01/06/2020, 23:50
02/06/2020, 00:43
02/06/2020, 12:55
La Russia condanna l'uso di gas lacrimogeni contro i giornalisti da parte della polizia USA e chiede una risposta internazionale
La sacra libertà di stampa difesa dagli USA? Cancellata dall’ondata di brutale repressione operata dalle forze di sicurezza del regime yankee nei confronti delle proteste scatenate dalla morte del cittadino afroamericano George Floyd avvenuta per mano della polizia.
Il ministero degli Affari Esteri della Russia ha espresso preoccupazione per "la crescente incidenza della violenza della polizia contro i giornalisti", nonché per gli "arresti ingiustificati" durante la copertura giornalistica delle proteste scoppiate negli Stati Uniti.
I diplomatici di Mosca hanno definito “inaccettabile” l'uso di proiettili di gomma e gas lacrimogeni da parte della polizia contro i rappresentanti dei media. In particolare, ha descritto come "una manifestazione di crudeltà ingiustificata" la dispersione "selettiva" con spray al peperoncino contro il corrispondente dell'agenzia russa RIA Novosti, Mikhail Turgiev.
Come riportato questa domenica da RIA Novosti, l'agenzia per la quale lavora Turguiev, gli eventi si sono verificati in una stazione di servizio situata nell'area colpita dai disordini di Minneapolis. Il suo corrispondente era lì, insieme a quattro membri della squadra del media statunitense Vice e i proprietari della stazione di servizio, quando una volta arrivato un minibus della polizia con agenti, questi "aprirono immediatamente il fuoco con proiettili di gomma".
"Sentendo le grida" dei presenti, per avvisarli che si trovavano in una proprietà privata e che c'erano rappresentanti della stampa, gli agenti smisero di sparare, ma poi uscirono dal loro veicolo e "puntarono le loro armi" sulle persone che erano fuori dalla stazione di servizio, esortandone alcuni ad entrare all'interno.
Le persone condotte all’interno della stazione di servizio sono state fatte inginocchiare e hanno mostrato i loro documenti, ma per qualche oscura ragione, un agente ha spruzzato lo spray al peperoncino sul volto di uno di loro.
Nel frattempo, Turguiev e altri giornalisti sono rimasti in strada accanto all’auto. Quando il corrispondente di RIA Novosti si stava già preparando ad entrare, un altro agente gli si è avvicinato e, sebbene Turgiev gli abbia dato il suo documento di identità e lo abbia informato che era un rappresentante della stampa, "il poliziotto, senza dire nulla, gli ha spruzzato spray sul viso".
Sia Turguiev che l'altro giornalista interessato si sono ripresi dall'effetto del gas e sono in condizioni stabili, ha informato l'agenzia.
Il ministero russo ha ricordato alle autorità statunitensi che garantire la sicurezza dei giornalisti, nonché la libertà di espressione e la parità di accesso alle informazioni per tutti, rientra nei suoi obblighi internazionali e, pertanto, ha richiesto "un'indagine approfondita" del caso Turgiev e altri incidenti simili.
"Sollecitiamo le pertinenti organizzazioni internazionali e le ONG che si occupano di diritti umani a rispondere adeguatamente a questa arbitrarietà", conclude il ministero degli Affari Esteri di Mosca.
Fonte: https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-la_russia_condanna_luso_di_gas_lacrimogeni_contro_i_giornalisti_da_parte_della_polizia_usa_e_chiede_una_risposta_internazionale/82_35349/
Gli Stati Uniti provano il sapore amaro del doppio standard
di Hu Xijin - Global Times
Le proteste e il caos si sono diffusi dallo Stato nordamericano del Minnesota al resto del paese e i netizen cinesi stanno applaudendo. Quasi nessun netizen cinese simpatizza con gli agenti di polizia statunitensi. Il governatore del Minnesota che ha affermato che il caos è manipolato da estremisti ideologici e forze straniere viene deriso. La ragione di ciò è che il governo e il Congresso degli Stati Uniti hanno sostenuto le rivolte di Hong Kong. Alcuni hanno elogiato quei rivoltosi che sono stati "coraggiosi". La falsa adulazione della portavoce Nancy Pelosi secondo cui il caos di Hong Kong è "uno spettacolo meraviglioso da vedere" è particolarmente irritante e perfida.
Per la maggior parte dei netizen cinesi, le rivolte che si stanno diffondendo negli Stati Uniti sono la punizione per i politici statunitensi che hanno sostenuto le proteste di Hong Kong. Gli Stati Uniti hanno incitato i ribelli di Hong Kong, ma ora si trovano ad affrontare gli stessi problemi. I sentimenti dei netizen cinesi sono una reazione diretta alle politiche sbagliate degli Stati Uniti nei confronti della Cina.
Il governo cinese e il Congresso Nazionale del Popolo hanno esercitato moderazione e non hanno rilasciato dichiarazioni di condanna della polizia statunitense che ha sparato gas lacrimogeni e arrestato manifestanti.
Spero che l'attuale caos sul suolo nordamericano possa insegnare ai politici statunitensi e ad alcuni politici europei una buona lezione. Ad essere onesti, le contraddizioni sociali negli Stati Uniti e in Europa sono più pronunciate e problematiche rispetto alla Cina. Ma negli Stati Uniti il ??governo non è in grado di attuare profonde riforme e compiere sforzi per eliminare le disparità. Pertanto, le proteste estreme hanno molte più probabilità di accadere negli Stati Uniti che in Cina. Washington sostiene i rivoltosi di Hong Kong, mentre ora è schiaffeggiata da violente proteste negli Stati Uniti.
I miei tweet negli ultimi giorni hanno ricevuto risposte entusiaste su Twitter. Alcuni dei miei post sono stati ripubblicati migliaia di volte. È facile dire che gli americani sono molto emotivi verso le rivolte in corso. Non si dovrebbe imporre agli altri ciò che egli stesso non desidera. Quando Hong Kong fu investita dai tumulti e Washington puntò il dito contro Pechino, Washington avrebbe dovuto immaginare quanto sarebbe stato spiacevole il popolo cinese.
Alcune persone, compresi gli intellettuali pubblici, hanno sostenuto che le proteste negli Stati Uniti sono "atti malvagi di percosse, demolizione e saccheggio", mentre ciò che è accaduto a Hong Kong è stata una "giusta ribellione". Questo è sofismo. Tali doppi standard spudorati non possono più dominare la realtà. Il fatto è che a Hong Kong si sono gradualmente verificati cambiamenti favorevoli. L'ordine dovrebbe essere ricostruito. Nel frattempo, non ci sono soluzioni ai problemi negli Stati Uniti. Gli Stati Uniti diventeranno più caotici man mano che la loro economia continua a peggiorare e con il declino del sistema politico.
Le rivolte che minano lo Stato di diritto causeranno più dolore alla società. La violenza non è mai una buona soluzione a qualsiasi problema in qualsiasi luogo. Voglio sottolineare che gli Stati Uniti hanno sempre meno capitali per giocare un gioco "doppio standard" in questo momento. Non sono in grado di rovinare la Cina.
L'autore è direttore del Global Times
(Traduzione de l’AntiDiplomatico)
Fonte: https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-gli_stati_uniti_provano_il_sapore_amaro_del_doppio_standard/82_35332/
04/06/2020, 12:33
La rivoluzione colorata di Minneapolis
DI ROSANNA SPADINI
comedonchisciotte.org
Sembra che la tanto attesa “Seconda Guerra Civile” sia finalmente iniziata … più o meno esattamente al momento giusto.
Tutto è iniziato quando è diventato virale il video dell’ufficiale di polizia Derek Chauvin, che ha soffocato George Floyd, premendogli il ginocchio sul collo per ben 9 minuti. La morte di Floyd ha causato proteste in tutti gli Stati Uniti e ha scatenato una vera e propria rivolta nella città del Minnesota, con diversi giorni di saccheggi e incendi, con il rogo premeditato persino di un distretto di polizia.
Ma i video devono essere realizzati, modificati, caricati e condivisi dalle persone giuste al momento giusto nel modo giusto per “diventare virali”. I retroscena devono essere scritti, narrati, creati.
Perché la tragica fine di George Floyd è diventata un video virale? Quante scene della brutalità della polizia americana abbiamo visto negli ultimi decenni, che non sono diventate virali, e non hanno suscitato lo sconquasso sociale di oggi, a pochi mesi dalle elezioni di novembre?
La brutalità della polizia è un fatto consueto nella vita nell’America troppo militarizzata. Succede ogni giorno, contro persone povere e senza diritto di voto, in bianco e nero, basta cercare “brutalità della polizia americana” su YouTube.
Allora perché questa morte è diversa? Perché questo video è stato improvvisamente notato e non le dozzine di altri video di polizia brutalmente violente?
Così la rivolta è scoppiata in tutta la nazione, le persone hanno iniziato a saccheggiare e bruciare negozi, schierate le guardie nazionali degli stati, imposto il coprifuoco, dichiarato lo “stato di emergenza”.
“Orde” inferocite hanno tentato di assaltare la Casa Bianca, mentre Trump twittava da un “bunker sotterraneo“, e gli americani si mostravano sempre più divisi dai giochi mediatici, consumati dalla rabbia, dall’odio e dalla paura.
La polizia razzista americana ha ucciso i neri da quando esiste, ma la rabbia doveva sfociare proprio ora, a distanza ravvicinata con le elezioni of course.
Del resto i media globalisti hanno trascorso gli ultimi quattro anni promuovendo la loro narrazione ufficiale, mostrando la maggior parte degli americani come “suprematisti bianchi”, followers elettori di un presidente nazista, secondo la consueta “reductio ad Hitlerum”, che ha trasformato il paese in una dittatura razzista.
Specchietto per le allodole incessantemente diffuso dai media padronali, dall’intellighenzia neoliberista, dall’industria della cultura, dai Dem e dai seguaci dell’Antifa, secondo cui Donald avrebbe vinto le ultime elezioni grazie agli hackers russi.
Da abile complottaro Putin avrebbe presumibilmente dato una mano, al fine di “distruggere la democrazia”, così che il “presidente nazista” incoraggiasse i suoi seguaci suprematisti bianchi a lanciare il “RaHoWa”, o il “Boogaloo”, e poi avrebbe dichiarato la legge marziale, sciolto la legislatura e si sarebbe autonominato Führer. Quindi avrebbero iniziato a radunare e uccidere gli ebrei, i neri, i messicani e altre minoranze.
CJ Hopkins ne ha parlato a lungo nei suoi saggi, quindi dopo quattro anni di martellamento costante, milioni di americani hanno creduto a questa favola. Potere della propaganda mediatica, nel tempo della guerra che si combatte da tempo tra globalisti e sovranisti, entrambi naturalmente liberisti.
Ed ora gli effetti della propaganda si fanno sentire, proteste e rivolte nazionali si sono trasformate in una sorta di “rivolta internazionale“, acclamata dai media di vari paesi, dalle corporazioni e dall’establishment liberal, che hanno sostituito il frame del Covid/Olocausto, con quello del Reich di Donald.
Perfino le corporations partecipano alla “rivoluzione colorata”, ad esempio la Nike ha prodotto un annuncio pubblicitario che sollecita le persone a rompere le vetrine dei suoi stessi negozi e a rubare le scarpe da ginnastica esposte. Musica per pianoforte, l’annuncio dura un minuto e visualizza il testo bianco in dissolvenza su sfondo nero: “Fallo e basta…. Per una volta, non far finta. Non far finta che non ci siano problemi in America. Non voltare le spalle al razzismo. Non accettare che ci vengano tolte vite innocenti. Non hai più scuse. Non pensare che questo non ti riguardi. Non rilassarti e tacere. Non pensare che non puoi essere parte del cambiamento. Facciamo tutti parte del cambiamento.”Guarda su youtube.com
Perché dunque una presunta rivoluzione sociale in difesa dei diritti e della giustizia viene sponsorizzata come una squadra di calcio? E perché la sublimazione della violenza è diventata un tema così fondante, mentre tutta la stampa di sinistra liberal si è concentrata proprio sulla violenza in maniera quasi feticistica e non certo per condannarla?
Twitter e Facebook chiudono gli account delle persone che usano “odio”, mentre Arwa Mahdaw dice sul Guardian. “Se la violenza non è il modo di porre fine al razzismo in America, allora cos’è?“.
E scomoda perfino il leader che negli anni ’60 guidò il movimento della nonviolenza e della disobbedienza civile negli Stati Uniti. “Una rivolta è il linguaggio di coloro che nessuno ascolta, aveva detto Martin Luther King Jr in un discorso del 1967. Quel discorso è di 53 anni fa e l’America non lo ha ascoltato. La scomoda verità è che, a volte, la violenza è l’unica risposta rimasta. Ci piace fingere diversamente, motivo per cui i movimenti per i diritti civili sono spesso igienizzati in modo conveniente.
“Non fraintendetemi, non sto glorificando la violenza: è quello che sta facendo il presidente degli Stati Uniti. E certamente non chiederò violenza. Sto semplicemente dicendo che dobbiamo interrogare ciò che chiamiamo ‘violenza’ e ciò che chiamiamo ‘politica’. Molte delle persone che urlano ‘la violenza non è la risposta’ sui disordini a Minneapolis sono le stesse persone che sostengono con tutto il cuore le infinite guerre americane. Molte delle persone che condannano i saccheggiatori di Minneapolis sono le stesse persone che venerano i miliardari. Saccheggia una TV e sei un criminale pericoloso; saccheggia un paese e sei un capitalista intraprendente.”
Certo gli argomenti non mancano. Del resto anche RT ha realizzato un editoriale che utilizzava esattamente gli stessi argomenti, esattamente lo stesso modo di comunicare.
Perché dunque il nuovo meme virale ci dice che la violenza non è solo semplicemente accettabile, ma anche inevitabile e persino assolutamente necessaria in certe occasioni?
La polizia di Minneapolis ha arrestato addirittura il reporter della CNN Omar Jimenez, mentre era in diretta e anche dopo che si era identificato.
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05/06/2020, 14:17
Pepe Escobar - Perché la rivoluzione americana non sarà trasmessa in TV
di Pepe Escobar - Asia Times
La rivoluzione non sarà trasmessa perché questa non è una rivoluzione. Almeno non ancora.
Bruciare e / o saccheggiare Target o Macy è un diversivo minore. Nessuno punta al Pentagono (o ai negozi del Pentagono Mall). L'FBI. La Federal Reserve di New York. Il dipartimento del tesoro. La CIA a Langley. O alle case di Wall Street.
I veri saccheggiatori - la classe dirigente – sorvegliano comodamente lo spettacolo sui loro enormi televisivi Bravia 4K, sorseggiando cocktail.
Più che una guerra razziale siamo di fronte ad una lotta di classe. Eppure è stato tutto mistificato dall'inizio per descriverla come una semplice rivoluzione colorata.
I media aziendali statunitensi hanno abbandonato la loro copertura continua del “Planet Lockdown” e come un insieme di - pre-organizzati? – di mattoncini hanno iniziato a dare copertura di massa alla nuova "rivoluzione" americana. Il distanziamento sociale non è esattamente favorevole a uno spirito rivoluzionario.
Non c'è dubbio che gli Stati Uniti siano impantanati in una contorta guerra civile in corso, per gravità simile solo a quanto accaduto dopo l'assassinio di Martin Luther King a Memphis nell'aprile 1968.
Tuttavia la dissonanza cognitiva di massa è la norma nell'intero spettro della "strategia della tensione". Le fazioni più potenti non hanno bisogno di tirare pugni per controllare la narrazione. Nessuno è in grado di identificare completamente tutte le complessità e le incoerenze che sono nell’ombra.
Le agende “hardcore” si mescolano: un tentativo di rivoluzione colorata / cambio di regime interagisce con il Boogaloo Bois - probabilmente alleati tattici di Black Lives Matter - mentre gli "accelerazionisti" suprematisti bianchi tentano di provocare una guerra razziale.
Per citare Temptations: è una "Ball of Confusion".
Il gruppo Antifa viene criminalizzato ma il Boogaloo Bois ottiene un passaggio (ecco come il principale concettualizzatore di Antifa difende le sue idee). Ancora un'altra guerra tribale, ancora un'altra rivoluzione, ora domestica, colorata sotto il segno del divario e del dominio, che contrappone antifascisti antifa a suprematisti bianchi fascisti.
Nel frattempo, l'infrastruttura politica necessaria per attuare la legge marziale si è evoluta come un progetto bipartisan.
Siamo nel mezzo della proverbiale, totale nebbia di guerra. Coloro che difendono l'esercito americano che schiaccia gli "insurrezionisti" nelle strade sostengono allo stesso tempo una rapida conclusione dell'impero americano.
Tra tanto baccano e rabbia, che significano perplessità e paralisi, potremmo raggiungere un momento supremo di ironia storica, nel quale la (in) sicurezza domestica degli Stati Uniti subisce il boomerang non solo da una delle creazioni chiave del suo stesso Deep State - una rivoluzione colorata - ma grazie agli elementi combinati di un perfetto triplice contraccolpo: Operazione Phoenix; Operazione Jakarta; e Operazione Gladio.
Ma gli obiettivi questa volta non saranno milioni in tutto il Sud del mondo. Saranno cittadini americani.
L’Impero torna a casa
Molti progressisti sostengono che si tratti di una rivolta di massa spontanea contro la repressione della polizia e l'oppressione del sistema - e ciò porterebbe necessariamente a una rivoluzione, come la rivoluzione del febbraio 1917 in Russia che scaturì dalla scarsità di pane a Pietrogrado.
Quindi le proteste contro la brutalità endemica della polizia sarebbero un preludio a un remix del Levitate il Pentagono - con l'interregno che presto comporterebbe un possibile confronto con l'esercito americano nelle strade.
Ma abbiamo un problema. L'insurrezione, finora puramente emotiva, non ha prodotto alcuna struttura politica e nessun leader credibile per articolare una miriade di rimostranze complesse. Allo stato attuale, equivale a un'insurrezione disordinata, sotto il segno dell'impoverimento e del debito perpetuo.
In aggiunta alla perplessità, gli americani si trovano ora di fronte a come ci si sente ad essere in Vietnam, El Salvador, nelle aree tribali pakistane o Sadr City a Baghdad.
L'Iraq è arrivato a Washington DC in piena regola, con gli elicotteri Blackhawk che facevano la loro "dimostrazione di forza" sui manifestanti, la tecnica collaudata di dispersione applicata in innumerevoli operazioni di contro-insurrezione in tutto il Sud del mondo.
E poi, il momento Elvis: il generale Mark Milley, presidente del Joint Chiefs of Staff, che pattuglia le strade di DC. Il lobbista della Raytheon che ora dirige il Pentagono, Mark Esper, lo ha definito "dominatore dello spazio di battaglia".
Bene, dopo i calci presi in Afghanistan e Iraq, e indirettamente in Siria, il dominio deve pure esercitarsi da qualche parte. Quindi perché non tornare a casa?
Le truppe della 82a divisione aviotrasportata, della 10a divisione di montagna e della 1a divisione di fanteria – che hanno perso le guerre in Vietnam, Afghanistan, Iraq e, sì, Somalia – sono state dispiegate nella base aerea di Andrews vicino a Washington.
Il super-falco Tom Cotton ha persino chiesto, in un tweet, all'82a Airborne di fare “tutto ciò che serve per ripristinare l'ordine. Nessuna pietà per insurrezionisti, anarchici, rivoltosi e saccheggiatori. " Questi sono certamente obiettivi più suscettibili rispetto ai militari russi, cinesi e iraniani.
L'esibizione di Milley mi ricorda John McCain che passeggiava a Baghdad nel 2007, stile machoman, senza casco, per dimostrare che tutto andava bene. Certo: aveva un piccolo esercito armato ai denti che gli guardava le spalle.
E a complemento dell'angolo del razzismo, non è mai abbastanza ricordare che sia un presidente bianco che un presidente nero hanno firmato gli attacchi dei droni alle feste di matrimonio nelle aree tribali pakistane.
Esper l'ha spiegato: un esercito occupante potrebbe presto "dominare lo spazio di battaglia" nella capitale della nazione, e forse altrove. Quale prossimo? Una coalizione provvisoria di volenterosi?
In confronto a operazioni simili in tutto il Sud del mondo, ciò non solo impedirà il cambio di regime, ma produrrà anche l'effetto desiderato per l'oligarchia dominante: un giro neofascista di vite. Dimostrando ancora una volta che quando non hai un Martin Luther King o un Malcolm X per combattere il potere, il potere ti schiaccia qualunque cosa tu faccia.
Totalitarismo invertito
Il grande teorico politico Sheldon Wolin, in ritardo, aveva già compreso tutto in un libro pubblicato per la prima volta nel 2008: si tratta del Totalitarismo invertito.
Wolin ha mostrato come "le forme più crude di controllo - dalla polizia militarizzata alla sorveglianza totale, così come la polizia che si trasforma in giudice, giuria e carnefice, ora una realtà per le classi dominate - diventeranno una realtà per tutti noi se dovessimo iniziare a resistere al continuato incanalamento di potere e ricchezza verso l'alto.
“Siamo tollerati come cittadini solo finché partecipiamo all'illusione di una democrazia partecipativa. Nel momento in cui ci ribelliamo e ci rifiutiamo di prendere parte all'illusione, il volto del totalitarismo invertito assumerà il volto dei sistemi passati del totalitarismo”, ha scritto.
Sinclair Lewis (che non ha detto "quando il fascismo arriverà in America, verrà avvolto nella bandiera e sventolando la croce") in realtà scrisse, in It Can't Happen Here (1935), che i fascisti americani sarebbero stati coloro che "avrebbero rinnegato la parola "fascismo" e predicato la schiavitù del capitalismo sotto lo stile della libertà costituzionale e tradizionale americana".
Quindi, quando accadrà, il fascismo americano camminerà e parlerà americano.
George Floyd è stata la scintilla. In una svolta freudiana, il ritorno dei repressi è emerso oscillando, mettendo a nudo ferite multiple: come l'economia politica degli Stati Uniti che ha distrutto le classi lavoratrici; che ha fallito miseramente sul Covid-19; che non è riuscito a fornire assistenza sanitaria a prezzi accessibili; che beneficia solo una plutocrazia. E un sistema che prospera in un mercato del lavoro razzializzato, una polizia militarizzata, guerre imperiali multimilionarie e salvataggi seriali di chi è troppo grande per fallire.
Almeno istintivamente, sebbene in modo approssimativo, milioni di americani vedono chiaramente come, dal Reaganismo, l'intero gioco riguardi un'oligarchia / plutocrazia che arma il suprematismo bianco per obiettivi di potere politico, con l'ulteriore vantaggio di un trasferimento costante, massiccio, verso l'alto di ricchezza.
Poco prima delle prime pacifiche proteste di Minneapolis, ho sostenuto che le prospettive di realpolitik post lockdown erano cupe e che avrebbero rafforzato sia il neoliberalismo - già in atto - sia il neofascismo ibrido.
L'ormai iconica foto del presidente Trump davanti alla chiesa di San Giovanni - con anteprima dei gas lacrimogeni contro i cittadini - l'ha portata a un livello completamente nuovo. Trump voleva inviare un segnale accuratamente coreografato alla sua base evangelica. Missione compiuta.
Ma probabilmente il segnale più importante (invisibile) era il quarto uomo in una delle foto.
Giorgio Agamben ha già dimostrato oltre ogni ragionevole dubbio che lo stato di assedio è ora completamente normalizzato in Occidente. Il procuratore generale William Barr ora punta a istituzionalizzarlo negli Stati Uniti: è l'uomo con il margine di manovra per andare oltre lo stato di emergenza permanente, un Patriot Act sugli steroidi, un completo "show di forza" Blackhawk.
Notizia del: 04/06/2020
Fonte: https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-pepe_escobar__perch_la_rivoluzione_americana_non_sar_trasmessa_in_tv/82_35391/
09/06/2020, 06:54
Negli Stati Uniti l’uccisione di afroamericani da parte di poliziotti e l’indignazione per il racial profiling (profilazione razziale) negli ultimi anni ha contribuito a dare vita al movimento Black Lives Matter. Ma le tensioni tra la polizia e le comunità nere non sono una novità.
09/06/2020, 12:55
Mosca: "Gli Stati Uniti e l'Europa stanno raccogliendo lo stesso caos che hanno seminato in tutto il mondo"
L'Occidente ha incoraggiato la destabilizzazione e ha diviso i gruppi l'uno contro l'altro in tutto il mondo, ma ora i suoi problemi sono della stessa natura. Questo secondo Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo. "Seminando il caos [all'estero], hanno portato il caos a casa", ha sottolineato Zakharova, quando le è stato chiesto dei motivi degli attuali disordini negli Stati Uniti e in alcuni paesi europei.
"Tutto ciò che hanno seminato nella coscienza del mondo, lo stanno raccogliendo ora", ha ricordato la portavoce Le rivolte accese che coinvolgono scontri con la polizia, edifici incendiati e saccheggi su larga scala sono una diretta conseguenza delle idee che Washington ha promosso in tutto il mondo negli ultimi anni, come il tentativo di “destabilizzare in diverse parti del mondo, giocando sulle differenze che esistono in ogni paese e ogni comunità", ha spiegato.
L'amministrazione americana ha sostenuto attivamente e apertamente i gruppi di opposizione nei paesi che hanno promosso politiche indesiderabili a Washington, schierandosi rapidamente con i manifestanti in Venezuela, Hong Kong, Iran e altrove, non importa quanto violenti fossero.
Ma gli Stati Uniti, e in parte l'Europa occidentale in misura minore, si sono trovati in preda alle proteste, dopo che l'afroamericano George Floyd è morto ucciso durante l'arresto da parte della polizia a Minneapolis alla fine di maggio. Migliaia di persone sono scese in strada per contestare la brutalità della polizia e, sebbene molti raduni fossero pacifici, alcuni sono diventati violenti a Minneapolis, Washington, New York, Atlanta, Chicago e in molte altre città.
Fonte: https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-mosca_gli_stati_uniti_e_leuropa_stanno_raccogliendo_lo_stesso_caos_che_hanno_seminato_in_tutto_il_mondo/82_35465/
11/06/2020, 12:12
11/06/2020, 15:00
15/06/2020, 12:00
24/06/2020, 20:04
24/06/2020, 23:45
25/06/2020, 05:01
Tempus1891 ha scritto:Chissà come la prenderebbero alcuni ex utenti del forum se si realizzasse quanto proposto nei due articoli: https://www.huffingtonpost.it/entry/rim ... n=trending
https://www.secoloditalia.it/2020/06/ab ... ia-bianca/
27/06/2020, 12:14
27/06/2020, 13:57