23/08/2009, 17:05
23/08/2009, 17:23
23/08/2009, 17:44
23/08/2009, 17:51
23/08/2009, 21:56
23/08/2009, 22:30
24/08/2009, 01:09
24/08/2009, 03:45
24/08/2009, 13:01
barionu ha scritto:
Questa volta, caro Peppe, sonO IN COMPLETO DISACCORDO CON TE ,
barionu ha scritto:
ma il vero problema è che la voce di chi vive in Israele , non viene recepita, o non viene ascoltata, o viene sabotata.
barionu ha scritto:
Situazione molto complessa.
zio ot
24/08/2009, 16:49
24/08/2009, 20:50
INFORMARE PER RESISTERE
Ciao a tutti, stavo semplicemente incollando gli indirizzi dell'archivio web di cui parla questo articolo visto che ieri non riuscivate ad aprirlo:
http://www.alain.it/2008/07/05/la-finin ... sa-nostra/
Grazie a tutti... Visualizza altro
Helene Benedetti
24/08/2009, 21:28
barionu ha scritto:
ti preannuncio un probabile arrivo di Negev qui....
L'utente Nagev sostiene di esseere stato offeso e insultato gratuitamente. Non so se si riferisce a me o a qualche altro utente. nel dubbio vorrei che Nagev specificasse quanto segue:
1) se l'ho mai insultato
2) e se l'ho fatto, indichi per cortesia dove e quando l'avrei fatto.
Di grazia, dovrebbe anche specificare, se ci riesce, se la sottoscritta nella unica risposta postata ha mai
1) insultato popoli, gruppi etnici e particolari categorie di persone
2) abbia mostrato pregiudizi verso gli israeliani e gli ebrei in generale
Probabilmente questa impresa riuscirà molto difficile perché la sottoscritta nel post incriminato ha specificato
1) di non fare di tutta un erba un fascio e nello specifico di non ritenere nella maniera più assoluta il popolo israeliano, la classe politica israeliane e gli ebrei responsabili di alcuni eccessi e di crimini come sabra e Shatila
2) di deprecare il solo comportamento di alcuni uomini politici e di alcuni ufficiali dell'esercito israeliano e non tutta la classe dirigigente e tutto l'esercito israeliano.
Gli utenti possono facilmente trovare dei riscontri a quanto affermo se rileggono il mio intervento. Ma per capire che io non ho né insultato né offeso nessuno un utente dovrebbe avere almeno l'interesse di leggere per davvero quanto la sottoscritta a affermato, senza partire in quinta. Eviterebbe così di prendere delle cantonate e di comprendere che la sottoscritta ha anche condannato nello stesso post i crimini compiuti dai palestinesi quando ha affermato che di criminali e di attentatori della vita é pieno anche il mondo palestinese.
Dunque, signori, parliamo di aria fritta...
Nagev dovrebbe anche spiegare come mai una moderatrice (che é anche utente) non avrebbe il diritto di esprimere la propria opinione nel rispetto di tutto e tutti. Non mi risulta che agli altri moderatori sia vietato di intervenire sulle questioni più disparate. A meno che non si voglia tappare la bocca, allora il discorso cambia. Ma siccome io credo - devo credere - alla buonafede di nagev, e devo anche credere che quando tra le righe mi ha dato della cristiana ignorante chiamando in causa l'Inquisizione et similia, non lo abbia fatto perché lo pensa veramente, ma perché è stato preso dalla foga di difendere le sue posizioni, cosa che ha tutto il diritto di fare.
Certo, é abbastanza singolare che una pacifista a oltranza come me che ha dichiarato di non essere né filopalestinese né filoisraeliana e di condannare entrambi gli estremismi, debba essere bollata come una dei tanti "seminatori di odio". Davvero singolare che si predichi bene e si razzoli male. Questo sì che in tutta questa bagarre é il vero insulto che non mando giù e per il quale provo profonda tristezza e sconcerto.
Gnostica
24/08/2009, 21:56
vi riporto il commento dell'utente io pasquino dal forum SA
fonte> http://www.scienzeantiche.it/forum2005/ ... IC_ID=9179
La cosa più curiosa e allo stesso tempo sconvolgente, secondo me, è che miliardi di persone credono nella bibbia senza averla mai letta e in nome di valori che la bibbia stessa nega per prima di avere.
Comincio a pensare che la forza del cristianesimo stia (da sempre) nell'avere un libro sacro su cui basarsi, che dice tutto e il contrario di tutto ...!
Ovviamente i significati mistici della Torah sono solo un gioco divertente e talvolta anche affascinante e profondo, purché si abbia ben chiaro che é solo un divertimento mentale fine a se stesso come il sudoku o gli scacchi o un bel solitario con le carte.
Infatti, dopo che interi capitoli raccontano con compiacimento sadico crudele e morboso la distruzione da parte degli ebrei, di intere città nemiche mura di cinta e abitazioni comprese, e la conquista di tutti i loro beni, naturalmente dopo il totale sterminio degli abitanti che ricordo trattasi di uomini soldati e civili, donne, vecchi e bambini, e servi e serve e i loro figli, e spesso buona parte del bestiame da essi posseduto, nonchè anche degli animali domestici ... secondo voi, che valore possono ancora avere questi imperativi morali sottoriportati ... tratti tra le altre cose, nel decalogo:
"Non pronunciare falsa testimonianza contro il tuo prossimo.
Non desiderare la moglie del tuo prossimo.
Non desiderare la casa del tuo prossimo, né il suo campo, né il suo schiavo, né la sua schiava, né il suo bue, né il suo asino, né alcuna delle cose che sono del tuo prossimo".
E' lampante che non si tratta affatto di leggi moralistiche assolute e universali, come li possiamo ritenere noi oggi con la nostra tipica concezione umanitaria universalistica.
E lampante che il nostro pensiero altruista è totalmente estranea a questa antichissima violenta e sanguinolenta cultura ebraica, ancora oggi largamente apprezzata e praticata dagli odierni ortodossi ebrei a scapito naturalmente del popolo palestinese oppresso e tiranneggiato da più si sessantanni.
Nonchè attualmente apprezzata e applicata metodicamente dalla massoneria occulta e con metodi altrettanto occulti, a scapito dei popoli "gentili" del resto del mondo ritenuti da questi spudorati delinquenti "massoni" in odore ebraico/nazista anzi in schifosa puzza ebraico/nazista, meritevoli soltanto di essere assoggettati conquistati e dominati con qualunque medodo, anche violento (o sopratutto violento) perchè loro possono e devono farlo.
Inquanto ... Essi e solo Essi ... sono gli eletti di Yavè.
E lampante che si tratta di leggi "morali" che vanno fatte rispettare unicamente in rapposto a chi stà vicino all'ebreo, vicino non nel senso metrico del termine, ma cioè in rapporto, a chi è ebreo come lui.
Nel contorto, delirante, "Diabolico" pensiero ebraico tradizionale il "prossimo" è soltanto l'altro ebreo l'altro eletto come lui, e il dovere morale di non desiderare le cose o la donna del "prossimo" riguarda solo l'altro ebreo come lui, e non riguarda affatto il "gentile" suo nemico per antonomasia da odiare a morte da abbattere e sottomettere a qualunque costo.
Vedete, Il fatto è che la mia mente prova un tale senso di disgusto nauseabondo e totale repulsione di fronte a questa schifosa e delirante cultura nazista "dell'Eletto di Yavè" e di tutte le frasi della bibbia in simil tono, che non riesco a prenderle in seria considerazione anche volendo.
E quindi, siccome non le prendo sul serio, me ne sento soltanto nauseato, perciò infastidito, come da una cosa vomitevole, inutile e comunque pericolosa (ripensandoci), per l'integrità morale dela stessa intera umanità.
Meglio che la bibbia non la leggiate per niente sotto il profilo metafisico, e la buttiate per intereo nella spazzatura, e sopratutto che non la leggano i giovani con quel profilo perché chi la legge così, potrebbe finire magari per credere di aver sbagliato tutto della propria vita fino a quel momento, e potrebbe impegnarsi ad essere meno buono e solidale col "prossimo", quello vero, quello oggi universalmente riconosciuto essere, magari per soddisfare quel deficiente morboso rabbioso "demone" sanguinario e malvagissimo Yavè ... "protagonista" ... (?) ... della Bibbia stessa.
Non siete d'accordo con me ?
Ma allora che cosa volete aspettarvi da uno che ha fatto ammazzare suo figlio semplicemente per vederne il colore del suo sangue ?
E si, perchè dovete ricordarvi, che quel psicotico malato mentale del "Dio Yavè", altri non è che lo stesso, che il Cristo dei vangeli chiama "Abba Padre", pensate un pò, e lo stesso Dio dei cristiani.
Addirittura è riportato: "io e il padre siamo uno" ...
E ancora: “Non crediate che io sia venuto a portare la pace sulla terra. Non sono venuto a portare la pace, ma la spada. Perchè sono venuto a dividere il figlio dal padre, la figlia dalla madre, la nuora dalla suocera; e i nemici dell’uomo saranno i suoi famigliari.” Matteo 10, 34-38
Ed è Luca che ribadisce il concetto di Matteo:
“Sono venuto a portare fuoco sulla terra e come vorrei che fosse già acceso! Devo ricevere un battesimo e quanto mi sento angustiato, finché non sia compiuto. Credete che io sia venuto a mettere pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione. Perché d’ora in poi cinque persone in una casa saranno divise, tre contro due e due contro tre. Saranno divisi il padre contro il figlio, il figlio contro il padre, la madre contro la figlia, la figlia contro la madre, la suocera contro sua nuora, la nuora contro la suocera.” Luca 12, 49-53
Dice ancora il Gesù dei cristiani:
“Se uno viene a me e non odia il padre e la madre, la moglie e i figli e i fratelli e le sorelle, ed anche la sua vita, non può essere mio discepolo.”
Luca 14, 26
Si tratta di un meccanismo mentale che i cristiani tendono ad ignorare.
Loro, i cristiani, identificano la società civile in Gesù e non sono in grado di scindere le due necessità e di vederne le implicazioni distruttive.
L’odio per la società civile e per lo stesso individuo sociale è voluta da Gesù in funzione di sé stesso.
Chi segue Gesù non ha interessi sociali, non ha rispetto per la società civile né per il suo benessere.
Per seguire Gesù è necessario odiare la società civile.
Soltanto in questo modo si può seguire Gesù.
Amare Gesù significa massacrare chiunque non si sottomette a Gesù. Esattamente come Mosé ordina di ammazzare chiunque non si sottomette al suo dio.
Questo aspetto di “disprezzo dell’altro” che non si sottopone alla sua stessa morale è quanto viene manifestato OGGI dalla chiesa cattolica nelle sue farneticazioni contro l’aborto, l’eutanasia, il divorzio e tutti quei principi sociali che, sottraendo l’individuo dalla proprietà di un PADRE padrone esterno, portano le persone a decidere del proprio corpo, della propria persona, della propria morale in piena autonomia.
Contro i principi cristiani si ergono, o dovrebbero ergersi, i principi morali della società civile.
Davanti ad un Mosé pezzente, che incita ad ammazzare il proprio figlio perché è un “idolatra”, cioè perché non si conforma alla morale del suo Dio padrone, debbono necessariamente ergere i principi morali della società civile attuale.
Se per il pezzente Mosè è naturale ammazzare i propri figli per amore del “Signore” e il Gesù ribadisce il principio che i propri figli vanno odiati in funzione dell’amore che si deve portare per lui, per la società civile la mancanza di rispetto per i figli è motivo di abominio agli occhi della civiltà di pensiero improntati sull'amore, sulla generosità, sull'attenzione verso gli altri specie per i propri figli, la gentilezza e la compassione ...
A tutti gli effetti, pensateci bene, si tratta di una dichiarazione di guerra e di terrorismo nei confronti delle società civili, sia allora, circa duemila anni fa, che oggi.
Prima di Gesù esisteva la “guerra come mezzo” per risolvere le questioni, e certamente non era il "fine".
La guerra, come oggetto in sé, prima di Gesù non esisteva.
La guerra di Gesù non è contro un nemico, contro chi minaccia la sicurezza delle persone, ma è la guerra alla convivenza civile; è la volontà del genocidio!
Cioè, anche Gesù ha portato la guerra di sterminio; uno sterminio finalizzato a sottomettere le persone.
Quel tipo di guerra, prima di Gesù, non era mai esistita se non nelle fantasie morbose e di morte degli ebrei deportati a Babilonia.
Proprio con i cristiani la guerra, da "mezzo" con cui risolvere le questioni, diventa il "fine".
Il concetto di guerra ebraico e cristiano è il concetto di “genocidio per il dominio” e “il dominio per eseguire il genocidio”!
Il genocidio è il "fine" del concetto di guerra introdotto da Gesù.
Questo concetto di guerra, dall’avvento degli ebrei prima e del cristianesimo poi, non si è MAI visto sulla faccia della terra.
La guerra di annientamento per l’annientamento; la guerra santa per imporre il proprio DIO; i campi di sterminio per chi non si mette in ginocchio con tutto il cuore e con tutta la propria anima al DIO, nella storia dell’umanità, questo tipo di guerra, non si era mai vista!
Questa guerra, l’hanno inventata e codificata gli ebrei ed è piombata nella storia dell’umanità voluta dal Gesù di Nazareth o da chi si identificava in lui, o ne ha descritto tale figura attraverso i vangeli.
Un tipo di guerra che si svolge su due piani diversi: quello emotivo per sottomettere e disporre del singolo individuo e quello sociale per sottomettere e disporre di interi popoli!
Ed è sul doppio piano che dovremmo discutere per capire come i seguaci di Gesù sono venuti a portare la guerra là dove la guerra non c’era.
Comunque è come ho sempre pensato del Cristo dei vangeli:... Tali patris, Tali figli ... (?)
Mia moglie ed io abbiamo sempre insegnato ai nostri figli che la verità è una questione di logica e coerenza e che la verità è sempre piu' alta di qualsiasi religione e di ogni tipo di fede religiosa.
Nel caso che gli fossero posta una domanda a cui non potessero rispondere per mancanza di conoscenza, abbiamo sempre insegnato ai nostri figli di dire la verità.
Per esempio, alla domanda, chi ha creato l'universo, ai nostri figli abbiamo sempre detto che noi non sappiamo se l'universo e' stato creato e che se qualcuno dovesse affermare con sicumera certezza che egli sa che l'universo è stato creato dobbiamo chiedergli come lo sa.
Se la risposta è ... "Lo so per fede"... abbiamo insegnato ai nostri figli che "fede" significa "emozione" come per dire "mi piace crederci e ci credo" e che non significa affatto certezza o conoscenza della verità supportata dalla logica coerenza dei FATTI.
Ma piuttosto la loro fede serve a niente nel dimostrare alcunché, cioè certezza e conoscenza del nulla.
Siamo convinti che non esiste una verità oggettiva, perché la "verità" è prodotta dall’esperienza, ed ogni uomo ha esperienze diverse.
La verità quindi è relativa, pragmatica, ed è solo "verosimile".
Anche la conoscenza è ristretta: l’uomo può conoscere solo le cose che cadono nell’orizzonte della sua esperienza.
Perciò riteniamo che l’unico criterio di “verità accettabile” per un discorso è l’universalità: un discorso diventa vero se è condiviso ed è utile alla maggioranza della gente, e che in nome di essa quindi, si aggrega, si associa, collabora, si unisce e progredisce nella conoscenza e nella pace solidale, in un mondo che dovrebbe essere basato sull'amore, sulla generosità, sull'attenzione verso gli altri, la gentilezza e la compassione.
In questo senso l’uomo, è unico “metro” della verità, è “misura di tutte le cose”.
(come diceva Protagora)
Perciò, dovrebbe essere ovvio che il criterio della verità come utile lascia aperta la strada a una larghissima convergenza di giudizi: l’utile, è il criterio della verità, non solo del nostro giudizio.
Cioè, è pur vero che, il vero e l’utile naturalmente sono "il mio vero" e "il mio utile" e non potrebbe essere diversamente, ma non necessariamente solo l’utile egoistico individuale contingente dève essere per forza quello vero: Vero può anche essere, anzi DEVE essere l’utile altruistico e solidale per il gruppo (società o umanità) di cui pure noi facciamo decisamente parte.
Fondamentalmente, è un personale e POSITIVO modo mentale di porsi, di fronte all'azione.
I nostri figli hanno sempre apprezzato questo pensiero logico e Coerente e l'apprezzano tuttora.
Essi sanno che nessun conflitto umano può essere risolto per "fede" che una persona non può essere colpevole o innocente per "fede" e che la giustizia e la verità sono possibili non con atti di fede, ma solo per evidente dimostrazione logica e coerente dei FATTI.
Abbiamo loro insegnato che è meglio ammettere di non sapere una cosa piuttosto che crearsi un opinione su basi sbagliate ... abbiamo quindi detto loro di contestare sempre chi parla di B senza conoscere A.
(Ad esempio chi dice che Dio è buono senza nemmeno aver letto la bibbia)
Da atei non pensiamo di dover loro insegnare niente, secondo noi un non credente è semplicemente una persona che non crede, NON una persona che crede di non credere e quindi vuole trasmettere la propria credenza ai figli.
Riteniamo dunque che per risolvere un qualsiasi problema servano innanzitutto le basi ed i dati corretti, abbiamo detto quindi ai nostri figli di non fidarsi di nessuno, nemmeno di noi genitori su certe questioni etiche e morali, siccome tutti per un motivo o per l'altro siamo soggetti ad errore.
Una volta fissati bene questi punti per noi fondamentali nelle loro menti sin da bambini, a scuola li abbiamo fatti partecipare anche all'ora di religione, chissà che nel frattemmo presente non scoprano qualcosa che a noi è sfuggito...
Tornando al discorso della bibbia, in specie della Bibbia ebraica, di cui a torto si vanta la straordinaria antichità, facendola passare spudoratamente addirittura per uno dei primi testi scritti della storia umana ... quanti resterebbero sorpresi a sapere che la Bibbia ebraica che noi possediamo, nella sua struttura attuale, non risale invece ad un periodo più antico del V secolo avanti Cristo, ma ... a dir tanto ?
Quindi qualche secolo successiva alla prima stesura scritta dei poemi omerici e di qualche decennio posteriore alle guerre persiane che salvarono l'indipendenza greca, per non parlare del distacco addirittura millenario dal poema di Gilgamesh o dai più antichi testi egizi ... !
Gli anni di composizione della bibbia ebraica attuale sono gli stessi in cui in Grecia nacque Socrate e cominciò a svilupparsi la filosofia del sofismo.
E niente ci appare tanto rivelatore quanto un confronto, fra Protagora e Gorgia, e gli estensori (o meglio l'estensore unico, perché fu poi uno solo) della intera Bibbia ebraica.
Se da un lato vi è la luminosa libertà della ricerca intellettuale, l'analisi lucida della condizione umana e una fiducia sostanziale nelle forze del pensiero libero ellenico, dall'altro vi sono gli oscuri sensi di colpa di un popolo errante, schifosamente sporco infetto e barbaro, per giunta Ebreo, che ancora sporco barbaro e schiavo di se stesso, cerca di darsi una disperata identità nella ostile chiusura di "se" al resto dell'odiata e invidiata umanità, e che si impone leggi spietate e sanguinarie come distinzione e punizione per un passato troppo libero.
La cosa più stupefacente è che questa datazione così tarda della Bibbia non è una illazione malevola degli studiosi, ma è contenuta nella Bibbia stessa !
Che ci dice persino chi è l'autore della siffatta Bibbia: Esdra !
Non racconterò ovviamente per non tediarvi ulteriormente, di come Esdra presentò per la prima volta al popolo ebraico i primi 5 libri fondamentali della sua Bibbia, nell'anno 445 a.C.. una ricerca peraltro che potete fare voi stessi approfittando del web.
Aggiungo solamente che Esdra fu lo scriba che condusse il ritorno del secondo contingente di Ebrei dall'esilio babilonese nel 458 a.C.
Fu lui a introdurre la tipica scrittura quadrata ebraica, per usarla nella redazione della Torah, cioè di quello che i cristiani definiscono Pentateuco, che sono i primi 5 libri della Bibbia, quelli che si occupano della storia umana dalla formazione di Adamo alla morte di Mosé.
L'attività di Esdra nella Bibbia è collocata fra due momenti decisivi della storia della rinascita (o per meglio dire: della nascita) del popolo ebraico in quanto popolo religiosamente odioso, rabbioso, fanatico, razzista e pericoloso per tutti i "gentili" del mondo, come lo conosciamo ancora oggi.
Il primo momento è il ritorno e il rito fondativo della nazione che Esdra in tale occasione organizza e celebra nel 458 a.C..
Fate Vobis ...
24/08/2009, 23:38
25/08/2009, 12:56