15/05/2018, 12:54
15/05/2018, 13:03
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15/05/2018, 14:05
15/05/2018, 14:22
15/05/2018, 15:07
Ufologo 555 ha scritto:Chi ha pagato l'affitto da più di 2000 anni ..........................
La storia del popolo ebraico risalirebbe, secondo la tradizione ebraica, ai patriarchi Abramo, Isacco e Giacobbe, che vissero a Canaan verso il XVIII secolo a.C.. Storicamente[non chiaro], gli ebrei discendono in gran parte dalle Tribù di Giuda e Simeone, e parzialmente da altre tribù israelite, specialmente quelle di Beniamino e Levi, che insieme avevano formato l'antico Regno d'Israele e, in seguito, il Regno di Giuda. La prima menzione d'Israele come popolo è stata rinvenuta iscritta sulla Stele di Merenptah, che risale agli anni 1213-1203 a.C
Dato l'incontro-scontro degli Ebrei con i grandi imperi dell'antichità (Egizio, Assiro, Babilonese, Persiano, Macedone) è possibile rintracciare nelle loro fonti storiche alcuni fugaci accenni a questo popolo. Per il periodo attorno all'inizio dell'era cristiana, in concomitanza con l'incontro-scontro con l'Impero Romano, sono preziosissimi gli scritti di Giuseppe Flavio.
In seguito la storia degli Ebrei si fonde con quella dell'occidente cristiano e con la sua storiografia.
Periodi della storia ebraica
La storia degli ebrei e dell'ebraismo si può dividere in cinque periodi: (1) Antico Israele prima del giudaismo, dagli inizi fino al 586 a.C.; (2) inizio del giudaismo nei secoli VI e V a.C.; (3) la formazione dell'ebraismo rabbinico dopo la distruzione del Secondo Tempio nel 70 d.C.; (4) l'età dell'ebraismo rabbinico, dall'ascesa del cristianesimo al potere politico sotto l'imperatore Costantino il Grande nel 312 d.C. alla fine dell'egemonia politica del cristianesimo nel XVIII secolo; (5) l'età dell'ebraismo differenziato, dalla rivoluzione francese e americana al presente.
(Il resto te lo leggi qui): https://it.wikipedia.org/wiki/Storia_degli_ebrei
I palestinesi esistevano per modo ... di dire, bovino!
15/05/2018, 16:22
18/05/2018, 10:01
mik.300 ha scritto:eccolo il democratico contro il populismo della kirchener..
https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/0 ... s/4342609/
Argentina, Macri chiede aiuto al Fondo Monetario. Lo spettro del 2001 aleggia di nuovo su Buenos Aires
Il presidente a colloquio con la direttrice Christine Lagarde: "Unico modo per uscire dalla nostra situazione". Gli analisti si attendono un fabbisogno di almeno 20 miliardi di dollari
praticamente col fmi
siamo già al colpo di grazia,
spoliazioni, vendite dei beni pubblici,
debiti e servaggio..
chi ha votato codesto spero sia contento..
poi c vorrà un populista di sinistra a metterci una pezza
e poi arriverà il democratico liberista
a mandare a put.tane ancora tutto..
così all'infinito..
A questo si deve aggiungere il peso politico, in un paese come l’Argentina, del tornare a negoziare prestiti con il Fmi. Quando, nel settembre del 2004, l’allora presidente Nestor Kirchner annunciò il rimborso dell’ultimo prestito concesso dall’organismo internazionale, la notizia fu festeggiata come una vittoria della sovranità nazionale, e il primo passo verso il recupero dalla profonda crisi del 2001, segnata dal più grande default sul debito estero della storia.
11/06/2018, 13:54
GUERRIGLIA: IL GIORNO IN CUI TUTTO SI INCENDIÒ
http://www.magazinepress.it/2017/07/20/ ... -incendio/
11/06/2018, 16:47
02/07/2018, 22:07
Usa, la guerra civile è iniziata:
ecco tutti i segnali del conflitto
Gli Stati Uniti vanno verso una sorta di guerra civile? Contro il presidente eletto Donald Trump si è scatenata una vera e propria “isteria collettiva” come mai prima era accaduto nella storia degli Stati Uniti. Tutto il mondo liberal e progressista, così come quello della sinistra radicale, compresi anarchici e femministe, è sceso nelle strade per esprimere il proprio dissenso nei confronti del presidente repubblicano, ancor prima che si insediasse. In concomitanza con l’Inauguration Day, importanti manifestazioni, che hanno radunato centinaia di migliaia di persone, si sono svolte a Washington D.C. e in quasi tutte le più importanti città degli Stati Uniti e del mondo.
La festa dell’insediamento del 45esimo presidente degli Stati Uniti è stata la dimostrazione di un profondo scontro in atto mai sopito, simbolo di una nazione spaccata. E oggi, a circa un anno e mezzo dal giuramento di Trump, i segnali di una “guerra civile” non si sono certo attenutati. Anzi.
La guerra civile è già iniziata
Glenn Harlan Reynolds, professore di diritto all’Università del Tennessee, ha pubblicato su Usa Today un’analisi molto interessante su ciò che sta realmente accadendo negli Stati Uniti, esaminando lo scontro aperto in atto tra liberal e trumpisti, che rischia di peggiorare ogni giorno. “Hollywood ha sostanzialmente trasformato i suoi prodotti e i suoi premi in vetrine per ‘la resistenza’. Gli americani – osserva – si stanno già classificando in comunità rosse o blu. E a Washington i funzionari di Trump si rendono conto che molte persone non vogliono uscire con loro a causa della politica”.
L’intolleranza elitaria dei liberal ha preso il sopravvento e rischia di sfociare in guerra civile. Caso esemplare quello della portavoce della Casa Bianca Sarah Sanders, cacciata da un ristorante di Lexington, in Virginia, perché “colpevole” di lavorare per Donald Trump. “La scorsa notte – ha scritto su Twitter – mi è stato detto dalla proprietaria di un Red Hen a Lexington, in Virginia, di andare via perché lavoro per Trump e io l’ho cortesemente lasciato”.“Sembra un fatto minore – sottolinea Reynolds – ma sarebbe stato impensabile una generazione fa”. “Non ricordo un momento analogamente tribale nella storia recente”, ha ammesso lo storico Jon Meacham.
Prima era toccato al consigliere politico Stephen Miller, definito da un cliente “fascista” in un ristorante messicano della capitale: poi è stata la volta della segretaria alla Sicurezza nazionale statunitense Kirstjen Nielsen, costretta a fuggire da un locale a Washington per via di una dura contestazione. Un episodio dietro l’altro che la dice lunga sul momento convulso che stanno attraversando gli Usa.
L’intolleranza verso chi lavora o sostiene Trump
Come osserva Reynolds, il disprezzo politico verso l’avversario è il vero problema. “Gli americani – sottolinea – sapevano come non essere d’accordo l’uno con l’altro senza disprezzarsi a vicenda, ma sembrano averlo dimenticato. E i mezzi di informazione, che promuovono l’indignazione alla ricerca di clic facili e visualizzazioni, stanno peggiorando la situazione. Cosa potrebbe rendere le cose migliori? Sarebbe bello se le persone costruissero legami sociali che trascendono la politica. Le vite degli americani erano solite coinvolgere molte più istituzioni intermedie – chiese, organizzazioni fraterne, quartieri – che andavano oltre le idee politiche”.
Ma la convinzione dei liberal di essere moralmente superiori agli avversari non nasce con Trump. È la tattica di un’ élite che ama gettare discredito morale su chiunque si opponga alla loro visione del mondo. Un argomento ampiamente trattato nel saggio del sociologo Christopher Lasch del 1994 La ribellione delle élite. Il tradimento della democrazia, nel quale affermava: “Nel calore della controversia politica, non riescono a nascondere il disprezzo che provano per quanti ostinatamente si rifiutano di vedere la luce, per quelli che ‘proprio non ce la fanno’, come suona il gergo compiaciuto della rettitudine politica. Al tempo stesso, arroganti e insicure, le nuove élite, in particolare le classi professionali, guardano alle masse con una mescolanza di disprezzo e di apprensione. Negli Stati Uniti, middle America, un termine che ha un significato contemporaneamente geografico e sociale, simboleggia ormai quanto si oppone al progresso: i valori familiari, il patriottismo ottuso, il fondamentalismo religioso, il razzismo, l’omofobia, l’atteggiamento retrogrado verso le donne”. Gli stessi titoli ingiuriosi usati dai progressisti per descrivere i sostenitori di Trump.
02/07/2018, 22:33
04/07/2018, 18:01
sottovento ha scritto:GUERRIGLIA: IL GIORNO IN CUI TUTTO SI INCENDIÒ
http://www.magazinepress.it/2017/07/20/ ... -incendio/
Qualcuno lo ha letto?
Agente uccide un ventenne, scontri con la polizia a Nantes
04 luglio 2018
Scontri tra gruppi di giovani e forze di polizia nella notte a Nantes, nell'ovest della Francia, dopo l'uccisione di un ragazzo sui 20 anni da parte di un agente durante un controllo di routine. Secondo i media internazionali, i giovani dimostranti - alcuni dei quali armati di bombe molotov - hanno dato alle fiamme alcune auto e parte di un centro commerciale. Il ragazzo è stato colpito da un proiettile sparato da un agente durante il controllo ma non ancora chiaro il motivo che ha spinto il poliziotto ad usare l'arma.Guarda su youtube.com
L'organismo di vigilanza della polizia francese ha annunciato di aver aperto un'inchiesta per accertare le responsabilità e la dinamica dell'uccisione del ragazzo. Johanna Rolland, sindaca socialista della città alla foce della Loira, ha detto che deve essere fatta chiarezza completa con un'inchiesta indipendente. Il capo della polizia di Nantes, Jean-Christophe Bertrand, ha detto che l'uccisione del giovane avvenuta alle 20:30 di ieri quando la polizia ha fermato la sua auto. L'identit del giovane non era chiara, ha spiegato il dirigente di polizia, e gli stato chiesto di seguire gli agenti per essere identificato. L'uomo sarebbe quindi partito in retromarcia investendo un agente, rimasto ferito in modo lieve. "Uno dei suoi colleghi ha aperto il fuoco, colpendo il giovane, che sfortunatamente morto", ha detto Bertrand. Una fonte di polizia ha detto che il giovane stato colpito alla carotide ed è arrivato in ospedale morto.
Nantes, ragazzo ucciso era ricercato
Su di lui mandato d'arresto per furti e associazione delinquere
Ragazzo ucciso era ricercato
Era un pregiudicato il giovane di 22 anni ucciso ieri sera da un colpo di arma da fuoco alla periferia di Nantes, ovest della Francia, a un posto di blocco della polizia. Lo riferiscono fonti citate dalla tv BFM, secondo le quali sull'uomo c'era un mandato d'arresto per diversi furti e associazione per delinquere. Diversi quartieri della città sono stati teatro di violenze dopo la morte del giovane, che - secondo la polizia - aveva rifiutato di mostrare i documenti. Le autorità parlano di "un colpo sparato da un agente per legittima difesa" mentre alcuni testimoni sul posto denunciano "un colpo senza avvertimento, ad altezza d'uomo". La polizia ha reso noto che l'auto con a bordo il ventiduenne era stata fermata perché segnalata per traffico di stupefacenti.
(ANSA) - PARIGI, 4 LUG - Era un pregiudicato il giovane di 22
anni ucciso ieri sera da un colpo di arma da fuoco alla
periferia di Nantes, ovest della Francia, a un posto di blocco
della polizia. Lo riferiscono fonti citate dalla tv BFM, secondo
le quali sull'uomo c'era un mandato d'arresto per diversi furti
e associazione per delinquere.
Diversi quartieri della citt sono stati teatro di violenze
dopo la morte del giovane, che - secondo la polizia - aveva
rifiutato di mostrare i documenti. Le autorit parlano di "un
colpo sparato da un agente per legittima difesa" mentre alcuni
testimoni sul posto denunciano "un colpo senza avvertimento, ad
altezza d'uomo".
La polizia ha reso noto che l'auto con a bordo il ventiduenne
era stata fermata perch segnalata per traffico di stupefacenti.
Su di lui mandato d'arresto per furti e associazione delinquere
05/07/2018, 13:11
15/07/2018, 13:18