
L'accordo potrebbe essere stato raggiunto. Lega e M5S avrebbeero trovato un ruolo a Paolo Savona nel "governo del cambiamento" che non sia il ministero dell'Economia, E, al tempo stesso, avrebbero partorito un nuovo nome per il Mef: si tratterebbe di Giovanni Tria, come scrive La Stampa citando notizie che filtrano dai palazzi della politica.
Il ministero su cui si era incagliata la nave giallo-verde, dunque, finirebbe al professore ordinario di Economia politica all’Università di Roma Tor Vergata. Per Paolo Savona, invece, il nome a cui da ieri è appeso l'intero governo, sarebbe pronta la seggiola del ministero degli Affari Europei. A spuntarla sarebbe dunque Di Maio, che ieri aveva chiesto a Salvini di fare un passo indietro e spostare il professore in un altro posto di governo. Novità, a quanto pare, ci sarebbe anche per la casella degli Esteri che dovrebbe finire a Enzo Moavero-Milanesi.
Domenica, dopo il "no" di Mattarella a Savona, Di Maio aveva dato lettura dei ministri "mancati" del governo che non era nato per i veti del Colle. Rispetto a quella lista, dunque, le novità dovrebbero essere tre: Milanesi prenderebbe il posto dell'ambasciatore Luca Giansanti (Esteri) mentre Savona occuperebbe una casella che tre giorni fa non esisteva.
L'accordo, dunque, è a un passo. Resta però qualcosa di molto pesante da decidere: la contropartita alla Lega per la rinuncia a Savona e al pesantissimo dicastero dell'Economia. Tria, infatti, non è in quota Carroccio. Sarebbe questo l'ultimo nodo da sciogliere nel vertice fiume in corso tra Salvini e Di Maio. Un nodo che, stando ad alcune voci davvero clamorose rilanciate nel corso della Maratona Mentana su La7, potrebbe anche portare a un cambio relativo al nome del premier, che potrebbe non essere più Giuseppe Conte.
Altra opzione per bilanciare la rinuncia a Savona, l'ok del M5s all'ingresso di Giorgia Meloni e Fratelli d'Italia nel nascente governo giallo-verde.