Ucraina: il battaglione Azov e i neonazisti che tengono in scacco ZelenskyDai simboli delle SS nelle chiese alle scenette antisemite nelle scuole, dai massacri di civili alle fosse comuni, dalle minacce di morte agli ebrei alle celebrazioni dei collaborazionisti di Hitler... Inchiesta sulle formazioni di estrema destra che, pur avendo consensi minimi, bloccano il dialogo dei moderati. E ostacolano le trattative con i russi.Non è successo neanche nella Germania di *Adolf Hitler*. Succede, suo malgrado, nell'Ucraina di *Volodymyr Zelensky*. Nella Cattedrale della
Santa trasfigurazione di Kremenets, nella Diocesi di Ternopili, sono raffigurati vari simboli nazisti. In questa ex chiesa gesuita del Settecento, poi ceduta alla Chiesa ortodossa, le decorazioni che richiamano il Terzo Reich compaiono all'interno di nuovi affreschi,
inaugurati nel 2018.
In primo piano su un arco, si vede il Wolfsangel, il simbolo runico usato dalle SS che ora è l'emblema del famigerato battaglione Azov,
accusato dall'Osce dell'uccisione di massa di prigionieri, di occultamento di cadaveri nelle fosse comuni e dell'uso sistematico di
tortura. Nello stemma di Azov, il cui comandante *Denis Prokopenko ***è appena stato insignito dal presidente *Volodymyr Zelensky *del titolo di
«eroe dell'Ucraina», il Wolfsangel è incluso in un sole nero. Anch'esso
emblema nazista, il Sole nero è composto da 12 rune radiali e ricorda da vicino i simboli usati dalle SS nei loro stemmi. **
Sotto il Wolfsangel, compare un altro emblema politico: due Kalashnikov con al centro una spada. È il simbolo di Praviy Sektor, l'altro
movimento neonazista che influenza pesantemente il panorama politico ucraino. Non bastasse, nella chiesa di Kremenets compare anche il fascio
littorio. Lo si vede nelle decorazioni che affiancano l'affresco con San Giorgio che, invece di uccidere il drago, infilza un'aquila bicefala,
chiaro riferimento alla Federazione russa.
Nella parte sinistra, l'affresco raffigura i manifestanti di piazza Maidan, con un interessante dettaglio: le bandiere rosso-nere, simbolo
di Pravyi Sektor. Ma non solo: la bandiera rosso-nera è stata, a partire dai primi anni Quaranta, la bandiera dell’Upa, l’ala paramilitare
dell’Oun, l'Organizzazione dei nazionalisti ucraini nata nel 1929 che si rifaceva al fascismo italiano. Dopo il patto *Molotov-von Ribbentrop*,
il movimento si scisse in due. L'ala rivoluzionaria, Oun-B, era guidata da un controverso personaggio il cui fantasma è ancor oggi al centro
della vita politica ucraina:*Stepan Bander*a.
Il 30 giugno 1941, all'arrivo delle truppe naziste, *Bandera* dichiarò uno Stato indipendente ucraino. Il suo Oun-B partecipò alla nascita del
battaglione Nachtigall, composto da volontari ucraini sotto il comando nazista, che si macchiò di atroci crimini contro le minoranze.
Emblematica la storia di Vinnitsa: alla fine del 1941, in questa città dell'Ucraina centrale il reparto delle SS Einsatzgruppe D e i loro
collaborazionisti ucraini trucidarono circa 30.000 ebrei e li gettarono nelle fosse comuni. L'ultimo rimasto in vita venne immortalato, prima di
essere giustiziato, in una fotografia tristemente nota come «L’ultimo ebreo di Vinnitsa». «Per non parlare della defenestrazione di Leopoli»
interviene *Sandro Teti*, editore specializzato nello spazio post-sovietico la cui nonna materna era un'ebrea originaria della
Bucovina. «Gli ebrei di Leopoli, a centinaia, vennero presi, buttati dalle finestre dai vicini ucraini, e finiti a colpi di bastone. Quando
arrivarono i nazisti, trovarono il lavoro già fatto...».
Eppure, il 22 gennaio 2010 il presidente uscente*Viktor Yushchenko* ha concesso a*Bandera *il titolo postumo di «eroe dell'Ucraina». «La
riabilitazione ufficiale di*Bandera *è inaudita» commenta Teti. «Purtroppo questo figuro è ora presente su tutti i libri di scuola, a
cominciare da quelli delle elementari. Ancor peggiore è la riabilitazione di una delle più sanguinose divisioni delle Ss, che è la
divisione Galizia, costituita interamente da ucraini e impiegata nei campi di sterminio nazisti».
Tornando alla chiesa di Ternopili, la parte destra dell'affresco raffigura la distruzione dell'aeroporto di Donetsk, avvenuta fra il
settembre 2014 e il gennaio 2015. Tanto per cominciare, sulla torre dell'aeroporto si vede la bandiera rosso-nera di Pravyi Sektor.
«L'aeroporto di Donetsk era un fiore all'occhiello della città, costruito per i campionati europei di calcio del 2012» racconta
l'avvocato *Marco Bordoni*, redattore del sito /Lettera da Mosca/, diretto da *Fulvio Scaglione*, ex vice-direttore di /Famiglia
Cristiana/. «Alla fine del 2014, il fronte della guerra fra governativi ucraini e separatisti russofoni si era stabilizzato proprio lì: i
governativi controllavano l'aeroporto e i separatisti la città. Quando, dopo una serie di battaglie, i ribelli riuscirono a riconquistare
l'aeroporto, era totalmente distrutto». L'affresco celebra i partecipanti all'operazione militare punitiva dei governativi e
raffigura un pope con indosso una mimetica e un soldato armato con un Kalashnikov. In alto, uno stendardo azzurro che recita: «Dio è con noi,
l'Ucraina in noi».
Rune delle Ss, fasci littori, soli neri... Non male per un luogo sacro che dovrebbe celebrare l'amore di Dio. Ma non è un caso isolato: in
questi anni immagini simili sono comparse in diverse chiese ucraine, per lo più legate al Patriarcato di *Filarete*. Questo primate ortodosso di
93 anni, in passato accusato di essere un informatore del Kgb, è l'anima oltranzista degli ortodossi ucraini. Dopo non essere riuscito a
diventare Patriarca della Chiesa ortodossa di Mosca nel 1990, nel 1995 *Filarete* fece uno scisma, che coinvolse una minoranza dei fedeli del
Paese, autoproclamandosi capo del Patriarcato della Chiesa ortodossa di Kiev.
Scomunicato nel 1997, non fu stato riconosciuto da nessun altro Patriarcato all'estero. «A partire dal 2014, *Filarete* ha scoperto il
nazionalismo. E ha benedetto con ogni mezzo la crociata del governo di Kiev contro i russofoni del Donbass» spiega *Bordoni*. «Ma la sua Chiesa
restava numericamente minoritaria ed emarginata nella famiglia ortodossa».
Nel 2018, il presidente*Petro Poroshenko* unì la chiesa di *Filarete *a un'altra chiesa scismatica, la Chiesa ortodossa autocefala ucraina,
creando una nuova chiesa nazionale, la Chiesa ortodossa di Ucraina, con status autonomo e riconosciuta da Costantinopoli. A capo della nuova
chiesa venne messo il metropolita *Epifanio*, un figlio spirituale di Filarete. All'anziano primate venne concesso solo il titolo di Patriarca
emerito, cosa che lo indispettì, facendolo allontanare per una seconda volta dalla Chiesa ufficiale.
Dunque attualmente in Ucraina ci sono due Chiese ortodosse: la Chiesa ortodossa di Ucraina di *Epifanio*, e la Chiesa ortodossa ucraina di
*Onofrio*. Quest'ultima è formalmente legata al Patriarcato di Mosca, ma è su posizioni diverse rispetto al patriarca *Kirill*: sostiene
l'integrità territoriale dell'Ucraina, aiuta i rifugiati e organizza preghiere per la preservazione dell'Ucraina come Stato sovrano. E poi
c'è *Filarete*, di nuovo per conto suo, il più radicale di tutti. Non a caso, la chiesa di Kremenets, quella che trabocca di simboli nazisti, è
legata a *Filarete*.
Ma non è un caso isolato. «Negli anni passati abbiamo avuto notizia di almeno altre due chiese vicino agli ambienti nazionalisti ucraini, con
un'iconografia che riflette il sostegno della Chiesa all'estrema destra» spiega *Marco Bordoni*. «Nella Cattedrale di San Michele delle cupole
dorate di Kiev, il 31 luglio 2017 è stata consacrata un'icona della “patrona dei soldati ucraini”, che raffigura la Madonna in abiti
rosso-neri, i colori di Praviy Sektor, che protegge dall'alto di una nuvola militari ucraini, manifestanti di Maidan e membri dell'Upa,
l'esercito collaborazionista di Bandera, oltre a un gruppetto di cosacchi».
Come mai i cosacchi? «Gli storici che collaborano al processo di costruzione di un'identità nazionale leggono il fenomeno cosacco come un
progenitore dell'odierna Ucraina» spiega *Bordoni*. E l'imbarazzante record antisemita dei cosacchi, dalla rivolta di Khmelnitsky nel
Seicento al collaborazionismo con i nazisti, non li inquieta? «La loro priorità è dare dignità storica alla causa nazionale ucraina. In
quest'ottica, il fenomeno cosacco è un punto di riferimento irresistibile, visto che il primo nucleo cosacco si era formato nel
basso corso del Dniepr, vicino all'attuale Zaporodzhe. Pertanto si perdona loro tutto, anche l'antisemitismo. Quello che conta è avere una
base sulla quale fondare la nuova narrazione storica».
E poi c'è la chiesa uniate. «Sulle navate della Chiesa della madre di Dio dell'aiuto instancabile di Leopoli, una chiesa uniate, compaiono
altri affreschi controversi» denuncia *Bordoni*. «Realizzati nel 2015, raffigurano i “punitori”, cioè i soldati che partecipavano alle
operazioni militari contro i filo-russi nel Donbass, rappresentati con posture e modalità di solito riservate ai santi». Come spiega un
servizio di /Radio Free Europe/, sul lato destro della chiesa, quello riservato ai personaggi positivi, ci sono i militari ucraini, mentre sul
lato sinistro compaiono *Vladimir Putin*, il patriarca di Mosca *Kirill*, un soldato dei corpi speciali russi e un altro soldato, sempre
russo, con la bottiglia di vodka in mano. Tutti in attesa del Giudizio
divino.
Già, la Chiesa uniate... Anche i luoghi di culto di rito greco cattolico sono intrisi di nazionalismo e anche di antisemitismo. Per rendersene
conto, basta scorrere i tweet di *Eduard Dolinsky*, il Direttore generale del Comitato ebraico ucraino, più volte minacciato di morte per
le sue denunce. Il 7 febbraio, Dolinsky ha twittato un video raccapricciante. Si tratta di una scenetta che raffigura un presepe.
All'interno di una chiesa luccicante di ori, si vedono dei giovani con indosso costumi colorati. In mezzo, due ebrei, uno dei quali ha in mano
una ventiquattrore che si presuppone piena di soldi. «In una chiesa greca cattolica di Starychy, Ucraina» spiega nel tweet *Dolinsky*.
«”Togliti di mezzo, ebreo con i cernecchi. Fare affari con te significa non rispettare noi stessi – dice il partecipante della scena sul presepe
con i pantaloni rossi».
Una scena che sembra uscita dagli anni Trenta, degna del peggior armamentario antisemita del Terzo Reich. E non è un caso isolato.
Scorrendo i tweet di *Dolinsky*, si scopre che le scenette contro gli ebrei vanno molto di moda nell'Ucraina del 2022. Tre giorni prima, il 4
febbraio, un'altra «rappresentazione» ributtante, questa volta in una scuola. Gli attori sono tutti ragazzini: sullo sfondo i cristiani, al
centro gli ebrei. «Classe settima di una scuola di Leopoli mostra ebrei- Moshko e Sarah», spiega *Dolinsky*. «Sarah presenta Moshko: “questo è
Moshko, prende un po', imbrogliando, derubando, sempre con denaro. Grivnie, euro, centesimi – ve li presterà con una percentuale. E se non
glieli restituite – prenderà tutta la vostra roba, chiedetegli consiglio e sarete imbrogliati».
I tweet del Direttore generale del Comitato ebraico ucraino fanno accapponare la pelle. L'8 febbraio annuncia le letture su *Bandera *al
Museo Maydan a Kiev, le cui «principali idee» annota *Dolinsky*, «erano la pulizia etnica dei polacchi e l'assassinio degli ebrei». Il 4
febbraio pubblica la foto della mostra a Ivano-Frankov dell'«artista» ucraino Roman Bonchuk con il suo quadro «Ebreo con maiale». Il primo
febbraio posta un video girato lo scorso dicembre in cui un uomo non identificato distrugge a colpi di mazza un memoriale all'Olocausto a
Lysychansk: «Il monumento sta in cima a una fossa comune di 800 ebrei assassinati da nazisti e collaboratori locali». E così via.
Commento di *Sandro Teti*: «Soprattutto a Leopoli, in Galizia e in Ucraina occidentale, c'è una parte della popolazione che guarda con
simpatia all'esperienza nazista. La cosa peggiore è che iniziano a sorgere monumenti dedicati alle SS. Ci sono poi parecchie associazioni
di giovani nostalgici, che ogni tanto fanno raduni indossando divise delle SS. Ho visto delle immagini in una chiesa cattolica uniate dove il
prete commemora un veterano e sono tutti sono vestiti da SS».
Una parte della popolazione, sia ben chiaro. E soprattutto minoritaria. «Mettiamolo bene in chiaro: non è affatto vero che il popolo ucraino, in
toto o in gran parte, è nazista» siega *Marco Bordoni*. «E lo dimostra il fatto che i vari movimenti di estrema destra, come Azov, Praviy
Sektor e C14, alle elezioni raccolgono sempre un consenso minimo». Quindi sono realtà come Forza nuova o Casa Pound? «Nemmeno questo è
vero. Sono molto peggio, per diversi motivi» prosegue *Bordoni*. «In primo luogo perché queste formazioni paramilitari hanno ampie coperture
politiche. Il caso più noto è quello dei rapporti fra l' ex ministro degli interni *Arsen Avakov *e il capo del corpo Azov *Belnitsky
Biletsky*, ma esistono anche altre realtà simili».
In secondo luogo? «Perché le più importanti di queste formazioni sono parte integrante delle forze armate e ne controllano reparti di élite.
Si tratta di gente che sostiene buona parte del peso della guerra, che quindi vanta un certo prestigio militare» è la risposta di *Bordoni*.
Terzo elemento? «Esiste una generale immunità di cui godono le milizie paramilitari collaterali rispetti ai corpi militari propriamente detti.
Sebbene siano spesso accusate di delitti efferati (politici e comuni), è rarissimo che vengano processate».
In definitiva, si può parlare di un'influenza dei gruppi neonazisti molto superiore alla loro consistenza, tale da consentir loro di essere
un serio intralcio a qualsiasi prospettiva negoziale? «Esattamente. Non è un caso che siano state proprio le loro proteste contro il
"tradimento" a bloccare i primi passi verso una soluzione di compromesso con la Russia compiuti proprio da *Zelensky *all'indomani della sua
elezione» risponde *Bordoni*.
Proprio così: a pagare le conseguenze dello strapotere dell'estrema destra ucraina è proprio *Zelensky*, che peraltro è ebreo. Anche perché
l'operato degli ultranazionalisti con venature neonaziste porta argomenti a favore di *Vladimir Putin*, che si sente in diritto di
parlare di denazificazione dell'Ucraina. E blocca l'unica possibile via d'uscita al conflitto, ossia la via della democrazia e della coesistenza
pacifica fra popoli di diverse etnie, fedi e lingue.
https://www.panorama.it/news/dal-mondo/ ... i-zelensky