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Re: Povera Italia.. (seconda parte)

03/06/2018, 20:44

1° Non è vero che siamo una Nazione (tanto meno ...unita)
2° La leva farebbe bene a molti giovani (i soldi si trovano; si trovano per i clandestini!)

Re: Povera Italia.. (seconda parte)

03/06/2018, 22:06

sottovento ha scritto:Cambiando totalmente argomento, voi sareste d'accordo alla reintroduzione della Leva militare obbligatoria nel nostro paese? Dopo tutto il servizio militare trasmetteva dei valori come ordine, Patria, disciplina, rispetto, tenacia etc, tutti valori che oggi molto spesso scarseggiano specie tra i più giovani.

Non dico che la Leva militare sarebbe la soluzione a tutti i problemi della ns società poiché a educare ci dovrebbe pensare in primis la famiglia, tuttavia a mio parere il servizio militare raddrizzava un bel po la schiena e rappresentava un'esperienza educativa e formativa che oggi manca.


Io si. Ma non perchè ritengo che l'apprendistato militare forgi chissà quali menti, anzi nel 90% dei casi tende a formare pecoroni buoni solo ad eseguire ordini senza usare il cervello, bensì perchè lasciare la famiglia a 18 anni e passare un annetto da soli (ma sotto tutela quindi senza poter prendere strade strane) sarebbe un toccasana in una società di bimbiminchia. Il problema è che la leva mal si concilia con i cicli scolastici quindi dovrebbero permettere a chi fa quell'anno di poter intraprendere comunque gli studi e portarli avanti.

Io ad esempio non l'ho fatta, nonostante fosse ancora obbligatoria, perchè c'era l'esenzione per chi nell'anno in cui avrebbe dovuto ricevere la famosa lettera aveva sostenuto almeno 3 esami ed almeno altri 2 l'anno dopo (se non ricordo male).

Re: Povera Italia.. (seconda parte)

04/06/2018, 10:06

ma alla nazonale
non c'hanno un pò di soldi
per finanziare un sostegno psicologico mirato a codesto?


https://www.corriere.it/sport/18_giugno ... f94c.shtml

Nazionale, Balotelli: «Il razzismo fa male, l’Italia sia aperta»
« Quattro anni senza azzurro mi hanno fatto abbastanza male. Ma quando c’era Conte non stavo bene e aveva ragione lui, non ho capito bene le spiegazioni di Ventura»

il fatto che è matto,
non gli è passato per il cervello,
vero?
eccerto lui solo è sano,
gli svalvolati sono tutti gli altri..
questo è un disco incantato,
come i matti ossessivi,

siccome lui è nero,
gli altri sono razzisti..
il ragonameto è quello..
facile no?
pensasse a giocare a calcio
se ancora si ricorda come si fa..

Re: Povera Italia.. (seconda parte)

04/06/2018, 12:07

Visto che questo premio nobel del pallone immagino abbia delle disponibilità economiche importanti, potrebbe prendersi carico di qualche migliaio di suoi fratelli, ospitandoli nelle sue proprietà.
Invece di parlare a vanvera, considerando che appena apre bocca i dizionari piangono.

La stessa considerazione vale per un certo "scrittore" pelato che fa i sermoni sull'accoglienza dal suo lussuoso attico a Nuova York...

Re: Povera Italia.. (seconda parte)

04/06/2018, 12:26

MaxpoweR ha scritto:Io si. Ma non perchè ritengo che l'apprendistato militare forgi chissà quali menti, anzi nel 90% dei casi tende a formare pecoroni buoni solo ad eseguire ordini senza usare il cervello, bensì perchè lasciare la famiglia a 18 anni e passare un annetto da soli (ma sotto tutela quindi senza poter prendere strade strane) sarebbe un toccasana in una società di bimbiminchia.

La penso alla stessa maniera, il problema rimane però che se dopo la Leva militare tornano a casa e non trovano un lavoro riprendono a cazzeggiare come facevano in precedenza.

Re: Povera Italia.. (seconda parte)

04/06/2018, 13:33

sottovento ha scritto:
MaxpoweR ha scritto:Io si. Ma non perchè ritengo che l'apprendistato militare forgi chissà quali menti, anzi nel 90% dei casi tende a formare pecoroni buoni solo ad eseguire ordini senza usare il cervello, bensì perchè lasciare la famiglia a 18 anni e passare un annetto da soli (ma sotto tutela quindi senza poter prendere strade strane) sarebbe un toccasana in una società di bimbiminchia.

La penso alla stessa maniera, il problema rimane però che se dopo la Leva militare tornano a casa e non trovano un lavoro riprendono a cazzeggiare come facevano in precedenza.

Sono d'accordo con Max. Almeno capirebbero che c'è vita la fuori, e che non esistono solo Facebook, YouTube, i blog di cucina, Fedez&Ferragni.
E imparerebbero a usare le mani per fare qualcosa di più produttivo, oltre a clikkettare sullo smartphone.
Ho notato che sui social Salvini è attaccato da una miriade di minorenni pro-lgtb, che si sentono in diritto di insultare un ministro, che a conti fatti non hanno votato loro. Per difendere una "comunità" di persone che è una goccia nell'oceano.

Non si rendono conto di essere BOVINI, e non accettano dibattiti né punti di vista alternativi. È una generazione senza pensieri, gli viene imposta una visione 'massonica' della società dalla culla in poi: Dio non esiste, gli Stati sono fascisti e delegittimati per definizione, le razze non esistono, le persone devono essere libere di ingrumarsi pure con gli animali, ecc. Manca solo lo sdoganamento della pedofilia. Arriveremo anche a quello.

Non lo dico da bacchettone cattolico, che non sono, ma semplicemente perché per me ci vogliono REGOLE per vivere civilmente! E regole per l'autoconservazione.
Non sopporto le visioni libertine e libertarie perché vengono sempre imposte dall'alto, e vengono sempre difese a spada tratta solo dai ricchi e dai media.
I 'poveri', se ne sbattono i cosiddetti degli "arcobaleni" e dei 'migranti economici'.

Guardate com'è messa la California, l'esempio perfetto: salottino di liberal, hippies e nerd nei centri urbani dove scorrono soldi a fiumi, mentre nelle periferie vi sono baraccopoli tipo Africa piene di ispanici rozzi e ignoranti con stupri e omicidi all'ordine del giorno.
Se non si fa qualcosa cominciando dalle fondamenta, quello sarà il nostro destino.

Re: Povera Italia.. (seconda parte)

04/06/2018, 19:25

Immagine

Molto si è dibattuto in questi giorni circa il potere del presidente della Repubblica di rifiutare o meno la nomina di un ministro indicato dall’incaricato premier. Molto si è discusso, cercando spesso di trovare risposte chiare laddove la stessa Costituzione lascia margini interpretativi, rimettendo la sostanza alla prassi istituzionale.

Sarebbe più utile concentrarsi non tanto sui meccanismi costituzionali, quanto piuttosto sulle motivazioni che spingono un Capo dello Stato ad agire in un senso o nell’altro. In altri termini: non dovremmo ragionare sulla costituzionalità di un rifiuto (probabilmente legittimo) quanto sulla costituzionalità delle ragioni che hanno contribuito a configurarlo.

Sotto questo profilo le cose sono più chiare. Il presidente Mattarella, nella cornice delle spiegazioni che hanno accompagnato l’opposizione alla nomina del professor Savona, ha perorato la causa dell’Unione europea e dell’euro, compiendo un atto sostanzialmente politico.

Se è vero che il nostro ordinamento giuridico è sottoposto a quello europeo nei casi di competenza normativa esclusiva di Bruxelles (e di fatto anche in caso di competenza concorrente), è altrettanto vero che nella nostra carta costituzionale non esistono riferimenti alla necessità dell’appartenenza all’Unione, né tantomeno alla moneta unica. Le due rispettive adesioni sono atti politici configurati per azione legislativa ed esecutiva, dagli organi titolari di queste potestà. L’idea di uno stop ad un’eventuale revisione dei riferimenti costituzionali sarebbe priva di senso, in quanto la nostra carta suprema prevede l’impossibilità di un’autoriforma solo in casi molto specifici (in pratica i principi fondamentali e il superamento della forma repubblicana).

Che l’Italia appartenga all’area euro o addirittura all’Unione europea non è una prescrizione medica, né un dogma liturgico. Può essere al massimo uno stato di cose o un vincolo storico accettato con buon senso perché conveniente.

A prescindere dalle posizioni di ciascuno sul tema e dalle opportunità delle scelte relative, esistono dei riferimenti legislativi che declassano ogni cessione di sovranità (ex art. 11 della Costituzione) a condizioni comunque passibili di modifiche. Basta su tutti citare l’articolo 50 del Trattato sull’Unione europea (ex Trattato di Maastricht novellato dal Trattato di Lisbona nel 2007) che introduce per la prima volta nella storia comunitaria la possibilità di recedere dall’Unione, senza nemmeno l’obbligo della motivazione.

I britannici non se lo sono fatto ripetere due volte e con Brexit hanno dimostrato che le strade dell’Unione non sono convergenti per diritto naturale, ma solo per scelta. Esiste in sostanza una questione di diritto che fa da sfondo a ogni discorso sul merito: giusto o sbagliato che sia, almeno in teoria, da Bruxelles si possono prendere le distanze.

L’eventuale scelta, fosse pure suicida, di voler cambiare rotta rispetto alla progressiva integrazione europea, può essere prerogativa assoluta solo della volontà popolare, che attraverso gli iter istituzionali previsti, si sintetizza di volta in volta in espressione politica.

Detto in breve, se per assurdo la maggioranza degli italiani manifestasse il desiderio di rompere con l’Unione europea, non ci sarebbe la tanto famosa trippa per gatti, laddove la trippa sarebbero le scuse politiche e i gatti, i poteri consolidati.

Se accettiamo invece l’idea che in democrazia ci sia spazio per delle élite in grado di opporsi a maggioranze definite perché più lungimiranti, allora il discorso cambia.

Chiunque prenda posizione circa l’immodificabilità delle scelte europeiste di Roma, lo fa sempre e comunque a titolo politico; dal punto di vista giuridico sostiene una sua idea, che in generale ognuno di noi è libero di condividere o meno. Del resto il principio lex posterior abrogat legi priori non avrebbe senso se tutto ciò che è stato deciso in passato dovesse rimanere tale per sempre.

Mattarella di fatto, perorando la causa europeista, è entrato nel merito di una scelta che ha una precisa cornice politica e che non deve e non può essere imposta da chi, in quanto organo costituzionale super partes, è obbligato a non scendere nel merito delle posizioni. Per quanto opportuna possa essere l’idea di essere parte dell’attuale famiglia europea, rimane sempre una scelta libera e non un principio sacro e inalienabile.

In altri termini l’intervento del Quirinale a giustificazione del rifiuto del professor Savona rientra nei non-poteri presidenziali di valutazione di una linea politica, fatto di una certa e innegabile originalità.

L’esistenza o meno degli estremi giuridici per la configurazione dei reati di attentato alla Costituzione o alto tradimento, li lasciamo ai costituzionalisti.

Quale che sia il nostro prossimo futuro, è bene riflettere sulle ragioni che hanno spinto il Colle ad opporsi ad un esecutivo, sulla base di una presunta inaffidabilità politica.

Non bastano quelle meramente economiche e finanziarie, legate alle lobbies e ai pregiudizi di sovranità determinati da Commissione europea, Parlamento e Consiglio. Va ricordato che oltre alla rappresentanza politica senza vincolo di mandato (i parlamentari europei italiani) l’Italia è presente in Europa con soggetti espressione delle volontà del governo. È il caso dei membri del Consiglio, uno dei due organi legislativi dell’Unione, che nelle sue formazioni, esprime di volta in volta attraverso i ministri competenti, la volontà diretta dei singoli esecutivi. Le stesse linee di indirizzo politico, messe in atto dal Consiglio europeo, sono frutto di scelte perfezionate dai suoi componenti, cioè capi di Stato o capi di governo.

In pratica, ci si può opporre quanto si vuole a linee cosiddette populiste, ma se in seno agli organi decisionali europei si sviluppano maggioranze scettiche, l’Unione è destinata a cambiare da dentro, in barba a qualunque alzata di scudi. Per estensione, se in Parlamento e in Consiglio (i due organi legislativi) cambia il vento, questo può dipendere solo dalla volontà degli elettorati dei singoli Stati membri.

È evidente che il cambio di linea politica di un Paese portante come l’Italia, terrorizza molti. Proprio per quanto detto sopra, non basterebbe però da sola Bruxelles a obbligare Roma a rimanere al chiodo per sempre. I meccanismi decisionali europei non sono blindati e i fondamenti istituzionali, non essendoci una Costituzione europea, sono contenuti nei Trattati (Tfue e Tue) riformati a Lisbona, sempre passibili di modifiche.

Il concetto di fondo è che la cosiddetta stabilità dell’Unione europea più che funzionale a se stessa, è funzionale ad altri equilibri, probabilmente più grandi ed essenzialmente geopolitici. Questa Europa, debole, disunita, priva di una politica estera comune e concreta aiuta le logiche strategiche innanzitutto dell’Alleanza Atlantica, cartello politico nato prima del Trattato di Roma e ormai arrivata ad una quasi sovrapposizione territoriale (limitatamente al territorio europeo) con l’Unione.

Non sembra azzardato sostenere che il presidente Mattarella, col suo discorso sulla necessità dell’Unione, si sia fatto portavoce di equilibri che non conviene cambiare.

Non sembra un caso che dietro i tentativi di configurare un governo politico di Roma, tutto si giochi sulla presenza o meno di figure tranquillizzanti dal punto di vista Nato.

All’Italia, prima ancora che non essere permesso di deviare dal suo destino europeo, sembra non sia possibile deviare dal suo passato atlantico.

Da più parti si dice che se la spallata all’Unione arriverà, arriverà dall’Italia. Come terza economia europea, come Paese fondatore, come terzo Paese per numero di abitanti e membri del Parlamento di Strasburgo, è anche l’unico ad avere una legge elettorale che consente pastrocchi, quindi strutturalmente più fragile.

Altrove non è così. Tanto per fare un esempio, le apprensioni europeiste per le presidenziali francesi del 2017 erano solo teoriche, visto l’argine del maggioritario puro che non consente rappresentanze politiche importanti a partiti sovranisti d’oltralpe.

L’Italia in sé, per la sua posizione geografica e per la sua funzione strategica, è una pedina nello scacchiere atlantico che non può permettersi tentennamenti o derive incontrollate. La nascita di un governo Lega-5 stelle in questo senso sarebbe un allarme sicuramente per Bruxelles capitale d’Europa, ma soprattutto per Bruxelles, sede della Nato.

Il peso dell’Italia in questo senso è unico. Per Washington la fedeltà assoluta di Roma ha un’importanza determinante, maggiore, se possibile anche di quella di Parigi. Gli Usa gestirono la fuga di de Gaulle dalla Nato, ma degli spazi fisici italiani hanno necessità preminente. Gli americani non hanno bisogno di altre forze, ma di altre basi. Questo fa dell’Italia un Paese più utile della stessa potenza nucleare Francia.

Siamo una portaerei naturale nel Mediterraneo. I vincoli e le attenzioni che ci vengono imposte vanno al di là del nostri futuro europeo. Dietro ogni mossa di alta politica sembra impossibile dimenticare questo assioma. Nessuno meglio di noi, può fare gli interessi degli altri.

http://www.occhidellaguerra.it/crisi-is ... e-la-nato/

Re: Povera Italia.. (seconda parte)

04/06/2018, 20:44

Per come la vedo io, meglio con gli Usa che con Putin, meglio con gli Usa che con la Ue. L'ho scritto anche da un'altra parte: adottiamo il dollaro americano!

Re: Povera Italia.. (seconda parte)

04/06/2018, 20:53

Oh Signore... Io piuttosto prego nella speranza che nasca un altro impero de Roma o un altro Duce... Insomma un condottiero, made in italy però.

Ma in pancia di tedeschi, americani o russi manco morto...

Re: Povera Italia.. (seconda parte)

04/06/2018, 21:05

Purtroppo devo ricordarti che non siamo (almeno per ora) una potenza militare tale da consentirsi un'indipendenza e con gli amerricani quando ci hanno liberati abbiamo firmato una cambiale a vita che nessun populismo potrà mai estinguere. Del resto non vorrei inimicarmi nessuno ma se è vero che gli Usa ci stanno favorendo mettendosi contro la Germania e acquistando nostri titoli di stato allora diciamogli grazie e andiamo avanti così, poi si vedrà.
Trump ci appoggia contro l’Europa tedesca
http://www.opinione.it/esteri/2018/06/0 ... el-europa/

E poi lo ripeto, in una fase così nuova e delicata gli Usa meglio averceli come amici specie qualora uscissimo dall'euro.

Re: Povera Italia.. (seconda parte)

04/06/2018, 21:11

Questo lo so! Ma tu parlavi di annessione.. Sarebbe un po' troppo direi!
Io facevo ipotesi teoriche, molto teoriche viste le circostanze! :)

Re: Povera Italia.. (seconda parte)

04/06/2018, 21:35

Dai, diventiamo il 51° Stato! [:D] (Mi dirai che a noi nun ce vole NESSUNO ..) [:246]
Farebbero dell'Italia un'altra California! Immagino poi la valorizzazione dei monumenti che noi trascuriamo ... [8)]

Re: Povera Italia.. (seconda parte)

05/06/2018, 10:33

sottovento ha scritto:Purtroppo devo ricordarti che non siamo (almeno per ora) una potenza militare tale da consentirsi un'indipendenza e con gli amerricani quando ci hanno liberati abbiamo firmato una cambiale a vita che nessun populismo potrà mai estinguere.


E' proprio questo che mi inquieta,tu hai mai firmato una cambiale a vita? [:296] ,lo sai cosa significa?. [:291]
Purtroppo solo un"classico" Tagliano poteva esprimere una cosa del genere. [:246]
Per questo gli Tagliani non vanno avanti,perchè una grande perentuale la pensa come te. [8)]
Poi dico un'altra cosa la nostra naturale collocazione dovrebbe essere in una UE veramente Democratica con tutti i suoi popoli che la compongono e con partner commerciali la Russia, tutta l'Asia e Medio-Oriente e il Nord Africa, gli Americani non danno mai nulla senza cambio a LORO FAVORE.[:305]

Re: Povera Italia.. (seconda parte)

05/06/2018, 11:45

... perché gli altri ... invece .... [:297]

Re: Povera Italia.. (seconda parte)

05/06/2018, 11:58

bleffort ha scritto:Purtroppo solo un"classico" Tagliano poteva esprimere una cosa del genere. [:246]
Per questo gli Tagliani non vanno avanti,perchè una grande percentuale la pensa come te.

Qui non si tratta di essere "taliani" (o se preferisci "bovini" per usare un termine più in voga), qui si tratta di essere -realisti- ergo di capacitarsi del fatto che questo è il prezzo della liberazione dal nazifascismo e a seguire della protezione dalla minaccia sovietica poiché come torno a ripeterti se non era per gli americani oggi saremmo o una colonia tedesca o peggio ancora una ex repubblica sovietica ridotti peggio dell'Albania con 1 pollo al mese e la Zaz al posto della Fiat. Il problema è che voi di sinistra non vi volete capacitare del fatto che quei compromessi ci hanno salvato parecchie volte il culo (e secondo me ce lo salvano ancora oggi perché l'amico Putin se qui non ci fossero gli merricani forse un pensierino sul nostro paese ce lo farebbe e ti assicuro che ritrovarci l'armata rossa dentro casa e il rublo al posto dell'euro non ci gioverebbe).
bleffort ha scritto:Poi dico un'altra cosa la nostra naturale collocazione dovrebbe essere in una UE veramente Democratica con tutti i suoi popoli che la compongono e con partner commerciali la Russia, tutta l'Asia e Medio-Oriente e il Nord Africa, gli Americani non danno mai nulla senza cambio a LORO FAVORE.

Scendi dall'albero Bleffort! Nessuno da nulla per nulla, nemmeno tutti gli altri con cui ti ostini a far paragoni. Inoltre una UE davvero democratica non esisterà mai perché Francia e Germania (cioè l'anima della UE), sono degli opportunisti che faranno sempre di tutto per prevalere sugli altri perché è nel loro dna, ergo non c'è alternativa, ergo meglio soli che male accompagnati o meglio, per come la vedo io, meglio il dollaro dell'euro.

Ma queste alla fine sono solo fantasie, i fatti sono solo due: o restiamo nell'euro con la camicia di forza del 3% o torniamo alla lira col rischio di una svalutazione epocale che ci ridurrebbe in braghe di tela.
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