Il tempo, unica ricchezza
di Gianroberto Casaleggio, tratto dal libro: "Il Web è morto, viva il web"
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Qual è la direzione? Quale il senso della vita lavorativa? La nostra attività assorbe la maggior parte del tempo, la miglior parte del tempo: la giovinezza e la maturità.
A fare cosa? E per quale motivo? Guidati da qualche significato? L'avvento della produzione industriale ha reso queste domande abituali per le persone. La ripetizione, la spersonalizzazione e il profitto, considerato valore fondamentale, sono normali nelle aziende e nelle fabbriche.
Si lavora per mangiare, per guadagnare di più, per carriera, per recitare un ruolo sociale, per potere. Tutti motivi comprensibili, in particolare il mangiare, ma è veramente tutto qui? 35 anni moltiplicati per 200 giorni per 8 ore meritano di più.
Quanti lavorano per realizzare sé stessi? Quanti si accorgono delle loro potenzialità? Quanti, entrando in ufficio o in fabbrica, hanno la sensazione di fare la cosa giusta, di esercitare una scelta non dettata dal bisogno o da una rinuncia a priori? E' stupefacente il numero delle persone che tirano letteralmente a campare convinte che sia giusto così, "Del resto è così" direbbe Enrico Bertolino.
Il lavoro come obbligo, come dipendenza diventa allora una condizione umana simile all'autoipnosi, un sogno permanente dal quale è meglio non svegliarsi, non si sa mai.
Il tempo, l'unica reale ricchezza di cui disponiamo, è sprecato, banalizzato, utilizzato come se fosse una risorsa infinita. Spesso il tempo lavorativo è visto come una gabbia temporale in cui le persone sono autorizzate a non pensare, a non esistere. Il cartellino è la chiave della gabbia. Poi, finalmente, il tempo libero, oasi, fuga dal lavoro, ma in fondo da esso totalmente dipendente. Replichiamo gli ambienti lavorativi anche in vacanza. Courmayeur e Rimini sono rese sempre più simili alle città in cui lavoriamo. E spesso ci incontriamo pure i colleghi.
A fine agosto, tornando in ufficio dalla Bretagna, sono stato infastidito dalla ripetitività delle frasi che sentivo: "Finite le vacanze? - Sì, purtroppo - Io non me lo ricordo neanche più - Adesso dobbiamo aspettare l'anno prossimo - Siamo di nuovo qui - Si stava meglio prima!"
Un mantra ripetuto per esorcizzare il rientro. Ma nessuno ci obbliga ad accettare una condizione di dipendenza. Se non esprimiamo noi stessi, la colpa non può essere addebitata al sistema. Noi siamo i responsabili.
Wasteland è il nome dato dai Celti alla terra senza vita, piena di desolazione che divenne per un certo periodo l'Inghilterra al tempo di Re Artù. La Britannia sembrava preda di un sortilegio. Merlino convinse Artù che per sciogliere l'incantesimo doveva trovare il Graal. Il cavaliere puro di cuore inviato a cercarlo fu Parsifal. Ma cosa doveva in realtà cercare? All'inizio lo ignorava e solo quando comprese il vero significato della ricerca, Wasteland cessò di esistere. Il Graal ha avuto molte interpretazioni: piatto in cui Gesù consumò l'agnello pasquale, pietra magica, corno dell'abbondanza, calice dell'Eucaristia, calderone celtico della vita, la conoscenza assoluta e altre ancora. Probabilmente è la ricerca del significato della nostra esistenza.
Wasteland è la nostra vita in assenza di significato. "To waste" in lingua inglese vuol dire guastare, distruggere, sprecare, dissipare. Quello che quotidianamente facciamo in assenza di una ragione superiore per le nostre azioni. Di un significato.
Quella "ragione superiore" che nel nostro lavoro dovrebbe essere la volontà di migliorare, di creare, di generare positività. A chi scuotesse la testa suggerisco di provare a cambiare e di usare la sua immaginazione senza porsi dei limiti a priori. Ad applicare ed esercitare la sua volontà. Significato, volontà e immaginazione sono tre potenti talismani che chiunque possiede, di solito sono latenti, ma sono lì, a nostra completa disposizione. Con essi si può creare una nuova realtà che prima non sembrava possibile. Non è forse così che sono successe tutte le cose importanti nella Storia con la esse maiuscola e anche nella nostra vita quotidiana? Con un significato, l'immaginazione e la volontà?
Usiamo i nostri talismani, dissolviamo il sortilegio di Wasteland.
Ps: Buon Natale a tutti!
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Fonte
sabato 23 dicembre 2017La lettera di Virginia Raggi ai romani sta facendo commuovere tutti: "Cari romani vi scrivo.."¯
Lettera di Virginia Raggi ai romani affidata al quotidiano Il Messaggero:
"Gentile direttore, la ringrazio dell’ospitalità per questa lettera che dalle pagine del vostro quotidiano voglio idealmente inviare a tutti i romani. Vi scrivo a un anno dall’inizio del mandato per rafforzare quel filo diretto che è la base da cui siamo partiti per cambiare in meglio la nostra città. Un anno fa abbiamo iniziato un cammino insieme che sapevamo sarebbe stato pieno di ostacoli e difficoltà ma anche ricco di opportunità di crescita e cambiamento. È una sfida complessa che vinceremo.
Ci stiamo mettendo alle spalle Mafia Capitale e le trappole che ha lasciato per disegnare una città moderna, soprattutto più vicina ai suoi abitanti. Siamo all’inizio di una sfida lunga cinque anni. Inutile elencare i problemi che abbiamo ereditato perché sono gli stessi che tutti i cittadini verificano con mano da anni: un sistema dei trasporti che, passo dopo passo, stiamo provando a liberare dai debiti per renderlo efficiente; una gestione dei rifiuti che, con il Piano Materiali Post Consumo, abbiamo cominciato a cambiare; il decoro cittadino. Li conoscevamo e li stiamo affrontando con un’azione di programmazione di medio e lungo periodo.
Quest’anno abbiamo posto le basi per questa rivoluzione. E si vedono i primi segnali di un cambio di rotta, nonostante le resistenze di chi si oppone al cambiamento e di coloro che, dopo essere stati causa di molti dei problemi degli ultimi 20 anni, propongono di rimanere immobili. Abbiamo messo in strada quasi 200 mezzi di trasporto pubblico in più rispetto ai 950 che abbiamo trovato, arrivando a superate quota 1100. È solo l’inizio. Così come abbiamo dotato di telecamere per la sicurezza circa 500 autobus. In autunno si uniranno finalmente le linea A e C della metropolitana presso la stazione San Giovanni. Sono segnali importanti per la città.
Abbiamo dotato l’Ama di mezzi nuovi per la raccolta dei rifiuti, avviato il reperimento di personale per la manutenzione del verde pubblico, attivato nuove isole ecologiche e la raccolta porta a porta per le utenze non domestiche in alcuni municipi. Sono tante le iniziative, come il recupero delle spiagge di Ostia. Abbiamo migliorato il progetto dello stadio di Tor di Valle: meno cemento, più verde, messa in sicurezza del quartiere di Decima, potenziamento della linea ferroviaria Roma-Lido, unificazione della via del Mare con la via Ostiense fino al Gra. Un progetto che farà crescere l’occupazione e il Pil della città. Tutti devono unirsi lungo questo percorso di rilancio della città, mettendo da parte barriere ideologiche e pregiudizi. Noi lo stiamo facendo, allargando il progetto “Fabbrica Roma” a sindacati, imprenditori, mondo della ricerca, università, alle altre Istituzioni e tutta la società civile.
Ci sono risultati che passano in sordina ma costituiscono una rivoluzione rispetto al passato. Una foresta che cresce non fa rumore. Roma ha approvato per la prima volta, dopo decenni, il proprio bilancio preventivo a gennaio: prima di tutte le altre grandi città italiane e molto prima rispetto alle amministrazioni precedenti. Ne vado fiera perché, oltre a determinare un premio in termini di fondi governativi per la città, Roma torna così a programmare e fare bandi di gara. Dovrebbe essere la normalità; per la nostra città rappresenta il ripristino della legalità. Grazie alla programmazione non si danno lavori in affidamento diretto con il pretesto dell’emergenza, quelli spesso finiti nelle inchieste sulla corruzione. Non si ruba più, non era scontato. È finito il tempo delle commesse agli amici degli amici. E gli effetti positivi si vedono già. Per la manutenzione delle strade è stato necessario attendere l’esito delle gare ma finalmente i lavori sono realizzati a regola d’arte perché c’è un contratto da rispettare. Ci hanno lasciato le strade con le buche, noi le ripariamo facendo gare regolari. E c’è un piano pluriennale per la manutenzione, cosa che prima non veniva fatta.
C’è chi dice che l’onestà non basta. Invece paga, perché si traduce in risparmi per le casse del Comune e servizi migliori per tutti. L’onestà è la base dalla quale partire. Gli ostacoli e le sorprese non mancano. Cito, su tutti, i numerosi atti di vandalismo ai danni dei mezzi del Servizio Giardini proprio nel momento in cui è impegnato nella cura di parchi e verde attrezzato. Guarda caso uno dei settori su cui Mafia Capitale aveva puntato le sue mire. Stiamo cambiando una mentalità radicatasi nel tempo. È un lavoro poco appariscente ma necessario. La spesa annua per gli incarichi esterni della nostra Giunta è circa un quarto rispetto ai 12 milioni di euro del 2012 e quasi la metà rispetto ai 5,6 milioni del 2014.
Abbiamo trovato una città ferma, una macchina amministrativa stremata dalle tristi vicende giudiziarie, tanta rassegnazione. Tuttavia, allo stesso tempo, posso affermare con altrettanta certezza che questa amministrazione dà ogni giorno il massimo per portare nuove energie. E abbiamo trovato anche molte persone che aspettavano un’opportunità di riscatto, pronte ad impegnarsi. Tutti i giorni al termine del lavoro quotidiano faccio un breve bilancio. Ci domandiamo se abbiamo fatto tutto il possibile: certamente, non abbiamo lasciato nulla di intentato. Non c’è dubbio che la strada da fare sia lunga e in salita. Ci sono stati ostacoli imprevisti e ce ne saranno. Ma allo stesso tempo non c’è dubbio che abbiamo messo la parola fine ad un sistema corrotto che per anni ha “mangiato” i soldi delle nostre tasse per avvantaggiare pochi e ha fornito servizi sempre più scadenti e non all’altezza di una grande capitale. Un sistema che non vuole il cambiamento.
Le potenzialità di Roma sono sotto i nostri occhi, in particolare quando visitiamo altri Paesi: una città pulita, decorosa, che funzioni e accolga bene, moderna è possibile. È reale. E quella possibilità di riscatto dobbiamo darla a Roma perché la merita. I nostri figli la meritano. Abbiamo negli occhi un futuro che a poche migliaia di chilometri da qui è già presente. Nei nostri cuori la speranza e nelle nostre mani la possibilità di costruirlo. È un cammino che dobbiamo fare insieme. Ringrazio già da ora tutti i romani di ogni provenienza, passione politica. Io e la mia squadra, assessori e consiglieri, continueremo questo compito con il massimo impegno perché fare qualcosa per la propria città e per la propria comunità è un onore."

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Fonte ![Giocoliere [:293]](./images/smilies/UF/giocoliere.gif)
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