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 Oggetto del messaggio: Re: CORONAVIRUS
MessaggioInviato: 30/04/2020, 13:32 
bleffort ha scritto:
Robiwankenobi ha scritto:
bleffort ha scritto:
E noi paghiamo! [:(!]

Voi chi scusa??
Ahahaha

Ah... io non pago? allora paghi tu come come un babbo. [:246]

Ti ho già detto che gli insulti ti conviene tenerli per i tuoi amici del bar, è la seconda volta che ti avverto.
Alla terza farò in modo che ci bannino tutti e due, ocio ;)



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 Oggetto del messaggio: Re: CORONAVIRUS
MessaggioInviato: 30/04/2020, 13:34 
Robiwankenobi ha scritto:

Come ci pucci il pane in questa caccia alle streghe tutta lombarda eh, ;) fenomeno

Mettessero queste puttanate travagliose nel loro topic m5s, invece di stare qua a fare propaganda grillina un giorno si e l'altro anche... Come se a loro fregasse qualcosa dei morti nelle RSA, poi... L'importante è dare contro ai lEghayolij111!
Nel frattempo quel figlio di putt di Konte ci sta infognando per i prossimi 30 anni, e al riguardo neanche una parola, pendono dalle sioniste labbra del Travaglio, che detta le priorità.


Ultima modifica di TheApologist il 30/04/2020, 13:35, modificato 2 volte in totale.


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“Questa crisi, questo disastro [europeo] è artificiale, e in sostanza questo disastro artificiale ha quattro lettere: EURO.”
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 Oggetto del messaggio: Re: CORONAVIRUS
MessaggioInviato: 30/04/2020, 13:34 
Toh guarda anche la fiorente Emilia Romagna:

Coronavirus, la testimonianza di chi lavora in una Rsa di Modena: “Positivi e negativi erano tutti mischiati”

https://amp-tgcom24-mediaset-it.cdn.amp ... 002a.shtml



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 Oggetto del messaggio: Re: CORONAVIRUS
MessaggioInviato: 30/04/2020, 13:35 
TheApologist ha scritto:
Mettessero queste puttanate travagliose nel loro topic m5s, invece di stare qua a fare propaganda grillina un giorno si e l'altro anche... Come se a loro fregasse qualcosa dei morti nelle RSA, poi... L'importante è dare contro ai lEghayolij111!
Nel frattempo quel figlio di putt di Konte ci sta infognando per i prossimi 30 anni, e al riguardo neanche una parola!

Be tutto quello linkato fa vedere che il quadro è tutt'altro che Lombardo ma ITALIANO!!!



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 Oggetto del messaggio: Re: CORONAVIRUS
MessaggioInviato: 30/04/2020, 13:37 
Robiwankenobi ha scritto:
Be tutto quello linkato fa vedere che il quadro è tutt'altro che Lombardo ma ITALIANO!!!

Si ma chissà come mai c'hanno il chiodo fisso con Gallera e Fontana.



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 Oggetto del messaggio: Re: CORONAVIRUS
MessaggioInviato: 30/04/2020, 13:40 
Cita:
Come ci pucci il pane in questa caccia alle streghe tutta lombarda eh, ;) fenomeno


Guarda che stiamo parlando di una strage in tutta Europa , vedi Spagna in particolare ,,,

il mio appunto è sempre sull' ospedale in fiera

e la inaugurazione carnevalata in stile culo flaccido con buffet ....


zio ot [:305]



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 Oggetto del messaggio: Re: CORONAVIRUS
MessaggioInviato: 30/04/2020, 13:40 
Intanto gli amici Europei e Ex ci stanno raggiungendo e magari superando, eppure erano così preparati e migliori di noi Taglianiiii:


Allegati:
Screenshot_20200430-133800_Chrome.jpg


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 Oggetto del messaggio: Re: CORONAVIRUS
MessaggioInviato: 30/04/2020, 13:41 
barionu ha scritto:
Cita:
Come ci pucci il pane in questa caccia alle streghe tutta lombarda eh, ;) fenomeno


Guarda che stiamo parlando di una strage in tutta Europa , vedi Spagna in particolare ,,,

il mio appunto è sempre sull' ospedale in fiera

e la inaugurazione carnevalata in stile culo flaccido con buffet ....


zio ot [:305]

Si però vedo che il resto d'itaglia non la citi mai. Ti interessa solo soffermarti sui guai camuni, atteggiamento molto furbo ;)



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 Oggetto del messaggio: Re: CORONAVIRUS
MessaggioInviato: 30/04/2020, 13:47 
Robiwankenobi ha scritto:
Toh guarda anche la fiorente Emilia Romagna:

Coronavirus, la testimonianza di chi lavora in una Rsa di Modena: “Positivi e negativi erano tutti mischiati”

https://amp-tgcom24-mediaset-it.cdn.amp ... 002a.shtml


Confermo , ho un amico che ci lavora , scene da film horror .

Mentre in molte altre strutture emiliane ( ad alto livello ...2000 euri al mese ) l' hanno

imbroccata giusta , chiusura totale fin dall' inizio : nessuno entra da mesi .

Ma sulla situazione Italia fanno testo le Procure che indagano .

Un mio collega di lavoro ha perso i genitori in una RSA lombarda ...

e il covid mi è arrivato molto , molto vicino ...

Stare mille volte in guardia, questo virus è fetente come pochi .




zio ot [:305]


Ultima modifica di barionu il 30/04/2020, 14:19, modificato 1 volta in totale.


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 Oggetto del messaggio: Re: CORONAVIRUS
MessaggioInviato: 30/04/2020, 13:58 
MaxpoweR ha scritto:

Le citochine sono piccole proteine prodotte da vari tipi di cellule del sistema immunitario.
In particolare, le citochine IL-1, IL-6, IL-12 ed il TNF-α aumentano la produzione del fattore von Willebrand, che attiva le piastrine le quali, a loro volta, aumentano la sintesi del fattore tissutale che determina la formazione della trombina dal suo precursore protrombina: la trombina fa coagulare il sangue. Le infezioni delle vie respiratorie inferiori (trachea, bronchi e polmoni) aumentano il rischio di trombosi venosa profonda e, forse, di embolia polmonare (ostruzione di una vena polmonare).
La coagulazione intravascolare disseminata e la microembolia polmonare sono complicazioni possibili dell’influenza di tipo A; inoltre, durante la recente epidemia di influenza suina da virus H1N1 furono osservati disturbi della coagulazione del sangue sia di tipo emorragico sia di tipo trombotico.



Gli attuali protocolli di cura usano l'eparina a basso peso molecolare, per la precisione quella con 8 kDa (nota anche con l'acronimo LMWH, dall'inglese Low Molecular Weight Heparin) perchè:
Cita:
Sintesi delle Eparine a Basso Peso Molecolare e loro Vantaggi

Le eparine a basso peso molecolare vengono prodotte a partire dall'eparina non frazionata mediante reazioni di depolimerizzazione.

Il risultato di tali reazioni è la formazione di composti di dimensioni inferiori rispetto all'eparina standard e con peso molecolare compreso fra 1 e 10 kDa (kilo Dalton). Grazie a queste caratteristiche, le eparine a basso peso molecolare possiedono alcuni vantaggi rispetto al composto da cui originano, fra cui ricordiamo:

Miglior biodisponibilità;
Aumentata durata d'azione (variabile da un principio attivo all'altro), grazie alla quale vi è la possibilità di somministrare il farmaco solo una o due volte al giorno;
Possibilità di utilizzare il farmaco anche presso il domicilio del paziente che può provvedere all'auto-somministrazione (vedi capitolo "Come si Usano");
Minor variabilità nella risposta anticoagulante;
Riduzione della probabilità d'insorgenza di gravi effetti collaterali di tipo emorragico (tuttavia, è bene precisare che simili effetti potrebbero comunque manifestarsi anche con l'uso delle eparine a basso peso molecolare).
Fonte


Altro farmaco usato è il Tocilizumab della Roche, distribuito gratuitamente dalla casa farmaceutica che però, almeno attualmente, ne produce troppo poco in rapporto al bisogno effettivo per curare il covid 19...poi non funziona per tutti i pazienti e per alcuni può risultare controproducente...

Cita:
Proprietà farmacologiche
Tocilizumab è un anticorpo monoclonale che inibisce l'interleukina 6, una citochina coinvolta nel processo infiammatorio associato all'artrite reumatoide
Tocilizumab Roche


Cita:
Quando un paziente si ammala di coronavirus o covid-19, come viene chiamato in termini tecnico-scientifici, produce una vera e propria tempesta infiammatoria (cosiddette citochine). Stando a quanto riportato dai colleghi di medicalfacts.it, alcune persone, grazie a questa reazione, riescono ad attivare il sistema immunitario per combattere il virus, mentre altre, soprattutto gli anziani e quelli con patologie pregresse, producono troppe citochine che a loro volta danneggiano i polmoni, creando dei veri e propri buchi in cui si accumula il liquido (da qui derivano le difficoltà respiratorie e la necessità di venire intubati). Nei casi peggiori, le citochine infiammatorie riescono ad uscire dai polmoni attraverso il sangue, raggiungendo anche altri organi, andando ad intaccarli seriamente con conseguente alta mortalità. La citochina infiammatoria è di diversi tipi, ma quella a cui si fa riferimento nell’infezione da covid-19 è l’interleuchina-6.

CORONAVIRUS E INTERLEUCHINA-6: COME FUNZIONA?

Una volta che viene rilasciata, questa lega al suo recettore IL-6R, dando vita a numerose azioni pro-infiammatorie, come ad esempio la produzione della proteina VEGF dei fibroblasti, delle proteine pro-infiammatore e pro-coagulanti del fegato, anticorpi diretti contro il virus, e i linfociti Th17 che servono per eliminare direttamente il temuto covid-19. Come detto in apertura, però, un’azione moderata dell’interluchina-6 è fondamentale per combattere il coronavirus, ma un’azione esagerata può essere invece devastante, in quanto, in molti casi, si producono una serie di anticorpi e linfociti che vanno ad attaccare gli agenti infettivi e nel contempo anche le nostre stesse proteine, rivelandosi quindi dannosi. In poche parole, come ricorda medicalfacts.it “il sistema immunitario perde il controllo e attacca i nostri stessi organi”.

IL TOCILIZUMAB PUO’ AIUTARE, MA A VOLTE PUO’ ESSERE DANNOSO

Per bloccare quest’azione auto-dannosa c’è il farmaco Tocilizumab, anticorpo monoclonale che viene utilizzato per curare l’artrite reumatoide, e che in queste settimane abbiamo imparato a conoscere proprio perchè sarebbe (il condizionale è d’obbligo) efficace contro il covid-19. Solamente un’analisi più lunga nel tempo e con maggiori casi, permetterà però di capire se il farmaco suddetto sia realmente efficace e trarre le dovute conclusioni: adesso è ancora troppo presto. Sono infatti ancora molte le domande a cui mancano risposte, a cominciare dal sottolineare che il Tocilizumab non intacca il virus in se e per se, ma blocca l’azione dell’interleuchina-6. Di conseguenza, per quei pazienti che sviluppano una tempesta infiammatoria adeguata, il farmaco di cui sopra non ha alcun effetto, se non essere addirittura deleterio. Inoltre, se il paziente è già in gravi condizioni, anche il Tocilizumab potrà fare ben poco.
Fonte



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 Oggetto del messaggio: Re: CORONAVIRUS
MessaggioInviato: 30/04/2020, 14:44 
Robiwankenobi ha scritto:
bleffort ha scritto:
Robiwankenobi ha scritto:
bleffort ha scritto:
E noi paghiamo! [:(!]

Voi chi scusa??
Ahahaha

Ah... io non pago? allora paghi tu come come un babbo. [:246]

Ti ho già detto che gli insulti ti conviene tenerli per i tuoi amici del bar, è la seconda volta che ti avverto.
Alla terza farò in modo che ci bannino tutti e due, ocio ;)


Non ti alterare collega, la frase è un semplice detto Siciliano non troppo offensivo. [:D]
Però leggi questo per farti avere le idee più chiare: [:306]

Priorità sbagliate/Infrastrutture pieno al Nord, ma il conto lo paga il Sud - di Gianfranco Viesti
EDITORIALI > GIANFRANCO VIESTI


Priorità sbagliate/Infrastrutture pieno al Nord, ma il conto lo paga il SudSul versante leghista del governo si insiste sulla Tav, ed in generale sulla realizzazione delle infrastrutture. Ma, non sorprendentemente, ogni volta che si fa riferimento ad opere da avviare o completare, vengono citate, insieme alla Torino-Lione, solo infrastrutture al Nord. Non a caso quando si è parlato di referendum sulla Tav si è pensato che si dovesse votare solo al Nord (per quanto l’opera sia finanziata con risorse di tutti gli italiani). Come se il resto del Paese contasse meno; venisse dopo; avesse meno esigenze.

Purtroppo, invece, i gap infrastrutturali sono diffusi in tutta l’Italia, ma certamente in maniera più intensa mano mano che si scende lungo lo stivale. Vi sono divari storici. Essi sono stati aggravati dalle scelte dell’ultimo ventennio. E resi ancora più sensibili dal crollo degli investimenti pubblici con la crisi economica e l’austerità: scesi di un terzo, dal 3% al 2% del Pil nazionale. Basti ricordare alcuni dati sui trasporti: nel primo quindicennio di questo secolo gli investimenti delle Ferrovie sono stati per 44 miliardi al Nord, 24 al Centro, 14 al Sud.
Se ne accorge bene qualsiasi italiano prenda il treno. Lo scarto è evidente anche sul trasporto ferroviario regionale: ci sono più viaggiatori in Lombardia che nell’intero Mezzogiorno; il servizio regionale e locale è praticamente inesistente nelle due Isole, in Calabria, Basilicata, Molise, Abruzzo.

Il Centro-Sud (ma anche Piemonte e Liguria) sono pieni di linee ferroviarie chiuse o sospese negli ultimi anni. Lo stesso accade nelle città: i posti/km per abitante del trasporto pubblico locale sono oltre 16mila a Milano, meno di 7mila a Roma, 2.400 a Napoli: nel primo caso, fra il 2004 e il 2015 sono cresciuti del 20%; a Roma sono diminuiti del 21% e a Napoli del 33%.

Moderne infrastrutture sono necessarie in tutto il Paese. Nelle sue regioni più forti, per aumentarne la competitività; ma a maggior ragione in quelle più deboli, per rilanciarle. E’ necessario, gradatamente, completare le grandi reti ad alta velocità. Ma questo non significa solo avanzare verso Venezia. Ma anche collegare Genova, riconnettere Napoli e Bari (fra le due città da anni non vi è più alcun servizio ferroviario diretto), avanzare verso Sud lungo la Tirrenica in Calabria. E pur senza alta velocità, è altrettanto essenziale modernizzare l’Adriatica; così come le reti di trasporto trasversali fra Tirreno e Adriatico nel Centro Italia, che sono a livelli ottocenteschi; fornire un minimo trasporto ferroviario a Sardi e Siciliani.MINIMO?..non il giusto? [:291] Ed è forse ancor più necessario intervenire sui nodi di traffico e sul trasporto pendolare, come si ostina giustamente a ricordare Legambiente col suo rapporto Pendolaria: benissimo l’alta velocità; ma ancor meglio restituire contemporaneamente un servizio dignitoso ai pendolari della Roma-Ostia o della Circumvesuviana, essenziali reti di trasporto di due grandi metropoli.

Il quinto comma dell’articolo 119 della Costituzione impone interventi speciali per rimuovere gli squilibri economici e sociali. Da esso derivano le politiche di coesione nazionali (il fondo sviluppo e coesione, Fsc); ma esse sono sempre più misere e trascurate negli ultimi anni. C’è di più. Viviamo settimane di richieste gridate, accompagnate da false promesse, sull’autonomia differenziata regionale, per blandire la crescente, giustissima opposizione degli italiani del Centro-Sud. Come non ricordare, allora, che nella legge 42 del 2009 sul federalismo fiscale, dalla quale nascono i “fabbisogni standard” dei comuni, era espressamente previsto che ad essi si accompagnasse ad un forte riequilibrio infrastrutturale? La qualità dei servizi che eroghi ai cittadini, dipende anche dalle tue condizioni strutturali. Esse vanno parificate, si diceva. Ma questo riequilibrio è rimasto totalmente lettera morta: in dieci anni non è stata nemmeno effettuata la “ricognizione” dei fabbisogni che era prevista. Un chiaro precedente delle promesse da marinaio che si sentono in questi giorni.

Nella stessa legge di bilancio per il 2019, si perseguono gli interventi su quota 100 e reddito di cittadinanza. Destinando così benefici individuali, anche sensibili, a chi si ritiene che domani voterà per te. Ma pochissimo c’è sulle politiche di rilancio degli investimenti pubblici: che servono per domani e dopodomani; per il futuro di tutti i cittadini italiani. Specie dei più giovani. Le risorse per gli investimenti pubblici a bilancio sono ancora diminuite dopo l’accordo con la Commissione Europea: con tagli anche al Fsc e al cofinanziamento dei fondi strutturali.
Insomma: se si pretende di essere visti come favorevoli ad un rilancio infrastrutturale del Paese, non ci si può limitare alla giaculatoria (anch’essa con evidenti fini elettorali) sulla Torino-Lione. Ma bisogna ragionare in termini di sistema paese, di riequilibrio territoriale, di rilevanti investimenti su reti e nodi, su grandi e piccole opere. Una prospettiva, ci si rende conto, difficile per chi da sempre guarda programmaticamente più al proprio orticello che all’intero Paese.
https://www.ilmessaggero.it/editoriali/ ... 66870.html


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 Oggetto del messaggio: Re: CORONAVIRUS
MessaggioInviato: 30/04/2020, 16:01 
E c'è dell'altro ancora se non siete ne siete soddisfatti: [:305]

Operazione verità. Scippo al Sud sulla spesa pubblica
Così il Nord toglie al Mezzogiorno 61 miliardi l'anno


La “banda del buco” del Grande Partito del Nord – bandiera verde sfumature blu e rosse – ha scavato indisturbata per anni, sotto traccia, nelle pieghe del bilancio pubblico italiano. Ha messo a punto la più efficiente macchina estrattiva di risorse sottratte, di anno in anno, ai cittadini del Sud, di ogni età e genere, per trasferirle pari pari a quelli del Nord.
Trasfusioni di sangue vivo prelevato dalle vene di donne e uomini meridionali ancora in culla, medici e malati, maestre di asilo e docenti universitari, autisti di pulmini scolastici e di trasporto pubblico, badanti, addetti ai centri di assistenza, anziani bisognosi di cure.
Qualcosa che ha l’abnorme valore medio di 61,5 miliardi di euro l’anno, nel triennio 2014 /2016, sì avete capito bene, 61,5 miliardi, e che è stato immesso con la semplicità di una iniezione nella circolazione sanguigna di bambini, medici, professori, autisti di treni e mezzi pubblici, nonne e nonni, delle grandi e piccole città del Nord.
Per cui se nasci a Reggio Calabria o nell’entroterra vesuviano di Napoli le mense scolastiche le vedi solo con il binocolo ma se hai la fortuna di venire al mondo in Brianza hai l’imbarazzo della scelta, qui paga la collettività, paga la Regione, pagano i Comuni, ma tutti lo fanno con i soldi dei bambini del Sud o per lo meno con quelli che la Costituzione della nazione italiana assegna loro per diritto di cittadinanza. Questo clamoroso scippo di Stato del Nord al Sud è illustrato regione per regione, voce di spesa per voce di spesa, in un documento di 18 pagine tra testi, grafici e tabelle (bozza riservata “Federalismo differenziato”) messo a punto dalla commissione della Svimez, presieduta da Adriano Giannola, sulla base di dati della Ragioneria generale dello Stato (RGS) e dei Conti Pubblici Territoriali (CPT) territoriali, di cui L’ALTRAVOCE dell’Italia è in grado di anticipare analiticamente i contenuti (CLICCA SULLE IMMAGINI PER VISUALIZZARE LE TABELLE).

Prima, però, è bene capire che tutto è avvenuto nel silenzio generale, ogni anno con qualche miliardino in più dal 2001 a oggi, sotto una coltre di fumo alimentata tra una lesione e l’altra del titolo V della Costituzione, federalismo differenziato in salsa Calderoli, spinta propulsivo-affaristica del Carroccio e di troppe anime belle compiacenti a sinistra e a destra da Milano a Palermo, referendum per l’autonomia di Lombardia e Veneto. Il giochetto delle tre carte dei costi standard, della spesa storica e dei fabbisogni fa sì che il ricco è sempre più ricco e il povero è sempre più povero. Mette a nudo un’abilità e una destrezza che si vuole appartengano al “mito” di Forcella, nel cuore di Napoli, ma che invece hanno evidentemente attecchito al di sotto delle Alpi e consentono ai ricchi di continuare ad arricchirsi con i soldi dei poveri attraverso il trucchetto della crescita della spesa storica. Accusando per di più le classi dirigenti della comunità dei poveri, in questo caso purtroppo tante volte a ragione, di inefficienza sistemica, clientelismo, trasformismo, e connivenze affaristico-malavitose-morbose su quelle briciole di soldi pubblici che la grande torta di Stato del Nord lascia cadere a mo’ di elemosina.

Il risultato di questo capolavoro è sotto gli occhi di tutti. Un Paese diviso e distante dove convivono una quasi Germania e una quasi Grecia e dove, ormai in modo naturale e accettato da tutti con rassegnazione, si comprimono i punti di forza e si esaltano le debolezze dell’Italia. Per cui, di fatto, il Nord si avvia a diventare più o meno consapevolmente una piccola colonia franco-tedesca e il Sud ad essere assorbito da una deriva di instabilità e sofferenza comune a aree sempre più vaste del Mediterraneo. Ognuno ovviamente per i fatti suoi. Non può essere questo il destino dell’Italia, nonostante le nostre reiterate colpe, come italiani non ci meritiamo una tale fine.

Bisogna ringraziare, e lo dico davvero con il massimo rispetto, l’ingenua sfrontatezza dell’ex assessore all’urbanistica e vicesindaco del comune vicentino di Trissino, Erika Stefani, oggi ministro per gli affari regionali e le autonomie, che ha avuto l’ardire di stilare un comunicato stampa in cui ha voluto chiarire qual è la spesa statale regionalizzata per istruzione scolastica, istruzione universitaria, diritti sociali, e ha esibito i dati correttissimi della Ragioneria generale dello Stato da cui si evince che Veneto e Lombardia ricevono, ad esempio, meno di Campania e Calabria per l’istruzione scolastica: 477 e 459 euro per abitante rispettivamente contro 636 e 685 (vedi tabella in pagina).



Si è dimenticata di dire che la tabella della Ragioneria riguarda esclusivamente la spesa delle amministrazioni centrali che è pari al 22,5% della spesa regionalizzata del settore pubblico allargato (meno di un quarto del totale) e addirittura è pari a poco più del 5% di quella relativa ai diritti sociali e all’istruzione scolastica primaria. Non può non sapere un ministro in carica che la spesa statale regionalizzata è alimentata da altri enti per il 77,5% del totale e, cioè, dalla spesa pubblica di regioni, province, comuni, comunità montane, previdenza-assistenza, società a controllo pubblico come Anas, Ferrovie, Poste e molto molto ancora, e che il dato da prendere in esame è dunque quello dei conti pubblici territoriali (CPT): i flussi finanziari riguardano pagamenti definitivi e riscossioni effettivamente realizzate (soldi veri insomma) e rappresentano l’unica ricostruzione puntuale, regione per regione, della spesa del Settore Pubblico Allargato (SPA) al lordo degli interessi e, cioè, di quanto arriva nelle regioni anche sotto forma di rendimento che lo Stato paga ai sottoscrittori dei suoi titoli.

Se avesse la compiacenza di consultare questi dati Svimez – gli ultimi disponibili e gli unici che fanno fede – e di metterli a confronto con i dati ISTAT sulla demografia delle due aree del Paese, il ministro scoprirebbe che il Mezzogiorno ha una popolazione pari al 34,3% del totale nazionale e riceve il 28,3% della spesa pubblica allargata mentre il Centro-Nord ha una popolazione pari al 65,7% e incassa per un importo pari al 71,7% del totale della spesa. In pratica, si dà al Sud il 6% in meno di quello che gli spetta e al Nord il 6% in più di quello che la Costituzione ritiene che debba avere nonostante i dati del Mezzogiorno inglobino i fondi europei (quindi non del bilancio pubblico italiano) sui quali peraltro le classi dirigenti meridionali e nazionali danno un’ulteriore dimostrazione della loro disarmante incapacità. Cosa ancora più grave: tutto ciò avviene indipendentemente non solo e non tanto dai vincoli di solidarietà e di perequazione quanto piuttosto dalle ragioni oggettive di garantire ai territori più deboli un tasso di crescita adeguato delle sue infrastrutture materiali e immateriali, di istruzione, ricerca e sanità, senza il quale il Paese tutto non recupera competitività, abdica a un disegno di sviluppo duraturo e abbandona alla fuga il suo capitale più importante che è quello del talento giovanile.

Il 6% tolto al Sud (61,5 miliardi) coincide con il 6% aggiunto al Nord della spesa totale del Settore Pubblico Allargato. I 61,5 miliardi sottratti arbitrariamente al povero a favore del ricco misurano algebricamente lo scippo di Stato alle regioni meridionali. Per capirci, i numeri reali ci dicono che un cittadino del centro nord riceve in media come spesa statale allargata 18.455 euro contro i 13.939 del Mezzogiorno, il cittadino friulano riceve 20.128 euro e quello lombardo 18.843 contro i 12.669 del cittadino campano e i 13.491 di quello pugliese. Questi dati elaborati dalla Svimez con il contributo di economisti, demografi, statistici, uomini della Ragioneria generale dello Stato, esperti di contabilità, costituiscono la più clamorosa operazione verità in materia di trasferimenti pubblici al Nord e al Sud del Paese, impongono una riflessione immediata su chi è più o meno assistito e su dove, come e perché si continua a bruciare sviluppo e fabbricare debito. Zaia e Fontana, governatori di Veneto e Lombardia, sono persone che stimo ma dovrebbero riconoscere che dietro le buone pratiche sanitarie ci sono risorse pubbliche sottratte a altri, e soprattutto si dovranno presto rendere conto di avere commesso entrambi un gravissimo errore di valutazione politica.

Insistere per trattenere anche formalmente come “cassa” in casa ciò che, di fatto, già trattengono da anni a spese del Sud, battere i pugni per ottenere un’autonomia istituzionale che manderebbe in frantumi l’unità del Paese e l’idea stessa di nazione, sono state due azioni avventate che hanno prodotto per loro l’effetto collaterale imprevisto di “aprire gli occhi ai cecati”, come recita un detto popolare meridionale. Ora tutti sanno, e sempre più sapranno, andando a leggere dentro i numeri e nelle pieghe dei conti pubblici territoriali, come stanno davvero le cose. Nessuna operazione verità assolverà mai una classe dirigente politica meridionale, sia chiaro, spesso corrotta e demagogica, di volta in volta movimentista/trasformista e tanto meno potrà assolvere un corposo corpo sociale burocratico-clientelare che è tutt’uno con la politica e penetra in profondità il tessuto civile fino a corroderlo. Questi due fenomeni costituiscono insieme il male profondo del Sud e contro di essi le forze vitali giovani e meno giovani si devono battere allo spasimo, sono tante e di qualità, possono e debbono vincere.

Detto tutto questo, però, da questa operazione verità il dibattito politico non potrà più prescindere e di questa situazione reale così abilmente occultata il nostro giornale se ne farà portavoce instancabile perché se ne prenda atto e se ne traggano le conseguenze girando in fretta pagina. Su questo punto non molleremo mai e documenteremo, giorno dopo giorno, lo scandalo civile e morale prima ancora che economico di una società Ferrovie dello Stato che trasferisce al sud lo scarto dei treni del Nord, ferma l’alta velocità a Salerno e condanna intere regioni all’isolamento geografico, lo scandalo di una sanità commissariata da sempre dove i soldi pubblici salgono dal sud al Nord con i malati ma si chiudono entrambi gli occhi per non vedere che di questo passo, di taglio in taglio, tra una spesa storica e l’altra, non solo gli ospedali si dequalificano o servono comunque a poco, ma spariranno perfino le autoambulanze. Guarderemo con occhio nitido lo scandalo dei cantieri che non si aprono da nessuna parte ma se si dovessero tornare ad aprire al sud resterebbero comunque chiusi, perché non se ne prevedono e quei pochissimi previsti non hanno copertura finanziaria.

Vergogna, anzi doppia vergogna. Perché adesso tutti sanno che dietro questo scandalo non c’è solo la conosciutissima incapacità degli amministratori meridionali (e anche qui però basta con i luoghi comuni, questo giornale sarà sempre selettivo e puntuale nei suoi giudizi) ma uno scippo di Stato di cui chi fino a oggi ha frodato, facendo anche la lezioncina, deve cominciare rendere conto nelle aule parlamentari. Questo esige la democrazia se vuole continuare a respirare a pieni polmoni. Consiglierei alle classi dirigenti politiche meridionali di essere generose e di non chiedere la restituzione del maltolto, ma il Grande Partito del Nord e i suoi sempre più numerosi accoliti al Sud (se hanno ancora sangue meridionale nelle vene) facciano autocritica. Comprendano che se vogliono continuare a coprire le loro crisi di ricchezza con le trasfusioni di sangue del povero Sud hanno ancora poco tempo perché presto scopriranno che il Sud è completamente esangue. Un giorno avranno la sorpresa di scoprire che è morto e che si è portato via, nell’aldilà, la cassa di riserva dei ricchi. Se non lo faranno, dimostreranno che si è avverata la profezia del grande meridionalista Antonio De Viti De Marco: il Nord senza il Sud diventerà una piccola colonia al di sotto delle Alpi. I francesi, soprattutto, ne approfitteranno, i loro generali in avanscoperta sui fronti strategici di UniCredit e Generali, Mustier e Donnet, non aspettano altro, e hanno tanti camerieri intorno che sono pronti ad assecondarli. Se non rinsaviranno le classi dirigenti del Nord e non premeranno loro per mettere il Mezzogiorno al centro degli investimenti produttivi e dello sviluppo, avranno la soddisfazione impagabile di dare ragione a Metternich quando, alla vigilia della prima guerra d’indipendenza, parlò dell’Italia come di una piccola espressione geografica.

No, non può essere questo il destino del Paese. Piuttosto si torni a dare al Sud i nuovi Saraceno, i nuovi Morandi, i nuovi Olivetti, francamente se penso a quanto sia pasticcione il capitalismo di relazione all’italiana e che quelle stesse grandi famiglie si sono dovute spesso affidare a manager pubblici di scuola iri, un brivido mi corre lungo la schiena. Si faccia crescere anche nel capitalismo privato italiano la cultura della dimensione e della managerialità, qui ci sono segnali buoni da cogliere ovunque, da un capo all’altro del Paese, ma forse al Sud e al Nord oggi più che mai servirebbe un nuovo Gabriele Pescatore. L’uomo che raddoppiò il prestito Marshall e portò i primi soldi esteri in Italia, fece arrivare l’acqua nelle case del sud, unì le due Italie con le dighe, le strade, gli acquedotti, realizzò a opera d’arte il grande porto di Gioia Tauro e finanziò la piccola, la media e quel poco di grande industria possibile nel sud. A quest’uomo che del miracolo economico italiano è un protagonista assoluto, non risparmiarono amarezze e processi nel silenzio ingrato e nella dimenticanza di tutti, come avviene troppo spesso per chi vale in un Paese dominato dall’invidia sociale e dal machiavellismo, ma ne uscì a testa altissima come era ovvio.

Oggi l’Italia, e il Sud, avrebbero bisogno di una squadra di giovani con il genio, la tempra, l’ardore etico e l’intelligenza del Pescatore irpino magistrato a 21 anni, ma qui sono ottimista, perché l’unica cosa che non ci manca è proprio il talento dei nostri giovani. Dobbiamo smettere di pagare noi gli studi, le trasferte, la casa fuori sede, solo per mettere questi nostri cervelli al servizio di chi non ha speso niente per loro e è pronto, per di più, a farci lo sgambetto al momento giusto proprio con i risparmi delle famiglie italiane “sequestrati” Oltralpe (la cessione alla francese Amundi della ex lombardo-veneta Pioneer, voluta dall’ad di UniCredit, Mustier, ne è un esempio lampante) e il talento dei nostri giovani “costretti” a emigrare. Teniamoceli in casa, per piacere, facciamo meno reddito di cittadinanza e più borse di studio per i nostri ricercatori, non lesiniamo risorse alle piccole grandi università di Cosenza e di Salerno, uniamo il Sud al Nord e insieme scommettiamo sulla nuova grande Italia in Europa. A ben pensarci, alternative a questo sentiero obbligato per custodire la nostra sovranità non ce ne sono. Inseguire le balle può regalare momenti di euforia ma prenota risvegli terribili. Ricordiamocelo sempre.
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 Oggetto del messaggio: Re: CORONAVIRUS
MessaggioInviato: 30/04/2020, 16:13 
o ma la smette uno e ricomincia un altro con ste rotture di palle? MA che è na malattia? C'è il topic apposta scrivetele lì ste cose cosa cavolo c'entrano con la questione covid? Bah



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 Oggetto del messaggio: Re: CORONAVIRUS
MessaggioInviato: 30/04/2020, 16:36 
MaxpoweR ha scritto:
o ma la smette uno e ricomincia un altro con ste rotture di palle?

Eh niente, non se ne esce!



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 Oggetto del messaggio: Re: CORONAVIRUS
MessaggioInviato: 30/04/2020, 16:40 
Oms, prepararsi altre ondate del virus
'La sanità pubblica dovrà avere un maggior peso nella società'



(ANSA) - ROMA, 30 APR - Quando la prima ondata del coronavirus sarà passata "è essenziale prepararsi a una seconda o una terza, particolarmente se non c'è ancora un vaccino disponibile". Lo ha detto Hans Kluge, il direttore regionale per l'Europa dell'Oms. "Bisogna essere preparati", ha ribadito, sottolineando che d'ora in avanti la sanità pubblica "deve avere una maggiore prominenza nella società. Dobbiamo avere una sanità pubblica forte".



https://www.ansa.it/sito/notizie/topnew ... f110c.html


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