02/03/2017, 12:51
02/03/2017, 14:46
02/03/2017, 14:54
02/03/2017, 14:59
02/03/2017, 19:32
03/03/2017, 11:10
andreacorazza ha scritto:L'errore piu' comune degli scienziati della Nasa e di chi cerca la vita fuori della Terra e' cercarla in pianeti in base alla presenza o meno di acqua. Se c'e' acqua, allora c'e' possibilità di vita? E se esistessero organismi che vivono nell'ammoniaca?
Non abbiamo idea di quello che c'e' fuori, o perlomeno, non abbiamo completamente capito che se in certi ambienti terrestri ai limiti dell'impossibile (pozzi petroliferi, ghiaccio perenne ecc) esiste vita, immaginiamoci cosa puo' esserci nello spazio.
Allora, secondo i geni della Nasa: abbiamo trovato prove di presenza di acqua sul pianeta TR-67 M, per cui c'e' possibilita' di vita, mentre sul pianeta 54-HG non c'e' vita perche' c'e' un'atmosfera di acido cloridrico.
Bah...
03/03/2017, 12:24
Vegeta_82 ha scritto:andreacorazza ha scritto:L'errore piu' comune degli scienziati della Nasa e di chi cerca la vita fuori della Terra e' cercarla in pianeti in base alla presenza o meno di acqua. Se c'e' acqua, allora c'e' possibilità di vita? E se esistessero organismi che vivono nell'ammoniaca?
Non abbiamo idea di quello che c'e' fuori, o perlomeno, non abbiamo completamente capito che se in certi ambienti terrestri ai limiti dell'impossibile (pozzi petroliferi, ghiaccio perenne ecc) esiste vita, immaginiamoci cosa puo' esserci nello spazio.
Allora, secondo i geni della Nasa: abbiamo trovato prove di presenza di acqua sul pianeta TR-67 M, per cui c'e' possibilita' di vita, mentre sul pianeta 54-HG non c'e' vita perche' c'e' un'atmosfera di acido cloridrico.
Bah...
diciamo che la ricerca è rivolta verso pianeti con acqua perchè in uno con acqua si è sviluppata la vita... quindi investire una miriade di soldi in altri lidi non ha senso... che poi non è detto che in quelli con acqua ci sia la vita come qui (o anche in forma organica primitiva) però essendoci un precedente...
03/03/2017, 15:28
andreacorazza ha scritto:Vegeta_82 ha scritto:andreacorazza ha scritto:L'errore piu' comune degli scienziati della Nasa e di chi cerca la vita fuori della Terra e' cercarla in pianeti in base alla presenza o meno di acqua. Se c'e' acqua, allora c'e' possibilità di vita? E se esistessero organismi che vivono nell'ammoniaca?
Non abbiamo idea di quello che c'e' fuori, o perlomeno, non abbiamo completamente capito che se in certi ambienti terrestri ai limiti dell'impossibile (pozzi petroliferi, ghiaccio perenne ecc) esiste vita, immaginiamoci cosa puo' esserci nello spazio.
Allora, secondo i geni della Nasa: abbiamo trovato prove di presenza di acqua sul pianeta TR-67 M, per cui c'e' possibilita' di vita, mentre sul pianeta 54-HG non c'e' vita perche' c'e' un'atmosfera di acido cloridrico.
Bah...
diciamo che la ricerca è rivolta verso pianeti con acqua perchè in uno con acqua si è sviluppata la vita... quindi investire una miriade di soldi in altri lidi non ha senso... che poi non è detto che in quelli con acqua ci sia la vita come qui (o anche in forma organica primitiva) però essendoci un precedente...
MA nessuno può escludere a priori che senza acqua non ci sia vita. Noi siamo fatti di acqua al 70%, ma i Grigi di ZR, ad esempio, sai che ci fanno dell'acqua? Manco la doccia.
09/05/2017, 22:14
La vita sulla terraferma potrebbe essersi sviluppata prima del previsto
Quando si è sviluppata per la prima volta la vita sulla terraferma? Probabilmente almeno mezzo milione di anni prima del previsto: non 2.9 miliardi di anni fa, bensì 3.48 miliardi di anni or sono
Quando si è sviluppata per la prima volta la vita sulla terraferma? Probabilmente almeno mezzo milione di anni prima del previsto: non 2.9 miliardi di anni fa, bensì 3.48 miliardi di anni or sono. Lo rivela la scoperta, spiegata dalla rivista Nature Communications, di microrganismi fossili vissuti nei pressi di una sorgente geotermale in Australia. Secondo lo studio i microrganismi sono stati trovati nei sedimenti e “rappresentano la più antica forma di vita sulla terraferma finora nota e potrebbero perfino mettere in crisi l’ipotesi finora più accreditata sull’origine della vita, ossia che i primi esseri viventi siano nati negli oceani.”
Artefici della scoperta il gruppo del Centro australiano di Astrobiologia dell’Università del Nuovo Galles del Sud. Tali microrganismi fossili si trovano in strutture, chiamate stromatoliti, intrappolate nelle rocce rossastre della formazione Dresser, un antico sistema di sorgenti idrotermali che si trova nell’Australia occidentale, in un’area vulcanica nella regione di Pibara. La scoperta “potrebbe suggerire che la vita abbia avuto origine nei pressi delle sorgenti idrotermali sulla terraferma, piuttosto che essersi sviluppata negli oceani e adattata in seguito alla terraferma”. Secondo i ricercatori la scoperta “potrebbe avere anche delle conseguenze per la ricerca di forme di vita su Marte” in quanto sul pianeta rosso si trovano rocce molto simili a quelli scoperti in Australia. Per esempio “uno dei possibili siti per l’atterraggio del rover della missione americana Mars 2020, Columbia Hills, potrebbe avere ospitato in passato delle sorgenti geotermali.”
10/05/2017, 14:14
28/09/2017, 21:55
La vita sulla Terra? E’ più antica del previsto
La vita sulla Terra è più antica di quanto ritenuto finora ed è nata poco più di mezzo miliardo di anni dalla nascita del nostro pianeta
Uno studio pubblicato su Nature e coordinato dall’Università di Tokyo ha analizzato i primi resti di grafite e carbonati prodotti da organismi biologici vissuti 3,9 miliardi d’anni fa, scoprendo che la vita sulla Terra è più antica di quanto ritenuto finora ed è nata poco più di mezzo miliardo di anni dalla nascita del nostro pianeta.
Quel che è noto è che il nostro pianeta ha 4,5 miliardi di anni, ma non sappiamo con certezza quando è iniziata la vita, principalmente per la scarsità di prove.
I ricercatori hanno analizzato rocce che risalgono a circa 3,95 miliardi di anni rinvenute nel Labrador settentrionale, in Canada, e hanno scoperto tracce di grafite di origine biologica: si tratta di un materiale comune in natura, particolarmente ricco di carbonio 12, caratteristica ritenuta tipica dei materiali organici, quelli che derivano cioè da processi biologici. La presenza di questo elemento indica che quel composto organico è stato prodotto per via biologica. Nonostante primitivi, degli organismi producevano quindi energia attraverso la fotosintesi ma in mancanza di ossigeno.
11/06/2021, 12:40
Un minuscolo animaletto torna a vivere dopo 24.000 anni di congelamento nel permafrost siberiano
reccom.org
di Massimo Zito
Quando gli scienziati lo hanno scongelato, il rotifero non si è solo ripreso, si è riprodotto, suggerendo che esiste un meccanismo in base al quale gli animali multicellulari possono evitare il danno cellulare durante il processo di congelamento.
Per decine di migliaia di anni, una creatura microscopica è rimasta congelata e immobile sottoterra nel permafrost siberiano.
Tuttavia, quando gli scienziati lo hanno scongelato, il minuscolo animale multicellulare non si è solo ripreso, si è riprodotto, suggerendo che esiste un meccanismo in base al quale gli animali multicellulari possono evitare il danno cellulare durante il processo di congelamento e svegliarsi pronti a riprodursi.
“Il nostro rapporto è la prova ad oggi più evidente che gli animali multicellulari potrebbero resistere decine di migliaia di anni in criptobiosi, uno stato di metabolismo quasi completamente arrestato“, ha detto il biologo Stas Malavin del Laboratorio di criologia del suolo presso l’Istituto di problemi fisici e biologici di Scienza del suolo in Russia.
I discendenti di questa creatura oggi esistono ancora: si tratta di un invertebrato microscopico chiamato rotifero. Queste minuscole bestie acquatiche vivono negli specchi d’acqua di tutto il mondo e la loro capacità di sopravvivere a condizioni come il congelamento e la disidratazione è affascinante.
Precedenti studi ed esperimenti hanno dimostrato che possono sopravvivere per anni in uno stato di criptobiosi, in cui il corpo rallenta drasticamente tutte le funzioni biologiche – una vera e propria animazione sospesa. Dagli ultimi studi, si sapeva che questi animaletti possono sopravvivere almeno un decennio nello stato di congelamento.
L’antico permafrost artico si è rivelato un tesoro inaspettatamente ricco di antichi organismi sopravvissuti ai millenni. Questi comprendono microbi come virus, piante e muschi. Un recupero eccezionale è stato un nematode multicellulare più vecchio di 30.000 anni che è tornato alla vita.
Il ritrovamento del rotifero, una specie d’acqua dolce del genere Adineta, suggerisce che il recupero del nematode non sia stato solo un colpo di fortuna. Il campione di permafrost è stato raccolto da 3,5 metri sotto terra presso il fiume Alazeya nella Siberia settentrionale. Conteneva terriccio ricco di ghiaccio del tardo Pleistocene; la datazione al radiocarbonio ha confermato che il campione aveva circa 24.000 anni.
I ricercatori hanno mantenuto le colture di questo campione, che conteneva una serie di organismi, tra cui un certo numero di rotiferi viventi. Mentre erano in laboratorio, queste minuscole creature si sono riprodotte per partenogenesi; cioè clonazione asessuata, l’unico modo in cui i rotiferi possono riprodursi.
La loro presenza nel campione congelato – non avvenuta per contaminazione – è stata confermata dalla ricerca di materiale genetico nel permafrost e dal confronto degli antichi rotiferi con le specie moderne.
Quindi, il team di ricerca ha selezionato casualmente 144 individui del ceppo che si era ripreso e li ha congelati di nuovo a una temperatura di -15 gradi Celsius per un periodo di una settimana.
I sopravvissuti sono stati paragonati a membri congelati e rianimati di rotiferi d’acqua dolce contemporanei. L’aspetto interessante è che gli antichi rotiferi non sembrano essere significativamente più resistenti al congelamento dei rotiferi moderni.
L’analisi del team suggerisce che, se il processo di congelamento è relativamente lento, le cellule dei rotiferi possono sopravvivere alla formazione di cristalli di ghiaccio con danni minimi, consentendo loro di sopravvivere, anche se non è ancora noto come possano sopravvivere per decine di migliaia di anni.
Il team spera di condurre ulteriori ricerche sul processo nella speranza di identificare il meccanismo. Questo potrebbe quindi – con un forse molto grande – aiutare a identificare un modo per proteggere le cellule di organismi più complessi, hanno detto i ricercatori.
“Il punto è che un organismo multicellulare può essere congelato e conservato come tale per migliaia di anni e poi tornare in vita – un sogno di molti scrittori di fantascienza“, ha detto Malavin.
“Naturalmente, più l’organismo è complesso, più è difficile conservarlo vivo congelato e, per i mammiferi, non è attualmente possibile. Tuttavia, passare da un organismo unicellulare a un organismo con un intestino e un cervello, sebbene microscopici, è un grande passo avanti“.
La ricerca è stata pubblicata su Current Biology.
Fonte: https://www.reccom.org/rotifero-24-000-anni-congelamento/
Fonte: https://comedonchisciotte.org/un-minuscolo-animaletto-torna-a-vivere-dopo-24-000-anni-di-congelamento-nel-permafrost-siberiano/
13/06/2021, 21:43
13/06/2021, 22:17
15/06/2021, 16:16
andreacorazza ha scritto:L'errore piu' comune degli scienziati della Nasa e di chi cerca la vita fuori della Terra e' cercarla in pianeti in base alla presenza o meno di acqua. Se c'e' acqua, allora c'e' possibilità di vita? E se esistessero organismi che vivono nell'ammoniaca?
Non abbiamo idea di quello che c'e' fuori, o perlomeno, non abbiamo completamente capito che se in certi ambienti terrestri ai limiti dell'impossibile (pozzi petroliferi, ghiaccio perenne ecc) esiste vita, immaginiamoci cosa puo' esserci nello spazio.
Allora, secondo i geni della Nasa: abbiamo trovato prove di presenza di acqua sul pianeta TR-67 M, per cui c'e' possibilita' di vita, mentre sul pianeta 54-HG non c'e' vita perche' c'e' un'atmosfera di acido cloridrico.
Bah...