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Re: Mr. President Trump

24/01/2017, 18:48

Eh lo so, ma ormai certe parole, usate in senso dispregiativo sono diventate d'uso comune per indicare i nemici dei "democratici".

Perché le demonizzazione dell'avversario é una loro regola!
Purtroppo é con i termini martellati a sproposito che intortano la gente, e qua in Italia il giochetto subdolo riesce benissimo!

Re: Mr. President Trump

24/01/2017, 19:17

TheApologist ha scritto:L'italiano appena sente quella parola va in tilt e ficca la testa nella sabbia. Lasciando fuori il deretano...



Per quello dico e ripeto che fin quando festeggeremo il 25 Aprile non ci uniremo mai! In effetti siamo ancora all'8 Settembre (Esistono ancora i ... partigiani!?). [:246]

Re: Mr. President Trump

24/01/2017, 19:29

La roba che fa ridere é che più passano gli anni, più agitano lo spettro del fascismo! Va a finire che a forza di chiamarlo... :D

Re: Mr. President Trump

24/01/2017, 19:37

Politica estera Usa
Sorpresa: il "protezionista" Trump preoccupa eccome le altre potenze

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Tra i tanti cambiamenti attesi dalla nuova Amministrazione Trump uno riguarderà sicuramente la gestione della politica estera che si preannuncia quantomai diversa da quella seguita negli anni della Presidenza Obama. Ed uno dei dossier più delicati verterà sulle relazioni con la Russia. Pur avendo fin dall’inizio dichiarato come fosse sua intenzione aprire una nuova fase con il Cremlino, Trump cinque giorni fa, in due interviste rilasciate al “The Times” ed al “The Wall Street Journal”, ha però criticato l’azione di Putin in Siria e ribadito come la sua Amministrazione intende mantenere al momento le sanzioni contro Mosca per i cyber attacchi russi avvenuti durante le elezioni, sottolineando comunque come queste potrebbero essere eliminate se la Russia si dimostrasse pronta a collaborare su alcuni argomenti ed a mostrarsi disponibile ad aprire un negoziato per la riduzione delle armi nucleari.

Se da un lato la nomina di Rex Tillerson come Segretario di Stato costituisce, a detta degli osservatori, un segnale di apertura verso il Cremlino, dall’altro non manca però chi al contrario ritiene come la linea di Trump non cambierà da quella fin qui seguita e che alla fine il nuovo corso nei rapporti con Mosca registrerà solo dei cambiamenti d’immagine non particolarmente significativi sul piano diplomatico.

Ed a sostegno di questa opinione si citano le dichiarazioni effettuate dal Segretario al Tesoro designato Steve Mnuchin nel corso del dibattito per la conferma alla sua designazione davanti alla Commissione Finanze del Senato, nelle quali ha sottolineato come sia sua intenzione applicare le sanzioni alla Russia nella loro totalità, nonché da quello alla Difesa Mattis per cui i tentativi russi di indebolire la NATO costituiscono il principale pericolo per la sicurezza degli Stati Uniti.

Inoltre, tra gli stessi esponenti Repubblicani non mancano i critici verso il possibile riavvicinamento con Mosca, tanto che i senatori John Mc Cain e Lindsay Graham, nel corso della loro recente visita in Estonia, hanno riaffermato l’impegno di Washington nella NATO e nella conseguente difesa delle repubbliche baltiche. Non è un caso quindi che all’interno del mondo politico e tra gli esperti russi in questi ultimi giorni si sia diffuso un notevole scetticismo sulla linea politica che la nuova Amministrazione di Donald Trump adotterà verso Mosca e che il ritorno ad una normalità nei rapporti tra Washington e Mosca non sarà certo facile.

Non meno importante sarà poi la questione riguardante i rapporti con la Cina che la gran parte degli analisti ritiene andranno significativamente a peggiorare. Se durante le Amministrazioni di George W. Bush e Barack Obama le relazioni tra Washington e Pechino sono state contrassegnate da un approccio pragmatico e sostanzialmente moderato, all’interno del quale, mentre sul piano politico gli Stati Uniti contrastavano la crescente forza militare cinese in Asia consolidando i legami con i loro storici alleati regionali, su quello economico i due Paesi operavano in un sostanziale quadro di libero scambio da cui traevano entrambi vantaggio, che in sostanza si traduceva nella possibilità per il consumatore americano di acquistare sul mercato prodotti a basso costo e per l’operaio cinese di avere a disposizione numerosi posti di lavoro, con Trump questa equazione potrebbe invece essere messa in discussione.

Il nuovo Presidente vede infatti la crescita cinese come il risultato della politica monetaria basata sullo Yuan debole attuata da Pechino ed il rinnovato espansionismo della Cina come un pericolo per la sicurezza americana, tanto che Trump ha dichiarato di voler rafforzare i legami con il Giappone e di condividere la prospettiva che Tokyo e Seoul si dotino di un proprio dispositivo nucleare, aggiungendo di essere pronto a rivedere i rapporti commerciali con la Cina se questa non s’impegnerà più efficacemente nel controllare la Corea del Nord ed il suo programma nucleare.

Ed a rendere più problematici i rapporti con Pechino potrebbe contribuire poi la posizione assunta dalla nuova Amministrazione nei confronti di Taiwan. Da quando Carter procedette al riconoscimento formale della Cina Popolare nel 1979, gli Stati Uniti, pur non avendo mai firmato ufficialmente questa dichiarazione di principio al momento dell’apertura delle relazioni diplomatiche con Pechino, al pari della stragrande maggioranza dei membri della comunità internazionale, riconosce l’esistenza di “una sola Cina”. Tuttavia, i legami economici, politici e militari tra Washington e Taipei non sono mai venuti meno, tanto che in base al “Taiwan Relation Act” gli Stati Uniti si impegnano a difendere l’isola se questa venisse attaccata. Subito dopo la sua affermazione, Trump ha così prima accettato la telefonata di congratulazioni del Presidente taiwanese Tsai In-weng e poi invitato a partecipare alla cerimonia del suo insediamento una delegazione guidata dall’ex – Premier dell’isola Yu Shyi-kun, due gesti che hanno sollevato le dure proteste di Pechino.

Pure se Trump ha dichiarato come il principio di “una sola Cina” sia negoziabile, è tuttavia opinione dei commentatori che la Casa Bianca non si spingerà fino alla sua negazione, anche se non si può escludere che la nuova Amministrazione cercherà di favorire una maggiore visibilità internazionale di Taiwan e “rivedere” la questione dell’esistenza di “una sola Cina” adattandola al nuovo quadro geopolitico internazionale proprio allo scopo di contrastare la sempre più assertiva politica estera cinese.

https://www.loccidentale.it/articoli/14 ... re-potenze

Re: Mr. President Trump

24/01/2017, 19:55

Giudicate Trump dai suoi nemici

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Protesta femminista contro Trump


“Se un uomo si giudica dai suoi nemici, non meno che dai suoi amici”, come suggerì sapientemente lo scritto inglese Joseph Conrad, allora giudichiamo loro. Lasciamo da parte per un secondo le polemiche sul discorso inaugurale, sulle paure e i rischi della nuova presidenza americana per descrivere prima la folla che ha protestato nel fine settimana contro Donald Trump. Sì perché mentre la televisione italiana presentava l’evento, non solo gonfiando i numeri e usando foto di folle oceaniche di altri eventi, ma come una marcia democratica e pacifica di donne con indosso simpatici cappellini rosa, in realtà accadeva tutt’altro.

Infatti, sebbene l’attrice Ashley Judd, abbia letto di fronte a una schiera di progressisti agguerriti il poema di una bambina che “sente la presenza di Hitler in queste strade”, un video-amatore ha domandato ad alcuni manifestanti vestiti di nero: “Chi siete?”. Risposta: “Siamo i Satanic Temple, siamo atei e satanisti, siamo contro Trump perché sta per toglierci la maggior parte dei nostri diritti”. I Satanic Temple sono una setta divenuta nota in America negli ultimi anni grazie al potere acquisito durante la presidenza Obama di parlare contro Dio e che ha ottenuto la rimozione di simboli religiosi nelle istituzioni pubbliche rimpiazzati da quelli satanici. Di fronte agli adoratori del diavolo spaventati da Trump, basta chiedersi se avrebbero reagito allo stesso modo anche al cospetto di Hitler per rendersi conto che l’accostamento fra i due personaggi è quanto meno inopportuno.

Ma per comprendere ancora meglio chi sia il nemico del 45esimo presidente Usa bisogna ascoltare quello che ha affermato la pop star Veronica Luisa Ciccone, lei che ha osato appropriarsi del nome della madre di Dio per salire sui palchi di mezzo mondo incarnando esattamente l’opposto della Nuova Eva: “Benvenuti nella rivoluzione dell’amore, nella ribellione di chi non vuole accettare questa era di tirannia (…) ci è voluto questo momento di tenebre per svegliarci (…) il bene non ha vinto in queste elezione. Ma alla fine il bene vincerà”. Anche qui, per rendersi conto di quello che Trump rappresenta, è sufficiente domandarsi a chi la Ciccone, scimmiottatrice dell’unica Madonna, si è sempre voluta ribellare e quale sia il bene a cui ha richiamato generazioni di donne. Così si capirebbe facilmente il gioco degli avversari del presidente, che usano e sovvertono i termini biblici per confondere persino le menti cristiane. Infine, ovviamente, in nome dell’amore, la pop star ha dichiarato: “Ho pensato spesso a come far saltare in aria la Casa Bianca” e ha salutato il nuovo presidente con una canzone in cui gli dava del “testa di c…” ripetendogli più volte “vaff…”. Con lei centinaia di manifestanti gridavano sguaiatamente con in testa un cappellino che simboleggia la vagina. E c’è chi è arrivato fino alla blasfemia più rivoltante con cartelli che rappresentavano la Madonna di Guadalupe sotto sembianze così gravi da non poter essere nemmeno descritte.

Una manifestazione così preparata (basta il dettaglio dei centinaia di cappellini identici distribuiti ai presenti e dei fiumi di cartelli con richiami identici) da essere difficilmente catalogabile come spontanea. La stessa professoressa e giornalista Asra Nomani, femminista dichiarata, ha analizzato le 403 organizzazioni che hanno aderito pubblicamente alla manifestazione scoprendo che Soros “finanzia o ha relazioni strette con almeno 56 di queste”, incluso il colosso Planned Parethood, che si oppone alla politica anti abortista di Trump. Per capirci Soros è quello che ha cercato di corrompere l’episcopato americano durante la recente visita del papa in Usa, perché convinto che per cambiare il mondo bisogna cambiare la dottrina della Chiesa cattolica. Anche qui non è difficile immaginare da che parte stia Trump se ad odiarlo ferocemente sono gli anticlericali e gli abortisti. Ovviamente erano presenti alla marcia anche tutte le lobby Lgbt (la sezione dei loro diritti è stata rimossa dal sito Casa Bianca) i cui adepti hanno sfilato in atteggiamenti sodomiti.

Non solo, perché ad odiare il presidente (“We love trump’s hate” recitava democraticamente uno dei tanti cartelli “pacifici”) sono anche associazioni islamiche estremiste. Nomani, infatti, ha scoperto che fra gli organizzatori della marcia c’era anche Linda Sarsour, presidentessa dell’associazione Arab American di New York, vicina ad Hamas e al gruppo Council on American Islamic Relations, vicino alla Fratellanza Musulmana. Come lei ha parlato anche Angela Davis ex latitante e membro del Partito Comunista ed era presente pure l’anarchica texana Lisa Fithian che due giorni prima della manifestazione ha attaccato il vice presidente cristiano Mike Pence (insultato durante la marcia con cartelli di una volgarità imbarazzante) così: “Siamo qui per celebrare la liberazione queer (liberazione dello stile di vita arcobaleno, ndr)”. Anche l’ex terrorista mai pentito Bill Ayers (amico di vecchia data di Obama) ha scritto sul suo blog che avrebbe partecipato alla marcia. Presenti le sigle e altri personaggi della sinistra più estrema. Il giorno prima, durante la cerimonia di insediamento, i “black bloc” avevano già spaccato le vetrine dei negozi come McDonald’s e delle banche del paese (217 di loro sono stati arrestati).

Ma se un uomo si giudica anche dagli amici, basti dire che a favore di Trump hanno invece parlato i patrioti, diversi pastori cristiani, i siti pro life, la classe media e la maggioranza dell’America profonda legata ai valori della tradizione americana che lo ha votato. Quella che ascoltando il discorso di Trump, che non ha citato un Dio generico, ma un Creatore a cui chiedere “aiuto per fare il presidente”, ha tirato un sospiro di sollievo. Quella che sa che non c’è dialogo senza un’identità forte e che non esiste prosperità globale senza un’economia locale stabile. Quella che ha gioito nel leggere la lettera di Trump ai cattolici sul fatto che la libertà religiosa, seriamente messa in pericolo dai democratici, sarebbe stata protetta insieme alla vita nascente (ieri ha tolto i finanziamenti ai programmi internazionali di Planned Parenthood). Quella che ha sperato quando si è sentita promettere che alla Corte Suprema sarebbe stato nominato un difensore della legge naturale. Davanti a uno schieramento simile non sembra più tanto imprudente decidere da che parte stare. Perché, nel bene o nel male, non fosse per le mistificazioni mediatiche dovrebbe essere facilissimo, oltre che opportuno, scegliere.

Infine, per rispondere a chi ha colto l’occasione del recente e subito ritrattato appoggio di Grillo a Trump (evidentemente opportunista visti gli attacchi al candidato repubblicano durante la campagna elettorale) per incasellare il presidente Usa fra i populisti disfattisti senza un’alternativa propositiva, occorre ammettere che la ricetta fino ad ora pennellata dal presidente pare solidale e tutt'altro che demagogica. Visto che, a differenza di Grillo, Trump non è mai andato a braccetto con la cultura di massa dei diritti che ha sfilato contro di lui. Per la stessa ragione a chi ha fatto il paragone con Mussolini che parlava di patria e religione per mantenere il potere, bisogna dire che l'accostamento è storicamente inaccettabile: parlare di Dio Creatore e di patria per accattivarsi un’Italia ancora cattolica è diametralmente opposto al farlo nell'America dell’era laicista, globalizzata ed ecologista.

http://www.lanuovabq.it/it/articoli-giu ... -18736.htm

Re: Mr. President Trump

24/01/2017, 20:05

Ufologo 555 ha scritto:E vai! [^]


Trump firma il primo decreto contro le politiche sull'aborto

Torna in vigore la politica abolita da Obama. Stop ai finanziamenti per le Ong


Ottimo. [^]

Re: Mr. President Trump

24/01/2017, 21:17

LIKE A BOSS!

Guarda su youtube.com

[:264]

Re: Mr. President Trump

24/01/2017, 22:52

Putin avverte di un prossimo colpo di Stato contro Trump
http://www.controinformazione.info/puti ... tro-trump/

Un estratto dell'articolo....

Sembra chiaro che si è scatenata una guerra sotterranea tra il Pentagono e la CIA, mentre Trump ha aperto molti fronti, contemporaneamente, contro gli onnipotenti rivali: contro le due dinastie liquidate, quella dei Bush e quella dei Clinton, oltre ad Obama; contro la CIA; contro Hollywood; contro i multimedia, in particolare la CNN; contro il megaspeculatore fomentatore del caos globale George Soros, ecc..
Io, personalmente avevo avvisato che è in pericolo la vita di Trump, come ha sostenuto successivamente anche il parlamentare britannico George Gallloway, il quale mette in allerta “che la CIA sta preparando l’assassinio di Trump”.


Continua>>> http://www.controinformazione.info/puti ... tro-trump/

Re: Mr. President Trump

24/01/2017, 23:21

Thethirdeye ha scritto:[wbfw]Putin avverte di un prossimo colpo di Stato contro Trump
http://www.controinformazione.info/puti ... tro-trump/



Un golpe contro Trump lo vedo assai difficile. In Usa sono circa 300 milioni di abitanti e si stima che vi siano circa 260 milioni di armi, si scatenerebbe una guerra civile senza eguali. Se davvero vogliono farlo fuori useranno altri metodi meno dirompenti ma altrettanto efficaci, tuttavia le conseguenze non saranno certo delle più facili perché l'America di oggi non è l'America di Kennedy. A mio parere non accadrà proprio nulla, Trump farà il suo mandato e molti che oggi lo criticano lo apprezzeranno per cui magari farà anche il bis.

ps: ma è proprio lui?

Re: Mr. President Trump

25/01/2017, 11:14

caro sottovento,
ma è proprio lui?


naturalmente!!
vedi in
https://it.wikipedia.org/wiki/Donald_Trump

la parte "cinema"

e , sugli extraterrestri, vedremo se si verificherà la "profezia " [8D] (già citata nel topic).....

Trump è stato protagonista di una storia della serie a fumetti, Martin Mystère, in particolare della storia pubblicata nell'Almanacco del Mistero 1990 intitolata Condominium, ovvero come Trump salvò la Terra. In questa storia il protagonista, sfrattato di casa, si rivolge a un'agenzia immobiliare che si rivela essere gestita da extraterrestri che vogliono conquistare la Terra, ma l'intervento del miliardario Trump salva la situazione in quanto diventa loro socio.[210]



ciao
mauro

Re: Mr. President Trump

25/01/2017, 12:27

magari si avvera ciò che disse il viaggiatore titor

Re: Mr. President Trump

25/01/2017, 17:15

Facciamo un po' qualche calcolo ... [^]


Le inaugurazioni di Trump e Obama


La stampa Usa si è scatenata nella stima delle persone presenti alla cerimonia inaugurale di Trump, proponendo paragoni ingenerosi con l’apertura della presidenza Obama. Se i media mainstream hanno dunque potuto cullarsi nella presunta scarsa affluenza alla cerimonia del neo-Presidente, alcune considerazioni preliminari e contestuali non possono essere evitate.

Va innanzi tutto considerato che non esistono stime ufficiali sulle dimensioni delle manifestazioni negli Usa. Fino al 1995 vi provvedeva il National Park Service, ma fu sommerso di critiche (e anche minacce legali da parte della Nazione Islamica) quando stimò in 400.000 i partecipanti della Million Man March afro-americana. Da allora esistono solo stime non ufficiali, in genere proposte da organizzatori e giornalisti. I media americani, che non simpatizzano per Trump, si sono scontrati col portavoce della Casa Bianca, Sean Spicer, il quale si è permesso di avanzare una stima differente.
LEGGI ANCHE
Wikileaks, Clinton accusa Putin

Probabilmente, stando alle foto pubblicate dai media, Spicer ha torto – ma non hanno meno torto i commentatori mainstream quando considerano “fatti” (vedi polemica contro Kellyanne Conway) delle semplici stime. Ad esempio, tutti i media liberal (che sono la grande maggioranza negli Usa) presentano come un fatto che la prima inaugurazione di Obama abbia raccolto 1,8 milioni di persone. Tale stima è però contestata: ad esempio il professore Steve Doig (Arizona State University), specializzato nel misurare le dimensioni delle manifestazioni, ritiene che la cifra reale sia di 800.000; anche altri specialisti ritengono la stima “giornalistica” della mega-affluenza per Obama non solo falsa, ma persino inverosimile. Adottando il metro di giudizio che i giornalisti applicano agli altri, si dovrebbe concluderne che stanno spacciando imperterriti, da otto anni, una fake news.

Assumiamo pure, tuttavia, che l’irrealistica stima di 1,8 milioni di persone all’Obama I sia vera. Quando i media comparano l’inaugurazione di Trump proprio con quest’ultima, compiono un primo atto di selezione delle informazioni pro domo loro. Infatti scelgono quella che si ritiene essere l’inaugurazione con più pubblico di sempre: un’inaugurazione storica poiché del primo presidente nero. Inoltre all’epoca il tempo era più sereno e, questione per nulla secondaria, gli oppositori di Obama non inscenarono manifestazioni violente come invece hanno fatto quelli di Trump, con l’esplicito disegno di impedire l’accesso all’inaugurazione. Duecento manifestanti violenti sono stati arrestati quel giorno a Washington, sei poliziotti feriti, numerosi danni cagionati alla città. Sullo sfondo, un’ondata di violenze che in tutto il Paese hanno colpito sostenitori veri o presunti di Trump.

All’inaugurazione di Trump hanno partecipato tra 250mila (la stima giornalistica più bassa) e 900mila (stima degli organizzatori) persone. Cifre che non sfigurano, talvolta superano, quelle dei presidenti che hanno preceduto Obama. Ad esempio George W. Bush è accreditato di una presenza tra le 300.000 e le 400.000 persone alle sue inaugurazioni. Inoltre secondo la società Nielsen, l’inaugurazione di Trump è stata seguita in tv da 30,6 milioni di spettatori – dieci milioni in più anche dell’Obama II.

Infine, va considerato che le inaugurazioni di presidenti democratici hanno storicamente un’affluenza maggiore. Prima che la dubbia stima di cui sopra catapultasse Obama nell’Olimpo, si ritene che il maggior successo di pubblico fosse stato ottenuto da Lyndon Johnson nel 1965, con 1,2 milioni di presenti (stima ufficiale in questo caso). Per fare un raffronto, nel 1981 Ronald Reagan, destinato a diventare uno dei Presidenti più popolari di sempre, raccolse appena 10mila persone.

Ciò si può spiegare, oltre che con una probabile maggiore propensione dei democratici alla militanza, anche col fatto che le cerimonie d’insediamento si tengono a Washington. Parliamo di una città in cui Trump ha raccolto appena il 4,6% dei voti, stretta tra due roccaforti democratiche come Maryland e Virginia, e relativamente vicina al New England, che assieme alla California è il maggiore bacino elettorale del Partito Democratico.

Insomma: questo dato, dubbio e impreciso tra l’altro, non ha alcun concreto valore politico, così come non ce l’ha il fatto che la “marcia delle donne” abbia coinvolto più persone di quella dei “motociclisti per Trump”: le istituzioni democratiche americane funzionano in base ai risultati delle elezioni, non delle manifestazioni di piazza. Donald Trump quelle elezioni le ha vinte, e ciò gli dà piena legittimità a governare.

http://www.occhidellaguerra.it/20470-2/

Re: Mr. President Trump

25/01/2017, 17:52

comunque la foto che gira sui social dove a sinistra si vede l'insediamento di obama tutto pieno di persone e a destra l'immagine di trump con le piazze mezze vuote è in mala fede. mi ricordo benissimo dalle riprese tv che durante l'insediamento di trump le piazze di fronte erano stra piene, mentre quando era tutto finito era mezzo vuoto. infatti i dem, femministe e altri anti trump spacciano proprio questa foto della fine manifestazione come foto ufficiale, dicendo che no c'era un cane a vederlo.

Re: Mr. President Trump

25/01/2017, 18:03

xfabiox ha scritto:comunque la foto che gira sui social dove a sinistra si vede l'insediamento di obama tutto pieno di persone e a destra l'immagine di trump con le piazze mezze vuote è in mala fede. mi ricordo benissimo dalle riprese tv che durante l'insediamento di trump le piazze di fronte erano stra piene, mentre quando era tutto finito era mezzo vuoto. infatti i dem, femministe e altri anti trump spacciano proprio questa foto della fine manifestazione come foto ufficiale, dicendo che no c'era un cane a vederlo.

E se avessero ragione gli anti Trump??
Allora, come si dice dalla mie parti, sarà stato lo Spirito Santo a dargli tutti quei voti.
Mi sa che emigro negli USA, lontano da tutti sti italiani atei. [:302] [:302]

Re: Mr. President Trump

25/01/2017, 18:33

le istituzioni democratiche americane funzionano in base ai risultati delle elezioni, non delle manifestazioni di piazza. Donald Trump quelle elezioni le ha vinte, e ciò gli dà piena legittimità a governare.


Appunto, quindi i comunistelli e le signorinelle radical-chic se ne facciano una ragione tanto Trump non lo schioda nessuno......almeno spero!
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