sangue e scopre di essere sieropositivo. Ma il suo caso è diverso dagli altri e ha letteralmente lasciato di stucco gli scienziati che hanno sequenziato il virus dell'Hiv rilevato nel suo organismo. Non un virus umano ma un virus creato in laboratorio. "Il primo caso al mondo", spiega all'AdnKronos Salute Andrea Gori, direttore del reparto Malattie infettive dell'ospedale San Gerardo di Monza, università di Milano-Bicocca, uno dei camici bianchi che si è occupato del caso, finito sotto i riflettori a Boston.
Sono stati infatti gli scienziati italiani a scoprire il contagio e hanno riferito i dettagli negli Usa in occasione del Congresso Croi (Conference on Retroviruses and Opportunistic Infections).
"E' la prima volta al mondo che questo succede. Pensavamo fosse impossibile", commenta Gori parlando di una "storia drammatica che spinge a una riflessione sui livelli di biosicurezza dei laboratori in cui si lavora con questi costrutti. Si tratta di metodiche che si utilizzano per la ricerca su vaccini per l'Hiv e alla base di tutte le terapie geniche".
Gori ricostruisce la storia: "Una persona è venuta da noi perché, essendo donatrice di sangue, ha riscontrato così la propria sieropositività. Il problema è che dalla sua anamnesi non risultava alcun fattore di rischio" che potesse averlo esposto al contagio. L'unica cosa che ha insospettito i medici del San Gerardo che si sono occupati del paziente è che "questa persona era stata a lavorare all'estero in un laboratorio altamente qualificato nella gestione di costrutti di Hiv. Da qui è nato il sospetto che potesse essersi verificato qualche errore".
I medici del San Gerardo chiedono la collaborazione di Carlo Federico Perno, del laboratorio di Virologia dell'università di Roma Tor Vergata per sequenziare tutto il virus. "Scopriamo così che di fatto questo virus non è umano, ma bensì ha caratteristiche genetiche che derivano da costrutti utilizzati in laboratorio per fare esperimenti sull'Hiv. Da qui nasce tutta la storia". L'aspetto inquietante è che "il paziente non riferisce alcun errore accidentale, nessuna rottura di guanti o tagli che potrebbero giustificare il contagio. Così abbiamo indagato per spiegare il fenomeno ed è emerso che questi costrutti si sarebbero dovuti utilizzare in una situazione di sicurezza diversa da quella in cui la persona stava lavorando. Il paziente pensava infatti di usare vettori non replicanti che si utilizzano in un livello di biosicurezza 2 (biosafety level 2). Mentre in maniera assurda si è infettato con un plasmide, un vettore Hiv replicante che deve assolutamente essere utilizzato in livello di sicurezza 3, non 2".
"C'è stato questo errore: si è manipolato materiale genetico particolarmente pericoloso in condizioni di sicurezza non corrette. Ma questo non ci dice come il paziente abbia potuto infettarsi perché non c'è stato nemmeno un incidente". Un'ipotesi, spiega Gori, "è che, trattandosi di costrutti utilizzati a concentrazioni elevate, questo può avere avuto un ruolo. Non solo: nel laboratorio in questione si utilizzava come 'cavallo di Troia' per entrare nelle cellule la glicoproteina del Vsv che, se veicolata da quel vettore, avrebbe potuto espandere in maniera esponenziale le capacità infettiva del costrutto".
La persona "si occupava proprio di questi esperimenti - continua Gori - Il vettore Hiv replicante legato alla glicoproteina del Vsv ha dato un costrutto di pericolosità immensa", proprio "perché replicante e legato a una glicoproteina che riesce a farlo entrare in moltissimi tipi di cellule del nostro organismo", non solo in quelle bersaglio dell'Hiv.
Il costrutto, una volta infettato il soggetto, "è diventato virus umano a tutti gli effetti, ma è nuovo per noi. Anche se da quello che abbiamo studiato non sembra si comporti in maniera diversa".
Ma come è avvenuto il contagio? "Noi pensiamo a livello respiratorio - ipotizza l'esperto - Il fatto che fosse legato alla glicoproteina del Vsv può in parte spiegare la maggiore contagiosità di questo costrutto. Contagio che potrebbe per ipotesi arrivare per via respiratoria. A bravissimo pubblicheremo un articolo sul caso".
25/02/2016, 10:15
25/02/2016, 11:22
mik.300 ha scritto:ditemi voi..
http://www.corriere.it/salute/16_febbra ... b1ab.shtml
Aids, ricercatore infettato
da variante creata in provetta
Una variante dell’Hiv, costruita in provetta, ha infettato un ricercatore. È la prima volta che succede al mondo. Gli esperti si interrogano sulla sicurezza delle sperimentazioni
25/02/2016, 12:40
zakmck ha scritto:mik.300 ha scritto:ditemi voi..
http://www.corriere.it/salute/16_febbra ... b1ab.shtml
Aids, ricercatore infettato
da variante creata in provetta
Una variante dell’Hiv, costruita in provetta, ha infettato un ricercatore. È la prima volta che succede al mondo. Gli esperti si interrogano sulla sicurezza delle sperimentazioni
Prima o poi qualcuno di questi novelli dottor Frankenstein creera' il mostro che ci distruggera'.
25/02/2016, 20:17
Zika, studio conferma trasmissione sessuale virus
Uno studio dell'Istituto superiore di sanità (Iss) conferma la possibilità della trasmissione sessuale del virus Zika . Sebbene infatti la puntura di zanzara del genere 'Aedes aegypti' resti la via privilegiata dell’infezione nell'uomo, i ricercatori del Dipartimento malattie infettive (Mipi) dell’Iss hanno evidenziato la possibilità del contagio sessuale. L’indagine, pubblicata oggi su Eurosurveillance, non è legata all’attuale epidemia che si sta sviluppando in America Latina, bensì a un caso, il terzo identificato sino ad ora nel mondo, ricostruito e confermato retrospettivamente.
"Nell'estate-autunno del 2014 - spiega Gianni Rezza, direttore del Mipi - l'Unità arbovirus dell’Iss esaminò per una sospetta Dengue i campioni di siero appartenenti a un uomo che aveva viaggiato in una zona all’epoca affetta da dengue, la Thailandia, e della sua partner, che invece non aveva effettuato viaggi, ma che si era ammalata a distanza di circa 20 giorni con sintomi simil-Dengue. I campioni provenivano dalla Clinica delle malattie infettive del Careggi di Firenze".
Complessivamente, "dall’analisi di tutti i risultati di laboratorio, non fu possibile confermare l’infezione da virus Dengue per nessuno dei due casi. Rimase comunque il sospetto di una infezione importata da Flavivirus, con una successiva trasmissione autoctona, presumibilmente per via sessuale".
I campioni prelevati in fase acuta furono anche analizzati con un test molecolare per la presenza del virus Zika, con esito negativo. "Quest’anno - va avanti l’esperto - rendendosi disponibile un test di neutralizzazione per il virus Zika, sono stati nuovamente testati i campioni disponibili all'Iss per verificare se si trattasse di un’infezione da Dengue o Zika, potendosi verificare una reattività crociata fra i due virus. I risultati hanno confermato la diagnosi di Zika sia nel viaggiatore che nella sua partner".
"Si tratta perciò di un caso autoctono a probabile trasmissione sessuale - conclude il ricercatore - Ulteriori studi sono in corso negli Stati Uniti e in Inghilterra, dove in un paziente affetto da Zika sono state evidenziate tracce di Rna virale nello sperma anche a distanza di due mesi dalla malattia acuta. E' quindi probabile che l’infezione rimanga, relativamente a lungo, nel compartimento spermatico. Mentre la comunità scientifica indaga sulla trasmissione sessuale del virus, va precisato che il rischio di diffusione locale dell’infezione in Italia, almeno al di fuori del periodo estivo, resta estremamente basso".
25/02/2016, 20:22
mik.300 ha scritto:
poi uno non dev'essere complottista..
04/03/2016, 12:23
Zika, trovate tracce del virus anche nella zanzara comune
Tracce di virus Zika anche nella zanzara comune Culex, il genere diffuso in tutto il mondo, Italia compresa. Le hanno trovate gli scienziati brasiliani della Oswaldo Cruz Foundation (Fiocruz) di Rio de Janeiro, che hanno annunciato la loro scoperta durante un seminario sulla malattia nello Stato nordorientale del Pernambuco, il più colpito dall'infezione. I test sono stati condotti su oltre 200 zanzare Culex, ma gli stessi ricercatori frenano precisando che al momento non esiste alcuna prova di una possibile trasmissione di Zika dalla Culex all'uomo. Fino ad oggi si riteneva che l'unica zanzara vettrice fosse la Aedes, in particolare la Aedes aegypti che causa anche Dengue e Chikungunya.
Ora gli studiosi della Fiocruz si sono messi 'a caccia' di zanzare comuni nelle aree colpite da Zika, per cercare di capire l'estensione delle Culex portatrici del virus. Per approfondire la loro prima osservazione, stimano, serviranno dai 6 agli 8 mesi.
Nelle città brasiliane, evidenziano gli esperti, la zanzara Culex è oltre 20 volte più diffusa rispetto alla Aedes aegypti. A differenza di quest'ultima, che si riproduce in acque pulite, la zanzara comune si moltiplica negli specchi d'acqua sporca e stagnante.
04/03/2016, 22:47