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Terrorismo: anomalie e sabotaggi, a Air France è allarme dipendenti radicalizzati
Lo rivela un'inchiesta del settimanale Canard Enchaîné: su una quarantina di aeromobili scritte inneggianti ad Allah, scivoli per l'evacuazione manomessi, attacchi informatici, annunci programmati in lingua araba. Fuggito nello Yemen un dipendente, francese convertito, su cui i servizi si erano concentrati
PARIGI - Air France è alle prese con una serie di "incidenti" che alimentano il timore della presenza al suo interno di dipendenti radicalizzati. Tra questi, la scritta "Allah Akbar" comparsa sui portelli dei serbatoi di una quarantina di aerei è il più banale. Perché l'inchiesta del settimanale Canard Enchainé riferisce della manomissione degli scivoli per l'evacuazione, di annunci di sicurezza programmati e diffusi in lingua araba. Si rileva come simili episodi non abbiano procurato vittime. E' stato accertato che gli scivoli sabotati non sono mai stati montati sugli aerei. E che altre anomalie sono state rilevate prima del decollo al momento di completare la check-list. Ma resta la sensazione di avere in casa un nemico pronto al salto di qualità, a passare dalle azioni dimostrative alla realizzazione di progetti di ben altra e nefasta portata.
Canard Enchainé riporta altri episodi sospetti. All'inizio di agosto un agente di pista ha rifiutato di far atterrare un volo Air France perché ai comandi c'era un pilota donna. Poi c'è il capitolo degli attacchi informatici. Nel periodo dello scorso Natale, gli annunci di sicurezza su un volo Parigi-Amsterdam furono diffusi in lingua araba. Air France lo spiegò come un "bug", mentre i sospetti si concentrarono su un addetto alle pulizie. E ancora, due attacchi informatici al sistema Geovision, che permette ai passeggeri di seguire la rotta sugli schermi: nel primo, verificatosi su un volo Los Angeles-Tel Aviv con scalo a Parigi, Israele scomparve dalla mappa per far posto alla "Striscia di Gaza". Stessa sorte toccò al Marocco, ribattezzato "Califfato".
L'inchiesta aperta dai servizi segreti sul ripetersi delle avarie ha portato all'identificazione di un sospetto, un francese convertito all'Islam, che sentendosi sorvegliato è fuggito e sarebbe stato localizzato nello Yemen. Ma all'interno di Air France, il sospetto avrebbe mantenuto "qualche amico". Due, in particolare, sono ritenuti all'origine di altri danneggiamenti dolosi causati agli scivoli d'emergenza durante la manutenzione. Si è anche scoperto che a Air France agenti radicalizzati si sono attentamente infiltrati nel corso degli anni anche nei sindacati. Come spiegava già nel gennaio scorso in un'altra inchiesta giornalistica Jean-Claude Chapon, delegato della CFDT: "La radicalizzazione dei musulmani praticanti un Islam integralista - affermava - risale alla fine degli anni duemila, con la crescita dello spirito di appartenenza anche in seno ai sindacati".
La vicenda solleva evidentemente inquietanti interrogativi sulla sicurezza dei voli Air France, nonostante i dispositivi di sorveglianza siano stati rinforzati. Dalla primavera scorsa, una trentina di agenti dei servizi parigini si sono affiancati allo staff della vigilanza interna alla compagnia, il Dgsi, in servizio all'aeroporto Charles De Gaulle di Roissy, dove decine di badge magnetici di accesso sono stati ritirati ai dipendenti per essere passati al setaccio. Col risultato che sui circa 90mila dipendenti delle 900 aziende che gravitano attorno a Air France, alcune decine sarebbero attualmente sotto osservazione. Lo scorso novembre, una perquisizione aveva permesso di individuare personale schedato "S" (a rischio radicalizzazione) in possesso di badge di accesso alle piste. Da allora, 73 di tali autorizzazioni sono state ritirate.
A proposito dell'indotto, si evidenzia un ulteriore problema: le officine delle società subappaltatrici di Air France non sono sottoposte alle stesse misure di sicurezza messe in piedi a Roissy. Ma questo accade anche presso le stesse Air France Industries a Villeneuve-le-Roi, nella Val-de-Marne, dove si verifica proprio la qualità di alcuni equipaggiamenti di sicurezza. Ai dipendenti non viene richiesto alcun badge d'ingresso e identificazione, mancanza che rende particolarmente arduo risalire in tempo reale al loro profilo individuale e familiare oltre che al loro eventuale passato giudiziario. Ma la direzione di Air France, pur confermando di essere in stretto contatto con le autorità, al Canard Enchaîné si dice convinta: "Il nostro personale, come i nostri clienti, sono in sicurezza assoluta".
http://www.repubblica.it/esteri/2016/10 ... 149171550/