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 Oggetto del messaggio: Re: Movimento 5 Stelle (seconda parte)
MessaggioInviato: 10/07/2016, 10:49 
ArTisAll ha scritto:
Come denunciato dal Movimento 5 Stelle, il sistema anti-contraffazione ha fatto acqua da tutte le parti e i soldi pagati dalle multinazionali si sono dimostrati un'ingerenza politica a scapito dei cittadini. Solo per fare un esempio, nonostante la Commissione Europea abbia dichiarato prematura l'adozione di qualunque tecnologia per la tracciabilità prima della definizione degli standard, il Governo Italiano voleva affidare quest'ultima alla multinazionale Philip Morris (controllore e controllato in quel caso coinciderebbero). Invece di accogliere il protocollo contro il commercio illegale di tabacco dell'Organizzazione Mondiale della Sanità del 2012, che all'articolo 8 prevede l'obbligo per i governi nazionali di non "appaltare" il monitoraggio ai produttori di tabacco, il Governo è andato in direzione diametralmente opposta. Senza parlare della Fondazione Open del Primo Ministro, finanziata direttamente dalla stessa Philip Morris.

Veramente senza ritegno alcuno...... [8D]



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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 Oggetto del messaggio: Re: Movimento 5 Stelle (seconda parte)
MessaggioInviato: 10/07/2016, 11:19 
mi pare che SERGIO MARCHIONNE
sia conisgliere del cda philip morris

a tuttoggi..
sbaglio?



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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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 Oggetto del messaggio: Re: Movimento 5 Stelle (seconda parte)
MessaggioInviato: 10/07/2016, 11:49 
Thethirdeye ha scritto:
ArTisAll ha scritto:
Come denunciato dal Movimento 5 Stelle, il sistema anti-contraffazione ha fatto acqua da tutte le parti e i soldi pagati dalle multinazionali si sono dimostrati un'ingerenza politica a scapito dei cittadini. Solo per fare un esempio, nonostante la Commissione Europea abbia dichiarato prematura l'adozione di qualunque tecnologia per la tracciabilità prima della definizione degli standard, il Governo Italiano voleva affidare quest'ultima alla multinazionale Philip Morris (controllore e controllato in quel caso coinciderebbero). Invece di accogliere il protocollo contro il commercio illegale di tabacco dell'Organizzazione Mondiale della Sanità del 2012, che all'articolo 8 prevede l'obbligo per i governi nazionali di non "appaltare" il monitoraggio ai produttori di tabacco, il Governo è andato in direzione diametralmente opposta. Senza parlare della Fondazione Open del Primo Ministro, finanziata direttamente dalla stessa Philip Morris.

Veramente senza ritegno alcuno...... [8D]



Infatti.



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mik.300 ha scritto:
mi pare che SERGIO MARCHIONNE
sia conisgliere del cda philip morris

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sbaglio?


Articolo del 2010



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 Oggetto del messaggio: Re: Movimento 5 Stelle (seconda parte)
MessaggioInviato: 11/07/2016, 08:28 
domenica 10 luglio 2016


Terremoto Raggi sulla capitale: è saltato fuori uno spreco di denaro pazzesco. Guardate voi stessi..





Atac: il palazzo affittato prima di essere costruito.

¯
Dossier alla Procura
La più grande municipalizzata italiana aveva comprato (poi affittato) una sede non esistente. Forse presto un quinto esposto sulle pulizie: un appalto da 38,6 milioni


Sono sei pagine stringate, che però dicono tutto sul modo con cui è stato gestito a Roma per anni il denaro dei cittadini. Consigliamo alla sindaca Virginia Raggi di leggerle con attenzione, sicuri che non avrà difficoltà a farlo: l’amministratore unico dell’Atac Armando Brandolese e il direttore generale Mario Rettighieri, nominati dal commissario Francesco Paolo Tronca, le hanno portate in procura.


È il quarto esposto in poche settimane che i vertici della più grande municipalizzata italiana, quella che con quasi 12 mila dipendenti gestisce il trasporto pubblico nella capitale, recapitano ai magistrati, alla Corte dei conti e all’Autorità anticorruzione.


Il bersaglio è un palazzo nella periferia romana la cui costruzione è affidata al gruppo romano Parnasi, lo stesso che dovrebbe realizzare il nuovo stadio della Roma calcio. Un immobile da 114 milioni, pensato per ospitare la nuova sede di quell’azienda colabrodo. Tutto comincia nel 2006, sindaco Walter Veltroni. Ma l’accelerazione avviene nel 2009, quando al Campidoglio c’è Gianni Alemanno. Il Comune delibera di comprare un palazzo da destinare a «sede unica della mobilità».


Due mesi dopo l’amministratore delegato Adalberto Bertucci chiude l’operazione con Bnp Paribas, il proprietario dell’area del Castellaccio, dalle parti dell’Eur. Il contratto viene stipulato a razzo. E a razzo cambiano i numeri: la superficie passa da 21.000 a 26.000 metri quadrati e il corrispettivo sale da 99 a 118 milioni. Nel 2009 l’Atac sgancia pure 20 milioni sull’unghia, come anticipo, e questa diventa la pietra dello scandalo.


I lavori cominciano, ma subito scoppia un contenzioso sui ritardi. Per inciso, sono i mesi in cui lo scandalo parentopoli investe l’azienda. Passa un annetto e la cosa si sistema con una curiosa transazione.


L’Atac non compra più l’immobile, impegnandosi invece ad affittarlo pagando il 7% del valore: 7 milioni 980 mila euro l’anno. Durata: nove anni più nove, fanno 143 milioni e 640 mila euro. In cambio, il locatore concede uno sconto di 4 milioni sul prezzo di un’eventuale vendita, che resta comunque un’opzione.
Sottolinea l’esposto come il progetto originale che doveva essere realizzato con le procedure di evidenza pubblica, abbia «subito ingiustificati stravolgimenti fino a tradursi in un vero e proprio affidamento diretto» con la trasformazione «in un contratto di locazione peraltro già in essere nonostante il bene non fosse ancora venuto ad esistenza e che a tutt’oggi neppure risulta collaudato e consegnato all’Atac». Non bastasse, «la direzione dell’Atac non ha mai proceduto alla risoluzione del contratto di compravendita coerente con gli interessi pubblici».


Sì, perché c’è anche questo. «Non è stata reperita documentazione attestante la certa copertura finanziaria dell’operazione. Va rilevato che la situazione dell’Atac non consentiva l’attivazione di mutui bancari», scrivono Brandolese e Rettighieri. Confermando la tesi già espressa a inizio 2014 dagli ispettori del ministero dell’Economia, secondo cui le condizioni economiche dell’Atac «difficilmente consentiranno di far fronte agli impegni». Per non dire che «un immobile di tali caratteristiche» nemmeno serve.


Anche questa rogna è adesso sul tavolo di Giuseppe Pignatone insieme a quelle sui distacchi sindacali, la gestione delle mense e la fornitura delle gomme. E non è escluso che venga presto raggiunto da un quinto dossier: quello delle pulizie. Una indagine interna su un appalto triennale da 38,6 milioni ha fatto venire alla luce tutto un mondo. Il rapporto descrive «lavorazioni non effettuate» o «imputate più volte», oltre a «superficialità nell’esecuzione» e «ripetute condotte inoperose». Ma ancor più colpisce l’elenco degli interventi di pulizia dichiarati in locali che risultavano «sotto sequestro, interdetti all’uso, inesistenti…».


Cose turche, con l’aggravante di graziosi sconti concessi sulle penali da applicare per contratto: dai 954 mila euro dovuti ai 92 mila effettivamente pagati. O di subappalti per gli impianti di erogazione del gas andati avanti per un anno e mezzo senza che esistessero i presupposti…
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 Oggetto del messaggio: Re: Movimento 5 Stelle (seconda parte)
MessaggioInviato: 11/07/2016, 09:42 
ArTisAll ha scritto:
Thethirdeye ha scritto:
ArTisAll ha scritto:
Come denunciato dal Movimento 5 Stelle, il sistema anti-contraffazione ha fatto acqua da tutte le parti e i soldi pagati dalle multinazionali si sono dimostrati un'ingerenza politica a scapito dei cittadini. Solo per fare un esempio, nonostante la Commissione Europea abbia dichiarato prematura l'adozione di qualunque tecnologia per la tracciabilità prima della definizione degli standard, il Governo Italiano voleva affidare quest'ultima alla multinazionale Philip Morris (controllore e controllato in quel caso coinciderebbero). Invece di accogliere il protocollo contro il commercio illegale di tabacco dell'Organizzazione Mondiale della Sanità del 2012, che all'articolo 8 prevede l'obbligo per i governi nazionali di non "appaltare" il monitoraggio ai produttori di tabacco, il Governo è andato in direzione diametralmente opposta. Senza parlare della Fondazione Open del Primo Ministro, finanziata direttamente dalla stessa Philip Morris.

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Infatti.



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mik.300 ha scritto:
mi pare che SERGIO MARCHIONNE
sia conisgliere del cda philip morris

a tuttoggi..
sbaglio?


Articolo del 2010


..la connessione c'è..



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Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


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 Oggetto del messaggio: Re: Movimento 5 Stelle (seconda parte)
MessaggioInviato: 11/07/2016, 09:45 
ArTisAll ha scritto:
domenica 10 luglio 2016


Terremoto Raggi sulla capitale: è saltato fuori uno spreco di denaro pazzesco. Guardate voi stessi..





Atac: il palazzo affittato prima di essere costruito.

¯
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La più grande municipalizzata italiana aveva comprato (poi affittato) una sede non esistente. Forse presto un quinto esposto sulle pulizie: un appalto da 38,6 milioni


Sono sei pagine stringate, che però dicono tutto sul modo con cui è stato gestito a Roma per anni il denaro dei cittadini. Consigliamo alla sindaca Virginia Raggi di leggerle con attenzione, sicuri che non avrà difficoltà a farlo: l’amministratore unico dell’Atac Armando Brandolese e il direttore generale Mario Rettighieri, nominati dal commissario Francesco Paolo Tronca, le hanno portate in procura.


È il quarto esposto in poche settimane che i vertici della più grande municipalizzata italiana, quella che con quasi 12 mila dipendenti gestisce il trasporto pubblico nella capitale, recapitano ai magistrati, alla Corte dei conti e all’Autorità anticorruzione.


Il bersaglio è un palazzo nella periferia romana la cui costruzione è affidata al gruppo romano Parnasi, lo stesso che dovrebbe realizzare il nuovo stadio della Roma calcio. Un immobile da 114 milioni, pensato per ospitare la nuova sede di quell’azienda colabrodo. Tutto comincia nel 2006, sindaco Walter Veltroni. Ma l’accelerazione avviene nel 2009, quando al Campidoglio c’è Gianni Alemanno. Il Comune delibera di comprare un palazzo da destinare a «sede unica della mobilità».


Due mesi dopo l’amministratore delegato Adalberto Bertucci chiude l’operazione con Bnp Paribas, il proprietario dell’area del Castellaccio, dalle parti dell’Eur. Il contratto viene stipulato a razzo. E a razzo cambiano i numeri: la superficie passa da 21.000 a 26.000 metri quadrati e il corrispettivo sale da 99 a 118 milioni. Nel 2009 l’Atac sgancia pure 20 milioni sull’unghia, come anticipo, e questa diventa la pietra dello scandalo.


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Sì, perché c’è anche questo. «Non è stata reperita documentazione attestante la certa copertura finanziaria dell’operazione. Va rilevato che la situazione dell’Atac non consentiva l’attivazione di mutui bancari», scrivono Brandolese e Rettighieri. Confermando la tesi già espressa a inizio 2014 dagli ispettori del ministero dell’Economia, secondo cui le condizioni economiche dell’Atac «difficilmente consentiranno di far fronte agli impegni». Per non dire che «un immobile di tali caratteristiche» nemmeno serve.


Anche questa rogna è adesso sul tavolo di Giuseppe Pignatone insieme a quelle sui distacchi sindacali, la gestione delle mense e la fornitura delle gomme. E non è escluso che venga presto raggiunto da un quinto dossier: quello delle pulizie. Una indagine interna su un appalto triennale da 38,6 milioni ha fatto venire alla luce tutto un mondo. Il rapporto descrive «lavorazioni non effettuate» o «imputate più volte», oltre a «superficialità nell’esecuzione» e «ripetute condotte inoperose». Ma ancor più colpisce l’elenco degli interventi di pulizia dichiarati in locali che risultavano «sotto sequestro, interdetti all’uso, inesistenti…».


Cose turche, con l’aggravante di graziosi sconti concessi sulle penali da applicare per contratto: dai 954 mila euro dovuti ai 92 mila effettivamente pagati. O di subappalti per gli impianti di erogazione del gas andati avanti per un anno e mezzo senza che esistessero i presupposti…
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http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
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 Oggetto del messaggio: Re: Movimento 5 Stelle (seconda parte)
MessaggioInviato: 11/07/2016, 15:39 
ArTisAll ha scritto:
domenica 10 luglio 2016
Terremoto Raggi sulla capitale: è saltato fuori uno spreco di denaro pazzesco. Guardate voi stessi..

Ottimo... avanti il prossimo.... [:305]



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

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 Oggetto del messaggio: Re: Movimento 5 Stelle (seconda parte)
MessaggioInviato: 11/07/2016, 16:54 
Thethirdeye ha scritto:
ArTisAll ha scritto:
domenica 10 luglio 2016
Terremoto Raggi sulla capitale: è saltato fuori uno spreco di denaro pazzesco. Guardate voi stessi..

Ottimo... avanti il prossimo.... [:305]




Ottimo si. [:264]

Anche se non sono romano, ho piacere di come si sta muovendo Sindaco Virginia.



Guarda cosa aggiungo (forse ne sei già a conoscenza):


Virginia Raggi a Tor Bella Monaca: teniamo #RomaPulita


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di Virginia Raggi, sindaco M5S Roma

¯
Tra le priorità programmatiche del M5S condivise insieme ai cittadini c'è l'emergenza rifiuti. Non a caso. E il perché è sotto gli occhi di tutti.
Non appena insediati ci siamo messi al lavoro: in meno di due settimane ho incontrato il presidente di Ama Fortini, chiedendo che l'azienda fornisse report quotidiani e settimanali e dato immediatamente disposizioni all'assessora alla Sostenibilità ambientale Paola Muraro di avviare un piano di pulizia straordinario (che poi dovrebbe essere la normalità) in alcuni quartieri della città.


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In alcune zone il risultato è stato immediato, mentre altre versano ancora in un degrado che Roma certamente non merita. Il caso della conta dei topi di alcuni bambini nel quartiere di Tor Bella Monaca è scioccante e mi sto recando proprio ora sul luogo, per verificare di persona i fatti.


Fa male invece ricevere segnalazioni, come quelle che provengono in queste ore dal quartiere Prati, di cassonetti vuoti e rifiuti a terra (inclusi forni da cucina e vasche da bagno). Sabato era stato pulito ogni angolo, ma l'inciviltà di alcuni ha prevalso sul bene della nostra città. Sarò chiara: a chi crede di poter trattare Roma come una pattumiera consiglio prudenza, perché nei prossimi giorni con la giunta metterò al vaglio l'ipotesi di un duro incremento delle sanzioni nei confronti di chi si macchia di comportamenti lesivi per le persone e l'ambiente.
Infine vorrei esprimere la mia soddisfazione per l'accordo raggiunto tra le forze sociali riguardo al contratto CCNL. Da questo traguardo atteso da anni, iniziamo a collaborare con tutti gli operatori, impegnati nei servizi di igiene urbana e nella raccolta dei rifiuti di Roma, ringrazio le componenti sindacali per il senso di responsabilità dimostrato, di appartenenza all'azienda piu' grande d'Europa e soprattutto per l'importantissimo lavoro svolto tutti i giorni per tutelare l'ambiente in cui viviamo. E voglio ringraziare l'assessora Muraro, per l'ottimo lavoro svolto finora.


Chiediamo la collaborazione a tutti i romani per mantenere pulita la città e rispettare le regole di convivenza civile, che sono alla base del senso di comunità che vogliamo re-introdurre nella Capitale. Dalla prossima settimana verrà' incrementato il servizio di controllo per il conferimento dei rifiuti domestici e quelli delle utenze commerciali. Continuate a mandare le vostre segnalazioni di degrado, anche su Twitter con l'hashtag #RomaPulita: è il nostro obbiettivo e tutti insieme possiamo raggiungerlo.
Per anni i partiti hanno tolto ogni speranza alla nostra città. Ora, noi, quella speranza a Roma abbiamo il dovere di restituirgliela
_



fonte




Tor Bella Monaca, decine di topi tra i cassonetti: il video denuncia dei residenti #t

Guarda su youtube.com


'mazza che zo##ole (pantegane).



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MessaggioInviato: 12/07/2016, 08:55 
La terza profezia di Fassino


Immagine


VIDEO


immagine: vignetta di Marione per il Blog delle Stelle

di MoVimento 5 Stelle

¯
Ieri è arrivata la terza profezia di Fassino: "Bisogna aprire un ciclo nuovo. Bisogna essere consapevoli che il nuovo ciclo guidato dai 5 Stelle può essere un ciclo molto meno capace di offrire a Torino quella prospettiva che in questi 23 anni noi a questa città invece abbiamo dato".


Immagine


La prima profezia nel 2009: "Se Grillo vuol fare politica fondi un partito, si presenti alle elezioni e vediamo quanti voti prende"
La seconda profezia nel 2015, rivolto a Chiara Appendino: "Un giorno lei si segga su questa sedia e vediamo se poi sarà capace di fare tutto quello che oggi ha auspicato di poter fare."
Grazie Piero.
_



fonte




Certo è che Piero Fassino (Lurch per gli amici) è veramente un grande. Molto meglio (ma molto) di Frate Indovino. Immagine



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MessaggioInviato: 13/07/2016, 07:28 
http://www.repubblica.it/politica/2016/ ... 55443/?rss



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MessaggioInviato: 13/07/2016, 09:00 
martedì 12 luglio 2016


BUFERA SU TRAVAGLIO! LO SFOTTO’ CHE HA FATTO INFURIARE TUTTO IL PD: ECCO L'INTERVENTO SOTTO ACCUSA



Guarda su youtube.com




Tutto quello che bisogna sapere sul Referenzum d'autunno contro la schiforma Boschi-Verdini

¯
Ad ottobre (ancora non sappiamo in che data) il paese sarà chiamato ad esprimersi per il referendum confermativo della riforma costituzionale, il DDL Boschi: su questa riforma, sul "sì", il governo ha messo la faccia ma ha pure legato la sua permanenza al potere. Perché se perdo, dicono Renzi e il ministro Boschi, con che faccia mi ripresento al paese?


Mettiamo da parte la questione, non secondaria, che le Camere sono sciolte dal Presidente della Repubblica e non dall'esecutivo. Concentriamoci sul contenuto della riforma: ogni giorno su buona parte dei TG è un continuo ripetersi degli slogan delle regioni del Si. #Bastaunsì è l'hashtag che gira sui social: metti un sì, sembra di capire, è tutti i problemi della nostra Repubblica saranno risolti.
Non preoccuparti, elettore, c'abbiamo pensato noi: taglio ai costi della politica, tempi certi per l'approvazione delle leggi, fine del bicameralismo perfetto. Avremo un sistema più snello, con meno costi, più agile.


Sui telegiornali le ragioni del no hanno avuto e (presumibilmente) avranno poco spazio: altrimenti sarebbe abbastanza facile smentire tutte questi mini spot per la riforma. A quanti sostengono le ragioni del no (e magari non sono comici, calciatori, ma costituzionalisti fuori dai giochi della politica) ci sono solo pochi secondi per cercare di spiegare, di far capire a chi ascolta dei rischi che questo sistema comporta. Il tante volte ripetuto “combinato disposto” di una riforma che accentra potere nell'esecutivo, toglie rappresentatività, elimina pesi e contrappesi (check and balances dicono quelli bravi) con una legge elettorale che mantiene di fatto tutti i difetti del porcellum.


Per questo motivo i giornalisti del Fatto Quotidiano, il direttore Travaglio e Silvia Truzzi hanno deciso di pubblicare questo breve saggio, “Perché no”, che raccoglie e spiega tutte le ragioni del no.
Non a caso il libro inizia col capitolo “Passate parola”: è così semplice oggi, in un paese dove la gente tende a delegare, a non interessarsi, a non appassionarsi più alla politica, dire sì.
Non pensate, non ragionate, non sforzatevi. Basta un sì.


Massì dai, aboliamo del tutto questa Costituzione, che per molti (tipo JP Morgan, per fare un nome) è come un vestito troppo stretto, scomodo, perché è pensata per includere e non per escludere, per tutti senza discriminare e non solo per le elìte.
La legge uguale per tutti, la sovranità che appartiene al popolo, il diritto all'istruzione fino ai più alti livelli per i meritevoli, il diritto alle cure, ad un salario dignitoso.


Non capita tutti i giorni di riformare la Costituzione e dunque quando la si modifica (cosa ragionevole, non essendo un dogma scolpito nella pietra) si deve procedere allargando il dibattito a tutti, non lavorare a colpi di maggioranza, a colpi di canguro e di questioni di fiducia, per escludere le proposte delle minoranze e con il ricatto o votate si o si va a casa.
Questa riforma, dicono quelli che pure voteranno sì, è scritta male, raffazzonata, pasticciata (Scalfari, Cacciari,Benigni ..): ma se non votiamo si, avremo perso tempo, avremo perso un'occasione, daremo l'impressione di non essere capaci di fare le riforme...


Falso: se passa il si ci troveremo sulle spalle leggi costituzionali, da cui discenderanno le leggi ordinarie, scritta male, che creeranno contenziosi tra regioni e Stato centrale, che impatteranno sulla nostra vita.
È sbagliato riformare la legge delle leggi considerando i problemi dell'oggi (le reazioni dei mercati, degli altri paesi europei) e non l'effetto che avrà sull'Italia dei prossimi decenni.


Per quanto detto sopra (e quanto dirò in seguito) è importante votare no al referendum, per questo è importante essere consapevoli di cosa comporterà il sì, per questo è importante questo libro. Libro che ha il pregio di smontare tutte le ipocrisie, le bugie anche grossolane, la spudoratezza del fronte del si.


Padri Costituenti e ricostituenti.
In questo capitolo si racconta di come è nata la Costituzione attuale, approvata nel 1948 dopo due anni di lavoro da parte dei costituenti, confrontando poi l'iter approvativo dell'attuale riforma che toccherà 47 articoli del 136, alcuni riscritti male (l'articolo 70 passa da 9 parole a 439, per dire della complessità del linguaggio); non dovrebbe toccare i principi della prima parte, ma non è detto che ciò accada nel futuro.


Si è arrivati alla sua approvazione col canguro (del senatore Esposito) per abbattere gli emendamenti della minoranza, con la sostituzione dei componenti della commissione affari costituzionali contrari come Corradino Mineo.
Non solo: questa è la riforma di Renzi, Boschi (e Verdini e Berlusconi, che nella prima parte die lavori erano pure favorevoli). Ci si è dimenticato quindi di quanto scriveva Calamandrei “quando si scrive la Costituzione i banchi del governo dovrebbero essere vuoti”.


La controriforma.
Cosa c'è dentro Italicum e DDL Boschi?
Non c'è maggiore semplificazione dell'iter delle leggi, poiché per alcune si mantiene il passagio tra Camera e Senato.
Non si è abolito il Senato che diventa una camera di doppio lavoristi, già pagati dalle regioni (o dagli enti locali) e che riceveranno probabilmente un rimborso per lo spostamento nella capitale.
Noi cittadini non li voteremo più, ma la riforma rimanda ad altra legge il modo in cui verranno scelti i consiglieri regionali.
Si risparmieranno costi? Per gli stipendi dei 215 senatori sì. Ma parliamo di un risparmio di 25 milioni per una macchina (il Senato) che costa circa 500 ml l'anno.


Tutto qua il risparmio, 215 senatori di meno, quando attorno alla politica, nello stato centrale, nelle amministrazioni e nelle partecipate lavorano 1,1 milione di persone? Le leggi verranno approvate più velocemente?
Dipende, per alcune l'iter di approvazione rimane doppio. E poi c'è una questione dirimente: chi controlla l'operato dell'esecutivo (che avrà un binario preferenziale per i suoi decreti)?


Con una Camera di nominati, in maggior parte, con la possibilità di eleggere i membri più malleabili al CSM e dentro la Corte Costituzionale, mancano i contrappesi al potere del Presidente del Consiglio.
Vogliamo tornare ai tempi in cui Berlusconi si approvava lo scudo del lodo Alfano, ai tempi della legge Ronchi che consegnava ai privati la gestione dell'acqua, alle centrali nucleari che diventavano opere strategiche?
Le leggi dell'esecutivo già oggi sono la stragrande maggioranza e passano tutte in meno di due mesi.
E senza bisogno del DDL Boschi.
Le leggi che non passano (o che fanno fatica a passare, su tortura, autoriciclaggio, sulla prescrizione, sulle unioni civili) è perché sono i partiti a non volerle.


L'Italicum: differisce dal porcellum perché il premio di maggioranza viene dato se la lista vincente passa il 40%. Ma rimangono i capilista bloccati, i collegi multipli.
Il premio di maggioranza garantirà una stabilità? Non è detto perché dà una maggioranza di soli 26 deputati.
E non è detto nemmeno che non ci saranno più inciuci e ricatti delle minoranze: i gruppetti si metteranno assieme al partitone (della nazione?) prima delle elezioni, per poi sciogliersi nuovamente dopo il voto. Come sta succedendo oggi con ALA di Verdini e NCD di Alfano.


A proposito: la sovranità appartiene al popolo sta scritto nell'articolo 1. Ma domani, questa apparterrà ai partiti, che si sceglieranno i deputati e i senatori.
Saremo una Repubblica semipresidenziale, con una Camera svuotata delle sue funzioni e con un Senato che non rappresenterà né le regioni (non c'è vincolo di mandato e né vincolo di votare come espressione del voto regionale) né le autonomie e non avrà più funzione di controllo


A quanti tirano fuori le proposte dell'Ulivo dove già si parlava di riformare il Senato, o Berlinguer quando proponeva di eliminare la doppia camera, si può rispondere che erano proposte che si basavano su una diversa legge elettorale.
Ai tempi di Berlinguer c'era il proporzionale puro (che garantisce rappresentatività) e la proposta dell'Ulivo del 1996 era così poco importante che rimase lettera morta.
Il Mattarellum, vent'anni fa, non aveva l'abnorme premio di maggioranza oggi previsto dall'Italicum.
Che, ricordo, è stato approvato usando il meccanismo della fiducia. Come la legge Acerbo del 1924.


C'è la ciliegina sulla torta dei referendum: si è abbassato il quorum per i referendum (50% dei votanti alle ultime elezioni) ma servono 800 mila firme.
E sappiamo come poi i risultati dei referendum siano stati disattesi (l'acqua, il finanziamento ai partiti). Le leggi di iniziativa popolare (per cui serviranno 150mila firme) dovranno essere discusse dal parlamento, ma questo è rimandato ad una futura legge e non è detto che poi finiscano nel cassetto.


E vissero felici e impuniti.
Buona parte dei neo senatori saranno i consiglieri regionali di cui oggi sentiamo parlare per le inchieste come le spese pazze dei fondi regionali.


Dalla Val d'Aosta alla Sicilia, una lunga carrellata di consiglieri con alle spalle inchieste e condanne e che ora dovranno andare a Roma a rappresentare le regioni d'appartenenza con tanto di immunità parlamentare.
Ne abuseranno, usandola come scudo per proteggersi per inchieste di natura non politica?
Vogliamo veramente fidarci di queste persone che già prendono stipendi più che onorevoli e che ora diventeranno pure senatori?


C'è chi diveva no.
Penso che questo sia il capitolo più interessante.
Nel 2005 il governo Berlusconi approvò la sua riforma costituzionale, la devolution, toccando 53 articoli della Costituzione.
Si andava verso un regime presidenziale chiaro: l'allora centro sinistra criticò la riforma nei metodi (essere stata approvata dalla sola maggioranza) e nella sostanza (il potere consegnato nelle mani dell'esecutivo e del Presidente del Consiglio) senza contrappesi.


Il vicepresidente della regione Emilia Romagna Gualmini, ad Otto e mezzo aveva criticato il no di FI dicendo “[..] per non parlare di Brunetta e Berlusconi che avevano fatto una riforma del tutto identica”.
Ohibò: il Pd ha fatto una riforma identica che nel 2006 aveva criticato (e fatto campagna elettorale per il no) e ora la ri propone pari pari?
Talvolta qualche pezzo di verità esce dalla bocca di questi personaggi.


Tra quanti dicevano no troviamo la senatrice Finocchiaro, il presidente Mattarella, Napolitano, Fassino, Pier Luigi Bersani, Renzi stesso (all'epoca presidente della provincia di FI).
Franceschini scriveva “il PDC ha in mente un paese in cui il potere viene sempre più tacitamente concentrato nelle mani di una sola persona”.mQuello che succederà con la riforma Boschi.
Il costituzionalista Ceccanti (oggi fautore del si alla riforma Boschi) e l'economista Salvati avevano fatto un appello contro la devolution “approvare unilateralmente un testo così è uno strappo”.


Nel 2006 a schierarsi per il no c'erano anche magistrati (come Spataro), cosa che oggi d a fastidio all'esecutivo di centrosinistra (schierato per il si).
Infine l'ex presidente Napolitano che, intervistato da Myrta Merlino diceva “non deve passare un'eccessiva amplificazione dei poteri del capo del governo”.
Era il 2006 e all'epoca non ci si poneva il problema per cui se si votava si si sarebbero persi anni di lavoro e un'occasione per rinnovare la carta etc etc …


Le alternative c'erano
Partiamo da un principio semplice semplice: la carta costituzionale si può cambiare, prescindendo dai principi della prima parte che dovrebbero rimanere intoccabili e che ancora aspettiamo la loro attuazione.
Molti dei costituzionalisti del no erano pure favorevoli a riformare gli assetti del nostro paese e avevamo proposto al governo le loro idee. Purtroppo inascoltati.


Così è successo per le proposte di Zagrebelsky che proponeva un senato di garanzia di eletti, non rieleggibili, con criteri di esperienza e di non incompatibilità.
Una camera eletta col criterio maggioritario, senza nominati e su collegi uninominali e un Senato di garanzia che si attiva su alcune leggi per attivare la procedura bicamerale paritaria.


Azzariti, docente di Diritto Costituzionale a Roma, proponeva direttamente l'abolizione del Senato e un'unica Camera eletta in modo proporzionale (che era poi la proposta anche di Berlinguer e Ingrao, oggi citati a sproposito).
Anche Massimo Villone, professore di Diritto Costituzionale a Napoli, proponeva l'abolizione del Senato o, in alternativa, la trasformazione verso una repubblica presidenziale vera. Ma con un meccanismo di controlli per avere “un governo forte, ma anche un popolo non di sudditi ma di cittadini”.
Alessandro Pace, professore emerito della Sapienza a Roma, era dell'idea di trasformare il Senato in organo solo consultivo, poiché non eletto.


Insomma c'erano diverse alternative al “pastrocchio” del Senato non eletto, con poteri legislativi, composto anche da persone scelte dal presidente della Repubblica (perché?), con tanto di immunità ma che non rappresenterà i territori.
Il rammarico di questa occasione persa è nelle parole di Lorenza Carlassare, professore emerito a Padova: “nessuno difendeva il bicameralismo paritario, l'accordo sulla sua modifica era pressoché unanime. Bastava procedere sulle vie indicate dalla Costituzione [..] Le Costituzioni sono fatte per durare, non le si può cambiare secondo gli umori della maggioranza del momento”.


Niente da fare: professoroni, gufi, archeologi della Costituzione.
Anche la proposta del Fatto Quotidiano stesso, lettera morta: non è vero che chi è per il no sia contrario ai cambiamenti in sé, dunque. La domanda da porsi è perché sono stati bloccati i tentativi di mediazione, di dialogo, a suon di ghigliottine o canguri.
Fino ad arrivare alla situazione ridicola di oggi dove, dopo la batosta alle elezioni amministrative (la sconfitta a Roma, Napoli e Torino), si torna a parlare di modifiche all'Italicum e a considerare l'ipotesi di spacchettare i quesiti.


Come funziona negli altri paesi
Interessante è vedere come stanno le cose in altri paesi dove, è vero, non esiste un sistema bicamerale perfettamente paritario come in Italia, ma dove esiste piena rappresentatività e dove esistono sistemi di controllo al potere dell'esecutivo.


In Germania, dove nel Bundesrat si trovano persone scelte (non elette) dai Lander stessi col vincolo del mandato, ovvero dovranno votare compatti, pena il voto nullo.
Il Bundestag è eletto con quote di proporzionale e maggioritario.
Negli Stati Uniti sono eletti in modo diretto i membri di Camera dei rappresentanti e del Senato: c'è un bicameralismo perfetto per il sistema legislativo e per la revisione delle leggi costituzionali.


Il Senato ha poteri di vaglio e ratifica sulle nomine presidenziali, fa da giudice per i procedimenti di impeachment nei confronti del Presidente.
La Francia è un sistema semi presidenziale dove l'esecutivo ha due teste: Presidente del Consiglio e della Repubblica che possono avere colori politici diversi.
Mentre negli Stati Uniti il Congresso ha potere di controllo sul Presidente, in Francia il potere è sbilanciato verso quest'ultimo.


Il Senato è eletto da un collegio di grandi elettori (162mila tra deputati, senatori, consiglieri regionali): l'iter delle leggi è bicamerale ma solo la l'Assemblea nazionale dà la fiducia al governo.
Nel Regno Unito esistono due Camere, la prima House of Commons eletta in modo maggioritario uninominale e la seconda da nominati (Lords ereditati o nominati, 26 vescovi).


Il sistema è bicamerale ma non paritario: la prima Camera dà la fiducia, la seconda è di controllo, “camera di riflessione” sulle leggi del governo.
Infine la Spagna: è un modello regionale asimmetrico, non essendo indicato in Costituzione né quante siano le regioni né le loro competenze.
Il Parlamento è bicamerale: il Congresso eletto in modo proporzionale dà la fiducia, il Senato ha funzione di veto e può proporre emendamenti.


Le ragioni del no
Le ragioni per cuivotare no sono riassunte in questo articolo uscito sul FQ: sono 35 punti, il primo dei quali dovrebbe tagliare la testa ad ogni discussione. Una maggioranza che è tale perché drogata da un premio giudicato incostituzionale, sta cambiando a colpi di minoranza relativa la Costituzione.
In Appendice trovate il testo della riforma costituzionale con a fianco, i testi della costituzione vigente.
Così potete farvi un'idea.
Prima di decidere.


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 Oggetto del messaggio: Re: Movimento 5 Stelle (seconda parte)
MessaggioInviato: 14/07/2016, 15:13 
Il Pd scimmiotta il MoVimento 5 Stelle sul Reddito di Cittadinanza #copiateci


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Il MoVimento 5 Stelle è unico e originale e vanta innumerevoli tentativi d'imitazione, la maggior parte dei quali sono ad opera del Pd, un partito senza più identità, guidato da un premier non eletto e senza idee, la cui struttura novecentesca esiste ancora solo perchè campa di soldi pubblici.


Il Pd però non copia le proposte 5 Stelle, le imita come farebbe una scimmia poco ammaestrata, e il risultato è all'altezza degli sforzi. Provoca grasse risate e compatimento.
L'ultimo esilarante tentativo d'imitazione riguarda il Reddito di Cittadinanza, il Pd ha proposto il "reddito minimo di inclusione" e l'ha fatto con un emendamento in cui cambia il nome alla Social card che risale al 2012. Oggi verrà discussa in Aula questa buffonata che non risolve nulla e infatti stanziano meno del 5% della cifra necessaria per pura propaganda. La nostra proposta risolve seriamente il problema di 10 milioni di italiani sotto la soglia di povertà, di cui 4 milioni e mezzo in povertà assoluta secondo gli ultimi dati Istat, con 17 miliardi di euro pari a meno del 2% del PIL.


Un altro esempio è quello di Equitalia. Renzi da un paio di mesi, anche l'altro ieri, va in giro dicendo che abolirà Equitalia, uno dei 20 punti del programma elettorale del MoVimento 5 Stelle nel 2013. Come farà e quando non lo dice. Sono solo palle. La sparata era stata all'inizio per racimolare qualche voto per le comunali, e si sa come è finita. Non contento, ci riprova in vista del referendum. Errare è umano, perseverare nell'errore è piddino. Se Renzi vuole abolire Equitalia c'è la proposta di legge M5S già pronta: basta votarla, subito. Tutto il resto sono chiacchiere a cui non crede più nessuno.


Truffatori semantici, così come hanno fatto per il finanziamento pubblico ai partiti. Dicono di averlo eliminato e invece si chiama due per mille ai partiti, e continuano a prendere palate di milioni per questa legislatura. Perchè non li restituiscono come ha fatto il M5S?
Non scimmiottate, copiateci.


Gli italiani hanno capito la truffa, sanno che non siete credibili. L'avete dimostrato. Il Pd non ha ottenuto un solo risultato al governo. La produzione industriale cala, la disoccupazione giovanile è tra le più alte d'europa, la povertà aumenta, le aziende continuano a chiudere battente, i risparmiatori sono bistrattati o truffati per salvare i banchieri, la corruzione dilaga, il diritto allo studio superiore è un miraggio, parenti e amici dei politici fanno carriera mentre il resto degli italiani galleggia o affonda.
Renzi sarà ricordato forse per essere un buon battutista come dice Brunetta, ma di certo è un pessimo imitatore.
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 Oggetto del messaggio: Re: Movimento 5 Stelle (seconda parte)
MessaggioInviato: 14/07/2016, 15:41 
E' un classico, hanno fatto la stessa cosa con il federalismo fiscale. Prima hanno fatto in modo che il popolo bue bocciasse la legge con un referendum e poi l' hanno fatto loro snaturandolo.
I 5 Stelle non devono fare l' errore di credere di poter prendere la maggioranza assoluta dei voti per poi condurre le loro battaglie da soli.
Ripeto che la soluzione è accordarsi con partiti o movimenti che hanno in comune battaglie importanti, poi da li si riparte con tutti i distinguo del caso. Nessun matrimonio o compromesso, ma una battaglia che puo farci vincere la guerra contro i burocrati europei e nostrani.
Se l' Italia esce dall' euro, crolla il sistema e vanno a farsi benedire tutti i loro piani di egemonia.



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 Oggetto del messaggio: Re: Movimento 5 Stelle (seconda parte)
MessaggioInviato: 14/07/2016, 22:31 
giovedì 14 luglio 2016


ULTIM'ORA: BLITZ A SORPRESA DI VIRGINIA RAGGI, PROPRIO LÌ! "STRAORDINARIO"


Lungotevere, spazzini sotto i ponti
Li «sorvegliano» Raggi e Muraro



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Dopo i blitz all’impianto Ama di Rocca Cencia e a Tor Bella Monaca, dove ha confessato di essere rimasta «scioccata»dai bambini che giocavano con i topi, oggi la sindaca Virginia Raggi si è recata sulla banchina del Tevere, dove alle 8 l’Ama e i Pics dei vigili urbani hanno iniziato a rimuovere i rifiuti e gli insediamenti dei senzatetto sotto i ponti, compreso quello dove lo scorso 4 luglio è stato ucciso lo studente americano Beau Solomon. Le pulizie sono iniziate da ponte Fabricio, all’isola Tiberina, e proseguiranno fino a ponte Mazzini. «Il resto nei prossimi giorni», ha chiarito la prima cittadina.


Pulizia e sicurezza

Una «sfida» da «raccogliere e vincere»: così la Raggi ha definito l’obiettivo di trasformare Roma in una città pulita. Ma c’è anche un altro fronte: «I cittadini - ha spiegato la sindaca - ci dicono che la città non è presidiata, non è sicura. Noi vogliamo rispondere a queste richieste: non possiamo accettare una baraccopoli, tanto più qui, sul Tevere». Per i clochard cacciati dalla banchina «sono intervenuti i servizi sociali, bisogna trovare una sistemazione», ma poiché «non vogliamo interventi di vetrina» la sindaca ha annunciato una conferenza di servizi, la convocazione dei presidenti dei municipi (sul posto l presidente del I, Sabrina Alfonsi) e una richiesta di collaborazione alle forze dell’ordine. «In tanti - ha concluso - dovranno prendersi cura di questa parte della città»


M5s: «Ripulire Roma deve essere la normalità»

«Ripulire Roma e il Tevere che, rappresenta la principale arteria della nostra città e ha un altissimo potenziale attrattivo e turistico, deve tornare ad essere la normalità - hanno sottolineato dallo staff della Raggi -. Basta operazioni spot: in meno di un mese, a partire dai rifiuti, da Atac, passando per il taglio delle doppie commissioni speciali con un risparmio di sette milioni e il raggruppamento degli uffici in unico edificio, abbiamo fatto quello che le precedenti amministrazioni non hanno fatto in anni di malapolitica».


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 Oggetto del messaggio: Re: Movimento 5 Stelle (seconda parte)
MessaggioInviato: 15/07/2016, 18:22 
Rifiuti a Livorno: il M5S aveva ragione

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Due anni fa, dopo 70 anni di giunte monocolore, il Movimento 5 stelle ha conquistato l’amministrazione della città di Livorno. Subito dopo essersi insediato, il sindaco Filippo Nogarin insieme alla sua squadra ha iniziato a mettere il naso nell’organizzazione aziendale di Aamps, la municipalizzata che si occupa di raccolta e smaltimento rifiuti, scoprendo che l’azienda aveva 400 dipendenti - di cui solo 60 netturbini e, cosa ancora più grave, aveva accumulato oltre 40 milioni di euro di debiti. Questo perché il Pds-Ds-Pd l’aveva utilizzata negli anni come mezzo per creare il consenso e distribuire poltrone e posti di lavoro agli amici degli amici.


Nogarin e il M5S hanno deciso di portare il dossier Aamps in tribunale e richiedere l’avvio della procedura di concordato preventivo in continuità. Una scelta che ha scatenato la reazione furibonda dei tradizionali poteri forti della città. Regione, Pd, sindacati hanno disegnato scenari da incubo: sembrava che la monnezza avrebbe invaso la città e che i 400 lavoratori sarebbero stati tutti licenziati. I consiglieri comunali e i membri della giunta sono stati minacciati, insultati, pedinati fin sotto a casa e bollati come incompetenti. Nogarin e l'assessore al Bilancio Gianni Lemmetti, per aver messo la faccia in prima persona su questa partita, si sono beccati un avviso di garanzia.


Poi, dopo 6 mesi di lavoro a testa bassa, i nuovi vertici di Aamps scelti da Nogarin hanno presentato un piano di concordato e un piano industriale che prevede il rientro dai debiti in 5 anni, la piena occupazione, nuove assunzioni e soprattutto riorganizza un servizio d’eccellenza per i cittadini livornesi, con il porta a porta esteso a tutta la città e le tariffe più basse di tutta la costa toscana.


Ieri, la ciliegina sulla torta: il tribunale ha ritenuto 'promosso' il piano e ha ammesso Aamps al concordato preventivo in continuità. Un risultato senza precedenti, destinato a fare scuola nell’ambito della gestione delle municipalizzate in perdita. A questo punto manca solo il via libera da parte dei creditori e poi potremo gridare a gran voce: “Avevamo ragione noi”.
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