Cronovisore Storia della presunta invenzione:
L'invenzione ebbe la sua notorietà nei primi anni settanta, quando "La Domenica del Corriere" riportò il testo di un'intervista a Padre Ernetti sugli esperimenti che lo avrebbero condotto alla costruzione di un apparecchio da lui denominato macchina del tempo o "cronovisore".
Ernetti avrebbe cominciato a lavorarvi già a partire dalla fine degli anni quaranta, sembra insieme ad Agostino Gemelli, col quale aveva già collaborato per studiare la fattibilità della comunicazione con i defunti.
Genesi della scoperta :
Padre Ernetti - a colloquio con Vincenzo Maddaloni, inviato del settimanale - spiegò nel dettaglio come fosse giunto alla costruzione dell'apparecchio e quanto avesse visto nel corso della successiva sperimentazione. L'apparecchio sarebbe stato realizzato in una serie di studi, svolti tra Roma e Venezia, a cui avrebbe collaborato una cerchia di eminenti scienziati le cui identità non sono mai state rivelate.
Gli unici nomi lasciati trapelare, oltre a quello del Gemelli, furono quelli di Enrico Fermi e Wernher von Braun.
Principi di funzionamento:
Il principio fisico che sovrintenderebbe al funzionamento di questa macchina sembrerebbe riassumersi nella teoria secondo cui ogni essere vivente lascerebbe dietro di sé, nel tempo, una traccia costituita da una non ben identificata forma di energia.
Tali tracce, in forma di energia visiva e sonora, non subirebbero col tempo una cancellazione definitiva, bensì una semplice attenuazione, rimanendo "impresse" nell'ambiente nel quale si manifestarono, confinate in una non meglio specificata "sfera astrale", dalle quali sarebbe possibile in ogni tempo recuperarle.
Un tale principio, oscuro ai più, sarebbe invece per l'autore, null'altro che un'asserzione pacificamente condivisa.
Nella intervista a La Domenica del Corriere affermò ad esempio: «L'intera elaborazione si basa su un principio di fisica accettato da tutti, secondo il quale le onde sonore e visive, una volta emesse, non si distruggono ma si trasformano e restano eterne e onnipotenti, quindi possono essere ricostruite come ogni energia, in quanto esse stesse energia.»
Un eterno ritorno:
Il suo principio di funzionamento sarebbe in buona sostanza un'applicazione delle tesi di Albert Einstein e agirebbe nel modo seguente:
dando per acclarato che la velocità della luce sia la costante finita di cui ci parlano le teorie relativistiche, noi percepiamo in ogni momento l'immagine (e quindi la posizione) che il sole aveva (circa) 8 minuti prima, dato che la sua distanza media dalla terra è di 150 milioni di km.
Il cronovisore permetterebbe di vedere il passato, perché, adoperando tecniche non meglio specificate, ma, a dire dell'autore, derivate da applicazioni di metodiche usuali, si connetterebbe con la posizione che aveva la terra nel momento in cui si svolgeva l'evento passato. In ciò consisterebbe la "sintonizzazione" del cronovisore sulla scia relitta di energia lasciata dall'evento. Una sintonia che lo strumento, a dire del sedicente artefice, sarebbe in grado di raggiungere, assicurando la visione (e l'ascolto) di qualsiasi fatto avvenuto in epoche passate.
Struttura ed implementazione:
Il Cronovisore, secondo la descrizione dell'autore, consisteva di tre distinti componenti:
Nel primo di essi, una serie di trasduttori ed antenne, in una lega di tre misteriosi metalli (non meglio specificati), garantiva la rivelazione di tutte le lunghezze d'onda del suono e della radiazione elettromagnetica.
Il secondo stadio era un modulo in grado di auto orientarsi sotto la guida delle onde sonore ed elettromagnetiche captate.
Il terzo componente era invece costituito da una serie assai complessa di dispositivi deputati alla registrazione delle immagini e dei suoni.
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_________________ " La Giustizia del Padre è lenta ed Inesorabile. " Eugenio Siragusa
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