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 Oggetto del messaggio: Re: Continuano gli sbarchi di Immigrati sulle coste italiane
MessaggioInviato: 25/11/2016, 15:44 
ORSOGRIGIO ha scritto:
greenwarrior ha scritto:
Il governo non aiuta, l' Europa non aiuta, l' Italiano ha raggiunto i limiti di sopportazione, cominciamo a mandare a casa Renzi, poi vediamo se riusciamo a fare altrettanto con la nazi Europa e poi non ci resta che sperare.

CONCORDO, ma suggerirei:
non speriamo e basta, già che siamo in movimento, mandiamo a casa anche un bel pezzo d'itaglia assieme a Renzi.
Renzi è sopra o sotto la linea gotica?????? [:302] [:302] [:302] [:302]

Renzi è Toscano,dunque appartiene a voi,poi; il vostro Sud arriva alla Calabria
,noi siamo un'altro continente. [:302]
Persino il Ponte è impossibile costruire!. [:296] [^]


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 Oggetto del messaggio: Re: Continuano gli sbarchi di Immigrati sulle coste italiane
MessaggioInviato: 25/11/2016, 16:12 
un pò di sanzioni a questo,
no eh?

http://www.corriere.it/esteri/16_novemb ... d9b4.shtml

Erdogan minaccia l’Europa
«Lasciamo passare i migranti»

Il presidente turco reagisce al voto del Parlamento Europeo per una sospensione dei negoziati per l’ingresso della Turchia nell’Unione. E lo fa usando l’arma delle frontiere sapendo che Bruxelles non può permettersi di far saltare il patto sull’immigrazione

io correrei da assad per incentivare
la gente a restare lì e/o a tornare
rifornendo abbondandemente i campi profughi in loco
e contribuendo alla normalizzazione dell'area,
x by-passare questo matto, neo-saddam,
ma secondo voi i geni all'ue c arrivano
col cervello?



_________________
https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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 Oggetto del messaggio: Re: Continuano gli sbarchi di Immigrati sulle coste italiane
MessaggioInviato: 25/11/2016, 17:39 
bleffort ha scritto:
ORSOGRIGIO ha scritto:
greenwarrior ha scritto:
Il governo non aiuta, l' Europa non aiuta, l' Italiano ha raggiunto i limiti di sopportazione, cominciamo a mandare a casa Renzi, poi vediamo se riusciamo a fare altrettanto con la nazi Europa e poi non ci resta che sperare.

CONCORDO, ma suggerirei:
non speriamo e basta, già che siamo in movimento, mandiamo a casa anche un bel pezzo d'itaglia assieme a Renzi.
Renzi è sopra o sotto la linea gotica?????? [:302] [:302] [:302] [:302]

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,noi siamo un'altro continente. [:302]
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 Oggetto del messaggio: Re: Continuano gli sbarchi di Immigrati sulle coste italiane
MessaggioInviato: 29/11/2016, 20:00 
Cita:
Si prepara l'invasione turca Scafisti a caccia di barconi

L'intelligence greca preoccupata: i trafficanti stanno facendo incetta di ogni tipo di natante


Prima le minacce, mai velate. Poi le prime avvisaglie e adesso le azioni immortalate dai droni dei servizi.

Immagine

Secondo un report dell'intelligence greca, in Turchia i trafficanti di migranti stanno facendo incetta di barche, gommoni e motori fuori bordo. Verranno verosimilmente utilizzati, nelle prossime settimane, per far transitare i tre milioni di migranti che Erdogan ha già annunciato di voler rispedire in occidente. Il rischio è che ciò possa avvenire al ritmo di tremila persone al giorno, con conseguenze drammatiche per quei paesi che sul Mediterraneo si affacciano, ovvero Grecia e Italia.

La notizia ha messo in allarme il ministero della Difesa di Atene, già alle prese con i quotidiani sconfinamenti aerei degli F16 di Ankara, anche perché non si tratterebbe di un gesto isolato dei trafficanti che, proprio sulle coste occidentali turche, hanno la base logistica da cui gestiscono le partenze, bensì della «naturale» evoluzione delle intenzioni di Erdogan. I natanti in queste ultime due settimane sarebbero stati allineati sulle coste e pronti a essere attrezzati per i ricchi viaggi.

Giovedì scorso, dopo la risoluzione del Parlamento europeo sul congelamento dei negoziati di adesione della Turchia, era stato il primo ministro Binali Yildirim ad avvertire i 28 che «siamo uno dei fattori che proteggono l'Europa e se i rifugiati attraversano i nostri confini, allora invaderanno l'Europa». Ora il rischio di una «tempesta perfetta» con rubinetti di migranti aperti dalla Turchia verso le isole dell'Egeo orientale, e con la moltiplicazione di altre Idomeni, ha tolto il sonno al governo di Atene, già alle prese con il nodo debito, che ha interpellato addirittura il Pentagono per decifrare i possibili rischi nel breve periodo. Le minacce di Erdogan questa volta non si sono limitate ai diritti in patria o ai reiterati annunci di voler trasformare Santa Sofia in moschea, ma hanno toccato anche capisaldi legislativi come il Trattato di Losanna sulla definizione dei confini nel mar Egeo che il presidente turco contesta, suscitando il panico tra gli isolani ellenici, al pari delle aziende legate al gas che speravano in una riunificazione di Cipro, su cui Ankara con pretese assurde ha di fatto messo il veto. La Grecia, è il messaggio che Atene ha inviato a Washington, corre seriamente il rischio di rimanere intrappolata, sia perché il costone balcanico è chiuso già a doppia mandata da Albania e Macedonia, sia perché il governo fatica a gestire i 50mila immigranti presenti oggi, figurarsi un'eventuale ulteriore ondata anomala. E l'Italia sarebbe coinvolta direttamente da questa mossa.

Chi non resta con le mani in mano sono i componenti del consiglio comunale dell'isola di Chios. Per una volta maggioranza e opposizione si sono compattati perché la strategia dell'esecutivo ha già azzoppato l'unica entrata dell'isola, ovvero il turismo. Il governo Tsipras avrebbe voluto creare un hotspot più grande, ma ancora senza interpellare gli amministratori locali. E non si placa la tensione nel paese, con un altro incendio scoppiato all'interno del centro di accoglienza migranti di Nea Kavala, nel comune di Kilkis: nessun ferito ma la consapevolezza che la situazione è davvero ingestibile anche per chi, come Tsipras, sconta dure critiche da chi lo ha rivotato un anno fa. Le elezioni anticipate a febbraio 2017 sono più che un'opzione: non solo i conservatori di Nea Dimokratia dati in testa, ma Alba dorata che sfonda quota 10% e insidia Syriza al secondo posto, crollata al 13%.


http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 36803.html


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 Oggetto del messaggio: Re: Continuano gli sbarchi di Immigrati sulle coste italiane
MessaggioInviato: 01/12/2016, 23:30 
http://www.corriere.it/esteri/16_dicemb ... 7583.shtml

Grandi: «L’Europa cambi strategia
e aiuti i Paesi che sono più esposti»

L’Alto Commissario dell’Onu per i Rifugiati la prossima settimana presenterà a Bruxelles un piano complessivo per affrontare il problema delle migrazioni in Europa: «Proponiamo una maggiore prevenzione dei flussi»

=aiutiamoli a casa loro..

che quelli del'onu sono diventati leghisti?
alla fine c sono arrivati anche loro, alleluja..



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 Oggetto del messaggio: Re: Continuano gli sbarchi di Immigrati sulle coste italiane
MessaggioInviato: 02/12/2016, 07:56 
Quando il Muro fu costruito dai Sovietici fu per arginare l'influenza malefica del Capitalismo,apriti cielo! [:0] ,ora i muri li costruisce l'Occidente e Israele,tutto OK e un bene,non bisogna mescolarsi con questa gentaglia!,la differenza sta che il muro Sovietico doveva arginare qualcosa che il Comunismo non ha creato,ora invece con i muri Occidentali vogliono arginare un fenomeno creato ad Oc dallo stesso Occidente capitalista,vi rendete conto quando criminale è questo Sistema in cui viviamo?. [:305]


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 Oggetto del messaggio: Re: Continuano gli sbarchi di Immigrati sulle coste italiane
MessaggioInviato: 02/12/2016, 11:01 
Come si fa a starsi zitti? [:296]

Ahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahhhh!!!

A cosa serviva la "cortina di ferro"?

Ahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahaahahahahahahahahahh!!!

Te lo dico io che sono più vecchio di te!

A NON FAR SCAPPARE LA GENTE dall'Unione Sovietica!
Quanta gente ha rischiato! Quanti atleti sono scappati!
Ma tu sei giovane e più che altro sei crescito in una "cellula" ...
Bye



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Immagine Operatore Radar Difesa Aerea (1962 - 1996)
U.F.O. "Astronavi da altri Mondi?" - (Opinioni personali e avvenimenti accaduti nel passato): viewtopic.php?p=363955#p363955
Nient'altro che una CONSTATAZIONE di fatti e Cose che sembrano avvenire nei nostri cieli; IRRIPRODUCIBILI, per ora, dalla nostra attuale civiltà.
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 Oggetto del messaggio: Re: Continuano gli sbarchi di Immigrati sulle coste italiane
MessaggioInviato: 02/12/2016, 12:07 
Ufologo 555 ha scritto:
Come si fa a starsi zitti? [:296]

Ahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahhhh!!!

A cosa serviva la "cortina di ferro"?

Ahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahaahahahahahahahahahh!!!

Te lo dico io che sono più vecchio di te!

A NON FAR SCAPPARE LA GENTE dall'Unione Sovietica!
Quanta gente ha rischiato! Quanti atleti sono scappati!
Ma tu sei giovane e più che altro sei crescito in una "cellula" ...
Bye

Vedi solo io riesco a smoverti la Bile, [:246]
Lo scopo del Muro è stato quello che ho detto io,poi se diverse persone bramosi e speranzosi di potersi arricchire nel sistema Occidentale e infinocchiati dalla propaganda sono scappati non fa una piega,buon per loro che hanno cercato l'avventura,per il resto dei milioni di persone il loro Sistema Socialista andava bene,se no sarebbero scappati tutti. [:290]
Chi invece cercava tranquillità lavorativa,Sanità efficiente,facilità di avere Casa,aiuti economici agli studenti,rispetto per gli anziani,giovani sani di mente per la non divulgazione di Droghe,ecc.......è rimasto. [^]
E che de dici di tutti quelli che vogliono scappare dall'Italia?,tu vedi Comunismo nel nostro Sistema?,o pensi ancora che il PD sia Comunista!. [:291]
-p.s.
Quale Cellula?,se intenti quella Comunista sei Km. fuori strada,forse e l'età per il fatto che non ricordi più niente, quando ho scritto che io non sono mai stato iscritto a nessun partito e a nessun movimento politico,ho ragionato solamente con la mia testa e non sono mai stato influenzato da nessun "Radar" militare,forse d'ora in avanti lo sarò io con il bel M.U.O.S che i tuoi amici scagnozzi hanno istallato nella mia zona. [:302]


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 Oggetto del messaggio: Re: Continuano gli sbarchi di Immigrati sulle coste italiane
MessaggioInviato: 02/12/2016, 12:54 
Cita:
La Francia sull'orlo del collasso totale

di Guy Millière


Pezzo in lingua originale inglese: France on the Verge of Total Collapse
Traduzioni di Angelita La Spada


Al momento, la Francia non lo ha percepito, ma si trova in una trappola, e la trappola sta per chiudersi.

Negli anni Settanta, i palestinesi iniziarono a usare il terrorismo internazionale e la Francia decise di accettare questo terrorismo, fino a quando essa stessa non è stata colpita. Allo stesso tempo, la Francia ha accolto l'immigrazione di massa proveniente dal mondo arabo-musulmano, che s'inscrive a quanto pare nell'ambito di un desiderio di espandere l'Islam. Da allora, la popolazione musulmana della Francia è aumentata senza però integrarsi.

Secondo i sondaggi, un terzo dei musulmani francesi vuole la piena applicazione della legge islamica della sharia. Essi indicano anche che la stragrande maggioranza dei musulmani francesi appoggia il jihad e soprattutto il jihad contro Israele, un paese che vorrebbero vedere cancellato dalla faccia della terra.

"È meglio lasciare il paese che fuggire." – Sammy Ghozlan, presidente dell'Ufficio nazionale francese di vigilanza contro l'antisemitismo. Ghozlan è stato vittima di un'aggressione e la sua auto è stata incendiata. Ha lasciato il paese [per Israele].

Villiers parla anche della presenza nelle "no-go zones" di migliaia di armi da guerra. E aggiunge che le armi probabilmente non dovranno nemmeno essere usate, perché gli islamisti hanno già vinto.

Inizialmente, la Francia probabilmente sperava di scalzare l'America dal ruolo di potenza mondiale, accedere al petrolio a buon mercato e concludere accordi commerciali con i paesi islamici ricchi di petrolio e di non subire attacchi terroristici interni.

La Francia è in subbuglio. I "migranti" che arrivano dall'Africa e dal Medio Oriente seminano disordine e insicurezza in molte città. L'enorme tendopoli comunemente conosciuta come la "giungla di Calais" è stata appena smantellata, ma altri accampamenti sorgono ogni giorno. Nella zona est di Parigi, le strade sono coperte di lamiere ondulate, tele cerate e assi di legno. La violenza è all'ordine del giorno. Le 572 "no-go zones", definite ufficialmente "zone urbane sensibili", continuano a crescere e gli agenti di polizia che si avvicinano ad esse spesso ne pagano le conseguenze. Di recente, un'auto della polizia è caduta in un'imboscata ed è stata data alle fiamme, che hanno impedito agli agenti intrappolati dentro di uscire. I poliziotti hanno ricevuto ordine dai superiori che se vengono aggrediti devono fuggire anziché reagire. Molti agenti, furiosi per doversi comportare come codardi, hanno organizzato manifestazioni di protesta. Non ci sono più stati attacchi terroristici dopo l'uccisione di un prete a Saint-Etienne-du-Rouvray, il 26 agosto 2016, ma secondo i servizi segreti molti jihadisti sono tornati dal Medio Oriente e sono pronti ad agire e disordini potrebbero scoppiare ovunque, in qualsiasi momento e per qualsiasi motivo.

Sebbene sia sopraffatto da un situazione interna che riesce a controllare a malapena, il governo francese continua a intervenire negli affari mondiali, la creazione di uno "Stato palestinese" è ancora la sua causa preferita e Israele è il suo capro espiatorio preferito.

La scorsa primavera, anche se la Francia e i Territori palestinesi versavano in condizioni terribili, il ministro degli Esteri francese Jean-Marc Ayrault ha detto che era "urgente" rilanciare il "processo di pace" e creare uno Stato palestinese. La Francia ha pertanto indetto il 3 giugno a Parigi una conferenza internazionale e non ha invitato né Israele né i palestinesi. La conferenza è stata un flop. Si è conclusa con una dichiarazione insulsa sulla "necessità imperativa" di andare "avanti".

La Francia non si è fermata lì. Il governo ha poi deciso di organizzare una nuova conferenza a dicembre. Stavolta, con Israele e i palestinesi. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, sottolineando che Israele non ha bisogno di intermediari, ha declinato l'invito. I leader palestinesi hanno accettato. Saeb Erekat, portavoce dell'Autorità palestinese (Ap), si è congratulato con la Francia, aggiungendo, senza sorpresa, che l'Ap aveva "suggerito" l'idea ai francesi.

Ora, Donald Trump è il neo-presidente degli Stati Uniti e Newt Gingrich probabilmente svolgerà un ruolo decisivo nell'amministrazione Trump. Gingrich ha detto qualche anno fa che non esiste una cosa come il popolo palestinese e la settimana scorsa ha aggiunto che gli insediamenti non sono in alcun modo un ostacolo alla pace. Per questo, la conferenza di dicembre sembra essere un altro fallimento.

Tuttavia, i diplomatici francesi stanno lavorando con i funzionari palestinesi a una risoluzione delle Nazioni Unite per riconoscere uno Stato palestinese dentro i "confini del 1967" (le linee armistiziali del 1949), ma senza alcun trattato di pace. Essi spererebbero che il presidente uscente degli Stati Uniti Barack Obama non usi il veto americano nel Consiglio di Sicurezza, consentendo l'approvazione della risoluzione. Non è affatto sicuro che Obama vorrà terminare la sua presidenza con un gesto così apertamente sovversivo. È quasi certo che la Francia fallirà anche in questo caso. Ancora una volta.

Da molti anni, la Francia sembra aver costruito la sua intera politica estera sulla decisione di allinearsi all'Organizzazione della Cooperazione islamica (OCI): 56 paesi islamici più i palestinesi. Inizialmente, la Francia probabilmente sperava di scalzare l'America dal ruolo di potenza mondiale, accedere al petrolio a buon mercato e concludere accordi commerciali con i paesi islamici ricchi di petrolio e di non subire attacchi terroristici interni. Tutti e quattro i sogni sono sfumati. È altrettanto ovvio che la Francia ha problemi più urgenti da risolvere.

La Francia persevera perché sta disperatamente cercando di limitare i problemi che probabilmente non possono essere risolti.

Negli anni Cinquanta, la Francia era diversa rispetto a com'è adesso. Era amica di Israele. La "causa palestinese" non esisteva. La guerra d'Algeria infuriava e la grande maggioranza dei politici francesi non avrebbe nemmeno stretto la mano a terroristi impenitenti.

Tutto cambiò con la fine della guerra d'Algeria. Charles de Gaulle consegnò l'Algeria a un movimento terroristico chiamato Fronte di liberazione nazionale. Egli poi procedette a creare un riorientamento strategico della politica estera francese, inaugurando ciò che egli definì la "politica araba della Francia".

La Francia firmò accordi commerciali e militari con varie dittature arabe. Per sedurre i suoi nuovi amici, adottò con entusiasmo una politica anti-israeliana. Quando, negli anni Settanta, il terrorismo sotto forma di dirottamenti aerei fu inventato dai palestinesi e con l'uccisione degli atleti israeliani alle Olimpiadi di Monaco del 1972 i "palestinesi" divennero all'improvviso una "causa sacra" e uno strumento utile per fare leva sul mondo arabo, la Francia, adottando la "causa" divenne rigorosamente filopalestinese.

I palestinesi iniziarono a usare il terrorismo internazionale e la Francia decise di accettare questo terrorismo fino a quando essa stessa non è stata colpita. Allo stesso tempo, la Francia ha accolto l'immigrazione di massa proveniente dal mondo arabo-musulmano, che s'inscrive a quanto pare nell'ambito di un desiderio di espandere l'Islam. Da allora, la popolazione musulmana della Francia è aumentata senza però integrarsi.

Al momento, la Francia non lo ha percepito, ma si trova in una trappola, e la trappola sta per chiudersi.

La popolazione islamica della Francia sembra essere antifrancese per quanto riguarda i valori giudaico-cristiani e dell'Illuminismo e filofrancese purché la Francia ceda alle pretese dell'Islam. Poiché i musulmani che vivono in Francia sono anche filopalestinesi, teoricamente non dovrebbero esserci problemi. Ma la Francia ha sottovalutato gli effetti dell'avvento dell'estremismo islamico nel mondo musulmano e non solo.

Sempre più musulmani francesi si considerano innanzitutto islamici. Molti ritengono che l'Occidente sia in guerra con l'Islam; considerano la Francia e Israele come parte dell'Occidente, pertanto, sono in guerra con entrambi. Sanno che la Francia è anti-israeliana e filopalestinese, ma vedono anche che diversi politici francesi mantengono legami con Israele, e quindi pensano probabilmente che la Francia non è abbastanza anti-israeliana e filopalestinese.

Sanno che la Francia tollera il terrorismo palestinese e sembrano non capire perché essa combatta il terrorismo islamico in altri luoghi.

Per compiacere i propri musulmani, il governo francese crede di non avere altra scelta se non quella di essere quanto più possibile filopalestinese e anti-israeliano, anche se pare proprio che questa politica sta fallendo miseramente nei sondaggi.

Il governo francese si rende innegabilmente conto che non può impedire ciò che si profila sempre più come un disastro incombente. Questo disastro è già in corso.

Forse l'attuale governo francese spera di poter ritardare un po' il disastro ed evitare una guerra civile. Magari spera che non esplodano le "no-go zones", almeno sotto i suoi occhi.

Oggi, la Francia ha sei milioni di musulmani, il 10 per cento della sua popolazione, e la percentuale è in crescita. Secondo i sondaggi, un terzo dei musulmani francesi vuole la piena applicazione della legge islamica della sharia. Essi indicano anche che la stragrande maggioranza dei musulmani francesi appoggia il jihad, e soprattutto il jihad contro Israele, un paese che vorrebbero vedere cancellato dalla faccia della terra.

La principale organizzazione musulmana francese, l'Unione delle organizzazioni islamiche di Francia, è un ramo dei Fratelli musulmani, un movimento che dovrebbe essere considerato un gruppo terroristico per il suo palese desiderio di rovesciare i governi occidentali.

I Fratelli musulmani sono principalmente finanziati dal Qatar, un paese che effettua ingenti investimenti in Francia e dispone della comodità di ospitare una base aerea americana.

Gli ebrei stanno lasciando la Francia in numeri record e queste partenze non si fermano. Sammy Ghozlan, presidente dell'Ufficio nazionale francese di vigilanza contro l'antisemitismo, ha detto per anni che "è meglio lasciare il paese che fuggire". È stato vittima di un'aggressione. La sua auto è stata incendiata. Ha lasciato la Francia e ora vive in Israele.

Il resto della popolazione francese si rende assolutamente conto dell'estrema gravità di ciò che sta accadendo. Qualcuno è arrabbiato ed è in rivolta; altri sembrano rassegnati al peggio: una scalata islamista dell'Europa.

Le prossime elezioni francesi avranno luogo nel maggio 2017. Il presidente francese François Hollande ha perso ogni credibilità e non ha alcuna possibilità di essere rieletto. Chi s'insedierà all'Eliseo avrà un compito difficile.

I francesi sembrano aver perso la fiducia in Nicolas Sarkozy [e dopo la sconfitta di Alain Juppé alle primarie presidenziali del centrodestra di domenica 27 novembre, gli elettori, N.d.T.] dovranno scegliere tra Marine Le Pen e François Fillon.

Marine Le Pen è la candidata del Front National, partito di estrema destra.

François Fillon é il candidato del centrodestra. Fillon di recente ha detto che "il comunitarismo islamico" crea "problemi in Francia". Egli ha inoltre dichiarato che se non verrà creato quanto prima uno Stato palestinese, Israele costituirà "la principale minaccia alla pace mondiale".

Tre anni fa, il filosofo francese Alain Finkielkraut ha pubblicato il libro L'identità infelice, che descrive i pericoli inerenti all'islamizzazione della Francia e le gravi tensioni che ne derivano. Alain Juppé ha scelto uno slogan elettorale volto a contraddire Finkielkraut che è quello della "identità felice".

Dopo l'uscita del volume di Alain Finkielkraut, sono stati pubblicati altri libri pessimistici che sono diventati dei best seller in Francia. Nell'ottobre 2014, l'editorialista Eric Zemmour ha pubblicato Il suicidio francese. L'ultima fatica editoriale di Zemmour è Un quinquennat pour rien (Un quinquennio per niente). Egli descrive ciò che vede accadere in Francia: "invasione, colonizzazione, esplosione".

Zemmour definisce l'arrivo di milioni di musulmani in Francia nel corso degli ultimi cinquant'anni come un'invasione e il recente arrivo di orde di migranti come la continuazione di questa invasione. Egli descrive la creazione delle "no-go zones" come la creazione di territori islamici sul suolo francese e una parte integrante del processo di colonizzazione.

Zemmour scrive che lo scoppio della violenza è segno di un'imminente esplosione, del fatto che prima o poi la rivolta guadagnerà terreno.

Un altro libro, Le campane suoneranno ancora domani?, è stato di recente pubblicato da Philippe de Villiers, un ex membro del governo francese.

Villiers rileva la scomparsa delle chiese in Francia, rimpiazzate dalle moschee. Menziona anche la presenza nelle "no-go zones" di migliaia di armi da guerra (fucili d'assalto AK-47, pistole Tokarev, armi anti-carro M80 Zolja, etc.). E aggiunge che le armi probabilmente non dovranno nemmeno essere usate, perché gli islamisti hanno già vinto.

Immagine

Nel suo nuovo libro, Le campane suoneranno ancora domani?, Philippe Villiers rileva la scomparsa delle chiese in Francia, rimpiazzate dalle moschee. Nella foto sopra: il 3 agosto, la polizia francese in assetto antisommossa ha trascinato via con la forza un prete e i fedeli dalla chiesa di Santa Rita a Parigi, prima della programmata demolizione. La leader del Front National, Marine Le Pen, ha detto furiosa: "E se costruissero parcheggi al posto delle moschee salafite e non delle nostre chiese?" (Fonte dell'immagine: RT video screenshot)

Il 13 novembre 2016, la Francia ha commemorato il primo anniversario delle stragi di Parigi. In tutti i luoghi che furono teatro degli attacchi sono state scoperte delle targhe commemorative in cui si legge: "In ricordo delle vittime degli attacchi". Non è stata menzionata la barbarie jihadista. In serata, il teatro Bataclan ha riaperto con un concerto di Sting. L'ultima canzone del concerto è stata "Inshallah" – "ad Allah piacendo". La direzione del Bataclan ha impedito a due membri degli Eagles Of Death Metal – la band che si stava esibendo sul palco al momento dell'attacco – di assistere al concerto. Qualche settimana dopo la strage, Jesse Hughes, leader del gruppo musicale, aveva osato criticare i musulmani coinvolti. Il direttore del Bataclan ha detto di Hughes: "Ci sono cose che non si possono perdonare".

Guy Millière, insegna all'Università di Parigi ed è autore di 27 libri sulla Francia e l'Europa.



https://it.gatestoneinstitute.org/9464/francia-collasso


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MessaggioInviato: 02/12/2016, 20:20 
Ho deciso: il 4 dicembre voto Pecchioli. [:305]

Cita:

Autorazzismo, odio di sé, denatalità. Tre passi nel deserto

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Un immigrato moldavo, padre di famiglia, uno che lavora come può nonostante diabete e cardiopatia, e cerca di tenere sotto controllo la famiglia che si sfascia a causa dell’emigrazione, si dice sbalordito che gli italiani accettino senza vere reazioni l’invasione degli africani promossa e favorita da governo e clero, non reagiscano dinanzi a tutto ciò che hanno davanti agli occhi e che, oltretutto, pagano di tasca propria. Mette tutto ciò a confronto con la Russia, che pure non ama, e fa un facile pronostico: l’Italia è spacciata.

L’Istat diffonde i dati demografici finali dell’anno 2015, dai quali emerge una ulteriore flessione della natalità. Il record negativo del 2014 è polverizzato: altri 15mila italiani mancano all’appello. La grande sostituzione della popolazione, tuttavia, non è affidata agli immigrati presenti da tempo sul territorio. Anche loro, una volta insediati nel Bel Paese, evitano di procreare. Le immigrate in età fertile hanno meno di due figli a testa, contro la media di 2,40 di cinque anni prima, al di sotto della soglia di 2,10 che è il minimo per mantenere stabile la popolazione.

Un giovane insegnante elementare racconta dell’incredibile attitudine delle sue colleghe che non solo rifiutano di allestire il presepe a scuola, ma sono contrarie anche all’albero di Natale ed all’iconografia di Babbo Natale, in quanto evocherebbero la festività cristiana, con danno psicologico per i bimbi di altre culture ed in spregio della cosiddetta laicità delle istituzioni. Sembra incredibile, ma solo due generazioni fa i genitori parlavano dell’arrivo di Gesù Bambino.

Odio di sé, autorazzismo, denatalità. Tra stazioni di una Via Crucis che ha un denominatore comune nel progressivo declino della nostra civiltà, la lunga interminabile vecchiaia di un gigante bimillenario, che, come aveva intuito Emil Cioran già alla metà del secolo trascorso, non può morire di colpo, ma agonizza nell’indifferenza dei più. E poiché chi è sradicato, sradica a sua volta, e chi non crede più nel futuro trascina nel pessimismo anche i “nuovi italiani”, risulta ormai anacronistico anche parlare di una civiltà “nostra”.

La prima persona plurale, il pronome noi, è ormai abolito, anzi espunto dal lessico contemporaneo. Solo un lungo elenco di individui falsamente liberi, emancipati, liberati, nudi, destinati all’angoscia dell’uomo senza lineamenti dell’Urlo di Munch o alla stranita contemplazione del nulla del Viandante sul Mare di Nebbia di Kaspar David Friedrich. Una delle caratteristiche fondamentali di questo tempo (resta grande la tentazione di chiamarlo ancora “nostro”) è l’assenza di verità, anzi l’orrore per la verità. Sfrattata dalla libertà, la verità si rifugia nelle fenditure, cerca di resistere al politicamente corretto, all’eufemismo, all’umanitarismo spurio, alla “contaminazione” tanto amata dai contemporanei. Hans-Georg Gadamer parlò di ermeneutica, quindi di interpretazione, come surrogato filosofico della verità, pur intitolando Verità e metodo il suo opus magnum, ma il fallimento è palese.

Altri, come la teologia neo cattolica, hanno sfrattato la verità in favore di un amore universale non meglio identificato. Non poteva finire diversamente. Constatare che le radici fondamentali del continente Europa sono quelle cristiane è evidenza storica, ma non è opportuno affermarla ed ancor meno è una verità creduta. Giovanni Sartori, sociologo liberale, insospettabile di fondamentalismo, scrisse che quando non risulta opportuno dire le cose che si pensano, si finirà col non pensarle più. Questo è un punto fondamentale dell’odio di sé che si trascina in autorazzismo: ogni idea si disperde nel conformismo, le identità, tanto più se culturali, religiose o etniche si dissolvono se non più condivise, vissute, introiettate.

In questo senso, è normale che le maestrine figlie dell’istruita ignoranza della scuola di massa rigettino presepi e tradizioni religiose o civili del popolo italiano. Semplicemente non le riconoscono né le capiscono in nome del relativismo inoculato loro dagli anni Settanta in dosi industriali. Se l’unico assoluto, il solo principio veritativo è che non esiste una verità, ma semplicemente, ermeneuticamente ciò che ciascuno ritiene tale, esprimere qualunque convinzione forte è proibito in nome dell’ossessione delle sensibilità altrui e del non detto apertamente, ovvero l’opinione che non esista alcuna verità, eccetto quella delle formule tecnoscientifiche. A questo è ridotta l’identità degli europei e degli occidentali, alla negazione compulsiva, al rifiuto patologico di sé.

Vivere secondo le proprie usanze ed idee è consentito solo all’Altro. A noi è permessa, anzi imposta la fuoruscita da noi stessi. In Spagna è ormai severamente proibito il gioco secolare dei fanciulli “mori contro cristiani”, nonostante l’identità di quel popolo si sia formata proprio nella Reconquista, la secolare lotta degli spagnoli contro il dominio arabo. Lo stesso San Giacomo, Santiago apostolo, patrono della nazione iberica, è adesso visto di cattivo occhio: la leggenda vuole che abbia partecipato alla battaglia di Clavijo contro gli invasori e uno dei suoi predicati è Matamoros. Eppure gli arabi erano invasori e, con l’occhio dei moderni, la riconquista dovrebbe essere catalogata come lotta di liberazione.

L’odio di sé prende le forme più disparate. Si passa dalla negazione della storia alla sua interpretazione più comicamente manichea. Millenni di cultura non furono altro che violenza, sopraffazione, menzogna. Poi ci colpevolizziamo di aver ottenuto più e prima degli altri il benessere materiale, che, semmai, è il frutto di studio, lavoro, impegno, intelligenza. Infine, ci sarebbero i crimini da espiare collettivamente per il colonialismo. Tale fenomeno, peraltro, coinvolse solo alcuni popoli europei, fu del tutto estraneo ai tedeschi ed ai russi, interessò solo marginalmente l’Italia, e, per quanto riguarda lo schiavismo, fu un fenomeno del mondo anglosassone e protestante. Lo stesso razzismo biologico è un costrutto culturale interno al positivismo della gentry britannica. No, siamo tutti colpevoli, e per sempre, ci tocca espiare.

Ma come si concilia tale follia con l’individualismo assoluto in cui siamo immersi? Come può un cittadino di Padova o di Friburgo in Brisgovia essere considerato responsabile, nell’era puntinista costituita di milioni di individui scollegati e deprivati di qualunque identità, di fatti che, comunque vadano valutati, non solo non ha commesso personalmente, ma non lo riguardano neppure come membro di una nazione? Ed ha senso una grottesca autoflagellazione se rifiutiamo l’eredità ricevuta? Se noi non siamo “quelli”, anzi ne abbiamo orrore, è ridicolo chiedere perdono notte e dì per ciò che riguarda i padri che abbiamo rifiutato, ammesso e non concesso che il loro mondo fosse tutto negativo.

I colpevoli principali sono due: da un lato la “nuova” chiesa cattolica, che mendica perdono al mondo intero piagnucolando ed affermando esplicitamente di avere sbagliato tutto nella propria storia bimillenaria, ed insinuando il dubbio anche nei fedeli più tenaci. Dall’altro la spregevole scuola di Francoforte, salita in cattedra per decenni negli Stati Uniti con figuri come Herbert Marcuse e Thomas Wiesengrund Adorno, neomarxismo borghese in salsa ebraica, con l’odio furente verso gli europei colpevoli della “personalità autoritaria”, spinti verso i paradisi artificiali, gli eccessi sessuali, il disprezzo per la verità e la conoscenza, ridotti alla figura dell’ “uomo a una dimensione”, che si è poi rivelata, per eterogenesi dei fini, quella del consumatore.

Con loro, si è rivelata verissima la vecchia massima secondo la quale chi paga i suonatori (il capitalismo post 1968) decide la musica, piegandola ai propri interessi. Un terzo elemento, che è un po’ la confezione esterna degli primi due, è il freudismo d’accatto, con la sua credenza senza prove che l’uomo non è che la sua libido, le forze infere e nascoste, talché tutto può essere letto in chiave pulsionale e anche la generosità, il coraggio, l’altruismo, il bene compiuto non sono che sublimazioni delle forze oscure di ciascuno. Se l’umanità è questa, l’umanità europea e bianca, beninteso, detestarla è quasi un dovere civico. Vide giusto Renan chiamando Marx e Freud maestri del sospetto. Il terzo sarebbe Nietzsche, ma il gigante solitario di Sils Maria tese davvero una corda tra la bestia e l’oltre uomo, consapevole della trappola in cui l’uomo d’Europa stava rinchiudendo se stesso. Infine, ciò che è fatto per amore, non è “al di là del bene e del male”, poiché la verità viene prima e comunque – ne fu consapevole il cantore di Zarathustra – bene e male esistono, con buona pace del nichilismo odierno, di cui per primo comprese gli esiti sino a perdere il senno.

Nell’odio di sé è compresa non la trasvalutazione nicciana di tutti i valori, ma la loro completa svalutazione. Di qui, il rancore sempre più profondo verso ciò che si è, la storia, i padri, e tutto ciò da cui si proviene. Un rigagnolo del transumanesimo: non abbiamo padri, siamo creatori di noi stessi, aborriamo essere eredi, dunque non vogliamo eredi.

Tutto questo oltrepassa largamente la prospettiva di società liquida indicata da un Bauman e ci conduce diritti alle generazioni ultime, quelle definite “millennials”, formatesi nel Duemila, i nativi digitali, cresciuti nel culto del nulla, dell’eufemismo obbligato, di quella che, alcuni decenni fa, Milan Kundera definì l’insostenibile leggerezza dell’essere. E’ la generazione che in America chiamano snowflakes, cristalli di neve, impalpabile, senza peso, una piuma o una canna al vento, priva di consistenza e di spina dorsale. In essa, convivono odio di sé, autorazzismo, egoismo, assenza di senso di responsabilità, unificati in una impressionante incapacità di riconoscere altro che se stessi e le folli menzogne ricevute. Una generazione amniotica, mai uscita davvero dal grembo artificiale di chi l’ha gettata nel mondo.

Negli Stati Uniti, lo choc per la vittoria elettorale di Trump ha determinato in molti e molte di loro crisi di nervi, crolli emotivi con l’intervento di psicologi e consulenti vari. Un secolo fa, i diciottenni europei vennero scaraventati tra le trincee nel macello che uccise il continente e diede avvio al secolo americano. Non ebbero consulenti, psicoterapeuti e consolatorie mani sulla spalla.

Tra i “millennials” fiocchi di neve è considerato disdicevole il semplice evocare tutto ciò che li dispiace. Soggetti a molteplici, sconcertanti traumi emotivi, se pronunciate in loro presenza la parola “razza” potreste doverli soccorrere con l’ausilio del defibrillatore. Niente di strano: è l’esito delle confortanti menzogne consolatorie in cui sono (dis)educati. Hanno orrore delle parole come il gatto dell’acqua. Un esempio: nel 1950 l’Unesco consigliò in un documento ufficiale di “espungere totalmente il termine razza da discorsi che si riferiscono a razze umane, utilizzando invece il termine etnie”. Abolizione ufficiale delle parole sgradite, il politicamente corretto ante litteram.

Abrogare la verità reca con sé il rifiuto della realtà, di quella che Tommaso chiamò, sulle piste di Aristotele,”adaequatio rei et intellectus”, la corrispondenza tra la realtà e l’intelletto. Massimo Fini notava recentemente il disuso della parola morte, sino all’incredibile “fine vita”.

Le razze, dunque, non esistono, o meglio, non è opportuno evocarle o chiamarle così. La bestia bionda potrebbe svegliarsi. Le etnie sono più sfumate, accettabili, quasi biodegradabili a patto di disinnescarne il potenziale di conflitto. Eppure il primo storico dell’umanità, Erodoto, definendo i Greci in opposizione ai barbari, attribuì loro la comunanza di sangue (vergognoso primitivismo!), la stessa discendenza (ahi, la tradizione),la lingua comune, la partecipazione agli stessi sacrifici e riti, i medesimi usi e costumi. A duemilacinquecento anni di distanza, nessuno è mai riuscito a fornire definizioni migliori, tanto meno la sociologia da quattro soldi dei mondialisti prezzolati dell’Onu e dell’Unesco.

Se poi le razze sono un’invenzione immonda di uomini spregevoli, non dovrebbe sussistere neppure il razzismo, in quanto fondato sul nulla. Al contrario, prendere atto, dichiarare l’esistenza di “razze” espone all’interdetto morale, all’isolamento culturale, all’ erezione di cordoni sanitari attorno al reprobo, e, da qualche decennio e con crescente intensità, al rischio di sanzioni penali. La psicopolizia veglia. Affermato che le razze non esistono, con l’imprimatur di Einstein il quale dichiarò solennemente di conoscere un’unica razza, quella umana, confondendo (ma era un fisico, non un sociologo…) specie con razza (o etnia? mah…) non si capisce perché dovremmo preferire i connazionali a chiunque altro. Connazionale, poi, riposto Erodoto in un angolo buio della biblioteca, è chiunque venga dichiarato tale da una legge. La legge crea, dichiara vero con un tratto di penna e la firma dei superiori ciò che fu sempre falso e viceversa: sono le delizie del positivismo giuridico.

Perché parlare di invasione da parte di stranieri non invitati, quando si tratta di “fratelli”? Un’altra menzogna, poiché, se tutti sono miei fratelli, siamo daccapo. Tutti fratelli, nessun fratello, come ad Alghero furono “todos caballeros” per proclamazione del re d’Aragona, ma nessuno, ovviamente, ebbe i privilegi del rango. Quindi, autorazzismo, autoflagellazione, noi siamo i cattivi, quando non si conosce alcuna civiltà o popolo sensato che non abbia preferito se stesso ed i propri figli a chiunque altro.

Quanto all’intimazione, specie di parte cattolica, di costruire ponti, anziché erigere muri, i popoli si sono sempre incontrati in luoghi chiamati frontiere, ma hanno saggiamente posto regole, limiti, costruito faticosamente linguaggi comuni. Non hanno mai pensato di rinunciare a se stessi, né hanno gettato ponti dinanzi a chi si mostrasse nemico o non riconoscesse un minimo di codici condivisi. Il disprezzo di se stessi, la debolezza, il dubbio sono sempre coincisi con le fasi finali delle civiltà, per saperlo non c’è stato bisogno delle scoperte di Spengler o di Toynbee. La sapienza profonda di Giambattista Vico chiarì tutto già dal primo settecento, senza i lumi francesi ed il commosso omaggio di Kant – un universalista che non si mosse mai dalla natia Koenigsberg- a chi aveva strappato l’umanità dall’infanzia culturale.

Intanto, i cristalli di neve avanzano e le società, da liquide diventano gassose. Chi non si ama più, ovviamente non si riproduce, per cui le culle si svuotano ogni anno di più. I figli sono responsabilità, tempo sottratto alla carriera, al divertimento, al consumo, alla smania individualista. Al centro commerciale i bimbi disturbano, anche se i gestori hanno apprestato per loro apposite aree con dipendenti precari a fare animazione, in molti resort turistici non sono ammessi o graditi, ancor meno nelle discoteche e negli altri locali dello sballo, della promiscuità sessuale e di altri vecchi e nuovi vizi.

L’egoismo è infettivo: anche gli stranieri evitano o limitano le gravidanze. Chi viene da noi spesso non sfugge la miseria, ma è attratto dai lustrini e dalle luci del varietà della nostra civilizzazione da luna park. Non sanno (ancora) che le luci si spengono, e, come cantava Mina tanto tempo fa, la musica è finita, gli amici se ne vanno. Che inutile serata, continuava il testo di Franco Califano, uno che ha bruciato talento e vita per morire solo e tutt’altro che ricco. Che inutile vita, quella di chi detesta se stesso ed è etereo, impalpabile come un fiocco di neve.

Il catalogo è questo. Prenderne atto significa recuperare la dimensione del dissenso radicale, della vita come lotta e milizia, della presa di distanza da quel che abbiamo attorno. Probabilmente questa nostra ex civiltà è finita irrimediabilmente sull’altare dell’individualismo, del consumo, dell’assenza di senso, ed è troppo tardi per rianimarla.

Proviamo ugualmente a credere ancora in tutto ciò che è nostro e perenne. Anche la notte più buia finirà, forse la sentinella idumea potrà portare la notizia dell’aurora ad un’altra generazione, e comunque, chi ama se stesso, chi ha il senso e la fierezza di sé, della propria gente e della propria razza non può finire come un fiocco di neve al primo disgelo. Il deserto potrà essere immenso, ma non ci inghiottirà con il nostro consenso.

Roberto Pecchioli


http://www.ereticamente.net/2016/12/aut ... hioli.html

"Quando non risulta opportuno dire le cose che si pensano, si finirà col non pensarle più."


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 Oggetto del messaggio: Re: Continuano gli sbarchi di Immigrati sulle coste italiane
MessaggioInviato: 03/12/2016, 11:12 
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... sì: quelli a sinistra sono tutti voti un domani ........... [;)] [:305] [:306]

Infatti li andiamo a ... PRENEDERE! [:(!]



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 Oggetto del messaggio: Re: Continuano gli sbarchi di Immigrati sulle coste italiane
MessaggioInviato: 03/12/2016, 11:24 
Ne ho visti due ieri al supermercato, a comprarsi una cassa di birra. Come sapete, chi fugge dalle guerre ha l'impellente necessità di sbronzarsi, per dimenticare, of course....
Ho notato che sono vestiti meglio di me, sul serio, io non posso permettermi tute dell'Adidas da 150€ e scarpe da 200€!
Ormai sono ovunque, un esercito di fancazzisti lungo tutto lo stivale!
Quando gli si taglierà la "paghetta" come reagiranno?
Sarà da piangere... Ma scommetto che quando succederà, Renzi e Alfano saranno in qualche isola caraibica a godersi i vitalizi!



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 Oggetto del messaggio: Re: Continuano gli sbarchi di Immigrati sulle coste italiane
MessaggioInviato: 03/12/2016, 11:39 
Se vieni qua a Brescia te ne accorgerai ... E'diventata una "casbah"! E' uno dei posti con la più alta percentuale.



MIGRANTI IN RIVOLTA
"Vogliamo il wi-fi più potente". E a Benevento i clandestini bloccano la strada
Nella città pugliese alcuni immigrati, ospiti in un centro di accoglienza, hanno bloccato una strada per protesta, chiedendo l'immediato rilasciato dei documenti e il potenziamento del wifi

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A Benevento una cinquantina di immigrati, ospiti in un centro di accoglienza della città, hanno dato vita ad una protesta (non autorizzata), bloccando una strada con dei cassonetti e dei pezzi di legno. I profughi hanno avanzato alle forze dell'ordine, subito intervenute per sedare la piccola rivolta, delle richieste ben precise: rilascio immediato dei documenti, potenziamento del wi-fi ed una nuova lavatrice per fare il bucato. La manifestazione è durata circa due ore, fin quando gli agenti sono riusciti a convincere i migranti a smobilitare e togliersi dalla strada, promettendo in cambio di accogliere alcune delle loro richieste. A quel punto, gli stranieri sono tornati presso il centro in compagnia delle forze dell'ordine, che hanno effettuato un sopralluogo dentro l'edificio.

http://www.ilpopulista.it/news/2-Dicemb ... trada.html
Naturalmente non su "Repubblica"! [;)]



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 Oggetto del messaggio: Re: Continuano gli sbarchi di Immigrati sulle coste italiane
MessaggioInviato: 03/12/2016, 11:42 
ACCADE A TRIESTE
La mensa è chiusa, i clandestini occupano la strada
Venuti a conoscenza dell'inagibilità della struttura hanno creduto di saltare il pranzo, ma in realtà era già programmato il loro trasferimento in altro locale idoneo

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Piedi e mani incrociate in segno di protesta. Così un piccolo gruppo di richiedenti asilo ha paralizzato il traffico, in piena ora di punta, nella centralissima via Commerciale a Trieste. Anche il "28", ossia l'autobus che porta in piazza Tommaseo, ha dovuto momentaneamente sospendere la corsa.

Un gesto eclatante, forte, messo in atto, a quanto pare, per motivi davvero futili. Anzi per una banale incomprensione! A spiegarlo è lo stesso presidente dell'Ics Gianfranco Schiavone, che assieme alla Caritas gestisce l'accoglienza a Trieste: la mensa dove i richiedenti asilo sarebbero dovuti andare a quell'ora, era momentaneamente inagibile e dunque gli stessi sarebbero stati dirottati, come è successo, in un'altra mensa dove hanno poi ricevuto il pasto.

Una piccola incomprensione, quindi, alla base della protesta, risolta in breve tempo anche grazie all'intervento dello stesso Gianfranco Schiavone sui luoghi. Una protesta ingiustificata, che suona come un pugno in faccia alle sempre più numerose famiglie italiane in difficoltà che, a differenza dei clandestini aspiranti profughi, non godono di vitto e alloggio gratis. Una protesta assurda che adesso sta scatenando una decisa reazione da parte di tanti italiani sui social network.

http://www.ilpopulista.it/news/2-Dicemb ... trada.html



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 Oggetto del messaggio: Re: Continuano gli sbarchi di Immigrati sulle coste italiane
MessaggioInviato: 03/12/2016, 11:45 
Invasione doppiamente pericolosa

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Che scoperta! Il business dell'immigrazione finanzia i terroristi...
Un'inchiesta della squadra mobile di Bari sulla criminalità somala conferma i legami tra chi gestisce viaggi e accoglienza e gli estremisti di Al Qaeda

Il denaro provento dell'immigrazione clandestina finanzierebbe i terroristi di al Shabaab, gruppo di estremisti islamici somali entrati nella rete di Al Qaeda: è questo lo scenario preso in considerazione in un'inchiesta condotta dalla squadra mobile di Bari sulla criminalità somala. La notizia è stata pubblicata venerdì sull'edizione di Bari del Corriere del Mezzogiorno. Sulle indagini - si sottolinea nell'articolo - vige il massimo riserbo, ma in realtà l'allarme è altissimo e conferma quanto si sospettava già da tempo, suo legami tra chi gestisce il business dei cosiddetti "migranti" e gli integralisti musulmani.

Già nell'ultima relazione diffusa poco meno di un mese fa dalla Direzione distrettuale antimafia si evidenziava il radicamento a Bari, ma con infiltrazioni nella provincia, di un clan somalo "che sfrutta la permanenza illegale sul territorio nazionale di connazionali clandestini e ne organizza i viaggi verso il Nord Europa, fornendo loro supporto logistico, introitando le somme che i parenti versano agli associati attraverso la gestione di banche on line non censite". Dallo studio della criminalità somala e da altre indagini emergerebbe che i proventi dell'immigrazione siano parte di un ingranaggio funzionale al terrorismo.

http://www.ilpopulista.it/news/2-Dicemb ... risti.html



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