Massimo Mazzucco:

"MK-ULTRA: COME SI PROGRAMMA UN ASSASSINO. Sono giorni confusi, anche perchè nella moltitudine di attentati e mini-attentati che si stanno susseguendo, i media continuano ad indirizzare la nostra attenzione verso gli assassini, e mai verso i possibili mandanti. E così ci perdiamo tutti a discutere se un attentatore fosse stato "radicalizzato" di recente oppure no, dove avesse passato le ultime settimane, che cosa abbia detto di preciso durante l'attentato, eccetera. Non dovremmo invece dimenticare che gli assassini si possono programmare con grande facilità, rendendoli dei semplici strumenti al servizio di giochi molto più grandi e complicati di loro. E se quello che vedrete è stato possibile 50 anni fa, provate solo ad immaginare quello che è possibile fare oggi, con le nuove tecniche di condizionamento mentale".

video>>> https://www.facebook.com/massimo.mazzuc ... 484556076/

Attentati in Francia? Vendetta di Israele.

Di Chris Barlati, il 28 luglio 2016 - 7 commenti




La stagione dei colpi di stato

Bettino Craxi scrisse che l’estate è la stagione dei colpi di stato.

Non ebbe tutti i torti.

In molti accomunano l’attuale stato di cose con i nostri famosi anni di Piombo. Niente di più sbagliato.

La ”tensione” è una strategia obsoleta, che purtuttavia, e bisogna ammetterlo, conserva ancora una certa efficacia. Nizza e Monaco sono solo gli ultimi esempi di una lunga catena di attentati che, molto probabilmente, avranno luogo a verificarsi in tutta Europa. Ma la cosa che li contraddistingue dalle manifestazioni terroristiche degli anni di Piombo è la loro confusa ed anomala attuazione.

Nizza e Monaco, ma anche Charlie Hebdo, Bruxelles, Orlando e gli ultimi ad Ansbach e a Rouen, sono attentati che hanno avuto un medesimo scopo: non creare terrore, ma confusione. A differenza degli attentati dinamitardi degli anni ’80, che avevano come obiettivi luoghi e target specifici, seppur intrisi della più comune quotidianità, la specificità degli obiettivi scelti dagli attentatori odierni è troppo ardimentosa se confrontata alla confusa modalità di attuazione delle loro operazioni. Tuttavia, quest’ultime hanno goduto di un vantaggio: la ripetuta e casuale inefficienza delle forze di sicurezza al momento della loro azione.

Il terrore di confondersi

Il terrore aveva un senso negli anni ’80, quando Gladio (un’organizzazione paramilitare segreta e di contenimento antisovietica) agiva indisturbata sul territorio europeo, falciando – e in special modo in Italia – artisti, intellettuali, e politici nei modi più spietati. Fine ultimo di tale agenzia (bombe nelle stazioni, attentati dinamitardi vari, omicidi, intimidazioni, infiltrazioni in partiti e organizzazioni terroristiche ecc…) era di polarizzare gli schieramenti politico-militari, destra e sinistra, Brigate Rosse e Neo Fascisti, e di strumentalizzare i loro animi una volta raggiunta la massima esasperazione sociale e psicologica.

Ecco dunque che il terrore, in quel determinato contesto, giocava il suo ”assist” alle strategie politiche e sociali d’oltre oceano, curandone le conclusioni.

Genesi della strategia del terrore

Creare il terrore, in presenza di militanti e di estremismo politico, generava l’odio. Una volta generato l’odio, lo si incanalava. Incanalato l’odio, lo si dirigeva verso obiettivi specifici, anche se apparentemente inopportuni ed innocui, come civili o politici. Politici che volevano un compromesso storico, o giudici che si ritrovavano ad indagare, per puro caso, sul malaffare e sui rapporti economici dei gruppi mafiosi con le cosche statunitensi; cosche immischiate nel commercio internazionale di stupefacenti.

Il terrore dunque aveva un senso quando ancora la politica esercitava un primato sull’economia, e quando ancora il compromesso era prerogativa di ”convergenze parallele”. Oggigiorno, non avrebbe senso ”terrorizzare”, poiché i singoli stati europei – filoatlantici – non possiedono ne’ una sovranita’ economica ne’ una monetaria. Quindi, che senso avrebbe terrorizzare in mancanza di schieramenti ben definiti ed opposti, considerando tra l’altro che è da più di due decenni che lo schieramento atlantico preodomina indisturbato?

In aggiunta, questa strategia della tensione stando ai fatti è persino controproducente, se volessimo dare per corretta l’ipotesi di tensione.

Gli attentati in questione non fanno altro che generare una reazione avversa al fenomeno stesso, ovvero il nazionalismo filorusso e antislamico. Dunque, perché agire e favorire tali misure parossistiche?

Considerando il quadro complessivo, non possiamo certo attribuire a tali strategie la definizione di ”terrore”. E’ più corretto invece utilizzare il termine ”confusione” o teoria del caos; ma con la specifica di confusione uguale disinformazione, confusione uguale dissimulazione; confusione uguale strategia atta a mascherare un qualcosa di più importante che si cela al di sotto, servendosi di disinformazione e paura, tenendo cura di far ricadere al contempo la colpa su qualcun altro in interesse. Ma cosa c’è sotto?

Sempre la stessa storia(?)

Le operazioni di Charlie Hebdo, Bataclan, Nizza, Monaco, Ansbach e Rouen hanno una matrice diversa dagli ”storici” attentati Gladio, contrariamente a quanto viene affermato in rete. Esse avvengono in un contesto diverso, e sono infiltrate da servizi segreti che apparentemente non hanno alcun interesse nel partecipare a queste destabilizzazioni (la confusione è la più pericolosa destabilizzazione, poiché apparentemente è priva di qualsiasi spiegazione logica).

Charlie Hebdo, Bataclan, Nizza e Rouen… e poi?

Nel video di Charlie Hebdo, come per quello di Germania, e per il Bataclan, vi è sempre un fortunatissimo reporter che, non si sa come, riesce a trovarsi sul luogo degli spari e ad avere nervi freddi e saldi come l’acciaio. Questi ”reporter” sono riusciti sempre a filmare con una precisione millimetrica, non sobbalzando nemmeno per un secondo al suono degli spari, e zoommando, senza un minimo di anticinismo, nel momento esatto delle uccisioni. Alcuni, addirittura, si divertono a tirar briga con gli attentatori.

In linea di massima, gli attentati presentano delle illogicità propagandistiche, da Charlie Hebdo in poi.

Partiamo dai documenti lasciati sul luogo del delitto.

La domanda che ci poniamo è ”a cosa servono?”

Magari in punto di morte il terrorista ha voluto lasciare un messaggio e dire ”sono io, tizio caio, e sono dell’Isis”, ma pare alquanto strano.

A che serve lottare fino alla fine, reperire armi come gli AK – 47, andare a volto coperto per poi portarsi dietro i documenti?

I punti oscuri della strage di Parigi



E poi perché compiere un blitz antiebraico in un supermercato subito dopo. Perché proprio gli ebrei?

Di certo possiamo affermare che i terroristi avevano interesse a lasciare la propria impronta e a farsi rintracciare; a far scavare in tal modo nel proprio passato e a suscitare una reazione pro-ebraica ed antifrancese, sia per i legami degli attentatori con il governo per l’acquisto delle armi utilizzate, sia per il raid nel supermercato ebraico.

http://www.occhidellaguerra.it/distruggere-le-immagini-di-nizza/ (Il giornale)

http://www.lastampa.it/2015/01/09/esteri/il-killer-di-montrouge-ancora-in-azione-sparatoria-con-ostaggi-in-un-supermercato-ebraico-a-parigi-lah88MNRK4KWqOAaQct8JJ/pagina.html

Giochiamo alla guerra?

Altro elemento sono le armi. Nel video più famoso di Charlie Hebdo, l’uccisione dell’uomo che si trova per terra suscita molti interrogativi.

Qui entriamo nella fisica, e non lasciamo spazio a supposizioni.

Un AK-47, o un qualsiasi fucile d’assalto, è un’arma micidiale. Un solo colpo è in grado di spappolare in mille pezzettini un’anguria, e di frantumare in due un blocco di cemento.

https://www.youtube.com/watch?v=nzNOIH86lMg

La testa dell’individuo, all’impatto col proiettile, si sarebbe dovuta frantumare in mille pezzi. Inoltre, il rinculo dell’arma avrebbe dovuto, come minimo, far traballare il terrorista, poiché, e nonostante gli anni di addestramento che può avere un miliziano, il rinculo dell’arma è tra i più potenti che si possano immaginare (il terrorista addirittura spara con una sola mano mentre saltella).



Russian AK 47 Kalashnikov – The Best Assault Rifle in The World

Inoltre non vi è traccia di sangue nel video. Siamo sicuro dell’autenticità dichiarata di quelle armi?

Terrorismo Hollywoodiano

Non dobbiamo meravigliarci delle eventuali stranezze che leggiamo in rete, o delle ipotesi di un’eventuale messa in scena. Vi ricordate il video della decapitazione dell’Isis sulla spiaggia? Bene, è un falso. E non lo dico io, lo dicono addirittura gli esperti della Fox. (Ecco a voi l’articolo del corriere).

http://www.corriere.it/esteri/15_febbraio_22/forse-falso-video-dell-uccisione-21-cristiani-giustizia-dall-isis-02deedb0-ba6c-11e4-9133-ae48336c4c83.shtml

Eppure difficilmente se ne parla in tv. Complottisti anche loro?

Ritorniamo alle armi, e parliamo del caso di Nizza. A bordo del camion che ha fatto strage vi erano delle armi finte. Che senso ha preparare un attentato con armi finte? E che senso ha, ancora, mandare un sms in cui si scrive di portare altri armi se si è deciso di fare una strage con un camion?

Consideriamo poi che, su tutta la vicenda, l’ingerenza dello stato è stata enorme.

Su Charlie Hebdo è stato posto il segreto di stato, o meglio militare, e lo stesso silenzio tombale è piombato in altre forme sui fatti del Bataclan.

http://www.blitzquotidiano.it/opinioni/nicotri-opinioni/segreto-di-stato-armi-terroristi-isis-parigi-2327305/

Nessuno più indaga, e per Nizza addirittura è arrivato l’ordine di eliminare le riprese delle videocamere di sorveglianza. Perché interrompere e buttare all’aria tutto così di colpo? Di chi o di cosa hanno paura i francesi? Non certo di fare brutta figura. Quella l’hanno già fatta ed è stato già dimostrato che la Francia è collegata alle stragi tramite agenti segreti e compravendita di armi destinate ai terroristi siriani:

http://www.corriere.it/esteri/16_luglio_24/nizza-nuove-accuse-ministero-interni-pressioni-cancellare-fimati-promenade-de72019c-5182-11e6-a1bb-4fa8da21b0a1.shtml

http://www.panamza.com/charlies/

Su Charlie Hebdo piomba il segreto. Militare.

Ma azzardiamo un’ipotesi. E se i francesi invece non volessero coinvolgere altri nella storia? Magari i veri attentatori? Che abbiano paura di una ritorsione?

Se la Francia avesse arrecato offesa a qualcuno di ”intoccabile”, si spiegherebbe l’impossibilità di ”denunciare” il fatto, nonostante la massonica nazione della rivoluzione sia essa stessa una potenza nucleare di tutto rispetto. Quale corpo speciale può neutralizzare così facilmente la tanto leggendaria legione straniera e l’intelligence francese?

Keep Calm and Allah Akbar

La prova della ”voluta sbadataggine” francese è data dalle pressioni subite dalla responsabile della video sorveglianza Sandra Bertin, l’oramai famosa paladina della verità, che ha egregiamente riportato come i suoi alti ufficiali abbiano esercitato pressioni per la stesura di un rapporto anomalo; rapporto in cui la suddetta non avrebbe dovuto raccontare dell’assenza, sul luogo dell’attentato, a Nizza, della polizia nazionale.

La cosa divertente è che la signora Bertin è stata denunciata per diffamazione dal ministro Cazeneuve, uomo fedelissimo di Hollande. Una vicenda che ha del tragicomico se paragonata ai numerosi attentati e allo stato di emergenza che ha portato all’approvazione del Job Act.

http://www.ilsole24ore.com/art/mondo/2016-07-21/loi-travail-approvazione-definitiva-il-jobs-act-francese-192247.shtml?uuid=ADBB3Ew&refresh_ce=1

Altra cosa strana riguarda la facilità con cui tali notizie diventano virali. Se avessero voluto impedire davvero la diffusione di un tale scoop, Sandra Bertin si sarebbe potuta benissimo ”suicidare” come accaduto l’anno scorso per il commissario Fredou, funzionario di polizia, che ha ricoperto la carica di vice direttore del Dipartimento di Polizia regionale, e che è stato trovato senza vita proprio prima di consegnare il rapporto sulla strage di Hebdo.

http://www.giornalesiracusa.com/notizie/2015/01/10/caso-charlie-hebdo-un-commissario-francese-si-suicida-durante-le-indagini

Polizia assente ed inerme, soffiate di possibili, anzi probabili attentati, ma nessuna precauzione. Ne’ al Bataclan, in cui non vi erano agenti di sicurezza nonostante le minacce risalenti al 2007, e nemmeno alla redazione Hebdo o a Nizza.

http://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/fermi-tutti-ma-perch-bataclan-non-era-sorvegliato-vista-polizia-112899.htm

http://www.huffingtonpost.it/2015/11/14/bataclan-parigi-proprietari-ebrei_n_8564468.html

Ma che combinano i francesi? Dovrebbero lodare a questo punto chi li mette in guardia da possibili infiltrazioni, e invece incriminano i giornalisti che portano a galla gli strani legami che collegano il Mossad agli attentati e agli attentatori.

http://www.libreidee.org/2016/03/vietato-indagare-su-bataclan-e-mossad-cronista-nei-guai/

Per quale motivo la Francia preferisce addossarsi la colpa e subire il disprezzo popolare invece che portare a galla la verità? Perché la Francia non indaga su questi strani legami tra gli attentati ed Israele, ma al contrario favorisce questa strana campagna antigovernativa e pro israeliana?

Mai far dispiacere Israele

Strano a dirsi ma, oltre al bizzarro autolesionismo del governo Hollande, negli ultimi periodi alcuni stati hanno addirittura offerto alla sofferta nazione francese una mano in materia di difesa. Indovinate di chi sto parlando?

Un articolo di Progetto Dreyfus, sito di propaganda israeliana, riporta di come la Francia abbia rinunciato all’acquisto di un software israeliano in grado di anticipare gli attacchi terroristici.

Il tutto è attribuibile dunque ad una pecca nei loro sistemi di sicurezza, risolvibile secondo l’intelligence israeliana. Una sciocchezza. Eppure la sbadataggine dei francesi, stando all’articolo, non si limita solo a questo. Dietro il rifiuto di acquistare il software si nasconderebbero ”pressioni filo arabe”.

http://www.progettodreyfus.com/sicurezza-interna-una-questione-di-priorita/

Colpa degli Arabi? E che c’entrano?

Chi manipola il manipolatore? L’amore ai tempi della Geopolitica.

E’ d’uopo ri-porre l’attenzione su di un fatto davvero importante: com’è possibile che notizie di tale gravità si vengano a sapere con tale facilità? Chi le ha diffuse?

Non voglio dubitare dell’intelligenza dei francesi, sono nostri cugini dopotutto, ma mi viene da pensare ”E se non fossero stati loro a diffondere tali notizie?”

Dato per scontato il principio di auto conservazione, risulta ragionevole illustrare quanto segue.

Nei precedenti attentati, quello del Bataclan nello specifico, le prime informazioni sono state guarda caso diffuse, e poi ritrattare a discapito dei giornalisti, da media israeliani collegati in qualche modo ad esponenti della destra sionista, ai neocon e all’amministrazione Bush.

http://www.maurizioblondet.it/vietato-indagare-sugli-attentati-parigi/

Ritorniamo a Monaco e alla succitata ingerenza Israeliana.

Un giornalista davvero fortunato, Richard Gutjahr , sposato con l’israeliana Einat Wilf, ex deputata israeliana, che viene dai ranghi della intelligence sionista, è stato per ben due volte l’autore di riprese mozzafiato in ben due attentati. Un destino baciato dalla fortuna, guarda caso.

Una qualità da sociopatico mi preme di evidenziare e che appartiene al nostro fortunato reporter, quella di trovarsi di fronte ad un attentato terroristico e di non battere ciglio. Cosa confermata dall’incredulità di Marcello Foa nelle parole che seguono:

“Chi filma è dall’altra parte di una strada molto trafficata e l’entrata di un Mc Donald è quanto di più banale ci sia. Ne converrete: è inverosimile che qualcuno decida di fare un filmino proprio lì e proprio mentre il killer esce, alza il braccio e inizia a sparare. Tanto più che quando l’assassino appare, l’inquadratura stringe subito sul folle tiratore.La circostanza è troppo straordinaria per essere casuale. E allora? E’ evidente che chi ha filmato sapeva quel che stava per accadere. Era lì apposta. Un complice. E dai nervi d’acciaio. Nelle immagini seguenti si vede la telecamera puntata a terra mente l’uomo si allontana velocemente. Poi si sente la sua voce, parla in Hoch Deutsch, il miglior tedesco. Dice ai passanti: “Sta venendo qui. Correte gente”, ma senza urlare, senza panico. Il tono è appena concitato, non è quello di un uomo sconvolto che ha appena assistito a un omicidio. Appare controllato, straordinariamente padrone di sé. Chissà se la polizia lo ha già individuato. Chissà se lo identificherà mai. Speriamo”.

Il tizio è stato identificato, ed è ricollegabile ad Israele.
Occorre fare una piccola precisazione. I principali mezzi di informazione dichiarano che non vi sono legami tra l’Isis e l’attentatore di Monaco.

Tuttavia, la CNN dice che l’attentatore avrebbe urlato Allah Akbar, mentre il filmato della demenziale lite con il condomino del palazzo di fronte mostra tutt’altro.

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=16706

Tuttavia, ciò poco importa, poiché la radicalizzazione jihadista non è l’unica metodologia con la quale può giustificarsi un attentato. Tutti gli attentatori avevano una personalità psicologicamente deviata, ed è ciò che principalmente li accomuna.

Omosessuali che fanno stragi in locali gay, omosessuali inclini alla prostituzione, tossicodipendenti, depressi, fanatici islamisti, o, come nel caso di Monaco, iraniani razzisti con pistole in mano che si lasciano insultare dalle loro presunte vittime (che strano modo di spaventarsi per uno che forse sta per essere ucciso).

http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/07/27/germania-killer-di-monaco-amava-hitler-isis-ansbach-aggressore-aveva-combattuto-in-siria-e-iraq/2938138/

http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/07/25/germania-attacco-in-baviera-27enne-siriano-richiedente-asilo-si-fa-esplodere-un-morto-12-feriti/2930394/

Ma non è finita qui

Un’agenzia di stampa israeliana ha mandato per prima in onda un video esclusivo, in cui assistiamo all’assalto, da parte delle forze dell’ordine, del camion che ha falciato i civili inermi a Nizza, e alla neutralizzazione di un uomo non definito, mentre era ancora vivo, e successivamente prelevato dalle forze dell’ordine.

*Il video era già andato in onda (nella versione integrale) su Ynet News, sito del quotidiano israelianoYediot Aharonot. Per sapere della provenienza del video ancora non diffuso, alle 17, dai media audiovisivi dell’esagono, si ci deve rivolgere a chi gestisce il sito Morsmal: On Elpeleg, “rappresentante commerciale” israeliano in Norvegia impegnato a favore di Israele e nativo di Tel Aviv. Dopo la pubblicazione suTwitter, Elpeleg rispose agli scettici utenti di Internet sulla veridicità del video, dicendo che era autentico ed era stato ripreso da un “turista israeliano“. Ynet Israelne rivela l’identità: sarebbe un certo Silvan Ben Weiss, presentato dal sito Jerusalem Online questa volta come “israeliano che vive in Francia“. Particolare da sottolineare: questo video, preso da una terrazza di fronte alla posizione in cui era stato fermato il camion, fu ripreso nei minuti dopo l’ultimo tiro. La prova è questo altro video amatoriale, girato dall’altra parte del camion e ottenuto dall’agenzia di stampaRussia Today. (*testo riportato da Aurora Sito)

https://aurorasito.wordpress.com/2016/07/15/nizza-un-israeliano-diffonde-uno-strano-video/)

La vendetta di Israele

Il mondo occidentale da tempo è caduto in una impasse.

L’ascesa di partiti e movimenti populisti e nazionalisti è stata bollata come un ritorno al fascismo, o addirittura al nazismo. I partiti di sinistra atlantica, esempio perfetto del paradosso della sinistra ultracapitalista, si sono attivati nel discreditare tali partiti. Tuttavia il piano è fallito, e il tentativo di isolare i nazionalismi è sfociato in un avvicinamento di quest’ultimi all’ideologia filoputiniana, divenuta famosa per il suo impegno alla lotta al terrorismo.

Il divenire geopolitico verso un contesto sempre più affermato di multipolarismo Russo- Cinese ha permesso a Putin di riunire insieme, in un quadro omogeneo, stati e nazioni di ideologie eterogenee. Iran, Siria, Venezuela, Cina e addirittura Israele.

Israele è così diventata una dei partner privilegiati della Russia, e la loro alleanza ha suscitato parecchie incredulità.

Israele, proiezione geopolitica degli interessi Usa in medioriente, è, al contrario degli stati satelliti USA, indipendente ed autonoma in ogni decisione. L’avanzata nello scacchiere mediorientale di Iran e Turchia, e i battibecchi che si sono successivamente avuti tra Arabia Saudita, Turchia ed Iran, hanno cambiato le carte in tavola, e nulla ha potuto controbattere l’alleato Statunitense nei riguardi di questa nuova partnership di compensazione. Una nuova geopolitica sta avanzando in Medioriente e i primi a capirlo sono stati i Turchi, i Russi e gli Israeliani. Tuttavia, agli Stati Uniti la cosa non è piaciuta, e visto che non hanno potuto e che non possono criticare o ricattare Israele per via del loro parallelismo ideologico e politico, hanno preferito ridirigere le loro preferenze nel continente nord africano, in particolar modo in Siria e in Libia.

Piani di redistribuzione della Libia.

Vi è un altro motivo che può spiegare l’aggressiva reazione di Israele nei riguardi della Francia, che non è attribuibile esclusivamente al rifiuto di acquistare il software di sicurezza. Tale motivo è la spartizione della Libia.

Dal 2014 è in corso un’operazione di suddivisione del territorio libico ad opera delle potenze europee. Italia, Francia, e Stati Uniti sono le principali presenze sul territorio.

La Francia è quella dominante, poiché storicamente cova interessi imprescindibili in quelle aree, strategicamente fondamentali per il controllo delle rotte petrolifere mediterranee e nord africane. Le cose sono cambiate con lo stravolgimento degli equilibri in Siria ad opera dell’intervento Russo.

La presenza militare russa, che altro non era che un messaggio di distensione diretto alle potenze europee, ha successivamente optato per una riduzione dei suoi soldati(distensione), mantenendo tuttavia una costante presenza sull’area in crisi. La Libia, almeno ufficialmente, non è stata presa ad interesse dalle forze speciali russe, ma solo da quelle europee, e questo ha portato i dirigenti governativi libici a denunciarne l’ingerenza.

http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2016/07/24/libia-convocato-ambasciatore-francese_df1c366a-6655-4ad3-89c7-5cd8a8af1649.html

https://francais.rt.com/international/24341-libye-milices-appellent-a-combattre-invasion-des-forces-etrangeres

Che sia dunque un diverbio di natura geopolitica alla base dei presunti contrasti tra Israele e Francia? Può darsi. Il riavvicinamento Turchia – Russia – Israele presuppone agli occhi degli esperti la creazione di un nuovo asse in Medioriente; asse che ha lo scopo di garantire un equilibrio ed una stabilità per il nuovo divenire geopolitico; divenire fondato sulla non ingerenza negli affari interni(cosa ben accetta da Israele e Turchia, specialmente per la Turchia che già ha avviato i processi di trasformazione da stato laico a sultanato).

Dunque, date le forti ed inequivocabili segnalazioni che ci pervengono dalla Libia, possiamo ben affermare che la Francia ha cercato, un po’ all’italiana, di fare il doppio gioco e di far valere le proprie prerogative di potenza nucleare. Ciò, eventualmente, non è andata a genio agli Israeliani, che insieme a Russia e Turchia stanno ridisegnando i confini per un nuovo assetto geopolitico dell’area mediorientale.

Medio Oriente: tensione diplomatica tra Francia e Israele

http://it.radiovaticana.va/news/2016/05/16/medio_oriente_tensione_diplomatica_tra_francia_e_israele/1230059

Ecco spiegata anche l’aggressiva campagna d’informazione di Israele nei confronti degli attentanti, verso i quali ha molto probabilmente contribuito se non addirittura di propria, esclusiva ed autonoma iniziativa.

Siria a parte naturalmente, in Libia si sta combattendo una guerra di intelligence, in cui il contendersi di influenze ed equilibri, del tutto estranee alle notizie che normalmente appaiono in rete, sfociano in fenomeni terroristici che hanno ad oggetto l’Europa. Non dimentichiamo che la Turchia, principale finanziatrice del terrorismo islamico, ha cambiato anch’essa partnership ed ha accerchiato la sua più importante base Nato, che ospita, tra l’altro, svariate testate nucleari. L’alleanza oramai dichiarata tra Israele (detentrice del miglior servizio di intelligence al mondo), Turchia (patria e madre del terrorismo manipolabile) e Russia (punta di diamante del multipolarismo) dovrebbe indurre ad un ripensamento dello scacchiere mondiale e dei maggiori e comuni fenomeno sociopolitici.

Non è tutto complotto ciò che vediamo, e i cattivi di ieri potrebbero divenire i buoni di domani.

Non esistono complotti. E’ solo questione di Geopolitica. E magari la Turchia, con l’aiuto di Israele, stavolta ha utilizzato i terroristi per lanciare un invito alla Francia(Job act a parte). Questa è distensione. Cruenta, caotica. Ma si tratta pur sempre di ”sporca” e deliziosa politica.



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Source: Attentati in Francia? Vendetta... Calcolato | Rischio Calcolato