La mappa della corruzione in Italiadi MoVimento 5 Stelle ¯ Pubblici ufficiali, manager, imprenditori, politici di ogni livello: nel nostro Paese, il malaffare ha mille volti, eppure i corrotti che scontano la loro pena in carcere sono pochissimi. Stando ai numeri, nel 2013, la percentuale di detenuti con condanne definitive per reati contro la pubblica amministrazione era talmente esigua da risultare irrilevante ai fini statistici: un paradosso, per una nazione in cui la corruzione è all’ordine del giorno! La realtà è che per decenni la politica, invece di preoccuparsi di fare leggi giuste ed efficaci a tutela dei cittadini onesti, si è impegnata soprattutto per garantire ogni tipo di impunità per sé stessa e per gli “amici”. Dalla prima alla Seconda Repubblica, si è passati da una impunità di fatto a vere e proprie leggi salva-delinquenti. Basta pensare ai tempi in cui il Parlamento negava sistematicamente le autorizzazioni “a procedere” nei confronti dei suoi membri, impedendo alla magistratura di fare il proprio lavoro, oppure alla legge ex Cirielli, che di fatto ha introdotto la “prescrizione” breve. Era ora di dire basta a un sistema marcio, capace solo di umiliare gli italiani e la giustizia. Con la legge anticorruzione voluta dal Governo del Cambiamento, la svolta sarà epocale: pene più severe, daspo per corrotti e corruttori, strumenti migliori per inquirenti e investigatori, stop alla prescrizione dopo il primo grado di giudizio, agenti sotto copertura nella p.a, e trasparenza nei finanziamenti ai partiti. Per i furbi e i disonesti non ci sarà più spazio. Scarica qui il PDF della mappa della corruzione in ItaliaGli italiani sono convinti di vivere in uno dei Paesi più corrotti d’Europa e i fatti, purtroppo, gli danno ragione. Da nord a sud, non c’è angolo della penisola che non abbia avuto il suo scandalo a base di appalti e mazzette. Il Paese è pieno di opere inutili, spesso progettate solo per generare tangenti, che ai partiti tornano utili per far girare i soldi e prendere voti. E’ anche per questo che, che siamo pronti a intervenire per spezzare il legame che unisce, in molti casi, politica e criminalità organizzata. La legge sul voto di scambio politico-mafioso è stata già approvata in Senato e presto passerà alla Camera per un ultimo vaglio. Qualche esempio? Partiamo da Genova. In questo caso, le inchieste della magistratura puntano sul cosiddetto “Terzo valico”: l’alta velocità ferroviaria tra il capoluogo ligure e Milano. Il valore dell’opera è di 6,2 miliardi di euro. Un bell’affare sul quale – secondo gli inquirenti – un gruppetto di imprenditori e funzionari pubblici avrebbero deciso di mettere le mani per arricchirsi illecitamente, grazie a un presunto giro di corruzione e turbative d’asta. Spostandosi verso est, passiamo a Milano. Qui, il forziere nel quale affondare le mani sembra essere stato quello dell’Esposizione universale. Nei vari filoni di inchiesta sono spuntati i nomi di politici locali, ex parlamentari, dirigenti pubblici, manager, avvocati, e imprenditori. Le cose non vanno meglio in laguna. A Venezia, la vicenda del Mose (impianto da 5 miliardi) ha portato a processo persino un ex ministro. Anche qui le accuse, a seconda delle posizioni, vanno dalla corruzione al finanziamento illecito fino al millantato credito. In uno dei filoni d’inchiesta sulle Grandi opere rientrano ipotetiche irregolarità in merito progetto “People Mover” di Pisa, e al VI Macrolotto dell’autostrada Salerno Reggio Calabria. Scendendo fino alla Sicilia, troviamo un altro appalto sospetto e un altro processo per un’autostrada – 3 lotti della Siracusa-Gela. In tema di Grandi eventi, invece, spicca tristemente la questione “G8 2009” – originariamente destinato ad essere ospitato in Sardegna – e degli appalti per la realizzazione di opere pubbliche per i 150 anni dell’Unità d’Italia. Malgrado qualche assoluzione e la prescrizione di numerosi reati, il giudizio di primo grado si è concluso con diverse condanne, tutte comprese tra i 6 e i 4 anni di reclusione. Abbandonando per un momento il binomio infrastrutture-corruzione, ci fermiamo a Roma. Qui, nella sentenza d’appello del processo “Mondo di mezzo”, troviamo Salvatore Buzzi e i suoi sodali condannati per mafia, pubblici ufficiali corrotti, delinquenti di strada e imprenditori senza scrupoli. Anche qui, tra i protagonisti principali di una delle peggiori pagine della storia recente della capitale spuntano i nomi di tanti politici locali finiti agli arresti e poi condannati dai giudici. In altre parole, la sintesi perfetta di quella miscela tossica fatta di criminalità organizzata, politica e mondo degli affari che sempre più spesso avvelena l’Italia. Ovviamente non sono solamente le opere faraoniche ad attirare le attenzioni dei disonesti. Le cronache quotidiane sono piene di casi “minori”, che spesso passano in sordina ma che possono avere effetti gravissimi, non solo dal punto di vista economico. Rimanendo nel Lazio, a Sperlonga, in provincia di Latina, due imprenditori e un pubblico ufficiale sono finiti sotto inchiesta per i lavori di ampliamento e messa a norma di una scuola e un liceo della zona. Il reato contestato dai magistrati è quello di corruzione, ma a rendere la faccenda ancora più seria ci sarebbe un particolare: per i lavori in una dei due edifici scolastici sarebbero stati usati materiali non conformi. In questo caso, come purtroppo già accaduto in passato in altre circostanze, si è messo a rischio anche l’incolumità degli studenti. La lista di inchieste, processi e sentenze per episodi di malaffare è talmente lunga che segnarle tutte su una mappa è impossibile, ma la situazione cambierà presto. Grazie alla legge “Spazzacorrotti”, finalmente, ridaremo ai cittadini e agli imprenditori onesti tutto quello che gli è stato tolto. _ Fonte#SpazzaCorrotti: interdizione e divieto di contrattazione con la PAdi MoVimento 5 Stelle ¯ Da decenni, in Italia, onesti cittadini e aziende pagano per la scorrettezza di alcune persone che, credendosi scaltre, con il proprio comportamento vanificano gli sforzi e l’impegno di tutti gli altri. È vergognoso. Chi aggira sistematicamente le regole, estorcendo o pagando tangenti in cambio di favori, colpisce più o meno consapevolmente il mondo degli appalti pubblici, il sistema sanitario, quello dei concorsi, e non per ultimi gli investimenti esteri. La corruzione che dilaga negli uffici della Pubblica Amministrazione ad esempio, una piaga sociale che affligge il Paese dai tempi di Tangentopoli, ruba allo Stato milioni di euro ogni anno. La costruzione di infrastrutture, scuole, strade e ospedali viene a costare molto più del dovuto, complicando la realizzazione di opere necessarie alla cittadinanza. Una recente stima di Unimpresa documenta come la corruzione abbia divorato negli ultimi 10 anni, 100 miliardi di euro di Prodotto Interno Lordo. Un danno che ha inciso sulla qualità della vita degli italiani e che ha anche macchiato la nostra reputazione all’estero, non solo per quel che concerne gli investimenti sul territorio. Per quanto lo stato di salute dell’Italia sembri essere migliorato ultimamente, il nostro Paese continua a indossare la maglia nera. Secondo Trasparency, siamo, infatti, al venticinquesimo posto nella lista delle trentuno nazioni con indice di percezione della corruzione più alto d’Europa. Al livello mondiale, occupiamo invece il cinquantaquattresimo posto. Dati che si commentano da soli e su cui non si poteva più tergiversare. La legge “Spazzacorrotti” presentata dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, si propone di combattere questo fenomeno attraverso una vera e propria rivoluzione culturale, perché la corruzione è innanzitutto una questione etica. La modifica di alcuni articoli del codice civile, penale, e della procedura penale rappresenta, quindi, l’incipit di un percorso più lungo intrapreso dalle Istituzioni per cambiare rotta. Elementi di spicco della riforma sono il Daspo, che vieta ai condannati per corruzione di lavorare con la Pubblica Amministrazione e l’annesso divieto di contrattazione con i pubblici uffici. Facciamo un esempio: Quando un appalto viene truccato dal dipendente pubblico che si fa pagare sottobanco e dall’imprenditore che paga la mazzetta, il primo non può lavorare più in uffici pubblici e il secondo non può più partecipare ad appalti pubblici. Daspo senza sconti e divieto di contrattazione Troppo spesso i reati di corruzione hanno visto protagonisti funzionari o dipendenti pubblici che, abusando del proprio potere, si sono facilmente arricchiti alle spalle degli italiani. La debolezza della normativa attuale ha consentito a queste persone di perpetuare il reato nel tempo. Adesso i cosiddetti “traffichini” saranno banditi rigorosamente dalla Pubblica Amministrazione, con l’interdizione dai pubblici uffici e con il divieto di fare affari con la stessa PA. Per condanne che non superano i 2 anni, la durata di allontanamento dei colletti bianchi va dai 5 ai 7 anni, mentre se la pena stabilita dal giudice è superiore, si parla di Daspo a vita. Nessuno sconto, nemmeno per chi sceglie di “patteggiare” o ottiene la sospensione della pena, riuscendo magari ad evitare il carcere. Anche a questi, infatti, sarà possibile applicare il daspo. L’altra importante novità consiste nel divieto temporaneo di contrattare con la PA per l’imputato in un processo per corruzione. Finché non si accerta se è colpevole, teniamo lo Stato al riparo dal pericolo di nuovo inquinamento. Apriamo una stagione in cui diamo al popolo italiano l’opportunità di distinguersi per trasparenza e legalità. _ FonteDdl Anticorruzione, ok anche al Senato con la fiducia: 162 sì, 119 no e un astenuto. La legge tornerà alla Camera______________________________________________ Il provvedimento era già stato approvato dall'Aula di Montecitorio, ma dopo l’ok di Palazzo Madama tornerà all’altro ramo del Parlamento perché era stata inserita una norma che salvava gli accusati di peculato: emendamento che aveva fatto cadere la maggioranza M5s-Lega. Quella modifica è stata cancellata e il ddl è tornato alla sua forma orginaria ¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯ Via libera al Senato al disegno di legge Anticorruzione. Il maxiemendamento interamente sostitutivo del ddl su cui ieri il governo ha posto la fiducia è passato con 162 sì, 119 e un astenuto (il senatore a vita Mario Monti). Il provvedimento ora torna alla Camera: è già stato approvato dall’Aula di Montecitorio, ma dopo l’ok del Senato tornerà all’altro ramo del Parlamento perché era stata inserita una norma che salvava gli accusati di peculato : emendamento che aveva fatto cadere la maggioranza M5s-Lega. Quella modifica è stata cancellata a Palazzo Madama e il ddl è tornato alla sua forma orginaria. “Sarà una svolta epocale”, assicurano ora i Cinquestelle che hanno voluto il provvedimento (una “riforma bandiera” del Movimento) molto più dei soci di governo della Lega, tra le cui fila l’entusiasmo è molto inferiore. Anche per questo motivo (oltre che per l’inevitabile ingolfamento dei lavori parlamentari) il governo ha posto la questione di fiducia sulla legge: è la terza volta in una settimana e nello stesso giorno della fiducia alla Camera sul decreto Fisco. L’approvazione della legge deve ancora avvenire in via definitiva (anche se verosimilmente l’esecutivo metterà la fiducia anche alla Camera), ma il M5s ha già annunciato uno “Spazzacorrotti day” per il 22 dicembre. “Sarà un’intera giornata dedicata all’anticorruzione nelle piazze e nelle strade d’Italia”, dice il presidente della Commissione Antimafia Nicola Morra. “Quella che approviamo noi adesso è la legge che l’Italia aspetta dai tempi di Tangentopoli. Quasi 27 anni di attesa inutile. Con il Movimento 5 Stelle al governo sono bastati sei mesi. È un momento importante, una battaglia storica del Movimento, e abbiamo bisogno di voi per informare più cittadini possibile”.
Mentre la Lega evita questi toni di euforia, arrivano le critiche – da posizioni diverse – da tutte le opposizioni. Si tratta, ha spiegato Valeria Valente durante la dichiarazione di voto per il Pd, di un “provvedimento profondamente antidemocratico ed illiberale che sacrifica garanzie, diritti e spazi di libertà in nome di una presunta lotta alla corruzione, senza però alcuna vera efficacia”. Tra le altre cose la Valente ha chiesto in Aula “che credibilità può avere chi ha sdoganato odiosi condoni edilizi, chi ha incassato e nasconde oggi illegittimamente 49 milioni dei cittadini, chi fa gestire e finanziare il suo movimento da un’azienda privata, chi si fa finanziare la campagna elettorale da produttori di sigarette elettroniche di cui condona i debiti, chi attacca ogni giorno i magistrati, chi non ascolta l’Autorità anticorruzione?”.
Per Luigi Vitali, avvocato, che ha parlato a nome di Forza Italia, il ddl Anticorruzione “contiene una serie di provvedimenti sbagliati che creeranno l’effetto opposto allo scopo che si propongono”. “Altro che spazzacorrotti. Questa è una legge spazzagiustizia, spazzagaranzie – dichiara la capogruppo berlusconiana Anna Maria Bernini – Con un colpo di ramazza il governo cancella le tutele previste da qualsiasi norma della Costituzione, introduce come regola la cultura del sospetto, trasforma tutti i cittadini italiani in presunti colpevoli, mette in ogni tribunale italiano una gogna giudiziaria perpetua, condanna gli italiani all’ergastolo processuale”.
Critico – ma per altri motivi – anche l’ex presidente del Senato ed ex procuratore nazionale antimafia Piero Grasso che al Senato ha preso la parola per il gruppo di Liberi e Uguali. Grasso, nel merito, ha spiegato che con la legge Anticorruzione si fanno due passi avanti: la previsione di una causa speciale di non punibilità per chi denuncia (sono i cosiddetti “pentiti delle mazzette“) e l’estensione ai reati contro la pubblica amministrazione della disciplina delle operazioni sotto copertura, normativa già utilizzata per indagini più delicate come quelle contro la mafia. Ma dal punto di vista politico Grasso se la prende con il M5s (“Urlavate in piazza ‘onestà e trasparenza’ e ora vi limitate a chiedere di non minimizzare indagini su milioni di euro”), ma anche con la Lega: “Io, che sono a favore della sospensione della prescrizione, sarò obbligato a votare contro la fiducia al Governo, perché delle politiche di questo Governo non condivido praticamente nulla a parte questo. Voi invece, per contratto, voterete a favore. Non sentite l’ironia della cosa? Se non ricordo male un vostro esponente, il ministro Roberto Castelli, ricopriva l’incarico che oggi ricopre Bonafede quando il gruppo Lega votò compattamente la Legge Ex Cirielli, che andava esattamente nella direzione opposta, accorciando i tempi della prescrizione”. _ Fonte
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