13/11/2020, 11:20
TheApologist ha scritto:In effetti ci vuole la "smoking gun", le accuse sparse dei repubblicani buttate lì a caso non cambiano nulla.
Ci vogliono testimonianze, prove vere, video, foto, dati, indagini... È tutto troppo fumoso. E il tempo stringe.
13/11/2020, 13:10
Il piano dei Democratici: una pandemia per battere Donald Trump
Robert Bridge
strategic-culture.org
La domanda cruciale che continua a tormentare gli osservatori politici è: “Come ha fatto a vincere Joe Biden, 77 anni, con una campagna elettorale così striminzita e anemica, in quella che è stata descritta come l’elezione più significativa nella storia degli Stati Uniti?” Facciamoci coraggio e cerchiamo di sbirciare nel cervello di questo genio politico che è stato, non si sa come, in grado di battere il più grande maestro di scacchi 5D dei nostri tempi, Donald J. Trump.
Mentre, prima del 3 novembre, il Repubblicano in carica volava senza sosta da un raduno all’altro, in tutto il paese, Biden aveva preferito starsene rintanato nel suo seminterrato, uscendo ogni tanto per mangiarsi un gelato o per farsi fotografare in qualche aeroporto, dove salutava folle immaginarie su piazzali deserti. A giudicare da un comportamento così scialbo, sembrava quasi che Biden sapesse di non avere nulla di cui preoccuparsi. E forse era veramente così.
Abbiate fede nella pandemia
L’unico fattore di rilievo che ha distinto la stagione elettorale 2020 da quelle del passato è stato, nel gennaio di quest’anno, lo scoppio dell’epidemia di coronavirus. Questo non vuol dire, ovviamente, che Biden sia un genio così malvagio da aver ordinato ad un flagello biblico di visitare l’America proprio al momento giusto. Dopotutto, solo un sociopatico o magari uno sviluppatore di software miliardario senza laurea in medicina potrebbe fantasticare sugli sviluppi di una pandemia. Eppure, rimane dubbio il fatto che alcuni individui, in particolare i loschi consulenti elettorali e i venditori di mascherine chirurgiche, non siano riusciti a vedere il vantaggio a breve termine del Covid-19, al momento del suo sbarco sul continente americano. Per citare il moderno Democratico e machiavellico, Rahm Emanuel, non si deve “mai lasciare che una buona crisi vada sprecata.” Va detto che i Democratici hanno fatto veramente tesoro di questa pandemia.
“Buffo come la CNN abbia improvvisamente smesso di battere la grancassa “COVID-COVID-COVID!”, non è vero? Hanno persino abbassato il numero delle vittime. Non siamo forse ancora nel mezzo di una presunta emergenza sanitaria nazionale, CNN? Non ti interessa più, CNN? Che branco di ipocriti.”
Bloccare tutto
Quando il coronavirus aveva iniziato a dilagare in tutto l’entroterra, i Democratici, così come i Repubblicani, avevano iniziato ad introdurre misure severe, per evitare che anche una sola persona venisse infettata dal virus. Pochi leader politici, dopotutto, volevano essere accusati di “aver ucciso le nonnine.” Ma, mentre gli stati repubblicani, dopo qualche tempo, avevano cominciato ad allentare le restrizioni, dando alla gente un po’ di respiro, quelli democratici avevano raddoppiato i blocchi. Mettendo la camicia di forza alle attività economiche, avevano condannato migliaia di aziende ad una morte lenta e dolorosa, vietando o riducendo severamente qualsiasi attività sociale, inclusi matrimoni, funerali, partecipazioni scolastiche e servizi religiosi. Con un cinismo mozzafiato, tuttavia, erano state fatte eccezioni per le “proteste pacifiche” di Black Lives Matter, che avevano la singolare caratteristica di dare il colpo di grazia finale alle imprese già agonizzanti.
“Dobbiamo sempre valutare i rischi e i benefici degli sforzi per controllare il virus. In questo momento, i rischi per la salute pubblica del non protestare per chiedere la fine del razzismo sistemico superano di gran lunga i danni del virus.”
Ecco come il Wall Street Journal descrive il massacro: “Quasi due terzi delle attività connesse al tempo libero e al settore alberghiero a New York e nel New Jersey e circa la metà in California e Illinois sono scomparse tra febbraio e aprile, rispetto al 43% della Florida, uno degli ultimi stati ad imporre il lockdown e il primo ad abolirlo. Il governatore [repubblicano] della Florida, Ron DeSantis, ha inoltre fornito esenzioni alle imprese a basso rischio, inclusi appaltatori, produttori e alcuni rivenditori. In Florida, solo il 4% dei lavoratori edili ha perso il lavoro, rispetto al 41% di New York, al 27% del New Jersey, al 17% della California e all’11% dell’Illinois.”
Nel frattempo, New York, New Jersey, Pennsylvania e Michigan, le principali roccaforti democratiche, inspiegabilmente ordinavano alle case di riposo di riammettere gli anziani infetti dal COVID-19. Il 25 marzo 2020, lo stato di New York aveva ordinato: “A nessun residente sarà negata la riammissione o l’ammissione [ad un centro per anziani] esclusivamente sulla base di una diagnosi confermata o sospetta di COVID-19.”
Una decisione molto strana, soprattutto perchè non c’era mai stata una carenza di posti letto ospedalieri, anche al culmine dei casi di Covid. La cosa era diventata evidente a marzo, quando Trump aveva inviato a New York City la nave ospedale della marina USNS Comfort, come parte della risposta governativa alla pandemia in corso. Invece di rimandare i malati e gli anziani nelle case di riposo, il governatore di New York, Cuomo, aveva ora la possibilità di permettere a queste persone di guarire a bordo di questa nave, dove non avrebbero corso il rischio di contagiare centinaia di vulnerabili anziani. Invece, ad aprile, Cuomo aveva comunicato a Trump che la nave ospedale non era più necessaria.
Allora, chi si è preso il cazziatone quando i tassi di mortalità da Covid negli Stati Uniti avevano iniziato a salire, sopratutto a causa della mortalità fra la popolazione anziana? Non i governatori Cuomo, Murphy, Whitmer e Wolf, questo è certo.
Decisioni omicide a parte, le misure proposte dagli stati democratici hanno avuto, e continuano ad avere, l’effetto “negativo” di distruggere gran parte della ripresa economica realizzata durante i quattro anni di regno dell’odioso “Uomo Arancione,” ostacolando seriamente le sue possibilità di rielezione.
“So che alcuni sono sconvolti dal fatto che ieri ho cenato al chiuso in un ristorante nel Maryland. Sapevo che il rischio era basso, perché la contea che ho visitato ha avuto meno di 800 casi di COVID-19, rispetto agli oltre 33.000 casi di Philadelphia.
A parte ciò, capisco la frustrazione.”
Nessun errore con il voto postale?
Ma il regalo più grosso che il Covid avrebbe potuto fare al Partito Democratico è stata la scusa per poter votare per corrispondenza, e giusto in tempo per lo scontro Trump-Biden. È qui che la campagna Biden ha ritenuto indispensabile avere i media mainstream e Big Tech saldamente dalla propria parte. Le principali piattaforme di social media, Twitter e Facebook, si sono assunte la responsabilità (che, è importante sottolineare, ai sensi della Sezione 230 del Communications Act, non era stata assolutamente assegnata a loro) di censurare qualsiasi persona, compreso il Presidente degli Stati Uniti, che osasse suggerire che il voto per corrispondenza era pieno di insidie e di trappole. Anche la Casa Bianca aveva fornito numerosi esempi.
È stata solo una coincidenza che l’esatto scenario previsto da Trump, frodi generalizzate collegate alle schede elettorali inviate per posta, alla fine si sia realmente verificato? La notte delle elezioni, Trump stava godendo di un discreto vantaggio negli stati critici di Georgia, Carolina del Nord, Michigan, Pennsylvania e Wisconsin. Poi è successo qualcosa mai capitato prima nella storia delle elezioni americane: quegli stati avevano improvvisamente smesso di contare i voti, dicendo che avrebbero continuato il giorno successivo. E cos’era successo nel frattempo? Niente di buono, sembra. Innanzitutto, ci sono state diverse segnalazioni di voti fatti arrivare ai seggi elettorali nel cuore della notte.
In un caso particolare, Connie Johnson, una osservatrice elettorale di Detroit, Michigan, ha scritto sul suo account personale di Facebook di aver scoperto che oltre 130.000 schede erano arrivate nel seggio elettorale della sua città, dove si effettuavano i conteggi, alle 4 del mattino. Secondo la Johnson, ognuna di quelle schede era a favore di Joe Biden, una evidente impossibilità statistica. Inoltre, agli osservatori repubblicani era stato negato l’accesso alla stanza dei conteggi perché, come era stato detto loro, era stata raggiunta la “capacità massima” consentita all’interno della sala. Ancora una volta, la colpa era del Covid.
Dall’altra parte del paese, a Filadelfia, l’avvocato personale di Trump, Rudy Guliani, ha tenuto una conferenza stampa, nel corso della quale diversi osservatori elettorali hanno rivelato di non aver avuto il permesso di verificare le schede arrivate per corrispondenza. Secondo Giuliani, uno scenario simile si è verificato in tutti gli stati contesi.
Al di là di questi possibili brogli, è ovvio che Joe Biden deve aver avuto il pieno sostegno dei media mainstream e di Big Tech per poter realizzare la più grande rapina elettorale del secolo. Naturalmente c’è riuscito, perchè i media non solo si sono rifiutati di considerare la possibilità che un sistema di voto per corrispondenza a livello nazionale avrebbe potuto far rassomigliare gli Stati Uniti ad una Repubblica delle Banane, ma lo hanno immediatamente acclamato presidente, anche prima di qualunque dichiarazione ufficiale.
Un giorno, in futuro, nell’ipotesi che Biden venga ammesso allo Studio Ovale, sospetto che ascolteremo le stesse fiacche confessioni pubbliche da parte dei soliti scribacchini, mentre si domandano, nell’etere e sulla stampa (proprio come avevano fatto nel disastroso periodo seguito alla guerra in Iraq), come avessero potuto non farsi ulteriori domande, non solo sul discutibile stato mentale di Biden, ma [sopratutto] sull’uso delle schede per corrispondenza nelle elezioni presidenziali statunitensi più importanti di tutti i tempi.
Robert Bridge
Fonte: strategic-culture.org
Link: https://www.strategic-culture.org/news/2020/11/09/how-democrats-weaponized-pandemic-to-beat-donald-trump/
09.11.2020
Fonte: https://comedonchisciotte.org/il-piano-dei-democratici-una-pandemia-per-battere-donald-trump/
13/11/2020, 13:14
E adesso arriva la guerra civile
Pepe Escobar
unz.com
L’enorme psyop è in pieno svolgimento. Chiunque abbia familiarità con il Transition Integrity Project (TIP) sa quali sono le regole inderogabili del gioco. Nel mio articolo Banana follies avevo scelto di rappresentarlo come un tipico esercizio di simulazione da think tank. Questa però non è una simulazione. E nessuno sa esattamente come andrà a finire.
L’intelligence statunitense è assolutamente consapevole di casi ben documentati di frode elettorale. Tra questi: un software dell’NSA in grado di infiltrarsi in qualsiasi rete, come era stato spiegato in precedenza da Edward Snowden, e capace di alterare il conteggio dei voti; il supercomputer Hammer e la sua app Scorecard, che si inserisce nei punti di trasferimento dei sistemi informatici utilizzati nelle elezioni nazionali e opera all’esterno dei sistemi di stoccaggio di terze parti dei dati elettorali; il software Dominion, che dal 2000 è noto avere grosse falle di sicurezza ma che è ancora utilizzato in 30 stati, inclusi tutti gli swing state; gli ormai famosi salti verticali di Biden nel Michigan e nel Wisconsin alle 4 del mattino del 4 novembre (che AFP [un sito di debunkers] ha tentato in modo poco convincente di sfatare per il Wisconsin, senza nemmeno provarci con il Michigan); molteplici testimonianze di schede elettorali intestate a persone defunte.
L’attore chiave è il Deep State, che è poi quello che deciderà il corso degli eventi. Hanno soppesato i pro e i contro di schierare come come “leader del mondo libero” un vecchio con una demenza di tipo 2; un guerrafondaio neoconservatore e possibile estorsore (insieme al figlio); che ha condotto la campagna elettorale da un seminterrato; che, nelle manifestazioni pubbliche, non è stato neanche in grado di riempire un parcheggio e che dovrebbe avere come spalla una tizia che nelle primarie democratiche era stata la prima a rinunciare per il poco sostegno ricevuto.
Questo stato di cose, visto soprattutto dalle estese contrade del Sud del mondo che languono sotto il tallone dall’impero, potrebbe essere un qualcosa di terribile. Le elezioni taroccate sono una prerogativa della Bolivia e della Bielorussia. In ogni caso, solo l’Impero è in grado di legittimare un’elezione fraudolenta, specialmente nel proprio cortile.
Benvenuti nella Nuova Resistenza
I Repubblicani sono in una posizione molto comoda. Hanno in pugno il Senato e potrebbero finire per raccogliere fino a 12 seggi alla Camera. Sanno anche che qualsiasi tentativo di un’amministrazione Biden-Harris di legiferare tramite ordini esecutivi avrebbe … delle conseguenze.
L’orientamento di Fox News/New York Post è particolarmente affascinante. Perché all’improvviso stanno sostenendo Biden? Andando al di là delle beghe familiari, degne della saga Succession, Rupert Murdoch ha chiarito senza mezzi termini che, con il colpo grosso del laptop [di Hunter Biden], ormai conosce a menadito tutti i panni sporchi della famiglia Biden. Perciò faranno come vuole lui. Murdoch non ha più bisogno di Trump.
Né, in teoria, ne ha bisogno il GOP. Ex addetti ai lavori della CIA parlano con cognizione di causa di pesanti intrallazzi in corso dietro le quinte tra pezzi da novanta del GOP e la banda Biden-Harris. Maneggi per fare le scarpe a Trump, che la maggior parte del GOP odia a più non posso. L’uomo più importante a Washington sarà infatti il leader della maggioranza repubblicana al Senato, Mitch McConnell.
Tuttavia, per chiarire eventuali dubbi, un riconteggio dei voti sarebbe assolutamente necessario in tutti i sei stati contestati: Wisconsins, Michigan, Pennsylvania, Georgia, Nevada e Arizona. Bisognerebbe contarli a mano. Uno per uno. Il Dipartimento di Giustizia dovrebbe agire immediatamente. Non succederà. I riconteggi costano fior di quattrini. Non ci sono prove che il Team Trump, per di più a corto di fondi e manodopera, sarà in grado di convincere il pupillo di Papà Bush, William Barr, a fare una cosa del genere.
Mentre, da un lato, demonizzano senza sosta Trump per aver “diffuso un mare di disinformazione” e “cercato di minare la legittimità delle elezioni statunitensi,” i media mainstream e Big Tech hanno già dichiarato un vincitore, un classico caso di pre-programmazione delle masse pecorecce.
Eppure, ciò che conta davvero è la lettera della legge. Sono i legislatori statali che dovranno decidere quali elettori si recheranno al Collegio Elettorale per nominare il presidente.
Eccolo qui, Articolo II, Sezione 1, Comma 2: Ciascuno stato nominerà gli elettori “secondo le modalità della legge vigente.”
Quindi, tutto questo non ha nulla a che fare con i governatori, per non parlare dei media. Spetta agli organi legislativi statali del GOP agire di conseguenza. Il tormentone potrebbe andare avanti per settimane. La prima seduta procedurale del Collegio Elettorale avrà luogo il 14 dicembre. La decisione finale si avrà solo all’inizio di gennaio.
Nel frattempo, le voci su una Nuova Resistenza si stanno diffondendo a macchia d’olio.
Il Trumpismo, con oltre 71 milioni di voti, è saldamente radicato come movimento di massa. Nessuno nel GOP ha il controllo di questo favore popolare. Mettendo da parte il Trumpismo, il GOP potrebbe fare harakiri.
Allora, cosa faranno i Deplorevoli?
Il sempre indispensabile Alastair Crooke colpisce nel segno in un interessante articolo: Trump è il presidente dell’America Rossa. E, a seconda di come si svilupperà la tragicommedia elettorale, i Deplorevoli diventeranno gli Ingovernabili.
Crooke fa riferimento ad un importante parallelo di cui aveva parlato lo storico Mike Vlahos, che mostra come l’attuale saga americana rispecchi l’antica Roma dell’ultimo secolo della Repubblica, con l’élite romana contrapposta ai Populares, oggi rappresentati dall’America Rossa (trumpista):
“Questo era un nuovo mondo, in cui i grandi proprietari terrieri latifondisti, i ‘Grandi Uomini’ che avevano guidato le varie fazioni nelle guerre civili, erano diventati gli arconti e i senatori che avrebbero dominato la vita di Roma nei cinque secoli successivi, mentre il Popolo (i Populares) era stato trasformato in un elemento passivo, non impotente, ma generalmente dipendente e non partecipativo del governo romano: questo aveva indebolito la vita creativa di Roma e, alla fine, aveva portato alla sua caduta.”
Anche se l’apparato democratico lo avrebbe voluto, Trump non è ancora l’Imperatore Cesare Augusto, quello che i Greci chiamavano Autokrator (autocrate), ma che, di fatto, era un monarca. L’Augusto, il Tiberio e soprattutto il Caligola americano è ancora ben lungi dal venire. Sarebbe comunque un imperialista benevolo e umanitario.
Nel frattempo, cosa farà la Grande Capitale imperiale?
L’Occidente e, in particolare, la Roma americana, è sull’orlo di un doppio precipizio: la peggiore depressione economica mai vista unita a numerose, incontrollabili e imminenti esplosioni di rabbia sociale.
Quindi, il Deep State pensa che con Biden (o, prima piuttosto che poi, con la Suprema Shakti e Comandante in Capo, Maa Durga Kamala) sarà più facile arrivare al Grande Reset di Davos. Dopotutto, per rimettere a posto i pezzi degli scacchi, bisogna prima ribaltare la scacchiera. Questo andrà oltre la simulazione di Dark Winter, che non a caso era stata evocata dalla stesso Biden (che di solito legge solo il teleprompter) durante l’ultimo dibattito presidenziale. La sceneggiatura si avvicina minacciosamente allo scenario Lock Step 2010 della Fondazione Rockefelller.
Nel frattempo, il Piano B è mantenuto in modalità pronti, attenti, via: una minaccia mondiale di violenza, concentrata sulla sfera di influenza di una Russia “maligna,” il tutto per soddisfare una NATO “rianimata” e il complesso militare-industriale, che ha selezionato un Presidente attualmente eletto solo dai media, proprio perchè non è altro che una sagoma di cartone.
Pepe Escobar
Fonte: unz.com
Link: https://www.unz.com/pescobar/first-comes-a-rolling-civil-war/
fonte: https://comedonchisciotte.org/e-adesso-arriva-la-guerra-civile/
13/11/2020, 13:35
MaxpoweR ha scritto:Pronti i pop-corn?
13/11/2020, 14:08
13/11/2020, 16:20
13/11/2020, 17:57
Wolframio ha scritto:Nientemeno che il presidente della Commissione elettorale federale Trey Trainor, durante le elezioni presidenziali,
ha dichiarato pubblicamente che "c'è una frode elettorale".
'Dove sono le prove?' proprio qui Sean, 234 pagine di dichiarazioni giurate, queste sono persone reali, accuse reali, firmate con i notai ", ha detto l' addetto stampa della Casa Bianca Kayleigh McEnany.
https://thebl.com/us-news/president-of- ... imate.html
13/11/2020, 19:16
13/11/2020, 22:30
14/11/2020, 00:41
TheApologist ha scritto:Ma, voglio dire, se trattasi di un software, le prove ci devono essere. Non sono un informatico, ma presumo che qualsiasi operazione informatica lasci una traccia. O no?
Altrimenti Trump come farebbe a "dare i numeri"? Vuol dire che ci sono le prove di questi "glitch" stranamente sempre a senso unico.
14/11/2020, 00:57
14/11/2020, 02:16
MaxpoweR ha scritto:beh anche algore aveva vinto ma sappiamo come è andata...
14/11/2020, 13:35


16/11/2020, 13:07
Giornalista americano: i funzionari della contea hanno accettato la mia firma su 8 buste elettorali
Victor Joecks – Las Vegas Review Journal – 12 novembre 2020
Victor Joecks: I funzionari della Contea di Clark hanno accettato la mia firma, su 8 buste elettorali
I funzionari della Contea di Clark hanno accettato la mia firma su otto buste di ritorno delle schede elettorali durante le elezioni generali. È un’ulteriore prova del fatto che la verifica della firma è una misura di sicurezza imperfetta.
Per mesi, i funzionari elettorali hanno detto ai cittadini del Nevada di non preoccuparsi delle schede che si accumulavano nei bidoni della spazzatura degli appartamenti o che venivano inviate a indirizzi sbagliati.
“Le schede elettorali scartate non possono essere prelevate e votate da chiunque”, dice un foglio informativo del segretario di stato. “Tutte le schede elettorali devono essere firmate sulla busta di ritorno”. Tale firma serve ad autenticare l’elettore e a confermare che è stato effettivamente lui e non un’altra persona a restituire la scheda”.
Volevo testare questa affermazione simulando cosa potrebbe succedere se qualcuno restituisse schede che non gli appartengono. Molte persone hanno avuto questa opportunità. Billy Geurin, residente a Las Vegas da 10 anni, ha trovato cinque schede sfuse nella mailroom del suo appartamento. Un lettore mi ha inviato per e-mail la foto di un mucchio di posta sul ciglio della strada, che includeva schede sciolte. Ci sono numerose foto di esempi simili sui social media.
Nove persone hanno partecipato a questo test. Ho scritto i loro nomi in corsivo usando la mia normale calligrafia. Queste persone hanno poi copiato la mia versione del loro nome sulla propria busta elettorale. Il procedimento in due fasi è stato necessario per garantire che non venisse infranta alcuna legge.
Lunedì ho chiesto al cancelliere della contea di Clark, Joe Gloria, di questa situazione. Se le schede firmate da qualcun altro “fossero arrivate, potremmo ancora fare affidamento sulla corrispondenza della firma per verificarne l’identità”, ha detto. Alla domanda se era sicuro che la verifica avrebbe consentito l’identificazione di quelle schede, ha risposto: “Sono sicuro che il procedimento ha sempre funzionato “.
Si sbagliava. Otto delle nove schede sono passate. In altre parole, il processo di verifica della corrispondenza delle firme ha avuto un tasso di insuccesso dell’89%.
Questo potrebbe spiegare come una scheda “firmata” da Rosemarie Hartle, morta nel 2017, abbia superato la verifica della firma, come riportato da 8 News Now. Potrebbe spiegare come a Jill Stokke, residente da tempo a Las Vegas, sia stato detto che la firma sulla sua scheda corrispondeva nonostante non avesse mai ricevuto tale scheda.
I funzionari della contea non stanno lavorando in modo costruttivo per stabilire se soggetti senza scrupoli abbiano abusato di questa vulnerabilità in modo generalizzato. L’ufficio di Gloria non ha “una squadra investigativa”. Ha detto che il suo ufficio scopre voti fraudolenti “quando ci vengono segnalati”. Quindi, se un criminale non ammette di aver commesso una frode elettorale, è improbabile che la Contea di Clark lo scopra. L’ignoranza intenzionale non è una strategia di sicurezza elettorale.
Lasciamo da parte la corsa presidenziale. Meno di 200 voti separano i principali candidati del 5° Distretto del Senato. Nel 2018, il senatore dello stato Keith Pickard ha vinto la sua corsa per 24 voti. Anche piccoli brogli possono cambiare i risultati.
Rif. All’Articolo: Come vengono conteggiate e verificate le schede del Nevada?
Non è chiaro quante frodi elettorali siano avvenute in Nevada. Ma è chiaro che la verifica delle firme non è il controllo di sicurezza a prova di errore che i funzionari incaricati pretendono che sia.
Fonte: https://comedonchisciotte.org/giornalista-americano-i-funzionari-della-contea-hanno-accettato-la-mia-firma-su-8-buste-elettorali/
16/11/2020, 17:02
Astrazeneca, Pfizer, Sanofi, Roche e non solo. Ecco i colossi farmaceutici che hanno finanziato Biden
da Startmag.it
di Giusy Caretto
Da Pfizer a Sanofi, da Johnson & Johnson ad Astrazeneca, fino a Roche, e non solo: per la prima volta i gruppi farmaceutici si sono schierati in modo massiccio a favore di Biden e del Partito democratico. Nomi, numeri e confronti
Il partito dell’asinello ha galoppato (anche) grazie ai soldi di Big Pharma. Da Sanofi a Pfizer, sono numerosi i colossi farmaceutici che hanno elargito importanti somme di denaro a sostegno della campagna elettorale di Joe Biden (il più finanziato) e dei suoi alleati. Meno le aziende che hanno appoggiato Donal Trump ed i repubblicani, come evidenzia Open Secrets.
Tutti i dettagli.
BIDEN VS TRUMP
Partiamo dai numeri generali. A vincere sul fronte dei finanziamenti arrivati dai Big Pharma è Joe Biden: con 6,324 milioni di dollari è il più finanziato dai colossi del settore farmaceutico. Secondo, a distanza arriva Trump con 1,590 milioni di dollari (in salita, comunque, rispetto ai 438 mila dollari arrivati nel 2016).
La differenze, sostanziali, tra i candidati presidenti si riflettono anche tra i partiti che rappresentano: i colossi farmaceutici hanno spinto la campagna del partito Democratico con un totale di 32,6 milioni di dollari. Al partito Repubblicano sono andati 19,8 milioni di dollari. In percentuali: il 62% dei contributi totali (62.768.786) sono andati all’asinello, il 38% all’elefantino.
CHI HA APPOGGIATO L’ASINELLO
Tra chi ha maggiormente puntato su Biden – come ha sottolineato oggi Stefano Graziosi su La Verità – c’è l’americana Pfizer, che nelle scorse ha annunciato l’efficacia del vaccino messo a punto con BionTech: ha dato al partito democratico il 59,2% del contributo messo in campo, pari a 2.253.677 dollari. Ai democratici anche il 99,3% dei 3.328.656 dollari di DE Shaw Research ed il 90,2% dei 2.172.982 dollari di Masimo Corp.
A sostenere il partito dell’asinello anche AbbVie, Abbott e Roche. Merck & Co, che ha legami, secondo quanto scrive La Verità, con il marito di Kamala Harris (è stato rappresentante legale per conto di Dla Piper), ha destinato il 57,8% del milione di dollari messo a disposizione. Johnson & Johnson il 63,5% di 1.281.307 dollari.
Anche AstraZeneca PLC, Sanofi e GlaxoSmithKline hanno supportato Biden.
CHI HA SOSTENUTO TRUMP
Solo tre, tra i Big Pharma, hanno supportato Donald Trump: Amgen, che ha destinato ai repubblicani il 53,8% del suo milione e mezzo; Eli Lilly, con il 53,6% di 1.053.467 dollari; Boston Scientific con il 51,2% di 557.447.
IL TREND
Da notare come l’impegno finanziario dei Big Pharma sia decisamente aumentato rispetto ai contributi dati nel 2018 (44.334.825 dollari) ma diminuito rispetto al 2016, quando sul piatto i colossi farmaceutici avevano messo 64.619.113 dollari (di cui 3 milioni destinati ad appoggiare direttamente la campagna di Hilary Clinton). Dal 2000 in poi le aziende di settore sono sempre più impegnate a livello a politico.
È la prima volta, però, che ai democratici viene destinata una somma superiore a quella dei repubblicani (solo nel 2008 i finanziamenti furono a favore del partito dell’asinello, con un solo miliardo di differenza).
Fonte originale: https://www.startmag.it/mondo/astrazeneca-pfizer-sanofi-roche-e-non-solo-ecco-i-colossi-farmaceutici-che-hanno-finanziato-biden/
Fonte: https://comedonchisciotte.org/astrazeneca-pfizer-sanofi-roche-e-non-solo-ecco-i-colossi-farmaceutici-che-hanno-finanziato-biden/