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Stellare
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Il saggioIl saggio

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 Oggetto del messaggio: RONCELIN DE FOS E I TEMPLARI
MessaggioInviato: 12/08/2025, 12:09 
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Personaggio tutto da definire , il primo a parlarne fu Robert Ambelain nei suoi libri ,


506534799_10235057369566370_2656471011667799333_n AMBE.jpg




e quindi il soggetto è meritevole di studio .



Sciolgo il guinzaglio del Mastino Mauro !


comincia da qui

https://it.scribd.com/document/6710394/ ... s-Runciman


vedi seriesci a portarlo a ufoforum .




zio ot [:305]










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https://www.lesfilsdelavallee.fr/index. ... tive-party






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http://www.pathos.it/pathos2/archivio/a1/graal.htm








Il Graal ed i Templari






saggio postumo di


Umberto Cardini

(Questo testo inedito è una bozza di appunti ritrovata tra le carte del Prof. Cardini. Apparentemente sembra essere uno schema preliminare di indagine sui rapporti tra quelle che il Cardini spesso ha chiamato "le ali estreme dei movimenti millenaristi". Le intuizioni che lampeggiano in questi appunti, tracciando un cammino di ricerca che purtroppo difficilmente riusciremo a percorre con la sua perizia, ci fanno rimpiangere la sua departita.


È nostro grande dolore e piacere poter inserire questo testo negli atti del Convegno in Memoria del Prof. Cardini. N.d.E.)

Tre manoscritti contenuti nell'archivio del Fondo Malnipote (dove sono catalogati come FM.P761/762/763; la traduzione di Opizzo Malnipote si trova nel quaderno FM.Q888) aprono un'inaspettata prospettiva nello studio dei rapporti tra diversi movimenti millenaristi.


Si tratta di tre lettere la cui autenticità è stata confermata dalle verifiche scientifici preliminari, e databili agli anni 1245, 1256 e 1270, scritte dal templare Roncelin de Fos al suo confratello Richard de Vichiers. La storia che raccontano e che sostanzialmente è confermata da molti indizi, suggerisce degli stretti collegamenti tra Catari, Templari ed Assassini e perfino una lotta tra due fazioni politiche all'interno della direzione dei Templari.

Dei due corrispondenti, Richard de Vichiers è storicamente sconosciuto; da queste lettere si deduce soltanto che sia il fratello del Gran Maestro Rinaldo (1250-1256) e si può supporre che abbia vissuto nella domus templare di Pieusse. Roncelin de Fos è invece ben noto: Maestro di Provenza fra 1248-1250, Maestro di Inghilterra (1251-1253), e di nuovo di Provenza (1260-1278); dalle sue lettere si deduce un continuo collegamento con Gerusalemme.

Che il "Graal" (qualunque cosa esso sia) fosse in mano dei Templari e soprattutto dei Catari è tesi che è stata sostenuta da Otto Rahn [Ra] con argomenti molto affascinanti ma che si reggono purtroppo solo su voli pindarici senza il minimo supporto storico.


Curiosamente la storia che viene raccontata dalla prima lettera sembra confermare l'intuizione di Rahn: de Fos riferisce infatti che il Natale del 1243 Pierre Bonnet, uno dei diaconi dei Catari (su di lui cf. [Ro] passim) si sarebbe rivolto ai Templari di Pieusse chiedendo una scorta per recuperare dalla grotta di Niaux una loro reliquia (Otto Rahn riconoscerebbe subito il Graal in questa "Reliquia di Giuseppe") e scortare l'oggetto e sette donne catare fino a Gerusalemme; l'intenzione dei Catari apparentemente è di consegnare in custodia l'oggetto ai Templari.

Va subito notato che questa curiosa storia ha già una conferma storica nella deposizione di Imbert de Salles che riferisce dell'evasione di due fratelli Catari col loro tesoro dal castello di Montsegure proprio intorno a Natale ([Ro], vol.IV, p.382-383) e dichiara che il tesoro era in "una grotte du Sabarhes tenue par Pons-Arnaud de Chateauverdun" uomo del conte di Foix una delle cui grotte fortificate è appunto Niaux.
Questa testimonianza apre anche un'interessante prospettiva di ricerca: ricordandosi infatti che proprio a Pieusse si riunì il concilio cataro nel 1226 [Ro, vol. IV, pp.116-117] non è irrealistico ipotizzare una comunione di intenti tra i Catari e i Templari di Pieusse.

Recuperata la Reliquia, le sette donne sono guidate da de Fos ad imbarcarsi nel porto templare di La Rochelle in direzione di Bari e di qui sbarcano ad Acri. È facilissimo datare la parte finale di questo viaggio: de Fos scrive: "Alcuni mesi dopo, nonostante la tragica notizia della caduta di Gerusalemme decidemmo di imbarcarci da Bari per la Terra Santa ma quando sbarcammo ad Acri sapemmo della tragedia: un mese prima le forze cristiane erano state massacrate a La Forbie, dove perì anche il nostro Gran Maestro Armand, che Dio lo abbia in gloria; la speranza di recuperare Gerusalemma era perduta."


La datazione è quindi elementare: i turchi irruppero a Gerusalemme l'11 luglio 1244 e la cittadella si arrese il 23 agosto, mentre la sconfitta di La Forbie a cui sopravvissero solo il patriarca di Gerusalemma e il Montfort, signore di Tiro è del 17 ottobre. ([Ru] pp.877-879)

Giunti in Terra Santa, de Fos si rivolge al fratello del de Vichiers perché provvedesse ad occultare la reliquia; il de Vichiers coinvolge un altro Teamplare, il de Sonnac, il quale li mette in contatto con gli Assassini. Essi offrono come nascondiglio una tomba nelle rovine di Petra, azionata con un meccanismo segreto che viene rivelato alle sette custodi, ad ognuna delle quali consegnano anche un medaglione.
Le donne si separano per ritornare in Europa ma una di loro viene catturata dal Signore di Tiro, Filippo Montfort (nipote del Simone che stava conducendo la crociata contro i catari). Apparentemente il Montfort avrebbe quindi scoperto il ruolo del de Vichiers e del de Sonnac in questo occultamento.

Valga per quello che valga questa storia, essa sembra rivelare una spaccato politico inaspettato. Infatti alcune affermazioni del di Fos potrebbero offrire curiose prospettive di indagine.


Si potrebbe quasi ipotizzare un conflitto interno tra i gruppi dirigenti della Terra Santa, o meglio due partiti occulti impegnati in una battaglia senza quartiere: da una parte un gruppo templare che fa riferimento ai Grandi Maestri Guillaume de Sonnac (1247-1250) e de Vichiers (1250-1256); dall'altra parte, il Signore di Tiro, Filippo Montfort, e il Gran Maestro Richard de Bures (1244-1247) che successe ad Armand de Perigord (1232-1244) defunto a La Forbie ([Ru] p.878).


Dal modo in cui il de Fos descrive la situazione, sembra che il de Sonnac ed il de Vichiers gestissero all'interno del Tempio una fronda segreta che aveva degli stretti rapporti sia con i Catari tramite la casa di Pieusse ed il fratello del de Vichiers, sia con gli Assassini.


In questa fronda segreta forse è entrato anche il de Fos e viene il sospetto che il suo contributo nel salvataggio del tesoro dei Catari giustifichi le sue promozioni: nel 1247 il de Sonnac diventa Gran Maestro e de Fos viene nominato Maestro di Provenza l'anno dopo; nel 1250 diventa Gran Maestro de Vichiers e affida a de Fos l'Inghilterra dove pare che egli abbia introdotto pratiche eteredosse ([Ou] p. 28).


Quale potesse essere il tenore del loro credo è difficile immaginarlo; sicuramente molto eterodosso, se il de Sonac racconta la pia leggenda secondo la quale il Vecchio della Montagna avrebbe consegnato al fondatore dei Templari un "sigillo di grande potere" affinché questo la consegnasse a Bernardo di Chiaravella! Del resto almeno il de Fos è altrettanto ossessionato da questo tema degli "oggetti di potere" quanto i committenti delle indagini del Rahn, e sostiene addirittura che San Bernardo in persona avrebbe affidato a loro il "compito segreto" di "proteggere, custodire e nascondere dai nemici di Dio e dai servi di Satana quegli oggetti potenti che non devono essere rivelati prima dall'ora designata."

Quanto all'altra "ala", la possibilità di valutazione è ancora più scarsa: i Montfort sono sicuramente una mala genia, arrampicatori sociali quasi balzachiani (sorella mandata nel letto del re, matrimoni che garantivano l'accesso ai centri di potere, tradimenti, assassinii in chiesa...) ma l'immagine che ce ne offre il de Fos sembra quasi una caricatura: per riuscire ad interpretare la crociata contro gli albigesi come un tentativo per mettere la mani sulla "Reliquia di Giuseppe" e tutti gli scontri tra il Signore di Tiro ed i Gran Maestri come una vendetta per il loro aver occultato l'oggetto, bisogna essere davvero molto, ma molto paranoici (almeno quel tanto da poter credere davvero che si tratti del Graal!).


Per poter leggere tutti gli avvenimenti senza la lente deformante della paranoia e l'ossessione per questo "oggetto di potere", basta del resto conoscere la "storia di famiglia": il comportamento del Montfort non è nient'altro che una banale occupazione dei centri del potere con tutti i mezzi leciti (e soprattutto illeciti).
Le vittime, naturalmente, erano i Grandi Maestri del Tempio: se (come stiamo ipotizzando) essi erano i rappresentanti di spicco di questa frangia eteredossa, forse convinti di essere i custodi del "tesoro dei Catari" affidatogli da San Bernardo, è anche chiaro che essi si siano sentiti minacciati, abbiano fatto un patto comune ed attivato la paranoia di gruppo.

Ma, pur facendo tutte le tare sulla testimonianza del de Fos, è evidente che a cavallo del 1250 queste due forze si sono combattute senza tregua

Il racconto del de Fos parte col massacro di La Forbie a cui muore tutta la classe dirigente del Regno, compreso il Gran Maestro Armand de Perigord; sopravvivono solo il Patrarca ed il Montfort; non è da scartare l'ipotesi che il sospetto del de Fos sia fondato e che il Montfort abbia approfittato della situazione per far nominare come Gran Maestro un suo fantoccio come il de Bures. Del resto il de Fos arriva a Gerusalemme e si mette subito in contatto con gli uomini di spicco di questa frangia eterodossa: la sua visione degli avvenimenti è quindi direttamente influenzata da quella del de Sonnac e del de Vichiers, ossia dei filo-catari convinti.

Si fantastica oggi di un' "eredità dei Templari" tramandata esotericamente tramite la massoneria; è abbastanza affascinante notare che in questa "tradizione" i ventitre Gran Maestri dei Templari (per la cui lista si veda [De])sono ridotti a 22, ossia altrettanti quanti gli Arcani maggiori dei Tarocchi, e che in questa lista sia stato eliminato proprio il de Bures, il fantoccio del Montfort. Verrebbe voglia di fantasticare che l'ala filo-catara con i suoi interessi esoterici e la loro ossessione per "oggetti di potere" stia dietro questa tradizione e che, nelle sue esigenze numerologiche, abbia sacrificato il "traditore".

Ma tornando dalla fantasia alla realtà, il de Bures muore nel 1247 senza lasciare nella storia neanche una nota a piè di pagina (non è neppure listato negli indici della documentatissima storia del Runciman [Ru]!) e l'ala filo-catara riprende il controllo dell'Ordine con la nomina a Gran Maestro del de Sonnac, ma l'anno dopo arriva in Terra Santa San Luigi, il nono re di Francia con quel nome. Il re costrinse le forze di Terra Santa nella disastrosa avventura di Damietta, dove il de Sonnac morì nella sconfitta di Mansura e fu sostituito dal de Vichiers.


Tra il re e il Gran Maestro si giunse ben presto ad un incidente politico; opponendosi alla linea di trattative sviluppata dall'Ordine, il Re pretese che questa politica fosse sconfessata pubblicamente e che il Maresciallo Ugo di Jouy che aveva gestito le trattative venisse bandito dalla Terra Santa. Di conseguenza il Capitolo dell'Ordine decise di deporre il de Vichiers ([De], pg. 193; [Ru], pg. 905; [Bo], pg.148). La storia ben nota e raccontata dal Joinville è riferita nella sua seconda lettera dal de Fos che attribuisce questi avvenimenti allo zampino del Montfort; difficile valutare la sua testimonianza, quella di un uomo convinto che la sua setta esoterica avesse un incarico da parte di San Bernardo in persona, e probabilmente convinto che San Luigi sia stato mandato in Testa Santa "dai nemici di Dio e dai servi di Satana" per mettere le mani sull' "oggetto di potere".

Allo stesso modo è impossibile valutare la sua affermazione secondo la quale l'uccisione del Montfort da parte degli Assassini, avvenuta il 17 agosto 1270 e il cui mandante secondo gli storici era il Sultano Baybars ([Ru], pg.968, [Le] pg. 151], rappresenterebbe veramente l'ultimo capitolo di uno scontro tra queste due fazioni all'interno del gruppo dirigente di Terra Santa. È comunque un dato di fatto che la sua uccisione liberava Baybars "dal più autorevole tra i nobili franchi" (Ru], pg.968) ed è quindi realistico supporre che questa sua posizione sia stata ottenuta anche grazie alla sua vittoria contro la fazione guidata dal de Vichiers ottenuta grazie all'intervento di San Luigi.

Se la si sfronda dagli aspetti settari e non ci si lascia incantare dalla favolistica templare, il carteggio contenuto nell'archivio del Fondo Malnipote può essere il punto di partenza per un'analisi dei conflitti interni del gruppo dirigente di Terra Santa negli anni del declino iniziato dalla caduta di Gerusalemme e la morte del de Perigord e concluso con la caduta di Acri.
Da un altro punto di vista, la testimonianza di Roncelin de Fos ci attesta stretti ed espliciti legami tra Catari, Templari ed Assassini intorno ad un coagulo di elementi settari ed esoterici che potrebbe gettare anche una certa luce nella cosiddetta "tradizione" pseudo-massonica.

[Bo] G. Bordonove, La vita quotidiana dei templari nel XIII secolo, Rizzoli (1994)
[De] A. Demurger, Vita e morte dell'ordine dei Templari, Garzanti (1987)
[Le] B. Lewis, Gli assassini, Mondadori (1992)
[Ra] O. Rahn, Crociata contro il Graal, Barbarosa (1979)
[Ro] M. Roquebert, L'epopee cathare, vol.IV, Privat (1989)
[Ru] S. Runciman, Storia delle Crociate, Einaudi (1966)
[Ou] R. Oursel, Le proces ds templiers, Paris (1959)







A Richard de Vichiers da Roncelin de Fos

Mio caro fratello in Cristo,



qui ad Acri, posso oggi scriverti per riferirti il successo della missione che mi affidasti il giorno della nascita del Nostro Signore nell'anno 1243 quando il diacono dei Buoni Uomini, Pierre Bonnet, giunse alla nostra Casa e chiese il nostro aiuto per proteggere il loro Tesoro.


Tu mi affidasti l'impegno di accompagnare e scortare le Buone Dame e la loro Reliquia al nostro Tempio e consegnarla segretamente a tuo fratello.


Partii la sera stessa dalla nostra casa di Pieusse e fui guidato dal Buon Uomo Bonnet fino alla grotta fortificata di Niaux, dove protette da un Buon Uomo trovai sette Buone Dame.


La notte stessa ci separammo: mentre i due Buoni Fratelli continuavano il loro cammino per nascondere il resto del loro tesoro, le dame viaggiarono, protette da me, su un carro con la Reliquia di Giuseppe.
Seguendo il tuo suggerimento, per confondere gli eventuali inseguitori non ci dirigemmo verso i nostri porti del Mediterraneo ma andammo fino a La Rochelle dove ci imbarcammo per Bari; ritenni infatti più prudente sbarcare in Terra Santa proveniente dalla Sicilia e non dalla Francia.


Alcuni mesi dopo, nonostante la tragica notizia della caduta di Gerusalemme decidemmo di imbarcarci da Bari per la Terra Santa ma quando sbarcammo ad Acri sapemmo della tragedia: un mese prima le forze cristiane erano state massacrate a La Forbie, dove perì anche il nostro Gran Maestro Armand, che Dio lo abbia in gloria; la speranza di recuperare Gerusalemme era perduta.


Arrivato, fortunatamente, seguii di nuovo il tuo consiglio: invece di rivolgermi al Gran Maestro mi rivolsi direttamente a tuo fratello Renaud e questi, quando seppe di cosa si trattasse, mi fece giurare di non farne parola al nuovo Gran Maestro, Richard de Bures, uomo molto amico (e secondo tuo fratello prezzolato) del signore di Tiro, Filippo Montfort, nipote di quel Simone che sta combattendo contro i Buoni Uomini.


La crociata contro il conte di Tolosa, mi spiegò tuo fratello, è stata scatenata da forze malvagie per impossessarsi della Reliquia di Giuseppe e tuo fratello sospetta addirittura che la nomina del Gran Maestro sia stata favorita da queste forze per recuperare altri potenti oggetti che noi Templari proteggiamo, custodiamo e nascondiamo dai nemici perché non siano rivelati prima dall'ora designata.


Tuo fratello si rivolse invece ad un altro fratello, Guillaume de Sonnac, di cui aveva assoluta fiducia; la tremenda situazione in cui si trovano oggi i cristiani sotto gli attacchi di Satana è dimostrata dal fatto che tuo fratello decise, con l'avvallo di Guillaume, di chiedere aiuto agli infedeli, ai seguaci del Saggio della Montagna.


Per calmare i miei scrupoli per questa alleanza con i nemici, non solo mi convinse che il Saggio era più amico nostro che il Montfort, ma mi mostrò un documento straordinario: in esso il nostro fondatore racconta che alla sua morte il Saggio della Montagna gli aveva inviato un sigillo di grande potere magico chiedendogli di nasconderlo e proteggerlo dai seguaci di Satana; perplesso il nostro fondatore era partito per la Francia per consegnarlo al santo uomo che ha redatto la nostra regola. Ma il santo abate ebbe parole di onore per il Saggio e ordinò al nostro fondatore di custodire questo oggetto.


Sappi che il sigillo e la documentazione alla morte del nostro Gran Maestro Armand, che Dio lo abbia in gloria, sono stati nascosti da tuo fratello e da Guillaume che temono le trame del Montfort. Tale sono gli intrighi di Satana che per difendersi bisogna essere "prudenti come serpenti".


I seguaci del Saggio della Montagna, contattati da tuo fratello accompagnarono lui, me e le sette Buone Dame fino alla Valle di Mosè.

Lì vidi una meraviglia che mi lasciò senza fiato: una montagna in cui sono stati scolpiti e scavati templi e palazzi e chiese e tombe.

Lì i seguaci del Saggio ci guidarono ad un altare scavato sul fianco della montagna sulla cima del quale era inciso un simbolo che ti disegno:

(Il disegno è quello del simbolo dell'infinito; ognuno dei due cerchi contiene il simbolo di un otto; ognuno dei quattro cerchi degli otto contiene un punto spesso. N.d.E.)

I seguaci del Saggio ci mostrarono come l'altare può aprirsi: è necessario introdurre contemporaneamente in ognuno dei quattro buchi al centro dei cerchi un medaglione dalla foggia curiosa

Consegnarono quindi una di queste chiavi a ciascuna delle sette Buone Dame che deposero nella tomba la Reliquia di Giuseppe.


Voglia Dio che resti per sempre nascosta e protetta dagli attacchi di Satana fino all'ora designata per la sua rivelazione, nonostante una possibile minaccia. Una delle sette Buone Dame fu infatti catturata dal signore di Tiro e torturata a morte, che Dio abbia pietà della sua anima. Il signore è venuto quindi in possesso di una delle chiavi ed è a conoscenza del ruolo di tuo fratello, mio e dei seguaci del Saggio a fargli perdere per sempre la reliquia per la quale la sua famiglia ha versato tanto sangue innocente.








A Richard de Vichiers da Roncelin de Fos
Mio caro fratello in Cristo,




devo scriverti notizie dolorose e che straziano il mio ed il tuo cuore.

Forse ti è già giunta la notizia della tragica morte di tuo fratello, che Dio lo abbia in gloria, insieme a malevoli commenti.

Sappi che tuo fratello è immune delle macchie di cui è accusato: la sua sola colpa è quella di aver seguito il compito che ci era stato affidato dal sant'uomo Bernando che scrisse la nostra regola e ci impose di proteggere, custodire e nascondere dai nemici di Dio e dai servi di Satana quegli oggetti potenti che non devono essere rivelati prima dall'ora designata.

Quando Re Luigi sbarcò a Cipro si crearono subito degli scontri nella gestione delle operazioni tra il Re che voleva agire immediatamente e i nobili locali (tra cui il nostro Gran Maestro Guilleume) che suggerirono prudenza. Lo scontro divenne più duro quando il re ordinò al Gran Maestro di cessare le trattative col sultano di Damasco.

La campagna in Egitto del Re, fu una follia militare e causò la morte del nostro Gran Maestro Guilleume, che Dio lo abbia in gloria, e si concluse con la cattura del Re.

Liberato il Re e tornato ad Acri, Luigi, istigato da Filippo Montfort, pretese che il maresciallo del Tempio, Ugo di Jouy, il quale aveva trattato col sultano per ordine del Gran Maestro Guilleume, venisse rimosso e bandito dalla Terra Santa. Tuo fratello fu costretto a cedere ed Ugo divenne maestro in Catalogna.
Quando il Re lasciò Acri e tornò (finalmente!) in Francia, Filippo Montfort colpì di nuovo: i suoi seguaci nel Capitolo, nel corso di una deliberazione segreta, deposero tuo fratello.


Due giorni dopo, tuo fratello fu trovato ucciso.

Non ho dubbi su chi abbia mosso la mano dei sicari.

Come non ho dubbi su chi ha fatto girare voci sui rapporti tra tuo fratello e i mussulmani.
È vero che tuo fratello da sempre ebbe stretta collaborazione con i seguaci del Saggio della Montagna, ma io, che fui il suo amico e il suo servitore, ti giuro che il suo obbiettivo in ciò era difendere la Terra Santa e seguire il compito segreto affidato a noi dal sant'uomo Bernardo.

E sappi che tuo fratello mi insegnò che noi, i Buoni Uomini e il Saggio della Montagna in questo santo compito siamo stati da sempre alleati.
Sappi dunque che tuo fratello è morto per compiere il nostro compito segreto ed è stato ucciso dall'uomo della stirpe che Satana ha generato sulla terra per recuperare quegli oggetti di potere che non devono essere rivelati prima dall'ora designata.







A Richard de Vichiers da Roncelin de Fos

Mio caro fratello in Cristo,




mi sembra doveroso farti sapere che tuo fratello è stato vendicato.
Alcuni giorni fa un seguace del Saggio della Montagna, fingendosi un convertito al cristianesimo entrò nella cappella dove Filippo di Tiro e suo figlio Giovanni stavano pregando e pugnalò entrambi.
Giovanni è sopravvissuto mentre l'anima di Filippo ha raggiunto il suo sovrano Satana.
Si dice qui che la mano è stata armata dal sultano dell'Egitto ma io credo che il Saggio abbia voluto vendicare il suo fratello e proteggere ulteriormente il segreto della reliquia di Giuseppe.








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Confutazione del Libro del Battesimo di Fuoco



http://tradizionetemplare.blogspot.com/ ... mo-di.html



di Marco Moretti
(http://www.paxpleroma.it)

Un singolare falso di origine massonica, presentato come Regola Segreta dei Cavalieri Templari, circola da qualche secolo.


E' noto come Libro del Battesimo di Fuoco o Regola Segreta;


il titolo completo è Il Libro del Battesimo di Fuoco o riguardo gli Statuti segreti redatti per i Fratelli dal Maestro Roncelinus.

Incredibile a dirsi, qualcuno lo ha anche preso sul serio.

Lo stesso Runciman, ottimo autore, sembra che l'abbia ritenuto autentico e che abbia pubblicato un libro sull'argomento.

Questo a dispetto delle gravi inconsistenze che la Regola in questione contiene.



Il testo fu ritrovato negli archivi del Vaticano verso la fine del XVIII secolo da Friederich Münter, il vescovo cattolico di Copenhaghen (alcuni riportano nel 1780, altri nel 1794). In quell'epoca la Massoneria fioriva, e documenti di questo tipo venivano chissà come alla luce un po' dovunque. La Regola non mi è nota nella versione originale in latino, ma soltanto in alcune sue traduzioni reperibili in rete, compilate in inglese, in francese moderno e in castigliano. Tuttavia, va notato che queste diverse versioni sono congruenti: in alcuni casi saltano all'occhio grossolani errori di trascrizione che fanno pensare ad un'unica fonte.


Il Libro del Battesimo di Fuoco sarebbe opera di Matthieu de Tramlay e di Robert de Samfort, Procuratore del Tempio in Inghilterra. Secondo quanti lo reputano autentico, dovrebbe risalire al XIII secolo. E' diviso in due parti, una formata da 31 articoli e l'altra da 20. La prima parte è la Regola dei Fratelli Eletti (firmata Matthieu de Tramlay), datata 1205, mentre la seconda è la Regola dei Fratelli Consolati (firmata Robert de Samfort), datata 1240.


Cominciamo ad analizzare il titolo dell'opera.

Chi è il Maestro Roncelinus?

Il nome è una latinizzazione di Roncelin de Fos.

Questo personaggio vive una vita spettrale nel fantomatico cosmo della Disinformazione.

Scarse le sue attestazioni in documenti autentici dell'epoca, è poco più di un nome, un capro espiatorio che vegeta rivestito di pixel negli antri cyberspaziali. Mentre è arduo trovare notizie di questo nobile negli archivi, è oltremodo facile imbattersi in una sua menzione in un qualsiasi sito misteriologico.


Secondo la versione più comune, questo Roncelin sarebbe stato testimone degli orrori della crociata di Simon de Montfort, in particolare al massacro di Béziers e alla battaglia di Muret, e avrebbe quindi maturato la convinzione che ad avere la Verità non fosse la Chiesa di Roma, ma la Chiesa Catara. Avrebbe allora cominciato ad importare nell'Ordine Templare gli insegnamenti dei Buoni Uomini. Quest'ipotesi sarebbe tra l'altro difficile da sostenere, dato che anche se si reputasse genuina la Regola degli Eletti, questa sarebbe stata redatta qualche anno prima del bando stesso della nefasta crociata. Siccome sembra che Roncelin de Fos sia nato nel 1198, così quando Montfort cominciò la guerra avrebbe dovuto avere undici anni!



Dato che molti reputano il documento come la prova del nesso tra Templari e Catari, è necessario passarlo al vaglio. Evidenziamo i punti più contraddittori della Regola degli Eletti.


L'articolo 10 afferma: "Saranno esclusi rigorosamente i discendenti di Arefasto, servitore del Duca di Normandia Riccardo II, che, per suo tradimento, ha causato il martirio di Stefano e di Lisoio a Orléans: chierici o laici, che essi siano esclusi dalla Fratellanza degli Eletti fino alla settima generazione".
I fatti ai quali allude l'articolo 10 sono avvenuti nel XI secolo. Per saperne di più si rimanda all'articolo "Lo strano caso dei Canonici di Orléans". Orbene, se ammettessimo per vero questo testo, dovremmo dedurre che tra i Templari sopravviveva proprio la setta dualista di Stefano di Orléans. Purtuttavia ci sarebbe da chiedersi come mai la Regola non escludesse anche i discendenti del Duca di Normandia e del Re Roberto il Pio che aveva materialmente ordinato il martirio dei Protocatari in questione. Sarebbe anche interessante capire come mai di tutti gli assassini macchiatisi dell'uccisione di Buoni Uomini, soltanto questi meritassero l'interdetto. Visto che il pronipote di un compagno di Ugo di Payns ha perseguitato con ferocia i Catari di Reims nel XII secolo, sembra come minimo profilarsi una certa incoerenza.


L'articolo 11 afferma: "Rituale di ricevimento degli Eletti: giuramento di custodire il segreto dell'Ordine, la minima indiscrezione sarà punita con la morte. L'Iniziatore bacerà successivamente il neofita sulla bocca, per trasmettergli il soffio, sul plesso sacro, che comanda la forza creatrice, sull'ombelico, e infine sul membro virile, immagine del principio creatore maschile".
Tutto ciò è incompatibile con il Catarismo, che reputa ogni giuramento malvagio, e che identifica nel principio creatore della sessualità il Male Assoluto. Già Stefano di Orléans e Lisoio vedevano nella carne e nella sua generazione la radice dell'universo di Satana, quindi se ammettiamo per vera la Regola, dobbiamo ammetterne anche l'insostanzialità.



Gli articoli 12 e 13 sono di stampo docetista: si afferma che Cristo non è nato, né morto né resuscitato, e si prescrive il calpestamento della croce. Eppure l'articolo 14 definisce Cristo "Figlio di Maria" in netto contrasto con il dogma cataro. Dio viene definito Creatore. Inoltre si afferma: "Noi pieghiamo le ginocchia davanti al Padre di Tutto, dal quale viene la paternità del Cielo e della Terra". Sembra una riedizione del Simbolo di Nicea, che definisce Dio creatore del Cielo e della Terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Il Catarismo invece afferma che Dio creò le cose visibili al cuore e invisibili agli occhi.


L'articolo 22 afferma: "E' inutile digiunare. Il Templare è esentato dalla quaresima e dagli altri digiuni, ma deve stare attento a non scandalizzare altre persone. Tutto è puro per i puri. Mangiate la carne e ringraziate Dio che vi dona l'abbondanza".

In questo passo della Regola si rilevano forti influenze del Libero Spirito a proposito del consumo di carne: inutile far notare che tale impostazione è assolutamente incompatibile con il Catarismo. Come si può vedere, queste prescrizioni ricalcano come se fossero fotocopie le dottrine di Amalrico di Bène, quando affermano che tutto è puro per i Puri. Quanto diversa è l'impostazione ideologica rispetto a quanto affermavano i Buoni Uomini! Se per i Catari è inutile che un semplice credente digiuni, per chi ha ricevuto il Consolamentum l'astinenza dalla carne vale sette giorni su sette. Inoltre la dottrina catara afferma che è inutile pregare o ringraziare il Vero Dio per l'abbondanza terrena, perché è Satana che genera il cibo per nutrire il corpo degli uomini.



L'articolo 24 menziona ancora Stefano di Orléans e Lisoio: "Se voi passate da Orléans, andate piamente verso le mura della città dove i gloriosi martiri della Scienza Divina, Stefano e Lisoio, assieme ad altri dieci figli dei nostri Padri, sono stati cremati su ordine del Re, Roberto il Pio, e dei vescovi".
Quegli stessi Protocatari condannavano il consumo di carne. La loro Scienza Divina era la stessa identica predicata e messa in pratica dai Catari di Reims, non si vede cosa potesse distinguerli.



L'articolo 25 cita Tertulliano, che condannava Marcione e ironizzava raccomandandogli di lasciarsi morire di fame per curare il suo orrore verso il mondo materiale. "Noi laici, non siamo noi stessi dei preti?" Ma per i Catari è il Battesimo di Spirito che fa il Cristiano, mentre il credente è sotto il potere di Satana. Non si capisce perché questi Templari Eletti, se la loro fede fosse davvero stata catara, avrebbero citato Tertulliano, nemico della Conoscenza del Bene, e negato la struttura stessa di ogni società dualista.



L'articolo 28 parla dei libri che la Biblioteca del Tempio deve possedere, citando tra questi gli scritti di Amalrico di Bène, a conferma del già citato articolo 22, e le ritiene "tesori di saggezza". Nessun Buon Uomo avrebbe questa opinione di una qualsiasi opera panteista.


Passiamo alla Regola dei Consolati.


L'articolo 5 dice: "Voi che siete il vero Tempio di Dio, costruito sulle fondamenta della saggezza e della Santità antiche, sappiate che Dio non fa alcuna differenza tra le persone: Cristiani, Saraceni, Giudei, Greci, Romani, Franchi e Bulgari, perché ogni uomo che prega Dio è salvo".
Il Catarismo afferma il contrario: esiste Salvezza solo nella Chiesa di Dio tramite il Consolamentum. Solo i Catari sono salvi, mentre gli altri o sono demoni (dannati in eterno) o sono esseri umani privi della Conoscenza del Bene (che quindi trasmigreranno finché non rinasceranno Catari). Solo i Buoni Uomini possono recitare il Pater, mentre i non consolati e i cattolici che lo fanno sono in peccato mortale.



Per l'articolo 7, "A voi che siete Santi, tutto è permesso. Nonostante ciò, non dovete abusare di questa licenza".

Questa è ancora una volta dottrina del Libero Spirito, non Catarismo. Un Buon Uomo perde il Consolamentum se rompe un uovo, se si masturba o se ingerisce anche una minima particella di carne. Invece un Templare Consolato sembra che possa abbandonarsi ai piaceri carnali essendo immune dal peccato, proprio come affermava Amalrico di Bène.


L'articolo 8 dice che "Ci sono Consolati in ogni parte del mondo", e cita tra questi "i Buoni Uomini di Tolosa, i Poveri di Lione, gli Albigesi, quelli di Verona e di Bergamo, i Bajolesi di Galizia e di Toscana, i Begardi e i Bulgari". Inoltre sostiene che "Là dove costruirete grandi edifici, fate i segni di riconoscimento e troverete molte persone istruite da Dio e dalla Grande Arte".


Costruttori, segni di riconoscimento, Grande Arte, siamo in pieno dominio massonico. Sorvoliamo pure sul fatto che Valdesi e Fratelli del Libero Spirito non sono affatto Consolati e le loro dottrine non equivalgono affatto a quella dei Buoni Uomini.


Il rituale del Consolamentum descritto nell'articolo 13 è molto fantasioso e non ha nulla di cataro. Si prescrive la recita di un'antifona tratta dal Deuteronomio, che notoriamente era ritenuto dai Buoni Uomini un testo diabolico. Il giuramento di silenzio, obbedienza e fedeltà è pur sempre un giuramento, e in questa forma non avrebbe mai potuto essere pronunciato.



Articoli 14, 15 e 16: "La prima preghiera è quella di Mosè: Magnificetur, fortitudo Domini..., seguita dalle parole: Dixit que Dominus vivo ego et implebitur gloria Domini universa terra. Quindi il Precettore tagli un pelo della barba, dei capelli e l'unghia dell'indice destro del neofita, dicendo: Servi Dio, e soffrirai più nel tuo cuore che nel tuo corpo in segno dell'Alleanza di Dio con lo Spirito dell'uomo".
Per i Catari, Mosè era un demone. Il concetto di Alleanza implica un patto tra forze tra loro incompatibili perché di diversa origine. In questo senso si parla dell'Alleanza tra un popolo della terra e il Dio Straniero (Iehova Satanas).
Naturalmente non poteva mancare qualche menzione di Baphomet. "La terza preghiera detta di Baphomet è quella di apertura del Corano, che porta il nome di Fatiha". L'ipotesi sposata dall'autore del manoscritto è quella che identifica Baphomet con Maometto. Allora come mai si usa la forma alterata del suo nome mentre si riporta correttamente la parola araba Fatiha?


L'articolo 18 afferma in buona sostanza il Principio della Convergenza delle Fonti Dottrinali, su cui si fonda l'esoterismo massonico: "Il neofita è condotto agli archivi dove gli si insegna la Scienza Divina, di Dio, di Gesù Bambino, del vero Baphomet, della Nuova Babilonia, della natura delle cose, della Via Eterna della Grande Filosofia, Abrax(as) e i talismani".


Curioso è l'articolo 19, che parla esplicitamante dell'Alchimia: "E' proibito nelle case in cui tutti i Fratelli non sono Consolati o Eletti di lavorare certi materiali mediante la Scienza Filosofica, e dunque di trasformare i metalli vili in oro e in argento".


Sembra davvero poco credibile che i Cavalieri del Tempio fossero interessati alla fantomatica Pietra Filosofale: l'idea di Templari alchimisti sembra molto più consona all'immaginario del XVIII secolo.


Il testo della Regola è intessuto su anacronismi, incoerenze e luoghi comuni vetusti. Ha in altre parole tutte le caratteristiche di un falso storico di bassa qualità.

Pubblicato da Tradizione Templare il 20.5.16



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 Oggetto del messaggio: Re: RONCELIN DE FOS E I TEMPLARI
MessaggioInviato: 12/08/2025, 13:09 
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POST DI BASTION 20 dic 2017 12:08







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13 OTTOBRE 1307

Alba del 13 ottobre 1307. In tutta la Francia centinaia di uomini in armi fanno irruzione nelle principali case dell’Ordine. I Templari, colti di sorpresa, non oppongono resistenza. I cavalieri arrestati a Parigi sono 138, 546 in totale. Sono raccolti in oltre venti luoghi di detenzione. Grazie alla formidabile rete di informatori di cui si servivano, molti templari sfuggono alla retata. Tra questi ultimi c’è il gran precettore di Francia Gérard de Villers. Non è così per il gran maestro dell’Ordine Jacques Bérnard de Molay e per alcuni dignitari presenti nella casa madre di Parigi. Altri notabili vengono catturati fuori dai confini francesi. Insieme all’Ordine, finisce anche un modo di fare politica, di sentire la fede religiosa e di un sistema di valori sociali che avevano pervaso la cultura europea per oltre tre secoli, ma non finiscono i misteri. Ne parliamo con la studiosa di materia templare Sabina Marineo.

Osvaldo Carigi: Ciao Sabina, in un nostra precedente intervista ci parlasti di un Ordine segreto all’interno dell’Ordine del Tempio, ipotesi questa da te fermamente enunciata sulla base di forti “indizi” cercati e trovati. In sede di preparazione documentale a questa intervista mi sono imbattuto in una tua affermazione, di seguito riportata, che riecheggia proprio il predetto forse poco conosciuto aspetto della storia rossocrociata. Dunque, come visto Filippo il Bello ordina l’arresto dei Templari di Francia ma, come evidenziato in epigrafe, molti sfuggono agli sgherri della polizia reale rifugiandosi oltre i confini francesi. Un gruppo però… “Probabilmente un nucleo dell’Ordine custode della tradizione – mi riferisco qui alla cerchia eretica che tramava contro la Corona – non ha mai abbandonato la Francia, che era il centro spirituale della rete templare. Verosimilmente il gruppo si è tenuto al coperto per un certo periodo, pronto a continuare la sua attività una volta passata la tempesta, sotto altro nome. Questa è una prassi tipica delle società segrete.

Sabina Marineo: «Diversi regnanti della Penisola Iberica aprirono le porte per accogliere i fuggiaschi del Tempio. In Spagna si fondò l’Ordine di Montesa. Dobbiamo considerare che la Spagna ha rivestito un ruolo di primo piano nelle leggende del Graal. Wolfram von Eschenbach riconobbe la dinastia del Graal nei re d’Aragona, laddove i Templari erano i custodi del Graal stesso. In Portogallo fu l’Ordine dei Cavalieri di Cristo ad accogliere i Templari in disgrazia. In Gran Bretagna la croce dei monaci guerrieri era da sempre ben vista, alcuni indizi parlano per la presenza di Templari nella battaglia di Bannockburn al fianco dello scozzese Robert the Bruce. Insomma non erano pochi i regnanti europei pronti ad accogliere l’eredità del Tempio. È probabile che proprio alcuni membri della cerchia eretica abbiano organizzato il salvataggio di archivio e tesoro. Per diversi motivi. Prima di tutto l’archivio comprendeva documenti molto importanti, anche compromettenti, pensiamo solo all’efficace rete templare dai cento occhi e alle connessioni del Tempio con tutti i regnanti europei. E poi per continuare una tradizione si devono conservare le reliquie che la rappresentano, e questo è un elemento assai importante».

O.C.: Hai parlato di documenti importanti e compromettenti facenti parte dell’archivio dell’Ordine. Quest’ultima intrigante caratteristica mi porta indietro nel tempo, agli albori dell’epopea templare, a quei nove cavalieri impegnati a scavare tra le rovine del tempio di Erode: cosa cercavano? Scrive in proposito lo storico francese Gaetan Delaforge: “La missone reale dei nove cavalieri consisteva nel condurre delle ricerche in quell’area, onde riportare alla luce certi resti e manoscritti che serbavano racchiusa l’essenza delle arcane tradizioni del giudaismo e dell’antico egitto, alcuni rimontanti con tutta probabilità all’epoca di Mosè”. Sabina, possono essere dunque questi i documenti ‘compromettenti’ da te citati o c’è dell’altro?

S.M.: «Sappiamo con certezza che i primi Cavalieri praticarono scavi e lavori di costruzione nella zona della moschea Al Aqsa, a Gerusalemme. Ne parla anche lo storico medievale Otto von Freising. È probabile che qualcosa abbiano trovato, poiché si tratta di luoghi dalla grande importanza storicoreligiosa. Vado più in là e faccio un’ipotesi azzardata che però vale la pena formulare. Giacché parliamo della spianata del Tempio della Roccia e siamo quindi in un territorio che fu un tempo il bastione del giudaismo, si potrebbe anche ipotizzare che i Templari abbiano portato alla luce scritti ebraici in grado di ridiscutere il cristianesimo. Documenti scottanti che rinnegavano l’esistenza del Gesù a tutti noto. Scritti appartenenti, ad esempio, ad autori che si erano opposti con forza alla setta capeggiata da Giacomo, fratello di Gesù, e quindi negavano la santità di Gesù stesso. Sappiamo che i sacerdoti del Tempio di Gerusalemme osteggiarono la comunità giudeo-cristiana, tant’è vero che finirono per uccidere Giacomo».

O.C.: A seguito delle dichiarazioni di un certo Esquin de Floyran, già capitano templare a Montfauçon, la corona inizia a raccogliere testimonianze discreditanti sull’operato del Tempio da cavalieri templari espulsi dall’Ordine e ad infiltrare spie nelle commende. Un attento conoscitore della storia templare non può non chiedersi come mai Jacques De Molay, nonostante fosse stato avvertito per tempo di questa operazione da alcuni cavalieri presenti nella corte papale di Avignone, abbia indugiato sottovalutando il pericolo incombente, riuscendo in seguito a prendere solo approssimativi e confusi provvedimenti. Sabina, nel tuo eccellente “L’eresia templare”, si legge che “E’ difficile credere che de Molay non sapesse ciò che si preparava alle sue spalle o che, in caso contrario, si cullasse nella certezza di essere al sicuro. Scorrendo le pagine della storia, si ha la netta sensazione che sia il Gran Maestro che i fratelli del Tempio, i quali si lasciarono arrestare senza opporre resistenza, lo fecero ben consci di ciò che stava per avvenire”. Ben consci che sarebbero finiti sul patibolo e che gli avvenimenti di quel fatidico 13 ottobre 1307 segnavano la fine del Tempio ma forse anche ben consci che il loro sacrificio avrebbe dato la possibilità “a un gruppo di iniziati che operavano nell’ombra di riorganizzare una società per vie segrete”? Altra domanda: quando parli di fratelli del Tempio che non opposero resistenza alla polizia reale, intendi alti esponenti o anche semplici fratelli? Non credo che tutti sapessero dell’esistenza di un Ordine segreto all’interno dell’Ordine.

S.M.:: «Sicuramente la maggior parte dei Cavalieri non era a conoscenza dell’esistenza di una cerchia eretica, sarebbe stato troppo pericoloso e non avrebbe avuto alcun senso. Soltanto un nucleo di dignitari era iniziato al segreto. Riguardo a Jacques de Molay, nulla sappiamo. Secondo il manoscritto Schiffman, documento di origine massonica che risale al 1745 e comprende anche il famoso testo del “Battesimo del fuoco” di maestro Roncelin, de Molay sapeva. In questo testo si parla del passaggio di importantissime reliquie dell’Ordine dalle mani di Molay a quelle del giovane Beaujeu, imparentato con l’omonimo ex gran maestro. Tra le reliquie c’era anche il dito di Giovanni il Battista, personaggio al centro dell’eresia templare. La “Legenda Aurea” di Jacopo da Varagine ci informa che il dito del predicatore fu portato in Francia da santa Tecla».

O.C.: Parigi. 12 ottobre 1307. Sul far della notte, tre carri, coperti di paglia nei quali sono nascosti alcuni forzieri, scortati da Gerard de Villers, Hugo de Chalons e quarantadue cavalieri, lasciano il Tempio della capitale diretti al porto templare di La Rochelle dove il carico viene condotto a bordo dei vascelli ancorati nella fonda. Terminata l’operazione, la flotta templare prende il largo verso un’ignota destinazione, ancora oggi rimasta tale e, conseguentemente, foriera di discussioni e ipotesi da parte di studiosi della materia templare. Sabina, come giustamente evidenziato nei tuoi scritti, La Rochelle “era situato in un’insenatura naturale e, di conseguenza, in un’ottima posizione di difesa da eventuali attacchi nemici”. Ma la vera particolarità di questo porto è che si affaccia sull’oceano atlantico. Siamo nel 1307, ufficialmente, l’America non è stata ancora scoperta e quindi non esiste una rotta atlantica per il “nuovo Mondo”. Perché allora un porto atlantico? Per di più come afferma Jacques de Mahieu “troppo a sud della Gran Bretagna e troppo a nord del Portogallo?”. Può essere solo perché, oltre alle succitate caratteristiche topografiche da te citate, la sua raggiungibilità e operatività in senso climatico veniva favorita dalla Corrente del Golfo o la vera e forse più importante funzione di La Rochelle era un’altra?

S.M.: «La Rochelle rivestiva una grande importanza per il traffico marittimo con le città tedesche dell’Ansa, i Paesi del Baltico, le Fiandre e, non per ultimo, la Gran Bretagna. Da La Rochelle si dipartivano ben sei grandi strade che attraversavano la Francia per permettere una veloce distribuzione delle merci all’interno del Paese. Già questo basta a spiegare l’importanza del porto situato, anche dal punto di vista naturale, in una posizione strategica. Però Mahieu potrebbe avere ragione. Non è da escludersi che le navi templari partite da La Rochelle siano approdate in America prima delle caravelle di Colombo. Tanto più che il suocero di Cristoforo Colombo apparteneva all’Ordine dei Cavalieri di Cristo, quello di cui parlavo più sopra e che a suo tempo accolse i Templari in disgrazia. Non pochi hanno suggerito che le carte nautiche in possesso di Colombo potrebbero essere uscite da ex archivi templari. Le grandi quantità d’argento di cui disponevano i Templari potrebbero anche essere state trasportate dalle miniere del Messico».

O.C.: Come visto, archivio e tesoro sparirono. Escludendo la distruzione dell’archivio da parte dell’Ordine stesso, uno dei nascondigli più “sospetti” è il Midi, culla dell’eresia catara e zona di estrema importanza nella storia del Tempio. Gazzette locali pubblicarono notizie, confermate anche da abitanti del luogo, di ritrovamenti, nel corso dei secoli, di diversi depositi, di tesori tra i quali il più famoso è senz’altro quello che avrebbe trovato Bérengere Saunière, parroco di Rennes Le Chateau, piccolo paese pirenaico sul cui palcoscenico va in onda dal lontano 1885 uno dei più oscuri, indecifrabili misteri della nostra storia recente. Esiste la possibilità che documenti importantissimi e una parte del tesoro del Tempio furono occultati nella regione meridionale della Francia, il Midi? Saunière trovò una parte di questo “tesoro”, ovvero preziosi ma soprattutto manoscritti rivelatori di imbarazzanti segreti di natura religiosa?

S.M.: «Ho scritto in diverse mie pubblicazioni che il paesino di Rennes- le-Château riveste un ruolo importante, a mio avviso, nella sparizione del tesoro del Tempio. Era un luogo di confine tra Francia e Spagna che per decenni appartenne ai re spagnoli situato in territorio cataro, in quella Linguadoca che da sempre fu ostile al re di Francia, più spregiudicata, libera, aperta al nuovo, acculturata. Saunière trovò qualcosa nella cripta della chiesa di Santa Maddalena, nelle tombe dei signori. Penso che per un certo periodo sia stato il “custode” di quei documenti estremamente pericolosi per la Chiesa Cattolica. Ritengo che proprio tale scoperta lo abbia reso così sicuro di sé da fargli condurre una vita da signore nel povero paesino dimenticato fra le montagne. Intravedo una connessione tra Saunière, la sua ammirazione per Maria Maddalena e le sette oscure di occultisti francesi fin de siècle che auspicavano il ritorno di un cristianesimo gnostico delle origini».

O.C.: Per il nascondiglio del tesoro uno dei posti che più intriga la mia curiosità è sicuramente il castello di Gisors o, meglio, la sua cappella sotterranea scoperta e descritta da Roger Lhomoy dove, a detta dell’ermetista Pierre Plantard, altra figura singolare che ritroveremo presto, sarebbero custoditi “i segreti più importanti dell’Ordine del Tempio”. Ci puoi dettagliare, pur nel rispetto dello spazio concessoci, sugli aspetti aspetti più importanti di questa incredibile storia che sembra davvero uscita dalla penna di Dan Brown? (1) Così Lhomoy descrisse a de Sède la sua scoperta: “Mi trovo in una cappella romanica in pietra di Louveciennes della lunghezza di trenta metri, la larghezza di nove e l’altezza di circa quattro metri e cinquanta dalla chiave di volta. Alla mia sinistra, presso l’apertura attraverso la quale sono passato, vi è un altare di pietra con tabernacolo. Alla mia destra il resto della costruzione. Sulle pareti, a mezza altezza, sostenute da capitelli di pietra, le statue di Cristo e dei dodici apostoli in grandezza naturale. Lungo le pareti, a terra, vi sono dei sarcofaghi di pietra di due metri di lunghezza e sessanta centimetri di larghezza: sono in tutto diciannove. E nella navata, la mia lampada mi mostra qualcosa che ha dell’incredibile: trenta casse di metallo prezioso, divise in file di dieci. Più che di casse, si tratta di armadi stesi al suolo, ciascuno dei quali misura due metri e cinquanta di lunghezza, un metro e ottanta di altezza ed un metro e sessanta di larghezza.”

S.M.: «Senza nulla togliere a Dan Brown, personalmente devo dire che la penna dell’ambiguo Gérard de Sède mi ha affascinato di più. Ed è stato proprio lui, guidato dal dossier fornitogli dall’ermetista Pierre Plantard, a raccontare per primo la storia di Gisors. Le avventure di Roger Lhomoy, giardiniere del castello, che sulla scia delle antiche leggende comincia a scavare nottetempo un tunnel sotto il torrione di Gisors alla caccia del tesoro della regina Bianca e finisce poi per scoprire stanze sotterranee in cui, a suo dire, vi sono antichi sarcofaghi e altro. Ma il poveretto deve sospendere le sue ricerche per motivi tecnici e, quando si rivolge alle autorità per avere un aiuto, si vede chiudere la porta in faccia. Peggio ancora: perde impiego e famiglia perché nessuno crede alla validità della sua scoperta. Il tunnel viene sigillato e il giardiniere è accusato di aver messo in pericolo, con i suoi scavi clandestini, la staticità del torrione. A suo tempo, Gérad de Sède portò Lhomoy in televisione, affinché l’ex giardiniere confermasse in pubblico il suo racconto. Di certo si trattò di una buona pubblicità per lo scrittore francese. Molti dubitano della veridicità di questa storia. Però dobbiamo pensare che il vero informatore di Gisors non fu de Sède e non fu nemmeno Lhomoy, bensì Pierre Plantard. Quest’ultimo non perseguiva nessuno scopo pubblicitario, giacché preferì sempre restare nell’ombra, eppure volle che certi luoghi della storia segreta di Francia finissero sulle pagine dei giornali. Viene da chiedersi perché».

O.C.: Secondo lo studioso massonico inglese Patrick Byrne, il rito massonico dell’Arco Reale potrebbe riferirsi alla scoperta dell’Arca dell’Alleanza da parte dei Cavalieri Templari. Inoltre, lo stesso studioso sostiene che l’Arca sia finita in Francia, nei dintorni di Rennes le Château e che si trovi tuttora nelle mani di un gruppo segreto.

S.M.: «In effetti l’Arca dell’Alleanza è un mitema biblico intrigante tratto dalla molto più antica teogonia egizia in cui gli scrigni dedicati alle divinità abbondano. Forse l’Arca dell’Alleanza era, come ho suggerito in alcuni scritti, un oggetto sacro e prezioso trafugato da un tempio egizio in occasione della fuga del popolo ebraico dalla Terra dei faraoni. Quando però i Templari occuparono la spianata del Tempio, l’Arca non si trovava più lì. L’ultima sua traccia si perde in un anfratto del monte “Nebo”, come riportato nei Libri dei Maccabei. Non è da escludersi invece che i Cavalieri abbiano trovato nella zona interessata dagli scavi qualche indicazione sul nascondiglio dell’Arca e siano poi riusciti ad individuare il deposito segreto nascosto nella montagna. Se così fosse e se l’Arca finì poi in Francia, la cripta nella chiesa di Rennes sarebbe stata un ottimo nascondiglio ».

O.C.: Nella “Chiave di Hiram” si legge che “Durante la cerimonia d’iniziazione al terzo grado, al nuovo mestro massone viene indicata la propia bara coperta da un drappo funebre con sopra un teschio e due femori incrociati. I Templari usarono lo stesso simbolo sul nero stendardo issato sulle loro navi”. E’ risaputo che molti Ordini militari medievali praticarono quella che oggi potremmo definire pirateria e i Templari non fecero eccezione.

S.M.: «I Templari, grandi commercianti e navigatori, erano in qualche modo anche pirati. Il teschio e le ossa incrociate rimandano, ovviamente, alla simbologia massonica, alla suggestiva leggenda di Hiram di Abif, architetto del Tempio, colui che fu ucciso e sepolto dopo che il suo corpo era stato smembrato per poter essere deposto nell’angusta tomba. A tale proposito vorrei citare un disegno del pittore Guercino, l’artista che ci ha lasciato la prima versione di “Et in Arcadia ego”, in cui il maestro ha immortalato proprio la sepoltura di Hiram Abif. Si tratta di un’opera pressoché sconosciuta e oggi conservata da un’importante loggia massonica scozzese. Nell’Arcadia del Guercino, il cranio è al centro della raffigurazione su cui posano gli sguardi dei pastori. Del resto il culto dei crani ha radici molto profonde che si perdono nel Paleolitico».

Osvaldo Carigi: L’ermetista Pierre Plantard, fondatore del Priorato di Sion, affermò che l’Ordine di Sion medievale e il Tempio sarebbero stati originariamente i due rami di un unico Ordine, tant’è che i primi Gran Maestri templari furono anche i primi Gran Maestri di Sion. Per la cronaca “en passant”, Dan Brown riprese l’affermazione di Plantard nel suo “Codice da Vinci” quando fa dire a Robert Langdon che “Per recuperare i documenti dalle rovine (le rovine del tempio di Erode costruito sopra il tempio di Salomone), il Priorato creò un proprio braccio militare, un gruppo di nove cavalieri chiamato l’Ordine dei Poveri Cavalieri di Cristo e del Tempio di Salomone .” Successivamente nel 1118 avvenne la scissione voluta dalle eminenze grigie dell’Ordine di Sion, scissione passata alla storia con il famoso episodio del taglio dell’olmo di Gisors. Solo fantasie o realtà storica?

S.M.: «Un Ordine di Sion medievale è esistito e ci sono diversi documenti dell’epoca e anche più tardi che l’attestano. Li ho più volte citati nei miei scritti. Si trattava di un ordine di monaci che si stabilirono sul Monte di Sion, un’altura situata a poca distanza dalle mura di Gerusalemme, fuori dalla città. L’Ordine di Sion fu fondato da Goffredo di Buglione nel 1099 e i monaci sono rimasti nel convento gerosolimitano sino al 1187. Dopo la conquista musulmana si trasferirono a San Giovanni d’Acri a pochi passi da una commenda templare. Quando anche gli ultimi Cavalieri furono costretti a lasciare la Palestina, i monaci di Sion passarono in Sicilia, a Caltanissetta, e infine stabilirono la loro sede principale in Francia, ad Orléans. Non esistono prove concrete a testimonianza di un legame stretto fra quest’ordine monastico e quello del Tempio. C’è soltanto la parola di Pierre Plantard, abile mistagogo. Anche l’episodio dell’olmo di Gisors, pur essendo un avvenimento storico, è stato interpretato da Plantard in una chiave personale. Interessante è il fatto che il Priorato di Sion situato nell’abbazia di Saint Samson, ad Orléans, fu sciolto nel XVII dai Gesuiti che accusarono gli ultimi monaci di Sion… di pratiche eretiche».

Articolo di Osvaldo Carigi



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 Oggetto del messaggio: Re: RONCELIN DE FOS E I TEMPLARI
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RONCELIN VERSUS RUNCIMAN EL SECRETO ULTERIOR DEL TEMPLE



Fernando Arroyo

James Cochran Stevenson Runciman, más conocido como Sir Steven Runciman, nació el 7 de julio de 1903 en Northumberland, Inglaterra, y falleció el 1 de noviembre de 2000 a los 97 años de edad, siendo enterrado cerca de Lockerbie, Escocia. Sir Steven Runciman fue uno de los más prestigiosos medievalistas británicos, presidente de la Society for the Promotion of Byzantine Studies desde el año de su fundación en 1983, y profesor de Arte e Historia de Bizancio en Estambul, Turquía.

Uno de los mayores expertos del mundo en la historia del Imperio Bizantino y de las Cruzadas, entre sus obras más destacables con relación a ambos temas cabe citar los tres volúmenes escritos entre 1951 y 1954 de "A History of the Crusades" y "The Fall of Constantinople, 1453", ambas publicadas por la Cambridge University Press. Segundo hijo del primer Vizconde de Doxford, Walter Runciman, descendiente del pintor escocés de mediados del siglo XVIII Alexander Runciman, Sir Steven, gran viajero que llegó a residir y trabajar en ciudades como Atenas, Sofía, El Cairo, Jerusalén o Estambul, y que incluso llegó a convertirse en Derviche honorario en Siria, siempre supo que sus raíces estaban en las brumosas tierras de Escocia, donde se estableció definitivamente en 1966. Parece ser que un año después, en enero de 1967, Runciman habría recibido el encargo de encabezar un equipo multidisciplinar que llevase a cabo una investigación exhaustiva sobre “El Libro del Bautismo de Fuego” o “Estatutos secretos dictados para los hermanos por Roncelinus” (conocidos como la “Regla Secreta del Temple”), que fueron descubiertos en 1794, entre los fondos de la Biblioteca Corsino de los Archivos Vaticanos, por el obispo de Copenhague Friedrich Münter.

A pesar de no ser uno de los grandes expertos en templarismo, o cuando menos no formar parte de esa “nómina” de historiadores especialmente interesados en el tema, seguramente Runciman fue elegido para coordinar esta investigación precisamente por eso: por su independencia, por su relativo “desapasionamiento” hacia la historia templaria como fenómeno de trascendental relevancia por sí mismo, amén de por su probada solvencia como investigador y su reputadísima rigurosidad académica. El documento a investigar fue redactado a finales del siglo XIII por un tal Roncelinus (nombre asociado a Roncelin de Fos), personaje un tanto “evanescente” como muy acertadamente lo califica el historiador y documentalista español Justo A. Navarro, cuyo único dato documentado por él conocido “es el que le menciona como Maestre de la Comandancia (término más ajustado que encomienda) de Tortosa, en Siria, el 17 de junio de 1242, en la que se le cita como parte presente en una concordia arbitral entre el Temple y el Hospital, aunque el Libro de Artefeuil (tomo III, pág. 250), dice que fue recibido en la Orden en 1267 por el caballero Jean de Pellissier.

También se le supone "desaparecido" hacia 1280-1290, en la Casa del Temple de Santa Eulalia de Cernon, es decir sobrepasados los 75 años de edad si es que es cierto que nació hacia 1205 en Bormes-les-Mimosas”. Según el investigador francés Patrick E. Braccó, para más señas miembro de la Ordo Supremus Militaris Templi Hierosolymitani (OSMTH), los Estatutos de Roncelinus "están teñidos de catarismo y de paganismo, y en ellos vuelven a encontrarse indicaciones que demostrarían que los templarios habrían tenido una gnosis secreta". Por su parte, el escritor e investigador soriano Ángel Almazán, en su artículo “De Numancia a Montsegur” (Revista de Soria, nº 6, Otoño de 1994), nos dice en referencia a los Estatutos: “Allí se habla de la alquimia y de Abraxas, un eón gnóstico que reaparece en nuestro siglo en la novela "Demian" de Hermann Hesse y, poco antes, en los "Siete Sermones a los Muertos" escrito por Carl Gustav Jung, el último de los grandes gnósticos”. Y añade: “En los Archivos Nacionales franceses se encuentra guardado un sello del Temple requisado al ser abolida la Orden.

Se halla colocado en una carta escrita por Andrés de Coulours, preceptor del Temple y residente en la encomienda de Coulours, en el bosque de Othe. El sello tiene unas palabras: "Secretum Templi". En el centro hay un extraño personaje con pies que parecen cabezas de serpiente, siendo la suya similar a la de un gallo visto de perfil. Esta figura era muy usual, a principios de la era cristiana, entre los gnósticos en unos talismanes llamados "abraxas". También se perciben en este sello diversas runas”. Con respecto a este último apunte, conviene señalar que el Dr. Raitzin indicó en su momento algo que en verdad resulta evidente, esto es que tales signos interpretados como runas son en realidad letras griegas. Y si bien esto es indiscutible, también lo son las posteriores puntualizaciones hechas al respecto por el propio Almazán: que el griego primitivo deriva del fenicio, y éste, efectivamente, contiene signos que son muy similares a las runas. Por otra parte, existen otros documentos templarios reservados para una jerarquía iniciática que avalan dicho esoterismo, como los estudiados por Gérard Sebanesco, según Serge Hutin: "On devait découvrir au XVII siècle en Allemagne deux documents remontant au Moyen Age, qui se révélèrent être bel et bien deux règles secrètes complétant, pour les seuls Chevaliers qui atteignaient le vrai Cercle Intérieur de l´Ordre, la Règle ecclésiastique courante: ces documents trouvés à Hambourg sont la `Regle des Frères Elus´ et la `Règle des Frères Consolés´" (*)

Volviendo a la cuestión que nos ocupa, parece ser que la financiación del estudio de 1967 corrió a cargo de dos órdenes neotemplarias (en un principio se pensó que una de ellas era la liderada por el conde italiano Rocco Zingaro di San Ferdinando, cosa que parece descartable por el año del encargo), sabiéndose de las buenas relaciones que una de ellas mantenía con ¡el Vaticano!. Precisamente, esta aparente incongruencia es la que nos hizo pensar en el grupo de San Ferdinando, pues resulta de dominio público que en la década de los noventa la Orden del Temple, supuestamente representada por el conde italiano, fue “simbólicamente perdonada” por el Patriarca latino de Jerusalén Monseñor Michel Shabbah, en una ceremonia revestida de gran boato y emotividad. Este dato, aunque cierto, no significa que el “Temple de San Ferdinando” lograse, como es de suponer, el mismo gesto por parte del Papa. Hay fuentes solventes que señalan que la investigación referida no habría sido financiada por el Vaticano, sino por seglares adscritos a diversas corrientes de investigación templaria. De cualquier forma, todo hace pensar, y así lo señalan evidencias notorias, que una de las organizaciones neotemplarias que habría encargado el estudio de los Estatutos fue la Nueva Observancia Templaria. Esta orden, que nada tiene que ver con la Estricta Observancia Templaria de Von Hund, se fundó en el año 1963 (sospechosamente sólo cuatro años antes del “Caso Runciman”), lo que nos induce a pensar si su propia creación no sería una especie de “tapadera” auspiciada por alguna de esas manos invisibles vaticanas (probablemente jesuíticas) que sirven para mover ciertos hilos en los asuntos “delicados”...

Sea como fuere, y según testimonio de los propios dirigentes de esta orden, mantienen buenas relaciones con el Vaticano. La Nueva Observancia Templaria tiene su sede en Francia, concretamente se sabe que en 1998 tenía una dirección postal en Saint-Laurent-du-Var. A pesar de la supuesta buena relación entre ambas instituciones (que sepamos no corroborada por ninguna instancia eclesiástica), no deja de resultar curiosa y significativa la participación de grupos neotemplarios en una investigación de las características que nos ocupa, por cuanto la misma se encargó sobre los Estatutos que obran en poder del Vaticano, lo que hace pensar si la propia Santa Sede no estuviese detrás del asunto. De ser así, ya se plantea un primer interrogante con relación a un hecho sumamente extraño: ¿qué papel jugarían dos órdenes neotemplarias en una investigación vaticana?..

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https://simoneltemplario.blogspot.com/2 ... an-ll.html

Roncelin versus Runciman (ll)
En el curso de las investigaciones históricas (el análisis del documento pronto arrojó el resultado de ser auténtico), se habría encontrado una carta no criptografiada y fechada en 1266, en la que el gran Maestre oficial de la Orden, a la sazón Thomas Bérard (Amaury de la Roche según algunos historiadores) se dirigía a un tal Roncelin de Fos como “VENERABLE MAESTRE ULTERIOR Y SUPREMO”

"Ulterior” significa literalmente “que está más allá”, y “supremo” está claro lo que significa, por lo que debemos concluir que resulta ésta una extraña forma de dirigirse al Maestre de una Comandancia por parte del Maestre de la Orden... Ya en el hecho de que los historiadores no se pongan de acuerdo en a quién correspondió el maestrazgo (Bérard o De la Roche) en la época en que está fechada la carta, y las propias dudas existentes sobre la verdadera identidad de Roncelin, hacen que el enigma en torno al asunto se acreciente. La carta en cuestión informa de la caída de Saphet y la muerte de todos los hermanos que defendían la fortaleza, y dado su carácter de simple parte de guerra, carente de informaciones confidenciales o connotaciones comprometedoras (salvo el extraño tratamiento que recibe Roncelin de Fos por parte del Maestre oficial de la Orden), es por lo que tal vez se cometió el desliz de no haber sido encriptada. Saphet se encuentra al norte del mar de Galilea. Fue destruida en 1219 y reconstruida bajo el Maestrazgo de Armand de Pèrigord con el apoyo de Benedicto, obispo de Marsella.

En 1266 fue arrebatada a la Orden por el sultán mameluco Baybars, quien hizo matar a todos los defensores; hechos que, de forma apesadumbrada, se relatan en la misiva que nos ocupa. También cabe pensar, ¿por qué no?, que este estado de profundo abatimiento del Maestre de la Orden le hiciese cometer la torpeza de no criptografiar una carta que debiera haber permanecido por siempre oculta a ojos de los profanos... ¿Qué culpas remorderían la conciencia de quien, teniendo tanto que perder, perdió hasta la discreción debida (o “de vida”)?... Esta pregunta se la hace el que suscribe, a tenor de los términos en que se expresa el afligido Maestre, pero otros interrogantes, seguramente menos subjetivos, se desprenden de todo esto: - ¿Fueron deslices como el referido (no encriptar ciertas misivas) la verdadera causa de la caída de la Orden? - ¿Apareció también esta carta manuscrita (y puede que otras que compondrían eso que se ha dado en llamar "Le Cartulaire Secret", así como los propios Estatutos de Roncelinus) en los Archivos Vaticanos, como parte del material incautado durante el proceso inquisitorial?

Ciertamente, resulta difícil concebir que semejante error se produjese, y más complicado aún resulta entender que las implicaciones que se derivan de la carta secreta entren en contradicción con la propia Regla Secreta del Temple como se ha llegado a sostener, pues, efectivamente, los Estatutos en su artículo XX dicen: “Está rigurosamente prohibido de elegir como Gran Maestre a un Consolado. Los otros puestos y cargos principales de la Orden están reservados a los Elegidos y a los Consolados”. Sin embargo, resulta evidente que tal contradicción no existe, pues si bien la Regla indica claramente que está prohibido elegir como Gran Maestre a un Consolado (el Consolado es aquel que “está liberado del yugo que los hijos de Babilonia han establecido sobre la base de los falsos dogmas”... Art. VI), no parece indicar, de forma explícita ni implícita, que no pueda ser un Elegido (miembros del círculo interior). De hecho, conviene recordar que en las mazmorras de la torre de Chinón, donde estuvieron apresados los altos cargos de la Orden del Temple, entre ellos el Maestre Jacques de Molay, se hallaron graffitis grabados por la propia cúpula templaria en las paredes de las celdas.

Estos graffitis están plenos de un inequívoco simbolismo esotérico, hasta el punto de que su significado oculto trató de ser dilucidado por el alquimista Eugène Canseliet, discípulo de Fulcanelli (si no el propio Fulcanelli en persona). Esto evidencia que, efectivamente, los máximos dignatarios de la Orden tenían pleno conocimiento del saber trascendente y esotérico templario, lo cual no significa que tuviesen que ocupar rangos equivalentes dentro las diferentes estructuras orgánicas de la Orden. Concebir esto así, resulta mucho más lógico y admisible que no la hipótesis de un círculo interior funcionando en secreto y a espaldas de la jefatura exotérica u oficial, aunque sí del resto de la estructura mayoritaria (eminentemente la militar) de la Orden. Independientemente de las prudenciales dudas sobre la veracidad o exactitud que la información aquí expuesta plantea, más que contradicciones lo que genera son nuevos interrogantes que ahondan aún más en las ya de por sí enormes incógnitas existentes en torno al misterio templario. Ya en su momento se produjeron filtraciones desde la liga Anglo-Helénica que el mismo Runciman presidiera.

En concreto un miembro de esta liga, amigo y estrecho colaborador de Sir Steven, que había tomado parte en el equipo de investigación de 1967, hizo algunos comentarios imprudentes en una de las reuniones que se llevaron a cabo en la torre fronteriza de Elshieshields, en Dumfrieshire, Escocia. Los comentarios hacían referencia a un acta notarial firmada por los cinco integrantes del grupo, comprometiéndose a no difundir públicamente los resultados de la investigación. El informe final debía ser entregado directamente a los representantes neotemplarios que promovieron la operación, los cuales se habrían garantizado la fidelidad pagando cuantiosos honorarios. Ahora, muerto Runciman, el tema parece aflorar y los cabos sueltos son demasiados como para desdeñarlos sin más. Tan sólo, y en ello se encuentran actualmente varios investigadores, resulta preceptivo: primero, hallar esos cabos sueltos; y segundo, atarlos. Las pistas son claras y notorias, aunque hasta el momento esquivas: - El acta notarial firmada por el equipo de Runciman. Ella demostraría fehacientemente que el estudio se llevó a cabo y, lo que es más importante, evidenciaría el compromiso de no difundir los resultados públicamente.

- La carta manuscrita enviada por el Maestre del Temple a Roncelin de Fos en 1266. De demostrarse su existencia y autenticidad el secreto ulterior del Temple quedaría al descubierto, con lo que habría que reescribir no sólo la historia de la Orden, sino parte de la propia historia medieval... - Los cuatro integrantes restantes del equipo de investigación de Runciman, incluido el filtrador de la información, pues aunque resulta improbable, tal vez alguno de ellos aún viva. Cabe pensar que todos, o cuando menos la mayoría, fuesen integrantes de la liga Anglo-Helénica. - Las órdenes neotemplarias que financiaron el proyecto. Descartada la liderada por San Ferdinando, todas las evidencias apuntan hacia un grupo que mantiene presumibles buenas relaciones con el Vaticano, en este caso reconocidas por los propios dirigentes de la orden, y su más que sospechosa fundación cuatro años antes del “Caso Runciman”: la Nueva Observancia Templaria.

La otra orden, o bien es inexistente (una mera puesta en escena para el despiste) o, por el contrario, habría sido la verdadera impulsora de la investigación, valiéndose para ello de las supuestas buenas relaciones referidas para acceder a ciertos archivos vaticanos. - El informe Runciman. El resultado del estudio encargado se plasmó en un informe, cuyo original se habría entregado a quienes lo pagaron: las órdenes neotemplarias... Esperemos que, en última instancia, realmente no fuese la propia Sede Pontificia, o la Societas Iesus... Dado que está totalmente descartado que la copia estudiada de los Estatutos de Roncelin en 1967 fuese la que se conserva en Hamburgo, los responsables de la Biblioteca Corsino de Roma tendrían que ser la fuente primaria a la que acudir en busca de pistas, debiendo ser conscientes, eso sí, de que “con la Iglesia hemos topado”...

Afortunadamente, lo que no parece probable es que el honorable e insigne Runciman haya conseguido llevarse su secreto, el secreto ulterior del Temple, a la tumba... (*) Se deberían descubrir en el siglo XVII en Alemania dos documentos que se remontaban a la Edad Media, que demostraban ser de hecho dos reglas secretas suplementarias, redactadas solo para los Caballeros que alcanzaron el verdadero Círculo Interior de la Orden, y que suplementaban la regla eclesiástica corriente: estos documentos encontrados en Hamburgo son los "La Regla de los hermanos Elegidos" y la "Regla de los hermanos Consolados"

ciao
mauro



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OTTIMO LAVORO !






RONCELIN CONTRO RUNCIMAN: IL SEGRETO ULTIMO DEL TEMPIO

Fernando Arroyo

James Cochran Stevenson Runciman, meglio conosciuto come Sir Steven Runciman, nacque il 7 luglio 1903 nel Northumberland, in Inghilterra, e morì il 1° novembre 2000, all'età di 97 anni. È sepolto vicino a Lockerbie, in Scozia. Sir Steven Runciman è stato uno dei più prestigiosi medievalisti britannici, presidente della Society for the Promotion of Byzantine Studies dalla sua fondazione nel 1983 e professore di arte e storia bizantina a Istanbul, in Turchia.


OK , con calma la traduzione .


zio ot [:305]



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 Oggetto del messaggio: Re: RONCELIN DE FOS E I TEMPLARI
MessaggioInviato: 15/08/2025, 12:11 
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RONCELIN CONTRO RUNCIMAN:

IL SEGRETO ULTIMO DEL TEMPIO






Fernando Arroyo


James Cochran Stevenson Runciman, meglio conosciuto come Sir Steven Runciman, nacque il 7 luglio 1903 nel Northumberland, in Inghilterra, e morì il 1° novembre 2000, all'età di 97 anni. È sepolto vicino a Lockerbie, in Scozia. Sir Steven Runciman è stato uno dei più prestigiosi medievalisti britannici, presidente della Society for the Promotion of Byzantine Studies dalla sua fondazione nel 1983 e professore di arte e storia bizantina a Istanbul, in Turchia.


Uno dei massimi esperti mondiali di storia dell'Impero bizantino e delle Crociate, tra le sue opere più note su entrambi gli argomenti si annoverano i tre volumi "A History of the Crusades" e "The Fall of Constantinople, 1453", scritti tra il 1951 e il 1954, entrambi pubblicati dalla Cambridge University Press.

Secondogenito del primo visconte Doxford, Walter Runciman, discendente del pittore scozzese Alexander Runciman della metà del XVIII secolo, Sir Steven, grande viaggiatore che visse e lavorò in città come Atene, Sofia, Il Cairo, Gerusalemme e Istanbul, e che divenne persino Derviscio onorario in Siria, ha sempre saputo che le sue radici erano nelle nebbiose terre della Scozia, dove si stabilì definitivamente nel 1966.

Sembra che un anno dopo, nel gennaio del 1967, Runciman sarebbe stato incaricato di guidare un team multidisciplinare per condurre un'indagine esaustiva sul "Libro del Battesimo del Fuoco" o "Statuti segreti dettati per i fratelli da Roncilino" (noto come "Regola segreta del Tempio"), che furono scoperti nel 1794, tra i fondi della Biblioteca Corsino dell'Archivio Vaticano, dal vescovo di Copenaghen Friedrich Münter.


Pur non essendo uno dei grandi esperti del Templarismo, o almeno non facente parte di quella "lista" di storici particolarmente interessati all'argomento, Runciman è stato sicuramente scelto per coordinare questa ricerca proprio per questo motivo: per la sua indipendenza, per il suo relativo "distacco" nei confronti della storia templare come fenomeno di per sé di rilevanza trascendentale, nonché per la sua comprovata solvibilità di ricercatore e il suo rigore accademico di tutto rispetto.

Il documento in esame fu redatto alla fine del XIII secolo da un certo Roncelinus (nome associato a Roncelin de Fos), personaggio un po' "evanescente", come lo definisce opportunamente lo storico e documentarista spagnolo Justo A. Navarro, la cui unica informazione documentata a lui nota "è quella che lo menziona come Maestro della Commenda (termine più esatto di encomienda) di Tortosa, in Siria, il 17 giugno 1242, in cui è citato come parte presente in un accordo arbitrale tra il Tempio e l'Ospedale, sebbene il Libro di Artefeuil (volume III, pagina 250) dica che fu ricevuto nell'Ordine nel 1267 dal cavaliere Jean de Pellissier.


Si presume inoltre che sia "scomparso" intorno al 1280-1290, nella Casa del Tempio di Santa Eulalia de Cernon, cioè quando aveva più di 75 anni, se è vero che nacque intorno al 1205 a Bormes-les-Mimosas." Secondo il ricercatore francese Patrick E. Braccó, membro dell'Ordo Supremus Militaris Templi Hierosolymitani (OSMTH), gli Statuti di Roncelinus "sono tinti di catarismo e paganesimo, e in essi si trovano ancora indizi che dimostrerebbero che i Templari avrebbero avuto una gnosi segreta.

" Da parte sua, lo scrittore e ricercatore di Soria, Ángel Almazán, nel suo articolo "Da Numancia a Montsegur" (Revista de Soria, n. 6, autunno 1994), ci dice a proposito degli Statuti: "Si parla di alchimia e di Abraxas, un eone gnostico che riappare nel nostro secolo nel romanzo "Demian" di Hermann Hesse e, poco prima, nei "Sette sermoni ai morti" scritti da Carl Gustav Jung, l'ultimo dei grandi gnostici."

E aggiunge: "Un sigillo del Tempio sequestrato quando l'Ordine fu abolito è conservato negli Archivi nazionali francesi.

Si trova in una lettera scritta da Andrea di Coulours, precettore del Tempio e residente nella commenda di Coulours, nella foresta di Othe.

Il sigillo reca le parole: "Secretum Templi". Al centro, si trova una strana figura con piedi che ricordano teste di serpente, e la testa simile a quella di un gallo vista di profilo.0



https://it.wikipedia.org/wiki/Abraxas

Mainz0271.jpg




Questa figura era molto comune, all'inizio dell'era cristiana, tra gli gnostici, su talismani chiamati "abraxas". Su questo sigillo si possono vedere anche varie rune. Riguardo a quest'ultimo punto, vale la pena notare che il Dott. Raitzin indicò all'epoca qualcosa di veramente evidente, ovvero che tali segni interpretati come rune sono in realtà lettere greche.


E se questo è indiscutibile, lo sono anche le successive precisazioni fornite al riguardo dallo stesso Almazán: che il greco primitivo deriva dal fenicio, e quest'ultimo, in effetti, contiene segni molto simili alle rune. D'altra parte, esistono altri documenti templari riservati a una gerarchia iniziatica che supportano questo esoterismo, come quelli studiati da Gérard Sebanesco, secondo Serge Hutin:

"Bisognava scoprire nel XVII secolo in Germania due documenti risalenti al Medioevo, che si rivelarono bellissimi e completamente segreti, due regole per i cosiddetti Cavalieri che frequentavano il Vero Cerchio". Intérieur de l´Ordre, la Règle ecclésiastique courante: ces document trouvés à Hamburg sont la `Regle des Frères Elus´ et la `Règle des Frères Consolés´" (*)


Tornando alla questione in oggetto, pare che il finanziamento per lo studio del 1967 sia stato fornito da due ordini neo-templari (inizialmente si pensò che uno di essi fosse guidato dal conte italiano Rocco Zingaro di San Ferdinando, un riscontro che appare improbabile dato l'anno della commissione), visti i buoni rapporti che uno di essi intratteneva con il Vaticano!

Proprio questa apparente incongruenza è ciò che ci ha fatto pensare al gruppo di San Ferdinando, poiché è di pubblico dominio che negli anni Novanta l'Ordine del Tempio, presumibilmente rappresentato dal conte italiano, è stato "simbolicamente graziato" dal Patriarca latino di Gerusalemme, monsignor Michel Shabbah, in una cerimonia carica di grande sfarzo ed emozione.

Questo fatto, pur essendo vero, non significa che il "Tempio di San Ferdinando" abbia ottenuto, come si potrebbe supporre, lo stesso gesto dal Papa.

Esistono fonti attendibili che indicano che la suddetta indagine non è stata finanziata dal Vaticano, ma da laici affiliati a vari movimenti di ricerca templari. In ogni caso, tutto suggerisce, e prove convincenti suggeriscono, che una delle organizzazioni neo-templari che commissionarono lo studio degli Statuti fosse la Nuova Osservanza Templare.

Quest'ordine, che non ha nulla a che fare con la Stretta Osservanza Templare di Von Hund, fu fondato nel 1963 (sospettosamente, appena quattro anni prima del "Caso Runciman"), il che ci porta a chiederci se la sua stessa creazione non sia stata una sorta di "copertura" sponsorizzata da una di quelle invisibili mani vaticane (probabilmente gesuitiche) che muovono certi fili in questioni "delicate"...



In ogni caso, e secondo le testimonianze dei vertici dell'ordine, questi ultimi mantengono buoni rapporti con il Vaticano.

La Nuova Osservanza Templare ha sede in Francia; in particolare, è noto che nel 1998 aveva un indirizzo postale a Saint-Laurent-du-Var.

Nonostante i presunti buoni rapporti tra le due istituzioni (non corroborati da alcuna autorità ecclesiastica, per quanto ne sappiamo), la partecipazione di gruppi neo-templari a un'indagine di questo tipo è comunque curiosa e significativa, dato che è stata condotta sulla base degli Statuti in possesso del Vaticano.

Ciò solleva la questione se la Santa Sede stessa sia stata dietro la vicenda.

In tal caso, ciò solleva un primo interrogativo riguardante un evento estremamente singolare: quale ruolo avrebbero due ordini neo-templari in un'indagine vaticana?




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Roncelin contro Runciman (ll)




Nel corso di ricerche storiche (l'analisi del documento ne rivelò presto l'autenticità), sarebbe stata scoperta una lettera non criptata datata 1266, in cui il Gran Maestro ufficiale dell'Ordine, allora Thomas Bérard (Amaury de la Roche secondo alcuni storici), si rivolgeva a un certo Roncelin de Fos chiamandolo "VENERABILE MAESTRO SUPREMO".


"Ulteriore" significa letteralmente "oltre", e "supremo" è chiaro il suo significato, quindi dobbiamo concludere che questo è uno strano modo di rivolgersi al Maestro di una Commenda da parte del Maestro dell'Ordine...

Il fatto che gli storici non siano d'accordo su chi detenesse il magistero (Bérard o De la Roche) al momento della datazione della lettera, e i dubbi che sussistono sulla vera identità di Roncelin, fanno crescere l'enigma che circonda la questione.

La lettera in questione riporta la caduta di Saphet e la morte di tutti i confratelli che difendevano la fortezza, e data la sua natura di semplice rapporto di guerra, privo di informazioni riservate o connotazioni compromettenti (ad eccezione dello strano trattamento riservato a Roncelin de Fos dal Maestro ufficiale dell'Ordine), è forse il motivo per cui il lapsus non è stato criptato.

Saphet si trova a nord del Mar di Galilea. Fu distrutta nel 1219 e ricostruita sotto il magistero di Armand de Pèrigord con il sostegno di Benedetto, vescovo di Marsiglia.


Nel 1266, fu sottratto all'Ordine dal sultano mamelucco Baybars, che ne fece uccidere tutti i difensori; eventi che sono tristemente raccontati nella lettera in oggetto.

È anche possibile pensare, perché no?, che questo stato di profondo sconforto del Maestro dell'Ordine lo abbia portato a commettere l'errore di non cifrare una lettera che avrebbe dovuto rimanere per sempre nascosta agli occhi dei non iniziati...

Quale colpa potrebbe rodere la coscienza di chi, avendo così tanto da perdere, ha perso persino la dovuta discrezione (o "vita")?...

Questo interrogativo è posto dal sottoscritto, alla luce dei termini in cui si esprime l'afflitto Maestro, ma da tutto ciò sorgono altri interrogativi, sicuramente meno soggettivi: - Sono state mancanze come quella sopra menzionata (non cifrare certe lettere) la vera causa della caduta dell'Ordine? -

Questa lettera manoscritta (e forse altre che compongono quella che è stata chiamata "La Cartulaire Segreta", così come gli Statuti di Roncilino stessi) sono apparse anche negli Archivi Vaticani, come parte del materiale sequestrato durante il processo dell'Inquisizione?


È certamente difficile concepire che un simile errore possa essere avvenuto, e ancora più complicato comprendere che le implicazioni derivate dalla lettera segreta contraddicono la Regola Segreta del Tempio stessa, come è stato sostenuto, poiché, in effetti, gli Statuti al loro Articolo XX affermano: “È severamente proibito eleggere un Consolato come Gran Maestro.

Gli altri principali incarichi e cariche dell'Ordine sono riservati agli Eletti e ai Consolati”. Tuttavia, è evidente che tale contraddizione non sussiste, poiché sebbene la Regola indichi chiaramente che è proibito eleggere un Consolato come Gran Maestro (il Consolato è colui che “è liberato dal giogo che i figli di Babilonia hanno stabilito sulla base di falsi dogmi” ... Art. VI), non sembra indicare, né esplicitamente né implicitamente, che non possa trattarsi di un Eletto (membri della cerchia ristretta).

Vale la pena ricordare, infatti, che nelle segrete della torre di Chinón, dove venivano imprigionati membri di alto rango dell'Ordine dei Templari, tra cui il Maestro Jacques de Molay, sono stati rinvenuti graffiti incisi sui muri delle celle dagli stessi vertici dei Templari.

Questi graffiti sono carichi di un inequivocabile simbolismo esoterico, al punto che l'alchimista Eugène Canseliet, discepolo di Fulcanelli (se non Fulcanelli stesso), tentò di svelarne il significato nascosto.


https://sites.google.com/site/gruppomis ... -di-chinon

Ciò dimostra che, in effetti, i più alti dignitari dell'Ordine erano pienamente consapevoli della conoscenza trascendente ed esoterica dei Templari, il che non significa che dovessero occupare ranghi equivalenti all'interno delle diverse strutture organiche dell'Ordine.

Concepire la cosa in questo modo è molto più logico e ammissibile dell'ipotesi di una cerchia ristretta che operava in segreto e alle spalle della leadership essoterica o ufficiale, sebbene operasse dietro il resto della struttura maggioritaria (eminentemente militare) dell'Ordine.

A prescindere dai prudenti dubbi sulla veridicità o accuratezza che le informazioni qui presentate sollevano, più che contraddizioni, esse sollevano nuovi interrogativi che approfondiscono ulteriormente le già enormi incognite che circondano il mistero templare.

Erano già emerse delle fughe di notizie dalla Lega anglo-ellenica, presieduta dallo stesso Runciman.


Nello specifico, un membro di questa lega, amico e stretto collaboratore di Sir Steven, che aveva preso parte alla squadra investigativa del 1967, fece alcuni commenti imprudenti durante una delle riunioni tenutesi presso la torre di confine di Elshieshields, nel Dumfrieshire, in Scozia.

I commenti facevano riferimento a un atto notarile firmato dai cinque membri del gruppo, in cui si impegnavano a non divulgare pubblicamente i risultati dell'indagine.

Il rapporto finale doveva essere consegnato direttamente ai rappresentanti neo-templari che avevano promosso l'operazione, ai quali sarebbe stata garantita la fedeltà tramite il pagamento di ingenti compensi. Ora, con la morte di Runciman, la questione sembra venire alla luce e le questioni in sospeso sono troppo numerose per essere liquidate a priori.

L'unica cosa che rimane, e diversi investigatori ci stanno attualmente lavorando, è: primo, trovare queste questioni in sospeso; e secondo, legarle. Gli indizi sono chiari ed evidenti, sebbene finora sfuggenti: - L'atto notarile firmato dalla squadra di Runciman

. Ciò fornirebbe prove conclusive che lo studio è stato condotto e, cosa ancora più importante, dimostrerebbe l'impegno a non divulgarne pubblicamente i risultati.


- La lettera manoscritta inviata dal Maestro del Tempio a Roncelin de Fos nel 1266. Se la sua esistenza e autenticità fossero dimostrate, verrebbe svelato il segreto nascosto del Tempio, il che richiederebbe di riscrivere non solo la storia dell'Ordine, ma parte della storia medievale stessa...


- I quattro membri rimanenti del team di ricerca di Runciman, incluso colui che ha divulgato l'informazione, poiché, sebbene improbabile, forse alcuni di loro sono ancora vivi.

È ipotizzabile che tutti, o almeno la maggioranza, fossero membri della Lega Anglo-Ellenica. - Gli ordini neo-templari che hanno finanziato il progetto. Escludendo quello guidato da San Ferdinando, tutte le prove indicano un gruppo che presumibilmente mantiene buoni rapporti con il Vaticano, in questo caso riconosciuto dagli stessi vertici dell'ordine,

e la sua più che sospetta fondazione quattro anni prima dell'"Affare Runciman": la Nuova Osservanza Templare.



L'altro ordine o non esiste (un mero tentativo messo in scena per depistare la gente) o, al contrario, è stato il vero motore dell'indagine, utilizzando i presunti buoni contatti di cui sopra per ottenere accesso ad alcuni archivi vaticani.



- Il rapporto Runciman


. I risultati dello studio commissionato furono raccolti in un rapporto, il cui originale sarebbe stato consegnato a coloro che lo pagarono: gli ordini neo-templari... Speriamo che, in definitiva, non sia stata proprio la Sede Pontificia, o la Societas Iesus...


Dato che è del tutto escluso che la copia degli Statuti di Roncelin studiata nel 1967 fosse quella conservata ad Amburgo, i responsabili della Biblioteca Corsino di Roma dovrebbero essere la fonte primaria a cui rivolgersi per trovare indizi, pur essendo consapevoli, naturalmente, che "ci siamo imbattuti nella Chiesa"...



Fortunatamente, ciò che sembra poco probabile è che l'onorevole e illustre Runciman sia riuscito a portare il suo segreto, il segreto supremo del Tempio, nella tomba...


(*) Due documenti risalenti al Medioevo furono scoperti in Germania nel XVII secolo, che si rivelarono essere in realtà due regole segrete supplementari, scritte solo per i Cavalieri che raggiungevano il vero Circolo Interno dell'Ordine, e che integravano l'attuale regola ecclesiastica: queste i documenti rinvenuti ad Amburgo sono la "Regola dei Fratelli Eletti" e la "Regola dei Fratelli Consolati"









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MAESTRE RONCELIN DU FOS

Dr. Carlos Raitzinù






Con alta probabilidad Maestre Roncelin nació en Marsella donde residía su padre Roger du Fos. Era vástago de una poderosa familia, la de los señores de Fos, con fama de belicosos, rebeldes y renuentes a todo vasallaje, amos del pequeño puerto de Fos-sur-Mer. A la muerte de su tío Bertrand su padre se instaló en Hyéres donde aquel vivía solo. La familia prestaba particular atención al Temple, el que poseía encomiendas en Provence. Su pariente Hugues de Fos había sido Maestre precisamente allí.
Eran los Fos propietarios de tierras al este de la embocadura del Rhône (la mitad oriental de la diócesis de Toulon) y obtenían grandes utilidades de la comercialización de la sal.



Roncelin era el hijo menor y, de acuerdo a las costumbres de la época, estaba destinado al clero. Joven ingresa a la Orden del Temple. Muchos fueron sus viajes y pronto alcanza altas dignidades. Así es que lo encontramos mencionado como Maestre de la casa de Tortose en Siria donde, el 17 de junio de 1242, se halla presente en un arbitraje entre el Temple y el Hospital.


Una tragedia espantosa había ocurrido en la adolescencia de Maestre Roncelin y lo marcó profundamente para toda la vida. En Béziers, no lejos de Fos, 100.000 cátaros habían sido masacrados el 22 de julio de 1209 por el ejército de Simon de Monfort. La orden de este es conocida “Matadlos a todos, Dios reconocerá a los suyos”. El joven vizconde Roncelin contaba a la sazón unos quince años y comenzó a detestar a la tan intolerante iglesia católica por esta carnicería. Esto lo motiva para ayudar a los cátaros en carácter de vasallo del rey de Aragón en la batalla de Muret en 1213. Sin duda este espíritu belicoso y antieclesiástico era el signo de su familia que no se sometía a nadie y que, cuando no había enemigo a la vista, luchaban entre ellos.


Roncelin nació y vivió en el medio de los Templarios pero paralelamente a su labor en la estructura visible de la Orden participó en en el trabajo del Templi Secretum. Nos ilustran al respecto los interrogatorios a los Caballeros durante el infame proceso, interrogatorios llevados a cabo por gente hábil y astuta, interesada en descubrir que ideas circulaban en el Temple. Pues la cuestión residía en saber si los Caballeros habían adoptado el gnosticismo, maniqueísmo o el catarismo y el grado de su adhesión a doctrinas dualistas sostenedoras de la existencia de dos divinidades: el Bien y el Mal. Incluso preocupaba la cuestión de si se habían convertido al Islam. Pero, por sobre todo y lo primero en importancia, era establecer si los Templarios consideraban a Jesús como un falso profeta, como un criminal común crucificado por sus delitos. Si esto era así los Templarios estaban crucificando a Jesucristo por segunda vez como declaró absurdamente el rey Philippe le Bel.


Los Inquisidores conocían muy bien este enigma. Cien años antes algunos cátaros conocidos como los Perfectos ya sabían de esta versión de Jesucristo. Todo esto era conocido por los altos dignatarios de la Iglesia y guardado celosamente en los archivos vaticanos. Quienes quisieron difundirla, cátaros y judíos entre otros, fueron perseguidos y muchas veces exterminados y sus documentos destruidos. Pero, antes de su destrucción, los cátaros informaron al Temple, el que debió padecer a su turno tortura y muerte. Durante los interrogatorios en el proceso al Temple algunos prisioneros evidenciaron que poseían conocimiento al respecto. El problema es sin duda el detectar sus fuentes de información ya esta proviniera de manuscritos hallados en Tierra Santa, ya fuera comunicación de sabios Iniciados árabes o cabalistas judíos o bien que proviniera de los Perfectos cátaros. El hecho reside que el Jesús histórico difiere considerablemente de la leyenda que la Iglesia Católica impone a sus fieles.


Lo más probable es que tales secretos fueran perfectamente conocidos por los Maestros de la Orden Secreta (Templi Secretum) en los más altos niveles de la Orden. Que tal organización oculta existía no cabe la menor duda. Poseemos testimonios de antaño al respecto. En Inglaterra durante el proceso a la Orden, los Caballeros William of Poklington, Stephen of Stapplebrugge y John Stoke declararon paladinamente: "En el Temple hay dos clase de recepción. La primera supone el ingreso a la Orden y transcurre sin nada especial en las ceremonias.


La segunda tiene lugar años más tarde, a veces muchos. Está reservada a unos pocos y es muy secreta". "Todo esto era y sigue siendo rigurosamente exacto. Uno de los dignatarios de la Orden, Geoffrey de Gonneville, Gran Preceptor de Aquitania y Poitou, declaró en el proceso: "Muchos suponen sin saber que las ceremonias secretas son algo malo y contrario a Dios, introducido por el Maestre Ronscelin du Fos. El hizo modificaciones en los Estatutos de la Orden", aclarando acto seguido que todo cuanto se hacía era bueno, noble y reservado a las almas más puras, lo que también es absolutamente exacto. En la Orden primitiva, sin embargo, el Gran Maestre no podía acceder a los niveles y Grados más altos pues él debía ser ante todo un guerrero y no un esoterista. Vemos que el Temple no era ni es lo que suponen muchos imbéciles confundidos que se dicen templarios y que reducen su vida espiritual a misa y comunión todos los domingos.



Precisamente fue al parecer Roncelin du Fos quien introdujo la denegación de Jesús como Profeta. Mucho sabía él de la verdadera historia de los orígenes del cristianismo. Su tésis era la negación de la divinidad de Jesús y un retorno al Dios Único común a cristianos, judíos y musulmanes. Así surge dentro del Temple una estructura o jerarquía oculta cuyos miembros no eran conocidos por la mayoría de los Hermanos. Hay quienes sostienen que de ahí surgió el uso de rechazar la cruz. Quienes se negaban a hacerlo eran enviados a luchar y morir en Tierra Santa, los que acataban permanecían en Europa a fín de ser gradualmente introducidos en los conocimientos esotéricos.



El objetivo último era el ideal sinárquico de conquistar el mundo entero para el nuevo ideal. Al saberse esto por infidencia de algún Caballero constituyó un nuevo y poderoso motivo para que Philippe le Bel y su aliado Clemente V quisieran destruir la Orden del Temple. Pero había otros rencores y otras causas, entre ellos la cuantiosa deuda del rey con el tesoro de la Orden. Y así naufragó el proyecto que hubiera conducido a una Europa unida y a una religión común para todos.



Pasemos a la época en que Roncelin du Fos se desempeñó como Maestre de la Orden en Provence de 1248 a 1250. Durante este período el debió manejar muchos asuntos, especialmente cuando fue enviado a España por Guillaume de Sonnac en remplazo de Fr+ Pelage enviado a Damieta.
Se afirma que en Mallorca él asistió a la ruptura de Provence con Aragón y que se alió con Guillaume de Sonnac.



De 1252 a 1256, como Maestre de Inglaterra debió resolver diferentes litigios en ese país. De retorno en Francia y de nuevo Maestre de las casas en Provence de 1260 a 1278, llevó a cabo su tarea con eficacia acordando derechos en diversas comunas de Occitania, recibiendo muchos legados para la Orden y atrayendo a esta muchos nuevos Hermanos Caballeros



En 1272 logra persuadir u obligar al obispo de Avignon, donde Maestre Roncelin residía habitualmente entonces, a construir la capilla de la casa del Temple en esa ciudad. Muchos manuscritos citan su presencia para esa época en multitud de lugares: en Inglaterra, en España, en Tierra Santa y en las ciudades siguientes: Port-Sainte-Marie (Le); Marestaing; Larramet; Martel; Carnac; Loupiac; La Selve; La Clau; Carcassès; Jalez; Puy-en-Velay; Arles; Fos; Valence; Lus; Toulouse; Tortose (Terre Sainte) ; Orange; Saint-Gilles; Richerenches; Montpellier; Roaix; San Juan deAcre (Tierra Santa); Lacapelle-Livron; Drulhe; Avignon; Vaour; Montricoux; La Ville-Dieu-du-Temple; Gap et Embrun; Marseille; Sainte-Eulalie-de-Cernon. Estos múltiples viajes nos hablan de la importancia y rango que había alcanzado Maestre Roncelin dentro de la Orden del Temple.



Es interesante señalar que existe un manuscrito sobre la genealogía de los Señores de Fos en el que se menciona que Roncelin de Fos desposó a Mabile d’Agoult. Esto fue sin duda una contravención a la Regla del Temple. De ese matrimonio nacieron cuatro hijos: Rogeiret, Rossolin, Rossolinette y Consoline.
En 1278 hallamos a Roncelin en la casa de Sainte-Eulalie de Cernon. Es muy probablemente en esta comandería de Larzac, país de su gran antepasado Arnaud de Bedos, que Maestre Roncelin falleció cuando tenía alrededor de ochenta años de edad. Y se llevó con él secretos no develados.
Las dos funciones de Roncelin de Fos, alto dignatario de la Orden del Temple y Maestre de la Orden Secreta nos recuerdan a las dos caras del Baphomet. Y cabe preguntarse respecto de la relación de este último con la “ciudad de los sacerdotes druidas” o Bethphagé, mencionada en la carta no. XII de San Bernardo de Clairvaux a Hugues de Payns. Esto tiene relación con el Bautismo del que se denomina Hombre Primordial entre los celtas, lo que corresponde a quien no ha iniciado un camino iniciático. Y es tradición de que San Bernardo fue iniciado en su juventud por los druidas, iniciación que a su vez transmitió a los Caballeros fundadores del Temple.



En 1240 el copista Robert de Samfort, Procurador del Temple en Inglaterra, redacta sobre pergamino una parte de la famosa regla secreta de la Orden, si bien hay autores que afirman que la primera parte fue escrita por Mathieu de Tramlay.


Hacia fines del siglo XVIII, Münther, obispo de Copenhague, descubrió en los archivos del Vaticano el manuscrito en cuestión conteniendo los estatutos secretos del Temple. Existen al parecer dos copias, una en el Vaticano y otra en Hamburgo.



Utilizado en el sur de Francia en la segunda mitad del siglo XIII el Agnus Dei, sello de Roncelin du Fos, a la sazón Maestre del Temple en Provence. El asta sostenida por el cordero lleva la cruz paté. (Archivos departamentales de Bouches du Rhône, Marsella).


http://www.templespana.org/boletintempl ... cos-1.html


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TEMPIO.
«Statuti Segreti» MAESTRE RONCELIN DE FOS



Pubblicato da EFESTO il 21 FEBBRAIO 2019


Oggi voglio recuperare un testo pubblicato il 3 gennaio 2001 (Annum Templi DCCCLXXXIII) e ripubblicato il 22 aprile 2017 (Annum Templi DCCCXCIX) da TEMPLESPAÑA, in una monografia del Dr. Carlos Raitzin, presieduta da Fernando Arroyo Durán, ricercatore e divulgatore storico. A dir poco interessante, non solo per il contenuto, ma anche per l'alone di interrogativi che suscita dopo la lettura...

Risultato dell'immagine per Fernando Arroyo Duran


"L'Ordine del Tempio fu soppresso nel XIV secolo e da allora la Chiesa cattolica non lo ha più restaurato. Pertanto, oggi l'Ordine del Tempio non esiste più. Esistono solo associazioni che si definiscono Templari, ma ciò è privo di qualsiasi legittimità storica. Naturalmente, tra questi gruppi che si definiscono Templari, non solo non c'è unità, ma ci sono anche notevoli disaccordi, divisioni e litigi. Per quanto riguarda le loro credenze, spaziano dal cattolicesimo al satanismo." Fernando Arroyo, 20minutos.es

Il paragrafo precedente fa parte di un'intervista che 20minutos.es ha fatto a Fernando Arroyo... Da parte mia, devo dire che non ha torto nelle sue affermazioni. Basta guardare le reti per capire che qui tutto è lecito. Dopotutto, qualsiasi figlio o figlia di un vicino, o qualsiasi persona illuminata, può creare un profilo, comprare una spada, un mantello, un anello e proclamarsi portatore di verità, recitando migliaia di vangeli falsi, sdolcinati e inconfutabili, probabilmente frutto dell'ignoranza o dell'ego galoppante di qualche persona illuminata prima di lui.

10288723_714723165237413_751332083141403756_nForse… il vero segreto non è cercarlo, ma lasciare che la luce ti trovi, perché è certo che il tempo di ogni persona è esattamente quando è il tempo di ogni persona……….. e non prima…….

Ma veniamo al dunque, il Maestro Roncelin e le sue presunte regole o statuti segreti, spero che siano di ispirazione per la vostra anima... NSL.
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MAESTRO RONCELIN DE FOS

Dr. Carlos Raitzin







Maestro Roncelin de Fos nacque molto probabilmente intorno al 1205 a Marsiglia, in Provenza, dove risiedeva suo padre, Roger de Fos. Era rampollo di una potente famiglia, i signori di Fos, noti per la loro bellicosità, ribellione e resistenza a ogni vassallaggio, signori del piccolo porto di Fos-sur-Mer. Alla morte dello zio Bertrando, suo padre si stabilì a Hyéres, dove visse da solo. La famiglia prestò particolare attenzione al Tempio, che deteneva commende in Provenza. Un suo parente, Hugues de Fos, era stato maestro lì.

I Fos possedevano terre a est della foce del Rodano (la metà orientale della diocesi di Tolone) e ricavavano grandi profitti dal commercio del sale.

Roncelin era il figlio più giovane e, secondo le usanze dell'epoca, era destinato al clero. Da giovane, entrò a far parte dell'Ordine del Tempio. Viaggiò molto e presto raggiunse alte cariche. Lo troviamo menzionato come Maestro della Casa di Tortosa, in Siria, dove il 17 giugno 1242 presenziò a un arbitrato tra il Tempio e l'Ospedale.

Una tragedia orribile si era verificata nell'adolescenza di Roncelin e lo avrebbe segnato profondamente per il resto della sua vita. A Béziers, non lontano da Fos, 100.000 Catari erano stati massacrati il 22 luglio 1209 dall'esercito di Simone di Montfort. Il suo ordine è ben noto: "Uccideteli tutti, Dio riconoscerà i suoi". Il giovane visconte Roncelin aveva circa quindici anni e iniziò a detestare l'intolleranza della Chiesa cattolica verso questa carneficina. Questo lo spinse ad aiutare i Catari come vassallo del re d'Aragona nella battaglia di Muret nel 1213. Indubbiamente, questo spirito bellicoso e antiecclesiastico era il segno distintivo della sua famiglia, che non si sottometteva a nessuno e, quando non c'era nemico in vista, combatteva tra di loro.

Roncelin nacque e visse tra i Templari, ma parallelamente al suo lavoro nella struttura visibile dell'Ordine, partecipò all'opera dell'"Ordine Segreto" ( "Secretum Templi" ). Gli interrogatori dei Cavalieri durante il famigerato processo fecero luce su questa questione. Questi interrogatori furono condotti da persone abili e astute, interessate a scoprire quali idee circolassero nel Tempio. La questione era se i Cavalieri avessero adottato lo gnosticismo, il manicheismo o il catarismo e, in tal caso, il grado della loro adesione a dottrine dualistiche che sostenevano l'esistenza di due divinità: il Bene e il Male. C'era persino preoccupazione per la loro conversione all'Islam. Ma, soprattutto, e di primaria importanza, era stabilire se i Templari considerassero Gesù un falso profeta, un criminale comune crocifisso per i suoi crimini. Se così fosse, i Templari stavano crocifiggendo Gesù Cristo per la seconda volta, come assurdamente dichiarò Re Filippo il Bello.

Gli inquisitori erano ben consapevoli di questo enigma. Cento anni prima, alcuni Catari, noti come i "Perfetti", avevano già appreso di questa versione di Gesù Cristo. Tutto ciò era noto agli alti funzionari della Chiesa ed era gelosamente custodito negli archivi vaticani. Coloro che cercavano di diffonderlo, tra cui Catari ed ebrei, furono perseguitati e spesso sterminati, e i loro documenti distrutti.


Ma prima della loro distruzione, i Catari informarono il Tempio, che a sua volta dovette subire torture e morte. Durante gli interrogatori durante il processo al Tempio, alcuni prigionieri dimostrarono di esserne a conoscenza. Il problema, senza dubbio, è identificare le fonti di informazione, che provenissero da manoscritti trovati in Terra Santa, da comunicazioni di studiosi arabi iniziati o cabalisti ebrei, o dai Catari "Perfetti".


Il fatto è che il Gesù storico differiva notevolmente dalla leggenda che la Chiesa cattolica impone ai suoi seguaci. Molto probabilmente, tali segreti erano perfettamente noti ai maestri del "Secretum Templi" ai massimi livelli dell'Ordine. Che un'organizzazione così nascosta esistesse è fuor di dubbio. Esistono antiche testimonianze in tal senso.


In Inghilterra, durante il processo all'Ordine, i Cavalieri Guglielmo di Poklington, Stefano di Stapplebrugge e Giovanni Stoke dichiararono apertamente: "Nel Tempio, ci sono due tipi di accoglienza. Il primo prevede l'ingresso nell'Ordine e avviene senza cerimonie particolari. Il secondo avviene anni dopo, a volte molti anni dopo.


È riservato a pochi eletti ed è segretissimo". Tutto ciò era e rimane rigorosamente accurato. Uno dei dignitari dell'Ordine, Geoffrey de Gonneville, Precettore di Aquitania e Poitou, dichiarò al processo: "Molti inconsapevolmente presumono che le cerimonie segrete siano qualcosa di malvagio e contrario a Dio, introdotto da Maestro Ronscelin de Fos.


Egli apportò modifiche agli statuti dell'Ordine", chiarendo immediatamente che tutto ciò che veniva fatto era buono, nobile e riservato alle anime più pure, il che è altrettanto assolutamente accurato.


Nell'Ordine primitivo, tuttavia, il Maestro Generale non poteva accedere ai livelli e ai gradi più alti, poiché doveva essere, prima di tutto, un guerriero e non un esoterista. Vediamo, quindi, che il Tempio non era e non è ciò che suppongono molti confusi che si definiscono Templari e che riducono la loro vita spirituale alla Messa e alla Comunione ogni domenica.






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Precisamente, fue al parecer Roncelin de Fos quien introdujo la denegación de Jesús como profeta y mesías. Mucho sabía él de la verdadera historia de los orígenes del cristianismo. Su tésis era la negación de la divinidad de Jesús y un retorno al Dios Único común a cristianos, judíos y musulmanes. Así surge dentro del Temple una estructura o jerarquía oculta cuyos miembros no eran conocidos por la mayoría de los hermanos. Hay quienes sostienen que de ahí surgió el uso de rechazar la cruz. Quienes se negaban a hacerlo eran enviados a luchar y morir en Tierra Santa, los que acataban permanecían en Europa a fin de ser gradualmente introducidos en los conocimientos esotéricos. El objetivo último era el ideal sinárquico de conquistar el mundo entero para el nuevo ideal. Al saberse esto por infidencia de algún caballero, constituyó un nuevo y poderoso motivo para que Felipe el Hermoso y su aliado Clemente V quisieran destruir la Orden del Temple. Pero había otros rencores y otras causas, entre ellos la cuantiosa deuda del rey con el tesoro de la Orden. Y así naufragó el proyecto que hubiera conducido a una Europa unida y a una religión común para todos. Pasemos a la época en que Roncelin de Fos se desempeñó como maestre de la Orden en Provenza de 1248 a 1250. Durante este periodo, él debió manejar muchos asuntos, especialmente cuando fue enviado a España por Guillaume de Sonnac en remplazo de frey Pelage, enviado a Damieta, Egipto.

Se afirma que en Mallorca Roncelin asistió a la ruptura de la Provenza con la Corona de Aragón y que se alió con Guillaume de Sonnac. De 1252 a 1256, como Maestre de Inglaterra debió resolver diferentes litigios en ese país. De retorno en Francia, y de nuevo maestre de las casas en Provenza de 1260 a 1278, llevó a cabo su tarea con eficacia, acordando derechos en diversas comunas de Occitania, recibiendo muchos legados para la Orden y atrayendo a esta muchos nuevos hermanos caballeros.

En 1272 logra persuadir u obligar al obispo de Aviñón, donde el maestre Roncelin residía habitualmente entonces, a construir la capilla de la casa del Temple en esa ciudad. Muchos manuscritos citan su presencia para esa época en multitud de lugares: en Inglaterra, en España, en Tierra Santa y en las ciudades siguientes: Le Port-Sainte-Marie, Marestaing, Larramet, Martel, Carnac, Loupiac, La Selve, La Clau, Carcassès, Jalez, Puy-en-Velay, Arles, Fos, Valence, Lus, Toulouse, Tortose (Tierra Santa), Orange, Saint-Gilles, Richerenches, Montpellier, Roaix, San Juan de Acre (Tierra Santa), Lacapelle-Livron, Drulhe, Avignon, Vaour, Montricoux, La Ville-Dieu-du-Temple, Gap et Embrun, Marseille y Sainte-Eulalie-de-Cernon. Estos múltiples viajes nos hablan de la importancia y rango que había alcanzado el Maestre Roncelin dentro de la Orden del Temple.

Es interesante señalar que existe un manuscrito sobre la genealogía de los Señores de Fos en el que se menciona que Roncelin de Fos desposó a Mabile d’Agoult. Esto fue sin duda una contravención a la Regla del Temple. De ese matrimonio nacieron cuatro hijos: Rogeiret, Rossolin, Rossolinette y Consoline.

En 1278 hallamos a Roncelin en la casa de Sainte-Eulalie de Cernon. Muy probablemente en esta comandería de Larzac, país de su antepasado Arnaud de Bedos, el maestre Roncelin falleció cuando contaba alrededor de ochenta años de edad. Y se llevó con él secretos no develados.

Las dos funciones de Roncelin de Fos, alto dignatario de la Orden del Temple y maestre de la «Orden Secreta», nos recuerdan a las dos caras del Bafomet. Y cabe preguntarse respecto de la relación de este último con la «ciudad de los sacerdotes druidas» o Bethphagé, mencionada en la carta nº XII de San Bernardo de Clairvaux a Hugues de Payns. Esto tiene relación con el Bautismo del que se denomina «Hombre Primordial» entre los celtas, lo que corresponde a quien no ha iniciado un camino iniciático. Y es tradición que San Bernardo fue iniciado en su juventud por los druidas, iniciación que a su vez transmitió a los caballeros fundadores del Temple.

En 1240, el copista Robert de Samfort, procurador del Temple en Inglaterra, redacta sobre pergamino una parte de la famosa «regla secreta de la Orden», si bien hay autores que afirman que la primera parte fue escrita por Mathieu de Tramlay.

Hacia fines del siglo XVIII, Münter, obispo [luterano] de Copenhague, descubrió en los archivos del Vaticano el manuscrito en cuestión conteniendo los «estatutos secretos» del Temple. Existen al parecer dos copias, una en el Vaticano y otra en Hamburgo.



LOS ESTATUTOS SECRETOS DE RONCELINUS


Aquí comienza el Libro del Bautismo de Fuego o
los Estatutos Secretos redactado para los Hermanos
Consolados por el Maestre Roncelinus.

ARTICULO I

El pueblo que marchaba en la oscuridad ha visto una gran luz y aquellos que estaban en la sombra de la muerte han visto esta luz. Para nosotros también la luz ha resplandecido. Nosotros estábamos todos en el duelo y hemos sido consolados en el terror y en la esclavitud y hemos recibido el espíritu de adopción de los niños que nos hace clamar: “Uno solo es Nuestro Padre, Maestro Salvador, Consolador”. Uno solo es nuestro Dios y su espíritu da al nuestro la certeza de que somos hijos de Dios.

ARTICULO II

A vosotros Hermanos os es dado conocer los secretos del Reino de Dios, felices nuestros ojos y nuestros oídos que ven y escuchan. Sabed que reyes, papas, obispos, abades y maestres han deseado ver y escuchar lo que vosotros escucháis y, pero ellos no lo han visto y no lo han escuchado y no lo conocerán jamás.

ARTICULO III

El tiempo ha llegado en el que no se adorará al Padre, ni a Jerusalén, ni a Roma. El espíritu es Dios. Y si vosotros sois de Dios, vosotros le adoraréis en espíritu y en verdad. Sabed que todo lo que Jesús ha dicho por el verdadero Cristo, es el espíritu y vida en Dios. Es el espíritu de Dios que vivifica, La carne de Jesús para nada puede servir.

ARTICULO IV

Dios es amor y quienquiera que permanece en el amor, en Dios permanece y Dios está en él. Os hablamos en secreto y de lo que permanece oculto a los hijos de la nueva Babilonia, la que será tornada en cenizas y polvo por los humildes servidores de Dios. Os hablamos de la sabiduría de Dios revelada a nuestros Padres que la han transmitido para nuestra gloria y nuestro bien. Ningún príncipe o gran sacerdote de este tiempo la han conocido. Si ellos la hubieran conocido ellos no adorarían el madero de la cruz y no habrían quemado a aquellos que poseían el verdadero espíritu del verdadero Cristo.

ARTICULO V

Vosotros que sois los templos de Dios, construidos sobre los fundamentos de la Sabiduría y de la santidad antiguas, sabed que Dios no hace diferencia entre las personas sean estas cristianos, sarracenos, judíos, griegos, romanos, franceses, búlgaros, porqué todo hombre que ora a Dios es salvado.

ARTICULO VI

El Consolado está liberado del yugo que los hijos de Babilonia han establecido sobre la base de los falsos dogmas. Entre el judío y el sarraceno actuad como si fuerais sarracenos o judíos. Con los hijos de Babilonia, gracias a la elección y al Consolamentum, vosotros estáis liberados. Mantenedlos felices y tratad de atraer hacia vosotros aquellos cuyos ojos se abren, pero actuad con prudencia a causa del evangelio eterno y a fin de evitar los escándalos.

ARTICULO VII

A vosotros que sois santos todo os está permitido. Sin embargo os debéis guardar de abusar de este permiso. No dejéis jamás sospechar nada en torno vuestro de lo que vosotros sois. Tened en vuestras casas lugares de reunión amplios y escondidos, a los que se tendrá acceso por medio de corredores subterráneos, de modo que los hermanos puedan acudir a las reuniones sin peligro de ser inquietados.

ARTICULO VIII

Hay Elegidos y Consolados en todas las regiones del mundo. Allí donde veais construir grandes edificios haced los signos de reconocimiento y hallaréis muchos justos instruidos respecto de Dios y del Gran Arte [Arte Real]. Ellos han heredado de sus padres y de sus maestros y son todos Hermanos. En esa circunstancia se hallan los begardos y beguinas, los “pobres” de Lyon, los bons homes de Toulouse, Albi, Verona y Bérgamo, los “bajolais” de Galicia y Toscana, y los bogomilos de Bulgaria. Por los caminos subterráneos llegaréis a vuestros capítulos y a aquellos que alberguen algunos temores les conferiréis el Consolamentum en los capítulos ante tres testigos.

ARTICULO IX

Recibiréis fraternalmente a los hermanos de estas cofradías y también los Consolados de España y de Chipre recibirán fraternalmente a los Sarracenos, a los Drusos y aquellos que habitan en el Líbano. Y si el espíritu divino anima a los Sarracenos o a los Drusos vosotros podréis admitirlos como Elegidos o como Consolados.

ARTICULO X

Ningún Hermano será recibido si él no cuenta ya treinta y cinco años de edad y si no ha adquirido los verdaderos frutos de su elección. Para probarlo él demostrará su instrucción y sus conocimientos en los decretos antes de su admisión.

ARTICULO XI

Está expresamente recomendado de rodearse de las más grandes precauciones respecto de monjes, sacerdotes y obispos, abades y doctores de la ciencia porque ellos actúan como traidores a fin de enredarlo a uno más fácilmente en el fango de sus crímenes. Si vosotros los admitís tras una larga probación, que esto sea fuera del capítulo y en presencia de tres Hermanos y sin revelarles nada de los estatutos y costumbres de la Orden.

ARTICULO XII

Con los laicos que sirven a Dios en la simplicidad de su corazón se permite adoptar menos precauciones y de recibirlos ya como Elegidos, ya como Consolados después de una probación razonable.

ARTICULO XIII

Ritual y Consolamentum: El neófito escribirá su confesión general y la entregará al receptor, confirmando dicha confesión por un juramento en presencia de dos testigos, y ella será conservada en los archivos del Capítulo. Él recitará a continuación los Salmos, el antiguo resumen del Deuteronomio y será bendecido por todos los hermanos, que colocarán la mano derecha sobre su cabeza, después de lo cual él jurará: silencio, obediencia y fidelidad. El receptor lo absolverá de todos sus pecados y lo desligará de todos los mandatos de la Iglesia en el nombre de Dios que no ha sido engendrado y que tampoco engendra, en el nombre del Verdadero Cristo que no está muerto y que no puede morir. Se recitarán a continuación las tres oraciones. Durante la primera el neófito se mantendrá de pie, las manos levantadas. Durante la segunda se arrodillará, los brazos en cruz. Para la tercera se prosternará con la faz contra la tierra.

ARTICULOS XIV, XV y XVI

La primera oración es la de Moisés “Magnifecetur Fortitudo Domine”. Seguida de “Dixit que Dominus vivo ego et implevitur gloria Domini universa terra”, después de los cual el receptor cortará un poco de barba, cabellos y uña del dedo índice del neófito diciendo: “Tú sufrirás más en tú corazón que en tú cuerpo como signo de la alianza de Dios con el espíritu del hombre”. La segunda oración es la del hijo de María llamado Jesús: “Pater aeterne, glorificamos…” (San Juan CXVII) seguida de “Facta est vox de coelo meus dilectus…”. El receptor coloca enseguida el anillo en el índice derecho del hermano diciendo: “Hijo de Dios, toma este anillo como signo de unión eterna con Dios, con la Verdad y con nosotros.” La tercera oración, llamada de Baphomet, es la que sirve de apertura al Corán y que lleva el nombre de Fatiha. El receptor agrega: “Un maestro, una fe, un bautismo, un Dios padre de todos y cada uno que invoca el nombre de Dios es salvado.” El receptor levanta al neófito y unge sus párpados con el óleo santo. “Yo quiero ungirte, amigo de Dios, con el óleo de la Gracia, a fin de que veáis la luz de vuestro bautismo de fuego y que ella brille para ti y para todos nosotros sobre el camino de la verdad y de la vida eterna”.

ARTICULO XVII

La figura de Baphomet es retirada de su sagrario y el receptor dice: “El pueblo que marchaba en las tinieblas ha visto una gran luz y ella ha brillado para todos aquellos que estaban sentados en los árboles de la muerte. Hay tres que rinden homenaje a Dios y al mundo y esos tres son (San Juan). Todos los hermanos exclaman “Yah Allah”, es decir, “Espléndor de Dios”, besan la imagen y la tocan con su cinto. El receptor toma a continuación al neófito por la mano y dice: “En el presente, el hijo del Hombre es glorificado y Dios es glorificado en él. Vericinum (¿verdadero?) nuevo amigo de Dios que habla a Dios cuando él lo desea, a Dios al cual debéis dar gracias puesto que Él os ha conducido a donde deseabais ir y os ha concedido vuestros deseos. Que la luz divina permanezca en nuestros corazones y nuestros espíritus, Amén”. Para terminar la ceremonia, se entona el cántico tomado del libro de la Sabiduría, cántico que marca el final del Capítulo.

ARTICULO XVIII

El neófito es conducido a los archivos, donde se le enseñan los misterios de la Ciencia Divina, de Dios, de Jesús Niño, del verdadero Baphomet, de la nueva Babilonia, de la naturaleza de las cosas, de la vida eterna, así como también “La ciencia secreta de la gran filosofía: Abrax y los talismanes”. Cosas éstas que deben ser rigurosamente ocultadas a los eclesiásticos admitidos en la Orden.

ARTICULO XIX

Está prohibido en las casas donde los hermanos no son Elegidos o Consolados de trabajar ciertas substancias por la ciencia filosófica y por lo tanto de transmutar los metales viles en oro y en plata. Esto no será jamás emprendido sino en los lugares ocultos y en secreto.

ARTICULO XX

È severamente vietato eleggere un Consolato come Gran Maestro. Le altre principali cariche e cariche dell'Ordine sono riservate agli Eletti e ai Consolati.

Firmato dal copista Robert de Samford, procuratore dell'Ordine del Tempio in Inghilterra nel 1240 .

FONTE: TEMPLESPAÑA
Non perdetevi il prossimo articolo del Dott. Carlos Raitzin, TEMPLESPAÑA
INTORNO ALL'ESOTERISMO TEMPLARE
Un articolo che approfondisce alcuni degli aspetti più rilevanti e al tempo stesso meno noti dell'"esoterismo templare", consentendoci un avvicinamento alla conoscenza dell'affiliazione templare laica dei Fedeli d'Amore e del suo principale personaggio: Dante Alighieri (1265-1321). Viene inoltre analizzata l'opera documentata del Dr. Hans Prutz Geheimlehre und Geheimstatuten des Tempelherrenordens , direttamente correlata agli Statuti Segreti o "Libro del Battesimo del Fuoco", e altre questioni relative all'esoterismo templare.





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MAESTRO RONCELIN DE FOS

Dr. Carlos Raitzin







Maestro Roncelin de Fos nacque molto probabilmente intorno al 1205 a Marsiglia, in Provenza, dove risiedeva suo padre, Roger de Fos. Era rampollo di una potente famiglia, i signori di Fos, noti per la loro bellicosità, ribellione e resistenza a ogni vassallaggio, signori del piccolo porto di Fos-sur-Mer. Alla morte dello zio Bertrando, suo padre si stabilì a Hyéres, dove visse da solo. La famiglia prestò particolare attenzione al Tempio, che deteneva commende in Provenza. Un suo parente, Hugues de Fos, era stato maestro lì.

I Fos possedevano terre a est della foce del Rodano (la metà orientale della diocesi di Tolone) e ricavavano grandi profitti dal commercio del sale.

Roncelin era il figlio più giovane e, secondo le usanze dell'epoca, era destinato al clero. Da giovane, entrò a far parte dell'Ordine del Tempio. Viaggiò molto e presto raggiunse alte cariche. Lo troviamo menzionato come Maestro della Casa di Tortosa, in Siria, dove il 17 giugno 1242 presenziò a un arbitrato tra il Tempio e l'Ospedale.

Una tragedia orribile si era verificata nell'adolescenza di Roncelin e lo avrebbe segnato profondamente per il resto della sua vita. A Béziers, non lontano da Fos, 100.000 Catari erano stati massacrati il 22 luglio 1209 dall'esercito di Simone di Montfort. Il suo ordine è ben noto: "Uccideteli tutti, Dio riconoscerà i suoi". Il giovane visconte Roncelin aveva circa quindici anni e iniziò a detestare l'intolleranza della Chiesa cattolica verso questa carneficina. Questo lo spinse ad aiutare i Catari come vassallo del re d'Aragona nella battaglia di Muret nel 1213. Indubbiamente, questo spirito bellicoso e antiecclesiastico era il segno distintivo della sua famiglia, che non si sottometteva a nessuno e, quando non c'era nemico in vista, combatteva tra di loro.

Roncelin nacque e visse tra i Templari, ma parallelamente al suo lavoro nella struttura visibile dell'Ordine, partecipò all'opera dell'"Ordine Segreto" ( "Secretum Templi" ). Gli interrogatori dei Cavalieri durante il famigerato processo fecero luce su questa questione. Questi interrogatori furono condotti da persone abili e astute, interessate a scoprire quali idee circolassero nel Tempio. La questione era se i Cavalieri avessero adottato lo gnosticismo, il manicheismo o il catarismo e, in tal caso, il grado della loro adesione a dottrine dualistiche che sostenevano l'esistenza di due divinità: il Bene e il Male. C'era persino preoccupazione per la loro conversione all'Islam. Ma, soprattutto, e di primaria importanza, era stabilire se i Templari considerassero Gesù un falso profeta, un criminale comune crocifisso per i suoi crimini. Se così fosse, i Templari stavano crocifiggendo Gesù Cristo per la seconda volta, come assurdamente dichiarò Re Filippo il Bello.

Gli inquisitori erano ben consapevoli di questo enigma. Cento anni prima, alcuni Catari, noti come i "Perfetti", avevano già appreso di questa versione di Gesù Cristo. Tutto ciò era noto agli alti funzionari della Chiesa ed era gelosamente custodito negli archivi vaticani. Coloro che cercavano di diffonderlo, tra cui Catari ed ebrei, furono perseguitati e spesso sterminati, e i loro documenti distrutti.


Ma prima della loro distruzione, i Catari informarono il Tempio, che a sua volta dovette subire torture e morte. Durante gli interrogatori durante il processo al Tempio, alcuni prigionieri dimostrarono di esserne a conoscenza. Il problema, senza dubbio, è identificare le fonti di informazione, che provenissero da manoscritti trovati in Terra Santa, da comunicazioni di studiosi arabi iniziati o cabalisti ebrei, o dai Catari "Perfetti".


Il fatto è che il Gesù storico differiva notevolmente dalla leggenda che la Chiesa cattolica impone ai suoi seguaci. Molto probabilmente, tali segreti erano perfettamente noti ai maestri del "Secretum Templi" ai massimi livelli dell'Ordine. Che un'organizzazione così nascosta esistesse è fuor di dubbio. Esistono antiche testimonianze in tal senso.


In Inghilterra, durante il processo all'Ordine, i Cavalieri Guglielmo di Poklington, Stefano di Stapplebrugge e Giovanni Stoke dichiararono apertamente: "Nel Tempio, ci sono due tipi di accoglienza. Il primo prevede l'ingresso nell'Ordine e avviene senza cerimonie particolari. Il secondo avviene anni dopo, a volte molti anni dopo.


È riservato a pochi eletti ed è segretissimo". Tutto ciò era e rimane rigorosamente accurato. Uno dei dignitari dell'Ordine, Geoffrey de Gonneville, Precettore di Aquitania e Poitou, dichiarò al processo: "Molti inconsapevolmente presumono che le cerimonie segrete siano qualcosa di malvagio e contrario a Dio, introdotto da Maestro Ronscelin de Fos.


Egli apportò modifiche agli statuti dell'Ordine", chiarendo immediatamente che tutto ciò che veniva fatto era buono, nobile e riservato alle anime più pure, il che è altrettanto assolutamente accurato.


Nell'Ordine primitivo, tuttavia, il Maestro Generale non poteva accedere ai livelli e ai gradi più alti, poiché doveva essere, prima di tutto, un guerriero e non un esoterista. Vediamo, quindi, che il Tempio non era e non è ciò che suppongono molti confusi che si definiscono Templari e che riducono la loro vita spirituale alla Messa e alla Comunione ogni domenica.


A quanto pare, fu Roncelin de Fos a introdurre la negazione di Gesù come profeta e messia. Conosceva molto bene la vera storia delle origini del cristianesimo. La sua tesi era la negazione della divinità di Gesù e un ritorno all'Unico Dio comune a cristiani, ebrei e musulmani.

Nacque così all'interno del Tempio una struttura o gerarchia nascosta i cui membri erano sconosciuti alla maggior parte dei fratelli.

Alcuni sostengono che questa sia stata l'origine dell'usanza di rifiutare la croce. Coloro che si rifiutavano venivano mandati a combattere e morire in Terra Santa; coloro che obbedivano rimanevano in Europa per essere gradualmente introdotti alla conoscenza esoterica.

L'obiettivo finale era l'ideale sinarchico di conquistare il mondo intero per il nuovo ideale. Quando questo divenne noto attraverso l'indiscrezione di qualche cavaliere, costituì un nuovo e potente motivo per Filippo il Bello e il suo alleato Clemente V per voler distruggere l'Ordine del Tempio.

Ma c'erano altri rancori e altre cause, tra cui il consistente debito del re nei confronti del tesoro dell'Ordine. E così il progetto che avrebbe portato a un'Europa unita e a una religione comune per tutti naufragò.

Passiamo al periodo in cui Roncelin de Fos servì come Maestro dell'Ordine in Provenza dal 1248 al 1250. Durante questo periodo, dovette gestire molte questioni, soprattutto quando fu inviato in Spagna da Guillaume de Sonnac per sostituire Fra Pelage, che era stato inviato a Damietta, in Egitto.


Si racconta che a Maiorca, Roncelin assistette alla separazione della Provenza dalla Corona d'Aragona e si alleò con Guillaume de Sonnac.

Dal 1252 al 1256, in qualità di Maestro d'Inghilterra, dovette risolvere diverse controversie in quel paese. Al suo ritorno in Francia, e di nuovo come Maestro delle Case in Provenza dal 1260 al 1278, svolse i suoi compiti con efficacia, concedendo diritti a vari comuni in Occitania, ricevendo numerosi lasciti per l'Ordine e attirandovi molti nuovi confratelli cavalieri.


Nel 1272, riuscì a persuadere o costringere il Vescovo di Avignone, dove all'epoca risiedeva abitualmente il Maestro Roncelin, a costruire la cappella della Casa del Tempio in quella città.

Numerosi manoscritti ne citano la presenza in quel periodo in numerosi luoghi:

in Inghilterra, in Spagna, in Terra Santa e nelle seguenti città: Le Port-Sainte-Marie, Marestaing, Larramet, Martel, Carnac, Loupiac, La Selve, La Clau, Carcassès, Jalez, Puy-en-Velay, Arles, Fos, Valence, Lus, Tolosa, Tortose (Terra Santa), Orange, Saint-Gilles, Richerenches, Montpellier, Roaix, Saint-Jean-de-Acre (Terra Santa),

Lacapelle-Livron, Drulhe, Avignone, Vaour, Montricoux, La Ville-Dieu-du-Temple, Gap et Embrun, Marsiglia e Sainte-Eulalie-de-Cernon.

Questi molteplici viaggi ci raccontano dell'importanza e del rango che il Maestro Roncelin aveva raggiunto all'interno dell'Ordine del Tempio.

È interessante notare che esiste un manoscritto sulla genealogia dei Signori di Fos in cui si menziona che Roncelin de Fos sposò Mabile d'Agoult.

Questa fu indubbiamente una violazione della Regola del Tempio. Da questo matrimonio nacquero quattro figli: Rogeiret, Rossolin, Rossolinette e Consoline.

Nel 1278, troviamo Roncelin nella casa di Sainte-Eulalie de Cernon. Molto probabilmente in questa commenda del Larzac, la terra del suo antenato Arnaud de Bedos, Maestro Roncelin morì all'età di circa ottant'anni. E portò con sé segreti non rivelati.

I due ruoli di Roncelin de Fos, alto dignitario dei Cavalieri Templari e Maestro dell'"Ordine Segreto", ci ricordano i due volti di Bafometto.

E ci si potrebbe interrogare sul rapporto di quest'ultima con la "città dei sacerdoti druidi" o Betfagia, menzionata nella Lettera n. 12 di San Bernardo di Chiaravalle a Ugo di Payns.

Questo è legato al battesimo del cosiddetto "Uomo Primordiale" presso i Celti, che corrisponde a qualcuno che non ha intrapreso un percorso iniziatico.

È tradizione che San Bernardo sia stato iniziato in gioventù dai Druidi, un'iniziazione che a sua volta trasmise ai fondatori Cavalieri Templari.

Nel 1240, il copista Robert de Samfort, procuratore del Tempio in Inghilterra, scrisse su pergamena una parte della famosa "regola segreta dell'Ordine", sebbene alcuni autori sostengano che la prima parte sia stata scritta da Mathieu de Tramlay.

Verso la fine del XVIII secolo, Münter, vescovo luterano di Copenaghen, scoprì il manoscritto in questione negli archivi vaticani, contenente gli "statuti segreti" del Tempio.



A quanto pare ne esistono due copie, una in Vaticano e una ad Amburgo.










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GLI STATUTI SEGRETI DI RONCELINUS




Qui inizia il Libro del Battesimo di Fuoco

o gli Statuti Segreti scritti per i Fratelli

consolati dal Maestro Roncelino.







ARTICOLO I

Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce, e coloro che erano nell'ombra della morte hanno visto questa luce. Anche per noi la luce ha brillato. Eravamo tutti in lutto e siamo stati consolati nel terrore e nella schiavitù, e abbiamo ricevuto lo spirito di adozione a figli, che ci fa gridare: "C'è un solo Padre, Maestro, Salvatore e Consolatore". C'è un solo Dio, e il Suo spirito ci dà la certezza di essere figli di Dio.

ARTICOLO II

A voi, fratelli, è dato di conoscere i segreti del Regno di Dio; benedetti i nostri occhi e le nostre orecchie che vedono e ascoltano. Sappiate che re, papi, vescovi, abati e maestri hanno desiderato vedere e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non l'hanno visto, non l'hanno ascoltato e non lo conosceranno mai.

ARTICOLO III

È giunto il tempo in cui il Padre non sarà più adorato, né Gerusalemme né Roma. Lo Spirito è Dio. E se siete da Dio, lo adorerete in spirito e verità. Sappiate che tutto ciò che Gesù ha detto per mezzo del vero Cristo è spirito e vita in Dio. È lo Spirito di Dio che dà la vita. La carne di Gesù non può essere di alcuna utilità.

ARTICOLO IV

Dio è amore, e chi rimane nell'amore rimane in Dio, e Dio rimane in lui. Vi parliamo in segreto, di ciò che rimane nascosto ai figli della nuova Babilonia, che sarà trasformata in cenere e polvere dagli umili servi di Dio. Vi parliamo della sapienza di Dio rivelata ai nostri Padri, che l'hanno trasmessa per la nostra gloria e il nostro bene. Nessun principe o sommo sacerdote di questo tempo l'ha conosciuta. Se l'avessero conosciuta, non avrebbero adorato il legno della croce e non avrebbero bruciato coloro che possedevano il vero spirito del vero Cristo.

ARTICOLO V

Voi che siete i templi di Dio, edificati sulle fondamenta dell'antica Sapienza e santità, sappiate che Dio non fa distinzione tra gli uomini, siano essi cristiani, saraceni, ebrei, greci, romani, francesi o bulgari, perché ogni persona che prega Dio è salvata.

ARTICOLO VI

Il Consolato è liberato dal giogo che i figli di Babilonia hanno stabilito sulla base di falsi dogmi. Tra l'ebreo e il saraceno, comportatevi come se foste saraceni o ebrei. Con i figli di Babilonia, grazie all'elezione e al Consolamentum, siete liberati. Rendeteli felici e cercate di attrarre a voi coloro i cui occhi sono aperti, ma agite con prudenza per amore del Vangelo eterno e per evitare scandali.

ARTICOLO VII

Tutto è permesso a voi che siete santi. Tuttavia, dovete guardarvi dall'abusare di questo permesso. Non lasciate mai che nessuno sospetti qualcosa su di voi, su chi siete. Create nelle vostre case ampi luoghi di ritrovo nascosti, accessibili tramite passaggi sotterranei, in modo che i fratelli possano partecipare alle riunioni senza il pericolo di essere disturbati.

ARTICOLO VIII

Ci sono gli Eletti e i Consolati in tutte le regioni del mondo. Ovunque vediate costruire grandi edifici, fate i segni del riconoscimento e troverete molti giusti istruiti in Dio e nella Grande Arte [Arte Reale]. Hanno ereditato dai loro padri e dai loro maestri, e sono tutti Fratelli. In questa situazione si trovano i Begardi e le Beghine, i "poveri" di Lione, i "bons hommes" di Tolosa, Albi, Verona e Bergamo, i "bajolais" di Galizia e Toscana e i Bogomili di Bulgaria. Attraverso le vie sotterranee raggiungerete i vostri capitoli e, a coloro che nutrono qualche timore, conferirete il Consolamentum nei capitoli davanti a tre testimoni.

ARTICOLO IX

Accoglierete fraternamente i fratelli di queste confraternite, e i Consolati di Spagna e Cipro accoglieranno fraternamente anche i Saraceni, i Drusi e coloro che vivono in Libano. E se lo spirito divino anima i Saraceni o i Drusi, potete ammetterli come Eletti o Consolati.

ARTICOLO X

Nessun Fratello sarà ammesso se non ha compiuto trentacinque anni e non ha acquisito i veri frutti della sua elezione. Per provarlo, dovrà dimostrare la sua istruzione e conoscenza nei decreti prima della sua ammissione.

ARTICOLO XI

Si raccomanda espressamente di adottare le massime precauzioni nei confronti di monaci, sacerdoti, vescovi, abati e dottori della scienza, perché agiscono come traditori per intrappolarvi più facilmente nel fango dei loro crimini. Se li ammettete dopo una lunga prova, ciò avvenga fuori dal capitolo e alla presenza di tre fratelli, senza rivelare loro nulla degli statuti e delle consuetudini dell'Ordine.

ARTICOLO XII

Con i laici che servono Dio nella semplicità del loro cuore, è consentito adottare minori precauzioni e riceverli come Eletti o come Consolati dopo una ragionevole prova.

ARTICOLO XIII

Rituale e Consolamentum: Il neofita scriverà la sua confessione generale e la consegnerà al destinatario, confermandola con giuramento alla presenza di due testimoni, e sarà conservata nell'archivio del Capitolo. Reciterà quindi i Salmi, l'antico riassunto del Deuteronomio, e sarà benedetto da tutti i fratelli, che porranno la mano destra sul suo capo, dopodiché giurerà: silenzio, obbedienza e fedeltà. Il destinatario lo assolverà da tutti i suoi peccati e lo libererà da tutti i mandati della Chiesa nel nome di Dio che non è stato generato e che non genera, nel nome del Vero Cristo che non è morto e che non può morire. Verranno quindi recitate le tre preghiere. Nella prima, il neofita starà in piedi con le mani alzate. Nella seconda, si inginocchierà con le braccia incrociate. Nella terza, si prostrerà con il viso a terra.

ARTICOLI XIV, XV E XVI

La prima preghiera è quella di Mosè: "Magnifica la tua fortezza, Signore". È seguita da "Dixit que Dominus vivos ego et implevitur gloria Domini universa terra". Dopodiché, il ricevente taglierà parte della barba, dei capelli e dell'unghia dell'indice del neofita, dicendo: "Soffrirai più nel cuore che nel corpo, come segno dell'alleanza di Dio con lo spirito dell'uomo". La seconda preghiera è quella del figlio di Maria chiamato Gesù: "Padre aeterne, noi glorifichiamo..." (Giovanni 17), seguita da "Facta est vox de ceelo meus dilectus...". Il ricevente poi infila l'anello all'indice destro del fratello, dicendo: "Figlio di Dio, prendi questo anello come segno di unione eterna con Dio, con la Verità e con noi". La terza preghiera, chiamata Preghiera di Baphomet, è quella che apre il Corano e porta il nome di Fatiha. Il destinatario aggiunge: "Un solo maestro, una sola fede, un solo battesimo, un solo Dio, Padre di tutti, e chiunque invoca il nome di Dio è salvato". Il destinatario solleva il neofita e gli unge le palpebre con l'olio santo. "Desidero ungerti, amico di Dio, con l'olio della grazia, affinché tu possa vedere la luce del tuo battesimo di fuoco e che possa risplendere per te e per tutti noi sulla via della verità e della vita eterna".

ARTICOLO XVII

La statua del Bafometto viene rimossa dal suo santuario e il ricevente dice: "Il popolo che marciava nelle tenebre ha visto una grande luce, che ha brillato per tutti coloro che sedevano sugli alberi della morte. Ci sono tre che rendono omaggio a Dio e al mondo, e questi tre sono (San Giovanni). Tutti i fratelli esclamano "Yah Allah", cioè "Splendore di Dio", baciano l'immagine e la toccano con le loro cinture. Il ricevente prende quindi il neofita per mano e dice: "Nel presente, il Figlio dell'Uomo è glorificato, e Dio è glorificato in lui. Vericinum (vero?) un nuovo amico di Dio che parla a Dio ogni volta che desidera, al quale dovresti rendere grazie, poiché ti ha condotto dove desideravi andare e ha esaudito i tuoi desideri. Possa la luce divina rimanere nei nostri cuori e nei nostri spiriti, Amen". Per concludere la cerimonia, viene cantato il cantico tratto dal Libro della Sapienza, cantico che segna la fine del Capitolo.

ARTICOLO XVIII

Il neofita viene condotto negli archivi, dove gli vengono insegnati i misteri della Scienza Divina, di Dio, di Gesù Bambino, del vero Bafometto, della Nuova Babilonia, della natura delle cose, della vita eterna, nonché "La scienza segreta della grande filosofia: Abrax e i talismani". Queste cose devono essere rigorosamente nascoste agli ecclesiastici ammessi nell'Ordine.

ARTICOLO XIX

È proibito nelle case in cui i fratelli non sono Eletti o Consolati lavorare certe sostanze attraverso la scienza filosofica e quindi trasmutare metalli vili in oro e argento. Ciò non sarà mai intrapreso se non in luoghi nascosti e segreti.


ARTICULO XX

È severamente vietato eleggere un Consolato come Gran Maestro. Le altre principali cariche e cariche dell'Ordine sono riservate agli Eletti e ai Consolati.

Firmato dal copista Robert de Samford, procuratore dell'Ordine del Tempio in Inghilterra nel 1240 .




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FONTE

http://www.templespana.org/boletintempl ... cos-1.html


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SULL'ESOTERISMO TEMPLARE









1- INTRODUZIONE

Questo articolo affronta vari aspetti dell'esoterismo templare, con particolare riferimento agli Statuti Segreti dell'Ordine del Tempio, ovvero il Libro del Battesimo del Fuoco. L'autenticità di questo documento non è affatto unanimemente accettata. In definitiva, la questione è capire da dove provenga ogni aspetto di questi Statuti e cosa significhi realmente. Una volta raggiunto questo obiettivo, l'autenticità emerge come piuttosto evidente, a mio avviso. È quanto cercheremo almeno di delineare qui.

Uno studio serio e coerente dell'esoterismo templare richiede, per essere fruttuoso, apertura mentale e una varietà di linee di progresso. Se non lo si affronta in questo modo, ci si imbatterà inevitabilmente in vicoli ciechi e interrogativi senza risposta. Tali situazioni frequenti hanno spesso portato in passato a soluzioni congetturali, giustificabili data la grande complessità del problema dell'esoterismo templare. Facciamo riferimento alle nostre opere pubblicate sul Bollettino del Tempio, "L'Ordine del Tempio ieri e oggi" e "Dante Alighieri e l'affiliazione templare dei Fedeli d'Amore", per evitare il più possibile inutili duplicazioni su questo argomento.

Non c'è dubbio che una moltitudine di correnti spirituali molto diverse abbiano lasciato il loro segno sul Tempio: Druidi, Catari, Drusi, alchimisti, iniziati dell'Islam, Cabalisti, Gnostici e Massoni. Questo per citare solo i più ovvi, ma, naturalmente, una tale diversità di contenuti rende molto difficile trovare un filo conduttore.

È opinione comune che all'interno dell'Ordine esistesse un sincretismo che accumulava idee molto eterogenee, incorporate nel Tempio attraverso i percorsi più diversi. Ma la realtà è che, come sottolinea René Guénon, gli antichi iniziati erano ben consapevoli dell'unità dottrinale sottostante a un'apparente diversità di forme esteriori. Ecco perché, ad esempio, Dante usa un linguaggio spesso mutuato dal cristianesimo e talvolta dall'antichità greco-romana, e non lo fa per un sincretismo superficiale. Infatti, come sottolinea Guénon, la metafisica pura non è né pagana né cristiana; è universale. Gli antichi misteri non erano paganesimo, ma gli si sovrapponevano. È necessario comprendere, ed è questo che alcuni trovano più difficile, che il cammino iniziatico è soprattutto forme religiose essoteriche. È questo che gli permette di svilupparsi, adottando una di queste forme o nessuna di esse come suo rivestimento esteriore.


Accenneremo ora brevemente alle linee di studio che affronteremo qui, che possono essere classificate come non convenzionali. Tutte promettono contributi di grande interesse, e nulla ci impedisce di tornare su questo argomento in futuro per dar loro lo sviluppo più ampio e attento che meritano. Ci troviamo infatti di fronte a un vero e proprio lavoro investigativo, in cui si dovranno recuperare elementi di prova, quasi sempre in modo molto indiretto, alla ricerca di indizi significativi e mettendo in luce evidenti parallelismi o analogie tra linee iniziatiche tradizionali apparentemente molto distanti nel tempo e nello spazio. Questo fatto è già stato sottolineato più volte da Guénon e dai suoi seguaci, e ci permette, ancora una volta, di mettere in luce l'unità essenziale che sottende tutte le forme tradizionali autentiche.


In primo luogo, abbiamo i Fedeli d'Amore, un ramo laico del Tempio che ha meritato studi approfonditi da parte di illustri specialisti come René Guénon, Luigi Valli, A. Ricolfi, Arturo Reghini, Aroux, Rossetti e altri. Questo sembra essere uno degli filoni di studio più promettenti e colloca Dante Alighieri come figura chiave al centro del problema. E qui ci viene in aiuto la colossale opera dello studioso spagnolo Miguel Asín Palacios, *Muslim Eschatology in the Divine Comedy*, ripubblicata da Hiperión, Madrid, 1984. Di interesse può essere anche il piccolo libro di R. H. Shamsuddín, *Elía Dante y el Islam*, Buenos Aires, 1998. Una delle chiavi principali è fornita dallo stesso Dante quando attinge a idee provenienti da fonti iniziatiche islamiche, pur essendo molto attento a non menzionarle esplicitamente. Ciò è sorprendente, poiché non menziona mai né il profeta Maometto né il famoso iniziato andaluso di Murcia, Mohyiddin ibn Arabi (il più grande maestro spirituale dell'Islam e da cui Dante trae spunto), ma non ha remore a citare Avicenna e Averroè.

Infine, in relazione diretta agli Statuti Segreti o Libro del Battesimo del Fuoco, dobbiamo menzionare l'opera ben documentata del Dr. Hans Prutz, Geheimlehre und Geheimstatuten des Tempelherrenordens. Tuttavia, quest'opera soffre di una certa rigidità, essendo la produzione tipica di un Gelehrte pressoché completamente ignorante della Tradizione Esoterica. Ciò significa che, aggrappandosi solo alle poche prove tangibili e concrete a sua disposizione sulla tradizione interna del Tempio, questo autore giunge a conclusioni puramente negative sull'autenticità del testo in questione. Un esempio di ciò è la sua negazione pratica dell'esistenza storica del Maestro Roncelin de Fos a causa della mancanza di ulteriori informazioni in merito. Tuttavia, Prutz accetta l'intero verbale del processo come attendibile e, a nostro avviso, ne trae invalidamente la conclusione che il Libro del Battesimo del Fuoco non sia autentico.

L'opera di Prutz, tuttavia, contiene dati di estremo interesse, in quanto lo Statuto Segreto in questione è indubbiamente esistito. Tutto si riduce a stabilire se quello conosciuto e riprodotto qui sia autentico. Prutz presenta una serie di prove a sostegno di tale esistenza. Di particolare importanza è la citazione di Michelet relativa alla testimonianza del Cavaliere Gervais de Beauvais, il quale affermò di aver visto in possesso di uno dei superiori dell'Ordine, accanto agli statuti comuni e ben noti del 1128, un altro libro con statuti che quest'ultimo teneva strettamente segreti e di cui affermò che "per nessun prezzo lo avrebbe mostrato a nessuno". Michelet menziona anche (vedi Prutz, op. cit.) il cavaliere Bertrand de Marignac, che si sentì obbligato «post multas promissiones de statutis et secretis ordinis observandis ab eo factas». Il Gran Maestro templare Thomas Berard (o Berault) (il suo ufficio fu negli anni 1256-73, secondo fonti dell'Ordine del Tempio di Gerusalemme, secondo Prutz nel 1265-72) ordinò che molte copie degli Statuti Segreti fossero bruciate, conservandone alcune nelle mani dei più leali ed esaltati Cavalieri del Tempio.






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