01/09/2016, 23:37
Thethirdeye ha scritto:Dici cose vere... ma sei pessimista. La sovrànità monetaria è l'unica via. L'unica via. Se solo lo capissero tre, quattro o dieci paesi europei e agissero in sincrono, non ce ne sarebbe per nessuno. Perchè gli altri si accoderebbero nel giro di pochi mesi. Se è vero come è vero che quattro stronzi (oramai pure i sassi sanno chi sono) NON POSSONO DECIDERE VITA MORTE E MIRACOLI di miliardi di persone, allora è anche vero che sino a quando si avrà un atteggiamento passivo (tipo quello che adotti tu), nulla potrà mai cambiare. Servono i soldi per la ricostruzione? Stampo. Servono soldi per le infrastrutture? Stampo. Servono soldi per rilanciare economia e lavoro che non c'è? Stampo. In fin dei conti, gli americani questo hanno fatto per anni e anni. Sino a ieri stampavano la bellezza di 84 MILIARDI DI DOLLARI ogni mese... e inserivano liquidità nel circuito. Mi sembra chi siano ancora li... vivi e vegeti. Quindi smettiamola con questi concetti da bar dello sport, in cui si parla ancora di "populismo" e "demagogia" e, soprattutto, di "inflazione". Avere una moneta SOVRANA è un diritto sacrosanto di tutti i popoli del mondo. Facciamocene una ragione.
05/09/2016, 01:30
Quasi il 50% dei cittadini statunitense non ha soldi per le cure impreviste
Povertà negli Stati UnitiNegli Stati Uniti d’America il 47% della popolazione non è in grado di affrontare spese mediche impreviste. Anche solo il far ricorso al pronto soccorso diventa un problema per quasi la metà della popolazione.
Questi cittadini non vi potranno accedere senza prima aver ricevuto un prestito oppure venduto qualcosa. Una situazione davvero paradossale per quella che ancora viene definita ‘la terra delle opportunità’, il luogo dove chiunque può realizzare ‘il sogno americano’.
Un’inchiesta condotta dalla Federal Reserve, ripresa da The Atlantici ha portato alla luce questo dato sorprendente, in un articolo scritto dal giornalista Neal Gabler, il quale ha affermato di identificarsi in questa fascia di popolazione che non può permettersi cure mediche inaspettate come una visita al pronto soccorso.
La circostanza evidenzia come negli Sati Uniti d’America stia scomparendo la classe media, sempre più impoverita. Proletarizzata si sarebbe detto qualche anno addietro.
Dalla lettura di alcuni dati si può ricavare una nitida fotografia della situazione sul suolo nordamericano:
il 51% di tutti i lavoratori statunitensi guadagna meno di 30mila dollari l’anno, quindi, tenendo conto del tasso d’inflazione possono essere considerati lavoratori «low paying», mal pagati. La classe media continua a perdere quote di reddito: se nel 1970 portava a casa il 62% di tutte le entrate, oggi la cifra è scesa al 40%. Il trend non è stato invertito nemmeno durante quella che è stata definita la ‘Obama recovery’, infatti la povertà continua ad aumentare.
I numeri riguardanti la povertà sono impressionanti, così come è impressionante ed assordante il silenzio dei media mainstream sulla questione. Simili numeri e statistiche in un altro paese, prendiamo ad esempio il tanto vituperato Venezuela bolivariano, darebbero vita a immediate martellanti campagne mediatiche. Secondo Poverty Usa, nel 2015, 1,6 milioni di bambini statunitensi hanno dormito in un ricovero per senzatetto o in un alloggio d’emergenza.
46 milioni di cittadini Usa utilizzano i banchi alimentari, dove si formano lunghe file già dalle prime ore del mattino perché le persone vogliono riuscire a procurarsi del cibo prima che le scorte si esauriscano.
Negli ultimi 6 anni il numero di bambini senzatetto è aumento del 60%.
Se questa è la nazione più ricca e potente del pianeta, evidentemente, c’è qualcosa che non funziona.
11/09/2016, 13:27
12/09/2016, 16:00
17/09/2016, 13:04
Usa, rapporto choc: adolescenti costretti a prostituirsi per mangiare
ESTERI
Usa, rapporto choc: adolescenti costretti a prostituirsi per mangiare
Nel paese più ricco del mondo gli adolescenti spesso sono costretti a vendere il loro corpo perché non possono permettersi il cibo. E' quanto rivela uno studio pubblicato dall'Urban Institute che ha analizzato 10 comunità povere americane. Dal monitoraggio emerge che le ragazze "vendono il loro corpo" o "fanno sesso per soldi" per far quadrare il bilancio, mentre i ragazzi alla disperata ricerca di cibo commettono furti o ricorrono alla vendita di droga.
"Ho compiuto ricerche in comunità a basso reddito per molto tempo, e ho scritto molto sulle esperienze vissute dalle donne ad elevato rischio di povertà e di sfruttamento sessuale, ma questo fenomeno è del tutto nuovo", ha detto Susan Popkin, ricercatrice presso l'Urban Institute e tra le autrici del rapporto 'Impossible Choices'.
I risultati sollevano domande sulla eredità della riforma del welfare di 20 anni fa di Bill Clinton, nonché sulle priorità di spesa del Congresso e l'impatto della lenta crescita dei salari. E la prova che ragazze adolescenti abbiano "incontri" con uomini anziani è destinata a destare particolare allarme.
Lo studio qualitativo, effettuato in collaborazione con l'organizzazione caritatevole di banche del cibo 'Feeding America', ha analizzato due gruppi (uomini e donne) in ciascuna delle 10 comunità povere degli Stati Uniti, comprese le grandi città come Chicago, Los Angeles, Washington, la rurale North Carolina e l'Oregon orientale. Hanno partecipato un totale di 193 ragazzi di età compresa tra i 13 ei 18 anni che sono stati autorizzati a rimanere anonimi.
La loro testimonianza dipinge un quadro di adolescenti - spesso trascurati dalle istituzioni, più concentrate sui bambini di età compresa da zero a cinque anni- che spesso non hanno possibilità di mangiare ai pasti principali, fanno sacrifici e soffrono la fame, con preoccupanti conseguenze a lungo termine. "Si tratta di un quadro veramente inquietante. La fame e l'insicurezza alimentare colpisce il benessere di alcuni dei giovani più vulnerabili. E' un problema a cui dovremmo prestare attenzione", ha affermato ancora la ricercatrice.
In ogni comunità, e in 13 dei 20 focus group, ci sono stati casi di sfruttamento sessuale. In sette delle 10 comunità, gli adolescenti hanno raccontato storie di ragazze che scambiavano favori sessuali con estranei in case abbandonate, nei mercatini delle pulci e sulla strada, spesso abbandonando la scuola per lavorare nel commercio del sesso. Mentre alcuni ragazzi a Los Angeles hanno rivelato che le ragazze delle scuole medie affiggono addirittura volantini nei luoghi pubblici per pubblicizzare i propri servizi.
Nelle comunità con i più alti tassi di povertà, gli adolescenti rubano nei negozi locali per se stessi o le loro famiglie. Alcuni iniziano fin dall'età di sette o otto anni. I ragazzi prendono principalmente oggetti come cellulari, scarpe, gioielli e biciclette. Anche la vendita di droga è comune.
Il rapporto non è un tentativo di fornire statistiche nazionali, ma non cita la ricerca che stima 6,8 milioni di persone di età compresa tra i 10 ei 17 sono in famiglie insicurezza alimentare, tra cui 2,9 milioni a bassissima sicurezza alimentare.
Le raccomandazioni del Urban Institute includono il miglioramento del Programma di assistenza supplementare di nutrizione federale, l'ampliamento dell'accesso ai pasti nelle scuole per gli adolescenti nei mesi estivi e dopo le lezioni; la creazione di nuovi e migliori opportunità di lavoro per i giovani; stabilire progetti comunitari e di aiutare piuttosto che punire le ragazze che sono sfruttate sessualmente.
17/09/2016, 13:13
17/09/2016, 13:28
Wolframio ha scritto:Staranno peggio gli anzianii che non hanno piu nulla di che prostituirsi per mangiare.
18/09/2016, 18:31
18/09/2016, 18:57
19/09/2016, 10:35
23/09/2016, 10:33
23/09/2016, 10:55
25/09/2016, 10:12
25/09/2016, 12:56
03/10/2016, 01:25
Negli Usa più di 102 mln di disoccupati
Barack Obama - crisisUn americano su tre è senza lavoro: oltre 102 milioni di persone, su una popolazione che nel 2015 ammonta a circa 320 milioni di individui.
A lanciare l’allarme è un analista come Michael Snyder, mai tenero con l’establishment: «ll governo federale utilizza molto attentamente numeri manipolati per coprire la depressione economica schiacciante che sta interessando questa nazione».
A settembre, Washington ha annunciato 142.000 nuovi posti di lavoro. «Se questo fosse effettivamente vero, sarebbe a malapena sufficiente per tenere il passo con la crescita della popolazione.
Purtroppo, la verità è che i numeri reali sono in realtà molto peggiori». I numeri “non aggiustati”, afferma Snyder, mostrano che l’economia americana, in realtà, ha perso 248.000 posti di lavoro nel solo mese di settembre, e che lo stesso governo ha conteggiato più di un milione di americani nella categoria “Non nella forza lavoro”.
Eccola, l’illusione ottica: «Secondo l’amministrazione Obama, attualmente ci sono 7,9 milioni di americani che sono “ufficialmente disoccupati” e altri 94,7 milioni americani in età lavorativa che sono fuori dalla forza lavoro. Questo ci dà un totale di 102,6 milioni di americani in età lavorativa che non hanno un lavoro in questo momento».
Non è un problema da poco, se si considera anche il ruolo geopolitico degli Usa e gli infiniti focolai di tensione aperti in tutto il mondo, dalla Siria all’Ucraina e all’Afghanistan, anche per creare diversivi mediatici alla crisi e prepararsi a fronteggiare innanzitutto la temutissima espansione cinese. Il lavoro negli Usa scarseggia, comunque. E la mancanza di impiego sta diventando una pericolosa piaga sociale.
«Colpa dell’avidità di un capitalismo che negli scorsi decenni ha delocalizzato le industrie, raccontando agli americani che avrebbero potuto vivere tranquillamente di servizi e informatica», accusa l’economista Paul Craig Roberts, già braccio destro di Ronald Reagan.
Americani senza lavoro? La cosa non era sfuggita a un attento osservatore come Federico Rampini, che un paio d’anni fa, su “Repubblica”, parlava del “lato oscuro” dell’occupazione negli Usa, una situazione in cui Il crescono gli “inattivi” e il sommerso. «Vista dall’Europa, la situazione negli Stati Uniti è quasi idilliaca», scriveva Rampini, «con un’economia che cresce del 2,5% su base annua e il mercato del lavoro che genera in media oltre 200.000 posti al mese da tre anni». Ma i numeri ingannano: se è esigua la massa dei disoccupati, è un vero e proprio oceano la folla dei non-occupati.
«Il tasso di attività e il tasso di disoccupazione misurano entità molto diverse», ricorda Rampini. «Se un cittadino che ha perso il lavoro da molto tempo, rinuncia a cercarne uno nuovo, a un certo punto scompare dalle statistiche dei disoccupati». È così che gli “scoraggiati” scompaiono dal tasso di disoccupazione.
In più, con l’invecchiamento della popolazione stanno arrivando alla soglia della pensione i più anziani dei “baby-boomer”, appartenenti alla generazione più popolosa. «Dunque stanno uscendo dalla forza lavoro attiva schiere crescenti di americani, e questo induce un calo del tasso di attività».
Un’altra spiegazione, aggiunge Rampini, è l’allargamento dell’economia sommersa: il lavoro “nero”, sempre esistito anche in America, è dilagato con la crisi. «Questo spiegherebbe anche la tenuta dei consumi, superiore a quanto sarebbe compatibile con l’attuale livello di disoccupazione». Tuttavia, il dato del tasso di attività «resta preoccupante perché misura la parte di popolazione che deve “mantenere gli altri”, quella su cui pesa fra l’altro l’onere di finanziamento del welfare, della sanità e delle pensioni».
In due anni, la situazione si è aggravata, nonostante il trionfalismo del governo Obama.
«Questa non è una ripresa economica, è una depressione economica di una grandezza quasi incredibile», scrive Snyder, in un post tradotto da “Come Don Chisciotte”. «Se misurassimo la disoccupazione nel modo in cui abbiamo facevamo decenni fa, saremmo davanti ad uno scenario simile alla Grande Depressione degli anni Trenta del secolo scorso». Invece, continua Snyder, «abbiamo lasciato che il governo federale ci somministrasse questo completamente fraudolento “5,1%” di tasso di disoccupazione, e la maggior parte di noi crede alla panzane dei media, i quali sostengono che “tutto va bene”».
In realtà, «il tasso di partecipazione alla forza lavoro è il più basso dal 1977», e quello degli uomini «è al livello più basso mai registrato». Spiegazione: «L’unico modo con cui il governo federale è riuscito a truccare i dati è stato quello di far finta che centinaia di migliaia di americani, disoccupati ormai da molti anni, lascino “spontaneamente” il mercato del lavoro». Il peggioramento, graduale e inesorabile, è cominciato nel 2000 ed è diventato catastrofico negli anni della presidenza Obama: prima dell’ultima recessione, il 63% degli americani aveva un lavoro.
«In realtà, stiamo assistendo ai più grandi licenziamenti di massa fin dal 2009», scrive Snyder. Il recente report sul lavoro è stato descritto come “brutto”, anche se di certo non è stato un fulmine a ciel sereno: licenziamenti nei settori dell’energia, Big Tech, vendita al dettaglio. Il terzo trimestre si chiude con un aumento dei licenziamenti, oltre 200.000. «Da inizio anno siamo a quasi mezzo milione di annunci di taglio di posti di lavoro (493.431 per la precisione), in crescita del 36% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno».
Alcune delle aziende che hanno recentemente annunciato licenziamenti includono Wal-Mart, RadioShack, Delta, Sprint, ConAgra, Caterpillar, Bank of America. E poi Halliburton, Qualcomm, Microsoft, Hewlett-Packard. Il lavoro si sta rapidamente estinguendo. In più, «in questo momento, ci sono più di 100 milioni di americani che ottengono una sorta di assistenza da parte del governo federale ogni mese», aggiunge Snyder. «La dipendenza dal governo è a un livello che non abbiamo mai visto prima nella storia degli Stati Uniti, e sta per andare molto peggio».
Così, se il governo non potrà più farsi carico di tutte quelle persone, «avremo un problema sociale enorme sulle nostre spalle». E gli americani che stanno scivolando fuori dalla classe media crescono ogni giorno: «Quando lo Stato assistenziale inizierà a tremare, il caos che ne seguirà sarà di gran lunga peggiore di quanto la gente avrebbe il coraggio di immaginare».