Massimo Bossetti. Dai valori della famiglia Bossetti ai provinciali che sanno il muratore colpevole perché plagiati dai poteri di Stato Articolo di Vanna
Triste giorno il 18 luglio 2017... dopo la sentenza che confermava l'ergastolo per Massimo Bossetti ho sentito nell'aria la prepotenza, la chiusura, la superbia, l'onnipotenza e la paura.
Lunedì sera ho seguito Quarto Grado senza addormentarmi e con attenzione ho focalizzato certi personaggi. Personaggi interni ed esterni al processo Bossetti. Ho ascoltato quello che dicevano. Ho visto come si muovevano. Quando si è esposti alla visibilità mediatica tutti sullo schermo mettono la faccia secondo il loro personale modo di essere o di seguire un "
copione" nel quale hanno un ruolo.
Ho visto personaggi interni, come la moglie Marita, la madre Ester, la sorella Laura Letizia. Donne forti e volitive: sono loro la parte più positiva del caso in questione e si espongono con padronanza rappresentando e simboleggiando "
la famiglia" Bossetti, la famiglia colpita al cuore dalle istituzioni... come da copione.
La loro presenza costante porta con sé la figliolanza, la fratellanza: i valori che si volevano scardinare e che, però, non si è riusciti a scardinare.
Non solo. La spontaneità, l'abbigliamento, la disinvoltura nel muoversi della madre mi hanno fatto pensare a un nuovo invincibile tipo di carro armato che va avanti senza curarsi di quello che si può fare o dire di lei. Col suo modo di porsi sembra dirti:
Guarda e parla, non m'importa, sono forte.
L’incedere mi ha ricordato la spontaneità delle più famose attrici del dopoguerra:
da Nannarella a Gina la bersagliera a Sophia la pizzaiola. Donne che il petto in fuori lo portavano come scudo per difendere se stesse e la loro famiglia. Sono diventate il simbolo della donna italiana nel neo realismo cinematografico esportato nel mondo.
Insomma, a me la Ester piace. Smalto o non smalto, elegante o no, ha coraggio e sicurezza da vendere.
La moglie di Massimo appare profondamente diversa, misurata nell'abbigliamento ed elegante anche con capi semplici. Penso che quel tipo di donna faccia gola a molti proprio perché pare essere di un altro ambiente sociale.
La presenza di queste tre donne fa emergere immediatamente l'assenza dell'altra famiglia duramente colpita negli affetti. Famiglia sempre silenziosa che stranamente ha pagato avvocato e genetista non per "
difendere" la memoria della figlia, che sicuramente conoscevano meglio di qualsiasi altro, ma per accettare la ricostruzione accusatoria "
di chi ha sicuramente visto". In pratica, alla famiglia sta bene di far credere alla gente che, siccome le era caduto il telefono, la piccola di casa ha accettato di salire su un autocarro...
L'avvocato della famiglia non ha eccepito nulla, quindi a parer suo l'educazione impartita alla figlia dai Gambirasio avrebbe permesso alla ragazzina di essere talmente turbata per la rottura del telefonino da farsi trasportare su un camioncino per qualche metro... dato che, "
sempre a dire di chi ha sicuramente visto" e non di chi la frequentava, conosceva e si fidava del suo futuro assassino, lo aveva incontrato nei cantieri o anche nel centro estetico che settimanalmente lo abbronzava.
Insomma, la colpa dell'omicidio sarebbe da addebitare al cellulare, strumento che procura evidente dipendenza ormai in tutti, e a una pregressa conoscenza poiché, come emerso dopo tanti anni, una persona che non conosceva né Yara né Bossetti, l'unica di Brembate con memoria da elefante, ricordò che la ragazzina l’aveva vista salire sull'auto del muratore in quel triste 2010. Questa la testimonianza tardiva e confusa di una donna che per un bisogno impellente aveva deciso di fare pipì nel parcheggio del cimitero... ed è stata accolta come indizio a colpevolezza dall'attenta e scrupolosa Corte d'Assise.
Cosa si è mai dovuto sentire e leggere!
L’esperto in genetica della famiglia Gambirasio, poi, ha affermato che i Kit non erano scaduti, che era scaduto il reagente per cui il risultato ottenuto, il Dna di Bossetti, era di certo esatto.
Ma non è il reagente che permette la reazione? Se la scadenza non è importante, perché mai la scrivono sui flaconi? E perché i laboratori di analisi che usano reagenti scaduti vengono chiusi dal Nas? L'ultimo proprio pochi giorni fa a Palermo (
link di conferma). Ma come è possibile che si chiudano i laboratori convenzionati a causa dei reagenti scaduti? Quegli incompetenti del Nas non sono stati informati dagli analisti del Ris, dalla procura di Bergamo, dai Giudici di Bergamo e Brescia, dal consulente della famiglia Gambirasio, che i reagenti scaduti non invalidano i risultati ottenuti?
Visto anche questo, come si può continuare ad affermare che il Dna ottenuto dalle analisi del Ris è di sicuro corretto e indica l’assassino? Come si può continuare ad affermare che la mancanza del mitocondriale non è indicativa? E perché altri dieci Dna non sono stati oggetto di analisi approfondite? Perché, anche se uno era chiaro e si vedeva ad occhio nudo, per la procura e per i giudici non è stato considerato indizio di colpevolezza? Perché si trovava su una manica del giubbotto e non sugli slip? Ma se io voglio trattenere una persona contro la sua volontà le blocco i polsi... e se voglio spostarne il suo corpo lo prendo per gli stessi polsi mentre qualcun altro lo solleva per le caviglie. Così neppure gli faccio sporcare le scarpe al cadavere...
Una volta si usava il termine “
provinciale”. Termine che bisognerebbe riscoprire anche perché le “
province” ci sono ancora. Non lo sapevate? Informatevi perché non le hanno tolte come volevano farci credere. Quanta pazienza abbiamo avuto e abbiamo ancora a credere nelle istituzioni e a chi ci informa!
Ecco, tutti i “
professionisti della certezza” sono “
provinciali”, a loro basta aver arato il proprio orticello. Ben poco si confrontano con gli studi, con gli esperimenti e con le sentenze in un mondo ormai globalizzato. E noi dovremmo credere e affidarci ciecamente al loro dogma?
La logica non è un dogma e continua a chiederci se quanto in questi anni si è dovuto sentire e vedere sia stato lanciato nell'etere per dare giustizia a una ragazzina assassinata o per difendere qualcosa d'altro...Domanda pesante che chissà se mai troverà risposta.Anche Salvagni, Camporini, Denti e Capra sono personaggi interni alla vicenda, tutti schierati a difendere Massimo Bossetti e con lui anche noi e la nostra libertà dall'attacco di un sistema accusatorio e giudiziario che si accartoccia "
sull'imputato povero" (non sul povero imputato) negandoli qualsiasi spazio difensivo. Un sistema che pur di mandare a fondo l'accusato di turno non esita a mettere in discussione la professionalità del suo pool difensivo criticandolo e prendendolo a pesci in faccia. E' un sistema formato da giudici e da altri professionisti che possiedono, anche loro... sì, il valore “
dell'assurda certezza” da non mettere mai in discussione.
Dopo i personaggi interni vengono quelli esterni, che però, in realtà, sono anche loro interni poiché dagli schermi televisivi entrano nelle nostre case. Giornalisti e opinionisti di ogni genere: preparati, cocciuti, aperti, proni agli ordini, sempre gli stessi ad esprimere il loro parere che spesso ricalca l’ovvio e il comodo nonostante abbiano anche il coraggio di dire che sì, c’è stato qualcosa che non andava ma si è rifatto e andava bene così.
Il conduttore di Quarto Grado, Nuzzi, l’ho visto aperto ed equilibrato non solo nel concedere la parola ma anche personalmente disposto ad accogliere le evidenti alterazioni presenti nel caso.
Il sacerdote Meluzzi è stato straordinario e il Picozzi... ma siamo sicuri che sia un criminologo? Lunedì sera non me ne sono accorta... mi è sembrato più un opinionista. Poi c'era l'Abate che ancora non ho capito con che ruolo sia presente in quel programma... ma forse è il Tuttologo...
Fra loro il Generale Garofano che ha preso le distanze dal caso dicendo che bisognerà riscrivere da capo certe regole.
La parte più bella è arrivata quando il dottor Capra ha usato una parola liberatoria - “
pagliacciata” - a reti aperte... era ora che lo dicesse visto che in primo grado ha parlato per 8 ore contestando i risultati degli esami poco chiari ed è stato ignorato nel merito e criticato in toto per non aver presentato ciò che in aula ha presentato.
Dopo la puntata ho capito ancor meglio che il copione sul delitto di Yara prevedeva la condanna di un carpentiere, comunque di una persona compatibile con certi diktat accusatori in precedenza stabiliti, che fin dal primo processo
il capro espiatorio doveva essere immolato e in Appello tutto è stato confermato senza l'accoglimento di nessuna richiesta difensiva.
Mi sono venuti in mente alcuni processi della Storia a personaggi come Socrate, Giovanna d’Arco, Giordano Bruno, le migliaia di donne bruciate come streghe, le vergini di Salem colpite dagli effetti della muffa di un cereale, i gladiatori e in ultimo, ma in primis, Gesù di Nazaret.
Cosa c’entrano questi personaggi perseguitati secoli fa con Massimo Giuseppe Bossetti? Apparentemente nulla collega il perseguitato dei giorni d'oggi a quelli su elencati se non, per estrazione sociale, le povere donne bruciate per ignoranza.
Il processo a Giordano Bruno è secretato dal 1600:
la Chiesa lo deve temere ancora... (ed è tutto dire, perché questo è un precedente grave che potrebbe far venire voglia all’Accusa e ai giudici di copiare i Gesuiti...)
Gli altri
furono eliminati dal potere che fondamentalmente aveva paura di loro. Ma non si può avere paura di Massimo Bossetti, egli rappresenta l’uomo qualunque.
Ed allora mi sorge un dubbio:
a chi e perché potrebbe far paura un uomo qualunque?
Potrebbe essere stato ri-condannato per ignoranza? Non credo, gli strumenti culturali per condannare o assolvere ci sono tutti.
Ed allora quale motivo oscuro ha impedito la ricerca della verità? Perché, va da sé che accanirsi sulla pista araldica di Guerinoni è stato funzionale a trovare, grazie a reagenti scaduti, un colpevole il cui Dna non ha mitocondriale.
Per cui, o qualcuno è ignorante... o gli fa comodo esserlo per condannare un uomo qualunque senza dargli la possibilità di discolparsi attraverso nuove analisi che potrebbero portare prove certe... o qualcuno sta lanciando messaggi all'uomo qualunque per fargli capire che non si trova solo stretto nella tenaglia delle tasse e dei debiti.
L'uomo qualunque deve imparare a memorizzare quanto dicono
quelli che hanno sicuramente visto... pardon, volevo dire
quelli che sanno tutta la verità. Per cui devono credere che il popolo italiano verrà salvato da tutti gli extra che continuano ad entrare nei nostri confini... perché non sono uomini qualunque, sono
tutti uomini in fuga... "
altra musica".
Questo è lo stato di degrado in cui versa il nostro Stato. Gli uomini qualunque di stirpe italica sono ancora la maggioranza,
anche se una buona parte è già stata plagiata e si è alleata con chi deve essere acclamato e ascoltato perché "sa la verità di tutto", e costituiscono il popolo italiano in nome del quale in tribunale si emette una condanna.
Continuando così in futuro, il plagio statale sarà totale e farà sì che gli uomini qualunque si troveranno ad essere la minoranza. Ed allora chissà se le nuove ed inique sentenze, che di sicuro aumenteranno in termine numerico, saranno emesse
in nome di chi ha il potere e ne fa ciò che vuole,
perché portatore della sua illogica verità da accettare sulla fiducia, o di un popolo che persa la sua autonomia di pensiero non esisterà più...
Il plagio di Stato venuto alla luce in Corte d'Assise. E ancora, sia in televisione che in tribunale, si dice che tutte le procure lavorano con onestà e che bisogna fidarsi degli uomini del Ris...
ma per un plagio emerso quanti sono rimasti nascosti?[/center]
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