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 Oggetto del messaggio: Re: Povera Italia.. (seconda parte)
MessaggioInviato: 09/02/2017, 16:56 
Roba da Unione Sovietica. Evidentemente certi strumenti di propaganda che sembravano ingenui e perduti nel tempo su qualcuno fanno ancora presa. Dopo aver fatto carne di porco dei diritti di tutti i lavoratori stiamo anche a elogiare chi calpesta buttando nel cesso la Costituzione in diretta eurovisione.
Cita:
Sanremo 2017, dite a ‘L’impiegato modello’ che le ferie sono un diritto

http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/02 ... o/3379082/



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 Oggetto del messaggio: Re: Povera Italia.. (seconda parte)
MessaggioInviato: 09/02/2017, 17:18 
mik.300 ha scritto:

Juve-Inter, polemica infinita
Elkann: «Non sanno perdere»

L’azionista del club bianconero attacca la società nerazzurra
«È strano, dovrebbero essere abituati alle sconfitte»

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Una volta tanto che ne dice una giusta bisogna dargliene atto [:298]

Grande il nostro presidente ebreo massone mondialista :°)



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 Oggetto del messaggio: Re: Povera Italia.. (seconda parte)
MessaggioInviato: 09/02/2017, 17:44 
MaxpoweR ha scritto:
mik.300 ha scritto:

Juve-Inter, polemica infinita
Elkann: «Non sanno perdere»

L’azionista del club bianconero attacca la società nerazzurra
«È strano, dovrebbero essere abituati alle sconfitte»

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Una volta tanto che ne dice una giusta bisogna dargliene atto [:298]

Grande il nostro presidente ebreo massone mondialista :°)


gli interisti sono abituati a perdere
xchè la juvents è abituata a rubare..

MIMI & COCO

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non seguo il calcio da 15 anni..



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Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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 Oggetto del messaggio: Re: Povera Italia.. (seconda parte)
MessaggioInviato: 09/02/2017, 17:59 
e allora non sai di cosa parli [:246]



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 Oggetto del messaggio: Re: Povera Italia.. (seconda parte)
MessaggioInviato: 09/02/2017, 20:02 
Gentiloni dalla May:

"Inutile dire che non c'è nessun invito a Putin per Taormina".

Babbeo.



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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 Oggetto del messaggio: Re: Povera Italia.. (seconda parte)
MessaggioInviato: 09/02/2017, 20:36 
Thethirdeye ha scritto:
Gentiloni dalla May:

"Inutile dire che non c'è nessun invito a Putin per Taormina".

Babbeo.


Deve scorrere il sangue o altrimenti di sti cyborg non ci libereremo mai.



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 Oggetto del messaggio: Re: Povera Italia.. (seconda parte)
MessaggioInviato: 09/02/2017, 23:59 
Peccato, il G7 sarebbe una grandissima occasione di riallacciare i rapporti con Putin e togliere quelle stupide sanzioni alla Russia (e sarebbe ora perché danneggiano in modo particolare l'Italia).
Cita:

Due anni d’embargo russo costano all’Italia 7,5 miliardi
I dati di Coldiretti: colpiti tutti i settori, a cominciare dal tessile. Ma pesanti le ripercussioni sulla filiera agroalimentare.


http://www.ecodibergamo.it/stories/Econ ... 195913_11/



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 Oggetto del messaggio: Re: Povera Italia.. (seconda parte)
MessaggioInviato: 10/02/2017, 10:09 
MaxpoweR ha scritto:
e allora non sai di cosa parli [:246]



meglio non sapere..

comunque l'idea che idioti analfabeti
guadagnino cifre spropositate

mi manda ai matti..
preferisco non essere complice di questa assurdità..
e ingiustizia..
non seguo per principio..
pure se girano in ferrari e bentley
e si trombano belle gnocche (col cervello non pervenuto, come loro)
umanamente sono tutte mezze segh.e

x tornare in tema certe volte
la mediocrità, l'eccessivo tiriamo a campare,
cerchiobottando un pò qua e un pò la,
il tono dimesso quasi da verme strisciante di gentiloni
fa veramente cadere le braccia..

sembra don abbondio,
c avete fatto caso..?


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Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


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 Oggetto del messaggio: Re: Povera Italia.. (seconda parte)
MessaggioInviato: 10/02/2017, 13:11 
a me sembra solo un pupazzo -_-



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 Oggetto del messaggio: Re: Povera Italia.. (seconda parte)
MessaggioInviato: 10/02/2017, 13:34 
Cita:
Dal 2017 niente più indennità di disoccupazione per i co.co.co
Istituita nel 2015, la Dis-Coll era stata prorogata per l'anno scorso, ma adesso 300mila persone resteranno senza copertura in caso di perdita del lavoro


http://www.ilfoglio.it/economia/2017/02 ... co-119642/


Avete capito? Si fa tutto per aiutare la golf cup ma ai co.co.co niente più disoccupazione.



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 Oggetto del messaggio: Re: Povera Italia.. (seconda parte)
MessaggioInviato: 10/02/2017, 13:49 
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 Oggetto del messaggio: Re: Povera Italia.. (seconda parte)
MessaggioInviato: 10/02/2017, 13:53 
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(Una volta, 'sti zozzi, rubavano pel partito almeno ...) [:(!]

Questi di oggi (giovani e non) sono senza pudore ne ritegno ... [:291]



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 Oggetto del messaggio: Re: Povera Italia.. (seconda parte)
MessaggioInviato: 10/02/2017, 14:00 
"er moratazza"! [:(!] (Il paravento dei sinistri ...) [;)] [:o)] Vai avanti tu, che a me vien da ridere ... (Questo è il loro motto)! [:290]

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ECCO CHI HA SVENDUTO L’ITALIA A GERMANIA ED EUROCRATI

Son vent’anni dalla nascita dell’Ulivo, e forse non è inutile fare il punto su quella che fu la sua politica economico-monetaria. Una politica che si inserisce nel grande percorso di trasformazione mondiale capitalistica ancora in corso, ma che iniziò ad apparire visibile esattamente alla metà degli anni Novanta del Novecento.



È ormai diffusa la quasi stucchevole affermazione per cui dalla crisi economica mondiale in corso stia emergendo una nuova formazione economico-sociale capitalista. In questo in verità non vi è nulla di nuovo, gli andamenti delle forze produttive sono sempre intimamente legati alle forme della produzione e quindi ai rapporti sociali e istituzionali. Anzi, molto spesso nella storia capitalistica questi ultimi hanno avuto un ruolo determinante nel pre-formare le stesse forze produttive, che ben poco hanno di meccanico e deterministico.

Ecco ora giungere, come aveva previsto Hansen nel 1939, la deflazione, che conduce alla stagnazione secolare: trappola di liquidità, sindrome giapponese; tutte malattie che nascono nell’Europa dell’euro ordoliberista. C’è di più, tuttavia. La finanza si incontra con nuove tecnologie che cent’anni fa non avevamo previsto. Schumpeter parlava di distruzione creatrice: nuove tecnologie, nuove imprese avrebbero distrutto le tecnologie e le imprese incapaci di adattarsi ai nuovi cambiamenti, e dalla crisi si sarebbe creato nuovo plusvalore generato dall’espropriazione del pluslavoro attraverso la riproduzione allargata del meccanismo del capitalismo. Si distruggeva ma si creava. E non solo variando i tassi di interesse, come aveva in mente Keynes, ma facendo circolare merce contro merce come aveva in mente Piero Sraffa, nel suo “Produzione di merci per mezzi di merci”, che rimane il più bel libro di economia del Novecento.

Ora le cose sembrano cambiare. Perché il nuovo ciclo Kondratieff che si avvicina come uno tsunami ha talune caratteristiche prima sconosciute. Pone all’odine del giorno la creazione diffusa di sistemi naturalmente complessi e stratificati quanto a tecnologie di intelligenze artificiali che producono a loro volta intelligenze. È come se si elevasse l’Itc all’ennesima potenza. Le stampanti 3D, con la meccanica per diffusione e non per estrusione che ne deriva grazie all’uso del laser, sono solo l’inizio. Il seguito saranno i robot isomorfi, omeostatici tanto con il corpo umano quanto con il mutare delle macchine e dell’ambiente in cui sono immersi.

Tutto questo è avvenuto in Europa grazie alla politica economico-monetaria dell’Ulivo, che ha disarmato le menti e nel mentre ha armato nuove classi economico-politiche cosmopolite (i Padoa Schioppa ne sono l’esempio più sconcertante), a cominciare dai Ciampi e dai Draghi e per finire con i Monti costruiti dai quotidiani e dai poteri situazionali di fatto filo-teutonici e anti Usa, che già Gramsci aveva ben descritto, seguendo Machiavelli e parlando del “cosmopolitismo”, ossia del servilismo internazionale degli intellettuali italiani. Immaginiamoci che cosa accade quando al posto di intellettuali ci troviamo dinanzi ragionieri del mondo affascinati dal mito umiliante che narra che gli italiani nulla san far da sé e hanno quindi bisogno per bene agire di choc esterni: l’ordoliberalismus teutonico appunto, mito che in qualsivoglia altra nazione farebbe sfidare a duello colui che accusa il suo interlocutore di sostenere tale tes

Si dovrà fare la storia dell’Ulivo che ne affronti la teoria economica prevalente. I testi di Lodovico Festa (anche l’ultimo apparso su “Studi cattolici” recentissimamente) offrono di già un’eccellente premessa. Ma certamente la politica monetaria di quegli anni va inserita nella specificità della vicenda monetaria italiana che è sempre stata — come sappiamo — determinata da un’oscillazione e da un intreccio continuo tra fiscal dominance eforeign dominance.

Sgombriamo subito il campo dal presupposto ipostatizzato mitologicamente che il problema centrale sia quello dell’indipendenza delle banche centrali. L’indipendenza delle banche centrali dal Tesoro (per dipendere da chi, se non dalle burocrazie o dalle euroburocrazie spartite in basi a criteri di potenza nazionale?) non incide sui temi della foreign dominance come nei consolidati manuali Cencelli politici, e nel caso dell’Ulivo: non è determinante.

Ciò che è e fu determinante a partire dai tempi dell’Ulivo (sino a oggi) è il fatto che l’indipendenza delle banche centrali europee dell’eurozona e quindi dell’Italia fu lo strumento più idoneo allorché si ritenne di potere e volere fare la volontà della nazione accettando, anzi, invocando, il dominio estero sulle nostre scelte di politica monetaria ed economica non in una condizione di condivisione ma, invece, di crescente sottrazione di sovranità.

La mia tesi è che l’Ulivo ha rappresentato l’acme della foreign dominance e l’ha reso pressoché irreversibile — almeno nel breve periodo — con l’entrata nell’euro e quindi con la definitiva perdita della sovranità monetaria. Ciò che è stata una delle fasi della foreign dominance, ossia l’egemonia tedesca sul sistema economico e su quello monetario in primis italiano grazie all’Europa a dominazione germanica, è ormai divenuta una delle caratteristiche della stessa nazione italiana.

Il nesso nazione-internazionalizzazione ha avuto una torsione e stabilizzazione definitiva, se l’Europa non muterà volto, ossia non si riscriverà il Trattato di Maastricht e non cadranno tutti i suoi presupposti. Essi hanno condannato alla decadenza l’Italia, come fu nella crisi del Seicento. I mezzi furono diversi, gli esiti saranno e già sono assai simili: de-industrializzazione, depauperamento del capitale umano con la sua emigrazione da un lato e la sua emasculazione emotiva dall’altro.

Come è noto, quando parliamo di fiscal dominance intendiamo il ruolo determinante del Tesoro nella creazione monetaria. Determinare la quantità di moneta e dei tassi d’interesse è un compito che rimane nelle mani della politica e delle istituzioni finanziarie: oppongono il principio di gerarchia a quello di mercato e allocano le risorse in questo con sistematica prevalenza. In questo senso il ruolo del mercato è subalterno e sottoposto al controllo politico anche in un contesto internazionale che può renderlo difficile Ma questa è stata fondamentalmente la condizione in cui l’Italia si è trovata a operare per la sua collocazione nella divisione internazionale del lavoro durante tutta la sua storia sino ai primi anni Novanta del Novecento. Proprio gli anni in cui inizia l’esperienza dell’Ulivo.

Naturalmente questa storia è stata contrassegnata da una diversità della foreign dominance anche in condizioni ben precedenti l’Ulivo e che ho richiamato precedentemente. Si possono scandire storicamente dei tempi ben precisi in cui tale foreign dominance assume colori diversi, dai tempi di Camillo Cavour, passando per il predominio inglese e francese e poi quello tedesco che fu decisivo per la creazione del sistema bancario italiano e per inverare poi durante il fascismo paradossalmente il predomino nordamericano, con un ruolo decisivo esercitato dalla banca Morgan e dal suo rappresentante in Italia.

https://www.sapereeundovere.com/ecco-ch ... eurocrati/



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 Oggetto del messaggio: Re: Povera Italia.. (seconda parte)
MessaggioInviato: 10/02/2017, 14:10 
Cita:
ECCO CHI HA SVENDUTO L’ITALIA A GERMANIA ED EUROCRATI


Purtroppo non si è limitato solo a questo......

Cita:



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 Oggetto del messaggio: Re: Povera Italia.. (seconda parte)
MessaggioInviato: 10/02/2017, 14:14 
No, no; lo metto per esteso! [:(!]


PRODI e le svendite italiane

Controstoria di Romano Prodi

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Prodi svendite italianeLa ‘complicità’ tra Romano Prodi e Carlo De Benedetti inizia nel luglio 1982, quando Prodi viene nominato presidente dell’IRI, il più grande ente economico dello Stato, in casa di Carlo De Benedetti (proprietario del gruppo Repubblica e L’Espresso e di altre 30 riviste/quotidiani/settimanali/mensili in tutta Italia).

L’attività di Prodi dal 1982 al 2007 è stata concentrata principalmente in un solo unico compito: svendere (o regalare) tutti gli enti pubblici dello Stato al suo alleato Carlo De Benedetti a un prezzo irrisorio con bandi truccati.
De Benedetti, dal canto suo, si è poi puntualmente affrettato a rivendere immediatamente tali società al loro reale valore di mercato (di solito 20 volte il loro prezzo d’acquisto) a gruppi stranieri (o addirittura allo Stato stesso, che li ricomprava a prezzi folli), realizzando guadagni incalcolabili a danno degli italiani.
Prodi, per 7 anni guidò l’ IRI dello Stato, concedendo tra l’altro incarichi miliardari alla sua società di consulenza “Nomisma“, con un evidente conflitto di interessi.
Al termine di questi 7 anni il patrimonio dell’ IRI risultò dimezzato per la cessione di importanti gruppi quali Alfa Romeo e FIAT, passando da 3.959 a 2.102 miliardi. La Ford aveva offerto 2.000 miliardi in contanti per l’Alfa Romeo, ma Prodi la regalò alla FIAT per soli 1000 miliardi a rate e, nel frattempo, lottizzò ben 170 nomine dei quali ben 93 diessini.

Le privatizzazioni dell’IRI fatte da Romano Prodi sono state delle vere e proprie svendite del patrimonio economico italiano a gruppi privati della sinistra (De Benedetti, Coop Rosse) complici del professore, anche se “svendere” un ente pubblico a un decimo del suo valore quando ci sono altri gruppi privati che offrono il doppio, più che una “svendita” fu un regalo o, per essere ancora più precisi, una serie incredibile di furti colossali a danno dello Stato e degli italiani perpetrata impunemente per anni.

Giocando sulle parole e sull’interpretazione dello statuto dell’Ente, Romano Prodi vantò utili inverosimili (12 miliardi e 400 milioni nel 1985), ma la Corte dei Conti, magistratura di sorveglianza, portò alla luce l’enorme falso in bilancio di Prodi: «Il complessivo risultato di gestione dell’Istituto IRI per il 1985, cui concorrono… sia il saldo del conto profitti e perdite sia gli utili e le perdite di natura patrimoniale, corrisponde a una perdita di 980,2 miliardi, che si raffronta a quella di 2.737 miliardi consuntivata nel 1984». La Corte, inoltre, segnalava che le perdite nette nel 1985 erano assommate a 1.203 miliardi contro i 2.347 miliardi del 1984.

Romano Prodi si vanta tantissimo che durante i suoi 7 anni alla presidenza dell’ IRI riuscì a far guadagnare utili stratosferici, mentre la verità, come chiarito dalla Corte dei Conti, è che invece di utili stratosferici realizzo perdite stratosferiche, regalando il patrimonio dello Stato e degli Italiani ai suoi amici. Prodi uscì indenne dai processi perché le aziende erano S.P.A. di diritto privato e ,quindi, i dirigenti non erano qualificati come pubblici ufficiali.

La conferma di tutto questo si trova nell’indebitamento dell’Istituto, salito dal 1982 al 1989 da 7.349 a 20.873 miliardi (+184 per cento), e quello del gruppo IRI da 34.948 a 45.672 (+30 per cento). Lo stesso Massimo D’Alema, intervistato da Biagi in televisione, affermò che Romano Prodi, da lui scelto per guidare la coalizione contro Berlusconi, era un «uomo competente» perché quando lasciò l’IRI nel 1989 il bilancio dava un «più 981 miliardi». Fu facile confutare queste affermazioni, facendogli notare che la cifra reale, tenendo contro delle perdite siderurgiche transitate soltanto nel conto patrimoniale, era di «meno» 2.416 miliardi. Il buco reale non fu mai contestato dai diretti interessati.

La vera abilità di Romano Prodi è sempre stata di riuscire a prendere soldi dallo Stato a costo zero. La conferma viene da un articolo di Paolo Cirino Pomicino, nel quale rileva che dei 28.500 miliardi erogati dallo Stato a titolo di fondo di dotazione dalla data di nascita dell’IRI, Romano Prodi ne ottenne ben 17.500!

Va poi ricordato anche che, nel 1986, Romano Prodi svendette il più grande gruppo alimentare dello Stato, la SME alla Buitoni sempre a Carlo De Benedetti per soli 393 miliardi, mentre il valore globale della SME, che già soltanto nelle casse aveva più di 600 miliardi di denaro liquido, ma il suo valore globale era di 3.100 miliardi. A Prodi e De Benedetti fu dato torto in primo grado, in Corte d’appello e in Cassazione da ben 15 magistrati, all’unanimità.

Come presidente dell’IRI, svendette anche la Italtel alla Unilever nonostante un conflitto di interessi evidente, essendo consulente di quest’ultima.

Come se tutto questo non bastasse, durante il suo governo nel 1996, regalò 5.000 miliardi alla Fiat per fare una rottamazione e durante i fallimenti Parmalat e Cirio e difese i banchieri che truffarono i risparmiatori e loro ricambiarono, e ricambiano ancora, il favore con i loro giornali schierati.

http://www.correttainformazione.it/prod ... 63560.html


Una faccia ... Un "programma"! [^]



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