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Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente

06/06/2017, 19:38

Paolo Martinuz ha scritto:Una banalità per chi crede che ci sia una vera guerra contro l'ISIS. Se la coalizione mondiale contro i fondamentalisti avesse voluto fare sul serio, l'ISIS sarebbe stata annientata sul campo in due settimane. Invece sono anni che li lasciano sopravvivere.

Per annientare l'Is in 2 settimane avrebbero dovuto mettere i famosi scarponi nel deserto a cominciare dalla Libia e dalla Siria e combattere casa per casa, il che equivaleva ad invadere militarmente quei paesi.

Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente

06/06/2017, 20:00

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Bastavano un paio di caccia, ratatatatatatatatatatartatatatata, sulle colonne di pickup mentre si spostavano nel deserto e metà del lavoro era fatto.
Invece no si aspetta a sparargli addosso quando hanno conquistato delle città

Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente

06/06/2017, 22:42

Paolo Martinuz ha scritto:Una banalità per chi crede che ci sia una vera guerra contro l'ISIS. Se la coalizione mondiale contro i fondamentalisti avesse voluto fare sul serio, l'ISIS sarebbe stata annientata sul campo in due settimane. Invece sono anni che li lasciano sopravvivere.


Senza-titolo-1.jpg

........... [:246]

Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente

06/06/2017, 22:53

Putin invece quelle carovane le vede così bene che nonostante la grande potenza russa nemmeno loro sono riusciti a sconfiggere l'Isis, magari perché molti di quei jihadisti sono ceceni e Putin non vuole ritorsioni a casa propria?

Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente

06/06/2017, 23:11

Pensare che basterebbe un solo uomo con arco e freccette esplosive....negli anni 80 funzionava cosi bene.....eh si,quelli erano tempi....

Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente

07/06/2017, 01:25

Al Jazeera si adegua al cambio di linea del Qatar

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di Omar Minniti


Che al Al Jazeera non fosse un organo neutrale e super partes era una cosa ampiamente risaputa. Voluta da Hamad bin Khalifa al-Thani, padre dell'attuale emiro del Qatar, è stata sin dalla sua nascita - avvenuta nel 1996 - una sorta di megafono della petromonarchia di Doha nel mondo islamico e in occidente. La linea di cronaca estera della potente rete televisiva satellitare ha sempre rispecchiato al 100% le posizioni del suo governo. Acerrima accusatrice di Gheddafi ed Assad, critica verso l'Iran e i movimenti sciiti come Hezbollah, sostenitrice delle "primavere arabe" e dei cosiddetti "ribelli" siriani, vetrina dei video fake dei "Caschi Bianchi" e schierata con Hamas nel suo braccio di ferro con l'Autorità Palestinese. Una versione araba della Cnn e degli altri media embedded, insomma.

Adesso che si è consumata un'eclatante (ma non del tutto inattesa) rottura tra il Qatar e i sauditi, con quest'ultimi spalleggiati dagli altri petrodollari del Golfo, Al Jazeera si adegua al nuovo scenario. Anche perché il network è stato tra le prime vittime della rappresaglia contro i regnanti qatarioti: le sue trasmissioni sono state oscurate prima a Riad e poi negli Emirati, seguiti a ruota da Egitto e Bahrain. Anche le redazioni locali sono state chiuse.

La guerra in Siria diviene uno dei primi terreni su cui sperimentare il cambio di rotta in seguito allo strappo.
Chi segue gli affari internazionali e la geopolitica sa che le parole pesano come macigni, pure in lingua inglese. Da qualche giorno su Al Jazeera non si parla più di "truppe del regime di Assad", bensì di "esercito governativo siriano". I miliziani delle cosiddette "Forze democratiche siriane" (di cui fanno parte i curdi delle Ypg) vengono, invece, bollati senza mezzi termini come "Us-backed rebels". Per quanto riguarda l'onnipresente "Osservatorio siriano per i diritti umani" dell' "one man band" Rami Abdulrahman, si fa, invece, notare che è "Uk-based". Ampio anche lo spazio nelle cronache dedicato alle vittime civili dei bombardamenti della coalizione guidata dagli Stati Uniti.

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Una svolta notevole, che potrebbe preludere ad un ulteriori novità sul campo. E non parliamo soltanto di copertura giornalistica. Il Qatar sostiene direttamente o indirettamente diverse formazioni terroristiche operanti in Siria. Inoltre, è risaputo il suo ruolo di mentor dei famigerati Fratelli Musulmani e delle loro filiazioni. Come si muoveranno queste forze dopo la rottura tra Doha e gli ex alleati sauditi, in questa competizione tutta interna alla galassia fondamentalista?

Fonte: http://www.lantidiplomatico.it/dettnews-al_jazeera_si_adegua_al_cambio_di_linea_del_qatar/82_20407/


[:306]

Interessante il commento sotto l'articolo:

Zerco ha scritto: • 9 hours ago
Infatti il vento è un po' cambiato anche all'ANSA, che è del Qatar. Per la nostra coraggiosissima agenzia di stampa nazionale (fondata, va ricordato, dall'agente inglese esperto di psy ops Renato Mieli, padre di Paolo Mieli, padrone di fatto del "Corriere del Sionista" ) la coalizione a guida USA da un paio di settimane sta facendo "vittime civili", il bambino Omran era forse un fake dei caschi bianchi, e cose del genere. Ocio!... c'è da divertirsi


arì [:306]

Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente

07/06/2017, 17:51

Cominciano a volare gli stracci:

Iran: "L'Arabia Saudita dietro gli attacchi terroristici"

La Guardia Revolucionaria dell'Iran sostiene in un comunicato che ci sia l'Arabia Saudita dietro gli attacchi terroristici a Teheran di oggi.

"Quest'attacco terrorista avviene una settimana dopo l'incontro tra il presidente degli Usa (Donald Trump) e i leader sauditi che supportano i terroristi. Il fatto che lo Stato Islamico abbia rivendicato prova che sono coinvolti negli attentati", si legge nella nota, citata da Reuters.

In precedenca il Generale Hossein Salami, vice comandante della Guardia rivoluzionaria, aveva promesso ritorsioni per l'attacco. "Non c'è alcun dubbio che avremo vendetta per gli attacchi di oggi a Teheran, sui terroristi, sui loro compari e su chi li sostiene", ha dichiarato. Lo riporta l'agenzia Mehr.

Questo mercoledì, quattro terroristi hanno attaccato il Parlamento iraniano travestiti da donne. Le autorità irianiane hanno anunciato che i terroristi sono stati tutti uccisi. L'attacco ha prodotto 12 morti e 39 feriti.


Un altro attentato ha colpito il mausoleo dello Ayatollah Kamheini. Entrambi gli attacchi sono stati rivendicati dall'Isis.


L'esperto di politica internazionale Rasoul Goudarzi ha confermato quanto annunciato dalle autorità iraniane nella nota, in un'intervista di oggi a RT

Secondo Goudarzi esistono forze esterne che cercano di creare "caos" e "instabilità" in Iran, lasciando intendere che sia l'Arabia Saudita dietro la catena di attacchi terroristici che hanno oggi colpito la Repubblica islamica.



"L'Arabia Saudita non vuole che esista un Iran stabile e sicuro che aumenti ogni giorno il suo potere e l'influenza nella regione del Medio Oriente", dove Riad "si autoproclama come il padrino di tutti gli altri paesi arabi", ha proseguito l'esperto, secondo cui gli attentati sono il frutto "di questa tensione che si vive tra Iran e Arabia Saudita". E ancora: "in un certo senso si può accusare l'Arabia Saudita di stare dietro questi attentati. Del resto, un principe saudita ha dichiarato che tutto quello che sta passando in Iraq e Siria dovrebbe estendersi al territorio iraniano".

Goudarzi ha anche fatto riferimento ad un messagio pubblicato su Twitter dal ministro degli esteri saudita, Adel al Jubeir, appena un'ora prima degli attentati contro Teheran, nel quale si indica "che l'Iran debba essere castigato per il suo appoggio al terrorismo". "Un mese fa inoltre un principe saudita ha dichiarato che quello che sta passando in Iraq e Siria, la guerra, il conflitto e le tensioni che si vivono, debbano essere estese al territorio iraniano".

Fonte: http://www.lantidiplomatico.it/dettnews-iran_larabia_saudita_dietro_gli_attacchi_terroristici/82_20429/

Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente

07/06/2017, 19:00

MaxpoweR ha scritto:Cominciano a volare gli stracci:


[:291]
Questa volta credo sara' difficile che l'Iran lasci perdere e non risponda a questa provocazione.

Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente

07/06/2017, 19:19

http://www.corriere.it/esteri/cards/isi ... dita.shtml

Perché i deputati iraniani hanno gridato «morte all’America e all’Arabia Saudita»?

Questo è un momento di enorme tensione nella regione. L’Arabia Saudita sunnita e l’Iran sciita si combattono in una serie di guerre per procura, dalla Siria allo Yemen. La monarchia di Riad, rafforzata dalla visita recente di Donald Trump e dal suo discorso contro l’Iran, ha appena isolato il Qatar per aver mantenuto rapporti con Teheran, segnando una linea sempre più dura nei rapporti tra le due grandi potenze regionali. Dietro l’Isis, l’Iran vede l’operato dell’Arabia Saudita, che accusa di aver finanziato il gruppo oltre che di esserne ideologicamente l’ispirazione. Dopo l’attentato sventato un anno fa durante il Ramadan, il ministero dell’Intelligence affermò che i piani erano stati orditi da «takfiri» (ovvero da musulmani che accusano altri musulmani di essere apostati) di ideologia «wahhabita» (l’Arabia Saudita è la patria di questa rigida interpretazione dell’Islam). L’Iran ha anche accusato l’intelligence americana e saudita di finanziare il gruppo sunnita Jundullah presente in Balucistan. In chiave anti-iraniana Riad ha anche manifestato un interesse per il gruppo d’opposizione dei Mujahedin del Popolo, molto attivi all’estero: l’ex capo dell’intelligence saudita si è recato ad un loro comizio l’anno scorso, dopo che tra le proteste di Teheran l’organizzazione è stata rimossa dalla lista americana ed europea dei gruppi terroristici.

un gruppo è terrorista o meno
a seconda di dove mette le bombe..

Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente

07/06/2017, 19:31

L’Isis semina il terrore a Teheran: perché l’Iran è finito sotto attacco
di Alberto Negri

http://mobile.ilsole24ore.com/solemobil ... d=AEnx0FaB

La rivendicazione dell'Isis degli attentati a Teheran è quasi un marchio di fabbrica, una sorta di sanguinoso sigillo a decenni di politica estera dell'Iran e di contrapposizione tra la repubblica islamica e un universo sunnita che ha sempre mal sopportato l'esistenza di una “Mezzaluna sciita”.
L'Iran viene colpito perché è lo stato del Medio Oriente che da più tempo e con maggiore efficacia combatte contro il jihadismo sunnita: lo fa in Iraq con i Pasdaran del generale Soleimani, a fianco del governo maggioranza sciita di Bagdad, lo fa in Siria sostenendo il regime alauita di Bashar Assad e appoggiando in Libano gli Hezbollah, da sempre in lotta con i gruppi radicali sunniti.

L'Iran è anche un Paese dai confini porosi e vulnerabili: a Est fronteggia l'Afghanistan, dove i Talebani sono sempre stati nemici della repubblica islamica e in Balucistan, dove è attivo il gruppo terrorista sunnita dei Jandullah, i “soldati di Dio”, che negli ultimi anni ha portato numerosi attacchi terroristici nella regione. Inoltre le cellule dell'Isis potrebbero contare su una consistente minoranza araba nel Golfo. A Occidente ci sono le frontiere con la Turchia, il Kurdistan e l'Iraq, dove Teheran combatte contro i movimenti radicali sunniti dal Califfato e i gruppi affiliati ad Al Qaida.

Ma l'Iran è anche il Paese da sempre nel mirino degli Stati del Golfo e dell'Arabia Saudita che non hanno esitato prima a finanziare la guerra di Saddam Hussein negli anni Ottanta contro la repubblica islamica e poi i gruppi jihadisti per abbattere con una guerra per procura il regime di Assad in Siria.

L'Iran in questa regione ha spesso sfruttato gli errori di calcolo degli altri giocatori, in particolare degli Stati Uniti: sono stati gli americani a far fuori i talebani a Kabul nel 2001 e poi Saddam nel 2003.
C'è ovviamente da chiedersi come mai l'Occidente si sia sempre schierato contro Teheran e mai contro le monarchie del Golfo, alleati spesso ambigui e inaffidabili.

La colpa maggiore dell'Iran è quella di costituire con l'appoggio a Hezbollah in Libano una minaccia diretta alla supremazia di Israele, storico alleato di Washington, che non è riuscito a venire a capo della loro resistenza sciita neppure con la guerra del 2006. Le monarchie del Golfo poi vengono preferite a Teheran perché gli Stati Uniti sono legati a Riad da un patto di ferro: inoltre le petro-monarchie sono clienti e investitori di primo piano negli Usa e nei principali Paesi europei, dalla Gran Bretagna alla Francia.

Tutte le maggiori basi americane in Medio Oriente sono sul Golfo, dal Bahrein, dove è di stanza la quinta flotta, al Qatar, al Kuwait.

In poche parole l'Occidente ha fatto una scelta in base ai suoi interessi economici e finanziari: stare dalla parte degli arabi e dei sunniti a scapito dei persiani iraniani e degli arabi sciiti, che sono un minoranza del 15% nel mondo musulmano.

Una contrapposizione evidenziata da un'accesa competizione tra l'ideologia religiosa wahabita dei Saud, una monarchia assoluta e retrograda, e lo sciismo iraniano che con la repubblica islamica, uscita dalla rivoluzione di Khomeini del 1979, ha comunque consolidato un sistema elettorale di cui l'ultimo esempio sono state le elezioni presidenziali del 19 maggio dove ha prevalso per un secondo mandato Hassan Rohani.
Questo sbilanciamento a favore del mondo sunnita, che si trascina enormi contraddizioni, è stato in parte contemperato dalla politica di “doppio contenimento” attuata dagli Stati Uniti per riequilibrare i rapporti di forza e che si è concretizzata nel 2015 nell'accordo sul nucleare.

Ma le sanzioni all'Iran sono state tolte soltanto in parte: permangono quelle creditizie e finanziarie americane che di fatto impediscono anche agli altri Paesi occidentali come l'Italia la firma di grandi contratti con l'Iran. Ma c'è anche dell'altro. La guerra in Siria non si risolverà facilmente: l'Iran con l'intervento della Russia è riuscita a mantenere Assad in sella ma gli Usa, la Gran Bretagna e la Giordania stanno tentando di tagliare il corridoio iraniano di rifornimento a Damasco e agli Hezbollah, questo è l'altro vero conflitto in corso oltre a quello contro l'Isis a Raqqa e Mosul.

Cambieranno le cose? Trump ha abbracciato la visione saudita, appoggiata da Israele, di equiparare la lotta al Califfato a quella contro l'influenza iraniana nella regione. Vedremo adesso, dopo gli attentati di Teheran, le reazioni occidentali: ma è assai difficile uscire da contraddizioni che durano da decenni.

Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente

07/06/2017, 19:32

Notizia clamorosa, attenzione a non cadere dalla sedia... [:246]

L’Onu: Israele collabora con l’Isis. Vuole il petrolio del Golan

Un colonnello israeliano catturato in Iraq con miliziani dell’Isis, e un dossier ufficiale dell’Onu che denuncia il ruolo di Israele nel supporto al Califfato. Motivo? Mettere le mani sul petrolio siriano, dopo che la società Genie Energy, in cui figura anche Dick Cheney, ha scoperto nel Golan un immenso giacimento. Ma nulla di tutto ciò affiora sui media mainstream, protesta il professor William Engdhal, consulente strategico e docente universitario negli Usa. Clamorosa la cattura dell’ufficiale israeliano, il colonnello Yusi Oulen Shahak, sorpreso “a brache calate assieme all’Isis” dall’esercito iracheno. Secondo l’agenzia iraniana “Fars”, l’ufficiale era legato al “Battaglione Golani” dell’Isis, insieme a cui l’ufficiale avrebbe «partecipato alle operazioni terroristiche della fazione takfirita» dei miliziani jihadisti. Dal 30 settembre, cioè «da quando sono iniziati gli efficaci bombardamenti russi», scrive Engdhal, sono emersi dettagli sempre più imbarazzanti sul «ruolo alquanto sporco» giocato da Washington, dalla Turchia di Erdogan e anche da Israele. Già a fine 2014 il “Jerusalem Post” aveva scoperto un rapporto delle Nazioni Unite «largamente ignorato e politicamente esplosivo», che descrive come l’esercito israeliano sia stato visto cooperare con i combattenti dell’Isis.La missione Undof, cioè la forza di peacekeeping dell’Onu stanziata al confini tra Israele e Siria presso le Alture del Golan dal 1974, ha rivelato che «Israele ha collaborato strettamente con le forze terroriste di opposizione siriane», incluso il fronte Al-Nusra (Al-Qaeda) e lo Stato Islamico, «mantenendo stretti contatti negli ultimi 18 mesi». In un servizio su “Journal-Neo” tradotto da “Come Don Chisciotte“, Engdhal scrive che diventa sempre più chiaro che almeno una fazione dell’amministrazione Obama ha “fabbricato” e usato l’Isis per cacciare Assad e demolire la Siria, riducendola come la Libia. Sulla lista nera, «i neocon che ruotano attorno all’ex direttore della Cia, nonché boia della resistenza irachena, il generale David Petraeus», e il generale John Allen, già inviato speciale di Obama per la coalizione anti-Isis, nonché l’ex segretario di Stato Hillary Clinton. Il generale Allen, sostenitore della “no-fly zone” tra Siria e Turchia (che Obama ha respinto) è stato significativamente rimosso il 23 ottobre, dopo l’avvio dei bombardamenti russi. Ma è altrettanto importante il ruolo di Israele: «E’ ormai consolidato che il Likud di Netanyahu e le forze armate israeliane lavorino a fianco ai guerrafondai neocon, così come lo è l’opposizione del primo ministro Benjamin Netanyahu all’accordo di Obama sul nucleare iraniano», scrive Engdhal.«Israele considera Hezbollah, il partito islamico sciita appoggiato dall’Iran, con sede nel Libano, come il nemico principale». Alleato dell’Iran (e di Hamas a Gaza), Hezbollah combatte a fianco all’esercito siriano contro l’Isis in Siria. Fino a ieri, il Califfato ha potuto espandere il suo controllo proprio grazie al generale Allen. E non solo: accanto all’Isis c’era sempre anche Israele. «Almeno dal 2013 – continua Engdhal – le forze armate israeliane hanno apertamente bombardato quelli che ritenevano fossero gli obiettivi di Hezbollah in Siria. Un’indagine ha infatti rivelato come Israele stesse colpendo le forze armate siriane e alcuni obiettivi di Hezbollah che stavano efficacemente contrastando l’Isis e altri gruppi terroristi. In questo modo Israele sta attualmente aiutando di fatto l’Isis», così come i bombardamenti anti-Isis del generale Allen, protratti per un anno. «Che una fazione del Pentagono abbia lavorato in segreto per addestrare, armare e finanziare quella che oggi chiamiamo Isis (o Is) in Siria, è oggi provato nero su bianco», spiega Engdhal. Nell’agosto del 2012, un documento del Pentagono classificato come “segreto”, poi successivamente desecretato sotto la pressione dell’Ong “Judicial Watch”, ha descritto con precisione la nascita di quello che è diventato in seguito l’Isis, sorto dallo Stato Islamico dell’Iraq, quindi affiliato ad Al-Qaeda.Il documento del Pentagono riportava che «c’è la possibilità di impiantare un’entità statale salafita nella Siria orientale (Hasaka e Der Zor), e questo è esattamente ciò che vogliono le potenze che sostengono l’opposizione ad Assad, al fine di isolare il regime siriano, considerato l’avamposto strategico dell’espansione sciita». Sul banco degli imputati, insieme agli Usa, anche il Qatar, la Turchia, l’Arabia Saudita. E, dietro le quinte, Israele. «La creazione di “un’entità salafita nella Siria orientale,” oggi territorio dell’Isis, era nell’agenda di Petraeus, del generale Allen e di altri al fine di distruggere Assad», prosegue Engdhal. «E’ questo che porta l’amministrazione Obama in stallo con la Russia, la Cina e l’Iran, riguardo alla bizzarra richiesta Usa di rimuovere Assad prima che venga distrutto l’Isis». Questo gioco, continua l’analista, è oggi alla luce del sole. «E mostra al mondo la doppiezza di Washington nell’appoggiare quelli che la Russia definisce correttamente “terroristi moderati” contro un Assad regolarmente eletto». E lo Stato ebraico? «Che Israele si trovi inoltre in mezzo alla tana di ratti delle forze di opposizione terroristiche in Siria è stato confermato nel recente rapporto dell’Onu. Ciò che il rapporto non menzionava era invece il perché Israele avesse un interesse così forte per la Siria, specialmente per le alture del Golan»Già: perché Israele vuole rimuovere Assad? I documenti Onu, di cui il mainstream continua a non parlare, mostrano come le forze armate israeliane abbiano tenuto contatti regolari con membri del cosiddetto Stato Islamico fin dal maggio 2013. L’Idf, l’esercito israeliano, ha dichiarato che simili contatti ci sono stati “solo per fornire cure mediche a civili”, ma l’inganno «è stato svelato quando gli osservatori dell’Undof hanno accertato contatti diretti tra forze dell’Idf e soldati dell’Isis, fornendo anche assistenza medica a combattenti dello Stato Islamico». Il rapporto delle Nazioni Unite identifica ciò che i siriani hanno definito un “crocevia di movimenti di truppe tra l’Idf e l’Isis”, argomento che l’Undof – 1.200 osservatori sul campo – ha portato davanti al Consiglio di Sicurezza dell’Onu. A partire dal 2013 e dall’escalation di attacchi israeliani contro la Siria lungo le Alture, ufficialmente per ricercare “terroristi di Hezbollah”, la stessa Undof è soggetta a massicci attacchi da parte dei terroristi dell’Isis e di Al-Nusra. Si registrano anche rapimenti, omicidi, furti di materiale e munizioni Onu, di veicoli e di altri beni, nonché il saccheggio e la distruzione delle varie strutture.Il Golan – ricco di giaciementi di petrolio – pare sia l’obiettivo a cui punta Netanyahu, che ha chiesto a Obama «di riconsiderare il fatto che Israele ha illegalmente occupato una parte delle alture», a partire dalla Guerra dei Sei Giorni del 1967 tra Israele e i paesi arabi. Il 9 novembre Nethanyahu ha chiesto a Obama, apparentemente senza successo, di appoggiare formalmente l’annessione israeliana delle Alture del Golan illegalmente occupate, sostenendo che l’assenza di un governo siriano funzionante “dà luogo a diverse valutazioni” riguardo al futuro di quell’area così strategicamente importante. «Certamente – aggiunge Engdhal – Netanyahu non ha dato nessuna spiegazione plausibile sul fatto che le forze israeliane, assieme ad altre, sono state responsabili dell’assenza di un governo siriano funzionante a causa del loro supporto all’Isis ed al fronte qaedista Al-Nusra». Quando l’Undof ha iniziato a documentare nel 2013 i contatti sempre più frequenti tra l’esercito di Israele da una parte e l’Isis ed Al-Qaeda dall’altra lungo le Alture del Golan, la Genie Energy, una semi-sconosciuta compagnia petrolifera di Newark, nel New Jersey, assieme ad una sua controllata isreliana, la Afek Oil e Gas, iniziò a muoversi nelle Alture per delle esplorazioni petrolifere, col permesso del governo Netanyahu.Quello stesso anno, continua Engdhal, gli ingegneri dell’esercito di Israele sostituirono la recinzione di confine con la Siria, rimpiazzandola con una barriera dotata di filo spinato, sensori, radar e telecamere a infrarossi, come quelle del muro costruito da Israele lungo la West Bank palestinese. Yuval Bartov, geologo capo della controllata israeliana della Genie Energy, l’Afek Oil e Gas, ha annunciato alla Tv israeliana “Channel 2” che la sua compagnia ha scoperto un consistente giacimento petrolifero sulle Alture del Golan, profondo 350 metri: «A livello mondiale, i giacimenti hanno in media lo spessore di 20 o 30 metri, mentre questo è 10 volte più spesso», ha dichiarato Bartov. «Parliamo quindi di una quantità rilevante». Attenzione: nel vertice della Genie Energy siedono personaggi come Dick Cheney, ex vicepresidente Usa, e James Woolsey, già direttore della Cia e famigerato neo-con. Con loro anche altre personalità di spicco, come quella di Lord Jacob Rothschild. «Nessuna persona sana di mente suggerirebbe che vi sia un legame tra i rapporti dell’esercito di Israele con l’Isis ed altri terroristi anti-Assad in Siria, specialmente lungo le alture del Golan, e la scoperta dei giacimenti da parte della Genie Energy nello stesso posto, o con i recenti appelli di Netanyahu al “ripensamento” sulle Alture del Golan ad Obama», conclude Engdhal. «Questo suonerebbe troppo simile ad una “teoria della cospirazione”, mentre tutte le persone ragionevoli sanno bene che non esistono cospirazioni ma solo coincidenze».


http://www.maurizioblondet.it/lonu-isra ... del-golan/

Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente

07/06/2017, 21:22

L’Onu: Israele collabora con l’Isis. Vuole il petrolio del Golan
un dossier ufficiale dell’Onu che denuncia il ruolo di Israele nel supporto al Califfato

Quindi l'Onu ha fatto delle dichiarazioni ufficiali su questo coinvolgimento di Israele?

Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente

07/06/2017, 21:27

Israele coinvolto?Ma quando mai....Israele,si sa,vive sotto costante minaccia missilistica palestinese...

Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente

07/06/2017, 22:05

lox1 ha scritto:Israele coinvolto?Ma quando mai....Israele,si sa,vive sotto costante minaccia missilistica palestinese...

Ma siamo sicuri che sia sempre "colpa" di Israele e non di tutti i semiti, arabi compresi???
Spero di non essere tacciato di razzismo, ma è da un po' che ho il sospetto che i "casini" vengano dai figli di Sem. [:291]

Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente

08/06/2017, 10:08

Plutone77 ha scritto:Notizia clamorosa, attenzione a non cadere dalla sedia... [:246]

L’Onu: Israele collabora con l’Isis. Vuole il petrolio del Golan

http://www.maurizioblondet.it/lonu-isra ... del-golan/

Io no cado più dalla sedia... da mo.... [:I] [:p]
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