I numeri falsi sull’immigrazione
Ci stanno riempiendo la testa ormai da anni con dei numeri falsi sull’immigrazione. Gli esperti di sociologia dei media la chiamano “narrazione”, che serve ad influenzare il “percepito” della popolazione. Nello spirito schietto di questo blog, invece, andremo direttamente alle cifre, ben sapendo che al giorno d’oggi è difficile persino trovare cifre attendibili e non manipolate.
Recentemente sulla RAI sono stati divulgati una serie di dati elaborati a partire dal Documento Economico Finanziario (D.E.F.) 2016 e quindi non originati da forze dell’opposizione né pubblicati da organi d’informazione anti-governativi.
Leggendo questi dati, provenienti dal governo stesso, si evince che qualcosa non torni nella narrazione, che i dati normalmente resi pubblici sull’immigrazione siano fasulli o per lo meno “edulcorati”. Non solo. Ci sono anche stati nascosti molti dettagli scomodi a proposito del trattamento che l’Unione Europea (UE) sta applicando solo all’Italia.
I numeri falsi sull’immigrazione… e quelli veri

Veniamo subito ai dati sull’immigrazione trasmessi sulla RAI.
La misura dell’impatto economico degli stranieri in Italia, serve a capire l’eventuale discrepanza tra quanto raccontato da anni in merito al ritorno economico dell’immigrazione in Italia e la realtà.
La realtà è spietata: c’é un disavanzo netto di 5 miliardi di euro! Ossia siamo in presenza d’un costo del valore d’una manovra finanziaria, ben maggiore del valore risparmiato dall’abolizione dell’IMU sulla prima casa!
In particolare, saltano agli occhi quattro numeri:
I ben noti 8,9 miliardi di contributi previdenziali ampiamente sbandierati nella “narrazione”. Normalmente, la divulgazione di televisione e stampa si ferma qui.
I 7,8 miliardi di spesa per sanità, scuola e servizi sociali.
I 2,8 miliardi di spese del Ministero degli Interni e Giustizia per far fronte agli arrivi, accoglienza e anche detenzione in carcere.
Gli 8,9 miliardi di debito implicito previdenziale.
Come spesso succede, non si dice un’aperta bugia agli Italiani, ma una molto furbesca mezza verità. Per cui, è vero che entrano 8,9 miliardi dagli immigrati ma si tacciono le uscite!
Mentre i primi due dati sono piuttosto ovvi e conosciuti, le spese del Ministero degli Interni ed il “debito implicito previdenziale” sono degni d’attenzione.
Spese del Ministero degli Interni
Il concetto di 2,8 miliardi di spese del Ministero degli Interni non è difficile da comprendere. In questo caso non sono numeri falsi sull’immigrazione. Tuttavia quello che colpisce è l’ammontare enorme della cifra rispetto al fatto che l’Italia faccia parte dell’Unione Europea.
Ci sono diversi punti stridenti in merito. L’Europa si è impegnata pesantemente ad aiutare un Paese neanche europeo e solo formalmente democratico: la Turchia. Sono stati stanziati 3 miliardi di euro, con una previsione di ulteriori altri 3 miliardi in seguito. L’Italia, come membro dell’Unione Europea, ha versato 225 milioni per quello che all’atto pratico è stato un’inchino alla storica alleanza Germania-Turchia e per frenare l’afflusso di veri profughi (su questo concetto si parlerà in seguito) da quest’ultima alla prima.
All’Italia, che invece sta subendo decenni di sacrifici, salvataggi, accoglienza e disagi, quasi nulla. La dimostrazione di questo “quasi nulla” verrà mostrata a breve in questo articolo.
Questo è palesemente scorretto se non adirittura ingiusto, indipendentemente da numeri falsi sull’immigrazione o meno.
Debito implicito previdenziale
Sopra si parlava di veri profughi di guerra siriani, che la Germania ha accolto solo finché ha avuto bisogno di manodopera qualificata e laureati. La demografia dell’immigrazione in Italia, invece, è estremamente diversa ed è quasi esclusivamente composta da migranti economici oppure da opportunisti. Per far meglio comprendere la distinzione, è necessario riassumere brevemente le tre macro-categorie principali d’immigrati in questo periodo storico: profughi e sfollati, migranti economici / “climatici”, opportunisti.
profughi di guerra: vanno aiutati da tutta l’Europa e poi, a guerra finita, sono loro stessi che in più interviste han confermato che non vedono l’ora di tornare nella loro patria. Queste espressioni, da sole, fanno capire il tenore, l’etica di uomini e donne che si trovano in un momento di grande difficoltà ma sono poi pronti a ripartire e ad aiutare la rinascita del loro Paese.
migranti economici / “climatici”: vanno aiutati in subordine ai primi, dato che in economia le risorse sono sempre limitate, ed i problemi no. A seconda del ciclo economico possono essere un grande valore (anni 90, boom produttivo che richiede nuova manodopera) o meno (mega-crisi, non trovano niente da fare, non si riesce a garantir loro un futuro accettabile, finiscono in carceri che il buonismo di oggi chiama “centri d’accoglienza” e vengono pagate cooperative private invece che secondini). Per quanto mi riguarda, massimo rispetto ed anche aiuto a queste persone… ma sempre tenendo conto che la priorità vera va ai profughi di guerra. Non solo, molti Italiani sono ad oggi in condizioni d’estremo disagio e quindi può capitare di dover dolorosamente scegliere tra questi Italiani e gli altri poveri. Compito triste ed ingrato, ma occorre quanto meno riconoscere che gli Italiani impoveriti sono: Italiani (!) e che hanno contribuito allo Stato per una vita.
opportunisti: una percentuale per nulla insignificante, giovanottoni ventitreenni molto “testosteronici”, più o meno palestrati con iPhone. Sono peraltro quelli che più si lamentano, sfasciano o bruciano tutto nelle loro rivolte, su temi assolutamente non tipici di esseri umani nel bisogno: hotel a quattro stelle non abbastanza comodo o centrale, gourmet che non cucina le tipicità che esigono e così via. Mentre per quanto riguarda lo Scrivente, queste persone non hanno alcun titolo a restare in Italia, c’é tutta una corrente “mondialista” di personaggi quali la Boldrini, Napolitano ed altri che li vede molto di buon’occhio e, anzi, cerca in ogni modo di farli passare per profughi bisognosi. Non dico che questo tipo di migranti siano tutti da condannare o stigmatizzare (alcuni partiti tendono ad accentuare gli aspetti odiosi di queste persone), però meritano sicuramente meno priorità di tutti gli altri, Italiani impoveriti inclusi. E’ essenzialmente per giustificare il loro ingresso e permanenza in Italia che si pubblicano numeri falsi sull’immigrazione.
Tornando all’argomento sul debito implicito previdenziale: in Italia abbiamo dunque pochi migranti profughi, gli altri che arrivano, vogliono rimanere e vogliono quindi un lavoro. E’ vero che coloro che effettivamente trovano un lavoro contribuiscono alle pensioni correnti, ma nei dati comunemente diffusi si tace il fatto che tali contributi non coprano le effettive spese future. Un’esempio facile da capire di debito implicito previdenziale: anche dopo le famigerate riforme, moltissime pensioni, anche basse (numericamente sono moltissime!), non provengono solo da contributi effettivamente versati (regime contributivo). Prendono invece anche una porzione retributiva (“integrazione al minimo” e altro) che non è mai stata versata da nessuno e questo genera un debito pregresso che a suo tempo si dovrà pagare. Nel caso specifico, molti migranti non matureranno una pensione grazie ai soli contributi ma la riceveranno comunque.
Questo genera un debito implicito – ossia non evidente oggi ma che colpirà come un maglio domani – di ben 8,9 miliardi di euro.
Bilancio finale sull’impatto economico degli stranieri in Italia: -5 miliardi di euro, che qualcuno deve trovare e pagare.
I non aiuti dell’Unione Europea all’Italia

Costo dell'emergenza migrantiIl peso dell’immigrazione pesa principalmente su due Paesi già stremati dalla crisi: Grecia ed Italia. Tuttavia la tipologia d’immigrazione è estremamente diversa.
Dei due, la Grecia è stata protagonista per un’anno d’un fenomeno migratorio insostenibile, in buona parte sono profughi di guerra siriani con un certo numero di migranti economici provenienti dall’Estremo Oriente. A suo tempo la Germania mandò un messaggio rivelatosi assolutamente improvvido: invitò i profughi ad andare in massa sul proprio territorio. La Germania aveva bisogno di manodopera qualificata e laureati. Per ragioni incomprensibili, non si aspettava che al suo appello avrebbero risposto milioni di persone. La Grecia in breve tempo divenne corridoio di transito per un’umanità provata e distrutta, finché la Germania decise che non poteva ospitare altri disperati e chiuse i battenti. Dopo breve tempo tutti gli Stati Europei che fungevano da corridoio seguirono l’esempio e chiusero i propri confini, dando complessivamente un’immagine d’Unione Europea assai poco “unione”. La Grecia, senza più sbocco per i migranti, rischiò di collassare. La Cancelliera Merkel contattò la Turchia, primo anello del corridoio dell’immigrazione, per concertare un trattato che impedisse ai migranti di raggiungere la Grecia. La Turchia accettò, naturalmente dietro congruo compenso economico.
Tutta l’Unione Europea ha contribuito alla richieste della Turchia versando 3 miliardi di euro, con un’ulteriore estensione prevista di altri 3 miliardi. L’Italia non si è tirata indietro e ha versato una quota di 225 milioni di euro. Abbiamo pagato per impedire l’arrivo ai veri profughi, ossia quelli davvero titolati! Invece quelli meno titolati continuano imperterriti ad arrivare in Italia.
Italia, Paese di serie B per l’Europa
L’Italia non si tira mai indietro, chiede sempre pochissimo e non ottiene quasi nulla. Guardiamo i dati della grafica di sopra, che mette a confronto i costi dell’emergenza migranti del 2015 con quelli che il governo prevede per il 2016: le spese sono tutte raddoppiate, mentre i contributi UE – già veramente ridicoli – sono diminuiti!
Ossia, abbiamo dato 225 milioni di Euro alla Turchia che ha già ricevuto 3 miliardi (+3 futuri), mentre noi, che adesso siamo sotto il fuoco incrociato dell’immigrazione sia dal Medio Oriente che dal Centro-Sud Africa, riceveremo solo 112 milioni invece che 3 miliardi!!! Eppure la spesa totale sarà di 4 miliardi e 115 milioni, più che in Turchia!!!
Perché la Turchia riceve 3+3 miliardi e l’Italia 112 milioni solamente? Perché uno Stato nemmeno europeo e nemmeno davvero democratico e che non ha mai contribuito con un solo euro all’Europa, ottiene decine di volte tanto quello che noi, Stato Fondatore dell’Unione Europea, riceviamo nonostante paghiamo ampi contributi? Perché dobbiamo persino sorbirci i numeri falsi sull’immigrazione pur di non vedere, pur di non sapere?
La risposta è semplice: l’autorevolezza e la forza dell’Italia è di molto inferiore a quella di Paesi ben meno rilevanti. In Europa gli altri Stati mandano esponenti di punta, sanno che dalle loro decisioni derivano immensi danni o benefici alla propria nazione. In Italia si mandano i “trombati” della politica, gli scarti e per di più sono anche ampiamente assenteisti.
Ma questo non basta a spiegare questa disparità incredibile di trattamento.
C’é un fattore importante: governi e governicchi da un bel po’ di anni a questa parte non sanno più dove andare a raschiare il fondo del barile. Lungi da loro anche solo pensare di toccare gli sprechi. Infatti quelli che noi chiamiami “sprechi”, per la politica sono “essenziali poltrone di potere” a tutti i livelli. Allora si continua a sprofondare nel debito e, quando l’Europa dice STOP al debito, i nostri politici inventano Eurobond ed altre scuse per fare “diversamente debito”. E quando anche qui l’Europa dice STOP allora l’ultima strada rimasta per continuare a far debito è di svendere sovranità e d’approvare leggi ingiuste contro l’Italia. Famosi sono i casi di leggi assolutamente anti-italiane contro la pesca (più leggi), contro la protezione della genuina denominazione d’origine, contro la produzione di latte. Tutte leggi passate senza alcun’opposizione sostanziale da parte dei politici italiani. Venendo al presente, l’Italia rinuncia ad ogni forma di rimborso pur d’ottenere la famosa “flessibilità”, ossia ancora un’altro modo di fare “diversamente debito”. E poi accetta di svendere tutti i nostri marchi, brevetti, gioielli nazionali.
Questo atteggiamento scandaloso ed ingiusto dell’Europa nei nostri confronti è originato dalla pochezza della nostra classe politica, che lascia campo libero ai predatori che vengono dall’estero. Vengono divulgati numeri falsi sull’immigrazione per mettere a silenzio o confondere le opinioni su questi grandi fenomeni in atto. Non solo, nell’equazione vanno anche inseriti i creditori storici dell’Italia, i famosi 2300 miliardi di debito pubblico. Questo sarà oggetto d’un futuro articolo.