Una bella carrellata di informazioni utili e notizie come sempre abbastanza deprimenti.
Un team globale di esperti ha trovato 10 enormi pecche nel test per il Covid-19 ed esige il suo immediato ritiro. E così dovrebbe essere
Peter Andrews
rt.com
Una revisione paritaria ha scoperto enormi pecche nella documentazione su cui si basa il test principale per la diagnosi di Covid-19 e ne ha completamente demolito il razionale scientifico. La conclusione è che [questo test] è del tutto inadatto come mezzo diagnostico, e le ricadute sono immense.
La settimana scorsa avevo riferito di una sentenza storica in Portogallo, dove un tribunale aveva condannato un’ente sanitario governativo in base all’accusa di aver illegalmente confinato quattro persone in un hotel, l’estate scorsa. Queste persone erano state obbligate a rimanere in quarantena perchè una di loro era risultata positiva al test della reazione a catena della polimerasi (PCR) per il Covid, ma il tribunale ha giudicato il test fondamentalmente difettoso e praticamente inammissibile.
Adesso, il dominio del test PCR, sotto cui tutti noi ora viviamo, ha ricevuto un altro duro colpo. Una revisione paritaria da parte di un gruppo di 22 esperti internazionali ha rilevato 10 “difetti critici” nel protocollo principale di tale test. Il rapporto smantella sistematicamente lo studio originale, il cosiddetto Corman-Drosten Paper, che illustra il protocollo per l’applicazione della tecnica PCR alla diagnosi di Covid-19.
Il lavoro Corman-Drosten era stato pubblicato il 23 gennaio 2020, il giorno successivo alla sua presentazione, dopo quello che, probabilmente, era stato il processo di revisione paritaria più veloce della storia. La cosa importante è che il suddetto protocollo è attualmente utilizzato in circa il 70% dei kit Covid in tutto il mondo. È economico, veloce e assolutamente inutile.
I 10 peccati capitali
Tra i difetti fatali che invalidano totalmente il protocollo del test PCR troviamo che il test:
* non è specifico, a causa dell’errata progettazione del primer
* è enormemente variabile
* non è in grado di discriminare tra virus interi e frammenti virali
* non ha controlli positivi o negativi
* non ha una procedura operativa standard
* non sembra essere stato adeguatamente sottoposto a revisione paritaria
Oh, cielo. C’è da chiedersi se nello studio ci sia qualcosa di corretto. Ma aspettate, c’è di peggio. Come era stato notato in precedenza, non è mai stata individuata una soglia di positività. Per questo motivo i laboratori amplificano la reazione fino 40 cicli, generando praticamente solo un gran numero di falsi positivi, fino al 97%, secondo alcuni studi.
La ciliegina sulla torta, però, è che tra gli stessi autori dell’articolo originale, almeno quattro hanno gravi conflitti di interesse. Due di loro sono membri del comitato di redazione di Eurosurveillance, la rivista dal nome sinistro che aveva pubblicato il lavoro. E, almeno tre di loro, sono sul libro paga delle principali aziende che producono i test PCR!
Eroi che ci meritiamo
I 22 membri del consorzio che hanno sfidato questa specie di scienza scadente meritano un grande riconoscimento. Il gruppo è composto da scienziati provenienti dall’Europa, dagli Stati Uniti e dal Giappone, si tratta di affermati genetisti molecolari, biochimici, immunologi e microbiologi, tutti con esperienze professionali pluridecennali.
Hanno chiesto a Eurosurveillance di ritirare il lavoro Corman-Drosten, concludendo: “Considerando i difetti scientifici e metodologici qui descritti, siamo fiduciosi che il comitato editoriale di Eurosurveillance non abbia altra scelta se non quella di ritirare la pubblicazione.” Quando si parla di fare pressioni.
È difficile sopravvalutare le implicazioni di questa rivelazione. Ogni singolo aspetto dell’ortodossia covidica si basa sul “numero dei casi,” determinati in gran parte dagli ormai diffusissimi test PCR. Se però i risultati di questi test sono essenzialmente privi di significato, allora tutto ciò che ci viene detto, e che ci viene ordinato di fare da governi sempre più dittatoriali, probabilmente non è corretto. Per esempio, uno degli autori della revisione è il dottor Mike Yeadon, che afferma nel Regno Unito non c’è una “seconda ondata” e che la pandemia era finita già nel mese di giugno. Dopo aver visto invalidare il test PCR in modo così inequivocabile, è difficile pensare che possano esistere prove del contrario.
Crolla il castello di carte
Perché il lavoro Corman-Drosten era stato pubblicato in fretta e furia a gennaio, anche se, evidentemente, non era all’altezza degli standard richiesti? Perché non era entrato in azione nessuno dei meccanismi di controllo e di verifica che dovrebbero impedire alla cattiva scienza di dettare le regole della politica? E perché ci è voluto così tanto tempo prima che qualcuno nella comunità scientifica mettesse in discussione la sua errata metodologia? Queste domande mi inducono ad oscure ruminazioni, che conserverò per un altro giorno.
Ancora più urgente è la questione di che cosa, sulla base di queste nuove rivelazioni, si dovrà ora fare. I responsabili della redazione e della pubblicazione del lavoro dovranno essere ritenuti responsabili. Ma anche tutti i test PCR basati sul protocollo Corman-Drosten dovranno essere sospesi, con effetto immediato. A tutti coloro che attualmente sono “casi di Covid,” diagnosticati sulla base di questo protocollo, dovrebbe essere comunicato che non devono più rimanere in isolamento. Tutti i decessi, i casi e i “tassi di infezione” del Covid, presenti e passati, dovrebbero essere sottoposti ad una massiccia indagine retroattiva. E i lockdown, le chiusure e le altre restrizioni dovrebbero essere urgentemente riesaminate e allentate.
Perché, con quest’ultimo colpo al test PCR, è sempre più probabile che quella che ci tocca sopportare non sia una pandemia dovuta ad un virus killer, ma una pseudoepidemia di falsi positivi. Una finta pandemia in base alla quale stiamo distruggendo le nostre economie, azzerando i mezzi di sussistenza delle persone e causando più morti di quanti mai ne abbia fatti il Covid-19.
Peter Andrews
Fonte: rt.com
Link:
https://www.rt.com/op-ed/508383-fatal-flaws-covid-test/Fonte:
https://comedonchisciotte.org/un-team-globale-di-esperti-ha-trovato-10-enormi-pecche-nel-test-per-il-covid-19-ed-esige-il-suo-immediato-ritiro-e-cosi-dovrebbe-essere/ Ma questo noi lo sappiamo già, ce lo stanno dicendo molti tecnici e scienziati anche in Italia.
Altra cosa di cui spesso si sente mormorare, sempre sottovoce e mai che se ne sia discusso pubblicamente e con cotnraddittorio, come si dovrebbe in un paese democratico e dedito al metodo scientifico e non alla dogmastica accettazione delle ideologie di questa o quella istituzione.
LA MASCHERINA CAUSA IL CANCRO AI POLMONI
Guy Crittenden su Facebook – Ripubblicato da Global Research
Riprendiamo una volta di più la “vexata quaestio” delle mascherine, dopo aver pubblicato Le mascherine non fermano la diffusione di COVID-19, i risultati dello studio peer-reviewed ed altri articoli, anche questa volta lo facciamo con un altro esperto del settore. Inutile dire che questo articolo è già stato oggetto di puntuale “debunking” da vari siti “fact-checker” americani. Per integrare l’articolo, ho aggiunto in fondo un estratto tradotto dal sito della Occupation Safety and Health Administration cui l’autore fa riferimento.
***
Per circa 25 anni sono stato direttore di una premiata rivista di settore, “Hazmat (*) Magazine”, e in un paio di occasioni mi è capitato di imbattermi in informazioni riguardanti l’uso delle mascherine e la sicurezza.
La rivista si occupava di argomenti come il controllo dell’inquinamento in relazione alla salute e alle disposizioni di legge sulla sicurezza. Pubblicavamo regolarmente articoli su mascherine, guanti, respiratori, e altri dispositivi personali di protezione.
Voglio quindi esprimere alcune osservazioni sull’uso delle mascherine che indossiamo. Vi chiedo altresì di notare che ciò che sto per dirvi è stato citato su “The Highwire”, nell’ultima edizione del programma di Del Bigtree, quando due esperti di mascherine facenti capo all’OSHA (Occupation Safety and Health Administration), hanno evidenziato il fatto che il tipo mascherine che indossiamo non è mai (ripeto mai) stato pensato per essere portato per lunghi periodi e che farlo rischia di essere molto dannoso.
La mascherina azzurra riportata nell’immagine contiene Teflon e altre sostanze chimiche.
Come ci ricorda il nostro amico su Facebook:
1. le mascherine sono sterilizzate con Ossido di etilene, una nota sostanza cancerogena. Molti insegnanti in diversi consigli scolastici hanno riferito di aver accusato gravi sintomi come conseguenza degli effetti di tale sostanza.
2. le mascherine contengono PTFE (non nebulizzato) un politetrafluoroetilene che, assieme ad altre sostanze chimiche compone il Teflon.
Ho trovato e ho anche pubblicato il brevetto americano che consente alle case produttrici di usare il politetrafluoroetilene come filtro nelle mascherine facciali in commercio. Respirare queste sostanze per lunghi periodi può causare il cancro ai polmoni.
Se non siete d’accordo con quanto affermato potete parlarne con gli esperti della OSHA, che è la principale agenzia americana preposta alla salute e sicurezza sul lavoro.
Questi dispositivi, pensati per essere indossati solo per brevi periodi, per esempio se state carteggiando un tavolo e non volete respirare la segatura, non servono in alcun modo ad evitare la diffusione del virus. Gli studi più recenti nel campo della virologia hanno ormai accertato che i virus non si trasmettono da persona a persona.
Mi rendo conto che ciò può sembrare assurdo, ma è la dimostrazione del fatto che il virus è nell’aria e noi lo respiriamo; non c’è modo di impedire tale passaggio, a meno di non vivere in una tenda ad ossigeno. Se avete un sistema immunitario forte ve la cavate; in caso contrario potreste avere a che fare con gli effetti del sistema immunitario che lavora per ripristinare l’equilibrio metabolico.
Poniamo quindi il caso che non indossiate una mascherina azzurra commerciale ed utilizziate invece una mascherina personale, una fatta a mano, quel tipo di mascherina di stoffa che la gente indossa sempre e tiene appesa allo specchietto retrovisore della propria auto.
Ebbene, quel dispositivo è totalmente inutile, nonché dannoso. La OSHA non indennizzerà nessuno che la indossi se non per un tempo molto breve. Respirare i propri microbi è pericoloso per la salute e la mancanza di ossigeno di cui soffrono in bambini che indossano tali dispositivi per tutto il giorno causerà loro danni cerebrali. Non sono conclusioni mie. Potreste accusarmi del fatto che non sono un medico: è vero, ma ho curato questa rivista per 25 anni, un periodo molto lungo, partecipando a svariati convegni e ascoltando esperti in materia.
Si potrebbe obiettare che medici e infermieri indossano tali mascherine tutto il giorno. No, non è così. Sono stati addestrati ad indossarle in maniera appropriata, cioè in sala operatoria e disfarsene quando ne escono.
Sapevate che le sale operatorie contengono una quantità maggiore ossigeno proprio per compensare la riduzione di flusso di ossigeno che si verifica quando si indossa la mascherina?
Per quel che mi riguarda è da criminali (e non sto esagerando) obbligare i bambini ad indossare le mascherine tutto il giorno. Tralasciando le possibili conseguenze psicologiche, avremo una generazione di bambini danneggiati a livello celebrale. Avete mai sentito l’espressione: “Non ha ricevuto abbastanza ossigeno alla nascita”? Questa è una battuta cattiva a proposito di persone con problemi mentali, ma questo è ciò che noi stiamo effettivamente facendo, e ci dicono che è “per la nostra sicurezza”. Ci viene detto da medici che non sanno nulla dei dispositivi di protezione personale e da persone comuni che non sanno di cosa parlano.
A questo punto siete liberi di credere o meno a quello che dico ma, per un quarto di secolo, sono stato il direttore di una rivista di settore specificamente impegnata in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Penso quindi di poter affermare che le mascherine attualmente indossate non garantiscono in alcun modo la sicurezza né proteggono se stessi o gli altri da qualsiasi virus. Inoltre, danneggiano chi le indossa anche solo per pochi minuti. Vi è chiaro? Ebbene, adesso vi chiedo la cortesia di condividere questo messaggio e di parlarne con i genitori. Devono immediatamente smettere di far indossare la mascherina ai propri figli. È una questione molto seria.
In aggiunta a ciò, lasciatemi anche dire che ciò non finirà con la fine del lockdown o quando tali dispositivi di protezione non saranno più obbligatori. Questa storia finirà quando tutti gli uomini al potere o i burocrati che hanno imposto questo “mascheramento”, questo crimine contro l’umanità, alla popolazione del Canada (e degli altri stati coinvolti), finiranno sul banco degli imputati e dovranno rendere conto dei loro misfatti davanti alla legge.
E per coloro che hanno imposto una mascherina ai bambini, mi ricorderò di voi, ho la memoria lunga, molto lunga.
NOTE FINALI: Il CDC (Centers for Disease Control) and la WHO (World Health Organization) hanno riconosciuto che i cosiddetti “asintomatici” non diffondono il virus, e di conseguenza indossare le mascherine per loro è irrilevante,
(*) HazMat = Hazardous Materials (per quei pochi che non lo sapessero)
https://www.globalresearch.ca/mask-givi ... er/5728541Scelto e tradotto da Antonella Chiara per ComeDonChisciotte
Dal sito della OHSA
Rivestimenti facciali in tessuto:
Possono essere indumenti prodotti commercialmente o improvvisati (cioè fatti in casa), sciarpe, bandane, o articoli fatti con magliette o altri tessuti.
…
Non proteggono chi li indossa da agenti infettivi trasmissibili per via aerea a causa di una scarsa aderenza e della mancanza di tenuta o di una filtrazione inadeguata.
Non sono sostituti adeguati dei DPI come i respiratori (ad esempio, i respiratori N95) o le maschere facciali mediche (ad esempio, le maschere chirurgiche) nei luoghi di lavoro in cui si raccomanda o si richiede l’uso di respiratori o maschere facciali per proteggere chi li indossa.
Possono essere utilizzati da quasi tutti i lavoratori, anche se coloro che hanno difficoltà a respirare o che non sono in grado di indossare o togliere una maschera senza assistenza non dovrebbero indossarne una.
Possono essere monouso o riutilizzabili dopo un adeguato lavaggio.
Maschere chirurgiche:
Sono di norma autorizzate dalla Food and Drug Administration degli Stati Uniti come dispositivi medici (anche se non tutti i dispositivi che sembrano maschere chirurgiche sono in realtà dispositivi di tipo medico, autorizzati).
Sono utilizzate per proteggere i lavoratori da spruzzi e spruzzi (cioè goccioline) contenenti materiali potenzialmente infettivi. In questa veste, le maschere chirurgiche sono considerate DPI. Ai sensi della norma OSHA sui DPI (29 CFR 1910.132), i datori di lavoro devono fornire gratuitamente ai lavoratori tutti i DPI necessari.1
Possono essere indossati anche per contenere le gocce respiratorie di chi li indossa (ad esempio, gli operatori sanitari, come i chirurghi, li indossano per evitare di contaminare i siti chirurgici, e i dentisti e gli igienisti dentali li indossano per proteggere i pazienti).
Dovrebbero essere indossati sui soggetti malati per prevenire la trasmissione di infezioni respiratorie che si diffondono con grosse goccioline.
Non proteggono chi li indossa da agenti infettivi trasmissibili per via aerea a causa di una scarsa aderenza e della mancanza di tenuta o di un filtraggio inadeguato.
Può essere utilizzato da quasi tutti.
Deve essere smaltito correttamente dopo l’uso.
Fonte:
https://comedonchisciotte.org/la-mascherina-causa-il-cancro-ai-polmoni/