Ecco qua, siamo a posto ...
Il divieto dal Quirinale
Sergio Mattarella, le quattro priorità di Paolo Gentiloni: ma si scorda le elezioni
Dopo aver accettato con riserva l'incarico di formare un nuovo governo, Paolo Gentiloni si barrica a Palazzo Chigi. Iniziano le consultazioni con i partiti che appoggeranno il suo esecutivo per decidere, in primis, la lista dei ministri. Intorno alle 18 il primo incontro nella sala del Cavaliere di Montecitorio, dove Gentiloni ha ricevuto Pino Pisicchio del gruppo Misto alla Camera oltre a Pia Locatelli e Massimo Artini. In serata sono attesi il gruppo misto del Senato, Des e scelta civica. La giornata si concluderà con la rappresentanza di Sinistra italiana. Il gruppo del Pd, secondo quanto si è appreso, chiuderà i colloqui lunedì, intorno alle 12.
Si lavora, dunque, per un nuovo esecutivo. Un governo che pare una sorta di fotocopia sbiadita di quello guidato da Matteo Renzi, le cui pedine dovrebbero restare in ruoli nevralgici. Ma a questo nuovo governo, così come riassume in sintesi Dagospia, Sergio Mattarella ha dato compiti e tempi molto contingentati e precisi. Si parte dalla lista dei ministri, che dovrà tassativamente essere consegnata domani. Dunque martedì il voto di fiducia in Parlamento. Primo appuntamento cruciale, mercoledì, quando l'esecutivo Gentiloni dovrà varare il decreto necessario al salvataggio pubblico di Mps. A quel punto, nei piani di Mattarella, il premier Gentiloni sarà pronto per affrontare il Consiglio europeo di venerdì.
Tempi rapidi e contingentati, scadenze precise. Ma, per la riforma elettorale di cui tutti parlano e che tutti invocano, i margini - s'immagina - saranno più larghi. Altro indizio del fatto che le urne non sono affatto così vicine come molti affermano (o sperano).
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