26/03/2019, 17:37
La congressista islamica incita a "scatenare l'inferno negli Usa"
La congressista democratica Ilhan Omar incita a "scatenare l'inferno negli Usa" perchè i musulmani sono "cittadini di seconda classe" e attacca Trump.
Ilhan Omar, politica di origine somala ma naturalizzata statunitense, membro della Camera dei Rappresentanti del Minnesota ed eletta col Partito democratico, ha incitato i musulmani a “scatenare l’inferno negli Stati Uniti” e a “creare disagio alla popolazione”, come riportato domenica dal Washington Times. Un’esternazione che ha tutti le caratteristiche del cosiddetto “hate speech” e che ha scatenato il putiferio nell’opinione pubblica americana, con alcuni utenti sui social che ipotizzano persino l’incitamento al terrorismo.
Tutto ciò dal palco del Council on American-Islamic Relations (Cair) durante un evento di raccolta fondi a Los Angeles. Il Cair è un’associazione ben nota per essere stata inserita nella black list degli Emirati Arabi nel 2014 per legami con i Fratelli Musulmani e già più volte additata come sostenitrice del gruppo terroristico palestinese Hamas.
La Omar ha poi aggiunto: “Perché ecco la verità, ecco la verità: per troppo tempo abbiamo vissuto nel disagio di essere cittadini di seconda classe e francamente sono stufa e ogni singolo musulmano di questo Paese dovrebbe esserne stufo”.
La congressista islamica non ha poi perso occasione per attaccare il presidente Donald Trump, accusandolo di diffondere odio nei confronti dell’islam e arrivando persino ad affermare che il tycoon è parzialmente colpevole per l’attentato presso la moschea di Christchurch, in Nuova Zelanda.
La Omar era già finita nell’occhio del ciclone per aver accusato le lobby ebraiche di influenzare i politici statunitensi; affermazioni che avevano scatenato dure critiche da parte dell’opinione pubblica e dagli ambienti ebraici, preoccupati per le dichiarazioni della donna, definite come “antisemite”.
Gli stessi congressisti democratici avevano criticato le parole della Omar, non prendendo però in considerazione l’eventuale rimozione della donna dal suo ruolo nella House of Foreign Affairs Committee.
Ilhan Omar aveva anche invocato la chiusura della United States Immigration and Customs Enforcement (Ice), l’agenzia federale, parte del Dipartimento della Sicurezza Interna degli Stati Uniti, responsabile del controllo della sicurezza delle frontiere e dell'immigrazione. Secondo quanto illustrato dalla Omar sul proprio sito, Ice sarebbe un’agenzia “brutale, militarizzata e inaffidabile” e la giusta strategia da adottare in ambito immigrazione sarebbe quella di “accogliere gli immigrati negli Stati Uniti e fornirli di semplici e accessibili mezzi per diventare regolari” ma anche quella di “incrementare il numero di rifugiati e richiedenti asilo accettati negli Stati Uniti”.
03/04/2019, 13:36
Brunei, da oggi lapidazione per omosessuali
Sono entrate oggi in vigore in Brunei le contestate misure che prevedono la lapidazione a morte per l'adulterio e i rapporti omosessuali fra uomini, in osservanza al codice islamico della sharia. Nei giorni scorsi, la notizia della prossima introduzione di queste leggi ha provocato condanne internazionali e l'avvio di una campagna di boicottaggio, lanciata dall'attore George Clooney, contro gli alberghi di lusso posseduti in varie parti del mondo dal sultano di questo piccolo stato sull'isola del Borneo.
L'omosessualità era già un reato in Brunei, punibile con pene fino a dieci anni di carcere. Le nuove misure fanno parte di un processo avviato nel 2014 per una progressiva introduzione della sharia nel piccolo paese asiatico, dove i due terzi dei 420mila abitanti sono di religione musulmana. Il nuovo codice si applica a tutti i musulmani che abbiano raggiunto la pubertà, anche se alcune misure coinvolgono anche i non musulmani. Reati come lo stupro, l'adulterio, la sodomia, la blasfemia e la rapina avranno ora come massima pena la condanna a morte. I rapporti lesbici verranno invece puniti con un massimo di 40 frustate e dieci anni di carcere. Per il furto è prevista l'amputazione degli arti. In Brunei la pena di morte non è mai stata abolita, ma l'ultima esecuzione risale al 1957.
03/04/2019, 13:50
04/04/2019, 14:05
ORSOGRIGIO ha scritto:L'attore George Clooney, col suo "senno" può fare quello che vuole, ..azzi sua!
Ma visto il "programma" del Brunei, penso sarebbe UTILE, applicarlo per un paio di anni, almeno, qui da noi.
Minimo 20 milioni di taGliani, monchi o morti.![]()
O no ??
04/04/2019, 14:18
MaxpoweR ha scritto:ORSOGRIGIO ha scritto:L'attore George Clooney, col suo "senno" può fare quello che vuole, ..azzi sua!
Ma visto il "programma" del Brunei, penso sarebbe UTILE, applicarlo per un paio di anni, almeno, qui da noi.
Minimo 20 milioni di taGliani, monchi o morti.![]()
O no ??
Cioè fammi capire tu vorresti la pena di morte per lapidazione per gli omosessuali? Allora perchè non anche per i mancini o gli albini?
Vi lamentate degli islamici ma qui in italia c'è molto di peggio in quanto a mentalità da trogloditi, tra l'altro questi trogloditi, in italia sono quelli addetti alla MORALE.
04/04/2019, 14:29
05/04/2019, 18:28
Thethirdeye ha scritto:MaxpoweR ha scritto:Thethirdeye ha scritto:MaxpoweR ha scritto:
Le bombe in testa gli fanno più che bene, finché vengono perpetuati certi comportamenti, anzi che intensificassero fino a farli scomparire del tutto.
E voi vi lamentate della civiltà occidentale bah o li giustificate dando la colpa alle bombe... Il mondo funziona al contrario -_-
W LE BOMBE!
Eh.... a volte il caldo fa brutti scherzi....
Hai provato con una bibita ghiacciata?
No confermo e sottoscrivo, voi sarete pure pacifisti ma io riconosco l'indubbia utilità della guerra e della conquista nella nostra evoluzione e non la rinnego. Queste persone vanno civilizzate o estirpate
Il concetto di "Evoluzione" e quello del "lancio indiscriminato di bombe",
rappresentano una contraddizione in termini...
Un pò come il concetto di "esportazione della democrazia"
a suon di missili o di fosforo bianco....
17/04/2019, 01:10
Violenti scontri a Copenhagen tra immigrati islamici e poliziaGuarda su youtube.com
Oltre 20 persone sono state arrestate dopo i violenti scontri di domenica a Copenaghen. Le violenze degli immigrati islamici dei quartieri multietnici della città sono state scatenate da una provocazione di un attivista di destra. Secondo i video diffusi in Rete, si sono registrati diversi incendi. I disordini si sono diffusi domenica in diverse vie della capitale dopo che Rasmus Paludan, il fondatore del partito anti-immigranti Hard Line, ha tenuto una manifestazione.
Nel corso della manifestazione, Paludan avrebbe gettato a terra una copia del Corano. Le reazioni degli islamici residenti in città, non si sono fatte attendere. Le manifestazioni contro di lui iniziate domenica scorsa e proseguite fino all’alba di lunedì si sono trasformate in una vera e propria guerriglia. I manifestanti hanno appiccato circa 70 incendi nelle strade. La polizia ha effettuato 23 arresti.Guarda su youtube.com
I disordini nel distretto di Norrebro della capitale danese sono iniziati domenica dopo che Rasmus Paludan, fondatore di un piccolo partito di estrema destra, ha gettato in aria e lasciato cadere a terra un libro che sosteneva fosse il Corano. Paludan ha trascorso gli ultimi mesi in tour in Danimarca e ha organizzato proteste offensive contro musulmani e immigrati, spesso in quartieri con grandi popolazioni di immigrati. Fino a poco tempo fa, era stato ampiamente ignorato dalle principali testate danesi, ma i disordini lo hanno spinto al centro dell’attenzione nazionale.Guarda su youtube.com
I manifestanti hanno gridato contro Paludan domenica, premendo contro le file di agenti di polizia che lo proteggevano. La violenza è poi scoppiata e si è diffusa nelle strade circostanti, gran parte della quale è stata trasmessa in diretta televisiva.
24/04/2019, 14:33
24/04/2019, 16:04
06/05/2019, 19:05
Gli islamisti sui bus di Parigi: autista caccia donna con la gonna corta
Interi quartieri in mano agli integralisti che molestano le donne. E l'azienda di trasporti pubblici assume gli islamisti per difendere i mezzi dalle sassaiole
La gonna è troppo corta e l'autista dell'autobus vieta a una ragazza di salire. L'inquietante episodio non si è drammaticamente consumato in un oscuro Paese dove è in vigore la sharia, ma a Parigi dove la guida dei mezzi pubblici che attraversano le banlieue è stata affidata a islamisti per accattivarsi il favore delle periferie multietniche ed evitare le sassaiole da parte dei più facinorosi. E così accade che uno di questi integralisti si sia rifiutato di far salire la figlia 29enne del poeta algerino Kamel Bencheikh. "Pensa a vestirti come si deve", le ha detto. E ha richiuso le porte.
L'episodio risale a martedì scorso e non ha destato l'allarme che avrebbe dovuto. Anzi, sulla stampa francese è quasi passato sotto traccia e dal governo, il cui ministro dei Trasporti, Elisabeth Borne, ha presieduto a lungo la società dei trasporti pubblici di Parigi (Ratp), non sono state spese parole di conforto per quanto ha dovuto subire Élise. Solo alcuni membri dei Républicains hanno protestato per quanto denunciato su Facebook da Bencheikh. La figlia si trovava, insieme a un'amica, "alla fermata Botzaris vicino al parco delle Buttes Chaumont", nel XIX arrondissement. Erano da poco passate le undici di sera. "Quando (l'autobus, ndr) è arrivato - racconta il poeta algerino - l'autista si è fermato, le ha guardate, ed è ripartito senza aprire le porte". Le ragazze non si sono date per vinte e si sono messe a correre finché lo hanno raggiunto pochi metri più avanti, quando si è dovuto fermare perché il semaforo era diventato rosso. E, quando hanno chiesto all'autista perché non le avesse fatte salire, quello le ha gelate: "Pensate a vestirvi come si deve".
Il racconto di Élise non lascia molti dubbi. L'autista, "un maghrebino" dalla barba lunga, viene definito come un "islamista". La Ratp lo avrebbe già identificato e avrebbe anche già fatto partire un'indagine interna per capire se davvero non ha fatto salire le due donne sull'autobus perché indossavano abiti ritenuti inopportuni dall'islam salafita. "Questo individuo, che guida un autobus pagato dalle mie tasse, ha impedito a mia figlia, titolare di un passe Navigo (l'abbonamento ai mezzi pubblici di Parigi, ndr) valido e dunque in regola, di salire... soltanto perché indossava una gonna", ha scritto Bencheikh in un post su Facebook che, però, è stato immediatamente censurato e ora non è più visibile.
L'episodio di martedì scorso non è un caso isolato. Nella periferia nord-orientale di Parigi, come riporta il Corriere della Sera, le intimidazione sono all'ordine del giorno. Gli islamici più radicalizzati prendono di mira le donne: talvolta le aggrediscono verbalmente, altre volte le attaccano anche fisicamente. In un reportage pubblicato nel 2017 da Le Parisien, la giornalista Cécile Beaulieu aveva già raccontato che a Chapelle-Pajol "gruppi di dieci uomini soli, venditori ambulanti, spacciatori, migranti e trafficanti dettano legge nelle strade, molestando le donne". "Centinaia di metri quadrati di asfalto abbandonati a soli uomini, dove le donne non sono più accettate", denunciava. Le banlieue in mano agli uomini, per lo più arabi e africani, sono diverse. E a farne le spese sono sempre le donne. "Gli è proibito entrare nei caffè, nei bar e nei ristoranti - scriveva la Beaulieu - e non possono stare sui marciapiedi, vicino alla fermata della metro e nelle piazze". L'inchiesta, purtroppo, è caduta nel vuoto e nessuno ha mosso un dito in questi anni per risolvere la situazione.
L'emergenza ha radici che affondano nei disordini degli anni Novanta. In questi quartieri difficili gli autobus e le fermate della Ratp vengono da sempre vandalizzati e presi a sassate. Per questo, negli ultimi anni, l'azienda dei trasporti pubblici ha deciso di scendere a patti con i ras delle banlieue assumendo tra i propri dipendenti anche personaggi legati ad ambienti islamisti. È il caso di Samy Amimour, uno dei jihadisti che ha insanguinato il Teatro Bataclan. Dal 2010 al 2012, prima di andare in Siria a combattere con lo Stato islamico, era stato un autista della Ratp. Nel libro Mahomet au volant, la charia au tournant, come ricorda Libero, Ghislaine Dumesnil aveva accusato i sindacati francesi di aver permesso che musulmani radicalizzati si infiltrassero nell'azienda dei trasporti, che i depositi degli autobus si trasformassero in sale di preghiera e che le autiste venissero sempre più discriminate dai colleghi di fede islamica.
06/06/2019, 18:57
Orban e Aung San Suu Kyi: immigrazione musulmana è un pericolo
Leader birmana in visita a Budapest
Roma, 6 giu. (askanews) – L’immigrazione clandestina e “la crescita continua delle popolazioni musulmane” costituiscono una delle principali sfide per l’Ungheria e la Myanmar: lo hanno affermato il premier ungherese, Viktor Orban, e la leader birmana Aung San Suu Kyi, in vista a Budapest.
“I due dirigenti hanno sottolineato come una delle principali sfide attuali per entrambi i Paesi e le rispettive regioni è l’immigrazione, e il problema della coesistenza con una popolazione musulmana crescente”, si legge nel comunicato diffuso dal governo ungherese.
Orban si è detto favorevole ad una maggiore cooperazione ecomomica fra l’ex Birmania e l’Ue, ma ha respinto qualsiasi tentativo di “esportazione della democrazia”, accusando Bruxelles di “voler confondere questioni diverse come la cooperazione economica e la politica interna”.
Come ricorda il quotidiano britannico The Independent, Suu Kyi è stata oggetto di pesanti critiche per la violenta repressione delle’sercito birmano nei confronti della minoranza musulmana dei Rohingya, definita dalle Nazioni Unite come un atto di genocidio.
09/06/2019, 19:54
13/06/2019, 17:57
13/06/2019, 18:15