26/02/2016, 12:31
shighella ha scritto:Lo "spirito di corpo" lo si potrebbe praticare tutti i giorni in ogni azione che compiamo in comune con altri, non serve fare il militare per provarla!![]()
Chiamare la cooperazione "spirito di corpo" non fa che relegare tale sentimento in determinate circostanze (che altri sfruttano per i loro interessi).
Per il resto concordo su tutto
26/02/2016, 12:37
gippo ha scritto:shighella ha scritto:Lo "spirito di corpo" lo si potrebbe praticare tutti i giorni in ogni azione che compiamo in comune con altri, non serve fare il militare per provarla!![]()
Chiamare la cooperazione "spirito di corpo" non fa che relegare tale sentimento in determinate circostanze (che altri sfruttano per i loro interessi).
Per il resto concordo su tutto
Diciamo che quando rischi la pelle lo spirito di corpo ha un altro valore, gli altri sono importanti come te stesso
Mentre nella vita, sul lavoro, di solito ognuno pensa al proprio tornaconto
Tuttavia in alcune situazioni, dove devi contare sugli altri, lo spirito di corpo emerge ed è una fratellanza che non si dimentica
Le persone le conosci veramente solo quando affronti situazioni difficili
Tutto questo però non ha nulla a che vedere con la porcheria chiamata "politica"
26/02/2016, 12:42
shighella ha scritto:In genere quando vedo scene di cooperazione in cui siamo disposti a dare la vita per gli altri non trattengo le lacrime è un'emozione talmente forte che mi fa venire groppone alla gola.
C'è tanto bisogno di questo tipo di sentimento...
29/02/2016, 09:42
29/02/2016, 13:26
01/03/2016, 09:28
MaxpoweR ha scritto:Chi se ne frega degli Oscar
01/03/2016, 09:42
01/03/2016, 14:30
mik.300 ha scritto:l'altro carrozzone è il nobel..
01/03/2016, 20:00
Dai Rothschild alla Cia: chi teme Trump presidente? (Lui intanto cita Mussolini)
Washington, 29 feb – Se foste i più grandi banchieri del mondo, vi fidereste di un candidato alla presidenza americana che rilancia in un tweet ufficiale il famoso motto di Benito Mussolini “È meglio vivere un giorno da leone che cento anni da pecora” e, confermando di conoscerne l’originale autore, dichiara che “si tratta di una grande citazione, molto interessante… Mussolini o no, che differenza fa? È certamente una citazione molto interessante e io voglio essere associato con citazioni interessanti… e certamente ha catturato un sacco di attenzione”. La risposta è ovviamente negativa, e altrettanto chiaramente non solo per la citazione del Duce: “il Donald” si è dimostrato imprevedibile, interprete più autentico di tutti gli altri candidati alla nomination repubblicana dei sentimenti dell’America profonda, drasticamente avverso all’immigrazione (soprattutto musulmana, ma non solo) con la guida del suo illustre maestro politico Pat Buchanan, propenso al dialogo con Putin piuttosto che allo scontro frontale, nemico della globalizzazione che sta distruggendo la manifattura americana attraverso le delocalizzazioni e il conseguente trasferimento delle tecnologie e delle produzioni, privo di interessi diretti nelle lobby petrolifera e militare, critico della finanziarizzazione dell’economia. Grande miliardario, certamente, ma alla guida di un impero delle costruzioni e non dell’economia di carta.
Ecco allora che, se dalle parti del Cremlino, dove si è rifugiato da tempo dopo le rivelazioni sullo spionaggio illegale delle agenzie di sicurezza statunitensi, Edward Snowden sintetizza efficacemente, a sua volta in un tweet, la posta in gioco: “2016: una scelta tra Donald Trump e Goldman Sachs”, l’establishment finanziario globalista affida i suoi sinistri strali all’Economist, una delle maggiori testate del mondo, controllata dalla dinastia Rothschild e partecipata anche dalla famiglia Elkann.
A pochi giorni dal fatidico “Super Tuesday” – martedì 1 marzo – in cui ben 12 Stati americani si esprimeranno sulle nomination repubblicana e democratica, e in seguito alla vittoria di Trump in tre delle quattro consultazioni primarie già svolte, così riporta l’Economist: “Trump guida i sondaggi in nove dei 12 Stati… se dovessero traslarsi nei risultati, Trump non avrebbe più ostacoli. I sondaggi sulla scelta finale tra Donald Trump e Hillary Clinton danno oggi quest’ultima in vantaggio per soli tre punti percentuali [nonostante la disponibilità della gran parte del voto afro-americano, ndr] e l’intervento di una nuova recessione gli spianerebbe la strada. Questa è una prospettiva spaventosa. Le cose che Trump ha sostenuto in questa campagna lo rendono indegno di guidare uno dei maggiori partiti politici del mondo, figuriamoci l’America. Un modo per giudicare i politici consiste nella loro capacità di appellarsi alla nostra migliore natura: Trump ha prosperato incitando l’odio e la violenza. Egli è talmente imprevedibile che il pensiero che possa conquistare la Casa Bianca è terrificante. Deve essere fermato”. Un fondo insopportabile, specchio del nervosismo esasperato di una élite che ha perso ogni contatto con la realtà del popolo. Non bastasse, l’articolo dell’Economist si spinge a suggerire (ordinare?) a tutti gli altri candidati repubblicani di ritirarsi dalla competizione, per far convergere tutti i voti su Marco Rubio, lo sfidante che il giornale dei banchieri ritiene l’unico in grado di contrastare l’ascesa di Trump.
Un altro carico da mille lo cala il Council of Foreign Relations, tempio della politica estera americana in mano ai neocon (da Robert Rubin a David Rubinstein, da Timothy Geithner a David Rockefeller e tanti altri), non sconosciuto allo stesso Matteo Renzi, che in un articolo di primo piano a firma Benn Steil sostiene, parafrasando al contrario il motto della campagna del temuto Tycoon: “L’America cesserebbe di essere grande sotto la presidenza Trump”, sottolineandone la presunta debolezza delle argomentazioni in politica sanitaria, criticandone l’accanimento anti-immigratorio, tentando di ridicolizzarne i punti deboli nelle politiche estera e di sicurezza (come se Obama, per esempio, avesse ottenuto un solo successo in materia), stigmatizzando l’assenza dei soliti consiglieri cooptati dalle grandi istituzioni finanziarie (come se fosse un punto a sfavore invece che un pregio), infine partendo all’attacco contro i suoi intenti anti-globalisti e parzialmente isolazionisti (almeno rispetto ai più diretti predecessori), con particolare riferimento ai grandi trattati commerciali come Nafta, Tpp e l’ancora controverso Ttip.
Per ultimo, ma non meno pesante, arriva l’affondo della Cia in un’intervista televisiva rilasciata dal suo ex-direttore fino al 2009 Michael Hayden (già generale della Us air force): “Sarei incredibilmente preoccupato se un Presidente Trump governasse in modo consistente con il linguaggio che il candidato Trump ha utilizzato durante la campagna elettorale”, aggiungendo che le forze armate si rifiuterebbero di seguirne gli ordini. Con riferimento per esempio alla promessa di Trump di ammazzare anche i familiari dei membri dell’Isis, Hayden si azzarda a superare il limite del ridicolo: “Se egli dovesse dare quell’ordine dalla Casa Bianca, le forze armate americane si rifiuterebbero di eseguirlo. Non puoi – non sei costretto, anzi ti è richiesto di eseguire un ordine contro la legge. Sarebbe in violazione di tutte le leggi internazionali che regolano i conflitti armati. Ci sarebbe un colpo di stato in questo paese“. Abbiamo appena appreso, quindi, del rispetto degli Stati Uniti per le “leggi internazionali”, un vero scoop perché dubitiamo che qualcuno se ne fosse mai accorto, a partire dai massacri illegali in Serbia, Afghanistan, Somalia, Iraq, Libia, Siria, alle torture di Guantanamo e delle altre prigioni speciali sparse nel mondo dalla Polonia all’Egitto, al colpo di stato in Ucraina, e così via, per rimanere soltanto agli ultimi 20 anni.
Francesco Meneguzzo
04/03/2016, 16:08
04/03/2016, 16:47
gippo ha scritto:Guadagno mille volte più di voi, cosa aspettate a ribellarvi? – Lettera shock di uno speculatore finanziario
HO UNA VITA CHE IL 99,9% DELLA PERSONE NON POSSONO NEANCHE IMMAGINARE, MA FINIRA’. Nella sua lettera rivolta ai grandi capitalisti mondiali Nick Hanauer si presenta così: “Probabilmente non mi conoscete, ma come voi sono uno degli 0,1%, un fiero capitalista. Ho fondato, co-fondato e finanziato più di 30 società di ogni genere ed insieme ad alcuni amici possiedo una banca. Racconto tutto questo per dimostrarvi che per molti versi non sono molto diverso da voi. Come voi ho una visione ampia degli affari e del capitalismo. E come voi sono stato oscenamente ricompensato per il mio successo, con una vita che gli altri 99,9% di americani non possono nemmeno immaginare. Molteplici case, aereo personale, eccetera”. Secondo Hanauer la chiavi del suo successo economico sono state due: la propensione al rischio e la capacità di capire prima degli altri quello che accadrà in futuro. “E cosa vedo oggi nel nostro futuro? – si chiede – vedo i forconi”.
http://ununiverso.altervista.org/blog/g ... nanziario/
Il mio forcone è affilato da un pezzo ...
04/03/2016, 18:46
mik.300 ha scritto:comunque se non c si ribella,
questa gente non rinuncia
alla seconda ferrari o allo yacht..[/i]
senza forconi questi campano benissimo..
05/03/2016, 01:36
05/03/2016, 02:39
xfabiox ha scritto:tratto dalla serie tv mr. robot
Quello che sto per dirti è top secret. Una cospirazione più grande di tutti noi. Là fuori c'è un potente gruppo di persone che governa segretamente il mondo. Parlo di tizi che nessuno conosce, tizi che sono invisibili. L'1% dell'1%. I tizi che giocano a fare Dio, senza avere il permesso. E credo che ora mi stiano seguendo. (Elliot)
Psicologa: Cosa ti delude così tanto della società?
Elliot: Oh, non saprei. Forse il fatto che fossimo tutti convinti che Steve Jobs fosse un grand'uomo nonostante sapessimo che faceva miliardi sfruttando i bambini? O forse il fatto che sembra che tutti i nostri eroi siano dei falsi. Tutto il mondo non è che un grande imbroglio. Ci sommergiamo l'un l'altro di spazzatura, propinandoci cronache incentrate su pistolinate spacciandole per verità e usiamo i social media come surrogato dell'intimità. O forse è il fatto che abbiamo anche votato per avere tutto questo? E non parlo delle elezioni truccate, ma delle cose che abbiamo, delle nostre proprietà, dei nostri soldi. Non sto dicendo nulla di nuovo. Sappiamo bene perché facciamo così. Certo non perché i libri degli "Hunger Games" ci rendono felici ma perché vogliamo essere anestetizzati. Perché è doloroso non fare finta, perché siamo dei codardi. Si fotta la società.
Mr. Robot: Ora ti dirò il vero motivo per cui sei qui. Sei qui perché senti che c'è qualcosa di sbagliato nel mondo. Qualcosa che non riesci a spiegare. Però, sai che controlla te e tutti quelli a cui tieni.
Elliot: Di che parli?
Mr. Robot: Denaro. Il denaro non è reale da quando abbiamo abbandonato il sistema aureo. È diventato virtuale. È un software. Il sistema operativo del nostro mondo. E noi, Elliot, siamo sul punto di demolire questa realtà virtuale. Riflettici. E se avessi la possibilità di smantellare un conglomerato. Un conglomerato talmente radicato in profondità nell'economia globale, che definirlo "troppo grande per fallire" sarebbe un eufemismo.
Elliot: Volete creare una crisi finanziaria simile a quella che abbiamo appena vissuto, ma molto più grave. Perché dovrei volerlo? Tutti perderebbero i loro soldi.
Mr. Robot: E se ti dicessi che questo conglomerato casualmente possiede il settanta per cento del mercato del credito al consumo globale? Eh? Se colpissimo nel modo giusto il loro centro dati, potremmo riformattare sistematicamente tutti i loro server, compresi quelli di backup.
Elliot: Così facendo cancelleremmo...
Mr. Robot: Tutti i debiti che abbiamo con loro. Ogni traccia di ogni carta di credito, prestito e mutuo sarebbe eliminata. Non riuscirebbero mai a recuperare e applicare vecchie pratiche cartacee. Andrebbe tutto perduto. Il più serio incidente di redistribuzione della ricchezza nella storia.
05/03/2016, 03:04