21/09/2020, 15:13
22/09/2020, 13:36
23/09/2020, 10:57
23/09/2020, 14:59
25/09/2020, 12:35
Covid, ricordate le “scemenze” dal Giappone sul farmaco Avigan? non erano scemenze
Forse qualcuno di voi ricorda il video di Cristiano Aresu che divenne virale a fine marzo, in pieno lockdown italiano. Nel video il giovane mostrava una piazza in giappone con persone tranquille senza mascherina mentre da noi non si poteva uscire di casa senza certificato. La calma del Giappone, secondo l’autore del video, era dovuta all’utilizzo di un farmaco, l’Avigan, che sarebbe stato efficace ed evidentemente molto tranquillizzante per tutti. Vista la viralità del video, sui media scoppiò il putiferio e partì il ritornello fake news, e un coro di voci unanime additò le informazioni come informazione false e pericolose. Burioni parlò di scemenze. Oggi il Giappone ne ha dichiarato la validità.
Masala su L’Antidiplomatico ci aggiorna sulla situazione.
di Giuseppe Masala
lantidiplomatico.it
Arriva l’annuncio dal Giappone che anche l’Avigan funziona contro il Covid19. Inutile ricordare che anche in questo caso dai nostri luminari (in primis il Professor Burioni) arrivò il fuoco di sbarramento: per loro l’unica soluzione percorribile per “combattere” l’infezione è chiudere la gente in casa, demolire l’economia, in attesa del fantomatico vaccino (manco a dirlo, possibilmente il loro, pagato profumatamente).
Importante anche uno studio europeo che attesta come in Italia solo per le mancate cure cardiologiche per la chiusura degli ospedali e per l’orientamento verso la lotta (sic) al covid19 ci saranno 20.000 (ventimila) morti in più evitabili.
Una strage silenziosa. Ma una strage reale, non immaginaria creata su un foglio excel.
Infine un’altra cosa: Banca Intesa sta mandando ai suoi clienti la pubblicità di una rete di ospedali, cliniche, laboratori privati dove fanno diagnosi e cure con lo “sconto per i clienti Banca Intesa”. Mentre la sanità pubblica è impegnata ad inseguire un fantasma di virus (sul quale peraltro si può intervenire con cure appropriate, ma che i protocolli ministeriali non prevedono) ci privatizzano la sanità. E se ti devi curare o paghi o crepi.
P.s.
Questo è ciò che diceva Burioni sull’Avigan (rectius, nel suo gergo, “il preparato giapponese”)
Studio danese: “Svezia verso l’immunità di gregge, la pandemia potrebbe essere finita”
Alfonso Bianchi
Europa.today.it
Se la Svezia non sta vivendo una seconda ondata di contagi come il resto dell’Europa, non è perché lì la pandemia di coronavirus è in ritardo rispetto ad altre parti del mondo come ad esempio l’Italia, ma perché il Paese si avvia a raggiungere l’immunità di gregge. Lo afferma Kim Sneppen, professore di biocomplessità presso il Niels Bohr Institute di Copenhagen, esperto nella diffusione del virus.
Il numero di contagi per ogni 100mila abitanti in Francia è sette volte superiore a quello del Paese scandinavo, in Spagna addirittura 11 volte, nella vicina Danimarca è il triplo. E sono tutti Paesi che hanno attuato e stanno attuando severe misure per fermare la diffusione del contagio, mentre la Svezia continua con il suo approccio soft, basato quasi esclusivamente sulla responsabilità dei cittadini. Certo la mortalità nel Paese durante il primo picco è stata molto alta, soprattutto a causa di falle nel sistema di protezione delle case di cura, dove ci sono stati circa la metà dei decessi. La Svezia ha il quinto più alto tasso di mortalità pro capite in Europa dopo Belgio, Spagna, Regno Unito e Italia. La sua mortalità è cinque volte superiore a quella della Danimarca e circa dieci volte superiore a quella della Norvegia e della Finlandia. Ma ora il peggio potrebbe essere passato e se nei momenti più duri di aprile le morti per Covid-19, nel Paese di circa 10 milioni di abitanti, in un solo giorno hanno raggiunto il picco di 115, ora da alcuni giorni quella cifra è zero.
“Ci sono alcune prove che gli svedesi abbiano sviluppato un grado di immunità al virus che, insieme alle altre cose che nel Paese stanno facendo per fermare la diffusione del virus, è sufficiente per controllare la malattia”, ha detto Sneppen al quotidiano danese Politiken, ipotizzando anche che “forse, l’epidemia lì è finita”.
Secondo le teorie riconosciute per raggiungere l’immunità di gregge dovrebbe essere contagiata o vaccinata almeno il 60% della popolazione, ma un recente studio dell’Università di Stoccolma ha suggerito che un tasso del 43% potrebbe essere sufficiente nel caso del coronavirus. Questo perché, secondo la ricerca pubblicata su Science, “la trasmissione e l’immunità sono concentrate tra i membri più attivi di una popolazione, che sono spesso più giovani e meno vulnerabili”.
Se il virus si fosse trasmesso abbastanza tra di loro all’inizio della pandemia, ora i giovani e i cittadini più sani potrebbero aver creato, seppur in parte, quel muro protettivo di anticorpi che dovrebbe aiutare anche i più vulnerabili. “Anche solo il 20 per cento in meno fa una grande differenza perché le persone infette all’inizio dell’epidemia erano le più suscettibili al coronavirus e le più socialmente attive”, ha affermato il professor Tom Britton, uno degli autori dello studio.
Quella di provare a raggiungere l’immunità di gregge senza usare vaccini è una strategia rischiosa e molto controversa. Una strategia che tra l’altro lo stesso epidemiologo di stato svedese, Anders Tegnell, ha più volte assicurato di non aver perseguito volontariamente, sottolineando che le misure di social distancing sono state prese, anche se non imposte con la forza, cosa più semplice da fare in un Paese in cui i cittadini sono solitamente rispettosi delle regole e in cui per cultura non ci si riunisce spesso in grandi gruppi, non ci si abbraccia o bacia molto e si vive spesso da soli e non in grandi nuclei familiari.
Ad aprile il professor Neil Ferguson, dell’Imperial College di Londra, pubblicò uno studio in cui affermava che se si fosse tentata la strategia dell’immunità di gregge, e non si fosse imposta alcuna restrizione, nel Regno Unito sarebbero potute morire 500mila persone. In Svezia lo stesso avrebbe potuto potuto significare 85mila morti. Al momento ce ne sono stati 5.900, cifra altissima per il Paese, ma lontana dagli scenari catastrofici prospettati da alcuni scienziati come Ferguson.
Uno dei problemi dlel’immunità di gregge è che è difficile stabilire davvero quanta parte della popolazione avrebbe sviluppato anticorpi. In un studio del British Medical Journal pubblicato a inizio mese alcuni scienziati hanno sostenuto che i test attualmente utilizzati per accertare i livelli di anticorpi tra coloro che hanno avuto Covid-19 potrebbero sottostimare il numero di persone che hanno avuto il coronavirus, visto che le persone che hanno manifestato sintomi lievi potrebbero non risultare positive. Ciò, affermano, potrebbe a sua volta avere “importanti implicazioni per la modellizzazione epidemiologica della trasmissione della malattia e dell’immunità di gregge”, sottostimandola.
Fonte: https://comedonchisciotte.org/studio-danese-svezia-verso-limmunita-di-gregge-la-pandemia-potrebbe-essere-finita/
25/09/2020, 13:21
25/09/2020, 16:42
25/09/2020, 16:54
vimana131 ha scritto:Coronavirus, il Telegraph pubblica lo studio choc su mascherine e distanziamento: non proteggono più
Il Telegraph pubblica uno studio allarmante di ricercatori Usa che però ancora attende verifica definitiva secondo cui il coronavirus è mutato più volte rafforzandosi notevolmente, aumentando propria carica virale senza intaccare letalità e imparando a difendersi dalle protezioni comunemente usate. Non lo fermano più nè le mascherine nè il lavaggio delle mani a cui sarebbe ora resistente e nemmeno la distanza di 1-2 metri che si rivelerebbe inefficace. Lo studio è fatto da ricercatori di università del Texas e di quella di Chicago che hanno analizzato da marzo in poi migliaia di sequenze genomiche del virus rilevando questa mutazione nel 99,9% dei casi.
https://www.iltempo.it/esteri/2020/09/2 ... -24655657/
25/09/2020, 19:04
25/09/2020, 21:33
25/09/2020, 21:34
vimana131 ha scritto:Coronavirus, il Telegraph pubblica lo studio choc su mascherine e distanziamento: non proteggono più
Il Telegraph pubblica uno studio allarmante di ricercatori Usa che però ancora attende verifica definitiva secondo cui il coronavirus è mutato più volte rafforzandosi notevolmente, aumentando propria carica virale senza intaccare letalità e imparando a difendersi dalle protezioni comunemente usate. Non lo fermano più nè le mascherine nè il lavaggio delle mani a cui sarebbe ora resistente e nemmeno la distanza di 1-2 metri che si rivelerebbe inefficace. Lo studio è fatto da ricercatori di università del Texas e di quella di Chicago che hanno analizzato da marzo in poi migliaia di sequenze genomiche del virus rilevando questa mutazione nel 99,9% dei casi.
https://www.iltempo.it/esteri/2020/09/2 ... -24655657/
26/09/2020, 00:58
Robiwankenobi ha scritto:Ormai su leggono talmente tante puttanate che devo trovarmi d'accordo con wolf, le notizie hanno stufato ne abbiamo le palle piene.
26/09/2020, 13:19
vimana131 ha scritto:Coronavirus, il Telegraph pubblica lo studio choc su mascherine e distanziamento: non proteggono più
Il Telegraph pubblica uno studio allarmante di ricercatori Usa che però ancora attende verifica definitiva secondo cui il coronavirus è mutato più volte rafforzandosi notevolmente, aumentando propria carica virale senza intaccare letalità e imparando a difendersi dalle protezioni comunemente usate. Non lo fermano più nè le mascherine nè il lavaggio delle mani a cui sarebbe ora resistente e nemmeno la distanza di 1-2 metri che si rivelerebbe inefficace. Lo studio è fatto da ricercatori di università del Texas e di quella di Chicago che hanno analizzato da marzo in poi migliaia di sequenze genomiche del virus rilevando questa mutazione nel 99,9% dei casi.
https://www.iltempo.it/esteri/2020/09/2 ... -24655657/
L’invasione degli ultracovid
di Livio Cadè
http://www.ereticamente.net
Non dobbiamo chiudere occhio tutta la notte.
O ci sveglieremo trasformati in qualcosa di inumano.
Molte persone perdono a poco a poco la loro umanità senza accorgersene.
(da “L’invasione degli ultracorpi”)
Secondo Toynbee “le civiltà muoiono per suicidio, non per assassinio”. La nostra civiltà lo conferma. Noi stiamo per essere distrutti non da invasioni di orde barbariche, di eserciti ottomani o cavallette, e nemmeno di virus o batteri. L’uomo moderno si sta uccidendo da solo, è lui stesso a determinare l’invasione che porrà fine alla civiltà come oggi la conosciamo. L’invasore è un’entità immateriale che attacca le persone alterandone le funzioni cognitive, controllando la loro volontà e le loro emozioni. Non è possibile dire con certezza se l’infezione avvenga per via chimica, elettromagnetica o eterica. Sappiamo che colpisce il sistema nervoso centrale, compromettendo le facoltà psichiche correlate alla corteccia e al sistema limbico. Provoca, per così dire, una scissione tra l’anima e le funzioni cerebrali, come recidendo il filo che le lega. Questa pandemia mentale, per la quale non esiste vaccino, ha origini lontane.
Per comprenderne la cause, dobbiamo partire dalla nostra credenza più comune, ossia quella di essere liberi pensatori. L’idea che pregiudizi e censure appartengano al passato e che le democrazie moderne garantiscano libertà di pensiero è un’illusione diffusa. In realtà, nella società attuale, istruzione di massa e informazione son diventate strumenti totalitari di repressione e controllo delle coscienze. Le scuole sono centri di indottrinamento collettivo, e i media riempiono ogni giorno i cervelli di falsità e pregiudizi. La cultura stessa diviene organo di censura. Ogni cittadino sviluppa un dispositivo di blocco della libertà di pensiero, una sorta di sensore che, in caso di conflitto col pensiero omologato, fa scattare in lui un segnale d’allarme, un senso di indegnità morale e intellettuale che lo induce a rientrare immediatamente nei ranghi. Avendo interiorizzato questo sofisticato Super-io sociale, ha l’illusione di non subire censure esterne.
Questo non era certo possibile in tempi di analfabetismo e arretratezza culturale. Sicuramente un contadino medievale aveva maggior autonomia di giudizio di un laureato medio di oggi. Il mercato di capre, galline e rape cui si recava non faceva di lui un consumista e la ricca aristocrazia non era interessata alle sue opinioni. Tenere il popolo nell’ignoranza pareva una saggia forma di governo, ma in compenso gli si lasciava il suo buon senso e la sua ineducata intelligenza. Oggi sappiamo invece che scuole, libri, giornali, programmi radiofonici e televisivi, sono strumenti di governo assai più efficaci. L’ignoranza lascia vuoti pericolosi e ingovernabili. Molto più sicuro è riempire preventivamente la testa delle persone. Per questo la nostra società alimenta credenze e superstizioni molto più potenti che in passato. Quando il contadino medievale veniva frustato o depredato, non si illudeva di essere un uomo libero. Sapeva bene di esser servo e se per strada s’imbatteva nel nobile padrone rispettosamente si inchinava. Quando il predicatore tuonava dal pulpito, forse l’idea dell’inferno lo spaventava, ma nel suo pratico realismo non avrebbe scambiato la vacca con l’assoluzione dei peccati.
Noi crediamo invece a tutto ciò che i media raccontano, in uno stato di passiva e puerile dipendenza. L’infantilismo di massa è oggi la miglior garanzia per chi governa. Perciò ogni giorno vengono ripetuti, come filastrocche ad usum infantis, logori miti liberali e progressisti, fruste favole umanitarie e scientifiche. Si può far credere alla gente che le guerre siano missioni di pace, gli strozzini dei benefattori, immonde schifezze dei capolavori. In pratica, la nostra società si fonda sulla fiaba, vive di favole e leggende, e il cittadino medio non sa più distinguere tra realtà e fantasia. È proprio questa cultura ingannevole a distruggerci. Perché non si accontenta più di manipolare e falsificare la realtà, ma sopprime la verità dell’uomo alla radice. La menzogna è l’arma con cui la nostra civiltà si suiciderà. Possiamo così meglio comprendere cosa abbia reso possibile questa diabolica invasione, tesa apparentemente al dominio totale del pianeta ma in realtà scatenata da un oscuro impulso di autodistruzione (che è forse necessaria espiazione e purificazione). Le porte erano già state aperte, i ponti abbassati, le armi consegnate al nemico. Complici e collaborazionisti avevano preparato il terreno e la coscienza collettiva era ormai una cittadella indifesa, pronta a crollare.
È bastato raccontare una nuova e più sorprendente fiaba, usando il classico canovaccio della lotta tra il Bene e il Male: un invisibile demone semina morte e distruzione; il buon Re ordina al popolo di chiudersi in casa; le sagge fatine donano alla gente magiche mascherine con cui proteggersi (dire che le vendono sarebbe più esatto); sapienti maghi insegnano come tenersi lontani dal pericolo; su tutto il regno grava un terribile maleficio; la gente non può lavorare, amare, divertirsi; e sarà così finché il salvatore non giungerà, brandendo l’arma incantata che ucciderà il demone (superfluo dire quanto ci costerà questo gesto valoroso). Tradotta in una fiaba sanitaria tanto semplicistica quanto inverosimile, questa storia è volata per il mondo, e le spore degli ultracovid l’hanno usata come un vento per arrivare in ogni luogo. Pochissimi han capito che era una favola. Gli altri hanno sgranato gli occhi come bambini eccitati, spaventati e affascinati insieme.
Ordini contraddittori, multe folli, distanziamenti paranoici, alla fiaba si sono aggiunte enunciazioni e procedure surreali, come in un teatro dell’assurdo. A volte invece è il tono farsesco a prevalere. La figura tragicomica dell’asintomatico, la riduzione della vita a eterna ipocondria, le catene di Sant’Antonio degli ipotetici contagiati, i vessatori isolamenti, le profilassi coatte, son trovate degne di Molière. Più spesso però il racconto degenera in un cupo delirio: fantasmi della peste nera, lazzaretti, liturgie funebri, conferiscono alla fiaba toni da Grand guignol. Certo è disumano e insensatamente crudele, anzi un crimine feroce, proibire di assistere i propri cari morenti e di dar loro cristiana sepoltura. È una tirannia, ma grottesca e senza dignità. Fa amaramente ridere vedere un dittatore che nasconde la sua brutalità dietro paradossi e non-sense. I tiranni del passato erano meno ipocriti, e se ti mettevano la mordacchia o ti muravano vivo non si spacciavano per filantropi. Oggi invece si definisce ‘liberismo’ l’assenza di libertà. E, rispetto al moderno capitalismo, le antiche tirannidi erano certo più effimere e blande. Ma oggi i tiranni si celano dietro rassicuranti maschere. Sembrano pieni di buone intenzioni e di premure affettuose, preoccupati sempre per il nostro bene. Hanno l’aria sollecita di una mamma che ti costringa a prender l’olio di ricino. Come potremmo odiarli? Bruto uccise il padre, ma nessun tirannicida potrebbe pugnalare la mamma.
In ogni caso, il tirannicidio è démodé. E pure la sommossa popolare è oggi anacronistica. Questo per tre ragioni fondamentali. La prima è che se in passato la roncola o il forcone potevano forse competere con la lancia e la spada, oggi la roccaforte del potere è difesa da mercenari dotati di armi ultra-tecnologiche. Farsi massacrare sarebbe un sacrificio nobile ma inutile. La seconda è che non esiste un popolo, solo una massa di particelle umane rette da leggi meccaniche. La terza è che in questa massa scolarizzata e sclerotizzata dai media l’impulso di ribellarsi è stato opportunamente inibito. Inutile aspettarsi sussulti di rivolta in cervelli manovrati dagli slogan della pubblicità e della retorica politica. Assuefatta alla grande fiaba democratica, la gente scambia una condizione di schiavitù per libertà e non vede alcun giogo da cui liberarsi. Ed è ingenuo sperare che dei pennaioli prezzolati possano raccontar loro la verità, o che lo faccia una banda di scienziati ruffiani o di politici portaborse.
Da parte mia, mi rassegnai alla sconfitta il giorno che cessò l’obbligo di portar la maschera. Quella mattina speravo di rivedere per strada volti umani, liberi finalmente dall’umiliazione di quel miserabile e inutile cencio messo sulla bocca. Ma quasi tutti lo portavano ancora. Ne chiesi la ragione ad alcune persone, giovani e anziane. Mi dissero: “meglio esser prudenti”, “per senso di responsabilità”, “per sicurezza”, “l’ho scampata finora, voglio scamparla ancora” e altre simili risposte nelle quali non si troverebbe un atomo di intelligenza o di realismo. Entrai in un grande supermercato. Ero l’unico a volto scoperto tra centinaia di esseri che vagavano nascosti da una maschera, come mandrie marchiate col simbolo del padrone. I loro occhi, affiorando dal bavaglio, mi fissavano con un misto di odio, disprezzo e paura. Gli ultracovid erano ovunque. Avevano preso possesso delle persone, usando i loro corpi come involucri. Capii che la battaglia era persa. “Solo un dio ci può salvare”, pensai.
Oggi, quando incontro qualcuno, non so se è ancora umano o uno di loro. Se parlo con un vecchio conoscente, non noto a tutta prima differenze sensibili. Per capire se il suo cervello ha contratto l’infezione aliena devo alludere al Covid come a un’enorme messinscena, negare che sia una devastante pandemia o un flagello di Dio. Se è un ultracovid si farà aggressivo. “E i morti”, protesterà, “tutti questi morti?” Questa domanda è fondamentale, nel senso che rivela il fondamento onirico della fiaba, il sogno di immortalità che la sostiene. Chi vive in questa fiaba non vede che la gente muore come prima, poco più, poco meno. Un’influenza che manda qualcuno all’altro mondo fa solo il suo onesto lavoro, come un infarto, un incidente o un tumore. Una persona sana lo sa e non passa il suo tempo a far inutili riti apotropaici, fuggendo o nascondendosi. Ma ora, in questa fiaba, sembra che le persone muoiano tutte di Covid. Solo un fantomatico virus sembra frapporsi tra noi e l’immortalità. Perciò bisogna combattere con ogni mezzo questo misterioso spettro. In preda a una psicosi igienista, la gente si illude che basti indossare una maschera, distanziarsi e sanificare l’ambiente per non morire più. Questa soggiacente struttura allucinatoria è il segno indubitabile di possessione da ultracovid.
Inutile cercare di scuoterli, di liberarli da quel parassita cerebrale. Ti guarderanno con aria allarmata, come fossi tu l’alieno. Non serve appellarsi alla logica, ai fatti, ai dati reali. Niente può scalfire il loro monolitico blocco di angosce e certezze. Se ti mostri scettico, se non ti conformi alla fiaba ufficiale, ti accuseranno di cinismo, negazionismo o complottismo. È una sorta di isteria collettiva, come il maccartismo degli anni ’50, la Red Scare – paura rossa – che vedeva in ogni anticonformista un pericoloso comunista. Non dovremo attendere molto per vedere questi invasati diventare zelanti delatori. Ogni buon cittadino dovrà collaborare alla caccia di streghe, dissidenti, sospetti untori. Naturalmente, secondo il delirante paradigma dell’asintomatico, tutti potranno essere segnalati alle autorità come soggetti potenzialmente pericolosi, i malati perché malati e i sani perché sani. Ma soprattutto verrà perseguito chi non mostrerà i sintomi di questa ipnotica invasione, della sottomissione totale. Come nel film di Siegel, alla vista di tali ‘asintomatici’, i posseduti richiameranno con alti gridi i tutori dell’ordine alieno, perché gli psico-resistenti vengano trasformati anch’essi in ultracovid o, in caso di immunità, eliminati. Avvolte e stritolate dalle spire di un gigantesco serpente poliziesco, le poche coscienze ancora vive verranno soffocate.
Le forze del Male sono oggi schiaccianti e non possiamo contrastarle. Vinceranno, per fas et nefas, debellando ogni resistenza. E quando avranno ridotto le nostre vite a sterili deserti, senza un’ombra di bellezza e di verità, e li avranno chiamati pace, salute, sicurezza, vedremo avverarsi quegli scenari da incubo, popolati da un’umanità degradata, che la fantascienza ha anticipato. Che fare? Nulla. La fiaba continuerà, con i suoi orrori e la sua infantile barbarie. Lasciamo che la gente segua il magico pifferaio e vada incontro al suo destino. Ma come salvare noi stessi e ciò che ci è caro? Potremmo forse mimetizzarci, sembrare come loro per passare inosservati. Fingere di consentire a discorsi assurdi e a comportamenti demenziali. Ma la nostra simulazione verrebbe smascherata. Potremmo “passare al bosco”, darci alla macchia e alla clandestinità. Cercare rifugio in un angolo del mondo non invaso, se ancora può esistere. Soprattutto, dobbiamo ricordarci che gli ultracovid si impadroniscono degli umani risucchiandone la mente durante il sonno. Perciò, restiamo svegli.
Infine la libertà rimetterà radici nella terra e rifiorirà, bagnata da sacre sorgenti.
Pubblicato da Tommesh – ComeDonChisciotte.org
FONTE: https://www.ereticamente.net/2020/08/linvasione-degli-ultracovid-livio-cade.html
FontE: https://comedonchisciotte.org/linvasione-degli-ultracovid/
26/09/2020, 13:29
Il virus è in continua mutazione: mascherine, distanziamento e vaccini sono inutili. Il nuovo studio di ricercatori americani pubblicato dal Telegraph
Il più grande studio genetico realizzato negli Stati Uniti sul coronavirus, in fase di revisione da parte della comunità scientifica, ha mostrato che a partire da marzo, quando sono cominciate le analisi, il virus si è dimostrato capace di adattarsi alle protezioni utilizzate dagli umani per affrontare la pandemia, diventando più contagioso. Mettere la mascherina, lavarsi le mani e distanziamento sociale si starebbero diventando sempre più inutili per evitare il contagio.
Come descritto da un articolo del Telegraph, questa evoluzione del coronavirus è presente nel 99,9% secondo i ricercatori USA.
Il documento ha concluso che una mutazione che cambia la struttura della cosidetta “spike protein”, la proteina che si trova sulla superficie del virus, può essere alla base della diffusione di quel particolare ceppo.
I ricercatori hanno messo in sequenza i genomi del coronavirus a Houston Methodist, uno dei più grandi ospedali del Texas, fin dall’inizio di marzo, quando il virus è apparso per la prima volta in città. Ad oggi, hanno documentato 5.085 sequenze.
Nella prima ondata dell’epidemia a Houston, intorno a marzo, circa il 71 per cento dei virus era caratterizzato dalla mutazione, che ha avuto origine in Cina ed è noto come D614G.
Nella seconda ondata, iniziata a maggio e in corso, la mutazione D614G è balzata al 99,9% di prevalenza.
Una minuscola modifica della spike protein della variante dominante fa passare un amminoacido dall’acido aspartico alla glicina. La nuova mutazione sembra superare tutti i suoi concorrenti.
I ricercatori, tra cui alcuni dell’Università di Chicago e dell’Università del Texas di Austin, hanno scoperto che le persone infettate da questo ceppo hanno un “carico” di virus più elevato nelle loro vie respiratorie superiori, il che permette ad un virus di diffondersi in modo più efficace.
Uno degli autori ha offerto che il D614G è stato sempre più dominante a Houston e in altre aree perché è più adatto a diffondersi tra gli esseri umani.
“Ceppi con un sostituto di aminoacidi Gly614 nella spike protein, un polimorfismo che è stato collegato ad una maggiore trasmissione e infettività delle cellule in vitro, è aumentato significativamente nel tempo e ha causato praticamente tutti i casi di Covid-19 nella massiccia seconda ondata di malattia”, secondo gli autori.
Il virus non ha aumentato il suo livello di letalità.
Uno studio simile pubblicato nel Regno Unito ha avuto risultati simili, scoprendo che il D614G stava aumentando di frequenza ad “un tasso allarmante” ed era diventato rapidamente il lignaggio dominante di Covid-19 in Europa e aveva poi preso piede negli Stati Uniti, in Canada e in Australia.
David Morens, virologo del National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID), ha dichiarato al Washington Post che i risultati indicano la possibilità che il virus sia diventato più trasmissibile e che questo “possa avere implicazioni per la nostra capacità di controllarlo”.
Il signor Morens ha ammonito che si tratta di un solo studio che non è stato ancora sottoposto a una valutazione tra pari e che “non si vuole interpretare eccessivamente ciò che questo significa”. Ma il virus, ha detto, potrebbe potenzialmente rispondere – attraverso mutazioni – a interventi come il lavaggio delle mani e l’allontanamento sociale.
“Indossando maschere, lavandoci le mani, tutte queste cose sono barriere alla trasmissibilità, o al contagio, ma man mano che il virus diventa più contagioso è statisticamente più bravo a superare queste barriere”, ha detto il signor Morens, consigliere senior del dottor Anthony Fauci, il direttore della NIAID.
Di regola, maggiore è la diversità genetica di un virus, più il virus è preparato ad evolversi lontano dai trattamenti e dai vaccini futuri.
Vedremo le risposte della comunità scientifica, e se convalideranno i dati, anche quelle del mondo della politica. Vedremo se finalmente potremo liberarci da queste misure che stanno distruggendo il nostro già precario tessuto sociale e la nostra stabilità psicologica. O se, al contrario, vorranno blindarci definitivamente.
Fonte: https://comedonchisciotte.org/il-virus-e-in-continua-mutazione-mascherine-distanziamento-e-vaccini-sono-inutili-il-nuovo-studio-di-ricercatori-americani-pubblicato-dal-telegraph/
26/09/2020, 15:35