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Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale

30/03/2018, 13:28

Ma sti fetenti di attentatori islamici, invece di far saltare , VIGLIACCAMENTE, delle normali presone, perché non hanno i cogli@ni per far fuori gente come Soros o altre schifezze come lui??
Secondo me, perché, i loro imam, i loro preti, come i nostri, AUM AUM ci campano.

Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale

30/03/2018, 13:49

Le principali notizie di oggi sull'agenzia russa Sputnik...c'è da chiedersi solo "quando" comincerà...non "SE"...
Allegati
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Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale

30/03/2018, 13:52

Angel_ ha scritto:Le principali notizie di oggi sull'agenzia russa Sputnik...c'è da chiedersi solo "quando" comincerà...non "SE"...

Temo tu abbia ragione.
Ma è colpa nostra.
Abbiamo SEMPRE delegato ad altri. [:292] [:292] [:292]
Per comodità, svogliatezza.
Ma quando si era nelle caverne, se delegavi ad altri la tua incolumità, o quella della tua gente, l'orso te magnava.

Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale

30/03/2018, 14:26

non comincerà! [;)]

ciao
mauro

Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale

30/03/2018, 14:59

mauro ha scritto:non comincerà! [;)]

ciao
mauro



Penso anche io; tutto questo trambusto serve per coprire qualcosa di grosso che stanno facendo.

Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale

30/03/2018, 15:52

... politica! [^]

Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale

30/03/2018, 17:23

L’ideologo di Putin: in Europa sarà presto caos, guerra civile, distruzione.
Pubblicato 28 marzo 2017 - 20.00 - Da Claudio Messora

di Giulio Meotti

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Roma. Europa e Stati Uniti hanno spesso ricambiato il favore ad Aleksandr Dugin. Un anno fa, il famoso politologo russo è stato messo alla porta in Grecia. Accompagnato dal patriarca di Mosca Kirill per una conferenza sul Monte Athos, Dugin è stato fermato all’aeroporto di Salonicco e gli è stato comunicato che il suo ingresso all’interno dei territori della Ue gli era interdetto. Un anno prima, il Dipartimento del tesoro degli Stati Uniti lo aveva inserito nella lista dei cittadini russi sotto sanzioni per la crisi ucraina. Un mese dopo è il Canada a mettere sotto embargo Dugin. Di lui hanno scritto tutti, da Foreign Policy, che lo chiama “il cervello di Putin”, al Sole 24 Ore, che la settimana scorsa lo ha definito il “Rasputin di Putin”.

Figlio di un ufficiale sovietico, dissidente negli anni Ottanta, avversario di Eltsin negli anni Novanta, Dugin è un pensatore russo che un saggio della rivista australiana Quadrant ha definito “un consapevole folle postmoderno”. Ma un folle con accessi politici importanti. Il suo libro, “Fondamenti della geopolitica”, è usato nelle scuole militari, Dugin è una presenza fissa sulla tv Tsargrad (canale patriottico voluto dal Cremlino e finanziato dal miliardario Konstantin Malofeev) e quando la Turchia ha abbattuto due aerei russi Dugin ha usato i suoi contatti ad Ankara per aiutare Putin a ricucire con Erdogan. Il filosofo coltiva anche relazioni in tutta Europa, come in Grecia, dove è molto amico del ministro degli Esteri, Nikos Kotziás, così come pare ci sia un legame con Steve Bannon, braccio destro di Donald Trump alla Casa Bianca. Dugin ha concesso questa intervista esclusiva al Foglio per spiegare non soltanto le sue idee, ma anche la visione che guida la Russia di Putin. Alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco, il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha parlato della nascita di un “ordine postoccidentale”. Questo è puro Dugin.

Quanto è vicino a Putin?

“E’ difficile rispondere, non sono così vicino al presidente come pensano alcuni, ma molte idee che ho espresso in filosofia, in politica, hanno molto influenzato Putin”, ci dice Dugin. “Non bisogna esagerare, anche se è vero che c’è stata un’influenza autentica delle mie idee sul presidente. Le idee hanno un proprio destino, e possono influenzare la logica della politica e della storia. Le idee sono enti viventi e possono trovare molti modi per arrivare alla gente. Il problema con l’occidente è proprio questo, è che non crede più nelle idee, c’è un mondo spirituale dove vivono le idee e che l’occidente non riconosce più”.
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Ad Aleksandr Dugin chiediamo dove nasca la sua avversione culturale per l’Europa che tanto sembra aver ispirato Putin.

“Oggi l’Europa occidentale sta nella trappola della modernità e della postmodernità, il progetto della modernizzazione liberale va verso la liberazione dell’individuo da tutti i vincoli con la società, con la tradizione spirituale, con la famiglia, con l’umanesimo stesso. Questo liberalismo libera l’individuo da ogni vincolo. Lo libera anche dal suo gender e un giorno anche dalla sua natura umana. Il senso della politica oggi è questo progetto di liberazione. I dirigenti europei non possono arrestare questo processo ma possono solamente continuare: più immigrati, più femminismo, più società aperta, più gender, questa è la linea che non si discute per le élite europee. E non possono cambiare il corso ma più passa il tempo e più la gente si trova in disaccordo. La risposta è la reazione che cresce in Europa e che le élite vogliono fermare, demonizzandola. La realtà non corrisponde più al loro progetto. Le élite europee sono ideologicamente orientate verso il liberalismo ideologico”.

A Mosca, la vittoria di Donald Trump è stata accolta con favore, per usare un eufemismo.

“Trump negli Stati Uniti ha preso il potere cambiando un po’ questa situazione, e l’Europa si trova oggi isolata”, continua Dugin. “La Russia oggi è il nemico numero uno dell’Europa perché il nostro presidente non condivide questa ideologia postmoderna liberal. Siamo nella guerra ideologica, ma stavolta non è fra comunismo e capitalismo, ma fra élite liberal politicamente corrette, l’aristocrazia globalista, e contro chi non condivide questa ideologia, come la Russia, ma anche Trump. L’Europa occidentale è decadente, perde tutta l’identità e questa non è la conseguenza di processi naturali, ma ideologici. Le élite liberal vogliono che l’Europa perda la propria identità, con la politica dell’immigrazione e del gender. L’Europa perde quindi potere, la possibilità di autoaffermarsi, la sua natura interiore. L’Europa è molto debole, nel senso dell’intelletto, è culturalmente debole. Basta vedere come i giornalisti e i circoli culturali discutono dei problemi dell’Europa, io non la riconosco più questa Europa. Il pensiero sta al livello più basso del possibile. L’Europa era la patria del logos, dell’intelletto, del pensiero, e oggi è una caricatura di se stessa. L’Europa è debole spiritualmente e mentalmente. Non è possibile curarla, perché le élite politiche non lo lasceranno fare. L’Europa sarà sempre più contraddittoria, sempre più idiota. I russi devono salvare l’Europa dalle élite liberal che la stanno distruggendo”.

“Irrisolta la questione ucraina” Ma la Russia non dovrebbe aspirare ad avvicinarsi all’Europa, come sembrava dopo il crollo del comunismo?

“La Russia è una civiltà a sé, cristiana ortodossa. Ci sono aspetti simili fra Europa e Russia. Ma dopo il crollo del comunismo, quando la Russia si è avvicinata all’occidente, abbiamo capito che l’Europa non era più se stessa, che era una parodia della libertà, che era decadente e postmoderna, che versava nella decomposizione totale. Questo occidente non ci serviva più come esempio da seguire, per cui abbiamo cercato un’ispirazione nell’identità russa, e abbiamo trovato che questa differenza è fra cattolicesimo e ortodossia, fra protestantesimo e ortodossia, noi russi siamo ereditari della tradizione romana, greca, bizantina, siamo fedeli allo spirito cristiano antico dell’Europa che ha perso ogni legame con questa tradizione. La Russia può essere un punto di appoggio per la restaurazione europea, siamo più europei noi russi di questi europei. Siamo cristiani, siamo eredi della filosofia greca”.

Al centro del pensiero di Dugin, accanto alla lotta al liberalismo, è l’Eurasia, a giustificazione dell’ambizione di Mosca di ritornare nelle terre ex sovietiche, dal Baltico al mar Nero, di restaurare il dominio sulle popolazioni non russe, arrivando a stabilire perfino un protettorato sull’Unione europea.

“I paesi vicini alla Russia erano costruzioni artificiali dopo il crollo dell’Unione sovietica e non esistevano prima del comunismo”, dice Dugin al Foglio. “Sono il risultato del crollo comunista. Erano invece parte di una civiltà euroasiatica e dell’impero russo prerivoluzionario. Non c’è aggressione di Putin, ma restaurazione di una civiltà russa che si era dissolta. Queste accuse sono il risultato della paura che la Russia si riaffermi come potere indipendente e che voglia difendere la propria identità. L’Ucraina, la Georgia, la Crimea, hanno fatto tanti errori contro la Russia e aggredito le minoranze russe che vivono in quei paesi”.

Ma le avete invase.

“La Russia con grande potere ha risposto alle violazioni dei diritti georgiani, osseti, ucraini, abkhazi, crimei. L’Europa non può comprendere l’atto politico per eccellenza, la sovranità, perché essa stessa ha perso il controllo della propria sovranità. Trump ha cominciato a cambiare la situazione negli Stati Uniti e ha ricordato che la sovranità è un valore e noi russi con Putin abbiamo ricordato questo al mondo prima di Trump”. La Russia quindi metterà gli occhi anche sui paesi della Nato al proprio confine, la questione di Kaliningrad, ex Koenigsberg, la patria di Kant, il cuneo fra est e ovest? “Geopoliticamente, i paesi baltici non rientrano nella sfera di interesse dei russi, con la Georgia siamo in un momento di stabilità, il problema resta con l’Ucraina, perché la situazione non è pacifica, non abbiamo liberato i territori dove l’identità pro russa è dominante, dove è vittima di un misto di neonazisti e neoliberali. L’Ucraina resterà il problema numero uno, ma con Trump c’è la possibilità di uscire dalla logica della guerra”.

Europa e islam. Putin si vanta di aver costruito un concordato con l’islam in Russia, mentre l’Europa è sotto attacco islamista.

“Il problema non è con l’islam, ma le élite hanno fatto entrare milioni di musulmani, senza integrarli perché c’è un vuoto senza identità”, prosegue Dugin al Foglio. “In questo liberalismo non c’è più assimilazione culturale, gli europei non possono proporre ai migranti un sistema di valori, ma solo la corruzione morale. Questa politica suicida europea non può essere accettata dai migranti musulmani. E l’Europa si impegna per porre i musulmani, soprattutto i fanatici fondamentalisti, continuando a distruggere l’Europa: islamisti da un lato distruggono l’Europa e dall’altro ci pensano le élite liberal. L’ideologia wahabita e dello Stato islamico è il problema, non l’islam tradizionale che è vittima del fanatismo islamista. Senza questa politica dell’immigrazione, l’islam che esiste nelle sue terre non rappresenterebbe un rischio per l’Europa”. “Putin è forte, ma non lascia eredi”.

Da tre anni, la Russia ha costruito l’immagine di un paese che adotta politiche opposte a quelle dell’Europa.

“I matrimoni gay e l’Lgbt sono questioni politiche, non morali. Non a caso l’ideologia liberale vuole destrutturare l’idea di uomo e donna. Putin ha compreso questo molto bene e ha cominciato a reagire contro questa visione che distrugge la società. Questo non è il problema della scelta personale e individuale, non ci sono leggi contro l’omosessualità, ma leggi contro la propaganda di questa ideologia gay che distrugge l’identità collettiva, che distrugge le famiglie, che distrugge la sovranità dello stato cercando di cambiare la società civile. Non è una questione morale o psicologica, ma politica”.

Dugin è considerato un grande sostenitore di Putin, ma qui ne rivela i limiti.

“La storia è sempre aperta, non possiamo dire cosa sarà della Russia. Per creare un futuro forte e sano per la Russia dobbiamo fare molti sforzi, niente è garantito, ci sono molte sfide per la Russia e Putin è riuscito a rispondere a molte di queste, vincendo. Il problema del nostro paese consiste nella nostra forza e debolezza, Putin garantisce alla Russia la conservazione della sovranità e dell’identità, il ritorno sulla scena della grande Russia, ma siamo anche deboli, perché Putin rappresenta se stesso, non è riuscito a creare una eredità che possa garantire la sopravvivenza di questa idea della Russia. Finché c’è Putin, la Russia ha speranza di essere forte, ma Putin è un problema perché non ha istituzionalizzato la sua linea di pensiero. La Russia oggi è Putin-centrica”.

Dunque, cosa vede in serbo per l’Europa?

“Sono un seguace di René Guenon, che ha identificato la crisi della società occidentale europea ben prima del XXI secolo. La forma di degradazione spirituale dell’Europa è cominciata con il modernismo, la perdita dell’identità cristiana, ma è arrivato al culmine negli anni Novanta, quando tutte le istituzioni vennero plasmate dal liberismo di destra in economia e dal liberalismo di sinistra nella cultura. L’approvazione dei matrimoni gay mi hanno fatto capire verso dove stava andando l’Europa. Si arriverà presto al momento finale, dopo ci sarà il caos, la guerra civile, la distruzione. Forse è troppo tardi per ribaltare la situazione”.
Fonte

Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale

30/03/2018, 17:55

Nonostante io creda che l'Europa intesa come Unione Europea abbia gli anni contati credo che anche se la Ue salterà così come l'euro, rimarremo anche come stati sovrani sotto l'ala protettrice americana. La Nato non sparirà e a maggior ragione senza Ue i vari paesi europei sentiranno la necessità come da tempo ormai, di sentirsi uniti da un filo conduttore occidentale. Inoltre i governi di destra sempre più forti sapranno intervenire in modo deciso sul fronte dell'immigrazione/Islam.

Se poi a dirlo è "l'ideologo di Putin" cioè di chi spera di annettersi l'Europa sperando in una sua faida interna cos'altro si può aggiungere? Secondo me ci sono più ragioni per cui imploda la Russia anzicchè l'Europa: la Russia è un paese con una enorme povertà, una enorme disoccupazione, nessun avanzamento tecnologico se non in campo militare, nessuna industria automobilistica, nessuna industria cinematografica, musicale, di moda e via dicendo ma soprattutto è un paese con una presenza islamista sempre più crescente specie nei paesi satelliti alla Russia, ergo si guardassero i problemi in casa loro anzicchè predire il futuro degli altri!

Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale

30/03/2018, 18:25

.. ci penserà bleffort a fare una colletta! [^]

Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale

30/03/2018, 18:30

Io gli suggerirei di andarci a vivere per un po, magari si porta anche Lox1 e insieme fanno prima soggiorno in Russia, poi in Palestina e infine anche un salto in Corea del Nord così dopo ci raccontano come si vive in quei paesi.

Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale

30/03/2018, 18:37

... sempre se riescono a ... tornare! [:302]

Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale

30/03/2018, 19:59

sottovento ha scritto:Secondo me ci sono più ragioni per cui imploda la Russia anzicchè l'Europa: la Russia è un paese con una enorme povertà, una enorme disoccupazione, nessun avanzamento tecnologico se non in campo militare, nessuna industria automobilistica, nessuna industria cinematografica, musicale, di moda e via dicendo ma soprattutto è un paese con una presenza islamista sempre più crescente specie nei paesi satelliti alla Russia, ergo si guardassero i problemi in casa loro anzicchè predire il futuro degli altri!

E' quello che penso anche io, alla fine Putin è solo più furbo del Re Sole francese ed è riuscito a nascondere le ricchezze della leadership facendo credere che stanno operando per il bene della Russia e del popolo russo.

Tuttavia trovo molto istruttivo il punto di vista di Aleksandr Dugin ...
Ci fa capire come opera la propaganda di Putin, alla fine anche l'occidente si muove nello stesso modo basta pensare all'Ucraina oppure a quei fenomeni che alimentano voci su una prossima invasione dell'Europa da parte della Russia.
Ovviamente Putin e gli oligarchi hanno tutto l'interesse a fare crollare la UE poichè faciliterebbe l'ingerenza sui singoli stati, le risorse energetiche le hanno tutte loro.

Molto divertente il discorso filosofico:
noi russi siamo ereditari della tradizione romana, greca, bizantina, siamo fedeli allo spirito cristiano antico dell’Europa che ha perso ogni legame con questa tradizione

Come se Putin e gli oligarchi fossero interessati a conservare i valori culturali europei ... ma per piacere!!!!
Il processo capitalistico della Russia è fra i peggiori che abbia mai visto, nato da una truffa verso il popolo ... purtroppo la vodka fa dimenticare tutto.
Attualmente Putin e gli oligarchi non sono per nulla diversi dagli sceicchi arabi ma la cultura araba è molto diversa da quella russa, per questo penso che in Russia potrebbe innescarsi un processo rivuluzionario, non è un caso se non esiste una reale opposizione ... il rischio è alto.

Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale

30/03/2018, 20:15

I russi stanno meglio con Putin che con Eltsin. Per questo lo votano, punto.

Tutte le altre "analisi" trite e ritrite lasciano il tempo che trovano.

Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale

30/03/2018, 20:53

Diciamo anche che Putin è stato molto abile nell'evitare (con la repressione), che in Russia nascesse un'opposizione. Infatti Putin alla fine ha corso queste elezioni da solo senza antagonisti e non è un caso che alla fine dei conti in Russia abbiano votato per lui 56 milioni di elettori quando gli abitanti della Russia sono circa 150 milioni.

Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale

30/03/2018, 20:55

Vabbè, neanche Di Maio non ha preso 60 milioni di voti... (qualcuno glielo spieghi però :D)

Mah, io penso che si sbagli a dire che Putin "reprime", ecc. E che il consenso sia genuino.
Facci caso Sottovento, le stesse cose le dicevano sull'Italia durante i governi Berlusconi, ma io tutta questa dittatura di cui parlavano non l'ho mai vista, sarò stato scemo io.
Ha fatto mille figure di m..., ha avuto mille processi ma prendeva voti lo stesso!

Poi noi in ogni caso, abbiamo vissuto il benessere, PRIMA di Berlusca, i russi no... Quindi è logico che si attacchino come cozze a colui che ha dato loro qualcosa in più rispetto a Eltsin.
Votare in massa un "oppositore" sconosciuto sarebbe un salto nel buio per loro. Perlomeno secondo me... Poi pensatela come volete.
Ultima modifica di TheApologist il 30/03/2018, 21:35, modificato 1 volta in totale.
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