Articolo di Pino Morelli.
IL NUOVO TEATRINO DI VOYAGER Ieri sera, 14 Gennaio, in “prime-time”, si è riproposto con la puntata d’esordio il nuovo ciclo 2009 della trasmissione “Voyager”, condotto come sempre da Roberto Giacobbo. Il noto presentatore, cercando di offrire un buon prodotto pur se con le solite intenzioni pretenziose (e alla fine, a mio avviso inconcludenti), ha nuovamente accolto l’argomento UFO presentando stavolta come servizio d’apertura un documentario prodotto su commissione dalla Doc Art di Roma. Le riprese, realizzate lo scorso ottobre a Pescara (la mia città), Teramo e Silvi Marina prevedevano interviste ad alcuni pescatori protagonisti di avvistamenti e di vicende misteriose accaduti nel 1978 proprio in Abruzzo, sulla costa adriatica e limitrofa al basso marchigiano. Forte di un invidiabile archivio Rai (le famose “teche”), il servizio di Voyager ha però accusato nolenti punti deboli. Da una parte, lasciando agli esperti avvezzi all’argomento l’acquolina in bocca nonché la delusione per una autentica puntata incompiuta, dall’altra seminando ai più giovani e anche i profani una grande curiosità. In effetti erano più di dieci anni che la tv non si occupava di questo clamoroso flap, e cioè dai tempi della trasmissione “Mixer” condotta da Lorenza Foschini nella metà degli anni ’90, dove Giacobbo se ricordo bene, era coinvolto già come autore.
Le didascalie impazzano sul teleschermo: “Il primo attacco alla Terra?”, leggiamo ad effetto. Forse, a qualcuno in regia gli ha dato di volta il cervello. Poi, la voce narrante commette un grave errore, cercando un improbabile parallelismo, attribuendo di fatto l’anno degli avvistamenti in Abruzzo a quello del film “Incontri Ravvicinati del III Tipo” di Spielberg, che invece fu lanciato anche nel nostro Paese esattamente un anno prima, nel 1977. Soprassediamo.
Il servizio però promette bene. E’ la volta del primo intervistato, il giornalista e scrittore pescarese Romano Di Bernardo: lucido e preciso, un cronista dell’epoca onesto e sobrio quanto probante per la narrazione e i ricordi di quei giorni, poiché egli fu direttamente coinvolto in quelle convulse vicende del ’78 sia come giornalista locale che come corrispondente ed inquirente per il CUN. Tuttavia, la ricostruzione dei fatti accaduti in Adriatico ci è parsa assai circostanziata. Perché la verità è che il flap di quel periodo abbracciò più testimoni-chiave (nemmeno menzionati in questo servizio) e – fatto determinate, assolutamente non trascurabile – varie zone della regione coinvolte nell’arco di brevissimo tempo. E' inutile ridurre al "Triangolo dell'Adriatico", il problema degli UFO in Abruzzo nel 1978. Qui siamo stati di fronte davvero ad una mole di avvistamenti impressionante, di cui solo in minima parte i pescatori e i residenti della riviera adriatica furono coinvolti. Un autentico e irripetibile flap, come si dice nel gergo. Questi fatti, testimonianze raccolte in anni di ricerche, sono stati trascurati, volati al vento come fumo gettato negli occhi del telespettatore a beneficio di pedisseque interviste a militari e ufficiali, quasi si volesse insistere sul fatto che siano soltanto Aeronautica o Marina, i depositari di una verità. Mi chiedo perciò se queste omissioni siano state deliberatamente concordate, oppure dettate dalla solita superficialità televisiva, coadiuvata da seppur professionali ricostruzioni sceneggiate a mo’ di telefilm.
A Pietro Gallarano, il Comandante della Capitaneria di Porto di Pescara, è toccato poi il il compito di raccontare la storia dell’avvistamento effettuato dagli uomini a bordo della motovedetta CP 2018, uno dei classici casi più discussi dell’epoca.
Mentre scorre un nuovo titolo in sovrimpressione (“L’anno del contatto?”), ci si sposta sulla piattaforma di lavori per il ricavo di gas metano, situata a pochi chilometri al largo di Silvi Marina, in provincia di Teramo. Intervistati altri testimoni, tra cui il geologo Paolo Colantoni, con altre suggestive ricostruzioni che si alternano a importanti frammenti di testimonianze filmate d’epoca, tra cui spicca la famosa intervista a dei pescatori, da parte di un irriconoscibile Emilio Fede incappellato. Durante il servizio – notasi bene – non si parlerà di “UFO”, né si scomoderanno altri testimoni di determinanti casi avvenuti proprio sul Mare Adriatico, come quello dei pescatori fratelli Scordella, autori di un fantastico (ma vero) caso di levitazione in mare aperto, con tanto di avvistamento USO!), oppure il caso di Diego Cecamore, autore (e testimone ancora disponibile ad esporre i propri fatti) di discutibili (ma non falsi) documenti fotografici. E tanti altri casi, tutti peraltro riportati persino nella casistica pubblicata in bestseller scritti da un Roberto Pinotti, altro ospite intervistato durante il servizio, il cui mediocre quanto catatonico contributo offerto nella diluizione di sterili argomenti da lui esposti, non ha generato altro che interrogativi piuttosto che prove. Il che, è tutto dire. Mentre ci si attendevano ghiotte rivelazioni, il servizio è invece planato su luoghi comuni, azzardando cautelativamente soltanto delle ipotesi circa le luci avvistate in mare dai pescatori terrorizzati i quali per la cronaca, in quei mesi si rifiutarono a lungo di20090115-184342 prestare il loro lavoro in quelle acque segnate da arcani avvenimenti. Nel servizio inoltre, si ipotizza di razzi lanciati per mezzo di solo ipotetici quanto improbabili sommergibili o “mini” sommergibili. Per fortuna, c’è ancora la paziente razionalità del Di Bernardo, pronto a smentire questa possibilità. Roberto Di Giorgio, Capo dell’RGS (reparto generale di sicurezza dell’aeronautica militare) ammette invece che di casi OVNI all’epoca se ne registrarono a centinaia. Dato curioso: il termine “UFO” è stato pronunciato solo dal presentatore al termine del servizio. Però, il Comandante Di Giorgio disquisice tranquillamente di O.V.N.I. forse per rispettare la nomenclatura italo/latina, che è praticamente identica. Giacobbo infine riappare nel rinnovato e suggestivo studio, capitolando con una sterile e sibillina frase: “Chissà cosa successe realmente in quei 12 mesi?”. Sarà pur presunzione, ma azzardo io la risposta, caro presentatore. Valga pure la leggerezza di esserti dimenticato che il sottoscritto vive a Pescara da tutta una vita e si interessa di questi argomenti da sempre (altri fatti e personaggi essenziali da aggiungere ne avrei offerti al pubblico assai gratuitamente); non possiamo perdonare invece, di aver assistito ad un servizio zeppo di omissioni così maledettamente instillate, guarda un po’, con le solite sulfuree gocce al sapor di Ufologia di Stato. D'accordo, i militari parlano. Ma allora o parlate chiaro, oppure chissene importa se, dopo 30 anni, ammettete che ci furono un milione di avvistamenti. Lo sapevamo già. Non dovevamo attendere la vostra conferma. A quando, per parlare di atterraggi di astronavi extraterrestri e di contatti con essi? Fra altri 30 anni? Anche e non solo per questo, parleremo di tutti i fatti omessi e dei personaggi-chiave protagonisti e chissà perché dimenticati da Voyager, in quei fatidici anni 1978-79, nella conferenza presentata dalla nostra rivista intitolata:
“ UFO IN ABRUZZO – LA VERITA NON DETTA IN TV:
PARLANO I TESTIMONI ”,
in programma a Pescara Domenica 22 Febbraio prossimo. Val bene il detto, i panni sporchi si lavano in casa.
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