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MessaggioInviato: 12/08/2009, 23:31 
la scienza non è mai stata corretta, una volta la terra era quadrata e piatta, e poi la scienza è cambiata, mentre altri scienziati avevano scoperto che era tonda, presi per matti e giustiziati.... poi il sole che gira e la terra ferma, cambiata poi la scienza di nuovo... una volta dicevano che l'uomo non poteva superare i 30 KM/H mentre ora andiamo a 3 mec con lo stealth americano.........
ora gli ufo non possono essere alieni perchè è assurdo credere agli alieni(perchè ci spaventa e sembra impossibile superare la velocità della luce, quando e possibilissimo dato che il teletrasporto su ogetti spotati in ore è gia accaduto) mentre in realtà sono alieni e la scienza lo sa ma non lo ammette la gente mega perchè segue sti ciarlatani e puffi di governi.......... insomma cacchiarolaaaaa aprite gli occhi e la mente per una volta diamine....... ma dico state bene, ragionate?
..... avvolte quello che ite e assurdo.... loro esistono e si centrano gli umani ma sono alieni( sia collaboratori "caduti" amici del governo, sia veri e propi ET che sono qui per scopi di aiuto e non collaborano con nessuno.....)



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Grigio
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MessaggioInviato: 13/08/2009, 00:10 
Cita:
Area 51 ha scritto:
.....insomma cacchiarolaaaaa aprite gli occhi e la mente per una volta diamine....... ma dico state bene, ragionate?
..... avvolte quello che ite e assurdo....


Magari se prima ti calmi non è una cattiva idea ok! [:)]
Assurde o meno, è giusto avere rispetto delle opinioni di tutti.
Nessuno possiede la verità, tutti la cerchiamo, ognuno a modo suo.
C'è chi comprende prima certe cose e chi dopo....ma non è una gara...e quindi non conta arrivare primi. Tutti hanno il diritto di credere quello che ritengo giusto, fino a quando eventualmente sentiranno di dover rivalutare certe idee. [;)]


Ultima modifica di Sognatore il 13/08/2009, 00:12, modificato 1 volta in totale.


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Ti avverto, chiunque tu sia. Oh tu che desideri sondare gli Arcani della Natura, se non riuscirai a trovare dentro te stesso ciò che cerchi non potrai trovarlo nemmeno fuori. Se ignori le meraviglie della tua casa, come pretendi di trovare altre meraviglie? In te si trova occulto il Tesoro degli Dei. Oh! Uomo conosci te stesso e conoscerai l’Universo e gli Dei (Oracolo di Delfi)
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MessaggioInviato: 13/08/2009, 09:47 
Sognatore, ti devo fare i miei complimenti.
Hai postato un bel post, veramente ben fatto. Anche se sono parecchio scettico (forse ora un po' meno), se continui cosi' vedrai che convinci molte persone.

Cio' che mi mette dalla parte degli scettici, sono i due accessi ai poli, se fossero enormi buchi, perche' non sono aperti e sono coperti da neve/ghiaccio?



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MessaggioInviato: 13/08/2009, 10:06 
Kasimir ti ringrazio per l'apprezzamento, ma non intento convincere nessuno, mi limito a riportare delle informazioni.[;)]

Cita:
Kasimir ha scritto:
.....sono i due accessi ai poli, se fossero enormi buchi, perche' non sono aperti e sono coperti da neve/ghiaccio?


La teoria e le informazioni in tal senso affermano che tali aperture diventano percepibili ai nostri sensi in particolari condizioni vibrazionali della materia, e quindi di fatto in condizioni normali non sono visibili ne fisicamente rintracciabili, seppure le strumentazioni possono rilevare della anomalie. Possono essere considerate quali porte dimensionali, alla stregua del triangolo delle Bermude ed altri, in quanto i poli sono i due accessi principali, da cui mezzi di altri mondi possono entrare ed uscire senza provocare eventi distonici nel campo magnetico terrestre.
Questo particolare stato vibratorio dipende da due motivi fondamentali:
- ritmi vitali del pianeta di distensione e contrazione
- tutela delle terre interne per impedire l'accesso agli indesiderati

In ultimo c'è da considerare un fatto essenziale: essendo molto grandi, chi si trovasse a percorrerne il bordo non noterebbe "un buco" ma semplicemente osserverebbe sempre l'orizzonte. La stranezza sarebbe avvertita solo dalle condizioni climatiche, che all'interno mutano sensibilmente (in merito esistono documentazioni fotografiche che mostrano distese completamente prive di ghiacci, realizzate durante alcune esplorazioni).

In ogni caso l'accesso fisico a certe terre non è consentito a tutti, al fine di evitare che l'umanità di superficie agisca con io suo consueto modo invasivo.


Ultima modifica di Sognatore il 13/08/2009, 10:13, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 13/08/2009, 12:37 
Cita:
Sognatore ha scritto:

Kasimir ti ringrazio per l'apprezzamento, ma non intento convincere nessuno, mi limito a riportare delle informazioni.[;)]

Cita:
Kasimir ha scritto:
.....sono i due accessi ai poli, se fossero enormi buchi, perche' non sono aperti e sono coperti da neve/ghiaccio?


La teoria e le informazioni in tal senso affermano che tali aperture diventano percepibili ai nostri sensi in particolari condizioni vibrazionali della materia, e quindi di fatto in condizioni normali non sono visibili ne fisicamente rintracciabili, seppure le strumentazioni possono rilevare della anomalie. Possono essere considerate quali porte dimensionali, alla stregua del triangolo delle Bermude ed altri, in quanto i poli sono i due accessi principali, da cui mezzi di altri mondi possono entrare ed uscire senza provocare eventi distonici nel campo magnetico terrestre.
Questo particolare stato vibratorio dipende da due motivi fondamentali:
- ritmi vitali del pianeta di distensione e contrazione
- tutela delle terre interne per impedire l'accesso agli indesiderati

In ultimo c'è da considerare un fatto essenziale: essendo molto grandi, chi si trovasse a percorrerne il bordo non noterebbe "un buco" ma semplicemente osserverebbe sempre l'orizzonte. La stranezza sarebbe avvertita solo dalle condizioni climatiche, che all'interno mutano sensibilmente (in merito esistono documentazioni fotografiche che mostrano distese completamente prive di ghiacci, realizzate durante alcune esplorazioni).

In ogni caso l'accesso fisico a certe terre non è consentito a tutti, al fine di evitare che l'umanità di superficie agisca con io suo consueto modo invasivo.



Se mi chiedessero cosa è il movimento New Age io risponderei: un dildo. Ci sono vibrazioni ovunque... :D ;)

A parte le battutine, Sognatore, capisco che tu sia molto portato a prendere come vere le informazioni che posti, però non vi sono prove, anzi, tutte le documentazioni fisiche, matematiche e geologiche in nostro possesso, negano apertamente l'esistenza di pianeti cavi. Come già ho spiegato, questo è davvero impossibile. Le nostre conoscenze, infatti, checchè se ne dica, sono valide e comprovate, ed anche se non ci permettono di predirre i terremoti in maniera perfetta, non vuol dire che siano false, anzi, vuol solo dire che dobbiamo scoprire ancora di più, ma la strada è giusta.

Se la Terra fosse cava, sapresti spiegare il fenomeno della rifrazione delle onde sismiche? da wiki:
Grazie allo studio dei sismogrammi si è giunti a considerare l'interno della terra suddiviso in una serie di gusci; difatti si è notato che le onde sismiche subiscono fenomeni di rifrazione nell'attraversare il pianeta. La rifrazione consiste nella modifica della velocità e della traiettoria di un'onda quando questa si trasmette ad un mezzo con differente densità. Si sono potute così rilevare superfici in profondità in cui si verifica una brusca accelerazione e deviazione delle onde, e in base a queste sono state identificate quattro zone sferiche concentriche: la crosta, il mantello, il nucleo esterno e il nucleo interno.

Come vedi, ci sono evidenze fisiche e materiali che non possono essere ignorate (senza contare le formule matematiche, che valgono più di un osservazione). Ignorarle vuol dire inventarsi sistemi di esistenza alternativi che non trovano riscontri in niente. Vuol dire affermare che la materia, a volte, vibra differentemente, e quindi diventa un'altra cosa, ma solo per certe persone, solo in certi momenti, solo quando esseri che nulla hanno di concreto lo vogliono. Per dirla all'Enkidu, è come dire che nella galassia X della dimensione Y esiste un fantomatico unicorno rosa. E' un affermazione che non si può dimostrare, perchè non possiamo assolutamente nemmeno sapere se altre dimensioni esistono davvero, e se in quelle dimensioni esistono galassie, e se esistono unicorni rosa. E' proprio fuori da ogni concetto di scienza, si entra nella fede più pura e nellìimaginifico mondo del "tutto può essere perchè mi và".

Difatti, la teoria della terra cava vale solo se diamo per scontato che tutto può essere per via dei vari stati vibrazionali della materia. Il che ha lo stesso valore che io dica che in realtà il vero mondo è fatto di budino stantio, perchè la materia vibra realmente in quel modo.

Sognatore, ti rendi dunque conto che tutto quel che tu dici, per quanto interessante, per quanto bello, non ha assolutamente valore? e, anzi, non trova nemmeno un piccolo, piccolo riscontro nella realtà?


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MessaggioInviato: 13/08/2009, 12:45 
Cita:
Knukle ha scritto:
Sognatore, ti rendi dunque conto che tutto quel che tu dici, per quanto interessante, per quanto bello, non ha assolutamente valore? e, anzi, non trova nemmeno un piccolo, piccolo riscontro nella realtà?


Non ha assolutamente valore...questo è un parere tutto tuo...che non condivido affatto. Vedi di ricordati questa affermazione quando certe realtà verranno alla luce. [;)]

Io sono assolutamente certo...e lo evidenzio volutamente, che la scienza ufficiale mente sapendo di mentire quanto definisce impossibili certe cose...tu puoi dire altrettanto su certe teorie? E bada che non sono anti-scientifico come potrebbe sembrare, tutt'altro. Ma non accetto di essere ingannato da chi vuole che io mi beva tutto solo perché lo afferma una parte della comunità scientifica. [:)] A me piace ragionare con quel poco di cervello di cui sono stato dotato.

Il concetto di realtà è abbastanza vasto e dai labili confini...non trova riscontro se si tiene in considerazione solo i canoni ufficialmente accettati...e mi dispiace, ma non tutto quello che puoi dimostrare e riprodurre ha valenza scientifica di reale.
Sulla propagazione delle onde sismiche credo che quanto ho riportato evidenzia un evento abbastanza interessante.
Per il resto non ho altro da aggiungere [;)]


Ultima modifica di Sognatore il 13/08/2009, 12:51, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 13/08/2009, 13:02 
Cita:
Sognatore ha scritto:

In ultimo c'è da considerare un fatto essenziale: essendo molto grandi, chi si trovasse a percorrerne il bordo non noterebbe "un buco" ma semplicemente osserverebbe sempre l'orizzonte. La stranezza sarebbe avvertita solo dalle condizioni climatiche, che all'interno mutano sensibilmente (in merito esistono documentazioni fotografiche che mostrano distese completamente prive di ghiacci, realizzate durante alcune esplorazioni).

In ogni caso l'accesso fisico a certe terre non è consentito a tutti, al fine di evitare che l'umanità di superficie agisca con io suo consueto modo invasivo.



Puoi darci qualche riferimento a questa documentazione per favore?



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MessaggioInviato: 13/08/2009, 13:22 
Sei in grado di dimostrare che la scienza mente? conosci che è in grado? o ti uniformi al pensiero New Age (è newa age, ci si può girare intorno quanto si vuole, ma è new age) solo perchè è bello nuotare contro corrente? o solo perchè, come molti, non ami l'idea di un mondo razionale, e ti appigli a qualsiasi parvenza di inspiegabile, misterioso e mistico-spirituale, perchè altrimenti ti sentiresti perso nel deserto del razionale, come un uomo perso nel Sahara senza acqua?

La verità, caro sognatore, è che è facile dire che la realtà non è come la percepiamo, perchè in parte è vero. Ma niente è totalmente soggettivo. Se una sbarra di metallo misura 100 cm, allora misurerà 100 cm sia per me, che per te che per il primo eschimese pescato tra mille. Se dico che la Terra è il terzo pianeta da sole, allora esso sarà il terzo pianeta dal suo sole sia per noi, razza umana, sia per qualsiasi altra possibile razza della galassia e dell'universo. Ci sono, dunque, cose oggettive. Quella è la realtà. (lo so, è una definizione riduttiva, però può aiutare a dare per vere certe cose).

Per quanto riguarda la terra, abbiamo prove, e calcoli, che ognuno può verificare, e che valgono per qualsiasi altra cosa, da ricostruzioni ad oggetti geometrici. Però, stranamente, quando le si usa per la Terra, e quindi si distruggono le fantasie romantiche di molti, ecco che questi gridano che la scienza mente, che son tutte bugie ecc.ecc.
ma saran vere le cose che affermate voi! Con quali prove? chi le afferma?

Bah, dite che la scienza menta o spara balle, però non vi curate del fatto che chiunque possa dire lo stesso delle vostre idee e delle cose che affermate, perchè, dioversamente dalla scienza, non potete dimostrarle e non ritrovano riscontri nella realtà. Per questo, infatti,m dite che la realtà vibra, muta o quel che volete, perchè se ammettesse che la realtà è questa, ecco che ogni vostra idea non avrebbe più valore.

PS. Scusatemi se son stato duro, Sognatore sa che non è nulla di personale, anzi. ;)


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MessaggioInviato: 13/08/2009, 14:01 
Se Sognatore avesse ragione, Jules Verne sarebbe da considerare il più grande precursore in ambito scientifico mai esistito(riguardo alla luna ci aveva preso). Viaggio al centro della terra dovrebbe essere adottato come testo scientifico Ohibò!


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MessaggioInviato: 13/08/2009, 14:02 
Cita:
Knukle ha scritto:

Sei in grado di dimostrare che la scienza mente?


Basta ricordare tutti i casi nella nostra storia in cui il pensiero scientifico dell'epoca ha definito impossibili cose salvo poi dover ritrattare davanti all'evidenza. E' solo questione di tempo e lo sarà anche per l'impossibile di oggi.

Cita:
Knukle ha scritto:
o ti uniformi al pensiero New Age (è newa age, ci si può girare intorno quanto si vuole, ma è new age) solo perchè è bello nuotare contro corrente?


Se intendi New Age per moda scusa ma per quello che mi riguarda sei fuori strada, è un pensiero fanatico e come tutti i fanatismi sono il primo a definirlo sbagliato ed inutile. Se invece intendi un nuovo modello di pensiero più aperto e possibilista e meno vincolato ai rigidi schemi del pensiero comune...allora si...io mi uniformo.

Cita:
Knukle ha scritto:
o solo perchè, come molti, non ami l'idea di un mondo razionale, e ti appigli a qualsiasi parvenza di inspiegabile, misterioso e mistico-spirituale, perchè altrimenti ti sentiresti perso nel deserto del razionale, come un uomo perso nel Sahara senza acqua?


E se invece fossi tu ad appigliarti esclusivamente ad un mondo esclusivamente materiale, totalmente spiegabile, assolutamente razionale e scientificamente dimostrabile...perché magari non riesci ad accettare che la realtà non si limita a questo, e altrimenti ti sentiresti privato di tutte le tue granitiche certezze ? [;)]

Io non ho la necessità di appigliarmi all'irrazionale...sono molto più razionale e logico di quanto si possa supporre.
Accetto la realtà in cui vivo, ma voglio concepirne sia gli aspetti più grossolani quanto quelli più sottili.
Io non mi faccio limitare dagli altri e non voglio essere il primo ad limitarmi. [;)]

Anche per me nulla di personale ovviamente, ho sempre accettato di buon grado il confronto quando si esprime con correttezza e rispetto, pur dove ognuno esprime con fermezza le proprie posizioni. [:)]

Cita:
Kasimir ha scritto:
Puoi darci qualche riferimento a questa documentazione per favore?


Volentieri. Attingo alla medesima fonte in quanto la ritengo abbastanza completa ed esaustiva:

Ricerca ed esplorazioni al Polo Nord
http://edicolaweb.net/nonsoloufo/tc_polon.htm

L'esplorazione dell'Artide è avvenuta in due modi: via terra, con l'avanzata dei russi verso la Siberia e degli esploratori nel grande nord canadese, nell'Alaska e nel nord Europa; via mare, con la ricerca dei due grandi passaggi, Nord-Ovest e Nord-Est, che dovevano aprire alle navi nuove vie più brevi per raggiungere l'Asia, al fine di ottenere un commercio più redditizio.
Si può affermare che tutti gli sforzi per raggiungere il Polo, compiuti sino alle soglie del XX° secolo, fallirono. Tali tentativi, continuati per circa quattro secoli, costarono moltissimi sacrifici ed anche perdite di vite umane.
Probabilmente la questione commerciale è stata la molla più importante in questa esplorazione. Non dobbiamo dimenticare però che molti esploratori hanno avuto la possibilità di accorgersi delle varie anomalie ivi presenti, spesso definite miraggi, come ad esempio le aurore boreali, le strane condizioni climatiche e la scoperta di nuove terre che all'improvviso scompaiono.
È proprio questo il punto di partenza per portare delle prove a favore della struttura cava del pianeta.
La svolta definitiva dello studio del Polo Nord, di questa parte del pianeta ancora sconosciuta sino alla fine del XIX° secolo, avvenne con l'avvento dell'esploratore norvegese Fridtjof Nansen.
Di corporatura gigantesca, un vero vikingo, con gli occhi azzurri e capelli biondi, Nansen venne alla ribalta mondiale come esploratore quando portò felicemente a termine un'impresa memorabile per quei tempi: la traversata della calotta di ghiaccio della Groenlandia. Era il 1888 e da allora egli divenne una specie di idolo per i giovani di tutto il mondo.
Nansen si distinse pure per altri risultati eccezionali. Ricordo innanzitutto che nel 1922 gli fu conferito il premio Nobel per la pace, giacché a partire dal 1905 egli si dedicò alla politica. Un'intensa attività che lo porterà ad assumere la carica di Ministro nella sua Norvegia e soprattutto nel 1918 divenne il responsabile per il rimpatrio di circa 500.000 prigionieri russi. Addirittura si occupò dell'assistenza umanitaria verso milioni di affamati nelle varie regioni della Russia.
Fu un grande studioso di oceanografia e, come vedremo, fu un grande esploratore del polo. Dotato di un enorme coraggio, audacia, ostinatezza ma soprattutto di pazienza, iniziò nel Giugno del 1893 una nuova avventura per arrivare al Polo Nord geografico.
Il Polo Nord, come pure il Polo Sud, non deve essere confuso con il polo magnetico rispettivo.
Il polo geometrico è semplicemente un punto attraversato da una linea immaginaria conosciuta come asse geometrico terrestre o meglio come linea sulla quale la Terra ruota nel suo movimento quotidiano. Di conseguenza al Polo Nord, come pure al Polo Sud, dobbiamo associare un semplice punto geometrico.
Determinare con la massima esattezza il polo dipende dagli strumenti usati, dall'abilità dell'osservatore nel farli funzionare e dal numero delle osservazioni fatte.
Questo almeno sino all'avvento dei satelliti artificiali con il cosiddetto Sistema GPS.
Gli strumenti usati dagli esploratori di fine ottocento erano il sestante oppure il teodolite.
Con lo scopo di raggiungere il Polo, Nansen partì con la sua spedizione nel 1893, definita da quasi tutti i maggiori esperti dell'epoca un progetto criminale, che si basava sull'esperienza di una precedente spedizione fallimentare, la cui nave intrappolata nei ghiacci fu ritrovata qualche anno più tardi ad un'enorme distanza dopo essere stata in balia della deriva dei ghiacci e definitivamente stritolata.
A tale scopo Nansen si fece costruire un'imbarcazione adatta, la Fram, ben solida e da lui stesso ideata per resistere alle enormi pressioni dei ghiacci. Con 13 uomini a bordo iniziò la spedizione da Khabarova, un piccolo villaggio samoiedo della Siberia.
Il 9 Ottobre del 1893 la temperatura scese a - 40°C e la nave rimase intrappolata dal ghiaccio. Iniziò una lenta deriva che fece raggiungere alla nave gli 82° 31' N che, per l'epoca, rappresentava già un record di avvicinamento al polo. Visto poi che la deriva non lo faceva più avanzare, Nansen decise di proseguire con gli sci e con le slitte, trainate dai cani, necessarie per il trasporto del cibo e di altri materiali per la sopravvivenza.
Scelse come compagno il tenente Frederik Johansen, con il quale partì verso il polo il 14 Marzo 1895. Si dovevano percorrere circa 800 Km. Enormi furono le difficoltà da superare come il grande freddo, le condizioni del ghiaccio, ma soprattutto la deriva della banchisa. Oramai sfiduciati, con i cani troppo deboli, Nansen decise di ritornare indietro: avevano raggiunto gli 86° 13' N e 95° E. Erano i primi uomini al mondo ad aver raggiunto quelle estreme zone ghiacciate, a circa 400 Km dal polo geometrico.
Questa la cruda descrizione dei fatti.
Ad un attento esame dei loro scritti, ci si accorge però di alcuni elementi fondamentali ai quali non si è data tanta importanza. Prima di tutto sia Nansen sia Johansen avevano conoscenza di una terra oltre il ghiaccio che i loro antenati avevano tramandato. Soprattutto Johansen, nel suo libro "Con Nansen verso il Polo", ce la descrive magistralmente:

«Ci volle una buona dose di pazienza per star fermi un mese ed attendere che la neve si liquefacesse ed il ghiaccio diventasse praticabile per dirigersi verso la Terra sconosciuta, mai scorta, che pure eravamo certi dovesse trovarsi nei nostri paraggi. Era una cosa assai strana che non avessi ancora potuto vedere questa benedetta terra ed io pensavo continuamente ai versi di Welhaven:

Ad occidente della terra d'Helgel
un'isola nel mar lucente nuota
ma non appena un navigante volge
ver lei la prua, s'asconde tra le nubi;

e l'occhio invan la cerca: densa nebbia
l'avvolge e la rapisce... il cuor soltanto
può giungere laggiù verso occidente
sopra la bella terra d'avorio.

Ogni volta che questi versi mi ritornavano alla memoria, non potevo trattenermi dal ridere pensando all'enorme differenza fra la terra d'avorio che il poeta fa desiderare al marinaio e quella che noi agognavamo con tutta la potenza delle nostre anime. Ma d'altra parte se anche il nostro desiderio appagandosi non ci portava una terra d'avorio, coi suoi splendori e con una vegetazione lussureggiante, era per noi il giungere alla terra un così grande fatto che certo, date le nostre condizioni, non era inferiore alla terra d'avorio cantata dal poeta.»


Johansen del resto descrive con molti dettagli l'avventura al polo con Nansen, il quale, nella stesura del libro "La spedizione polare norvegese 1893-1896" conferma il sogno di raggiungere una nuova terra aprendo l'introduzione con una frase di Seneca: "Tempo verrà che delle cose il freno l'Oceano disciolga e immensa e nova region si disveli all'occhio umano. Né delle terre sia l'ultima Thule".
La credenza nella mitica Thule, terra ultima oltre il polo e abitata da strani uomini, era assai diffusa poiché tramandata dalle leggende scandinave.
Ecco perché Nansen era più che convinto della sua esistenza e perciò affermava:

«Ho già detto che la parola norvegese skraeling (eschimese) deve essere stata adoperata in origine per designare fate o creature mitiche. Molte altre cose lasciano supporre che, quando gli islandesi incontrarono per la prima volta gli eschimesi, li consideravano uomini fatati. Li soprannominarono perciò Troll, un vecchio nome comune che designava varie specie di esseri soprannaturali. Quest'idea si è conservata, più o meno, fino ai tempi più recenti.»

Tuttora gli eschimesi rimangono attaccati alla convinzione che la loro origine venga proprio dal nord.
All'epoca Nansen era mosso, nella sua spedizione, dalla volontà di scoprire il mistero, rimanendo aggrappato però alla scienza, fino a quando ogni enigma non fosse stato sciolto.
Egli descrisse pure, in una leggiadra forma poetica, l'enigma dell'aurora, mettendo in second'ordine l'ipotesi scientifica: "Ma l'aurora boreale nella sua eternamente varia bellezza fiammeggia giorno e notte attraverso il firmamento. Guardala, bevi in essa l'oblio, attingine la speranza. Essa è pure piena di aspirazioni come l'anima dell'uomo. Con l'irrequietudine di questa, vuol cingere coi suoi raggi sfavillanti e cosa più bella degli albori purpurei; ma nel suo vano corso attraverso lo spazio vuoto, ne reca il messaggio della venuta del dì... O tu, misteriosa, chi sei? Donde vieni? Vano è il chiederlo. Non basta forse ammirare la tua bellezza? Ci è forse dato di giungere più in là dell'apparenza esterna? A chi gioverebbe il poter dire ch'essa è una scarica elettrica o una corrente elettrica che attraversa gli alti strati dell'atmosfera e poter descrivere come si produca? Mere parole... Felice il bimbo... In ultima analisi, noi, con tutto il nostro sapere, con tutte le nostre teorie, non siamo di un capello più vicini alla verità di quanto egli lo sia".
Parole profetiche quelle di Nansen che ancora oggi sono valide poiché la scienza ufficiale non vuole proprio ammettere che questi fenomeni solari, formanti le variopinte aurore boreali, provengono anche dal centro della Terra.
L'osservatore terrestre si ritrova in certi periodi dell'anno di fronte ad un'ampia fascia di luce piuttosto debole che appare nei cieli nordici (aurora boreale). L'identico fenomeno appare nello stesso periodo nei cieli del sud o meglio nella zona antartica (aurora australe).
L'aurora è visibile in una grande quantità di forme che variano da una luminescenza lieve fino alla comparsa di raggi verticali, all'interno dei quali può esserci un notevole movimento. A volte si presenta come una serie di archi luminosi in espansione o in contrazione.
Predominano i colori: bianco, giallo e rosso, pur assumendo spesso una colorazione variopinta e vivida. Si manifestano, nella maggioranza dei casi, fino a circa 20° dai poli magnetici ed appaiono ad un'altezza variabile tra gli 80 ed i 1.000 Km.
Senza dubbio, una delle questioni più dibattute è quella del peculiare suono emesso durante la loro formazione. Sono numerosi i testimoni che hanno riferito di aver udito un suono assai caratteristico nel momento cruciale della sua formazione. Tale suono, una sorta di sibilo o crepitio, in effetti, è udibile in particolare nei momenti in cui l'aurora è più appariscente, mostrando una sincronia con le evoluzioni luminose che ha dell'incredibile.
Il ricercatore danese Eigil Ungstrup è riuscito recentemente ad identificare con successo, per via strumentale, questo strano suono e non è stato il solo. Si tratta in sostanza di un sibilo o di un soffio avente una frequenza di circa 100 Hz.
Pure in questa situazione sono state proposte alcune ipotesi ufficiali e, guarda caso, nessuna fa riferimento all'apertura del polo.
Ritornando alla spedizione norvegese ci accorgiamo di un altro fattore importante, descritto sia da Nansen sia da Johansen e riguardante le condizioni climatiche insospettate nell'estremo nord.
Ad esempio il 3 Agosto 1895 Nansen annotava alcuni fatti straordinari: a quelle estreme latitudini la temperatura dell'atmosfera era molto più calda del previsto e notava sulla neve tracce di volpi.
In tempi successivi Nansen non trovava modo di far funzionare la bussola ed egli non sapeva dove si trovasse. Quando poi una tempesta di polvere insopportabile ostacolò la sua marcia, oramai in difficoltà con i cani, decise di tornare indietro, ignorando completamente la realtà in cui si trovava. Stava avanzando verso l'apertura polare e apparentemente non lo capì.
Si può dire anche che Nansen non sia stato l'unico esploratore ad avere queste sorprese poiché molti uomini si avventurarono negli anni successivi verso il nord con l'intenzione di raggiungere per primi il Polo.
Abbandoniamo ora questa storica impresa, dagli sviluppi scientifici e mitologici, per arrivare al punto cruciale delle spedizioni polari che risale al periodo compreso tra il 1908 e il 1909.
Il 6 Aprile 1909 l'esploratore americano Robert A. Peary annunciò a tutto il mondo di essere stato il primo uomo a raggiungere il Polo Nord.
A questo punto vi fu la dichiarazione dell'altro esploratore americano, il dottor Frederick Cook, che asseriva di aver raggiunto lui per primo il Polo Nord, esattamente il 21 Aprile del 1908.
Iniziarono immediatamente una serie di polemiche, anche forti, che finirono per avere un risvolto giudiziario. A parte tutto ciò, si ebbe la sorpresa che entrambi dissero di aver visto una nuova terra che nessun esploratore successivo riuscirà a trovare.
È una storia così intrigante da meritare qualche parola in più, necessaria per rivivere quegli anni così elettrizzanti.
Grazie a Nansen si sapeva con certezza che la calotta polare artica era in gran parte occupata da un vasto mare ricoperto di ghiaccio alla deriva.
La scoperta di nuove terre diveniva così sempre più improbabile fino a quando Peary, arrivando agli 87° 6' N 40° O nella spedizione del 1905-1906, scoprì e vide per la prima volta la Terra di Crocker (all'incirca intorno agli 83° N).
Questo esploratore aveva oltre 20 anni di esperienza nell'Artide, di cui ben 12 trascorsi in quel ghiaccio eterno con le otto esplorazioni che culmineranno con il sospirato raggiungimento a piedi del Polo Nord. Fu accompagnato nella clamorosa spedizione dal suo maggiordomo di colore Matt Henson e da quattro eschimesi, adottando la loro tecnica di trasporto ed i loro modi di vivere.
Nella precedente spedizione, finita anzitempo perché una terribile bufera scompaginò i ghiacci, dividendo e disperdendo le varie squadre di appoggio, Peary e il suo gruppo avanzato decisero di ritornare indietro dopo aver raggiunto il record per quei tempi e cioè gli 87° di latitudine nord. Non fu una disfatta, poiché la spedizione è rimasta nella storia per la scoperta della Terra di Crocker.
Una scoperta tanto misteriosa da essere quasi subito definita un miraggio del polo.
Nel Giugno del 1906 l'Ammiraglio Peary l'annunciò con poche frasi:
«Il nord estendeva la ben conosciuta e ruvida superficie di ghiaccio polare e a nord ovest, con un brivido, è accaduto che i miei strumenti hanno rilevato le basse cime bianche di una lontana terra che i miei eskimo hanno detto d'averle già viste nell'ultima spedizione...»

Naturalmente fu creduto da pochissime persone.

Già l'Ammiraglio USA R. Peary aveva sconvolto le menti più razionali quando nel Maggio del 1892, nell'affrontare un viaggio verso il nord, si trovò col suo compagno Astrup in cima alla gran calotta di ghiaccio che ricopriva l'interno della Groenlandia. Trovandosi ad un'altezza compresa tra i 5.000 e 8.000 piedi, si spinse verso nord per oltre 500 miglia su una regione mai solcata dal piede dell'uomo, con bassissime temperature, giungendo fino alla Baia Indipendenza, da lui scoperta e chiamata con tal nome il 4 Luglio 1892.
Immaginate la sorpresa quando, scendendo dall'altipiano, egli penetrò in una piccola vallata cosparsa di vividi fiori, dove le api ronzavano e i buoi muschiati pascevano tranquillamente. Anche quest'anomalia fece pensare molto.
È certo in ogni modo che i successi dell'Ammiraglio Peary erano stati resi possibili dalla notevole pratica sul ghiaccio che gli diede una completa conoscenza delle difficoltà che dovevano essere vinte, dalla felice combinazione di una forte capacità fisica e mentale, dalla sua abilità a sormontare ogni ostacolo, da una tenacia e da un coraggio indomabili; il tutto sorretto da una resistenza fisica incredibile.
Ma la gloria di R. Peary fu assai breve perché appena dette l'annuncio del suo arrivo al polo con un telegramma, si sentì rispondere che era arrivato tardi.
Sicuramente per Peary quello fu il momento peggiore della sua vita. S'innescarono immediatamente una serie di polemiche e di disquisizioni scientifiche che ancora oggi non si sono placate.
Sia Peary sia Cook erano sicurissimi delle loro imprese.
Furono cercati i minimi dettagli per screditare soprattutto l'operato del Dottor Cook, perché il suo racconto aveva per molti del fantasioso, mentre i dati forniti da Peary erano più attendibili.
C'è da aggiungere che alcuni anni dopo i due eschimesi, che avevano accompagnato Cook al Polo, asserirono di non aver mai perso di vista la terra nel corso della loro esplorazione.
E qui il discorso si fa incandescente. Partito da Annootok (Groenlandia nord-occidentale), Cook raggiunse l'estremità settentrionale dell'isola di Heiberg. Da qui, il 18 Marzo 1908, partì per il Polo con due slitte e due eschimesi scoprendo il 27 Marzo una nuova terra che chiamò "Terra di Bradley". Proprio per questa dichiarazione fu definito un millantatore.

Immagine
Mappa dove si mostra la rotta di andata e ritorno percorsa dal Dr. F. A. Cook per la conquista del Polo Nord, avvenuta il 21 Aprile 1908. Sono rappresentate inoltre la Terra di Crocker, la Terra di Bradley e una misteriosa isola sommersa.

Cook in verità scattò alcune foto assai importanti per sostenere la sua tesi, ma non avrà migliore sorte.

Immagine
Foto scattate dall'esploratore F.A. Cook nell'Aprile del 1908 a dimostrazione dell'esistenza della misteriosa Terra di Bradley, localizzata a 84° 50' Nord e mai più ritrovata.

Nel cercare di capire meglio questa situazione, che avrebbe ancora una volta sancito la fondatezza della teoria sulla Terra cava, riporterò le dichiarazioni dell'esploratore francese Paul Emil Victor, scritte nel suo libro "Cani da slitta, compagni di rischio":

«Quando, il 3 Luglio 1907, il dottor Frederick Cook lasciò gli USA per un viaggio verso il nord il vero scopo di questa spedizione 'di caccia' era stato mantenuto segreto. Dietro di sé Cook aveva già una notevole esperienza polare e una gran conoscenza di cani. Egli aveva partecipato alla spedizione di Peary nel 1892, quindi alla spedizione antartica della nave Belgica, che fu la prima a svernare a sud del circolo polare, nel 1897-1899. La fama acquisita durante questa spedizione, migliorata ancora dalla sua ascensione del monte MacKinley (Alaska), la più alta cima del continente americano, gli permise di persuadere John R. Bradley, sportivo milionario, a finanziare una spedizione 'di caccia' nel nord ovest della Groenlandia.»

Il fatto di aver scoperto la cosiddetta "Terra di Bradley", localizzata tra gli 84 e gli 86 gradi Nord e non ritrovata nel viaggio di ritorno, con la dichiarazione di aver compiuto l'esplorazione al polo ad una media di 62 chilometri il giorno, produsse laceranti polemiche scientifiche che fecero cadere in second'ordine la mirabile impresa.
Ci si domanda: quale era il vero scopo dell'impresa di Cook? Perché tanta segretezza da parte dell'allora governo USA? Che significato poteva avere l'ulteriore scoperta di una nuova terra nella calotta polare?
La risposta potrebbe sembrare ovvia, ma vorrei rimarcare che questi grandi esploratori non si potevano esporre assolutamente a false dichiarazioni.
Lo stesso Cook del resto descrisse alcune situazioni particolari, in cui si venne a trovare nella parte cruciale della sua conquista del polo, nel libro "My Attainment of the Pole". A pagina 233 leggiamo letteralmente:

«Il ghiaccio tutt'intorno era disturbato come se qualcosa lo muovesse. Su ogni lato si sono aperti diversi rivoli d'acqua sporca. La differenza tra la temperatura del mare e quella dell'aria era di 76° Farenheit. Con tale contrasto i punti aperti d'acqua sembravano che bollissero.»

Scorrendo poi a pagina 243 possiamo leggere le osservazioni dell'esploratore sulla misteriosa Terra di Bradley:

«Il cielo ad oriente divenne di un azzurro vivace. A causa dei venti molto bassi le nubi furono spazzate via. Contemporaneamente l'emisfero occidentale, che è sempre stato un puro mistero, si schiarì. Sotto di esso, con mia gran sorpresa, giaceva un nuovo territorio. Credo di aver sentito un gran brivido simile a quello che Colombo deve aver provato quando davanti ai suoi occhi apparve la verde visione della terra americana. La mia promessa verso gli eskimo, ragazzi bravi e fiduciosi, che la terra era vicina si stava realizzando. Il gran piacere della visione delle rocce più remote della Terra mi fece dimenticare le sofferenze fisiche del lungo cammino attraverso le bufere. Per quanto potessi vedere, la terra sembrava molto frastagliata e si estendeva parallela alla linea di marcia a circa 80 Km verso occidente. Era coperta sia da neve sia da lastre di ghiaccio ed era desolata, ma era una terra vera con tutto il significato che una terra solida può offrire. Per noi quest'evento ha avuto un significato profondo poiché eravamo in mezzo ad un mare di ghiaccio galleggiante in balia a delle tormente. Ora ci venne l'immediato desiderio di porre piede su di essa, ma sapevo che per farlo avremmo dovuto cambiare la rotta del nostro viaggio diretto verso il polo. In ogni caso il ritardo era un rischio e in più le nostre scorte di cibo non permettevano di spendere del tempo per l'ispezione di questa nuova terra. Essa non è stata mai vista da noi in maniera ben definita a causa di una foschia molto bassa che assomigliava a quella dei mari aperti e che nascondeva i margini di questa terra. Dal nostro punto d'osservazione riuscivamo a vedere solo occasionalmente i costoni superiori. C'erano due distinti ammassi di terra. Il capo più a sud dell'ammasso meridionale era situato ad ovest guardandolo da sud ma, ancora oltre, verso sud c'era qualche vaga indicazione di terra. Il capo più a nord della stessa terra, da nord si estendeva verso ovest. Su questa estremità c'era una rottura ben definita per 25-20 Km e al di là della massa settentrionale si estendeva verso N.O. sull'85° parallelo. La costa intera aveva una linea di confine lungo il 102° meridiano, approssimativamente parallelo alla nostra rotta di viaggio. In quel momento la nostra vista ci suggeriva due isole distinte. Abbiamo però visto così poco della terra da non riuscire a determinare se era veramente costituita da isole o da un continente più vasto. La costa più a sud rassomigliava all'isola di Heiberg con montagne e alte valli. La costa più a nord l'ho valutata alta all'incirca 1000 piedi, piana e ricoperta da un sottile strato di ghiaccio. Su quella terra ho scritto "Bradley Land" in onore a J.R. Bradley, il cui generoso aiuto ha reso possibile la prima importante tappa della spedizione. Pur avendo osservato a lungo quella terra, arrivare al polo era il massimo della mia ambizione. Però i miei ragazzi non avevano tutto quell'entusiasmo di andare al polo. Dissi loro che raggiungere quella terra sarebbe stato possibile sicuramente al nostro ritorno. Non l'abbiamo più vista. Per noi questa nuova terra fu una pietra miliare importante poiché da questo momento in poi i giorni erano conteggiati da e verso di essa. Con una buona visione a mezzodì, si fissò il punto d'osservazione a 84° 50' di longitudine e 95° 36' di latitudine. Stavamo a circa 500 Km dal polo.»

Da quanto Cook scrive si evince ancora meglio che il Polo Nord magnetico è effettivamente il fulcro del fenomeno dell'apertura che può permettere di accedere alla mirabile terra interna.
In ogni modo le polemiche suscitate dalla scoperta del Polo Nord geometrico innescarono contemporaneamente propositi di ricerca in altri esploratori, soprattutto nell'americano Donald Mac Millan, attratti ancora di più dalla fantomatica Terra di Crocker, conosciuta per altri versi anche come Terra di Bradley.
Nonostante che MacMillan avesse organizzato ben tre diverse spedizioni, iniziate a partire dal 1913 e terminate nel 1925, non riuscì mai ad avvistare la mitica Terra di Crocker.
Intanto agli inizi del 1900 emergeva un altro giovane esploratore, il danese Ejnar Mikkelsen. Etnologo e di carattere avventuroso, riuscì a mettere in piedi, facendo molti debiti, una spedizione per andare alla ricerca di una terra favolosa che, secondo molti balenieri ed esploratori, sarebbe dovuta esistere a nord dell'Alaska, nello sconfinato Mare di Beaufort.
È qui che gli eskimo d'Alaska collocavano il loro paradiso, una deliziosa terra ospitante una rigogliosa vegetazione e popolata da animali ed uomini. Anche lui non riuscirà a raggiungere il traguardo da sempre sognato.
In questa spedizione, risalente al 1906, partecipò pure l'esploratore canadese Vilhialmur Stefanson, il quale passerà alla storia come l'uomo che riuscì a realizzare l'indispensabile ed eccezionale rivoluzione esplorativa polare.
Se Mikkelsen correva dietro alle leggende e alle favole, se Peary adottava il sistema di trasporto degli eschimesi ed il farsi accompagnare da loro, Stefanson diventò uno di loro o meglio un super eschimese capace di adattarsi alle particolari e difficilissime condizioni atmosferiche dove si doveva vivere.
Egli capì quale fosse il modo per comprendere la vera essenza del mondo polare, migliorando, di fatto, il sistema eschimese, avvalendosi di quelle qualità umane appartenenti alla civiltà occidentale dell'epoca. L'Artico diventerà la sua vera patria. Egli comprese la vera realtà di quel continente, riuscendo a sopravvivere con le risorse ivi presenti. Non parlerà mai esplicitamente di tutto ciò che conosceva sulla misteriosa terra oltre il polo ma, nel suo libro "The Friendly Artic", ci fa capire come riuscisse a scoprirla semplicemente guardando le screpolature dei ghiacci. Queste erano talmente particolari che Stefanson non poteva assolutamente sbagliare e perciò non si affannava mai per la sua sopravvivenza.
In questo suo fondamentale libro si cerca invano la descrizione di condizioni disastrose, di sforzi sovrumani per combattere contro la fame, il freddo, il ghiaccio che si forma sugli abiti, che si scioglie nel sacco-letto rendendo il riposo una specie di incubo, come succedeva invece nella spedizione di Nansen.
Stefanson viaggiava sempre asciutto e le sue esplorazioni sembravano un gioco, un divertimento. Come mai tutto questo?
L'Artico perse così quell'alone di terrore che si trascinava da qualche tempo. Intanto la tecnologia occidentale stava compiendo grandi passi in avanti, perfezionando anche i motori e i mezzi aerei. È naturale quindi che la tecnica esplorativa da impiegare nel Polo Nord dovesse trasformarsi e che nascessero perciò nuovi uomini che avrebbero dedicato la loro vita a queste nuove imprese.
Tra tutti ricordiamo Byrd, Ellsworth, Wilkins, Nobile ed Amundsen.
In verità un precursore c'era già stato quando nel 1897 lo svedese Andrèe partì dalle Isole Spitzbergen, a bordo del pallone Ornen, per spingersi verso il polo. Fu una spedizione tragica che finì con la morte dei tre uomini d'equipaggio, ma questo sacrificio umano segnò un nuovo modo per affrontare le future esplorazioni polari.
Il gran merito lo ebbe un eccentrico e geniale personaggio, quanto coraggioso, conosciuto come Sir George Hubert Wilkins (1888-1958). Di origine australiana, nel 1917 si arruolò nell'aeronautica col grado di capitano. Subito dopo la fine della prima guerra mondiale ideò varie spedizioni polari, ma non riuscì a realizzarle. Nel 1921 fu membro della spedizione Shakleton e nel 1926, col pilota Carl Ben Eielson, volò attraverso una zona sconosciuta della catena di Brooks (Alaska). Nel 1927 decise di esplorare con l'aereo la zona sconosciuta dell'Oceano Artico, da Punta Barrow allo Swalbard, con un volo regolarissimo durato 20 ore.
Wilkins aveva appreso molto da Stefanson giacché aveva collaborato con lui attivamente alla spedizione polare compiuta tra il 1913 e il 1917. Soprattutto aveva appreso da lui l'amore per la scienza. Stefanson gli insegnò a vivere nelle regioni polari, ad avvolgersi nudo dentro i sacchi di pelle di renna, per poi dormire comodamente su un letto di neve in una capanna di neve.
Lo stesso Stefanson lo inciterà a viaggiare verso il Polo Nord non con l'aereo bensì con un sottomarino; cosa che effettivamente Wilkins cercò di realizzare nel 1931 partendo dagli Stati Uniti, ma questa sua avventura non andò a buon fine.
Wilkins affrontò il viaggio esplorativo nel 1927 al Polo Nord per gettare le basi della sua futura esperienza con il sommergibile, con la consapevolezza di trovare quella parvenza di terra resa famosa da Peary e Cook, confermata naturalmente da Stefanson.
Aveva sempre sperato di trovare un'isola tra l'Alaska e il Polo, ma dopo aver subito questa delusione rivolse le sue attenzioni all'Antartide dove avrà più fortuna. Inutile dire che neppure lui sarà ritenuto attendibile sull'incredibile scoperta.
Nel 1925 verrà poi alla ribalta il più rappresentativo esploratore polare della storia, l'Ammiraglio USA Richard Evelyn Byrd, quando iniziò la sua avventurosa vita tra i ghiacci con la terza spedizione Mac Millan alla ricerca della Terra di Croker. Nell'occasione volerà col suo aereo sulla Groenlandia e la Terra di Ellesmere.

Immagine
Aereo Curtis-Condor del tipo impiegato da Richard Byrd per le esplorazioni aeree durante la sua terza spedizione antartica.

Nell'anno successivo, cioè nel 1926, Byrd organizzerà una spedizione aerea per sorvolare il Polo Nord. Riuscirà in quest'impresa il 9 Maggio.
Tanto fu il clamore suscitato che gli americani, in preda ad un entusiasmo incredibile, lo elessero eroe degli USA e lo accolsero al suo ritorno in patria con tutti gli onori del caso.
Byrd farà una scoperta fondamentale in questo volo. Volo molto contestato perché egli tornò alla base, dissero, prima di aver sorvolato il Polo geometrico.
È proprio dietro questo fatto che si nasconde la verità propugnata in questo lavoro e che sarà ripresa nel capitolo dedicato al leggendario esploratore.
Sempre nel 1926, tra l'11 e il 14 Maggio, il dirigibile Norge con Amundsen, Ellsworth e Nobile compiva la prima traversata del bacino artico a partire dalle isole Spitsbergen, per arrivare all'Alaska passando per il Polo. Mai nessuno dei tre parlerà ufficialmente dell'apertura polare.
Naturalmente le spedizioni al Polo Nord sono continuate quasi ininterrottamente sino ai nostri giorni, assumendo caratteristiche e finalità diverse. Purtroppo il mistero sull'apertura polare perdura.

Ricerca ed esplorazioni al Polo Sud
http://edicolaweb.net/nonsoloufo/tc_polos.htm

L'esplorazione del continente antartico ha avuto inizio verso i primi anni del XIX° secolo ed è proseguita sporadicamente sino agli esordi del secolo successivo.
Già a partire dal 1902 parecchie spedizioni però condussero ad una conoscenza più approfondita di questo strano continente ghiacciato e il 14 Dicembre del 1911 Roald Amundsen, con cinque compagni d'avventura, raggiunse per primo il Polo Sud geometrico, seguito dopo pochi giorni da R. F. Scott.
Il Polo Sud magnetico era stato già raggiunto nel 1909 ma la grande svolta fu data dall'esploratore Hubert Wilkins che compirà il primo volo sul grande continente antartico nel Dicembre del 1928.
Accompagnato dall'esperto pilota Eielson, riuscì a portare un monoplano munito di "sky" e un idrovolante nell'Isola di Deception con l'aiuto di una baleniera.
Dopo un volo di 10 ore continue Wilkins riportò una ricca documentazione fotografica e la convinzione della scoperta di una nuova terra, la Terra di Hearst (come sempre fu dato il nome del finanziatore della spedizione) e dello stretto di Stefanson. Gli fu riservato lo stesso trattamento degli scopritori della Terra di Croker e di Bradley rinvenute al Polo Nord, ma questa volta la scoperta fu letteralmente cancellata dalla storia perché le ricerche successive non rilevarono la sua esistenza.
Uno dei pochi personaggi che difesero ufficialmente Wilkins fu l'esploratore russo Dumbrova, il quale dichiarò:

«La memorabile scoperta, compiuta dal capitano H.G. Wilkins, il 12 Dicembre, di una terra sinora sconosciuta di là dal Polo Sud esige che la scienza riveda la concezione che, per centinaia d'anni, si era fatta del profilo sud della Terra.»

In pratica si proponeva anche al Polo Sud l'apertura dinamica che in certi periodi permette l'accesso ad alcuni esploratori.
Circa un anno dopo l'Ammiraglio Byrd, durante la sua prima spedizione, sorvolava in aereo il Polo Sud, scoprendo i Monti Rockefeller, la Catena di Edsel Ford e la Terra di Marie Byrd.
A partire poi dagli anni trenta, tantissime sono state le spedizioni che sono durate sino ai giorni nostri con le quali si sono setacciati tutti i luoghi possibili dell'immenso continente ghiacciato.
Si devono riferire infine le spedizioni nell'Antartico della Germania nazista effettuate nel periodo 1938-39 e 1941.
I tedeschi avevano progettato di dedicare l'estate del 1938-39 a ricognizioni aeree ed a rilievi geografici per poi tornare successivamente con una spedizione più importante.

Immagine
Alcuni ricercatori espongono la bandiera nazista nel territorio antartico a testimonianza della spedizione effettuata al Polo Sud dal regime tedesco nel periodo 1938-39.

Anche i tedeschi ebbero la possibilità di rendersi conto di alcune stranezze presenti in questo inospitale territorio ghiacciato.
Riporto, a tal proposito, la testimonianza dell'autorevole scrittore americano Walter Sullivan, tratta dal libro "Alla ricerca di un continente":

«Le fotografie scattate dai due aeroplani mostrano una zona di picchi addossati uno all'altro, per una larghezza di circa cinquanta miglia, la cui altezza va aumentando verso est finché non solo i monti stessi ma anche una striscia di terreno ai piedi delle pendici esposte a nord sono privi di neve o ghiacci. Ciò è vero specialmente nel massiccio di Wohlthat, all'estremità orientale della catena, dove due laghi si annidano fra le nude pareti dei contrafforti. I laghi stessi si trovano a più di 600 metri sul livello del mare e sono limitati da morene scalinate cosparse di pozze di fusione. I due laghi stessi erano ghiacciati quando furono prese le fotografie e sul maggiore, largo circa cinque miglia, si era immobilizzato un iceberg. Dopo la sua scoperta, il magnifico panorama del Massiccio Wohlthat non è più stato visto da nessuno. Una regione ancora più sconcertante fu trovata a mezza strada fra il Massiccio Wohlthat e lo zoccolo di ghiaccio della costa. Era un gruppo di basse colline cosparse di numerosi laghetti e completamente prive di neve o ghiaccio. Vi furono molte discussioni a bordo della Schwabenland (la portaerei tedesca) sul motivo del fenomeno. Studiando i rilievi fotografici, il geografo della spedizione, Ernst Herrmann, notò una somiglianza con una regione simile dell'Islanda, in cui si trovano sorgenti calde. Un esame più approfondito lo convinse tuttavia che la causa era da ricercarsi nel progressivo ritirarsi dei ghiacci e non in una sorgente sotterranea di calore; questa sua opinione è stata confermata recentemente dal metereologo della spedizione, Herbert Regula. Dai fotogrammi aerei i laghetti sembrano trovarsi fra colline alte 150 metri sul livello del mare, ad una sessantina di miglia all'interno. Sembra invece che in realtà siano proprio sulla costa, poiché dalla parte del mare il ghiaccio galleggia. Chiamati Laghi Schirmacher dal nome di uno dei piloti, costituiscono uno dei luoghi dell'Antartide che allettano di più gli esploratori di superficie. Quando il Terzo Reich si frantumò, le negative degli 11.600 fotogrammi aerei furono apparentemente distrutte. Il Neu-Schwabenland rimase solo un ultimo gelido rifugio per la leggenda di Hitler, diffusa da pubblicazioni tedesche che fecero circolare la voce che Hitler ed Eva Braun fossero sbarcati con un U-Boot in un "Nuovo Berchtesgaden" costruito dalla spedizione del 1938-39.»

In questi ultimi tempi si è diffusa di nuovo la notizia che un equipaggio di sommergibilisti tedeschi, a bordo dell' U-Boot 209, sia riuscito a penetrare addirittura all'interno del pianeta dopo vari tentativi falliti. La notizia, come al solito assai sconcertante, è pubblicizzata sia su Internet sia con cassette VHS dal gruppo ISCE di Felton (CA-USA).
Sicuramente il fatto più importante resta l'opera esplorativa eseguita dall'Ammiraglio americano Richard E. Byrd che, con le sue cinque spedizioni iniziate dall'anno 1929, riuscì in alcune di queste a penetrare all'interno del pianeta con l'ausilio del suo aereo.
In questo continente molti sono stati i testimoni di vari fenomeni assai particolari e quasi tutti hanno taciuto, assecondando una metodologia che ha dell'incredibile.
Attualmente nel Continente Antartico vige un trattato che regola la presenza dei paesi internazionali. È entrato in vigore nel 1961 ed ha lo scopo di favorire gli usi pacifici del continente e di assicurare la conservazione della flora, della fauna e dell'ambiente naturale nell'interesse dell'umanità.

....................

Immagine
Foto scattata dal comandante Bunger durante una delle giornaliere perlustrazioni aeree del territorio antartico, programmate per l'operazione "High Jump" che iniziò nel Dicembre del 1946. Fu subito chiamata "Oasi di Bunger". Per le sue stranissime peculiarità, lo stesso notiziario della marina USA la definì una nuova Shangri-Là. Era l'11 Febbraio 1947.

Altro lo troverai facilmente cercando. [;)]


Ultima modifica di Sognatore il 13/08/2009, 14:25, modificato 1 volta in totale.


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Cita:
Sognatore ha scritto:

Cita:
Knukle ha scritto:

Sei in grado di dimostrare che la scienza mente?


Basta ricordare tutti i casi nella nostra storia in cui il pensiero scientifico dell'epoca ha definito impossibili cose salvo poi dover ritrattare davanti all'evidenza. E' solo questione di tempo e lo sarà anche per l'impossibile di oggi.




La parola mentire non è appropriata alla scienza perchè credo che lavori in buona fede. Il fatto che con il tempo molte teorie vengano confutate e soppiantate da nuove dimostra che è una disciplina dinamica che accetta i propri errori per ripartire più forte di prima (altri credo o filosofie non si smuovono dai propri dogmi neanche con le cannonate).


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caro Knukle,
Cita:
Sei in grado di dimostrare che la scienza mente?

la scienza, NON mente assolutamente!!!! [;)]
Sono gli scienziati che mentono!! [8D] [:D]

comunque sulla terra cava, quello che poteva far chiarezza era
http://www.voyagehollowearth.com/index.html
ma...tutto fermo [:(]

e neanche Goole Earth da precise indicazioni sui poli, eppure
foto satellitari.... [8]
ciao
mauro



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Cita:
mauro ha scritto:
comunque sulla terra cava, quello che poteva far chiarezza era
http://www.voyagehollowearth.com/index.html
ma...tutto fermo [:(]


Interessante questo, non ne ero a conoscienza.

Cita:
mauro ha scritto:
e neanche Goole Earth da precise indicazioni sui poli, eppure
foto satellitari.... [8]


Beh...non ti aspetterai mica di vedre in bella mostra su google earth certe cose? [;)]



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Cita:
Knukle ha scritto:

Sei in grado di dimostrare che la scienza mente?

Bah, dite che la scienza menta o spara balle, però non vi curate del fatto che chiunque possa dire lo stesso delle vostre idee e delle cose che affermate, perchè, diversamente dalla scienza, non potete dimostrarle e non ritrovano riscontri nella realtà. Per questo, infatti, mi dite che la realtà vibra, muta o quel che volete, perchè se ammettesse che la realtà è questa, ecco che ogni vostra idea non avrebbe più valore.


Cita:
Tanis ha scritto:

La parola mentire non è appropriata alla scienza
perchè credo che lavori in buona fede.



Carissimi.... perdonate il piccolo ot.

La Scienza ha gli strumenti che noi "eretici" non abbiamo.
Quindi, quella della Scienza, è una supremazia tecnologica
e ideologica che si impone in modo totalitario sul concetto
di "verità".

Di questo ve ne rendete conto.... oppure NO?

Poi voi dite che la Scienza non mente...... [:246]

Quando la Scienza dice che la Luna e Marte sono pianeti
incontaminati....... non mente?
Quando ci parla della temperatura di Venere..... non mente?
Quando ci parla dell'evoluzione dell'uomo e del fatto che
non ci siano prove dell'esistenza di altre forme di vita,
forse non mente?
Quando nega l'esistenza di altre dimensioni o nega l'esistenza
dell'anima o della vita dopo la morte non mente?

Dai su.......


"La storia del pensiero scientifico occidentale e il lungo cammino della ricerca scientifica sono stati tracciati da grandi “eretici” le cui teorie si sono poi rivelate giuste. Coloro che un tempo furono giudicati folli per le loro tesi, sono coloro che poi hanno cambiato il mondo. Così era ieri e così è ancora oggi. Così è successo per ogni grande innovazione che poi ha trasformato la vita sul nostro pianeta. Un tempo li torturavano, li bruciavano o, nella migliore delle ipotesi, li scomunicavano. Oggi, più semplicemente, non fanno più carriera, perdono il posto e la cattedra o la nomination per il Nobel. Ma anche oggi c’è chi ha il coraggio di andare controcorrente".



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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Essere Interdimensionale
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MessaggioInviato: 14/08/2009, 18:39 
cari amici e caro Sognatore, ho cercato ulteriori informazioni,
sul viaggio alla terra cava:
Come si può leggere nel link precedente(per chi mastica l'inglese [;)])
il propugnatore Steve Currey è deceduto nel 2006 ma al suo posto si è proposto ilDr Brook AGNEW e sarebbero dovuti partire il 13 luglio di quest'anno.
Se trovo altro lo posto
ciao
mauro



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