http://milano.corriere.it/notizie/crona ... 188f.shtmlValtellina, l’hotel dei migranti
non accetta più turisti «normali»Tutte le stanze dell’albergo Bellevue di Cosio sono occupate da profughi. Non c’è più posto per altri clienti.
Il gestore: «Dai rifugiati più soddisfazioni economiche»«Momentaneamente chiuso». Da ieri, compare questa informazione sul sito
dell’Hotel Bellevue, un tre stelle che offre «calcio, tennis e wellness nel cuore della Valtellina». L’albergo di Cosio in realtà è aperto, ma ospita esclusivamente migranti. Con gli ultimi venti arrivi, la struttura è al completo e il titolare ha deciso di rinunciare ad avere altri clienti.
Appartenente a una famiglia di albergatori,
Giulio Salvi, 59 anni, titolare dell’hotel, da tre anni ospita dai 50 ai 70 migranti. Ora ha aperto le porte ad altri 20 e per gli i clienti «non migranti» non c’è più spazio. «Continuo a fare il mio lavoro, far dormire e mangiare i clienti, chiunque essi siano», dice l’albergatore, che assicura di aver cambiato esclusivamente il menù. «In effetti i pizzoccheri e i piatti valtellinesi non vanno per la maggiore — scherza —. Cuciniamo soprattutto riso e pollo. Quello che non deve mai mancare è il peperoncino. Per il resto, la gente dica quello che vuole, io sono contento, ho più soddisfazioni a livello economico e umanitario». Salvi respinge l’accusa di fare «business sui profughi» e non si fa intimorire dalle minacce, che pure nel tempo non sono mancate. Piuttosto, se la prende con la situazione economica generale.
«I clienti nell’ultimo periodo sono diminuiti in modo esponenziale — dice —. Per il settore non è un momento facile. Ho trovato un’alternativa e sono contento. Chi vuole parlare faccia pure, rispetto tutti ma io spero di aver fatto la scelta giusta».
capito?
tennis, calcio e welness
ai profughi..
x i turisti non c'è posto..
poi c stupiamo che pure il più fesso
si mette sul gommone..
x fortuna il sindaco riesce ancora a ragionare..Il sindaco di Cosio Valtellina ha già contattato la Prefettura. «Questa situazione deve essere temporanea — dice Alan Vaninelli —. Con i nuovi arrivi il numero dei profughi presenti nel nostro comune è superiore a quello concordato.
Inoltre, la commistione tra accoglienza e turismo deve essere chiarita. Un albergo non è un centro di accoglienza. Cercheremo da parte nostra di impegnare per quanto possibile i profughi in lavori utili, non retribuiti e anche di fare in modo che l’impatto sul paese sia minimo e che le attività siano concentrate nell’hotel».