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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 16/01/2017, 17:24 
esatto, ma ora la pacchia è finita. credo che ci attendano tempi nuovi con novità eclatanti e spero positive.



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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 17/01/2017, 10:49 
ma la vedo male non so quanto dura trump, cioè attacca nato, uniione europea, germania ecc..., accordi con russia, appena fa un accordo con la fca per nuovi posti di lavoro magicamente gli fanno esplodere lo scandalo diesel in america. infatti anche marchionne ha detto che la tempistica è sospetta. la vedo nera.


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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 17/01/2017, 14:19 
xfabiox ha scritto:
ma la vedo male non so quanto dura trump, cioè attacca nato, uniione europea, germania ecc..., accordi con russia, appena fa un accordo con la fca per nuovi posti di lavoro magicamente gli fanno esplodere lo scandalo diesel in america. infatti anche marchionne ha detto che la tempistica è sospetta. la vedo nera.


e se tutto ciò fosse voluto da qualcuno? insomma mi viene un po difficile pensare che il fenomeno trump nasca dal nulla solo sulla base di un malcontento popolare. se trump fosse stato così scomodo non sarebbe mai arrivato a vincere le elezioni in usa.



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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 17/01/2017, 17:06 
Ci salverà Trump

Non c'è bisogno di armi, il D-day sarà lo sbarco del trumpismo: sovranità e confini

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A poche ore dal suo insediamento ufficiale alla Casa Bianca - il giuramento sarà venerdì - Donald Trump ha detto quattro cose su di noi dell'altra parte dell'Atlantico: l'egemonia tedesca sull'Europa provoca un mucchio di guai; l'Inghilterra bene ha fatto a dire sì alla Brexit; la politica delle porte aperte all'immigrazione è suicida; non è detto che tutti i cittadini europei potranno in futuro entrare negli Stati Uniti senza dovere chiedere permesso e attendere risposta.

In pratica Trump ribadisce due fattori portanti della sua dottrina: uno Stato si fonda sulla sua sovranità e sul controllo dei suoi confini. In fondo si tratta di un concetto antico come il mondo, stupidamente messo in discussione, se non addirittura accantonato, da una falsa e pericolosa interpretazione del concetto di globalizzazione. Che da messa in comune di opportunità si è trasformato in: ognuno faccia ciò che vuole e vinca il più forte, senza regole. Così ci siamo trovati che i social network sono diventati più potenti dei governi, che i clandestini hanno più diritti dei cittadini, che le regole dell'economia e del commercio vengono decise non in base alle necessità del popolo ma agli interessi di centrali di potere il più delle volte neppure ben identificate.

E siccome da venerdì la dottrina Trump sarà la guida del fare americano, noi cosa pensiamo di contrapporre, oltre alle parole di incapaci politici e alle isterie di un pugno di attori e cantanti di sinistra sdegnati dal trumpismo? A stare a quello che accade in queste ore la risposta è: nulla. La Nato continuerà a fare la guerra più a Putin che all'Isis, la Germania a schiacciare le economie degli altri Paesi europei pretendendo il rispetto di parametri fuori dal tempo, la Merkel cercherà - lo sta già facendo - di vendicare lo scandalo Volkswagen scatenando una guerra contro la Fca, ex Fiat, all'insegna del detto «mal comune mezzo gaudio».

Sono passati settant'anni dalla fine della Seconda guerra mondiale e l'impressione è di essere tornati a quel punto: l'Europa libera ha un problema che si chiama Germania e l'aiuto può arrivare solo dall'America.
Non c'è bisogno di armi, il d-day sarà lo sbarco del trumpismo: sovranità e confini.

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... ook%20Page



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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 17/01/2017, 17:32 
premesso che l'europa così com'è non può funzionare a lungo, il mio timore è che seguendo la scia di trump e della brexit ci ritroviamo velocemente un'europa a brandelli finendo fra incudine e martello ovvero fra putin e trump. poi chiediamoci perché trump è contro la nato, semplice, perché il budget della nato lo pagano al 72% gli americani ma se viene meno la nato chi garantisce la sicurezza dell'europa (e soprattutto dell'italia)? e chi impedirebbe a putin di allargarsi magari favorito da un trump a cui non importa cosa fa l'amico russo in zone che non sono più di interesse usa? (vedi la libia per gas e petrolio). secondo me ci stiamo gasando molto per un personaggio (trump) che sicuramente rompe gli schemi ma che potrebbe crearci anche diversi problemi.



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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 17/01/2017, 17:36 
Sai che è vero ...? L'Europa si ritrova abbandonata (ed in ... balia di Putin o della Merkel?) [8]
Allora ci risiamo .... [8)]
Qualsiasi ipotesi at this point è superflua ........... [:296]



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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 17/01/2017, 17:42 
ma infatti, io non sopporto la merkel e l'unione così com'è concepita. vorrei solo che prima di abbandonarla si provasse a cambiarla. se ciò non è possibile a quel punto meglio ognuno per se.



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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 17/01/2017, 17:54 
E' stata fatta (sfruttata) male fin dall'inizio ... Naturlamente per i banchieri, no, è stata ottima!
Ma L'Europadella quale si discuteva quando ero ragazzino era ben altra cosa! Misero come Bandiera la corona, di 12 stellle su sfondo azzurro, della Madonna addirittura! Invece ... sono state rinnegate persino le origini cristiane.
Ma lassù ... Qualcuno .... [;)] Infatti .... [^]



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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 17/01/2017, 18:31 
Cuba, la crisi creata da Obama


Per le centinaia di cubani con in testa gli Stati Uniti e finora con la certezza di acquistare libertà, naturalizzazione e sussidio semplicemente poggiando il piede a terra sul suolo dello zio Sam il sogno si è spezzato bruscamente. Sia per chi contava di partire ma anche per chi, dall’altra parte, aspettava con ansia, magari da anni, il ricongiungimento. Sotto accusa finisce Barack Obama, lo stesso presidente che nel dicembre del 2015 insieme a Raúl Castro aveva annunciato un passo storico per Cuba: l’inizio del disgelo ed il ristabilimento delle relazioni diplomatiche tra Washington e l’Avana. Un vero e proprio choc per migliaia di cubani ora rimasti bloccati a Panama, in Costa Rica e in Messico, l’abrogazione fatta da Obama qualche giorno fa del decreto firmato da Bill Clinton nel 1995 e noto a tutti come la legge “dei piedi asciutti e dei piedi bagnati”.


Storicamente i cubani in fuga dalla dittatura castrista dovevano far domanda di asilo politico – un iter complesso e dagli esiti incerti – ma da 22 anni a questa parte bastava loro poggiare un piede su suolo statunitense per ottenere tutta una serie di privilegi automatici preclusi agli altri immigrati: dalla residenza permanente all’accesso a sanità e scuola pubblica, dai sussidi disoccupazione alle facilitazioni per l’alloggio. Quando Obama ha annunciato che tutto tornava come all’epoca del film cult Scarface, lo scorso 12 gennaio, molti cubani stavano affrontando il rischio di morire in mare pur di arrivare con imbarcazioni improvvisate sulle coste della Florida, o stavano attraversando via terra tutto il centroamerica ed il Messico pur di raggiungere l’agognata frontiera a “stelle e strisce”. Alcuni di loro sono già stati deportati all’Avana pur avendo visti turistici – come denuncia il Movimiento Democracia – altri sono stati “trattenuti” dalle autorità migratorie Usa , altri ancora hanno iniziato il lungo processo di richiesta di asilo.


Per l’analista politico Carlos Santa María, intervistato dalla televisione iraniana in lingua spagnola Hispan TV, “quella di Obama, per il timing sospetto visto che il 20 gennaio se ne va, sembra a molti una vendetta verso la comunità cubana della Florida, che non ha votato per Hillary Clinton, come si attendeva Barack, ma per Trump e dunque merita di venire castigato”. Secondo altri osservatori, tra cui lo stesso Santa María, “un’altra possibile spiegazione alla decisione sorprendente di Obama è quella di creare un’altra crisi a Trump”, in aggiunta quella dei rapporti con la Russia. Come? “Facendo aumentare alle stelle la pressione sulle Corti migratorie Usa, che saranno prevedibilmente inondate di richieste di asilo politico da parte dei cubani che, anche senza la legge del piede asciutto e bagnato, continueranno a scappare dall’isola caraibica”, spiega l’avvocato esperto in diritti dei migranti Wilfredo Allen. Una tesi rafforzata anche da altri analisti, secondo i quali “il prossimo esecutivo statunitense sarà messo in grave difficoltà alle frontiere, dovendo decidere se trattare o meno i cubani in fuga da una dittatura alla stregua degli altri latinos”.

Se c’era qualcuno che i cubani in fuga dal “paradiso” comunista temevano potesse eliminare la legge clintoniana, comunque, questi era Donald J Trump. Non a caso dopo la vittoria del repubblicano più atipico della storia presidenziale statunitense – i due Bush, padre e figlio, non hanno votato Trump al pari di John Mc Cain e molti altri pesi massimi del GOP – i cubani avevano ripreso a fuggire dall’Avana con ogni mezzo ed un’intensità che non si vedeva dai tempi del crollo dell’ex Unione Sovietica. Invece a farlo è stato il Nobel per la pace, dal quale nessuno si aspettava una mossa del genere, a parte forse le autorità del regime dell’Avana, particolarmente felici perché Obama ha anche chiuso il programma “Parole”, con cui gli Stati Uniti accoglievano, inserendoli nelle loro strutture ospedaliere, i tanti medici cubani in fuga dal “paradiso” castrista.

http://www.occhidellaguerra.it/cuba-la- ... ata-obama/



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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 17/01/2017, 19:23 
Pane al pane

Donald Trump: "Europa asservita alla Germania"

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Forza Trump, manda kaputt la Germania. L' intervista del presidente in pectore degli Stati Uniti concessa all' inglese Sunday Times e alla tedesca Bild ha fatto capire che, oltre alla Cina, l'avversario numero uno della Casa Bianca sarà la Germania. Come al solito Donald non ha usato giri di parole. Prima bomba: "Angela Merkel è di gran lunga il leader europeo più importante, d' altronde se guardate all' Ue, di fatto è un veicolo per gli interessi della Germania".

Seconda bomba: "Credo che la Merkel abbia compiuto solo un catastrofico errore e cioè l' aver fatto entrare tutti quegli illegali. E se gli inglesi non fossero stati costretti a fare entrare tutti quei rifugiati, così tanti, con tutti i problemi che comporta... credo che non avremmo avuto la Brexit". Terza: "Credo che altri Paesi della Ue se ne andranno. Penso che tenere tutti insieme non sarà facile come qualcuno può pensare". Quarta, a proposito di Brexit: "Subito dopo essere entrato alla Casa Bianca vi sarà rapidamente un accordo commerciale fra Usa e Gran Bretagna: molto in fretta - ha detto - sono un grande fan del Regno Unito. Lavoreremo con forza per farlo in fretta e bene. Sarà buono per le due parti". Quinta: "La Nato è obsoleta. Non è attrezzata per combattere il terrorismo islamico e i suoi membri si appoggiano sull'America, non pagano quello che dovrebbero pagare". Un accordo con Putin? Si può fare. Sesta, diretta proprio a Berlino: «Potrei imporre una tassa del 35% sulle importazioni della Bmw, se la compagnia tedesca continuerà a mantenere il progetto di costruire un impianto in Messico".
Settima bomba finale, sempre contro i tedeschi: "Nel commercio ci vuole reciprocità e nel settore delle automobili tra Germania e Stati Uniti non può funzionare a senso unico: Sarà necessario riequilibrare i flussi commerciali con Berlino. Se andate sulla Quinta strada vedete che tutti hanno una Mercedes Benz davanti a casa, non è così? Il fatto è che non c' è reciprocità. Quante Chevrolet vedete in Germania? Poche, forse nessuna. È una via a senso unico, deve funzionare da entrambe le parti".

Purtroppo, per i tedeschi, le minacce in campagna elettorale stanno diventando realtà. Poco dopo l' elezione di Trump la Vda, cioè l' associazione delle imprese dell' auto tedesche, aveva già lanciato l' allarme: "Bisogna temere il fatto che gli Stati Uniti sotto la nuova presidenza si concentreranno soprattutto sulla loro economia interna, a spese dei flussi di commercio e delle relazione internazionali». In effetti il nuovo inquilino della Casa Bianca aveva sempre parlato di dazi, per mettere a dieta le importazioni e ricreare la manifattura a stelle e strisce. Chi meriterebbe barriere doganali? La Cina, patria delle imprese americane delocalizzate ma anche regina dell' export a basso costo. Una pratica diffusa anche in Germania, che grazie al suo boom fuori confine ha inanellato un surplus di oltre 900 miliardi, violando ripetutamente i trattati europei che invece prevedono un limite al 6% nel rapporto surplus-Pil. Il ragionamento di Donald è semplice: bisogna fare girare i soldi, non tenerli in cassaforte. Berlino, come dicevamo, ha quasi 1.000 miliardi fermi, Pechino circa 3.000. E come farli girare? Minacciando sanzioni, appunto, ma con intelligenza, per non danneggiare il Pil Usa.

Il terreno di manovra non è semplice. La Germania, tenendo per sè tutti i frutti dell' export, mette a rischio l' unità europea e di conseguenza l' euro. Una politica protezionistica americana sarebbe un duro colpo per l' industria teutonica, capace di sfruttare l' assenza di barriere alle proprie esportazioni e il basso costo del lavoro, per inondare di made in Germany i mercati. Per dare due numeri: in ballo ci sono oltre 100 miliardi di esportazioni verso gli Usa e ben 1,5 milioni di posti di lavoro in Germania, collegati proprio al mercato statunitense.

Se Berlino però rinunciasse al suo surplus e iniziasse a spendere per ammodernare le sue infrastrutture, cambierebbe tutto. Nella vecchia Ue tornerebbero a girare i soldi, con grandi benefici anche per le imprese italiane. Una boccata d' ossigeno non indifferente, visto che i tedeschi sono i nostri primi partner commerciali. Investimenti significano posti di lavoro. Più consumi.
Più inflazione. Insomma, ripresa vera.

Ma la Germania forse si arroccherà, come nelle ultime due guerre mondiali, e rischierà di finir male. Toccherà insomma ai soliti americani, capitanati da Trump, far pulizia. Nell' attesa della liberazione dal giogo teutonico possiamo intanto sfruttare il dollaro forte che piace al neo presidente Usa: "L'effetto della svalutazione dell' euro - ha scritto l' economista tedesco Daniel Gros- sarà tre volte più forte in Italia che in Germania".
E allora forza Trump.

http://www.liberoquotidiano.it/news/est ... mania.html



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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 17/01/2017, 19:32 
[:291]

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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 17/01/2017, 19:36 
Tremonti: «Trump fa la Storia è finita l’utopia della globalizzazione»
L’ex ministro dell’Economia, unico italiano invitato alla cerimonia d’insediamento del nuovo presidente americano: non è la fine del mondo ma sarà la fine di “un” mondo

«È la fine di un’epoca. La fine dell’utopia della globalizzazione. E, seppur in modo soft, questa data ha una portata storica simile alla caduta del comunismo». La data in questione è il 20 gennaio prossimo, l’Inauguration day dell’era di Donald Trump alla Casa Bianca. Giulio Tremonti, al momento, è (forse) l’unico italiano sicuro di un invito alla cerimonia d’insediamento. E ci sarà. «C’ero nel 2001 all’insediamento di George W. Bush e ci sarò anche stavolta, invitato da esponenti del partito repubblicano e del Congresso americano».

Professore, non le pare eccessivo evocare l’estinzione della globalizzazione?

«Qualche giorno dopo le elezioni americane, Obama disse a Berlino che la vittoria di Trump non sarebbe stata la fine del mondo. Non è stata la fine del mondo ma sarà la fine di “un” mondo. La giovane talpa populista ha via via scavato il terreno su cui la globalizzazione aveva costruito nell’ultimo ventennio la sua cattedrale».

In Gran Bretagna, provocando la Brexit. E negli Stati Uniti, con l’elezione di Trump.

«Esattamente. Quella che sta crollando è un’utopia. L’utopia della globalizzazione. Un’utopia che era stata costruita sulla base di due formule chiare e interconnesse: “politically correct” e “responsibility to protect”. È durata vent’anni esatti. Lanciata nel gennaio del 1996 col secondo mandato alla Casa Bianca di Bill Clinton, immaginata come l’anno zero dell’umanità, articolata come progetto di creazione dell’uomo nuovo e di un mondo nuovo. L’uomo nuovo è il consumatore ideale, l’uomo a taglia unica, a cui vanno cancellate radici e tradizioni, in tutto e per tutto conforme allo schema ideale del consumo e del comportamento politicamente corretto. Uno degli ultimi atti di questa presidenza è stato l’adattamento in logica gender delle toilette degli edifici federali...».

E il mondo nuovo?

«È quello verso il quale andava esportata la democrazia. In Jugoslavia alla fine degli anni Novanta così come in Siria negli anni Duemila. Stesso processo. Esportare la democrazia come se fosse un hamburger di McDonald’s. Persino io, che di queste cose mi sono sempre occupato, non ho fatto due più due: la globalizzazione non riguardava solo le dinamiche economiche ma anche quelle politiche. E i suoi sacerdoti la celebravano come una religione».



È sicuro che tutto questo sia il passato?

«Nel glorioso ventennio della globalizzazione, il conflitto millenario tra potere e denaro è stato superato: il denaro ha battuto e assorbito il potere. Il derby tra Imperatore e Creso l’ha vinto Creso. Con una specifica. Creso non voleva solo fare i soldi ma anche occuparsi degli interessi dell’umanità. L’umanità se n’è accorta e si è ribellata. E da lì il “populismo” ha iniziato a prendere forza».

Secondo lei, Trump ne è consapevole?

«Penso proprio di sì. Durante la campagna elettorale, i democratici l’hanno preso alla lettera ma non l’hanno preso sul serio. Adesso lui farà le cose sul serio anche se non alla lettera. Non altererà la globalizzazione economica a vantaggio del protezionismo ma introdurrà i dazi e si occuperà della manutenzione dei trattati commerciali. Così come non cancellerà del tutto la riforma sanitaria di Obama ma la riformerà pesantemente».



Pensa che Trump rischi di uscire ammaccato dai report dell’intelligence sui suoi rapporti con la Russia? O che, come vale per il M5S in Italia, il populismo resista, nell’immediato, a scandali e figuracce?

«Credo di più alla seconda ipotesi. Quanto ai rapporti dell’intelligence su Trump e Russia, soprattutto vista la tempistica, non gli darei molto peso».

Che effetto può avere la presidenza Trump sull’Europa?

«L’Ue è un’astrazione materializzata da un nome. Ho la sensazione che la presidenza Trump privilegerà la strada dei rapporti bilaterali con i singoli Stati».

Chi può essere l’interprete italiano di questa nuova epoca?

«È impossibile dirlo. È probabile che in politica tornino le formule nazionali, il made in Italy».

http://www.corriere.it/esteri/17_gennai ... resh_ce-cp



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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 17/01/2017, 19:45 
Io non mi fido di nessun presidente Americano,più o meno sono tutti uguali,Trump vuole portare la Germania al collasso come fu dopo la prima guerra mondiale e per poi aiutarla ad armarsi ed incitarla a scagliarsi con una guerra contro la Russia.
Ed è chiaro anche che l'America ci giova che le nazioni Europee siano divise tra loro così loro imperano. [:291]


Ultima modifica di bleffort il 17/01/2017, 19:48, modificato 1 volta in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 17/01/2017, 19:48 
[:D] Vorresti che fosse la "madre Russia" a farlo ...? [:300]



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 Oggetto del messaggio: Re: Mr. President Trump
MessaggioInviato: 17/01/2017, 19:49 
Ufologo 555 ha scritto:
[:D] Vorresti che fosse la "madre Russia" a farlo ...? [:300]

A fare che??. [:296]


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