03/07/2018, 22:27
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13/11/2018, 13:59
MaxpoweR ha scritto:giusto così, il bestiame va etichettato per stabilirne la provenienza. Perchè bovini, suini, equini si e noi no?![]()
29/03/2019, 18:08
Aztlan ha scritto:il microchip? I cinesi ce l' hanno già messo...
Bloomberg: chip cinese nelle schede madri americane come backdoor hardware
Fonte: Bloomberg (Ufficiale è dire poco) qui in Italia sull' affiliata a L' Espresso "Tom"
In poche parole un chicco di riso che può essere nascosto sotto tutti gli altri componenti o persino DENTRO la pasta della scheda
crea una backdoor hardware in qualunque sistema
che resta dormiente fino a quando viene attivata a distanza,
allorquando modifica il sistema operativo, controlla il traffico dati e accede a un server da cui scaricare i virus per ottenere un controllo praticamente totale.
Sarebbe stato trovato già nel 2014 da Apple che disse poco o niente all' FBI che sotto Obama non indagò per "assenza di prove"... per non turbare il business del produttore "nazionale" (e speriamo solo quello, nota mia)
Ora pare che Amazon avrebbe fatto la stessa scoperta l' anno dopo con un controllo di routine (sic) ma ha comunicato le informazioni e l' indagine ancora in corso riconosce che il chip è presente nelle schede madri americane prodotte in 4 fabbriche cinesi (sic) (ah, il globalismo è l' unica soluzione... concedetemi un commento ironico)
dove agenti intervenivano nei reparti di produzione per chiedere le modifiche ai chip destinati in America e forse nel resto del mondo, un' impresa eccezionale che richiede capacità militari.
Per ora pare sia presente solo nei sistemi governativi ed aziendali e non privati... ma sarebbe stato già usato secondo i 17 testimoni citati da Bloomberg che gli ha dedicato questa copertina:
Aggiornamento: Apple e Amazon negano tutto.
PS: Se è OT in quanto tecnologia informatica comune e non intracorporea copiatelo pure dove volete, lo metto anche nel topic sullo Stato di Polizia.
Qui lo lascerei perchè se fanno questo ai nostri computer, figurarsi quando offriranno servizi di "bio-hacking"... promemoria.
C’è un mistero nascosto nei chip Intel, la scoperta di due ricercatori
Maxim Goryachy e Mark Ermolov di Positive Technologies hanno svelato l’esistenza di un analizzatore logico che può leggere dati dalla memoria del computer e dalle periferiche. Disattivato di default, potrebbe però essere sfruttato per condurre attacchi informatici.
Nei processori di Intel è racchiuso un componente “a sorpresa”: la società produttrice di chip non ne aveva fatto pubblicamente menzione, ma due ricercatori ne hanno scoperto l’esistenza. Denunciando il rischio di attacchi informatici. Maxim Goryachy e Mark Ermolov, collaboratori della società di cybersicurezza statunitense Positive Technologies, hanno svelato la loro scoperta in occasione della Black Hat Conference Asia 2019: un analizzatore logico chiamato Visualization of Internal Signals Architecture (Visa) e presente in alcuni chipset e processori Intel, nei quali può svolgere funzioni di testing e debugging monitorando lo stato dei collegamenti interni alla piattaforma.
Fin qui nulla di losco, se non fosse che di Visa non esiste documentazione pubblica ma solo documenti sottoposti ad accordi di non divulgazione. Positive Technologies afferma di aver trovato questo componente all’interno dei microchip Pch (Platform Controller Hub, il centro che mette in comunicazione il processore con le periferiche del computer) delle “attuali” schede madri e all’interno degli “attuali” processori Intel.
“Abbiamo scoperto che è possibile accedere a Intel Visa su schede madri ordinarie, senza bisogno di una specifica apparecchiatura”, ha spiegato Goryachy. “Con l’aiuto di Visa abbiamo potuto parzialmente ricostruire l’architettura interna del microchip Pch”. Il potenziale problema sta nel fatto che l’analizzatore logico, sebbene usato in fase di testing e produzione per il controllo qualità, può teoricamente leggere “quasi tutti i dati di un computer”, sia quelli contenuti nella memoria interna sia i segnali prodotti da periferiche come tastiere, schermi e webcam. E questo crea i presupposti per un attacco informatico.
“Gli esperti”, spiega Positive Technologies in una nota, “presumono che Visa sia impiegato per verificare l’assenza di difetti nei microchip di Intel. Tuttavia, avendo un enorme numero di parametri, Visa permette di creare regole personalizzate per catturare e analizzare segnali, i quali possono essere usati da chi attacca per accedere a informazioni sensibili”. Dunque la componente Visa non rappresenta di per sé una vulnerabilità, ma può prestare il fianco ad abusi di furto dati e di spionaggio.
L’analizzatore logico è disattivato di default, il che dovrebbe mettere al riparo dal rischio di attacchi o abusi. I ricercatori, però, hanno identificato diversi possibili metodi per attivarlo e poi sfruttarlo per spiare dati in transito dalla Cpu o dal Pch, senza dover materialmente manomettere le componenti hardware di un Pc e senza particolari strumenti. Per esempio, è teoricamente possibile sfruttare una vulnerabilità nota di alcuni chip (identificata dalla sigla Intel-SA-00086) per prendere controllo del Management Engine, un componente del Pch, e attraverso di esso attivare Visa.
29/03/2019, 19:55
18/07/2019, 18:56
Neuralink, Elon Musk: “siamo pronti a collegare mente e computer, potenziale incredibile”. Ecco come funziona il chip wi-fi
Elon Musk ha presentato il progetto Neuralink per collegare il cervello ai computer e agli smartphone: una svolta rivoluzionaria per salute e benessere
L’ultima sfida di Elon Musk si chiama Neuralink ed è una statrup dedicata alle neurotecnologie che lavora da due anni a sviluppi e progressi legati al benessere e alla salute del corpo umano. In estrema sintesi si tratta di un microchip nel cervello per sviluppare la telepatia, potenziare la memoria e riparare funzioni motorie compromesse grazie all’intelligenza artificiale. Il progetto “Neuralink” prevede l’impianto nel cervello di un chip connesso a cavi dello spessore di un decimo di un capello umano. Il chip agisce come una porta Usb-C, la stessa dei Macbook della Apple, e permette, via Bluetooth, di collegarsi a un computer o allo smartphone. Secondo Musk, il chip potrebbe essere usato da chi vuole potenziare la propria memoria o da chi è stato colpito da infarto, i malati di cancro, i tetraplegici o persone affette da malattie congenite. “Possiamo realizzare un’interfaccia cervello-macchina completa“, ha annunciato da San Francisco lo stesso Musk, nel corso di una presentazione tenuta alla California Academy of Sciences e trasmessa in diretta streaming, evocando la possibilità di “ottenere una sorta di simbiosi con l’intelligenza artificiale“. Secondo il fondatore di Tesla in ogni cervello umano c’è posto per impiantare fino a dieci microchip, collegati a una app su IPhone. “Il collegamento sarebbe wireless – ha spiegato Musk – così non avresti cavi che escono dalla testa. Questo è molto importante“. Alcune prove, anche se non ha spiegato su chi, verranno fatte entro il 2020. L’intervento per impiantare i chip nel cervello verrebbe fatto solo con anestesia locale.
L’azienda ha quindi mostrato la prima versione di un sensore dotato di elettrodi del diametro di un capello pensato per essere impiantato nel cervello attraverso una minuscola incisione praticata da un robot costruito appositamente per questo compito di altissima precisione. Un apparecchio, ha spiegato l’uomo d’affari, che “non sarà stressante da inserire” e che lavorerà via wireless. Secondo quanto illustrato da Neuralink, lo strumento comunicherà con un auricolare che trasmetterà a sua volta informazioni a una applicazione per smartphone. Per il momento, l’obiettivo è quello di rendere il portatore in grado di controllare il telefono utilizzando semplicemente il pensiero, ma la tecnologia impiegata potrebbe essere applicata ad altri apparecchi, come ad esempio braccia robotiche. “Ciò presenta un potenziale incredibile“, ha affermato ancora Musk, anticipando che la speranza è quella di arrivare a impiantare il sensore su un paziente umano “prima della fine del prossimo anno“. Uno dei primi ambiti di applicazione allo studio è quello della lotta alle malattie del cervello e alle paralisi, ha spiegato un neurochirurgo al lavoro sul progetto, ma nel lungo termine l’obiettivo è di rendere l’impianto talmente sicuro e semplice – come una operazione di chirurgia laser all’occhio, secondo Musk – da consentire a chi lo volesse di potenziare la propria mente anche con una maggiore potenza di calcolo. Il team di Neuralink, intanto, è destinato ad allargarsi: sul sito della startup è possibile infatti presentare la propria candidatura. L’azienda è alla ricerca di talenti negli ambiti del software, della robotica, delle neuroscienze e non solo.
L’idea di impiantare micro computer nel cervello è stata già presa in considerazione da Google e Facebook, ma ha attirato molte critiche. Secondo molti, sara’ difficile che le persone accettino di affidarsi alle aziende, dando loro la possibilita’ di accedere direttamente ai dati prodotti dal cervello.
18/07/2019, 23:27
MaxpoweR ha scritto:Ci siamo già dimenticati dello scandalo NSA in europa con gli americani che spiavano leader europei pure al WC? ^_^
19/07/2019, 00:34
19/07/2019, 12:19
Mariah ha scritto:Washington rende obbligatorio l’impianto di un microchip RFID per tutti gli americani nel 2013?
E’ confermato, il Progetto di Legge sulla Salute di Obama renderà obbligatorio l’impianto di un microchip RFID per tutti i cittadini americani.
Basta navigare un pò su internet per avere molte altre notizie.